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10 regole per sposarsi: un test da fare prima del matrimonio

Sposarsi è una scelta molto importante, che non andrebbe presa alla leggera. E' vero che oggi divorziare è diventato relativamente facile (ed infatti accade in quasi la metà dei matrimoni), ma non è mai una passeggiata, quindi sarebbe meglio evitare di arrivarci. Anche se oggi il matrimonio ha perso parte della sacralità di un tempo, secondo me andrebbe comunque visto come un impegno "per la vita": se ci si avvia al matrimonio avendo già dei dubbi, credo che sia meglio evitarlo (o quantomeno prendersi il tempo per chiarirsi le idee).

Per questo ho ritenuto utile compilare una lista di dieci domande da porsi prima di fare il "grande passo": ponderare queste domande può aiutare a capire se stiamo per fare la scelta giusta, ma anche ispirare riflessioni utili a migliorare la relazione (oppure a metterla in discussione se è il caso).
Queste domande sono valide per entrambi i generi, salvo dove diversamente indicato con [F]. Tenete anche presente che in caso di separazione o divorzio, con le leggi attuali spesso l'uomo si ritrova in condizione di svantaggio.

Inoltre, le domande sul partner andrebbero rivolte anche a se stessi (per esempio "Sei capace di ammettere i tuoi errori?"). Ritrovarsi con un coniuge "sbagliato" è sicuramente drammatico, ma anche se siamo noi stessi quelli "sbagliati" la relazione sarà altrettanto problematica.

Il matrimonio aumenta i problemi, non li risolve

Infine, non cadete nell'illusione di credere che "Il matrimonio sistemerà tutto" (o l'equivalente "I figli aggiusteranno tutto"). La convivenza continua esaspera i problemi e i disaccordi, ed aggiunge impegni e stress. Quindi le incompatibilità e i conflitti che già da prima esistono non spariranno, anzi tenderanno a crescere. Potremmo dire che il matrimonio amplifica sia gli aspetti positivi della relazione che quelli negativi: è quindi bene soppesare in anticipo sia gli uni che gli altri.


Dieci domande da farsi prima del matrimonio

Questo genere di test può suonare poco romantico... ma pensate a quanto sarebbe romantico litigare la maggior parte del tempo, convivere con un coniuge che vi detesta, o ritrovarsi buttati fuori di casa (tutti rischi reali in un matrimonio mal riuscito). Come si suol dire, "Prevenire è meglio che curare".

  1. Conosci davvero il tuo partner?
  2. Il partner ha dimostrato di amarti in concreto?
  3. Il partner ti esprime apprezzamento e gratitudine? O vieni dato per scontato?
  4. Il partner è capace di ammettere gli errori e mettersi in discussione?
  5. Il partner è disponibile ai compromessi?
  6. Come va il sesso?
  7. Avete valori, interessi ed obiettivi in comune?
  8. C'è qualche pressione, ultimatum o fretta riguardo il matrimonio?
  9. La partner sembra più interessata alla cerimonia, o all'essere sposata, che alla vita insieme? [F]
  10. Avete aspettative troppo elevate, idealistiche o irreali?

1. Conosci davvero il tuo partner?

Parrebbe ovvio che prima di sposare qualcuno dovremmo conoscerlo bene (questo include anche in ambito sessuale, vedi domanda 6). Ma frequentarsi da tempo può non bastare; anche se abbiamo passato insieme molti weekend o le vacanze, non è detto che conosciamo l'altro a fondo, con tutti i suoi difetti, i limiti ed i "lati oscuri" (che tutti hanno):
  • Tutti tendiamo a mostrare il nostro lato migliore, specialmente agli inizi, ed a nascondere gli aspetti "scomodi" di sé.
  • A volte le persone recitano una parte per farsi benvolere, o perché temono che altrimenti non verrebbero amate.
  • Certi aspetti della personalità possono rimanere nascosti (inconsci) anche alla persona stessa.
  • Nella fase iniziale dell'innamoramento tendiamo a idealizzare il partner e vederlo migliore di come sia. E' solo in seguito che vediamo l'altro com'è realmente.

Solo nella convivenza quotidiana prolungata le persone si rivelano pienamente. Provate a convivere almeno per sei mesi prima del matrimonio: solo così verranno a galla le piccole manie, le fissazioni, le esigenze, quello che ci irrita, ed i "fantasmi" che normalmente teniamo nascosti. Saltare questa specie di "prova generale" rischia di farci ritrovare sposati con qualcuno che si rivela diverso da come credevamo, o con cui non siamo davvero compatibili.

Obiezioni e resistenze

Naturalmente il "test" della convivenza potrebbe spaventare qualcuno; specialmente se è insicuro (teme di non superarlo), oppure se è particolarmente attaccato all'idea del matrimonio (un partner che vuole sposarsi a tutti i costi, vedi domanda 9; una famiglia che fa pressioni, vedi domanda 8). Fate attenzione alle resistenze verso un test di questo tipo: a parte quelle ovvie di tipo religioso o tradizionalista, potrebbero indicare campanelli d'allarme o secondi fini.

2. Il partner ha dimostrato di amarti in concreto?

L'amore autentico è volere il bene e la felicità dell'amato, quindi non si limita a provare un sentimento ma lo trasforma in azione: ovvero compie azioni concrete che soddisfano i bisogni del partner, e lo fanno sentire appagato e felice.
Non tutti però hanno questa capacità. Dire a qualcuno che lo amiamo o che teniamo a lui non costa nulla, ma è più difficile dimostrarlo in pratica: perché richiede impegno, fatica ed a volte anche sacrificio. Nonché la capacità di "riconoscere" l'altro come individuo (invece alcuni sono fermi a uno stadio "infantile" di maturazione, per cui sanno solo vedere se stessi ed i propri bisogni).

Se siamo in una coppia dove uno dei due parla molto di amore, ma raramente lo mette in pratica, potremmo avvertire un senso di malessere o mancanza che non sappiamo spiegarci. Il partner dice di amarci e noi ci crediamo ma, al tempo stesso, magari:
  • I nostri bisogni vengono trascurati o svalutati.
  • Le nostre richieste vengono ignorate o respinte.
  • Non ci sentiamo ascoltati o considerati.
  • Oppure veniamo spesso sminuiti o criticati.
Se questo accade con una certa frequenza, è ovvio che non siamo realmente amati da quella persona (oppure lo siamo in modo incompleto o immaturo), a dispetto di quanti "Ti amo" riceviamo. Esempi tipici sono:
  • (uomo) La sessualità viene trascurata, gli approcci di lui respinti, il bisogno di contatto fisico negato.
  • (donna) Lui non la ascolta, non è interessato ad attività insieme, è emotivamente freddo o distante.
  • (tutti) Quello che facciamo non viene apprezzato, non riceviamo complimenti, i bisogni del partner vengono abitualmente anteposti ai nostri, il partner usa due pesi e due misure (quello che lo riguarda è importante, quello che riguarda noi viene messo in secondo piano o ignorato), i nostri hobby vengono svalutati od ostacolati, veniamo isolati dagli amici o dalla famiglia.

Come detto, l'amore autentico si trasforma in azione; altrimenti non è amore ma forse semplice infatuazione, oppure attaccamento o dipendenza (che sono cose diverse dall'amore). Se il partner ci dice "Ti amo tanto, sposiamoci!" ma noi non proviamo lo stesso entusiasmo perché avvertiamo un senso di vuoto o insoddisfazione, magari il motivo è che non ci sentiamo amati veramente.
Se riconosciamo alcuni dei segnali indicati sopra, pensiamoci bene prima di fare una scelta definitiva. Potremmo parlarne col partner per vedere se riconosce i suoi limiti e si impegna a superarli (vedi domanda 4 e 5). Un certo egoismo è naturale ed umano, ma una tendenza a mettersi sempre al primo posto e trascurare il partner diverrà sempre più marcata col tempo.

3. Il partner ti esprime apprezzamento e gratitudine? O vieni dato per scontato?

Tutti abbiamo bisogno di sentirci apprezzati. Se quello che siamo e che diamo nel rapporto non viene apprezzato, non possiamo sentirci amati; questo col tempo creerà amarezza e risentimento.
Un buon partner non solo apprezza quello che riceve da noi, ma ce lo fa sapere: mostrando gratitudine in modi espliciti, nutre il nostro bisogno di apprezzamento. Inoltre questo ci motiva ad impegnarci nella relazione - e Dio solo sa quanto impegno ci vuole per far funzionare un matrimonio.

Al contrario, senza adeguato apprezzamento col tempo perderemo la motivazione ad occuparci del partner e della relazione (a che scopo, se tanto sembra non contare?). Diventeremo più freddi e scostanti. Potrebbe venirci la voglia di cercare altrove qualcuno che ci apprezza e che ci fa sentire importanti.
Se quello che facciamo viene dato per scontato, ci sentiremo usati. Col tempo ci sembrerà che al partner non importi nulla di noi, che siamo solo un "oggetto" a disposizione, come un elettrodomestico o un armadio. Ci chiederemo "Cosa ci faccio qui?".

4. Il partner è capace di ammettere gli errori e mettersi in discussione?

Tutti facciamo errori; è umano e inevitabile. Per questo è fondamentale ammetterlo quando ci capita: sia per mostrare al partner che abbiamo l'onestà di riconoscerlo, sia per impegnarci a non farlo nuovamente.
Chi invece non sa ammettere di essere in errore (cosa che sembra specialmente comune fra le donne), ha bisogno di avere sempre ragione e non è capace di scusarsi, facilmente sarà un coniuge tirannico ("Ho ragione io e tu torto, quindi si fa come dico io") o vittimistico ("Povera me, non sono io che ho sbagliato, sei tu che sei un prepotente e non mi dai mai ragione").

Alla capacità di ammettere i propri errori è collegata quella di mettersi in discussione, ovvero saper riconoscere i proprio limiti o difetti, ed impegnarsi per superarli o quantomeno limitarli.
Con un partner che non si mette in discussione non si potranno risolvere i problemi nella relazione (perché non si schioda dalle sue posizioni), e tutte le colpe ricadranno sull'altro. Inoltre sarà impossibile crescere insieme, sia come persone che come coppia (che invece è uno dei doni più preziosi di una relazione profonda).

Chi ammette quando sbaglia e sa mettersi in discussione, è un coniuge con cui si può collaborare, cercare soluzioni insieme, trovare compromessi (vedi prossima domanda), e con cui è molto più facile andare d'accordo.
Un partner a cui invece mancano queste capacità rende ogni piccolo disaccordo un dramma, fa passare la voglia di parlarci (tanto è come parlare al muro), e tenderà a farci oscillare tra la nostalgia di essere single e la voglia di strozzarlo.

5. Il partner è disponibile ai compromessi?

"Compromesso" è un termine che molti disprezzano, magari per una visione eccessivamente romantica: credono che quando ci si ama, o con la "persona giusta", si possa andare sempre d'accordo ed essere felici insieme senza contrasti.
Naturalmente questa è un'utopia: poiché siamo tutti diversi e vogliamo cose diverse, anche quando ci amiamo ci saranno spesso desideri e bisogni contrapposti, ritmi differenti, opinioni discordi. Senza contare le numerose diversità tra uomini e donne.

Tutte le coppie hanno conflitti e discutono su argomenti quali i soldi e le spese, il sesso, l'educazione dei figli, le faccende di casa, l'arredamento, il tempo libero, gli amici del partner, la comunicazione (o la sua assenza), come ci si tratta reciprocamente, ecc. Ognuno vorrebbe fare a modo suo, ed ognuno è convinto di avere ragione.
Tutto questa discordia può apparire preoccupante, ed in effetti è una delle cause principali di molte separazioni. Qual è la soluzione? La capacità di fare compromessi: ovvero di venirsi incontro e trovare soluzioni intermedie che siano "abbastanza buone" per entrambi (oltre naturalmente ad una comunicazione efficace).
  • Se un partner vorrebbe fare sesso tutti i giorni e l'altro una volta al mese, magari si può concordare di farlo una volta a settimana (dire "Lo faccio solo quando ne ho voglia" è come dire "I miei bisogni sono importanti ma i tuoi NO").
  • Magari se lei diventa meno critica, lui è più disponibile a parlare di quello che sente.
  • Se lei ha bisogno di sentirsi ascoltata, ma lui lo trova stancante alla lunga, possono accordarsi su dei "momenti di ascolto" che possano funzionare per entrambi.

Obiezioni e resistenze

Questo punto potrebbe irritare chi ha un'aspettativa (vedi domanda 10) del tipo "Se mi ami dovresti farmi sempre contento/a". Forse sono persone che credono all'amore incondizionato, o ad un ideale romantico di unione perfetta. Naturalmente siete liberi di cercarlo, ma secondo me non esiste.

6. Come va il sesso?

La maggior parte dei terapeuti di coppia conferma che l'intesa sessuale è uno dei principali indici di salute della coppia. Una sessualità appagante, insieme all'amore, è uno dei leganti più forti che tiene insieme i partner, a dispetto delle difficoltà. Al contrario, i problemi legati al sesso sono tra i principali motivi (insieme ai soldi e ai figli) di conflitti e separazioni nel matrimonio.

D'altronde quasi tutte le coppie nascono dall'attrazione fisica, e ben pochi accetterebbero di iniziare una relazione sentimentale dove il sesso fosse assente. Ahimé, questo è però il destino di molti matrimoni: una relazione stabile tende a spegnere la passione, e nella maggior parte dei matrimoni uno dei partner perde il desiderio sessuale verso il coniuge (solitamente è la donna).
Questo sembra impossibile alle coppie innamorate, che sono travolte dalla passione reciproca. Ma quando l'innamoramento si spegne (e succede a tutti dopo 6-18 mesi) le cose cambiano. Anche per questo suggerisco di considerare il matrimonio solo dopo un adeguato periodo di conoscenza: all'inizio tutto sembra rose e fiori, ma solo quando l'estasi iniziale è passata si può realmente conoscere il partner e scoprire quanto si è compatibili.

Già dall'inizio possono emergere segnali che indicano la probabilità che l'interesse sessuale del partner andrà calando o sparirà del tutto:
  • Calo del desiderio sessuale già nei primi mesi
  • Problemi o resistenze a parlare di sessualità
  • Svalutare, deridere o disprezzare il sesso
  • Il partner ha un rapporto negativo col proprio corpo, o non si è mai masturbato
  • La donna non ha mai un orgasmo
  • Assenza di preferenze o fantasie erotiche
  • Schizzinosità o igienismo in ambito sessuale
Se notiamo segnali del genere, spesso li ignoriamo nella speranza che i problemi spariranno da soli - ma questo non accade quasi mai. Se stiamo considerando il matrimonio, quest'area è una delle più importanti nella felicità di coppia: se il coniuge ti respinge fisicamente in modo abituale, questo risulterà devastante per il tuo benessere, l'autostima ed il sentirti (non) amato/a.

Sei preparato ad un matrimonio senza sesso?

A costo di ripetermi, voglio ribadire quanto sia probabile che in un matrimonio la donna finisca col non voler fare più sesso col marito. E' praticamente la norma, e quasi tutti i giorni sento uomini lamentarsi di tale situazione. Può accadere dopo dieci anni, o cinque, o anche prima... ma accade il più delle volte; quindi è meglio non illudersi di essere l'eccezione.
Poiché è probabile che succeda anche a voi, è meglio essere preparati a quando succederà. Per esempio chiedendosi se sarete in grado di sopportarlo o vorrete divorziare (complicato in presenza di figli o legami economici), o se chi viene respinto - può capitare anche alla moglie - potrà cercare soluzioni alternative (coppia aperta, un/una amante, sesso a pagamento...). Un problema così spinoso è meglio considerarlo prima, che ritrovarcisi immerso quando è ormai tardi.

7. Avete valori, interessi ed obiettivi in comune?

Durante l'innamoramento o nelle fasi iniziali della relazione, di solito siamo guidati dalla passione e non facciamo molto caso alle reciproche diversità. Oppure se emerge una discordia, siamo lieti di andare incontro al partner.
Sul lungo periodo, però, le diversità eccessive finiscono per logorare le persone o creare conflitti nella coppia. E' quindi importante avere chiare, prima del matrimonio, le posizioni sulla relazione e nella visione del mondo di ciascuno:
  • Romantico e sensibile o pragmatico e materialista?
  • Progressista di sinistra o conservatore di destra?
  • Serate nei locali alla moda o accoccolati sul divano?
  • Sabati al centro commerciale o una passeggiata nella natura?
  • Il partner vuole dei figli o no? E quanti?
  • In caso di figli, la moglie rimane a casa ad occuparsene o torna al lavoro?
  • Vengono prima la carriera e lo stipendio, oppure la famiglia ed il tempo speso insieme?

E' comune credere che il partner la veda come noi, o dare per scontati certi obiettivi. Ma ciò è alquanto rischioso: non pochi si sono ritrovati a scontrarsi perché uno voleva figli e l'altro no, sulla suddivisione dei ruoli in famiglia, o sulla gestione del denaro - e tutto questo non era stato discusso prima.

8. C'è qualche pressione, ultimatum o fretta riguardo il matrimonio?

A volte un partner sente l'esigenza di sposarsi ma l'altro no. Questo è normale, ma è ovviamente un bel dilemma senza facili soluzioni:
  • Da una parte se il mio sogno è il matrimonio, ho tutti i diritti di perseguirlo.
  • Dall'altra, se invece non voglio sposarmi (perché non mi sento pronto, respingo l'istituzione, non mi sento di impegnarmi "per tutta la vita", come uomo temo di esserne svantaggiato, oppure ho delle perplessità sul partner), ho tutto il diritto a vederla così.

La cosa migliore sarebbe parlarne con calma, ed esaminare le resistenze del partner "contro"; magari sono irrazionali o superabili. Se però non si trova un punto d'incontro, magari neanche dopo anni di fidanzamento, allora forse è il caso di riconoscere la differenza di obiettivi e valutare se è meglio prendere strade diverse.
A volte viene posto un ultimatum del tipo "Sposami oppure ti lascio", o "Hai tempo X mesi per decidere, altrimenti è finita". Questa è una specie di ricatto: se da una parte è un bisogno comprensibile, dall'altra indica una forma di egoismo sospetto (chi pone questo ultimatum sta dicendo "Metto le mie esigenze sopra le tue, e la mia felicità prima della tua"). E' possibile che, una volta sposati, questo partner continui a mettere i suoi bisogni avanti a tutto.

La pressione a sposarsi può essere comprensibile in certi casi, ma non è una buona base da cui partire:
  • Se un partner vuole assolutamente sposarsi e l'altro no, questo può indicare una incompatibilità di obiettivi o di valori (vedi domanda 7).
  • L'insistenza sullo sposarsi potrebbe indicare che quella persona è più interessata al matrimonio che alla relazione col partner (vedi domanda 9).
  • Se un partner si sente obbligato a sposarsi, quindi lo fa non convinto o controvoglia, in seguito è probabile che sviluppi pentimenti o risentimento.
  • Se uno o entrambi i partner hanno fretta di sposarsi, questo potrebbe nascondere insicurezze o dubbi a riguardo ("Se ci penso su, o lascio che lei/lui ci pensi su, potremmo cambiare idea"). Oppure può essere visto - magari inconsapevolmente - come la "soluzione" ad un rapporto che sta andando in crisi.
  • A volte la pressione viene dall'esterno (per esempio dai genitori): la coppia che subisce questi influssi dovrebbe ricordare che il matrimonio riguarda solo loro due, e respingere ogni condizionamento esterno.

9. La partner sembra più interessata alla cerimonia, o all'essere sposata, che alla vita insieme? [F]

(Questa domanda riguarda principalmente le donne: sono loro, in genere, ad avere la "fissa del matrimonio")

Sia per ragioni innate che culturali, per un gran numero di donne il matrimonio rappresenta l'evento più importante della vita, al punto da fantasticarci sopra a lungo. Non poche si fanno prendere da una specie di frenesia riguardo la cerimonia nuziale, fissandosi su innumerevoli dettagli o pretendendo di imbastire qualcosa di spettacolare (anche quando le risorse disponibili non lo consentano).
Da una parte questo entusiasmo è comprensibile: di solito ci si sposa una sola volta nella vita, e per la sposa è un modo di sentirsi la "regina della festa". Se però il desiderio di un "matrimonio perfetto" diventa un bisogno ossessivo, al punto da trattare aspramente il futuro marito o relegarlo ad un ruolo puramente passivo in cui deve solo assecondare ogni capriccio della sposa, questo fa sorgere sospetti sulla futura relazione:
  • Forse la sposa sta mostrando il suo vero carattere?
  • Magari si aspetta che lui sarà sempre obbediente e remissivo come gli viene richiesto ora?
  • E' possibile che lei sia così concentrata sulla cerimonia per coprire il fatto che la successiva vita insieme non la attrae particolarmente?
  • Potrebbe essere che la sua voglia di sposarsi è per non sentirsi inadeguata, o perché le sue amiche ci sono già arrivate, o perché "Ormai per me è tardi"... e non per una reale voglia di condividere la sua vita col partner?

In fondo, il matrimonio è un punto di partenza, non di arrivo: è l'inizio di un lungo viaggio insieme, che non si sa dove porterà, ma in cui certamente entrambi affronteranno innumerevoli sfide ed esperienze. La cerimonia ha la sua importanza simbolica, ma quello che conta è il percorso insieme che attende gli sposi. Se questo appare secondario rispetto alla cerimonia, se il fatto di vivere insieme sembra trascurato o non è al centro dei pensieri di entrambi, forse qualcosa non quadra.

Un problema simile può essere presente quando la futura sposa (ma anche lo sposo) sembra più interessata allo status di essere sposata, oppure al corollario: la casa, l'arredamento, o gli eventuali figli. Quando, rispetto ad essi, la vita insieme al partner appare come un "aspetto secondario". Se questo è l'atteggiamento prima del matrimonio... quanto diventerà "secondario" - se non irrilevante - il coniuge negli anni?
E qui ritorna centrale la prima domanda: conosci davvero il tuo partner? Potrebbe essere che nasconda qualche aspetto di sé? E' il caso di fare attenzione ad ogni "segnale d'allarme" che si manifesta:
  • Certe persone si fissano sull'idea di sposarsi, non sulla relazione in sé; e il partner diventa un "mezzo" per arrivare a quello scopo.
  • Per alcuni il desiderio di avere dei figli supera molto quello verso il partner. Una volta realizzato il loro bisogno, spesso diventano indifferenti o distanti verso il coniuge - ormai diventato "superfluo".
  • Alcuni hanno delle insicurezze profonde, per cui ricercano la stabilità o un "nido sicuro" - poco importa con chi.

10. Avete aspettative troppo elevate, idealistiche o irreali?

La felicità e l'appagamento che proviamo dipende più dalle nostre aspettative che dagli eventi in sé. Esempio banale: ricevo un aumento di stipendio di 100 euro. Se me lo aspettavo da 50, sarò molto contento; se me lo aspettavo da 200, sarò deluso e arrabbiato. Eppure l'aumento è sempre quello!
Lo stesso vale nelle aspettative sulle relazioni:
E' quindi importante fare un esame delle proprie aspettative prima del matrimonio, e verificare che siano realistiche e non esagerate: Insomma, se "crediamo alle favole" poi la realtà non potrà che risultare deludente - e il divorzio in agguato.

Altri fattori da considerare

Non vorrei esagerare e scoraggiare i lettori, ma mi sembra opportuno citare altri elementi che possono influenzare la riuscita di un matrimonio.

Età e consapevolezza di sé

La maturità non dipende dall'età, ma di solito a vent'anni le persone non sanno ancora bene chi sono e cosa vogliono. Per questo sposarsi a quell'età è rischioso: è facile che entro pochi anni si cambi e si scopra come i due partner non siano più compatibili.
Secondo me sarebbe bene pensare al matrimonio non prima dei 25-30 anni, o quantomeno dopo aver vissuto abbastanza esperienze (anche relazionali e sessuali) sufficienti ad essere consapevoli della propria identità, dei gusti e bisogni, dei propri limiti e qualità. Prima d'allora sarebbe meglio evitare scelte definitive.

Non basarsi solo sull'attrazione

L'attrazione è alla base di quasi tutte le coppie, ed è certamente un elemento che lega i partner, ma è tutt'altro che sufficiente. Se siete accecati dall'attrazione potreste trascurare fattori essenziali come il carattere del partner (domanda 1), i valori e obiettivi comuni (domanda 7), od ignorare i campanelli d'allarme.
Molte coppie, dopo che l'attrazione si è attenuata, scoprono che il partner è una specie di "estraneo" o sono infastiditi dalla sua presenza.

Parlate la stessa lingua?

Secondo la teoria dei "Cinque linguaggi dell'amore", esistono cinque modalità principali attraverso cui ci sentiamo amati: parole affettuose, tempo di qualità, atti di servizio, contatto fisico, regali.
Due partner con modalità d'amore diverse faticheranno a capirsi e a soddisfarsi reciprocamente, specialmente se non sono consapevoli di queste differenze (se il partner ci ama ma lo esprime usando un linguaggio che non fa per noi, non ci sentiremo amati). E' quindi importante confrontare i rispettivi linguaggi e vedere se coincidono.

Ambiente familiare del partner

Tutti assorbiamo dai genitori molti aspetti del nostro carattere, così come dai comportamenti a cui abbiamo assistito nell'infanzia. Questo può includere paure, nevrosi ed atteggiamenti distruttivi, che pure ci paiono normali se sono quelli a cui siamo stati abituati.
E' quindi importante osservare la famiglia d'origine del partner, ed il modo in cui i suoi genitori si trattano a vicenda, per capire se ci sono elementi problematici che potrebbero emergere in seguito nel partner stesso (ma che ora magari rimangono nascosti). Genitori anaffettivi, severi, iper-critici, ansiosi e iper-protettivi, infelici o depressi, uno che sottomette l'altro... sono tutti indizi di tratti che potrebbero appartenere anche al partner.

Invecchiare col partner?

Per finire, magari nel momento stiamo bene col partner e ci sentiamo felici. Ma poiché il matrimonio è un viaggio verso il futuro, proviamo a immaginare decenni passati insieme, e se ci vediamo ad invecchiare insieme a quella persona.

Altri post sul matrimonio

Termino elencando altri post in cui parlo di come far funzionare un matrimonio, o dei fattori che contribuiscono a farlo fallire.

"Il matrimonio deve continuamente combattere contro un mostro che tutto divora: l'abitudine."
(Honorè De Balzac)

"Un buon matrimonio, ammesso che ve ne siano, si pone come obiettivo l'amicizia."
(Michel De Montaigne)

"Ci sono buoni matrimoni, ma non ce ne sono di deliziosi."
(Francois de La Rochefoucauld)


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Cosa vogliono davvero gli uomini dal matrimonio

Nonostante le migliaia di libri e articoli sull'argomento, uomini e donne faticano a capirsi ed a comprendere cosa vuole "l'altra metà del cielo". Si dice che i maschi siano più semplici (ed io credo sia vero), ma sono comunque esseri umani quindi creature complesse. Per aiutare le donne a scoprire cosa vogliono gli uomini nelle relazioni, ed in particolare in un matrimonio, qui elenco alcuni punti fondamentali.
Per le donne più curiose sulla mente maschile, suggerisco anche il post "15 cose che gli uomini non dicono".

In sintesi

Per chi ha fretta o non ama leggere, una sintesi estrema del post potrebbe essere: "Sii la ragazza con cui lui usciva prima del matrimonio". Se lui si è innamorato di te e ti ha sposata, vuol dire che gli piaceva davvero molto com'eri e come ti comportavi. Quindi più ti allontani da quello, più c'è il rischio che lui si ritrovi deluso o insoddisfatto.

Questo certamente non vuol dire che non ti è permesso cambiare. Ma se cambi talmente da diventare quasi un'altra persona, non sarai più quella che lui ha voluto sposare (questo vale per entrambi i sessi: se un partner prima era gentile, affettuoso e attento, e dopo diventa scortese, freddo e indifferente, chiunque si risentirebbe).
Inoltre, cambiamenti radicali di un partner fanno sospettare che la versione precedente al matrimonio fosse un "recita", una finzione per farsi sposare. Un caso classico è chi prima era un amante appassionato, ma dopo sposato perde ogni interesse verso il sesso: l'altro partner si sente chiaramente ingannato.


Cosa vogliono gli uomini dal matrimonio

Ciò che tuo marito cerca nel matrimonio segue il principio "Rimani com'eri prima di sposarti", ma ovviamente la questione è più complessa. C'è un detto che dice "Un uomo sposa una donna sperando che non cambi, e lei cambierà. Una donna sposa un uomo sperando che cambi, e lui non cambierà" - e sembra che descriva la maggioranza delle persone. In realtà tutti cambiamo in qualche modo, ma cambiamenti notevoli possono risultare deleteri per la relazione.

In generale, il 90% dei mariti ha bisogno di quattro cose dal matrimonio: sesso, una "cheerleader" (cioè approvazione e supporto emotivo), tolleranza verso i suoi hobby e passioni, ed un basso livello di criticismo. Quando stavate insieme agli inizi, molto probabilmente andavi alla grande in tutte queste categorie; ma dopo il matrimonio scommetto che il tuo livello a riguardo è andato calando.

  1. Il sesso è la parte più importante della relazione
  2. Sostegno e incoraggiamento
  3. Apprezzamento degli hobby
  4. Riduci al minimo critiche e lamentele

1. Il sesso è la parte più importante della relazione

Per quasi tutti gli uomini il sesso rappresenta il 51% della relazione (ovvero una "quota di maggioranza"). Tutto il resto (il 49%) potrebbe essere fantastico, ma se il tuo uomo non è soddisfatto della sua vita sessuale, non potrà sentirsi contento della relazione nel suo insieme. Questa è la variabile più importante dell'equazione, l'ingrediente primario per un maschio (leggendo questo magari molte donne alzeranno gli occhi al cielo, ma ricordate che uomini e donne sono diversi per natura; e pretendere che l'altro sia fatto a modo nostro creerà un divario tra i partner).

Quando uscivate insieme, immagino che coglievi ogni occasione per baciarlo o abbracciarlo, non eri mai troppo stanca per far l'amore, i piatti nel lavandino non ti impedivano di essere dell'umore adatto, ed il sesso orale - od altre sue passioni erotiche - accadevano con una certa frequenza. In altre parole, ti piaceva lui e ti piaceva farlo felice.
Invece dopo il matrimonio, la cosa più importante per lui sembra essere diventata un compito fastidioso per te (immagina se lui ti dicesse spesso che ascoltarti o parlarti gli pesa, che tenerti la mano gli dà fastidio, o che qualsiasi cosa tu indossi ti sta male: come ti sentiresti?). Questo tuo distanziarti dall'intimità fisica gli corrode l'autostima; senza fare sesso, non riesce a sentirsi amato.
A un certo punto il sesso orale o anale è diventato "disgustoso" o "degradante"... eppure non sembrava esserlo quando lui stava decidendo se sposarti. Se questa freddezza a letto continua, il porno diventa facilmente "l'altra donna": non dice mai di no, è disponibile a qualsiasi gioco, non emette giudizi, e l'uomo non deve pulire la cucina o fare lunghi massaggi alla schiena o parlare per ore pur di ottenere il suo interesse.

Non è una pretesa, è un bisogno

Questo punto potrebbe suonare come pretesa od obbligo, ma in realtà si tratta di un bisogno: ed i bisogni li abbiamo per natura, non decidiamo di averli.
Spesso il bisogno maschile di sesso viene svalutato dalle donne, che hanno priorità diverse e replicano "Il sesso non è così importante" (perché per loro è così, e non comprendono quel bisogno imperioso). La donna si lamenta "Se non ne ho voglia, perché dovrei farlo?", ed ha senso; ma non è così semplice.

Per capire meglio questo bisogno primario maschile, occorre confrontarlo col bisogno primario femminile, che è quello di attenzioni - non di sesso! (confrontare il bisogno sessuale maschile con quello femminile, come spesso si fa, è come paragonare le mele con le pere).
Quindi, cosa succede se l'uomo non ha voglia di ascoltare la partner, di parlare con lei, di accogliere le sue emozioni, di tenerla per mano, di abbracciarla, di fare cose insieme...? (che sono per molte donne il modo primario per sentirsi amate). E spesso l'uomo non ne ha davvero voglia (perché stanco, vorrebbe fare altro, o non è la sua modalità preferita; oppure perché, sentendosi trascurato sessualmente, ha scarsa motivazione per occuparsi dei bisogni di lei). Anche lui potrebbe dire "Se non ne ho voglia, perché dovrei farlo?".
Come si sentirebbe una donna che, ogni volta che desidera quel tipo di attenzioni, dovesse prima "supplicare" il partner, oppure dovesse "comprarle" compiendo prima qualche prestazione? (come spesso succede, e viene consigliato, agli uomini che desiderano fare l'amore con la partner). Lo troverebbe accettabile o dignitoso? Si sentirebbe amata?

Se consideriamo ugualmente entrambi i bisogni, diventa chiaro che la posizione "Dovresti fare solo ciò di cui ha voglia" non funziona in una coppia: se ciascuno segue solo i suoi impulsi e non si cura dei bisogni del partner, la relazione avrà vita breve. Dire al partner "I tuoi bisogni non sono importanti", è come dirgli "Tu non sei importante. La tua felicità non è importante. Il mio amore per te è una farsa." (quando ami davvero qualcuno, la sua felicità ti sta a cuore).

Naturalmente questo vale a prescindere dal genere: non è che i bisogni di un sesso siano legittimi e quelli dell'altro frivoli; ognuno ha i propri. Perché una relazione funzioni, i bisogni di ciascuno vanno soddisfatti. Certo non sempre se ne ha voglia, ma stare in coppia non è tutto rose e fiori. Se restiamo su posizioni egocentriche e trascuriamo abitualmente i bisogni del partner solo perché "Non mi va", forse non siamo pronti per una relazione.

2. Sostegno e incoraggiamento

Quando eravate fidanzati, probabilmente agivi come una "cheerleader" (*) per il tuo uomo: celebravi con lui i suoi successi, lo ammiravi per i suoi risultati. Gli dicevi quanto fosse in gamba, trovavi la sua capacità di suonare la chitarra un'indicazione di quanto fosse creativo e sensibile. Quando ha ottenuto un successo, che fosse sul lavoro, nello studio o nello sport, sei stata la prima che ha cercato per condividerlo e festeggiare insieme.
Fai ancora quelle cose? Pensi ancora che sia intelligente, creativo e brillante? Glielo hai dimostrato in qualche modo?

Gli uomini traggono il loro senso del valore in buona parte dai risultati concreti, dal sentirsi utili, produttivi, apprezzati, vincenti. Per lui i suoi risultati sono importanti quanto per te le tue emozioni. Il tuo uomo si rispecchia nel tuo sguardo:
  • Se tu lo vedi come il tuo "campione", quello che ammiri perché sai che affronta le sfide e sa risolvere ogni problema, e glielo mostri apertamente, lui si sentirà orgoglioso di sé e ti amerà di più per questo.
  • Se invece manchi di esprimergli stima e considerazione, dai per scontati i suoi risultati o sembri indifferente ad essi, lui si sentirà sminuito e la sua autostima ne risentirà. Questo lo porterà anche a "raffreddarsi" emotivamente.

(*) Le "cheerleader" (o "ragazze pompon") sono quelle che incoraggiano la propria squadra con balletti e canti in occasione di eventi sportivi.

3. Apprezzamento degli hobby

Riprendendo l'esempio della chitarra, il 99,99% degli uomini ha qualche specie di hobby, se non due o tre. Scommetto che quando uscivate insieme, lo ascoltavi per ore suonare o parlare della sua passione per la musica. Magari fantasticava di come, un giorno, avrebbe fatto parte di un gruppo o avrebbe partecipato ad un concerto.
Qualche anno fa io ed il mio migliore amico siamo andati a caccia la mattina presto... ma abbiamo fatto tardi perché la sua ragazza di allora (ora moglie) era convinta che essere perfettamente truccata fosse necessario anche in mezzo ai boschi. Ad ogni modo, stava facendo un grande sforzo per partecipare a qualcosa che era importante per lui; ma non credo che sia mai più tornata nel bosco con lui da quando ha indossato l'anello.

Gli uomini mostrano affetto e considerazione condividendo ciò che trovano più interessante o importante: il suono di quella chitarra od amplificatore, l'efficienza del nuovo processore nel computer, la resa acustica dell'impianto stereo o delle cuffie, i rapporti di trasmissione nelle biciclette, ecc. Quando tuo marito ti parla di queste cose, è il suo modo di legare con te, di condividere una parte del suo mondo che lo appassiona... come ti comportavi quando stavate uscendo insieme e lui faceva lo stesso?
Quando tu sei entusiasta per un nuovo abito, paio di scarpe o tagli di capelli, e ne parli con lui, vorresti che si mostrasse interessato e partecipe? Come ti senti, invece, se appare annoiato e insofferente?

Infine, tu potresti vedere i suoi hobby come una perdita di tempo, un vezzo infantile, o qualcosa che si frappone tra voi due. Magari per te sono solo quello, ma per lui sono importanti: fanno parte della sua identità, di quello che dà un senso al suo mondo.
Amare vuol dire anche accettare l'altro pure quando non è proprio come vorremmo. Se non riesci ad apprezzare i suoi hobby, quantomeno non esprimere disprezzo o irritazione in merito: se lo fai, lui lo vivrà come se tu avessi espresso lo stesso nei suoi riguardi. Considera i suoi hobby come uno spazio personale e necessario per il suo benessere.

4. Riduci al minimo critiche e lamentele

Per gli uomini, la critica è il cancro che avvelena la relazione. Osserva le reazioni degli altri uomini quando inizi a criticare tuo marito in pubblico, gli sguardi infastiditi o le espressioni di disagio. Per molte coppie, se l'uomo avesse ricevuto agli inizi la quantità di critiche che ha ricevuto dopo essersi sposato, non l'avrebbe mai scelta come moglie.
Mi chiedo se sia il femminismo ad aver reso accettabile questo tipo di critiche. Ma se anche lui le sopporta in silenzio, stai tranquilla che dentro ne risente e col tempo si chiuderà nei tuoi confronti. Nelle discussioni in Rete, le persone definiscono queste critiche "abuso emotivo" quando è l'uomo che le fa alla donna. Non credi che valga lo stesso a sessi invertiti?

Come vorresti che, un domani, la moglie di tuo figlio lo tratti? Come vorresti essere tratta tu, specialmente dalle persone che dicono di amarti? Ti andrebbe bene ricevere lo stesso tipo di critiche che rivolgi a tuo marito - o non lo troveresti accettabile? Ricorda che il modo in cui parli alla persona più importante della tua vita è una tua scelta.

Quindi, che spunti puoi trarre da questi argomenti? Tuo marito ti ha scelto per certi motivi; ci sono cose che sono cambiate decisamente da allora? Se un giorno ti ritrovassi di nuovo single, ti comporteresti con un nuovo fidanzato nello stesso modo in cui tratti ora tuo marito?

Amore e compromessi

Immagino che molte lettrici avranno da ridire su questa lista, e magari diranno che "Se lui mi ama, non dovrebbe pretendere questo o quell'altro". Ma allora, allo stesso modo si potrebbe dire "Se tu lo amassi, faresti volentieri quello che lo rende felice". Quindi è una questione di amore... oppure ogni persona vuole cose diverse, e quindi nelle coppie è necessario venirsi incontro?
Se ognuno resta sulle sue posizioni, convinto di avere ragione, nessun progresso sarà possibile ed i partner si allontaneranno un po' alla volta.

In particolare, come dice chiaramente il primo punto, il sesso è l'ingrediente fondamentale per la maggior parte degli uomini. Quando una moglie decide che "Il sesso non è poi così importante" (forse perché è diventato cosi per lei), sta implicitamente dicendo al marito "Tu ed i tuoi bisogni non siete più importanti per me". Un po' come un marito che dicesse alla moglie "Stare ad ascoltarti o tenerti per mano non è così importante".
Non è difficile immaginare cosa succederà in seguito...

Priorità diverse

Altri lettori potrebbero osservare che anche le donne vogliono quelle quattro cose. E' vero, ma in genere con diverse priorità:
  • Per la donna al primo posto c'è ricevere attenzioni, e quasi mai il sesso (che è importante, certo, ma meno di altre cose; e col tempo diventa sempre meno desiderato).
  • Anche la donna ha bisogno di ricevere sostegno e incoraggiamento, ma più su un livello personale e meno per risultati pratici. Per lei vale più il "Ti amo tanto" e meno il "Sei proprio in gamba".
  • Gli hobby sono meno fondamentali per le donne, e molte nemmeno ne coltivano: "fare shopping" o "guardare una serie TV" sono passatempi più che hobby. Raramente una donna prova una passione quasi maniacale per un hobby (cosa che nei maschi è più comune).
  • A nessuno piace essere criticato. Ma per le donne lamentarsi è anche un modo di comunicare e condividere (lo fanno tra amiche), mentre per gli uomini è un'esperienza inutile o stressante. All'uomo interessa risolvere i problemi, non parlarne a lungo.

Uomini diversi, bisogni diversi

Naturalmente siamo tutti differenti, quindi anche se questi punti tendono ad essere veri per quasi tutti gli uomini, poi ciascuno avrà altri bisogni e preferenze specifici. Per scoprire i desideri inespressi del tuo uomo potresti, come detto all'inizio, ripensare a com'eravate all'inizio della relazione, ed a cosa lo rendeva felice.

Oppure, più semplicemente, puoi chiederlo a lui! E' sorprendente quanto spesso i partner cerchino di indovinare cosa pensa o vuole l'altro, invece di chiederlo direttamente. Ma poiché uomini e donne sono diversi in tanti aspetti, è difficile capire cosa c'è nella mente dell'altro sesso. Mai dare le cose per scontate: se hai dei dubbi è molto meglio chiedere e chiarirli.
Inoltre, lui sarà probabilmente contento di sapere che ti interessi alla sua soddisfazione, e potrà dirti quali di questi punti condivide e quali non corrispondono al suo modo di essere (purché naturalmente lui si fidi di te; ricorda che "punire" la sincerità di qualcuno reagendo male, fa sì che quella persona smetta di fidarsi e aprirsi).

Il matrimonio è una partenza

Un problema comune è quando il matrimonio viene visto come "punto di arrivo", dopo di che ci si "siede" passivi e si dà la relazione - ed il coniuge - per scontati. In pratica si smette di alimentare la relazione, pensando che andrà avanti per inerzia; ma questo è "l'inizio della fine".
In realtà il matrimonio è una nuova "partenza", un viaggio a due che va reinventato ogni giorno. Per farlo prosperare servono una serie di qualità. Ogni relazione è come un fuoco che va alimentato in continuazione, altrimenti finirà per spegnersi.


(parte di questo post è liberamente adattata da "What men really want from marriage (Guest Post)", della dott.ssa Samantha Rodman Whiten.
Dalla stessa autrice e sullo stesso tema, segnalo anche "5 ways to make your husband happy" - "5 modi di fare felice tuo marito [a parte il sesso]")


"Un uomo ha bisogno di cinque cose fondamentali da sua moglie: appagamento sessuale, compagnia ricreativa, attrazione fisica, sostegno domestico e ammirazione."
(Neil Strauss)

"Il matrimonio deve continuamente combattere contro un mostro che tutto divora: l'abitudine."
(Honorè De Balzac)

"Gli uomini sposano le donne con la speranza che non cambino mai. Le donne sposano gli uomini con la speranza che cambino. Invariabilmente rimangono entrambi delusi."
(Mort Sahl)


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Perché sempre più uomini hanno paura di sposarsi?

Perché molti uomini sono contrari al matrimonio?


Uomini e donne vogliono cose diverse

Prima di tutto, è utile ricordare che uomini e donne sono diversi: quindi hanno spesso desideri, obiettivi e priorità differenti. Per esempio, le strategie di accoppiamento nei due sessi sono opposte:
  • Maschi: fai sesso sempre e comunque, specialmente con femmine attraenti.
  • Femmine: crea una relazione stabile con un maschio di alta qualità, e/o che ti aiuti a crescere i piccoli.
E' evidente che, a livello istintivo, i maschi non siano molto interessati ad un matrimonio, mentre per le femmine è più una necessità (poi ovviamente noi esseri umani siamo più complicati di così, ma la motivazione istintiva è comunque forte). Questo è sempre stato vero (è un fattore innato, non culturale), infatti nei secoli si è sempre ironizzato sulla donna che cerca di "accalappiare" l'uomo mentre lui tende a sfuggire.

"Tutte le donne dovrebbero sposarsi, e nessun uomo dovrebbe farlo."
(Benjamin Disraeli)

La Legge è dalla parte della donna

In aggiunta a questa tendenza, negli ultimi decenni (grazie alle pressioni femministe) le leggi sono diventate radicalmente a favore della donna (e dei figli), e solitamente sfavorevoli verso l'uomo. Quindi in caso di separazione, l'uomo se la passa parecchio male:
  • Dopo la separazione probabilmente lui pagherà alla ex-moglie gli alimenti, magari per il resto della vita - che se lo possa permettere o no.
  • Se ci sono dei figli, oltre a pagare il loro mantenimento (anche ben oltre la maggiore età) non è detto che lui riesca a vederli. I figli sono quasi sempre affidati alla madre, e se lei vuole può benissimo tagliarlo fuori dalla loro vita (magari per vendetta) raccontando bugie al giudice.
  • Se hanno acquistato casa insieme, o persino se è una proprietà dell'uomo precedente al matrimonio, in presenza di figli lui perderà la casa (almeno fino alla loro maggior età e indipendenza). Ma anche in assenza di figli, potrebbe venire assegnata alla donna in quanto "parte debole".
  • La maggior parte dei divorzi è voluta dalla donna: anche se lui non vuole separarsi, è probabile che lei lo vorrà.

Anche quando lei mente

Se poi la donna è particolarmente maligna (o semplicemente opportunista, o vendicativa), può tranquillamente inventarsi delle cattiverie su di lui (che era violento, che picchiava i figli...), e il giudice sarà ancora più severo nei confronti di lui - anche in assenza di prove (tanto si sa, le donne non mentono mai...). Questo anche grazie alla propaganda femminista, per cui le donne sono sempre dipinte come "vittime innocenti" e gli uomini sono sempre i colpevoli.
A volte queste strategie vengono suggerite dallo stesso avvocato (avvocatessa?) divorzista.

La Legge non è uguale per tutti

Insomma, se il matrimonio finisce male una donna non corre rischi a livello legale: anzi può guadagnarci, tanto la legge è praticamente sempre dalla sua parte. Per l'uomo invece i rischi sono elevati. Siccome gli uomini se ne stanno rendendo conto, la loro esitazione verso il matrimonio sta diventando autentica paura - e con molte valide ragioni.

Cambiamenti sociali

Di fronte a queste spiegazioni, qualcuno può pensare che "Non ci sono più gli uomini di una volta". Ma non sono tanto le persone ad essere cambiate, quanto le condizioni sociali.
  • Fino a qualche decennio fa gli uomini si sposavano anche perché il matrimonio offriva loro una serie di vantaggi: tua moglie si sarebbe presa cura di te, sarebbe stata disponibile sessualmente, difficilmente ti avrebbe tradito, ti sarebbe rimasta vicino, non ti avrebbe piantato per un altro. Con il cambiamento nelle regole sociali e il dissolvimento dei ruoli tradizionali, questi vantaggi sono assenti o aleatori.
  • Inoltre il matrimonio garantiva sicurezza e stabilità, mentre oggi sono più i matrimoni che falliscono (anche in breve tempo) di quelli che funzionano.
Quindi perché un uomo dovrebbe investire (emotivamente e finanziariamente) in qualcosa che non gli offre garanzie e può dissolversi in qualsiasi momento, anche contro la sua volontà, con in più la legge a suo sfavore? Ha più senso convivere e vedere come vanno le cose - come in effetti molti fanno.

Un cambiamento simile accade nel corteggiamento: oggi gli uomini corteggiano molto meno perché corteggiare una donna è diventato un "investimento" con minime probabilità di successo. Per cui, un po' come nel matrimonio, sono più i rischi che le opportunità.

Verità scomode e false accuse

Quando si parla di questi argomenti, spesso si levano accuse di attacco verso le donne o di misoginia: questo è falso e tendenzioso. Se io fossi misogino, direi che tutte le donne si comportano in un certo modo - ma così non è. So bene che ci sono tanti matrimoni che funzionano, con mogli amorevoli ed integre.
Dire che alcune donne sono opportuniste o manipolatrici, è come dire che alcuni uomini sono bugiardi o traditori: è un fatto della vita. Dire che alcune donne mentono o si comportano in modo scorretto, non vuol dire accusare tutte le donne; è semplicemente puntare l'attenzione su un problema reale (documentato nelle varie fonti citate), che coinvolge una certa parte della popolazione.
Se il problema esiste (ed i dati confermano che esiste), parlarne è semplicemente fare informazione (purché i dati citati siano corretti). Se qualcuno si oppone, ha probabilmente la "coda di paglia": poiché trova questa informazione scomoda per la sua ideologia od i suoi interessi, vorrebbe nasconderla o zittirla. Ed ecco che le accuse di misoginia vengono usate proprio a questo scopo: per zittire le voci scomode - anche se veritiere.
La verità e l'onestà non hanno bisogno di zittire nessuno; anzi, incoraggiano la divulgazione ed il confronto.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"Nel matrimonio le donne trovano il porto, gli uomini il mal di mare."
(Alexandre Dumas figlio)

"L'uomo sposato porta sulle spalle tutto il peso della vita, quello non sposato solo la metà."
(Arthur Schopenhauer)

"Ah, sì, il divorzio, dalla parola latina che significa strappare i genitali di un uomo attraverso il suo portafogli."
(Robin Williams)


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E' possibile amare una sola persona nella vita?

E' possibile stare insieme allo stesso partner per sempre?


In teoria è possibile, in pratica è improbabile.

Fondamentalmente perché essere monogami non è nella nostra natura. La monogamia è una istituzione culturale, non una pulsione naturale (infatti quasi nessun mammifero è monogamo).
Inoltre nella nostra epoca è ancora più improbabile, per una serie di ragioni:
  • Viviamo più a lungo.
  • Abbiamo molte più opportunità che in passato.
  • Siamo più liberi, indipendenti ed economicamente autonomi - incluse le donne (quindi meno costretti a restare in relazioni infelici, o per ragioni materiali).
  • Le relazioni oggi sono basate su passione ed emozioni (motivazioni romantiche); ma la passione diminuisce nel tempo.
  • Abbiamo meno costrizioni sociali e religiose, ecc.

Tutto si trasforma - anche le relazioni

Tutto questo fa sì che la maggior parte delle relazioni, dopo un certo tempo, si trasformino in un modo che per un partner - o entrambi - non risulta più soddisfacente:
  • Finisce l'innamoramento, o la passione, o l'intensità emotiva.
  • Si scopre di non essere realmente compatibili.
  • Si scoprono difetti o mancanze del partner che alla lunga diventano frustranti.
  • Si perde il desiderio sessuale (più spesso nella donna, a volte nell'uomo).
  • Stare sempre con lo stesso partner ci viene a noia (monogamia = monotonia); anche se lo amiamo ancora (amore e passione sono due cose diverse). Sentiamo un desiderio crescente di novità, di emozioni intense, di "sentirci vivi", di provare nuovamente l'eccitazione dell'innamoramento (per cui o si trova un/a amante, o ci si separa).
  • Un partner - o entrambi - tradiscono (N.B.: il tradimento è un fenomeno comune, non un evento eccezionale come molti vogliono credere).
  • Oppure, semplicemente, le due persone cambiano, in modi diversi - perché tutto cambia nel tempo.
E poiché principalmente stiamo in coppia per soddisfare i nostri bisogni, quando non ci sentiamo più appagati tenderemo a cercare l'appagamento altrove. E' questo il motivo primario per cui la maggior parte di noi vive più relazioni nel corso della vita.

Possibile non vuol dire probabile

Quando si ragiona su qualcosa che desideriamo, non serve chiedersi se una cosa è possibile, ma piuttosto se è probabile o funzionale. Anche vincere la lotteria o salvarsi da una caduta dal decimo piano è possibile (a qualcuno è successo)... ma è saggio basare le proprie scelte su una probabilità così minuscola?
L’errore che fanno molti è credere di essere speciali (anche in amore): vedono le coppie tradirsi e disfarsi, ma vogliono pensare che succede solo agli altri, non a se stessi. Ovviamente una coppia basata sull’illusione è destinata a crollare. Quando qualcosa succede alla maggioranza, è probabile che succeda anche a te.

Quindi su questo argomento la posizione più saggia e ragionevole, è accettare che si ameranno più persone nella propria vita: l’importante non è la durata (non stiamo parlando di elettrodomestici), ma viverla ogni volta con intensità, onestà e dedizione.


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"L'amore è eterno finché dura."
(Henry De Regnier)

"Il vero amore è come l'apparizione degli spiriti: tutti ne parlano, ma ben pochi l'hanno visto."
(Francois de La Rochefoucauld)

"Non c'è fedeltà che non tradisca almeno una volta, tranne quella di un cane."
(Konrad Lorenz)


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Perché certe persone divorziano presto?

Perché molti si sposano dopo pochi mesi e poi divorziano rapidamente?


Quando due persone si separano (o divorziano) pochi mesi dopo il matrimonio, di solito è perché hanno "sposato un sogno"... ma poi si sono ritrovati a vivere accanto ad una persona reale - e ben diversa da quella del sogno.
In genere si realizza una (o più) delle seguenti condizioni.

Perché certi matrimoni finiscono presto

1. L'innamoramento finisce

Le due persone erano in pieno innamoramento: ma l'innamoramento è uno stato illusorio e temporaneo, in cui vediamo l'altro come meraviglioso e perfetto, non in modo realistico. Siamo come drogati. Stare vicini ci rende estaticamente felici, quindi vorremmo prolungare quell'esperienza all'infinito.
Quando l'effetto dell'innamoramento finisce (di solito entro 6-18 mesi), spesso la realtà è molto diversa e deludente: l'altro si rivela imperfetto e manchevole (come qualunque essere umano), e molti non sopportano questa delusione.

2. Contava il matrimonio, non lo stare insieme

Una delle due persone (di solito la donna) era incantata dall'idea del matrimonio: quindi si è sposata non per stare vicino al partner, ma per celebrare il matrimonio stesso (e il partner era solo un "mezzo" per arrivare a questo fine).
Una volta sposata, l'ebbrezza della cerimonia è finita e si ritrova legata ad una persona con cui magari non ha poi molto in comune.

Un fenomeno simile può accadere a chi si sposa principalmente perché sente la necessità di avere un figlio (anche questo accade più spesso alle donne, ma pure a certi uomini) e, una volta che questo figlio sia arrivato, l'interesse per il partner decade o sparisce.

3. Ideale romantico e realtà deludente

I partner hanno un'idea romanticamente esaltata dell'amore, e pensavano che stare sempre insieme li avrebbe resi felici. Spesso queste persone hanno poca esperienza sentimentale, non hanno mai convissuto, e magari faticavano a vedersi. Il mito della monogamia li ha convinti che possono amarsi per sempre e appagarsi completamente l'un l'altra.

Una volta sposati e immersi nella quotidianità, però, si rendono conto che la realtà è assai diversa dai sogni romantici: magari emergono aspetti caratteriali prima nascosti, i problemi pratici sono frustranti, stare sempre insieme finisce col dare ai nervi e, spesso, i bisogni di ciascuno rimangono insoddisfatti. Se i due restano attaccati all'ideale romantico, non realizzano che ogni matrimonio porterebbe difficoltà simili; quindi si convincono di aver sposato la persona "sbagliata", e si separano per andare alla ricerca della "persona giusta".

4. Inganni o tradimenti

Una situazione particolare è quando uno dei coniugi scopre di essere stato ingannato:
  • magari l'altra persona si rivela essere alquanto diversa da come si era mostrata;
  • a volte un partner prima era tutto passionale e focoso, e dopo diventa freddo e distaccato;
  • magari scopriamo che l'altro tiene poco o nulla a noi, e ci ha sposato solo per raggiungere un suo scopo;
  • oppure emerge un tradimento inaccettabile.
Se l'inganno e la delusione sono troppo gravi, ovviamente la distruzione della fiducia rende impossibile la prosecuzione della relazione.

Il matrimonio è una partenza, non un arrivo

Nei primi tre casi, queste persone non hanno compreso che il matrimonio è un punto di partenza, non di arrivo: sposarsi non vuol dire "arrivare in un posto felice e rimanerci a vita", bensì "partire per un viaggio impegnativo con destinazione incerta".
Il matrimonio è una lunga avventura irta di difficoltà e pericoli, con molte opportunità ma anche tanto impegno, fatica e frustrazione. L'amore è un elemento importante, ma non garantisce la durata né la felicità.
Se partiamo con la convinzione che il matrimonio sia tutto rose e fiori, saremo impreparati alle difficoltà e tenderemo a mollare.

Abbiamo le qualità necessarie?

Paradossalmente, un matrimonio ha maggiore possibilità di riuscita se parte con una certa dose di realismo disilluso o persino di pessimismo: può apparire anti-romantico, ma questo realismo ci prepara ad affrontare le inevitabili complicazioni che incontreremo nella vita matrimoniale.
Invece di basare un matrimonio solo sull'amore o sulla passione (come spesso accade, e come il romanticismo ci suggerisce), sarebbe più saggio rifletterci con calma e chiederci prima se entrambi abbiamo le qualità necessarie a far funzionare un matrimonio (o una relazione felice).


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"Si dovrebbe essere sempre innamorati. Ecco perché non bisognerebbe mai sposarsi!"
(Oscar Wilde)

"Il corteggiamento sta al matrimonio come un prologo divertente sta a una commedia noiosa."
(William Congreve)

"Ci sono buoni matrimoni, ma non ce ne sono di deliziosi."
(François de La Rochefoucauld)


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La monogamia è passata di moda?

La coppia monogamica non esiste più?

La monogamia è diventata anacronistica?


In un certo senso è così... ma sarebbe più corretto dire che la monogamia non ha mai funzionato - però per un certo periodo abbiamo fatto finta che funzionasse.
In altre parole, non c'è mai stato un periodo in cui la monogamia (a lungo termine) abbia funzionato effettivamente (quantomeno non nel senso romantico e idealistico di amore eternamente stabile, felice e fedele). Semplicemente perché noi umani (come la stragrande maggioranza degli altri mammiferi) siamo creature promiscue: abbiamo bisogno di varietà (anche sessuale), patiamo la monotonia, e amiamo sperimentare.

Per questo la monogamia, nel corso dei secoli, è stata più che altro una "soluzione di comodo", un compromesso con utilità personale (sicurezza, rassicurazione sulla paternità) ed utilità sociale (stabilità, cura dei figli). Infatti ci si sposava quasi sempre per ragioni pratiche, economiche o politiche; non certo per amore. E non ci si aspettava che gli uomini (e a volte nemmeno le donne) fossero sessualmente fedeli: tutti sapevano che i mariti avrebbero avuto delle amanti, o sarebbero andati con prostitute. Era un fatto riconosciuto nelle varie società (meno ipocrite della nostra), bastava farlo con un po' di discrezione.

Il matrimonio era un contratto

Per buona parte della storia umana, il matrimonio è stato un contratto, non un'unione idilliaca di anime. Non ci si aspettava che i coniugi si amassero, né che fossero felici insieme. Questa è rimasta grossomodo la norma, quantomeno dal tempo dei Romani fino al 1700 circa.
E allora poi cosa è successo?
  • Nel XIX secolo c'è stato il Romanticismo, che ha idealizzato l'amore, le donne, e la coppia monogamica come unica modalità possibile o degna.
  • Negli anni '50, dopo i traumi della seconda guerra mondiale, c'è stato un periodo di valori tradizionali elevati a modello universale (incluso quello della famiglia nucleare - vedi le immagini del "sogno americano").
Questi due periodi hanno alimentato il sogno romantico della coppia monogamica sempre felice. Peccato che questo sia rimasto un sogno: le coppie hanno continuato ad avere conflitti e incomprensioni, le persone a tradire, i matrimoni a fallire, ecc. Proprio come è sempre successo. Solo che per qualche decennio abbiamo fatto finta che non fosse così.

Crediamo alle favole perché vogliamo crederci

In pratica, ci viene venduta una "favola romantica" (dai film, dalle canzoni, dalla pubblicità...) e ci crediamo perché è bello crederci. Quando poi ci scontriamo con la realtà (dopo qualche anno insieme ci ritroviamo insoddisfatti e frustrati, oppure veniamo traditi, o lasciati), siamo stupiti e smarriti: avevamo creduto alla favola, non eravamo preparati.
Quando vediamo che questi problemi di coppia sono frequenti, può venire da pensare che sia dovuto ad una perdita di valori, e che in passato andasse meglio; ma è un'illusione. Semmai i valori sono andati migliorando nel tempo (non c'è più la schiavitù, si fanno meno guerre, ci sono più diritti...).

Ma se è davvero così, se la monogamia non ha mai realmente funzionato, come mai tutti ci credono e tutti la sostengono? Semplicemente perché tendiamo a credere a quello che ci fa sentire meglio, che ci rassicura - anche se è falso. E' lo stesso motivo per cui nessuno vuole pensare alla propria morte, né si mette alla guida pensando che gli incidenti siano una delle cause maggiori di mortalità: ci piace credere che gli eventi negativi possono capitare agli altri, ma non a noi.
Così quando vediamo coppie che si odiano, tradimenti e separazioni, ci piace pensare che a noi non succederà: che siamo speciali, che "Per noi due sarà diverso". Ma la verità è che non siamo così speciali, e probabilmente avremo problemi similli a quelli degli altri.

Vivere il presente, invece di sognare la perfezione

Invece di inseguire una perfezione di coppia che non è mai esistita (e non sarebbe comunque umana), credo sia più saggio concentrarsi sul vivere il presente: l'amore che sentiamo ora, la persona che abbiamo davanti, la felicità che ci viene donata... e proprio perché sappiamo che non dureranno per sempre, saperli assaporare pienamente.

N.B.: A chi dubita di quanto ho scritto riguardo a com'era il matrimonio prima del Romanticismo, consiglio la lettura dell'ottimo "Storia del matrimonio" della professoressa e storica Stephanie Coontz. Scopriranno che il matrimonio che oggi definiamo "tradizionale", in realtà è un'invenzione piuttosto recente.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"Non è che sono contrario al matrimonio; però mi pare che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi."
(Massimo Troisi)

"La coppia stabile e monogama non è un dogma [...]. In molte relazioni il legame nasce per amore, ma poi è mantenuto in vita per bisogno o abitudine e, alla fine, perde intensità, senza che di fatto nessuno ne abbia colpa."
(Raffaele Morelli)

"La monogamia fra gli umani è un contratto sociale, non una realtà biologica. Possiamo essere monogami, ma i nostri corpi e le nostre menti non sono specificamente progettati per questo."
(Agustín Fuentes, "Race, Monogamy, and Other Lies They Told You")


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Per stare in coppia bisogna accontentarsi

Quando vediamo una coppia di lunga data (oltre due-tre anni), e specialmente se di età superiore ai 30 anni, possiamo essere abbastanza certi che queste persone, in qualche modo, si accontentano*.
  • Entrambi avranno difetti, mancanze ed imperfezioni (cosa inevitabile, essendo umani).
  • Entrambi non troveranno nel partner tutto quello che desiderano, o di cui hanno bisogno (a meno che abbiano creato quella persona su misura, in laboratorio). Non esiste il partner perfetto.
  • Entrambi avranno tratti o comportamenti che l'altro trova fastidiosi o irritanti.

Ma se queste persone continuano a restare in coppia, vuol dire che - nonostante quanto sopra - hanno deciso:
  • Che le qualità positive del partner superano quelle negative o mancanti.
  • Di concentrarsi sugli aspetti positivi e piacevoli della relazione, piuttosto che su quelli spiacevoli o negativi.
  • Che la propria vita è migliore insieme a quella persona, piuttosto che senza.

* Cosa significa "accontentarsi"

"Accontentarsi" vuol dire essere contenti per qualcosa, anche se non è la perfezione o il massimo. Dal dizionario Treccani: accontentarsi = essere o ritenersi contento. Implica un grado di soddisfazione adeguato o accettabile, anche se non ideale. Non vuol dire rassegnarsi o subire, oppure fare finta di essere appagati. Il vecchio detto "Chi si contenta gode" indica proprio questo: colui che non pretende di andare oltre le sue possibilità, e si gode quel che ha raggiunto.
Non esclude nemmeno ambire a qualcosa di meglio: posso benissimo godermi questo momento, e al tempo stesso progettare un futuro migliore (come chi lavora e studia).

Purtroppo nell'uso comune "accontentarsi" viene spesso usato come indice di mediocrità o fallimento; come se si potesse sempre ottenere il massimo, e chi non ci arriva è una persona scadente. Ma in realtà la perfezione non esiste, e ben pochi hanno le capacità (e la fortuna) necessari ad arrivare in cima; alla maggior parte di noi, nella maggior parte dei casi, tocca accontentarsi.
Anche se la pubblicità spesso vuol farci credere il contrario (così da indurci a comprare cose superflue o inutili).

In pratica, le persone più soddisfatte sono proprio quelle capaci di accontentarsi nella vita - ovvero di essere contente e godersi ciò che hanno. Mentre quelle troppo ambiziose ed arriviste non sono mai soddisfatte, perché sempre impegnate ad inseguire un traguardo dopo l'altro.
Senza contare che nessuno può fare o avere tutto nella vita - e questo vale anche nelle relazioni.

“Le persone più soddisfatte
sono proprio quelle
capaci di accontentarsi”

C'è sempre qualche compromesso

Poiché nessuno è perfetto, ogni partner avrà delle caratteristiche che apprezziamo, ed altre di cui faremmo volentieri a meno. In altre parole, in coppia ci adattiamo sempre a qualche compromesso (anche quando non ne siamo consapevoli). Vediamo qualche esempio:
  • Spesso quando troviamo un partner molto attraente, siamo meno esigenti (cioè ci accontentiamo di più) sulle sue mancanze a livello di carattere o comportamento.
  • Oppure, al contrario, un partner con qualità straordinarie a livello di personalità o talenti, ci induce ad accontentarci riguardo il suo aspetto fisico.
  • Magari lui è un uomo affascinante, ma ha la fastidiosa abitudine di flirtare con altre donne.
  • Magari lei è una donna molto sexy, ma ci irritano le sue lunghe telefonate, o il suo continuo fare shopping, o la sua tendenza ai comportamenti drammatici.
  • Lui è alto, ma ha pochi capelli
  • Lei ha belle gambe lunghe, ma poco seno
  • Lui ha un ottima posizione o guadagna bene, ma è spesso assente o ha poco tempo per la famiglia
  • Lei è tanto dolce e disponibile, ma a volte risulta appiccicosa o soffocante
  • Lui è un marito premuroso e un padre affettuoso, ma è poco virile
  • Lei è una compagna fedele e affidabile, ma ha perso ogni interesse per il sesso
  • Lui russa, o si lava poco, o veste in modo trascurato
  • Lei adora guardare programmi TV imbarazzanti, o passa ore sui social network
  • Si scopre di avere pochi argomenti di cui parlare, o pochi interessi in comune
  • Ci si ritrova a litigare spesso per delle sciocchezze
  • E così via...

Ma si resta ugualmente in coppia: perché comunque quella persona ci piace, perché ne abbiamo bisogno, perché nonostante tutto le vogliamo bene... o a volte per abitudine o paura della solitudine.

Qualità contrapposte

E' necessario capire che certe qualità sono opposte fra loro, quindi la stessa persona non può averle entrambe. Per esempio è alquanto improbabile che:
  • Un uomo con un carattere forte e sicuro di sé, sia anche molto sensibile e dall'animo poetico.
  • Una donna molto emotiva, impulsiva e passionale, sia anche estremamente seria e affidabile.

E' anche per questa ragione che non può esistere l'uomo perfetto, e nemmeno la donna ideale (a dispetto del mito romantico della "persona giusta"). Più si possiede una qualità di un certo tipo, meno si avrà la qualità di tipo opposto. Chi vorrebbe entrambe le qualità in un partner, quindi, si trova dover scegliere quale preferire.

“Certe qualità sono opposte fra loro,
quindi una persona
non può averle entrambe”

Quando ci accontentiamo senza saperlo

A volte ci accontentiamo ma non ce ne rendiamo conto: ci auto-convinciamo di essere del tutto appagati, o che il partner sia in tutto e per tutto la persona che vogliamo al fianco (è un processo inconscio, che tende ad evitarci frustrazioni, conflitti interni o dissonanze cognitive). In pratica facciamo come nella favola de "La volpe e l'uva": ci convinciamo di volere quello che abbiamo, o di non volere quello che ci manca.
Questo spiega perché certe coppie dichiarino una piena soddisfazione (in buona fede), anche se dall'esterno le mancanze della coppia, o il loro accontentarsi, ci appare evidente.

La fase dell'innamoramento

All'inizio ho parlato di "coppie di lunga data", perché l'inizio di una relazione funziona in modo particolare. Di solito all'inizio siamo preda di una infatuazione o dell'innamoramento, che ci portano a vedere l'altro come perfetto e meraviglioso, come la persona ideale che vorremmo avere sempre accanto. Finché dura questa fase idilliaca, ci sentiamo del tutto appagati, non ci stiamo accontentando.
Purtroppo l'innamoramento finisce sempre (di solito entro 12-18 mesi), dopodiché iniziamo a vedere l'altro per come è realmente.

Dall'infatuazione alla disillusione

Alla fine dell'innamoramento o dell'infatuazione, arriva necessariamente una fase di disillusione: quando ci rendiamo conto che l'altro non è il partner ideale come ci era sembrato, ma è umano, limitato e fallibile.
  • Chi riesce a superare questa disillusione, ed apprezza comunque le qualità del partner, continua la relazione su basi più realistiche.
  • Chi invece non la supera, e magari rimane attaccato ad un ideale romantico di relazione perfetta ed innamoramento eterno, respingerà il partner ormai "decaduto", e ne cercherà uno nuovo con cui inseguire il sogno.

“Nell'innamoramento
vediamo l'altro come
perfetto e meraviglioso”

Gioventù e maturità

In apertura ho parlato di coppie dopo i 30 anni, perché spesso da giovani ci comportiamo diversamente. E' più raro che una coppia di ventenni scelga di accontentarsi, perché da giovani:
  • Si è più immaturi ed impulsivi, quindi magari si salta da una relazione all'altra alle prime crisi, o prima di stancarsi.
  • Si è dominati dagli ormoni, per cui l'attrazione fisica è spesso un fattore cruciale; quindi se troviamo il partner attraente, il resto passa in secondo piano.
  • Si è più ingenui ed inesperti, non si sa bene cosa vogliamo, quindi si è meno esigenti e più facilmente contenti.

Vari livelli di compatibilità

Naturalmente accontentarsi non significa prendere tutto quello che capita. Per stare bene con qualcuno, ci dev'essere una compatibilità adeguata. Il livello di compatibilità può variare molto:
  • Sotto un certo livello, l'insoddisfazione o la frustrazione sono talmente elevate che la coppia si scioglie (oppure, se i due partner sono particolarmente dipendenti, continua in modo fortemente conflittuale).
  • Ad un buon livello di compatibilità, la coppia è abbastanza legata e felice - nonostante le inevitabili incomprensioni, conflitti e litigi.
  • Ma anche a livelli elevati, la compatibilità non sarà mai totale.

(per approfondire il tema dei vari livelli di compatibilità, vedi il post sulla Relatività Relazionale, e in particolare il paragrafo sull'amore di coppia)

Anche la "persona giusta" è una persona

Il limite maggiore del mito romantico della "persona giusta", è che immagina una compatibilità totale: i due partner sembrano fatti l'uno per l'altra, sono sempre felici insieme e si amano in modo incondizionato.

Questo mito è ovviamente seducente (per questo così tanti ci credono), ma purtroppo irreale: anche la "persona più giusta" è comunque una persona, cioè un individuo unico con gusti, preferenze e interessi propri, che non combaciano mai al 100% con quelli del partner. Invece il mito romantico presenta una coppia dove i partner vivono in funzione dell'altro, privi di impulsi egoistici, rinunciando alla propria individualità per uno stato di "fusione emotiva" che ricorda la simbiosi tra madre e neonato.
Nella fase dell'innamoramento questa compatibilità totale sembra esserci, perché i partner sono come "drogati di endorfine"; ma quando questo effetto decade, gli elementi di incompatibilità si rivelano.

L'illusione di essere speciali

Messi di fronte a queste argomentazioni, molte persone e coppie reagiscono dicendo "Per me/noi sarà diverso!". Cioè si attaccano all'idea di "essere speciali", e che per loro funzionerà in modo diverso dal resto del mondo. Sembra superfluo dire che questa è, nella maggior parte dei casi, un'illusione:

“Quello che accade alla maggioranza,
probabilmente
succederà anche a noi”

Quello che ottengo dipende da quanto offro

Naturalmente, chi ha maggiori qualità da offrire (cioè possiede un "valore di mercato" relazionale più elevato) potrà puntare più in alto e accontentarsi meno - mentre chi ha "minore valore" dovrà accontentarsi di più. Ma ognuno si troverà comunque ad accontentarsi in qualche modo.

La pretesa di volere più di quanto si vale

Un errore che fanno molti, specialmente in ambito sentimentale, è voler credere di poter fare o avere cose straordinarie, anche se sono persone ordinarie. Ma da un seme di pomodoro non può nascere una quercia. Anche in amore, le cose non capitano per caso: le relazioni che saprò creare dipenderanno dalle mie capacità, dal mio valore.

In altre parole, se sono un uomo qualunque o una donna ordinaria, è inverosimile che una persona di qualità eccezionale mi scelga come partner: tale persona sa bene che può aspirare al meglio, quindi cercherà di ottenerlo. Questo vuol dire che se sono una persona comune, a maggior ragione dovrò accontentarmi per creare e mantenere una relazione. Anche se incontrassi una persona straordinaria con tutte le qualità che desidero, costei vorrà un partner altrettanto straordinario - non me che sono "uno qualsiasi".

Chi crede diversamente si attacca ad un "pensiero magico" (pensare che qualcosa possa avvenire senza causa o spiegazione plausibile, come "per magia"), senza nessuna base reale, per cui l'amore accade senza una ragione - e quindi tutto è possibile.

“Se sono una persona comune,
a maggior ragione
dovrò accontentarmi”

Le coppie che durano a lungo

Se leggiamo interviste a coppie felici di lunga data (qualche esempio: Di-Lei [in italiano], The Atlantic, Women's Health [in inglese]) vediamo che nessuno dice di aver trovato un compagno perfetto. Invece, tutte queste coppie rivelano elementi in comune:
  • Si sono impegnati per far funzionare la relazione, persistendo nei momenti difficili
  • Si sono andati incontro accettando dei compromessi
  • Hanno imparato ad apprezzare l'altra persona per come è (sono capaci di gratitudine)
  • Hanno posto l'accento sugli elementi positivi, sorvolando su quelli negativi.

Insomma, per stare bene insieme ed amarsi a lungo, "essere un partner capace" (cioè avere le capacità necessarie a far prosperare una relazione) sembra più importante di "trovare la persona ideale".

Le bugie romantiche danneggiano le relazioni

Ovviamente questo discorso va a "smontare" miti romantici del tipo "E vissero per sempre felici e contenti", o dell'amore eterno e invincibile. Ma per vivere bene le relazioni è necessario rendersi conto che molte idee romantiche sono ingannevoli e, invece di arricchire l'amore, lo danneggiano.

Perché è importante riconoscere queste verità, scomode ma comuni? Per una serie di benefici:
  • Se crediamo al partner perfetto, arriveremo a scartare ogni partner reale - in quanto imperfetto e inadeguato (questo è uno dei motivi per cui certe persone si ritrovano sempre sole).
  • Se crediamo che si possa restare sempre innamorati, o che l'innamoramento equivalga all'amore, quando l'innamoramento decade crederemo che anche l'amore sia finito, e "butteremo via" la relazione nella speranza che il prossimo partner sia la "persona giusta".
  • Quando attraverseremo la fase della disillusione, saremo in grado di capire che siamo noi stessi ad esserci illusi, e non è stato l'altro che ci ha ingannati.
  • Se riconosciamo che il partner non sarà mai perfetto (come d'altronde non lo siamo nemmeno noi), avremo meno aspettative esagerate ed irrealistiche, e ci verrà più facile accettare ed apprezzare il partner per come è (facendolo quindi sentire più amato).
    Viceversa, se critichiamo e/o disprezziamo il partner perché non sappiamo apprezzare quello che ci offre, col tempo i suoi sentimenti per noi si raffredderanno (tutti abbiamo bisogno di sentirci apprezzati), e prima o poi ci abbandonerà.
    In altre parole, apprezzamento e gratitudine alimentano la relazione, mentre pretese e critiche la logorano.

In pratica, rinunceremo ad una visione idealizzata e favolistica dell'amore, per una più reale e umana. A tutto vantaggio di una relazione sana, matura ed appagante - per quanto imperfetta.


"La donna ideale esiste solo per chi non conosce le donne. Come l'uomo ideale, solo per chi non conosce gli uomini."
(Roberto Gervaso)

"Non aspettare che la persona giusta entri nella tua vita. Cerca di essere la persona giusta che entra nella vita di qualcuno."
(Antonia Gravina)

"La caratteristica più radicata nell'umana natura è il bisogno di essere apprezzati."
(William James)


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