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L'amore esiste davvero, ma non è mai perfetto

L'amore esiste davvero? Esiste l'amore eterno?

Di solito chi pone queste domande è stato deluso in amore, oppure riesce a combinare ben poco a livello relazionale. Quindi si chiede se tutto questo parlare di amore e sentimenti sia qualcosa di reale o immaginario.

Però forse queste persone non hanno ben chiaro di cosa parlano. Cosa intendono con "amore"? "Mi piaci", "Ti desidero", "Ti voglio", "Ho bisogno di te", "Non posso vivere senza di te", "Mi stai a cuore"...? Parlano di passione, bisogno, mancanza, dipendenza o cosa?
Tutte queste espressioni non indicano lo stesso sentimento: è importante saper distinguere, sapere cosa si cerca e cosa si offre. Certo molto spesso queste emozioni accadono insieme, ma c'è una grande differenza tra un sentimento egoistico ("Ti voglio") ed uno altruistico ("Ti voglio bene", ovvero desidero il tuo benessere).

Altre volte questa domanda viene da chi osserva persone che dicono di amare ma poi trattano male il partner, o lo tradiscono, o lo abbandonano senza spiegazioni. Il dubbio - legittimo - è che la parola "amore" venga usata in modo superficiale o menzognero.
Si ha paura che l'amore sia solo un concetto nobile con cui si gioca finché ci fa comodo, o che sia solo una promessa fatua che emerge nei momenti di trasporto, ma che viene presto dimenticata.

L'amore autentico esiste, ma è raro

La risposta onesta è che sì, l'amore autentico esiste, ma spesso viene chiamato "amore" qualcosa di diverso. Viviamo in una cultura romantica che esalta le emozioni, e che ci induce a chiamare "amore" tutte le emozioni piacevoli o intense che ci travolgono (che siano il desiderio appassionato, la bramosia erotica, la mancanza struggente, le cosiddette "farfalle nello stomaco" o l'affetto profondo).
Non è sempre stato così: nell'antica Grecia, per esempio, si distingueva tra diversi tipi di amore (Agape, Eros e Philia, ma non solo).

Secondo me, l'amore autentico è quando accettiamo e apprezziamo qualcuno per quello che è, e abbiamo a cuore il suo benessere, anche quando non ne traiamo alcun vantaggio (se amiamo solo a condizione di essere ricambiati, è più una forma di scambio che di amore gratuito). E' quello il sentimento che ci fa sentire amati in senso profondo: per quello che siamo, non per quello che diamo.

Differenza tra prendere e dare

Questo tipo di sentimento accade, ma non è comune - anche perché richiede una certa maturità e forza d'animo. Molto di quello che chiamiamo "amore" è in realtà un tentativo di prendere qualcosa dall'altro (piuttosto che dare), oppure di "usare" l'altro per i nostri scopi. Non nasce da un sentimento amorevole, ma da un nostro bisogno. Una persona immatura, ancora vicina ad uno stadio infantile, è molto più concentrato sul prendere e ha scarsa capacità di dare.
Quando vediamo esempi di "amore" immaturo, non è segno che l'amore non esiste; ma - piuttosto - che l'amore autentico è cosa rara, e diversa dalle dichiarazione romantiche e sdolcinate che spesso incontriamo. Piuttosto che lamentarci della sua rarità, potremmo chiederci se noi stessi per primi ne siamo capaci (se non sappiamo darlo, è anche ovvio che difficilmente potremo riceverlo).

Inoltre, l'amore autentico spesso si alterna a forme di sentimento più egoistiche. Quando ciò accade non vuol dire che non sia sincero, ma che è nella natura umana voler prendere oltre che dare. In fondo tutti ci relazioniamo anche perché abbiamo bisogno di ricevere nutrimento dagli altri.

Se si tradisce o si lascia, non era amore?

Molti pensano che, se qualcuno tradisce o abbandona il partner, significa che non l'ha mai amato davvero. Ma non è detto. Tutto cambia nel tempo, inclusi le persone e i sentimenti. Magari uno amava l'altro profondamente, ma poi sono successe una serie di cose che li hanno allontanati.
L'idea che il vero amore sia eterno è uno dei tanti miti romantici. L'eternità è cosa da dei e leggende, non per noi limitati esseri umani.

Esiste l'amore eterno?

Sì, può esistere, ma probabilmente non è l'amore a cui stai pensando. Le persone che cercano "L'amore eterno" di solito intendono "L'amore romantico", cioè "Essere innamorati per sempre": ma l'innamoramento non è mai eterno (mediamente, dura al massimo tra 12 e 18 mesi).
  1. L'amore romantico è l'idea di un partner perfetto, che ci ami senza se e senza ma, e che ci renda sempre felici.
  2. L'amore reale (quello che può durare a lungo) avviene fra due persone imperfette - come tutti - che si amano nonostante i limiti, le delusioni e i conflitti.
Tutti sono capaci di innamorarsi, ma pochi sono quelli capaci di amare realmente.

"L'amore non esiste!"

Il corollario di questi dubbi è un'affermazione categorica: "L'amore non esiste!", solitamente espressa da persone deluse o ferite in questo ambito, quasi sempre giovani o inesperte. Costoro credono che le proprie esperienze riflettano l'intera realtà. Non si rendono conto di stare parlando dei propri limiti, non di quelli del mondo:
  • Solo perché qualcuno ti ha tradita, non vuol dire che tutti lo facciano.
  • Anche se nessuno ti ha amato sinceramente (finora), non esclude che ad altri vada diversamente.
Insomma, quello che succede a te (o che vedi intorno a te) non descrive la realtà, che è sempre molto più vasta e molteplice di quanto possiamo vedere. Chi fa affermazioni categoriche sull'amore, in genere dell'amore sa poco o nulla: amare è un'esperienza troppo complessa e variegata, per essere ridotta a concetti elementari e in "bianco o nero".

Quando non troviamo l'amore che cerchiamo

Se ci troviamo ripetutamente in queste situazioni, non è perché il mondo sia cattivo o l'amore non esista. Il problema nasce quasi sempre da noi stessi:

L'amore esiste ma non è ideale

Riassumendo, l'amore esiste realmente ma spesso non è ideale, perfetto, costante ed incondizionato come vorremmo. "L'amore umano", reale, ha dei limiti: perché noi esseri umani siamo limitati.
Quando accettiamo "l'amore umano" con le sue limitazioni, riusciamo anche a vedere che magari è già intorno a noi, nei piccoli gesti, pensieri ed azioni delle persone che ci vogliono bene - a modo loro e come possono.


"I sentimenti devono essere sempre in libertà. Non si deve giudicare un amore futuro in base alla sofferenza passata."
(Paulo Coelho)

"L'amore non è fare cose straordinarie o eroiche, ma fare cose ordinarie con tenerezza."
(J. Vanier)

L'amore è il desiderio irresistibile di essere irresistibilmente desiderati."
(Mark Twain)


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E' normale che un uomo guardi video porno?

Perché il mio ragazzo guarda la pornografia?

È normale che gli uomini fidanzati guardino i porno?

Se lui guarda i porno vuol dire che non gli piaccio o non lo soddisfo?

Se lui guarda i porno vuol dire che non è fedele?


Guardare pornografia è completamente normale (finché non diventa una dipendenza ossessiva).
Praticamente la totalità dei maschi si masturba; farlo guardando pornografia aumenta l'eccitazione ed il piacere, quindi viene naturale. E visto che la pornografia è a portata di mano, ovviamente viene usata spesso*. Gli uomini che affermano di non masturbarsi, o di non usare il porno, il più delle volte mentono (perché sanno che le donne hanno reazioni negative a riguardo). Peraltro masturbarsi è un'attività naturale e benefica, per entrambi i sessi.
Infatti anche molte donne usano la pornografia* per eccitarsi - solo che il più delle volte non lo dicono in giro. Esistono persino case di produzione dedicate a produrre video porno su misura per i gusti femminili.

* Qualche statistica

Pornhub (uno dei maggiori siti dedicati al porno) pubblica dettagliate analisi statistiche del suo utilizzo. Nell'edizione del 2019 vediamo che ha ricevuto 42 miliardi di visite (115 milioni al giorno) - e questo solo su quel sito. Le donne risultano il 32% dei visitatori.
E' il caso di notare che l'utilizzo del porno è cosa ben diversa dalla dipendenza (termine che molti usano a sproposito). La stessa pagina riporta una durata media della visione di 10 minuti; un tempo del tutto normale, ben lontano da un uso patologico (che può accadere, ma in una minoranza di casi).

Succede anche quando siamo in coppia

Anche quando sono in una relazione, molte persone hanno comunque interesse per la pornografia (e/o la masturbazione), per vari motivi:
  • In genere non vuol dire che non si desidera la partner: è un'attività che soddisfa un bisogno diverso.
  • A volte a lui viene una voglia improvvisa; oppure ha voglia più spesso di lei; o, ancora, a volte ricerca un piacere diverso da quello dell'amplesso.
  • E' anche importante capire che sesso e amore non sono equivalenti: possiamo amare qualcuno anche quando il nostro desiderio non è rivolto solo a lei o lui.

Porno e soddisfazione di coppia

Alcune volte, invece, l'uso del porno indica che l'attività sessuale di coppia non è (abbastanza) soddisfacente, e si cerca altrove quella soddisfazione. Questo è particolarmente vero quando l'attività sessuale nella coppia è infrequente, o la libido dei partner è molto diversa.
Per scoprire se questo è il proprio caso, occorre parlarne apertamente e con rispetto (senza giudizi o aggressività): chi si sente criticato o aggredito, tenderà a non essere sincero. Va sottolineato che, in questi casi, l'uso della pornografia è un sintomo, non la causa dei problemi: si ricorre al porno perché si è insoddisfatti, non viceversa. Prendersela con il porno vuol dire ignorare il vero problema (che riguarda entrambi, non solo chi ne fa uso).

Porno e fedeltà

L'uso della pornografia non ha alcuna connessione con la fedeltà. Semmai, il suo uso può diminuire il rischio di tradimenti: è normale desiderare persone diverse dal partner, ma se viviamo le nostre fantasie nella masturbazione, è meno probabile che le trasferiamo nella realtà.

Il porno non è una minaccia

La maggior parte delle donne non comprende l'interesse maschile per la pornografia, e la vede come una minaccia. Ma questo interesse viene piuttosto naturale: il porno è creato apposta per eccitare gli uomini. Se non diventa una dipendenza, non va temuto, ma va visto semplicemente come uno svago.
Bisogna tenere conto che voler controllare il partner, oppure voler cambiare l'altro perché certi aspetti ci danno fastidio, corrode il sentimento e facilita la distruzione del rapporto - oltre ad essere una mancanza di rispetto.

“Voler controllare il partner
corrode il sentimento
e distrugge il rapporto”

Combattere non serve

Di fronte a qualcosa di inevitabile, ci sono due possibili risposte: Tanto lui continuerà a masturbarsi, e guardare i porno, anche se lo minacci e glielo proibisci. Ma in più si sentirà rifiutato, frustrato e risentito. Cosa ci guadagni? Se lo critichi e litighi con lui, cercando di cambiarlo, riuscirai solo ad allontanarlo.
Ricorda che nessun partner sarà mai esattamente come vorremmo. Inoltre, amare veramente qualcuno significa anche accettarlo per quello che è.

Tutti facciamo "stranezze"

Inoltre, pensare in termini di "normale" e "anormale" è ingannevole: in realtà nessuno è "normale" e tutti facciamo cose che ad altri appaiono "strane".

Pensiamo all'ossessione femminile per scarpe e borse, o all'entusiasmo maschile per il calcio: queste passioni risultano per lo più incomprensibili al sesso opposto ma, finché non creano problemi concreti, non vi diamo peso. La pornografia può essere vista allo stesso modo: un passatempo di per sé innocuo che non danneggia la relazione (almeno finché non diventa fuori controllo, o finché non prende il sopravvento sui rapporti con la partner).

La pornografia non è una novità

Quelli che pensano che l'uso della pornografia sia esploso di recente, o che sia tutta colpa di Internet, sono male informati: ovviamente Internet ha reso tutto più facile, ma la pornografia era ampiamente diffusa anche nei decenni precedenti, e l'uso di immagini a scopo di stimolazione erotica esiste da secoli.

Come ho detto all'inizio, è un'inclinazione naturale:
  • Gli uomini sono affascinati dal sesso, e da tutto quanto lo riguarda (è una specie di "programma biologico", particolarmente poderoso in gioventù).
  • Ma anche le donne ne sono incuriosite ed attratte - se la cultura in cui vivono non le reprime.
Poiché non sempre possiamo fare sesso quando, quanto e come vorremmo, la pornografia fornisce una soddisfazione vicaria. E' un po' come per chi sogna di vivere avventure, viaggiare nello spazio, o vivere un amore appassionato; e trova soddisfazione nel consumare film e romanzi d'azione, di fantascienza o romantici.

Perché il porno è così attraente

L'appagamento sessuale proviene fondamentalmente da due fattori:
  1. La parte fisica: stimolazione delle zone erogene.
  2. La parte psico-emotiva: l'eccitazione che deriva da stimoli sensoriali (visivi, uditivi, olfattivi...) e mentali (questa seconda parte è fondamentale, ed è un motivo per cui tutti preferiamo partner attraenti per fare sesso: ciò che non cambia la stimolazione fisica, ma amplifica quella psico-emotiva).
Quando ci masturbiamo la sola stimolazione fisica spesso non basta, e la pornografia aggiunge un potente contributo psico-emotivo (fornendo stimoli visivi e rappresentando fantasie erotiche comuni): questo fa sì che l'eccitazione sia più intensa ed il piacere più completo. E' un po' come dire che in una pizza l'impasto fornisce la base, ma è il condimento che la rende così appetibile.

Chi condanna l'uso del porno perché non lo trova eccitante o lo ritiene disgustoso, non si rende conto che i gusti sessuali possono essere molto diversi, per cui quello che attrae alcuni può risultare indifferente o sgradevole ad altri (questo vale per qualsiasi esperienza: cibo, colori, musica, arte...).

“Quando ci masturbiamo
la pornografia aggiunge
un potente contributo psico-emotivo”

Pornografia al femminile

Si può pensare che la pornografia sia un fenomeno principalmente maschile, ma in realtà esiste anche una specie di "porno al femminile": e cioè le fantasie romantiche nei media. Tutto ciò che rappresenta - in modo idealizzato e favolistico - i sogni di amore eterno, passione irresistibile, devozione e fedeltà assolute, che fanno sognare quasi tutte le donne (e che alimenta un mercato florido: dai film romantici ai romanzi rosa, dalla musica leggera agli sceneggiati televisivi), è l'equivalente al femminile della pornografia maschile.
Si potrà osservare che sono contenuti molto diversi, ed è vero. Però assolvono la medesima funzione: rappresentare le fantasie relazionali di ciascun genere, in modo che il fruitore possa sognare quello che vorrebbe vivere, ma che normalmente è ben lontano dalla sua vita reale. La differenza è che uomini e donne hanno - di base - fantasie diverse:
  • Gli uomini sognano soprattutto sesso facile, spregiudicato e con numerose donne.
  • Le donne sognano soprattutto una relazione intensa, emozionante e travolgente, con un uomo che sia al tempo stesso tremendamente passionale ma anche fedele e rassicurante.
(poi certamente anche gli uomini sognano l'amore, ed anche le donne hanno fantasie erotiche; ma queste preferenze di base appaiono valide per la maggioranza)

Quindi sia la pornografia in senso stretto (al maschile), che quella "al femminile", non fanno altro che prendere le fantasie predominanti di ciascun genere, e costruirci sopra una narrativa accattivante per i gusti di quel genere, per scopi commerciali (i sogni vendono molto più della realtà).
Nessuna delle due rappresentazioni è realistica, proprio perché lo scopo non è informare, ma soddisfare le fantasie con prodotti "d'evasione": il sesso reale non accade come nel porno, l'amore reale non accade come nei film romantici.
Per questo ogni critica rivolta alla pornografia tradizionale (scarso realismo, diseducativo, fuorviante, alimenta illusioni*) andrebbe rivolta anche verso quella "al femminile" (chi prenda i film romantici come modello, svilupperà aspettative elevate ed irrealistiche che tenderanno a danneggiare le sue relazioni).

* Il porno non è fatto per educare

Chi accusa il porno di essere diseducativo ha ragione, ma sbaglia bersaglio. Infatti lo scopo del porno non è informare, bensì intrattenere. Proprio come tutti i prodotti di intrattenimento di massa (film, serie TV, canzoni, ecc.), che distorcono la realtà per divertire o emozionare. Non ha senso aspettarsi che i prodotti di intrattenimento siano anche educativi: sono due funzioni radicalmente diverse (non ce lo aspettiamo dai film hollywoodiani, perché mai dovremmo aspettarcelo dal porno?).
La soluzione non è bandire il porno (resterebbero comunque tanta ignoranza e disinformazione sulla sessualità), bensì fornire ai giovani una valida educazione sessuale, in modo che non debbano informarsi tramite il porno, e siano in grado di vederlo con sguardo critico. Chi critica il porno e si oppone all'educazione sessuale, è un moralista ipocrita che vuole mantenere l'ignoranza.

“La soluzione non è bandire il porno,
bensì fornire una valida
educazione sessuale”

Le cose cambiano, la coppia pure

Il problema di molte coppie è la convinzione che la relazione andrà sempre bene come all'inizio; che si resterà innamorati, appassionati e desiderosi l'uno dell'altra come nei primi tempi; ma non funziona mai così. Non siamo fatti per stare insieme a lungo, quindi ogni coppia si trasforma: passione e desiderio calano, sorgono conflitti e crisi, cambiano le priorità, quindi la relazione si evolve - oppure si spegne.

Il problema di molti è quindi avere aspettative irreali o troppo elevate, per cui non sono preparati alle delusioni. Sorprendersi quando si scopre che il partner si masturba, o scandalizzarsi se il compagno guarda video porno, rivela un'aspettativa quantomeno ingenua o disinformata: al giorno d'oggi, come si fa a pensare che lui non si toccasse mai o non fosse attratto dai nudi femminili?
Quando leggo le reazioni inorridite ed esterrefatte di certe donne, che vedono l'uso del porno come una perversione inaccettabile (vedi la sezione dei Commenti), mi viene da dire "... Ma in che mondo vivevi? Credevi di essere in una favola?". Se in certi casi il compagno può essere accusato di trascurarle, queste donne sono perlomeno sconnesse dalla realtà. Certo, magari erano state fatte delle promesse; ma quanto sono sostenibili nel tempo?

Il cambiamento accade ad entrambi i sessi. Sul versante femminile, spesso la moglie perde il desiderio sessuale verso il marito, ed il marito non se ne dà ragione. Ma la moglie non lo fa apposta. Colpevolizzarla non serve a nulla.
E' un caso simile a quello dell'uso del porno. Anche in questo caso all'inizio erano state fatte delle promesse, presi degli impegni. Ma è colpa della moglie se quello che sente e desidera è cambiato? Oppure è qualcosa che accade naturalmente?
Semplicemente le persone cambiano, e la relazione cambia con loro. Nulla rimane sempre uguale.

Dalla rabbia al venirsi incontro

Quando le relazioni si trasformano e veniamo delusi, o perdiamo quello che ci era caro, è normale provare rabbia. Ma le relazioni non tornano come prima; il passato non ritorna. Quando le cose cambiano, occorre riconoscere il cambiamento, e decidere come affrontarlo. Oppure possiamo restare arrabbiati e insistere che abbiamo ragione... ma questo non risolverà nulla.

Di fronte al porno molte donne chiedono "Perché lui fa...?"; ma spesso non sembrano davvero interessate a capire, quanto piuttosto ad attribuire colpe. In questi casi la frustrazione e la delusione sono umane, però l'aggressività e il giudizio rendono impossibili sia un dialogo costruttivo che una soluzione.
I problemi di relazione si risolvono solo venendosi incontro, entrambi. Finché si rimane nella rabbia (anche se giustificata), la relazione è impossibile: ognuno resta nella sua bolla.

“L'aggressività e il giudizio
rendono impossibili
sia il dialogo che una soluzione”

Se non è quello che vuoi sentirti dire

Se sei una donna, è probabile che questo discorso possa darti fastidio. Oppure che dica cose ben diverse da ciò che vuoi credere, o da quello che vorresti sentirti dire (se questo è il caso, capisco il tuo disappunto; però prova a vederlo come un uomo che parla con onestà dei maschi in generale).

So che molte donne credono che "l'uomo giusto", una volta incontrato, sarà esente da tutti quei "difetti" che tanto vi esasperano:
Mi dispiace darti una brutta notizia, ma questo tipo di uomo non esiste. E' solo una fantasia romantica creata dai media (e da chi cerca di venderti qualcosa).
Se non mi credi, chiediti: "Quante donne conosco con un partner così nella realtà?" (che conosci personalmente - non personaggi famosi - e che stiano insieme da almeno tre anni).

I consigli del sessuologo e della terapeuta

Concludo citando due articoli (in inglese) del terapista di coppia e sessuologo Dr. Marty Klein: Klein osserva che spesso viene data la colpa al porno per una serie di problemi che in realtà riguardano la coppia: problemi di relazione, di ostilità, di egoismo, di manipolazione, di integrità... in cui la pornografia non è la fonte del vero problema, ma solo un sintomo. Ed è ovvio che concentrarsi sul sintomo non risolverà il problema.
Inoltre, demonizzare il maschio ed indurlo a disprezzare od odiare se stesso per un desiderio che non può cancellare, può soltanto corrodere la relazione fino a distruggerla. Forse che una donna si sentirebbe incoraggiata a migliorare la relazione, se il suo uomo la facesse sentire disprezzata od odiata...?

E per chi obietta che queste sono solo opinioni maschili, cito anche la psicologa e terapeuta di coppia Samantha Rodman Whiten, che cerca di conciliare i punti di vista di entrambi i generi:

Questo post ha ricevuto molte visite e numerosi commenti: in genere di donne in aperto conflitto con la pornografia, od anche desiderose di comprendere i loro compagni, ma comunque turbate. Poiché i commenti non sono il luogo adatto a lunghe spiegazioni, ho scritto un altro post per rispondere a dubbi, domande e critiche femminili all'uso del porno: "Uomini e pornografia: risposte alle donne".

Puoi comunque scrivere un tuo commento, ma se hai dubbi o domande ti conviene prima leggere il post linkato qui sopra: è probabile che troverai delle risposte ai quesiti che hai in mente.

"Non condannate la masturbazione: è fare sesso con qualcuno che ami."
(Woody Allen)

"Sono contraria all'eliminazione della pornografia. Eliminazione delle armi: sì; se vuoi eliminare la povertà: sì. Quelle sono le oscenità, la vera brutalizzazione delle persone."
(Betty Friedan, autrice femminista)

"La pornografia non ispira la violenza, però potresti romperti una gamba cercando di imitarla."
(Mason Cooley)


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Perchè non riesco a smettere di pensare a lei/lui?

Perché continuo a sentirmi legata al mio ex?

Perchè continuo a sperare di poterla avere anche se è impossibile?


Quando restiamo legati all'ex partner

Quando una relazione sentimentale finisce, spesso ci sentiamo ancora visceralmente legati all'ex partner. Questo accade specialmente se siamo stati lasciati; ma non necessariamente: a volte siamo noi a lasciare - per conflitti, incomprensioni o perché non sopportavamo più l'altra persona - eppure continuiamo a sentire nostalgia e desiderio.

Quando restiamo legati a chi non ci ha mai voluti

Similmente, quando una persona ci piace ma non ci ha mai voluti (e magari ce l'ha anche detto chiaramente), razionalmente sappiamo bene di non avere speranze. Eppure possiamo continuare a sentici vincolati, a provare un desiderio struggente, e persino sentire la convinzione che quella è l'unica persona giusta per noi, l'unica che potrebbe renderci felici...

Tutto questo può apparire incomprensibile: se una relazione è finita, o se l'abbiamo chiusa, o se non c'è mai nemmeno stata, perché dovremmo sentire ancora un legame così forte?

I sentimenti non sono razionali - né ragionevoli

La spiegazione più semplice è che emozioni e sentimenti non obbediscono alla logica né alla ragione. Di base, i sentimenti amorosi nascono dagli istinti: l'attrazione, la passione, l'innamoramento, nascono dalla nostra parte istintiva - che sta all'opposto di quella razionale (anche a livello cerebrale: gli istinti hanno sede nel "cervello rettiliano" - la parte più antica - mentre la ragione opera nella corteccia cerebrale - la parte più recente).

E' lo stesso motivo per cui possiamo desiderare una persona anche se sappiamo che è negativa per noi, se ci ha maltrattati o delusi profondamente: la parte viscerale in noi segue le sue "regole", e ignora completamente la ragione. Come ha detto il filosofo Blaise Pascal:
"Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce."

Innamoramento e dipendenza

Questo tipo di forte attaccamento e dipendenza segue generalmente il meccanismo dell'innamoramento.
Quando ci innamoriamo, sperimentiamo sia una visione dell'altro idealizzata (in cui ci appare migliore di quello che è realmente), sia uno stato alterato di coscienza dovuto ad una serie di sostanze prodotte dal cervello (che si comporta come se fosse sotto l'effetto di droghe), come la dopamina (molecola del piacere) e l'ossitocina (che alimenta la dipendenza). Sono queste sostanze a produrre effetti come "le farfalle nello stomaco" e ad indurre lo stato di attaccamento.

Questi effetti possono continuare anche dopo la fine della relazione; oppure persistere verso la persona che non ci ha mai voluto, che vediamo in modo idealizzato e quindi come soluzione ideale ai nostri bisogni o alla nostra sofferenza.
In entrambi i casi, questo stato è simile a quello di una persona tossicodipendente: certi meccanismi fisiologici (scatenati in un caso dalle droghe, nell'altro dall'innamoramento) provocano le sensazioni di mancanza, bramosia, bisogno disperato, e profondo malessere se quel bisogno non viene soddisfatto (che sia la droga o l'amato). In pratica, ci sentiamo come se fossimo in "crisi di astinenza"!

Nostalgia della felicità perduta

Un altro elemento che può legarci fortemente a qualcuno, è la mancanza della felicità che abbiamo provato con quella persona. La nostra mente tende a "filtrare" i ricordi, e a volte si concentra solo su quelli piacevoli. Quindi anche se abbiamo vissuto esperienze negative o sgradevoli con quella persona (da cui la separazione), una parte di noi può attaccarsi alle esperienze felici e desiderarle disperatamente.

Soprattutto se nel momento presente ci sentiamo tristi, soli o "vuoti" (cosa del tutto normale dopo una separazione), la felicità passata può apparirci come un "paradiso perduto" per cui proviamo una struggente nostalgia (tanto da dimenticare tutti gli elementi negativi che hanno portato alla fine della relazione). Di nuovo, non aspettiamoci coerenza o logica dalla nostra parte emotiva.
Se siamo stati felici con una persona (magari anche solo per qualche ora o un giorno), possiamo provare un desiderio disperato di tornare a rivivere quella felicità. Specialmente quando nel presente ci sentiamo sperduti o infelici: è un meccanismo elementare che opera in noi, che tende ciecamente verso il piacere ed a fuggire dalla sofferenza.

Non sopportare la solitudine

A volte vogliamo stare con qualcuno non perché quella persona ci piaccia particolarmente, ma perché la solitudine ci pesa troppo. Questo può succedere sia dopo una separazione, sia quando stiamo male nella nostra vita e ci attacchiamo a qualcuno nella speranza che ci renda felici. L'altro viene visto come "meraviglioso" o "indispensabile" perché ci appare come la "soluzione" alla nostra insopportabile solitudine o senso di vuoto.
Se però la relazione con quella persona è finita, oppure non è mai iniziata, è probabile che questo desiderio sia illusorio:
  • Se stavamo male insieme all'ex partner, o se abbiamo deciso di lasciarlo, oppure ci ha lasciato lui, probabilmente c'erano dei problemi seri. Se la relazione ricominciasse, quei problemi ci sarebbero ancora.
  • Se stiamo male nella nostra vita, l'altro non può essere mai una soluzione. Anche se fossimo insieme, continueremmo a provare quel senso di vuoto e angoscia. L'amore non risolve tutto. Quando la nostra vita non ci piace, la soluzione va trovata cambiando come viviamo, non attaccandoci a qualcuno.

Scambiare il bisogno per amore

Possiamo credere che questa mancanza o struggimento sia segno d'amore; che vogliamo quella persona perché abbiamo capito di amarla disperatamente... ma il bisogno e la dipendenza non sono segni di amore. In queste situazioni non è veramente l'altro che ci manca, ma la felicità ed il nutrimento che abbiamo ricevuto in passato (o che speriamo di ricevere in futuro). L'altro è solo il "mezzo" per arrivare a quella felicità.
L'amore autentico si basa su sentimenti positivi. Quando siamo preda di sentimenti "negativi" (paura, mancanza, bisogno, disperazione, dipendenza...), difficilmente è amore quello che proviamo: è piuttosto la nostra umanissima debolezza, che vede nell'amore una possibilità di "salvezza".

Non è colpa tua

E' importante ricordare che tutto questo è completamente normale e umano. Attaccarsi a persone che non ci vogliono (o che non ci vogliono più) fa parte dell'incertezza della vita, e della fragilità dell'essere umani. Come spiegato, l'amore non segue la logica.
Quindi se ci capita non è colpa nostra, e non indica un nostro fallimento. Proprio come "errare è umano", ugualmente è umano provare sentimenti contrastanti verso la stessa persona, oppure amare senza essere ricambiati.
Il fatto che sia naturale non implica però che sia inevitabile: capire come funzionano questi meccanismi istintivi, diventarne consapevoli, può aiutarci ad esserne meno influenzati.

Come uscirne

Per uscire da questo stato bisogna accettare la perdita: riconoscere che la relazione è "morta" (o non è mai esistita, se non nella nostra immaginazione). Solo dopo aver accettato in modo definitivo questo "lutto" possiamo riprendere in mano la nostra vita.

Spesso però non vogliamo lasciare andare il passato. Ma restarci attaccati significa tenersi legata una palla al piede, una zavorra: la storia non c'è più, ma la nostalgia e il rimpianto ci impediscono di vivere realmente; viviamo di ricordi o fantasie, non nel mondo reale.
Certo non è facile. In un altro post parlo di cosa possiamo fare quando veniamo rifiutati o lasciati.

Unico ma sostituibile

Infine, quando siamo innamorati (e/o dipendenti) pensiamo che quella persona sia unica e insostituibile, per cui l'idea di non poterla avere (più) ci rende inconsolabili. Per fortuna non è così: tutti sono unici ma nessuno è insostituibile. Poiché in primis quello che ci lega a qualcuno sono i bisogni che l'altro soddisfa, quello che ci serve è trovare altri che soddisfino i nostri bisogni.
Al mondo ci sono numerosi possibili partner che potrebbero renderci felici, come ed anche più di quella persona. Però sarà difficile incontrarli finché rimaniamo incollati al passato. Il primo passo per liberarci, è ammettere che non è l'altro a tenerci legati: siamo noi stessi ad aggrapparci alle nostre catene.


"L'inizio dell’amore è spesso simultaneo. Non così la fine: da ciò nascono le tragedie."
(Alessandro Morandotti)

"Per un po' forse continuerò a urlare il tuo nome a me stesso, nel cuore. Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà."
(David Grosmann)

"Quello che mi manca di lui, sono io quando stavo con lui."
(Chiara Gamberale)


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Perché le donne non vogliono (più) 'bravi ragazzi' e uomini normali

Avete mai l'impressione che, in passato, le relazioni sentimentali andassero in modo diverso? In effetti non avete tutti i torti; non è solo un effetto nostalgia. Scelte di coppia e matrimoni funzionavano in modo ben diverso secoli addietro, od anche solo 70 anni fa.
Ovviamente questi cambiamenti accadono per una serie di motivi, ma in questo post esaminerò il motivo principale per cui i "bravi ragazzi" (cioè uomini stabili, rassicuranti, magari non eccitanti ma affidabili) nella nostra epoca vengono visti come poco appetibili dalla maggioranza delle donne.

Sono cambiati i bisogni

Non dipende da un cambiamento di valori, come alcuni pensano (gli esseri umani non cambiano radicalmente nell'arco di poche generazioni). Invece, dipende da un cambiamento di bisogni e priorità. Poiché principalmente le relazioni sono basate sulla soddisfazione dei bisogni, sono questi a dirigere le nostre scelte:
  • Se ho "fame d'amore", tenderò a scegliere qualcuno che mi fa sentire amato.
  • Se sono una persona materialista, preferirò chi mi offre benessere economico.
  • Se ho paura di non farcela da solo e temo per la mia sopravvivenza, sceglierò chi mi offre sostegno, sicurezza e protezione.

Prima le donne dipendevano dagli uomini

Uno dei cambiamenti più significativi avvenuti in Occidente nell'ultimo secolo (od anche solo negli ultimi 50 anni in certi Paesi), è che le donne hanno conquistato autonomia ed indipendenza economica. Prima di questa "rivoluzione", la maggior parte delle donne non poteva mantenersi od essere indipendente, quindi dipendeva sempre da un uomo per il suo sostentamento, sicurezza e posizione sociale.
Questo portava le donne, in generale, a preferire uomini stabili, affidabili, che offrivano loro sicurezza e supporto - sia in senso economico che emotivo e sociale. La vita era dura e non c'era molto spazio per "colpi di testa" o romanticherie. Certo, molte donne sognavano comunque il "grande amore" o una storia passionale, ma poi in concreto tendevano a fare scelte più pratiche.

Quelle donne che invece inseguivano maggiormente sentimenti e passioni, non solo si ritrovavano spesso a mal partito (non di rado "sedotte e abbandonate", magari incinte, con scarso supporto dalla società), ma erano anche stigmatizzate dalla cultura dell'epoca. Un tipico esempio è il personaggio di Madame Bovary (nel romanzo omonimo di Gustave Flaubert, pubblicato nel 1856), i cui ideali romantici la portano all'infelicità e poi al suicidio.

Ora le donne sono indipendenti

Al giorno d'oggi, invece (e approssimativamente dopo la metà del XX secolo), le donne sono diventate indipendenti: lavorano, si mantengono, hanno una loro vita autonoma. Questo ha cambiato le loro priorità: ora che la sopravvivenza non è più un problema, passioni e sentimenti vengono al primo posto.
Questo porta le donne a preferire gli uomini più attraenti, eccitanti, quelli che smuovono gli istinti ed accendono la passione erotica (questi sono, essenzialmente, gli uomini più belli e quelli più virili, forti e dominanti, ovvero i "maschi Alfa").

Per contro gli uomini "normali", non particolarmente avvenenti ma dotati di buone qualità umane e concrete (definibili anche "maschi Beta"), vengono visti come "poco attraenti" e spesso relegati al ruolo di amico. Gli stessi uomini che, un secolo fa, sarebbero stati scelti perché affidabili, rassicuranti e in grado di offrire stabilità, oggi vengono visti come "noiosi" dalle donne; e poiché in genere le donne rincorrono le emozioni intense, preferiscono un uomo emozionante - anche se distruttivo - ad uno rassicurante ma noioso.

Le donne non hanno chiaro cosa vogliono

Se chiediamo alle donne il motivo di queste scelte, in genere riceviamo risposte vaghe o nebulose: "Ho perso la testa per lui", "Mi fa impazzire", "Mi fa sentire le farfalle nella pancia"... o, riguardo gli uomini ignorati o scartati, "Non è scattata la scintilla", "Gli manca quel quid", "E' una bella persona ma non mi accende"... In pratica vogliono fortemente un certo tipo di uomo, ma non sanno davvero il perché.

Oppure spiegano tutto con l'amore; inconsapevoli che quello che chiamano "amore", molto spesso è eccitazione e attrazione erotica (specialmente all'inizio, nella fase dell'innamoramento).

E' per queste ragioni che, in genere, quello che le donne dicono a proposito del tipo di uomini che vogliono, è spesso fuorviante, inutile o persino controproducente: non capiscono bene cosa le smuove, oppure non lo dicono apertamente (per esempio molte donne vogliono un partner che sessualmente le possieda con vigore animalesco, ma poche lo ammettono). Sempre per lo stesso motivo, i consigli di seduzione dati dalle donne spesso servono a ben poco o provocano danni.

Perché le donne scelgono certi uomini

Per chi desidera capire i motivi che stanno dietro a certe scelte sentimentali, presento una spiegazione evoluzionistica. In pratica, nella donne a livello istintivo agiscono due pulsioni diverse nella scelta dei partner:
  1. Ricerca di buoni geni (uomini dotati di bellezza, salute, forma fisica)
  2. Ricerca di risorse (uomini dotati di ricchezza, potere, status)

Queste due pulsioni spingono verso tipi di uomini differenti, e spesso sono in contrasto (l'uomo bello non è ricco, il ricco non è bello; l'uomo eccitante non è affidabile, quello affidabile non è eccitante). Le donne sognano un uomo che abbia tutte queste qualità insieme (praticamente il "Principe Azzurro") ma, siccome in realtà non esiste, l'una o l'altra pulsione tende a prevalere.

Perché i bravi ragazzi sono passati di moda

A livello istintivo, la prima pulsione spinge le donne a desiderare un partner avvenente, affascinante, sexy (lo stesso accade in genere nei maschi, in cui domina la prima pulsione). E' spesso quello il tipo di uomo di cui si innamorano da giovani: il più bello della scuola, il cantante, l'atleta, il divo (se poi costui si rivela uno stupido o un bastardo, è secondario).
Quando la donna non poteva essere autonoma, però, la prima pulsione veniva repressa o trascurata, e la seconda pulsione (la ricerca di risorse e sicurezza) tendeva a prevalere. Oggi che - in genere - una donna non ha problemi di sopravvivenza, tende invece a prevalere la pulsione erotica, di attrazione istintiva. Per questo gli uomini "normali", affidabili e rassicuranti ma poco eccitanti, finiscono spesso sullo sfondo, a "fare tappezzeria".

Altri fattori sociali

Questo fenomeno è accentuato anche da altri fattori molto presenti nella società moderna:
  • La cultura romantica pervasiva: in cui passione ed emozioni vengono celebrate, mentre scelte più razionali sono svalutate. Vengono mostrati modelli relazionali idealistici e "disneyani", di innamoramento perenne, stile "vissero per sempre felici e contenti". Si viene incoraggiati a sposarsi "per amore" - cosa che nei secoli scorsi era fortemente scoraggiata.
  • La maggiore possibilità di scelta: l'indipendenza economica, l'apertura sociale, l'evoluzione dei trasporti, ed infine Internet, hanno reso possibile incontrare quantità di persone inimmaginabili in passato. Ne consegue la sensazione di una possibilità di scelta pressoché infinita, quindi la tendenza ad accontentarsi di meno e pretendere di più (questo vale per entrambi i sessi).

Gli effetti del femminismo

Un ulteriore motivo per questo fenomeno, è il femminismo ed i suoi messaggi di esaltazione della donna (una donna non ha bisogno di un uomo; una donna può essere tutto quello che vuole; puoi essere amata esattamente come sei, senza fare nulla per meritarlo...). Se da una parte questi messaggi contribuiscono all'autostima femminile, dall'altra possono portare ad ambizione esagerata e perdita di contatto con la realtà.
Le molte donne che, giunte ad una certa età, si lamentano che "Non ci sono più uomini validi", in pratica stanno dicendo che desiderano qualcosa di superiore alla realtà effettiva (tutte vorrebbero il "Principe Azzurro", ma di Principi in giro ce ne sono pochini). E invece di adattarsi alla realtà (come è ragionevole per chiunque sa di non essere onnipotente), si aspettano che sia la realtà ad adattarsi a loro. Sono poco disponibili ad adattarsi ed accettare compromessi (requisiti necessari a chiunque per rapportarsi con la realtà, come pure per far funzionare qualsiasi relazione).

Poiché un "bravo ragazzo" (o un uomo medio con qualità medie) rappresenta un compromesso rispetto all'ideale romantico (propagato anche dai media, quali film e canzoni), una donna cresciuta in una cultura femminista (come è l'Occidente da diversi decenni) tende a pensare di poter trovare - e meritare - di meglio, e difficilmente si accontenta.

Non sempre e comunque

Questo fenomeno non vale per tutte le donne (in fondo non siamo mica tutti uguali), ma sembra valere per una buona parte. Inoltre, questo è valido specialmente in giovane età, quando la pressione degli ormoni e la scarsa esperienza fanno prevalere le scelte istintive rispetto a quelle più razionali; in età più matura, anche le scelte sentimentali possono diventare più ragionate e meno impulsive.

Non sto giudicando

Voglio precisare che non sto giudicando, né avversando le conquiste femminili: prendo semplicemente atto di alcuni cambiamenti, ed offro una possibile spiegazione.
Non sto dicendo che questo cambiamento sia negativo. Sicuramente una maggiore parità tra i sessi è una conquista sociale e civile. Però ogni cambiamento produce anche degli "effetti collaterali", che non sempre sono positivi (per esempio oggi siamo tutti più indipendenti che in passato; ma per questo ci sentiamo anche più soli).

Possibili soluzioni

Non vedo facili soluzioni a questo cambiamento: non si può ritornare al passato, e non sarebbe nemmeno auspicabile. Nè si può pensare di annullare la forza delle pulsioni istintive (sarebbe come voler "spegnere" la bramosia degli uomini per il sesso).

Per gli uomini che si sentono esclusi e ignorati dalle donne, quindi, posso solo suggerire di "cavalcare il cambiamento". Ovvero sviluppare in loro alcune caratteristiche che le donne trovano attraenti e, in generale, migliorare le proprie qualità.
Poiché, in fondo, veniamo voluti per quello che possiamo offrire agli altri, più evolviamo e cresciamo, e più diventiamo interessanti agli occhi altrui.


"Le donne corrono dietro agli stolti; fuggono i saggi come animali velenosi."
(Erasmo da Rotterdam)

"E’ raro che gli uomini che nutrono il massimo rispetto per le donne godano di qualche popolarità tra di loro."
(Joseph Addison)


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Perché nessuna donna mi vuole?

Perché è così difficile trovare una ragazza?


Trovare una ragazza non è difficile in sé: se ti guardi attorno, moltissimi uomini hanno una partner e una relazione (più o meno felice).
Avere una ragazza o una relazione è difficile per alcuni uomini. Il motivo? In genere è perché a quegli uomini manca qualcosa:

Differenze tra uomini e donne

Inoltre, spesso questi uomini non capiscono che il desiderio funziona in modo diverso per uomini e donne. Magari si aspettano che le donne vogliano le stesse cose che vogliono loro, o che apprezzino il sesso quanto loro, o che esprimano il loro desiderio come fanno i maschi: ma invece le donne sono spesso diverse dagli uomini, ed approcciarle senza tenerne conto porta facilmente a fallire.

Dal problema alla soluzione

Quando non incontriamo mai qualcuno che ci vuole, è perché manchiamo di sufficienti qualità attraenti, o abbiamo qualche blocco psicologico, oppure non sappiamo come comportarci. Dare la colpa al sesso opposto o al mondo, lamentarsi e piangersi addosso, non serve a nulla. Quello che serve è capire quali sono i nostri problemi o mancanze, e risolverli.

Se ignoriamo i nostri limiti, o se non ci impegniamo per superarli, ci stiamo comportando da "bambini" irresponsabili che non vogliono crescere (l'adulto sa occuparsi di se stesso e dei propri bisogni, mentre il bambino si aspetta che siano altri ad occuparsi di lui).

Alcune obiezioni

A queste spiegazioni, in genere questo tipo di uomini oppone tre obiezioni:

Non è giusto, ma è la vita

A chi osserva che tutto questo "Non è giusto!", risponderò che ha ragione, ma pure che è irrilevante. Non esiste giustizia in amore, la seduzione funziona in modo "darwiniano", come la vita: vincono i più adatti e i più dotati. Se si vuole riuscire, in amore come nella vita, occorre sviluppare qualità adeguate (aumentando quindi il proprio "valore di mercato relazionale").

Partire dall'amore per se stessi

Le persone che non si sentono mai volute, desiderano prima di tutto essere amate. Ma, in genere, costoro sono i primi a non amare se stessi. Ed è proprio perché gli manca "l'amore interno" (verso se stessi), che desiderano così disperatamente "l'amore esterno", che proviene dagli altri (questo accade ugualmente ad uomini e donne).
Purtroppo, meno ci amiamo e meno gli altri tendono ad amarci o desiderarci:
  • Chi non si ama, o si detesta, emana "oscurità", è come un "buco nero" bisognoso che succhia le energie altrui, sempre concentrato sulla sua sofferenza. Le persone ne fuggono.
  • Viceversa, una persona che sta bene con se stessa, felice, positiva e luminosa, ovviamente suscita interesse e piacere. Viene ammirata e desiderata.

A causa di ciò, un buon punto di partenza per chi non viene voluto, è proprio iniziare a volersi bene, accettarsi per come si è, apprezzare le proprie qualità. Fare pace con se stesso (invece di farsi la guerra). Trattarsi come ci tratterebbe il nostro miglior amico.
Migliore è il rapporto che abbiamo con noi stessi, e migliore tende ad essere quello con il resto del mondo. Per cui, se pensi che nessuno ti voglia bene, perché non inizi a farlo tu? :-)


"Ardere di desiderio e tacere è la più grande punizione che possiamo infliggere a noi stessi."
(Federico García Lorca)

"Le persone che riescono in questo mondo sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che desiderano, e se non le trovano le creano."
(George Bernard Shaw)

"L'uomo che sa leggere le donne come un libro aperto, di solito adora leggere a letto."
(Henny Youngman)


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