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Come prendersela meno quando gli altri ci feriscono

Scrivo questo post in risposta ad un commento pubblicato di recente su "Il rapporto con la realtà plasma il tuo mondo". Il lettore osserva come i comportamenti altrui (specie se maleducati) influenzino negativamente i nostri stati d'animo; mi chiede se sia il caso di imparare a fregarsene, o forse di sviluppare una sorta di imperturbabilità in stile "saggio orientale".

Perché siamo influenzati dagli altri - ed è inevitabile

La domanda è ottima, perché riguarda praticamente chiunque: siamo tutti sensibili a come gli altri ci trattano. Uno sgarbo, una critica, una battuta tagliente, un insulto, od anche solo un'occhiata malevola, possono rovinarci l'umore o abbassarci l'autostima. Vediamo quindi di comprendere perché ci sentiamo così e come imparare a difenderci, o quantomeno a minimizzare gli effetti di questi eventi.

Spesso le persone o le situazioni ci toccano, anche quando non vorremmo. Questo accade principalmente perché siamo "animali sociali", cioè la nostra specie è abituata a vivere in comunità dove tutti siamo collegati e dipendiamo gli uni dagli altri. Anche se oggi è relativamente più facile vivere in modo isolato, per milioni di anni invece ogni essere umano ha dipeso dal suo gruppo per sopravvivere: isolato dalla sua tribù o respinto dal villaggio, un individuo da solo sarebbe quasi certamente morto. Questo stile di vita sociale ci ha resi molto attenti agli umori altrui, proprio perché inimicarsi le persone intorno poteva rivelarsi assai pericoloso.
Oltre a questo, alcune persone hanno ferite emotive o certe fragilità che le rendono particolarmente sensibili alle reazioni altrui (vedi Punto 5).

Prenderla con filosofia

Poiché il più delle volte non possiamo controllare le persone o le situazioni, è inevitabile essere toccati da essi. E' però possibile imparare, o "allenarsi", a non farcene turbare eccessivamente.
Come menzionato dal commento, diverse filosofie orientali hanno considerato questo problema e come affrontarlo (per esempio il buddismo e le sue "Quattro Nobili Verità", di cui la prima riconosce che "la vita comporta sofferenza"), ma non sono le sole. Un esempio occidentale è la filosofia Stoica nata nell'antica Grecia.

In pratica, potremmo così sintetizzare certi insegnamenti: "Poiché il mondo è imperfetto e certe sofferenze inevitabili, se io lo riconosco posso adattare le mie aspettative ed esserne così meno colpito, imparando ad accettare quello che non controllo". Ciò non cancella le cause, ma diminuisce la mia sofferenza o il mio stress a riguardo.
Anche la "Preghiera della Serenità" di Reinhold Niebuhr espone un concetto simile: "Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso, e la saggezza per comprendere la differenza."

In concreto, questo si traduce in un atteggiamento che io definisco "da adulto", ovvero di chi si assume la responsabilità della propria vita e del proprio benessere - invece di pretendere che il mondo sia "su misura" e pestare i piedi quando si rimane delusi (atteggiamento infantile).


Come prendersela meno

Ma come applicare tutto ciò in pratica? Di seguito elenco alcuni principi e strategie.
  1. Non prendere gli eventi sul personale
  2. Non metterti al centro del mondo
  3. Non fissarti sull'aver ragione
  4. Non aspettarti troppo dalle persone
  5. Riconosci le tue "ferite" e le tue reazioni personali

1. Non prendere gli eventi sul personale

Se un giorno il vicino è scorbutico, o una collega ti ignora, è facile che non abbia nulla a che fare con te; la spiegazione più probabile è che stiano attraversando una giornata storta o un periodo difficile, per cui sono assorbiti dal loro malumore e poco disponibili (ovviamente è diverso se fanno sempre in tal modo). Allo stesso modo, il guidatore che ti supera in modo avventato o l'autista dell'autobus che parte senza aspettarti è probabile che non ti abbiano nemmeno notato.
Invece noi tendiamo a pensare che le persone si comportino male in modo intenzionale, e/o che ce l'abbiano con noi. "Oggi il mondo sembra avercela con me!" è una frase che si ode spesso. Ma la realtà è che il mondo va per la sua strada, e così le altre persone. Il più delle volte, le persone sono concentrate su se stesse - o i loro pensieri - e a malapena ci notano (ricordarlo può aiutarci quando abbiamo paura che tutti siano intenti a giudicarci).

---> Come superarlo
Se credo che le persone ce l'abbiano con me, se penso che mi trattino male apposta, coltiverò sentimenti di angoscia, rabbia e magari vendetta. Mi sentirò vittima della cattiveria altrui e tenderò a vedere "nemici" anche dove non ci sono. Poiché inoltre tutti abbiamo bisogno di approvazione e sentirci benvoluti, queste convinzioni mi porranno in una condizione di malessere.
Se invece riconosco che ognuno va per la sua strada, e certe cose mi succedono solo perché "passavo di lì in quel momento" (cioè per caso), mi sarà più facile lasciar perdere, o dar poco peso ad eventi di importanza minima. Magari noterò che può capitare anche a me di comportarmi così, e sarò quindi più tollerante - e rilassato - verso i passi falsi altrui.

2. Non metterti al centro del mondo

Alcuni si aspettano che il mondo "giri intorno a loro": che persone ed eventi corrispondano ai loro desideri o aspettative, che nessuno li contraddica o li deluda, ecc. Questo accade specialmente a chi:
  • ha un Ego esagerato (vedi al fondo);
  • oppure è cresciuto in famiglie "figlio-centriche", dove i genitori sono al servizio dei figli e li assecondano sempre;
  • o magari è rimasto coinvolto nell'ondata di individualismo iniziata negli anni '90 (alimentata anche dal marketing: "Tu sei speciale", "Perché tu vali"; "Ti meriti il meglio"...);
  • oppure è una persona particolarmente fragile o insicura, che per compensare cerca di controllare tutto e tutti (è il caso di molti idealisti o attivisti ossessionati dalle loro cause).
Immagino che nessuno ammetta di essere in tal modo; ma se reagisci abitualmente agli eventi spiacevoli con furore, indignazione o senso di "lesà maestà" ("Come si permettono...!", "E' intollerabile!"...), è possibile che sia il tuo caso.
Il fatto è che tu sei uno su una popolazione di oltre otto miliardi di persone (> 8.000.000.000!), il che vuol dire che conti meno del due di coppe a briscola ;-) e così chiunque altro. Per cui aspettarsi che il mondo si adatti a te, o che ti riservi un trattamento di favore, è un'illusione che può solo portare a cocenti delusioni.

---> Come superarlo
E' più saggio adottare la mentalità esposta dal protagonista del film "Z la formica" (1998): "Quando sei il figlio di mezzo in una famiglia di cinque milioni, non ricevi nessuna attenzione". Cioè restare consapevole di essere creature piccole in un mondo sconfinato, e moderare le proprie aspettative.
Questo non vuol dire rassegnarsi o pensare di essere "nessuno". Certo va bene inseguire i propri sogni e cercare la felicità (proprio come fa la formica Z nonostante la sua condizione svantaggiata). Però è anche necessario rendersi conto che il mondo è tanto più immenso di noi, che il più delle volte siamo noi a doverci adattare ad esso, non viceversa.

3. Non fissarti sull'aver ragione

A volte hai tutte le ragioni del mondo... ma questo non cambia i fatti. La vita non è "giusta" o equa, e spesso accadono cose senza senso (bambini che muoiono, brave persone a cui capitano cose cattive, Paesi già poveri colpiti da catastrofi naturali...). Quindi se ti fissi sul fatto di aver ragione, o che ogni cosa dovrebbe accadere nel modo che ritieni "giusto", ti bloccherai in un ruolo di "vittima" sempre arrabbiata. Il che è un ben triste modo di vivere, sia che tu abbia ragione o meno.
Infatti in psicologia esiste questo concetto: "Preferisci aver ragione o essere felice?". Spesso questi due aspetti si contrappongono, ed è necessario fare una scelta. Per esempio se la mia partner mi ferisce ed io ritengo lei sia in torto, posso fare due cose:
  1. Incaponirmi sul fatto di aver ragione e pretendere che lei si scusi e faccia ammenda (ma lei potrebbe vederla diversamente).
  2. Oppure decido che l'aver ragione non ha molta importanza, archivio l'evento come "Tutti sbagliamo", e faccio pace con la mia partner senza insistere su chi ha sbagliato cosa.
E' ovvio che la prima opzione blocca la relazione in uno stallo di conflitto e infelicità, mentre la seconda aiuta a ritrovare l'armonia di coppia.

---> Come superarlo
Viviamo in un modo imperfetto popolato da persone imperfette. Quindi è del tutto normale che accadano cose ingiuste, o che chi ha ragione possa perdere. L'unico modo di mantenere una certa serenità o pace interiore, è di accettare questo fatto e lasciar perdere l'orgoglio che ci dice "Ho ragione, quindi resterò furioso finché verrà fatta giustizia".
Certo va bene rivendicare le proprie ragioni e diritti, quando possibile. Ma nei casi in cui ci proviamo e realizziamo che non serve, l'ostinazione servirà solo ad alimentare il nostro malessere: il risentimento ci corroderà dentro, e non ne ricaveremo nulla.

Anche se sei convinto di aver ragione, potresti sbagliarti

  • Inoltre, a volte non c'è un torto o ragione: a volte le cose accadono e basta, per caso o fatalità. A che scopo cercare un colpevole?
  • Altre volte la situazione può essere considerata da diversi punti di vista: così magari Tizio la vede blu, Caio azzurra e Sempronio celeste. In questi casi nessuno ha torto, bensì ciascuno ha le proprie ragioni (ma di solito ognuno tende a vedere solo la sua). Pensiamo ai concorsi di bellezza, dove ognuno è convinto dell'esattezza del proprio giudizio, ma in realtà ogni giudizio è altamente soggettivo (altrimenti ci sarebbe l'unanimità).
  • Infine, delle volte ci ostiniamo su opinioni che sono semplicemente errate (ma per ignoranza, cocciutaggine od orgoglio non vogliamo riconoscerlo). Ammettere almeno in teoria che potrei essere in errore non è debolezza, bensì richiede forza di carattere e coraggio.

Se ho abbastanza apertura mentale da considerare le ragioni altrui (anche se non le condivido), posso passare da uno stato d'animo di opposizione e conflitto ad uno di educato disaccordo, in cui opinioni diverse possono convivere civilmente. Potrei persino empatizzare con l'altro, ovvero comprendere quello che sente e che lo porta a quella posizione, anche se diversa dalla mia.

"La tragedia di questo mondo è che ognuno ha le sue ragioni."
(Jean Renoir, nel film "La regola del gioco")

4. Non aspettarti troppo dalle persone

Molti hanno aspettative idealistiche verso gli esseri umani: ritengono che tutti dovrebbero essere sempre onesti, gentili, corretti e rispettosi (forse perché loro stessi si sforzano di esserlo, quindi si aspettano altrettanto). Certo sarebbe molto bello... ma purtroppo la vita non funziona così. Le persone tendono ad essere opportuniste, ovvero spesso fanno quello che gli conviene invece di quello che sarebbe giusto (da notare che questo vale per entrambi i generi allo stesso modo, a dispetto della propaganda femminista e delle sue pretese di una "superiorità morale" femminile).
La verità è che siamo tutti imperfetti e spesso irrazionali, per cui a volte capita di sbagliare, di mentire, di approfittarci delle situazioni, di essere egoisti, cocciuti o menefreghisti; e magari ce ne rendiamo conto solo dopo (o mai). Non vuol dire che siamo malvagi, ma solo che quella è la natura umana. Se non sei d'accordo con me, ti invito a considerare la storia umana con tutte le sue meschinità, follie e tragedie: mi sembra che comprovi quanto ho detto.

---> Come superarlo
Perciò avere aspettative elevate verso le persone non potrà che portare a frequenti delusioni e malumori. Invece, mantenere aspettative moderate ci aiuterà a non prendercela troppo, e persino a piacevoli sorprese quando capita che gli altri si dimostrino migliori di quanto ci aspettiamo.
Un trucco che uso quando qualcuno mi delude con un'azione criticabile (per esempio una manovra azzardata in auto, una risposta poco garbata, una battuta infelice), è di chiedermi: "Succede anche a me di fare così?". Se sono onesto, la risposta è quasi sempre "Beh sì, a volte mi è capitato". Così facendo mi rendo conto che, appunto, tutti possiamo sbagliare e agire male; e che non è il caso di prendersela per questo (ovviamente non parlo di azioni davvero gravi o pericolose).

Uniti nell'imperfezione

Questo può anche diventare un esercizio di empatia: se invece di aspettarmi la perfezione vedo gli altri come essere fallibili (proprio come me, in fondo), quando le cose vanno storte mi sarà più facile perdonarli e sentirmi connesso con loro. Passando quindi da una mentalità di conflitto ad una di "fratellanza" (siamo tutti accomunati dalle nostre imperfezioni e debolezze).

5. Riconosci le tue "ferite" e le tue reazioni viscerali

A volte quello che ci fa stare male non è tanto l'evento in sé, bensì il fatto che esso va a sollecitare qualche "ferita emotiva" del passato che non abbiamo mai superato, oppure qualche convinzione negativa che giace nel nostro inconscio. Possiamo riconoscere questi casi dal fatto che la nostra reazione è esagerata rispetto alla causa, o particolarmente viscerale:
  1. Qualcuno fa una battuta od un'osservazione neutra (senza intenzione di offendere), ma tu ti senti aspramente criticato e parti al contrattacco (in casi del genere è bene ricordare che la nostra percezione dei fatti può essere errata).
  2. Un'auto ti sorpassa con una manovra imprevista, e ti ritrovi ad urlare "Ti ammazzo bastardo! Se ti prendo ti faccio a pezzi...!!!".
  3. Ad una festa vedi un amico e gli vai incontro per salutarlo, preparandoti ad abbracciarlo; ma lui sta corteggiando qualcuno, per cui ti saluta distrattamente e subito si gira verso la nuova fiamma. Ti viene una vampata alle guance, ti senti mancare, e ti riprometti di non guardarlo mai più in faccia.
  4. Tuo figlio gioca entusiasta con un giocattolo, che gli sfugge di mano e candendo va in frantumi, e tu sbotti "Ma sei deficiente? Non hai nessun rispetto per le cose! Non ti compro più niente!".
Chi ci sta intorno rimane stupito e persino sconvolto da queste reazioni, che ai loro occhi appaiono inspiegabili. E in effetti la vera spiegazione è nascosta nella psiche, e la persone stessa spesso ne è ignara: interrogata a riguardo sa solo balbettare delle vaghe giustificazioni.

Ma cos'è successo davvero? Naturalmente ci possono essere molteplici spiegazioni, ma ne ipotizzo una per ciascuno dei casi sopra esposti:
  1. Se siamo cresciuti in mezzo a persone critiche, esigenti o severe, potremmo esserci abituati a prendere ogni osservazione come rimprovero. Ovviamente da piccoli un ambiente del genere ci ha provocato grave sofferenza, che torna a galla ogni volta che incontriamo qualsiasi cosa che ci sembra una critica.
  2. Se un bambino non è stato rispettato o è stato punito senza motivo, magari da genitori nervosi o litigiosi, questo può creargli una "ferita del rispetto" o una "ferita di ingiustizia". Per cui ogni volta che qualcuno si comporta scorrettamente nei suoi confronti, questo sollecita la ferita ancora aperta e scatena una rabbia esagerata.
  3. Un bambino può essere stato ignorato o trascurato, magari da genitori freddi o troppo indaffarati. Questo ha creato nella sua mente una convinzione del tipo "Tu non conti ed a nessuno importa di te"; poiché questo è un pensiero molto doloroso, è stato nascosto nell'inconscio e lui non ne è consapevole. Ma quando qualcuno a cui lui vuole bene sembra ignorarlo o metterlo da parte, quel dolore viene riattivato e si manifesta con una lacerante tristezza ed una chiusura difensiva.
  4. Se uno è cresciuto in una famiglia severa e dalle scarse risorse, può avere assorbito la convinzione che ogni piccolo spreco è inaccettabile, e chi lo compie va inevitabilmente punito. Così quando suo figlio rovina senza volerlo un gioco da pochi euro, sorge in lui una severità fuori luogo ed un impulso a punirlo (perché è così che lui è stato trattato da piccolo).

---> Come superarlo
Quando ci rendiamo conto (o ci viene fatto notare) che abbiamo reazioni eccessive rispetto alle cause, possiamo guardarci dentro e cercare se abbiamo una ferita che ha guidato la nostra reazione. Magari c'è una parte del nostro passato che teniamo nascosta anche a noi stessi, o con cui non abbiamo ancora fatto i conti. Forse c'è in noi una parte dolente che ha bisogno di attenzione e comprensione.
Riconoscendo e accettando che abbiamo una ferita emotiva, possiamo imparare a prendercene cura e col tempo sanarla (o almeno attenuare la sua intensità). Questo ci aiuta a non prendercela con gli altri quando non c'è un reale motivo, e quindi anche a vivere più sereni ed in pace. Può anche essere utile imparare a non dare peso ai giudizi altrui.

Negazioni categoriche

Certe persone negano vigorosamente la possibilità di queste spiegazioni inconsce, o le ridicolizzano, o affermano con decisione che non può essere il loro caso. In genere questo tipo di negazioni categoriche è un segno del contrario: che la persona ha realmente una qualche ferita emotiva, ma ne è così spaventata da respingerla. Di nuovo, una reazione viscerale indica che c'è sotto qualcosa che ci è ignoto, o che non vogliamo vedere.

Piccoli conflitti o gravi scontri?

Quanto esposto finora riguarda i piccoli conflitti quotidiani: screzi, giudizi, incomprensioni, atti sgarbati, battute fuori luogo, ecc. Eventi su cui spesso è meglio non prendersela troppo, oppure lasciarseli scivolare addosso.

Diverso è il discorso per comportamenti ben più seri, come aggressioni, violenze (fisiche o psicologiche), bullismo, mobbing, gravi mancanze di rispetto o persone che cercano di "calpestarci". In questi casi la pazienza, l'accettazione o la comprensione possono non essere la risposta più adeguata, anzi possono incoraggiare l'aggressore o legittimarlo nel suo atteggiamento inaccettabile.
Qui non posso approfondire, ma direi che è bene opporsi a questi comportamenti con fermezza, respingendoli con decisione e dichiarando apertamente che non siamo disposti a tollerarli (quando gli altri ci maltrattano, spesso è perché siamo noi a permettere loro di farlo). In certi casi è utile chiedere il supporto di amici e familiari, oppure di figure di autorità (insegnanti, superiori) e forze dell'ordine.

E' forse il tuo Ego che se la prende?

Dedico infine una sezione all'Ego (*), che spesso ci rende vulnerabili: quando ce la prendiamo molto, è possibile che sia proprio perché il nostro Ego si è sentito attaccato (è un problema simile a quello del Punto 2, ma qui è più radicale). La missione dell'Ego è farci sentire "grandi", speciali, cioè di valore. Per cui ogni volta che ci sentiamo sminuiti o invalidati da qualcuno o qualcosa, esso reagisce vigorosamente, di solito con un senso di irata indignazione o di "lesa maestà": "Come si permettono... Io sono importante... Tutti dovrebbero fare X... Nessuno dovrebbe mai fare Y...".

Più o meno tutti abbiamo un certo Ego, ma in misura ragionevole non crea particolari problemi. Qui però mi riferisco ad Ego "esagerati", che tendono a dominare la personalità. Chi ha un Ego "ingombrante" si atteggia come se fosse il "padrone del mondo", ma in realtà ha toni e atteggiamenti simili a quelli di un bambino tirannico e capriccioso. Costoro si riconoscono da frequenti atteggiamenti del tipo:
  • E' convinto di avere sempre ragione. Non considera mai l'idea di essere in errore: solo gli altri sbagliano.
  • Cerca sempre occasioni di mettersi in mostra o primeggiare, o di apparire migliore degli altri.
  • Quando le cose gli vanno male, non se ne assume la responsabilità ma tende a fare la vittima d'abitudine, fino al punto di assumere una mentalità paranoide: "Ce l'hanno tutti con me. Non ci si può fidare di nessuno. Sono tutti stronzi. Tutti gli uomini / donne sono...", ecc.

---> Come superarlo
Chi ha un Ego del genere non può semplicemente liberarsene, ma può però prenderne consapevolezza e quindi "tenerlo a bada": imparare a riconoscere le "sparate" del proprio Ego e dargli poco peso, o vederne la scarsa fondatezza. Se una persona si riconosce in questa tipologia (e non è facile), potrebbe riuscire a rendersi conto che, il più delle volte, non è il mondo ad essere sbagliato, ma piuttosto che spesso è lui ad essere troppo suscettibile o con pretese troppo elevate.
Magari potrebbe anche indagare cosa nasconde il suo Ego: le ferite che ha ricevuto nell'infanzia (è stato ignorato, trascurato, deriso, disprezzato...?), il fatto che non si accetta per come è, il suo disperato bisogno di attenzione e approvazione, ecc.

(*) Cos'è l'Ego

"Ego" è un termine che può indicare diverse parti della psiche. Qui lo intendo come una parte "fasulla" della nostra personalità, che serve a coprire insicurezze e fragilità. In pratica, l'Ego cerca di farci sentire "grandi" anche se in realtà ci sentiamo "piccoli". Ma poiché è solo una "facciata", una recita (ovvero non corrisponde ad un valore reale), non fornisce mai una reale sicurezza di sé, ma è sempre alla ricerca di conferme.

"Non sono i fatti a turbare gli uomini, ma le opinioni intorno ai fatti."
(Epitteto)

"Tutto ciò che ci irrita negli altri può portarci a capire noi stessi."
(Carl G. Jung)

"Per raggiungere la pace mentale, smetti di voler fare il direttore generale dell'universo."
(Larry Eisenberg)


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15 cose che gli uomini non dicono

Che i due sessi non si capiscano a vicenda suona come un cliché, ma è spesso la verità. In fondo uomini e donne sono parecchio diversi, per cui è anche naturale che si fatichi a comprendere qualcuno che, sia a livello fisico che mentale ed emotivo, è per molti versi differente da noi.
Un errore comune è aspettarsi che gli altri siano simili a noi, ma questo porta inevitabilmente ad amare sorprese (in realtà siamo tutti differenti). Quando gli altri ci deludono è facile cadere nei giudizi e nei lamenti, ma ciò non serve a nulla; ciò che serve è invece cercare di capire la natura dell'altro, e di comprendere in cosa è diverso da noi.

Nel post "15 cose che le donne non dicono" ho parlato di alcuni "segreti" femminili che molti uomini ignorano. In questo spiego invece aspetti della psiche maschile, più o meno sconosciuti a molti. Mi auguro che questo post possa aiutare le donne a comprendere i maschi intorno a loro, ma anche gli uomini stessi a capirsi meglio ed accettarsi di più.

I segreti degli uomini

In generale, direi che i maschi non hanno veri e propri "segreti": le nostre passioni e preferenze sono abbastanza note e discusse. In questo siamo mediamente più "semplici", meno complicati e indecifrabili dell'altra metà del cielo (questo non vuol certo dire che gli uomini siano tutti uguali o privi di complicazioni). Però in genere gli uomini esitano a parlare di questi argomenti, vuoi per condizionamenti sociali, vuoi per timore di giudizi negativi; senza contare gli effetti deleteri di certo femminismo, che ha demonizzato molti aspetti della mascolinità.
Quindi, per varie ragioni molte donne non conoscono bene la natura maschile, oppure faticano a capirla, o certe volte rifiutano di vedere alcuni aspetti per loro sgradevoli. Questo rende loro difficile comprendere gli uomini.

Di seguito elenco alcuni elementi, veri per la maggior parte degli uomini, che molte donne ignorano. Naturalmente va ricordato che non siamo tutti uguali, per cui ogni uomo vivrà questi aspetti a suo modo, e possono sempre esserci eccezioni.


Quello che gli uomini non dicono

  1. Comunichiamo in modo diretto
  2. Il sesso viene al primo posto
  3. Pornografia e masturbazione
  4. Guardiamo le altre donne
  5. Abbiamo un ritmo relazionale discontinuo
  6. Spesso non sappiamo quello che sentiamo
  7. Non ammettiamo i problemi e non chiediamo aiuto
  8. Ci coinvolgiamo più facilmente
  9. Ci accontentiamo di più in campo amoroso
  10. Non capiamo i segnali femminili
  11. Ci stanchiamo di corteggiare per niente
  12. Badiamo poco ai dettagli estetici
  13. Ci sentiamo poco desiderati
  14. Riceviamo poco apprezzamento
  15. Siamo stanchi di performare

1. Comunichiamo in modo diretto

Gli uomini comunicano in modo diretto e razionale; invece le donne in modo più indiretto ed emozionale. Questo è uno dei motivi per cui uomini e donne faticano a capirsi. Comprendere il modo di comunicare dell'altro sesso è indispensabile per evitare incomprensioni e litigi.
L'errore di molte donne è aspettarsi che l'uomo indovini i loro pensieri (senza che questi vengano espressi chiaramente), o che colga il senso dei suoi accenni o allusioni (ma gli uomini non sanno leggere questi segnali ambigui).

Inoltre, le donne tendono più a volere una comunicazione frequente e prolungata (sentirsi spesso, parlare a lungo, specialmente di quello che sentono); mentre in genere agli uomini stare al telefono piace meno, i lunghi discorsi possono stancare, e parlare di emozioni li mette a disagio. Vedi anche il paragrafo sui ritmi relazionali più sotto.

2. Il sesso viene al primo posto

Per la maggior parte degli uomini il sesso è la cosa più importante. Non è l'unica cosa importante, come alcune temono: anche agli uomini importano i sentimenti, l'affetto e il dialogo. E per molti uomini il sesso non è solo piacere fisico, ma anche il modo più diretto di sentirsi amati. Per molte ragioni, il sesso è comunque spesso in cima ai nostri pensieri.
Poi sappiamo anche mettere da parte questo bisogno, se è il caso, oppure cerchiamo di non farvelo pesare. Ma se viene troppo trascurato il nostro cuore si chiuderà: diventeremo più taciturni e distanti, non ci proveremo più per non patire la sofferenza del rifiuto, magari cercheremo quel calore altrove. Se una donna nega frequentemente al partner il sesso, lo sta già perdendo (per ribaltare la prospettiva, come si sentirebbe una donna se il suo uomo si rifiutasse di ascoltarla o di parlare con lei?).

Molte donne non comprendono l'importanza del sesso per i maschi, perché per loro è diverso: certo lo apprezzano, ma in genere non è in cima alle priorità femminili (specialmente nelle coppie di lunga data). Per dare un'idea, potremmo dire che per la maggioranza degli uomini: il sesso li rende felici; fare sesso di frequente li rende ancora più felici; e fare sesso di frequente con molte belle donne li rende più felici ancora! Per la maggior parte di essi, niente li rende altrettanto felici del sesso*. Se ancora non ci credete, eccolo confermato da una psico-terapeuta donna.
* La spiegazione di questo fenomeno è semplicemente darwiniana: poiché questo tipo di uomo si è riprodotto maggiormente (per via di tale priorità), questo tratto è diventato dominante.

3. Pornografia e masturbazione

Agli uomini piace la pornografia e la usano spesso (non è sorprendente, se si pensa che viene creata apposta per appagare le loro fantasie). Quanto spesso dipende dall'uomo e dal suo appagamento sessuale nella relazione, ma è normale usare il porno - e masturbarsi - anche quando in coppia.
A molte donne ciò dà fastidio, ma questa è la natura maschile. Se rimproveri il partner e gli proibisci di guardare il porno, otterrai solo di indurlo a chiudersi e allontanarlo da te. Ricorda che voler controllare il partner danneggia la relazione, e non è possibile cambiare le altre persone.

Per comprendere la passione maschile per la pornografia (e il sesso), puoi paragonarla alla passione femminile per il romanticismo e quanto vi è collegato: quanto tempo passa la donna media a sognare l'amore, parlarne con le amiche o sui social, vedere film romantici...?
  • Suggerimento: se il porno ti provoca gelosia, provate a guardarlo insieme.

Visto che questo argomento suscita spesso dubbi e forti reazioni, ho scritto un post dove offro alle donne spiegazioni e risposte su uomini e pornografia.

4. Guardiamo le altre donne

Gli uomini tendono a guardare tutte le donne graziose che incontrano. Questo non implica necessariamente che vorremmo farci sesso, è che siamo istintivamente affascinati dalle forme femminili (peraltro anche voi guardate gli uomini più attraenti - ma siete più brave a nasconderlo e molto più selettive dei maschi).
Ciò non significa assolutamente che non amiamo la nostra partner - sono due cose separate (l'idea per cui se ami qualcuno non desideri altri è un'illusione romantica).
  • Suggerimento: quando lui sbircia altre donne, consideralo simile a quando tu sospiri (di nascosto) per qualche divo affascinante.

5. Abbiamo un ritmo relazionale discontinuo

Solitamente le donne tendono ad una continuità relazionale: vedersi in modo regolare, sentirsi spesso, stare vicini, magari andare a vivere insieme o sposarsi.
Gli uomini, invece, tendono più ad una discontinuità relazionale: anche quando amano la propria donna alternano fase di vicinanza e di distacco, sentono più il bisogno di spazi propri (tempo da passare con gli amici o da dedicare agli hobby), e l'idea di una convivenza li attira meno. Hanno un maggiore attaccamento alla propria libertà, ed a volte sentono proprio il bisogno di ritirarsi in uno spazio personale, lontano da tutto e da tutti (in inglese questo spazio viene definito "Man cave", cioè "la caverna dell'uomo").

Questi allontanamenti non implicano disinteresse verso gli altri, ma servono a ritrovare un proprio equilibrio e serenità: gli uomini sentono continuamente la pressione a performare per tutti - partner, famiglia, lavoro, amici, società - e staccare serve loro per allentare questa pressione.
La stesso accade quando un uomo rientra a casa la sera e vorrebbe soltanto mettersi sul divano a guardare la TV: è un modo di staccare e riprendersi dopo tutti gli stress della giornata. La donna, invece, solitamente vuole scaricare il suo stress parlando e sentendosi connessa con lui. Questi due bisogni contrapposti (quiete ed isolamento per l'uomo, connessione e dialogo per la donna) creano spesso conflitti nelle coppie, perché ciascuno non comprende il diverso bisogno dell'altro.
  • Suggerimento: quando lui si allontana, lascialo tranquillo; vedrai che dopo un po' gli mancherai e tornerà.
  • Per gli uomini: quando ti allontani da lei, dille chiaramente che ne hai bisogno tu per "ricaricarti", e lei non c'entra. Rassicurala che tornerai presto. E quando ti riavvicini, mostrale quanto sei contento di ritrovarla e che lei sia nella tua vita.

6. Spesso non sappiamo quello che sentiamo

L'essere sconnessi o ignari delle proprie emozioni non riguarda tutti gli uomini, ma è piuttosto diffuso. Chi ne soffre non ha chiaro cosa sente, non comprende le emozioni, manca del linguaggio adatto a descriverle. Ovviamente anche costoro hanno delle emozioni (come chiunque), ma è come se quella parte di loro restasse "chiusa a chiave" e non raggiungesse la coscienza. Si potrebbe dire di queste persone che sono "analfabeti emozionali" (vedi "alessitimia").

Di solito questa difficoltà si origina dall'infanzia: da una famiglia in cui le emozioni non venivano espresse, o venivano criticate, oppure dove i figli sono stati trascurati. Inoltre, ai maschi di solito viene insegnato a reprimere le emozioni, a non lasciarsi andare, a non mostrare debolezza ("Sii forte! Non piangere! Non fare la femminuccia"...). Queste esperienze portano alla disconnessione dalla propria parte emotiva (da notare che questo può accadere anche alle femmine).
Per approfondire questa problematica e le sue origini, può essere utile la lettura di "Running on Empty" della dr.ssa Jonice Webb.

Chi ha questo deficit non solo fatica a riconoscere e comprendere cosa sente, ma ha ancor più difficoltà con le emozioni degli altri - per cui può trovare gli atteggiamenti altrui incomprensibili, insensati o irritanti (lo Sheldon Cooper della serie TV "The Big Bang Theory" è una versione estremizzata di ciò).
  • Questo spiega le volte in cui, quando una donna chiede al partner di dirle cosa sente, o lei parla delle sue emozioni, oppure esprime emozioni intense o drammatiche, l'uomo sovente si sente a disagio e si ritrae: non capisce di cosa si stia parlando, non sa cosa dire, e/o l'argomento gli crea disagio.
  • Una cosa simile accade agli uomini che faticano a dire "Ti amo", o che si trovano in difficoltà quando viene chiesto loro di esprimere i sentimenti: anche se amano realmente la loro partner, non hanno mai imparato come riconoscere i sentimenti o descriverli.

  • Suggerimento: questa difficoltà non è facilmente superabile (se non con l'aiuto di un terapeuta); però si può attenuare mostrando accettazione, pazienza, comprensione, ed evitando di soverchiare l'altro con le proprie emozioni.
  • Si può anche proporre un'esplorazione delle emozioni, partendo da piccole cose ("Cosa senti quando mangi X? Cosa provi di fronte al cielo azzurro?"...).

7. Non ammettiamo i problemi e non chiediamo aiuto

Gli uomini faticano ad ammettere i propri problemi, crisi o fragilità; inoltre sono molto più restii a chiedere aiuto quando ne hanno bisogno. Questo vale a vari livelli:
  • Fisico: si trascurano, curano meno la propria salute, ed esitano di più ad andare dal medico rispetto alle donne.
  • Emotivo: ignorano o reprimono le emozioni negative, non parlano di ciò che sentono. Fanno fatica ad ammettere di voler essere amati. Anche con gli amici, esitano a svelarsi o andare in profondità.
  • Esistenziale: fanno più fatica ad ammettere la mancanza di senso nella propria vita, o di sentire un grande vuoto interiore. Sono anche più restii a rivolgersi a terapeuti.
Non a caso, gli uomini sono la maggioranza dei suicidi (78% nel 2019); anche perché tengono tutto dentro e non chiedono aiuto, per cui più facilmente si ritrovano disperati e crollano.

Questa riluttanza è in parte dovuta ai giudizi sociali: ancor oggi dagli uomini ci si aspetta che siano sempre forti, che reggano tutti i pesi sulle loro spalle, che non si lascino andare. Inoltre anche molte donne presentano un simile atteggiamento esigente, e diffidano di (o disprezzano) un uomo che si mostri debole, fragile o in crisi. Per quanto si parli di "parità", certi ruoli di genere sono ancora molto diffusi.
  • Suggerimento (non solo riguardo il partner, ma anche verso gli altri uomini nella tua vita: amici, parenti, figli): digli apertamente che con te può essere se stesso, che può lasciarsi andare e mostrare i suoi punti deboli, e che verrà accolto (se lo senti sinceramente).

8. Ci coinvolgiamo più facilmente

Naturalmente questo è un aspetto che dipende molto dall'individuo e dalle sue inclinazioni. Però in media gli uomini si coinvolgono più facilmente quando incontrano una donna che piace loro, mentre al riguardo le donne sono più selettive, caute e circospette. Per un uomo, a volte basta ricevere uno sguardo intenso o un gesto gentile, e già si accende un interesse.
Questa differenza ha peraltro una semplice spiegazione evolutiva (che determina differenti strategie di accoppiamento a livello istintivo):
  • Nel rapporto di coppia la femmina ha sempre a che fare col rischio di una gravidanza e del conseguente impegno di crescere la prole. Quindi per lei è vitale scegliere un compagno adeguato, affidabile e dotato delle doti necessarie.
    ---> Prima di scegliere un partner, quindi, in genere una donna necessita che l'uomo possieda una serie di qualità - oltre all'aspetto gradevole.
  • Questo rischio ovviamente non vale per il maschio, che può quindi abbandonarsi con meno remore al trasporto verso un'altra persona.
    ---> Per essere interessato a una donna, per un uomo di solito è sufficiente trovarla abbastanza attraente dal punto di vista fisico.

Certo a volte questo trasporto è solo desiderio erotico, ma altre volte c'è un autentico coinvolgimento. L'innamoramento può avvenire tanto negli uomini quanto nelle donne - ma agli uomini capita con più facilità e meno esitazioni. Diciamo che sono più inclini all'entusiasmo, e meno alla prudenza (questo è dovuto anche a differenze ormonali: per esempio il maggior testosterone negli uomini induce più facilmente a comportamenti audaci e impulsivi - anche a livello relazionale).
  • Suggerimento: se un uomo si interessa a te appena dopo averti conosciuta, non dare per scontato che stia mentendo o che ti voglia solo per il sesso. Magari ha visto in te qualità speciali (che tu non ti riconosci), o ti vede più affascinante di come ti vedi tu.
  • Per gli uomini: se vai verso una donna con troppo entusiasmo o fretta, anche se hai le migliori intenzioni, lei potrebbe fraintendere, pensare che cerchi solo un'avventura, o che fai così con tutte. Tempera l'entusiasmo, non scoprirti subito.

Ci rimettiamo in gioco presto

Similmente, per molti uomini è normale buttarsi in una nuova storia subito dopo la fine della precedente - cosa che lascia spesso stupefatte le donne. "Ma come - pensa la sua ex - se si è buttato subito nella braccia di un'altra è perché non mi amava davvero, o di me non gli importava nulla". Cioè applica il proprio standard femminile, per cui dopo la fine di una storia "ci si lecca le ferite" e si è spesso caute prima di imbarcarsi in un'altra.
Ma, come ho spiegato, per gli uomini è diverso: non solo sono più impulsivi e più disponibili ad entrare in coppia, ma vedono anche una nuova relazione come un modo di lenire la sofferenza di quella appena conclusa. Questo vale anche per alcune donne, ma negli uomini sembra più comune.

9. Ci accontentiamo di più in campo amoroso

In ambito sentimentale gli uomini sembrano più spesso disponibili ad "accontentarsi", mentre le donne sono più per il "tutto o niente". In altre parole, i primi sono più aperti ad una relatività nelle relazioni, mentre le seconde cercano l'assoluto:
  • A molti uomini va bene un rapporto di "amicizia con benefici" ("friends with benefits", amici che fanno anche sesso), magari pure quando vorrebbero di più. Oppure sono innamorati di una donna che non li ricambia, e allora si accontentano anche di frequentarla come amici. Anche quando una relazione di lungo corso diventa "tiepida", si adattano maggiormente. Sono più inclini ai compromessi, più accomodanti.
  • Le donne solitamente sognano il "grande amore", l'uomo che le fa "perdere la testa", il "Principe Azzurro" - e faticano a rinunciarvi o adattarsi a meno. I rapporti di amicizia più sesso vengono spesso patiti, o interrotti presto. Quando una relazione si fa "tiepida" sono più insofferenti e la chiudono.
Anche qui può valere la spiegazione evolutiva nel punto precedente.

10. Non capiamo i segnali femminili

Come spiego nel paragrafo sulla comunicazione, gli uomini sono abituati a comunicare in modo diretto ed esplicito. Per cui non sanno leggere i segni di interesse indiretti, e non capiscono quando piacciono a una donna - che di solito manda "segnali" impliciti, indiretti ed allusivi (sguardi, sorrisi, accenni velati, ecc.). Poiché le donne sono abituate a comunicare in questo modo indiretto, e tra di loro funziona, chi manda questi segnali si aspetta che l'uomo li comprenda: ma il più delle volte non succede. L'uomo li fraintende, oppure non li vede proprio.
Una tipica espressione femminile è "Gliel'ho fatto capire", ma questo implica - appunto - una comunicazione indiretta ed allusiva, che quasi sempre l'uomo non afferra.

Questo vale nella comunicazione in generale (per esempio la moglie che allude a ciò che le piacerebbe ricevere in regalo), ma ancor più nella seduzione. Poiché per gli uomini è comune essere respinti (ma ciò non lo rende meno temuto o doloroso), molti esitano ad approcciare una donna se lei non mostra un chiaro interesse verso di loro. Spesso una donna pensa di "averlo fatto capire", peccato che però questo non funzioni.
  • Suggerimento: quando vi piace un uomo, o vorreste che lui prendesse l'iniziativa, tenete presente che avrete molte più chance se esprimete la vostra disponibilità in modo più chiaro, esplicito e diretto. O, quantomeno, non aspettatevi che lui vi legga nel pensiero!

11. Ci stanchiamo di corteggiare per niente

In tempi recenti alcune donne si lamentano che gli uomini corteggiano poco o si stancano presto. Queste donne forse non si rendono conto che per gli uomini il corteggiamento:
  • è un "lavoro" gravoso più che un piacere (sull'uomo grava il compito di prendere l'iniziativa, rischiare critiche e rifiuti, accendere e mantenere l'interesse, soddisfare le aspettative di lei);
  • e se non porta ad un risultato è solo una perdita di tempo.
Inoltre, la diffusione di Internet e dei social network ha creato un "mercato globale" nelle relazioni, per cui le probabilità di successo si sono ridotte al minimo: ogni donna riceve moltissima attenzione, la concorrenza maschile è elevata, quindi se non riceve segnali positivi in tempi brevi l'uomo conclude che sta perdendo tempo e smette di corteggiare.
  • Suggerimento: se vi piace essere corteggiate, quando accade mostrate chiaramente all'uomo il vostro interesse (così non si scoraggerà), e non prolungate troppo questa fase (così da non indurlo a cercare qualcuno più disponibile).

12. Badiamo poco ai dettagli estetici

Le donne solitamente danno una grande importanza al loro aspetto, fino ai più minimi dettagli: vestiti, borse, scarpe, accessori, trucco, pettinatura, gioielli, ecc. A quanto pare, per due donne ritrovarsi ad una festa con lo stesso vestito è una specie di tragedia. ;-)
Similmente, le donne tendono ad essere molto critiche verso le proprie imperfezioni fisiche: qualche ruga, capelli bianchi, chili di troppo, le smagliature, possono condurre a crisi esistenziali.

Incredibilmente, per quanto si dica che gli uomini danno molta importanza all'aspetto femminile, a riguardo sono molto più rilassati e meno esigenti delle donne stesse (con qualche eccezione per i più stupidi o superficiali):
  • Vediamo a malapena la differenza tra due abiti, o se avete cambiato pettinatura.
  • Abbiamo una pressoché totale indifferenza per le vostre borse, scarpe o accessori.
  • Possiamo apprezzare una donna con un trucco leggero che la valorizza, ma un trucco eccessivo ci appare come un mascherone (e non pochi preferiscono un look pulito "acqua e sapone").
Di solito, se apprezziamo un vestito è perché vi scopre maggiormente, ed idem per un paio di scarpe che vi rendono più sexy. Insomma, badiamo molto più al quadro che alla cornice: se andaste in giro nude, per molti di noi sarebbe ideale!

Ma anche per quanto riguarda il fisico, diamo meno peso alle imperfezioni di quanta ne diate voi: spesso non notiamo nemmeno qualche smagliatura o la cellulite, non facciamo caso a qualche capello bianco o alle prime rughe, se una donna ci piace dimentichiamo i suoi piccoli difetti. Senza dimenticare che le curve femminili sono apprezzate da gran parte degli uomini (se non sono esagerate). In effetti, gli uomini trovano desiderabili l'80% delle donne.
In realtà, di solito le critiche più feroci sull'aspetto di una donna arrivano da se stessa, e/o dalle altre donne che ha intorno.
  • Suggerimento: non aspettarti che l'uomo apprezzi tutti quei dettagli per te così importanti (quello è cosa da donne). Non pensare che lui sia critico verso le tue imperfezioni come lo sei tu; probabilmente lo sarà molto meno.

13. Ci sentiamo poco desiderati

Le donne faticano a capirlo perché per loro essere desiderate è normale, e persino fastidioso - ma per gli uomini è all'opposto. L'uomo medio viene raramente desiderato, cercato o approcciato. Le donne sono piuttosto selettive, per cui trovano realmente attraenti solo il 20% degli uomini; gli altri vengono considerati poco, e faticano a trovare una partner.
Poiché mediamente le donne vivono il problema opposto (ricevono troppo desiderio), non capiscono questa problematica maschile.

Di conseguenza, la maggior parte degli uomini reagisce positivamente se vengono corteggiati, o se ricevono segni di interesse femminile (ammesso che capiscano questi segnali). Ci pesa dover essere sempre noi a prendere l'iniziativa; i più vorrebbero che anche le donne lo facessero, a volte.
  • Suggerimento: se vuoi capire come vive un uomo, prova ad immaginare come ti sentiresti se fossi sempre ignorata - nessuno che ti guarda, ti chiede il telefono, ti corteggia o ti invita).
  • E se c'è un uomo che ti piace molto, non aspettare sempre che sia lui ad esporsi: prova ad esprimere il tuo interesse (invece di rimanere in un ruolo passivo).

14. Riceviamo poco apprezzamento

Sempre per via della scarsa attenzione ricevuta, gli uomini non sono abituati a ricevere apprezzamento o complimenti. Inoltre sono abituati ad essere in competizione con gli altri uomini, per cui si sentono "all'altezza" solo quando vincono o risultano tra i migliori. Ciò genera spesso forti insicurezze, ma raramente un uomo lo ammette.
Questo fa sì che per un uomo ricevere complimenti è tanto piacevole quanto inaspettato. Magari ci mostriamo increduli o minimizziamo imbarazzati, ma ci piace moltissimo. E non parlo solo di seduzione o di aspetto; ci gratifica anche quando vengono apprezzati comportamenti comuni (come i lavori fatti in casa o quando aiutiamo gli altri), invece di darli per scontati.
  • Suggerimento: se vuoi far sentire bene un uomo che hai vicino, mostra apprezzamento per come è e quello che fa. Se vorresti che lui facesse di più certe attività, esprimi gratitudine ogni volta che succede; questo lo incoraggerà a farlo più spesso.

15. Siamo stanchi di performare

Sugli uomini grava una continua pressione a performare, a dimostrare il proprio valore, ad essere "all'altezza", a dimostrarsi migliori degli altri. Questo vale sia in ambito lavorativo che sociale, ed anche in area sentimentale: le donne sono esigenti e, con l'avvento di Internet e dei social network, ogni uomo si trova a competere in un "mercato globale".

A dispetto di frasi consolatorie come "Tutti meritano di essere amati" o "Basta che sei te stesso", gli uomini si rendono presto conto che per essere desiderati devono possedere una serie di qualità:
  • Estetiche: bellezza, altezza, forma fisica, muscoli, abbigliamento
  • Di personalità: sicurezza di sé, virilità, tratti da "Alfa", deve provarci e rischiare
  • Economiche e lavorative: benessere economico, posizione professionale, disponibilità a spendere per corteggiare
  • Status: essere "qualcuno", essere "vincente", avere successo o potere...
Se manca di queste qualità un uomo tende a risultare "invisibile" per le donne, o al più resta relegato al ruolo di "amico". Certo anche le donne sentono una pressione ad essere desiderabili, ma questa si limita principalmente al livello estetico.

"L'uomo vale per quel che fa, la donna per quel che è."
(José Ortega y Gasset)

Il risultato è che, in molti casi, sentiamo di essere apprezzati, voluti e amati soprattutto per quello che facciamo e diamo - o di non esserlo se non diamo o facciamo abbastanza. Non sto dicendo che vorremmo essere amati senza fare nulla: in genere ci piace proteggere e prenderci cura delle persone che amiamo. Però a volte vorremmo sentirci amati semplicemente per quello che siamo, senza dover "comprare" quell'amore con le nostre performance.
  • Suggerimento: racconta agli uomini a cui vuoi bene (non solo il partner) quanto apprezzi le loro qualità come persona, come ti emozionano, come arricchiscono la tua vita - al di là di tutto quello che fanno per te.


La sincerità si ottiene con l'accettazione

Queste cose non sempre vengono ammesse, perché gli uomini sanno bene che facendolo riceverebbero giudizi e critiche. In particolare, spesso la sessualità maschile è giudicata negativamente. Per questo, se il tuo uomo ti dice che lui non è come descrivo qui... forse sta mentendo per non venire criticato, o per rassicurarti.
  • Per cui l'ultimo suggerimento è: se vuoi che un uomo (o chiunque) sia sincero con te, accogli la sua natura e non "punirlo" per la sua onestà (se invece lo critichi o lo tratti male dopo che si è aperto, la volta successiva sarà assai meno disposto a svelarsi). Chiediti se preferisci una bugia confortevole o una verità scomoda.

Fare i conti con la realtà

Naturalmente alcune di queste voci possono risultare discutibili per alcuni, oppure scomode per certe donne. E' comprensibile, ma secondo me non esiste un modo migliore o peggiore, giusto o sbagliato, di vivere le relazioni: ognuno ha il suo modo. Se non ci piace siamo liberi di allontanarci, ma non di forzare l'altro a cambiare.
Senza contare che non è possibile cambiare gli altri; quindi o cerchiamo di prenderli come sono, oppure ci rinunciamo. D'altronde, tu non vorresti essere accettata ed amata proprio come sei? Questo vale per chiunque.
La volontà di cambiare l'altro non solo è il contrario dell'amore, ma indica insicurezza e distrugge le relazioni. Giudicare e criticare separa le persone; ciò che serve per una relazione felice è capirsi a vicenda, venirsi incontro e trovare insieme compromessi accettabili.

Se invece si pretende di trovare un partner "su misura", o si ritiene che tutti gli uomini (o le donne) siano sbagliati nel loro naturale modo di essere... forse si sta inseguendo un ideale romantico irreale, a cui nessuna persona reale potrà mai corrispondere.

"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza."
(Charles Baudelaire)

"La bellezza da sola basta a persuadere gli occhi degli uomini, senza bisogno d'oratori."
(William Shakespeare)

"Quando si tratta di leggere negli occhi di una donna, la maggior parte degli uomini è analfabeta."
(Heidelinde Weis)


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Parla con me

Se gli argomenti di questo post ti toccano da vicino e vorresti discuterne, approfondire, o rivolgermi delle domande; oppure se senti il bisogno di parlare dei tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

Uomini e donne sono diversi per natura

Nonostante le differenze tra i due sessi siano comprovate da numerose ricerche scientifiche, molti continuano a credere all'idea che uomini e donne siano sostanzialmente uguali, e che eventuali diversità siano dovute esclusivamente agli influssi culturali (e quindi modificabili). Questo è ampiamente errato e fuorviante, come mostrerò nel corso del post.
Non a caso, uno dei libri di maggior successo nell'ambito delle relazioni sentimentali è proprio "Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere" di John Gray (info nella Bibliografia). L'autore spiega che "uomini e donne hanno due diversi modi di pensare, di parlare, di amare", e come queste differenze rendano difficili il capirsi e lo stare bene insieme; ma, una volta comprese, aiutino invece a far sentire l'altro amato ed accolto. Il libro è molto apprezzato (4,6 stelle su Amazon) ed ha aiutato numerose coppie.

Naturalmente le differenze non esistono solo tra i due generi, ma anche fra tutti gli individui: in fondo siamo tutti diversi. E' quindi sempre bene considerare la diversità altrui rispetto a se stessi.
Poiché però sono le differenze tra i sessi a generare molti dei problemi che incontriamo, in questo post mi concentrerò su di esse.

L'importanza di capire l'altro

Perché è importante riconoscere queste differenze? Perché altrimenti non ci si capisce, si entra in conflitto, e le relazioni stentano o falliscono. In effetti, gran parte dei problemi di relazione nascono proprio dal non comprendersi a vicenda - inclusi i molti modi in cui l'altro è diverso da me. Come puoi andare d'accordo con qualcuno che non comprendi?

Se non capisco che il sesso opposto può essere anche molto diverso da me, cadrò nel "solito errore" di pensare che gli altri mi assomigliano (un errore così comune che vi hanno dedicato un libro: "The usual error" - "Il solito errore"; recensioni in inglese): quindi mi aspetterò che gli altri siano come me, abbiano gli stessi gusti e gli stessi desideri, e vogliano le stesse cose che voglio io. Perciò succederanno disastri, tipo:
  • Un ragazzo metterà la mano sul sedere di una ragazza sconosciuta, perché per lui è un gesto simpatico, e a lui farebbe piacere.
  • Una ragazza farà la ritrosa verso un ragazzo, anche se le piace, perché a lei viene naturale o le hanno insegnato così; e non capirà perché lui - che lo vive come espressione di freddezza e indifferenza - si allontanerà.
  • Un uomo invierà ad una donna appena conosciuta online foto del suo pene (le temute "dick pics"), perché a lui piace vedere i genitali femminili, e sarebbe felice se lei facesse altrettanto.
  • Quando una donna ha bisogno di condividere un problema, si aspetterà che il partner la ascolti come farebbe una sua amica; lui invece cercherà di trovare soluzioni e proporre consigli.
    Quindi lei si sentirà non ascoltata e non compresa, e lui non capirà perché i suoi sforzi non vengono apprezzati.
Situazioni come queste accadono quando le persone non hanno idea che l'altro sesso sia profondamente diverso - e nessuno gliel'ha spiegato.
Non è questione di rispetto - come invece molti attivisti pensano - ma di ignoranza: se io non so come sei tu, proverò a rispettarti a modo mio, che magari non funziona per te. Per rispettarti a modo tuo, ho bisogno di capire come sei tu, incluso la tua unicità e diversità da me. Invece la propaganda del "Siamo tutti uguali" confonde solo le idee.

“Come puoi andare d'accordo
con qualcuno
che non comprendi?”


Differenze tra uomini e donne

Va premesso che le differenze esposte di seguito sono generalizzazioni, per cui sono vere nella maggior parte dei casi ma non sempre (stiamo parlando di esseri umani, in fondo, non di ingranaggi).

Sesso e personalità

Vale anche la pena ricordare che il sesso biologico (maschio oppure femmina) è altra cosa dalla personalità, che può avere tratti sia mascolini che femminili in entrambi i sessi. Esiste quindi una minoranza di uomini con personalità più femminile e donne con personalità più mascolina (in questi casi le differenze di cui parlo possono risultare invertite, ma costoro sono un'eccezione e non la regola).

  1. Differenze psicologiche e comportamentali
  2. Differenze nella comunicazione
  3. Differenze nella sessualità e nelle relazioni / sentimenti
  4. Differenze fisiche

1. Differenze psicologiche e comportamentali

  • Gli uomini sono più razionali e logici. Le donne sono più emotive.
    L'uomo spiega il suo punto di vista attraverso le idee e i fatti. La donna lo spiega attraverso le emozioni e ciò che sente (motivo per cui spesso i due sessi non si capiscono).
  • Il pensiero e i discorsi maschili si concentrano principalmente sull'azione e sugli oggetti ("Ho fatto, voglio fare, facciamo..."). Il pensiero e i discorsi femminili sulle emozioni e sui sentimenti ("Mi sento, mi ha fatto sentire, vorrei sentirmi...").
  • Non a caso, mediamente i maschi mostrano una maggiore tendenza attiva (entrano in azione, corrono rischi, cercano soluzioni), mentre le femmine una più passiva (esitano, riflettono e aspettano). Questa differenza attiva/passiva accade anche nella seduzione e ricerca di partner.
    Naturalmente questo poi dipende molto dalla personalità individuale.
  • Fin dall'infanzia, i maschi sono più interessati agli oggetti. Le femmine sono più interessate alle persone. Questa preferenza si estende alla vita professionale: questo studio conferma che "gli uomini preferiscono lavorare con le cose e le donne preferiscono lavorare con le persone". Anche nei test di intelligenza, emerge che i maschi hanno migliori capacità pratiche e le femmine migliori capacità sociali.
    Questa differenza si applica sia agli studi che al lavoro: la maggioranza dei maschi predilige materie tecniche o pratiche (p.es economia e commercio o ingegneria; tra l'altro, questo è uno dei motivi per cui gli uomini tendono a guadagnare di più: scelgono professioni più tecniche e meglio remunerate). La maggioranza delle femmine materie umanistiche o che includono il rapporto con le persone (p.es. insegnante o infermiera).
  • Il testosterone è un ormone che influenza il desiderio sessuale, regola la produzione di sperma, promuove la formazione di muscoli, aumenta l'energia. A livello psicologico influenza l'aggressività e la competitività.
    Esso è presente in entrambi i sessi, ma con livelli molto diversi: 265-920 nanogrammi/decilitro negli uomini, ma solo 15-70 ng/dL nelle donne. Questo spiega, tra le altre cose, perché gli uomini siano mediamente molto più interessati al sesso, più aggressivi e competitivi delle donne.
  • I maschi tendono ad essere più aggressivi e intraprendenti, più portati a correre rischi. Le femmine sono meno aggressive, prendono meno l'iniziativa e corrono meno rischi.
    Questa tendenza maschile produce sia comportamenti dannosi che utili: un maschio ha più probabilità di essere violento o commettere reati, ma anche di diventare imprenditore, esplorare nuove frontiere o creare nuove invenzioni (tutte attività che richiedono iniziativa, intraprendenza e scarsa avversione al rischio).

2. Differenze nella comunicazione

Uomini e donne non si capiscono anche perché spesso comunicano in modi diversi:
  • Gli uomini comunicano in modo diretto, logico e fattuale. Le donne in modo indiretto, analogico e allusivo; e non di rado dicendo cose diverse da ciò che pensano (aspettandosi che gli altri, o il partner, indovinino ciò che vogliono, senza dirlo apertamente).
    La frase "Gliel'ho fatto capire" è tipicamente femminile; in inglese le donne spesso si lamentano che "Gli uomini dovrebbero arrivarci da soli" ("Men should get it").
  • Gli uomini parlano principalmente di fatti o informazioni. Le donne parlano principalmente di emozioni e sentimenti.
  • In buona parte dei casi, gli uomini parlano per cercare soluzioni e risolvere problemi (il focus è sui fatti). Le donne invece parlano per condividere emozioni e sentirsi accolte (il focus è sul sentire).
  • Gli uomini faticano a capire quando una donna è interessata a loro, o meno; spesso scambiano la gentilezza per interesse. Le donne invece capiscono più facilmente quando un uomo è interessato (in parte anche perché gli uomini sono più diretti ed espliciti).

3. Differenze nella sessualità e nelle relazioni / sentimenti

Uomini e donne hanno differenti criteri di scelta dei partner; questa ricerca (condotta su 10.000 persone di 37 culture diverse) conferma quanto queste differenze siano innate:
  • Anche nei paesi che promuovono l'uguaglianza di genere, le preferenze di accoppiamento sono diverse. Ciò respinge l'idea comune che uomini e donne siano identici nella loro psicologia di base.
  • I due sessi differiscono in modo sorprendente nelle loro preferenze di partner - e questo vale sia in culture egalitarie (Svezia, Norvegia) che in culture tradizionali (Iran).
  • Quello che vogliamo in un compagno è legato più al nostro genere che alle nostre esperienze e preferenze individuali. I ricercatori hanno potuto dedurre il sesso di una persona con un'accuratezza del 92%, solo basandosi su ciò che cercava in un partner.
Uomini e donne hanno quindi strategie di accoppiamento diverse a livello istintivo, a causa del diverso apparato riproduttivo, ciascuna volta a massimizzare il proprio successo evolutivo (trasmettere i propri geni). In estrema sintesi:
  • I maschi tendono a una strategia "quantitativa": inseminare più femmine possibile (specialmente giovani e belle). Poiché un maschio può fecondare infinite femmine, la sua strategia punta ai "grandi numeri".
    Le scelte di accoppiamento sono basate principalmente sull'aspetto fisico ("Shopping for genes").
  • Le femmine tendono a una strategia "qualitativa": scegliere un solo partner dotato delle migliori qualità (sia come geni che come risorse). Poiché una femmina ha l'onere della gravidanza, la sua strategia si concentra sulla cura e sulle risorse per la prole.
    Le scelte di accoppiamento sono basate sia sull'aspetto fisico che sulle risorse offerte dal partner, o dal suo potenziale ("Shopping for genes and resources").
Naturalmente questi istinti vengono poi mediati dall'educazione ricevuta e dalla cultura in cui viviamo, nonché dalle inclinazioni personali. Ciononostante, queste strategie - plasmate dall'evoluzione - guidano i nostri comportamenti, anche quando non abbiamo alcuna intenzione di procreare; e spiegano anche buona parte dei comportamenti di seguito.

  • Gli uomini farebbero sesso con la maggior parte delle donne che incontrano (se ne avessero l'opportunità). Invece le donne sono molto più selettive, e sono interessate a fare sesso solo con una minoranza di uomini.
  • Gli uomini reagiscono alla nudità femminile con entusiasmo e in modo impersonale (non importa di chi sia, basta che sia un minimo piacente). Le donne reagiscono alla nudità maschile con fastidio o repulsione, a meno che le coinvolga personalmente (l'uomo amato o qualcuno da cui sono attratte).
  • Gli uomini sono generalmente affascinati dalla promiscuità (vedi p.es. nella pornografia, e nell'idea della poligamia o di un'orgia). Le donne sono generalmente disgustate dalla promiscuità.
  • E' noto che gli uomini sono assai sensibili all'aspetto femminile. Ma anche per le donne la bellezza maschile conta; la differenza è che, oltre alla bellezza, per le donne sono importanti anche altri fattori.
    Per gran parte degli uomini, intelligenza e personalità della donna sono secondari rispetto alla bellezza. Invece le donne vogliono un uomo che abbia tutto: bellezza, intelligenza, personalità, talenti, denaro o potere (poi magari si accontentano, ma il loro sogno è quello).
  • Nelle relazioni sentimentali, gli uomini danno importanza primaria al sesso. Le donne danno maggiore importanza all'essere amate e ricevere attenzione.
  • Il sogno della maggior parte degli uomini (specialmente giovani) è avere un "harem": tante donne diverse con cui fare sesso. Il sogno di quasi tutte le donne è un amore da favola ed eterno (il Principe Azzurro).
  • Certi uomini pagano per fare sesso. Certe donne si fanno pagare per fare sesso. L'inverso accade molto più di rado.

4. Differenze fisiche

Le differenze fisiche tra uomo e donna sono evidenti, ma non accade solo tra noi umani. Le diversità tra maschi e femmine sono presenti nella maggior parte delle specie, e così diffuse che esiste un termine scientifico per il fenomeno: dimorfismo sessuale.
Anche se alcune differenze possono apparire scontate, altre non lo sono, e possono essere più influenti di quanto crediamo.

  • Apparato riproduttivo - La differenza non sta solo nella capacità di procreare o meno. L'apparato riproduttivo femminile comporta anche fenomeni come il ciclo mestruale, nonché variazioni ormonali che influenzano fortemente la psiche e il comportamento. In alcuni casi queste variazioni possono indurre gravi malesseri e persino comportamenti criminali.
    Inoltre condiziona certe scelte personali: per esempio, le donne sono meno disponibili a fare sesso anche perché temono una gravidanza.
  • Sistema endocrino - E' noto che gli ormoni influenzano la percezione, l'umore e il comportamento, nonché molti processi fisiologici. Quindi anche le differenze nel sistema endocrino (ghiandole) maschile o femminile, produrranno differenze negli individui dei due generi.
  • Cervello - Anche se la questione è dibattuta (spesso per motivi ideologici piuttosto che scientifici), svariate ricerche rilevano differenze tra il cervello maschile e femminile (sia di umani che animali). Ci sono diverse differenze psicologiche e di abilità tra uomini e donne. E' quindi lecito concludere che ci siano differenze caratteriali e di comportamento innate.
  • Forza fisica - Che gli uomini siano mediamente più forti delle donne fisicamente è indubitabile. Quello che molti non sanno, però, è quanto grande sia questa differenza: le donne hanno una forza del 60-70% rispetto a quella maschile nelle gambe, ma solo del 50-60% nel torso. Quindi nelle attività che coinvolgono i muscoli superiori gli uomini hanno un vantaggio quasi doppio.
    Ecco perché negli sport esistono categorie maschili e femminili: se competessero insieme, le donne perderebbero quasi sempre. Anche quando una squadra di donne professioniste compete contro una di uomini adolescenti o dilettanti, quest'ultima di solito vince. La differenza di forza, potenza e velocità è schiacciante.
  • I due sessi accumulano grasso in modo diverso - Gli uomini soprattutto sulla pancia, mentre le donne specialmente su cosce e glutei. Inoltre, le donne accumulano più grasso corporeo e sono soggette alla cellulite (80-90%) molto più degli uomini (10%). Anche se queste differenze sono più che altro estetiche, sono un'ulteriore riprova di diversità tra i generi che non c'entra nulla con la cultura.
  • Salute e malattie - Anche per i motivi sopra elencati (ma non solo), esistono innumerevoli differenze in ambito sanitario tra i due generi: certe malattie colpiscono solo (o in proporzione maggiore) maschi oppure femmine; la reazione a certi farmaci è diversa; le donne vivono più a lungo; anche nella salute mentale vi sono problematiche differenti (p.es. gli uomini sviluppano più dipendenze, le donne più depressione).


La cultura è secondaria

Motivare queste differenze con la cultura è fallace, in quanto le differenze sopra riportate sono pressoché universalmente valide in tutta l'umanità e nelle varie culture (anche se alcune magari in gradi minori o maggiori, e su questo la cultura può avere un influsso).
Le differenze di comportamento sono motivate in primo luogo da impulsi innati e istintivi, in genere per ragioni evoluzionistiche. La loro natura innata e profonda li rende poco modificabili dalla cultura e dall'educazione. Cultura ed educazione hanno spesso un forte impatto sugli individui, ma resta il fatto che le differenze innate esistono e fanno parte della natura profonda delle persone; per cui non possono essere cancellate ma, al più, modificate.

Il dibattito sull'influsso innato oppure culturale nel comportamento ("Nature vs Nurture") è antico e mai sopito. Molti si convincono che tutto sia determinato da geni ed istinti; altri - al contrario - credono che ogni attitudine sia plasmata dalla cultura (tali posizioni sono forse dovute al fatto che una spiegazione semplice è più rassicurante di una complessa).
La posizione più ragionevole - a mio avviso - è quella che considera l'importanza di entrambi, e di come i fattori innati e culturali interagiscano fra di loro.

Spiegazione evoluzionistica

La spiegazione più probabile per queste differenze viene dall'evoluzione: nel corso di milioni di anni, maschi e femmine hanno sviluppato comportamenti diversi per ottimizzare i ruoli di ciascuno, e garantire così maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi:
  • Le femmine hanno dovuto occuparsi della prole, restando in gruppo nel villaggio: sviluppando così migliori capacità relazionali, comunicative e di intuizione (per capire le necessità dell'infante), minore attitudine al rischio (che avrebbe messo in pericolo anche i piccoli), maggiore tendenza stanziale.
  • I maschi hanno dovuto sia proteggere femmine e cuccioli, che procurare loro il cibo: quindi hanno sviluppato maggiore forza fisica (per caccia e difesa), più aggressività e più tendenza al rischio (per affrontare i pericoli), maggiore capacità di movimento e orientamento (dovendo spostarsi a lungo).
Anche oggi che questi ruoli sono molto meno necessari, le differenze permangono: sia a livello fisico (maggiore forza e dimensioni nei maschi) che caratteriale (per esempio: maggiore aggressività, intraprendenza ed orientamento spaziale nei maschi; migliore intelligenza emozionale e capacità di cura delle persone nelle femmine). La cultura è un fattore secondario (per quanto importante), perché queste differenze sono iscritte nel nostro DNA: per selezione naturale, chi non era all'altezza di quei ruoli non si sarebbe riprodotto.

“Nel corso di milioni di anni,
maschi e femmine hanno sviluppato
comportamenti diversi”

Questi sono i fatti, e sono tutto intorno a noi

Ma non sto parlando solo di teoria e ricerche: se ci guardiamo intorno e osserviamo il comportamento di uomini e donne reali (in un campione abbastanza ampio), nella maggioranza dei casi osserveremo proprio le differenze sopra elencate. Magari non tutti le ammetteranno apertamente, ma risulteranno dai loro comportamenti; poiché non sempre le persone sono sincere, infatti, non bisogna basarsi su ciò che dicono di sé, ma sulle loro azioni.
Basta banalmente osservare comportamenti onnipresenti (incluso nella maggior parte delle culture), come:
  • I maschi sono molto più interessati alla tecnologia (macchine, computer) o agli sport. Le donne sono molto più interessate ad abbigliamento ed accessori (scarpe, borse) o alla cosmesi.
  • Una giornata passata a fare shopping è per molti uomini una sofferenza o una perdita di tempo. Per le donne è una delizia.
  • Nella maggior parte dei casi, il tempo speso per vestirsi e prepararsi dagli uomini è nettamente inferiore al tempo speso dalle donne.
  • Di fronte alla prospettiva di sesso occasionale con uno sconosciuto, la maggior parte degli uomini è interessata od entusiasta. La totalità delle donne è indifferente o disgustata.
  • Per l'uomo medio il matrimonio può essere un evento importante, oppure qualcosa per cui non ha alcun interesse. Per la donna media il matrimonio ha spesso un'importanza esistenziale, o è addirittura qualcosa attorno a cui ruota la sua vita.
  • Se qualcuno entra in una stanza con un infante, gli uomini manifestano un interesse blando o assente. Le donne vanno in brodo di giuggiole.
Negare questi fatti è negare l'evidenza (anche se, di nuovo, possono esserci alcune eccezioni). Di solito chi respinge queste differenze di genere non si basa sull'osservazione delle persone reali, ma sulle sue teorie astratte e idealizzate; sul mondo "come dovrebbe essere", non com'è realmente.

Perché si negano queste differenze

Ci sono una serie di motivazioni che spiegano l'attaccamento spesso viscerale all'idea del "siamo tutti uguali" - al punto di negare persino l'evidenza. Una singola persona può ricadere in una o più di queste categorie.

Idealisti (*)

Costoro sono talmente aggrappati al loro ideale, da negare qualsiasi fatto loro presentato. L'ideale viene anteposto alla realtà, e diventa un "totem" impossibile da mettere in discussione (un po' come la fede per un credente).
(*) Questa categoria include buona parte degli attivisti per qualche causa, molte persone di sinistra, i cosiddetti "woke", i "Social Justice Warrior" (SJW), e molte femministe (vedi sotto).

Personalità fragili e insicure

Per persone di questo tipo, la realtà è spesso troppo complessa e inquietante. Poiché non sono in grado di affrontarla, spesso si inventano delle spiegazioni o dei "fatti alternativi", più semplici e rassicuranti, che li confortano. Di fronte al caos delle relazioni uomo-donna, per costoro credere che "Siamo tutti uguali", "Abbiamo tutti lo stesso valore" o "Tutti meritiamo di essere amati" sono ideali rassicuranti - per quanto utopici.
  • Inoltre, credere che le differenze uomo-donna (e le conseguenti problematiche) siano interamente originate dalla cultura, fornisce l'illusione rassicurante che esse possano essere risolte (se cambiamo la cultura, il problema può sparire).
  • Invece ammettere che certe differenze siano innate significa accettare che certi problemi restano inevitabili (uomini e donne saranno sempre diversi, se è nella loro natura), cosa che per una personalità fragile può risultare così ansiogeno da essere inaccettabile (vedi le reazioni viscerali di certe persone su questo argomento).

Persone immature

Similmente, una persona che non è maturata a sufficienza non è in grado di comprendere le numerose complessità del mondo reale; la sua mente non è abbastanza sofisticata. Per cui si attaccherà a spiegazioni semplici, che è in grado di comprendere (anche se infondate).

Femministe (*)

Riconoscere le differenze di cui parlo vuol dire ammettere che ci sono comportamenti e preferenze maschili e femminili, quindi ogni genere ha le sue ragioni. Ma per il femminismo, che nella maggior parte dei casi opera ad esclusivo vantaggio delle donne (a dispetto di quanto afferma in teoria), questo non è accettabile. Invece, sostenendo la teoria del "Siamo tutti uguali", c'è un solo modello che deve valere per tutti, ed è quello femminile: i bisogni, i desideri ed i problemi delle donne. Per tali femministe, l'uomo dovrebbe essere come una donna.
Secondo questa visione "unificata", se un uomo non vi rientra, magari perché:
  1. dà più importanza al sesso che all'amore;
  2. fa uso di pornografia;
  3. o non ha interesse a sposarsi...
(cioè non corrisponde a preferenze e bisogni femminili), allora non è semplicemente la sua natura maschile, ma è sbagliato lui. Se "Uomini e donne sono uguali", non ci sono due possibili posizioni: ogni deviazione dal modello è un errore da condannare o una anomalia da correggere. Nei casi sopra citati, l'uomo verrà definito come: 1."sesso-dipendente", 2. depravato, 3. incapace di impegnarsi (invece di riconoscere semplicemente che gli uomini spesso "funzionano così").
(*) (non vale per tutte, ma direi per una buona parte).

Queste categorie possono sviluppare una mentalità di "pensiero unico" di stampo vagamente fascista, per cui ogni pensiero o comportamento diverso o divergente è inammissibile, e va censurato o stroncato (vedi le reazioni aggressive di attivisti o femministe quando le loro ideologie vengono messe in discussione).

Sapere è potere

Come detto all'inizio, ignorare queste differenze produce molte difficoltà sia alle persone che nelle relazioni. Sarebbe auspicabile che venissero insegnate e spiegate, magari all'interno di un valido programma di educazione sentimentale e sessuale; ma questo sembra una conquista sociale ancora lontana.

Nel frattempo, possiamo ricordare che "Sapere è potere": più comprendiamo gli altri ed il sesso opposto, più saremo in grado di relazionarci in modo positivo e costruttivo. Se le nostre relazioni non funzionano, dare la colpa all'esterno è inutile. E' molto più utile renderci conto di quali sono i nostri limiti (inclusa l'ignoranza), e provare a superarli.
Diffidando anche da quelli che cercano di semplificare tutto (specialmente materie complesse come l'animo umano), o che insistono su come la loro visione del mondo sia l'unica possibile o accettabile.

Maschile e femminile sono complementari - non nemici

Quando si parla di differenze di genere, emerge spesso una mentalità competitiva o antagonistica (specialmente se ci sono di mezzo ideologie, come quelle tradizionaliste o femministe):
  • "Gli uomini sono migliori, le donne sono inferiori."
  • "Le donne sono buone e amorevoli, gli uomini sono cattivi e violenti."
Trovo queste mentalità miopi e dannose. In realtà uomini e donne - e più ancora la psiche (*) maschile e femminile - sono complementari: esprimono il loro meglio quando collaborano in maniera sinergica e si completano a vicenda.
Questo post non vuole quindi stimolare dibattiti sterili su quale genere sia meglio, ma piuttosto evidenziare come queste differenze siano un arricchimento quando cooperano insieme - proprio come accade in un matrimonio armonioso.

(*) In greco antico "psyché" indica l'anima; qui intesa come energia psichica, archetipi maschile e femminile presenti in ognuno.

"Gli uomini si sono sempre occupati del potere sulle cose, le donne del potere sulle persone."
(Giorgio Gaber)

"Gli uomini fanno le leggi, le donne i costumi."
(J.A.H. de Guibert)

"Le donne hanno bisogno di una ragione per fare sesso. Gli uomini hanno bisogno solo di un posto."
(Billy Crystal)


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