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Perché la monogamia non funziona - 1. Ragioni e obiezioni



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Poiché questo argomento è vasto e complesso, l'ho diviso in due parti:
1. Perché la monogamia non funziona - Ragioni e obiezioni (questo post) 2. Perché la monogamia non funziona - Conseguenze, motivazioni, alternative
Forse l'idea romantica più diffusa è quella della monogamia a vita*. Ovvero che sia del tutto naturale stare insieme allo stesso partner per sempre, trovare in lui (o lei) ogni cosa che cerchiamo, e non provare alcun interesse (specialmente sessuale) per altre persone. A questa idea sono legate convinzioni del tipo:
  • Un unico partner può soddisfare tutti i miei bisogni
  • Potrò essere felice con lui/lei fino alla fine dei miei giorni
  • Quando qualcuno mi ama non proverà interesse per nessun altro
In realtà le relazioni, anche quelle migliori, non funzionano così: non esistono partner perfetti né coppie ideali, sempre felici e appagate. La prova più evidente è la quantità di tradimenti (che accadono nella maggioranza delle coppie) e di divorzi (in Italia oltre la metà dei matrimoni finisce). Sono numeri troppo elevati per credere che i fallimenti siano dovuti solo a difetti individuali: è proprio la monogamia che non funziona come ci raccontano (né peraltro ha mai funzionato veramente: tradimenti e separazioni sono sempre esistiti).
La psicoterapeuta Maria Rita Parsi, dopo anni di esperienza e migliaia di storie ascoltate, conclude che "Ormai il matrimonio si basa sull’infedeltà".

* Definizione di monogamia

Quella di cui parlo è la forma più comune di "monogamia romantica" (ovvero quella contemporanea e più frequentemente ritratta nei media): un rapporto esclusivo (affettivamente e sessualmente) con la stessa persona per tutta la vita ("Finché morte non ci separi"), in cui entrambi i partner trovano pieno appagamento nell'altro ("E vissero per sempre felici e contenti").

"Monogamia" deriva dal greco mònos (unico), e gàmos (nozze). Quindi indica "unica unione", e non "unica moglie" (come molti credono).

Monogamia: pregi e difetti

Naturalmente la monogamia presenta anche numerosi vantaggi e aspetti positivi, che qui non esamino perché ben noti.
Non voglio nemmeno sostenere che la monogamia non funzioni mai, o che tutte le relazioni siano destinate a fallire. In realtà le relazioni monogame possono funzionare, ed è possibile amarsi a lungo e sinceramente: però questo accade di rado perché non è facile né scontato, e per realizzarlo sono necessarie numerose qualità ed impegno costante.
Lo scopo di questo post quindi non è distruggere la monogamia, bensì evidenziarne tutte le difficoltà e i limiti intrinseci (che solitamente vengono ignorati o negati), allo scopo di:
  • Aiutare chi la vive con difficoltà a capirne i motivi.
  • Per chi sta per compiere una scelta relazionale importante (come il matrimonio), a farlo con consapevolezza dei problemi a cui probabilmente andrà incontro.
  • Sfatare falsità e illusioni che portano spesso a vivere le relazioni in modo disfunzionale.

Il problema non è la monogamia in sé: se scelta liberamente e vissuta positivamente, va benissimo.
Il problema semmai è vedere (e imporre) la monogamia come unica e inevitabile forma di relazione sentimentale (posizione che in inglese viene chiamata "compulsory monogamy", cioè "monogamia obbligata"): la regola sociale per cui tutti - e specialmente le donne - devono essere in una relazione monogama per venire considerati adulti maturi e moralmente corretti.

Le ragioni per cui non funziona

Ma perché la monogamia romantica è un ideale che non può funzionare (tranne forse che in poche fortunate eccezioni)? Per una serie di ragioni:
  • Nessun partner può soddisfare completamente i bisogni dell'altro: ci sarà sempre qualche limite, qualche incomprensione, qualche differenza che separa. E viene naturale cercare altrove quello che ci manca.
  • Crediamo che lo stato felice e idilliaco dell'innamoramento (o l'estasi della "energia delle nuove relazioni") possa durare per sempre: ma ogni innamoramento è destinato a finire.
  • Lo psicologo Daniel Gilbert (autore di "Stumbling on happiness" - "Felici si diventa", info nella Bibliografia), ha osservato che prevediamo ciò che ci renderà felici in futuro basandoci su come ci sentiamo nel presente. Ecco perché una coppia felice progetta il suo futuro immaginando di provare gli stessi sentimenti a distanza di anni. Ma queste previsioni sono ingannevoli: quasi mai il futuro si sviluppa come lo immaginiamo. Quando diciamo "Ti amerò per sempre!" siamo sinceri, ma non sappiamo immaginare quanto i nostri sentimenti ed emozioni cambieranno nel tempo.
  • Le persone cambiano, inevitabilmente. E spesso due partner cambiano in modi differenti. La persona con cui all'inizio stavamo benissimo, tra alcuni anni potrebbe diventare qualcuno con cui non ci capiamo, che ha bisogni e progetti diversi dai nostri, con cui abbiamo sempre meno in comune.
  • Le aspettative romantiche sono troppo elevate e ideali: nessun partner o relazione reali potrà soddisfarle. Prima o poi ci si ritrova delusi, ma si continua a sperare che con altri andrà meglio (da cui tradimenti e separazioni).
  • Gli esseri umani hanno bisogno di varietà. Provate a pensare di passare tutta la vita mangiando sempre la stessa pietanza, vestiti sempre allo stesso modo, restando sempre nello stesso luogo: vi sentireste a vostro agio e appagati?
  • Non è nel nostro DNA: tra i mammiferi solo il 3% delle specie è monogama. Tra i primati sociali nessuna lo è; e i primati più simili a noi (scimpanzé e bonobo) sono promiscui.
  • In pratica, la fedeltà non è nella nostra natura:
  • Inoltre, col tempo la fedeltà diventa sempre più difficile. Non dipende dall'amare il partner o meno: anche se lo amiamo, dopo un certo periodo (di solito tre anni al massimo) la fedeltà sessuale ci starà stretta. L'uomo sentirà sempre più la voglia di fare sesso con altre donne; la donna si stancherà di fare sesso col proprio partner.
    Da notare che questo accade nella maggioranza delle coppie di lunga data - non illudetevi che "per voi sarà diverso".
Non voglio dire che una vita monogama sia impossibile, ma che non ci viene per nulla naturale*; e per riuscirci sono necessari grande impegno, capacità e maturità - nonché una buona dose di fortuna. Insomma, la monogamia a vita non è un istinto innato (come ci viene raccontato), ma una convenzione sociale. E' una bella favola romantica, che però raramente funziona in realtà.

* (Quello che ci viene naturale è il "legame di coppia" - in inglese "pair bonding" - che lega emotivamente i partner nel tempo, ma che non implica necessariamente la fedeltà sessuale.
Nel mondo animale numerose specie creano legami di coppia: molte solo per il ciclo riproduttivo, mentre poche sono monogame sul lungo periodo, e meno ancora sono sessualmente monogame).

“La monogamia è possibile,
ma non ci viene per nulla naturale”

Le aspettative romantiche

Uno dei motivi primari per cui la monogamia moderna fallisce così spesso, è proprio il suo essere basata su ideali romantici irreali.

Come osserva questo articolo, il Romanticismo ci porta ad aspettarci che il nostro partner (e specialmente il coniuge) sia il nostro amante appassionato e fedele, migliore amico, confidente, infermiere, terapeuta, autista, cuoco, consulente finanziario, accompagnatore sociale e compagno di viaggi, nonché generoso dispensatore d'amore - e tutto questo instancabilmente per anni e anni.
Se volessimo assumere un collaboratore, non penseremmo mai che una singola persona possa svolgere adeguatamente tutti quei ruoli; eppure ce lo aspettiamo da un partner. E quando costui viene meno in uno di questi compiti (come inevitabilmente accade), tendiamo a pensare che sia dovuto al suo essere la "persona sbagliata", o non alla nostra altezza - invece di riconoscere l'enormità delle nostre aspettative, e la perfezione sovrumana che pretendiamo dal partner.

L'ideale romantico scarta tutto quello che è solo "abbastanza buono" (che per molti versi è il massimo a cui una persona normale può arrivare): ci convince che possiamo trovare un amore straordinario anche se siamo persone ordinarie. E quando una relazione si rivela "ordinaria" (passata la fase dell'innamoramento), spesso cerchiamo qualcosa di meglio.

Le promesse vane

Il Romanticismo ci spinge anche a fare promesse vane, che non è in nostro potere mantenere, come "Ti amerò per tutta la vita" o "Vorrò sempre e solo te". Anche se nel momento ne siamo convinti, non possiamo sapere come ci sentiremo fra molti anni, né possiamo comandare i nostri sentimenti a piacere.
L'amore è fatto di sentimento e azione: possiamo sforzarci di fare la "cosa giusta", ma non possiamo forzarci a sentire quello che non ci viene spontaneo:
  • Quando un partner dice "Non ti amo più" lo viviamo come un affronto intenzionale ("Perché mi fai questo?"); ma il più delle volte l'altro non lo ha scelto, gli è accaduto. Sentimenti ed emozioni non sono scolpiti nella pietra.
  • Se proviamo attrazione e desiderio per altre persone, possiamo impegnarci per tenere a freno quei desideri; ma non possiamo cancellarli dalla mente. Non scegliamo per chi provare attrazione: parti inconsce di noi lo decidono al di fuori della nostra volontà.
Le promesse vane elevano le aspettative, e quando vengono infrante (anche senza intenzione) distruggono la fiducia e frantumano la relazione. Invece di riconoscere che erano le promesse a mancare di fondamento, vogliamo credere che sia colpa del partner.

I bisogni insoddisfatti

Il motivo primario per cui stiamo in una relazione è per soddisfare i nostri bisogni. Infatti siamo attratti dalle persone in grado di soddisfarli - o che noi crediamo possano farlo.
Quindi, quando i bisogni di ciascuno non vengono più soddisfatti a sufficienza (perché subentrano monotonia e abitudine, perché siamo cambiati, perché ci si dà per scontati, per egoismo...), si diventa inquieti e il legame si allenta: in alcuni casi si cerca altrove la soddisfazione che manca (tradimento), oppure si chiude definitivamente quando la relazione è diventata più un peso che una gioia (separazione).

Non è questione di amore: possiamo ancora amare il partner ma, se non nutre più i nostri bisogni, prima o poi sentiremo le necessità di andare verso qualcuno che può farlo. Quando amo qualcuno la sua felicità diventa importante per me, certo, ma i miei bisogni continuano ad esistere.

L'origine dei tradimenti

Siamo abituati a pensare che il tradimento sia dovuto all'arrivo di un "terzo incomodo", di una persona che spezza l'equilibrio della coppia. Ma il più delle volte quell'equilibrio si era alterato già da tempo, e il problema era sorto ben prima dell'incontro fatale.

L'ideale romantico ci dice che il partner giusto appagherà tutti i nostri bisogni; il mondo attuale ci dice che meritiamo di essere felici - ce lo dicono articoli, libri, pubblicità (da notare che queste sono idee moderne: sarebbero suonate assurde prima del Romanticismo).
Quando un partner delude queste aspettative ripetutamente (per suoi limiti o perché la vita è complicata e difficile per tutti), pian piano si apre una "crepa" nella relazione; che si allarga fino al punto in cui qualcosa dentro di noi scatta, e consideriamo di cercare fuori dalla coppia quella felicità e soddisfazione che riteniamo di meritare.
Spesso non ne siamo consapevoli, ma qualcosa in noi si è rotto e una porta si è aperta. A quel punto può bastare un momento di crisi, un'occasione stimolante o una persona affascinante a farci varcare la soglia. Il tradimento inizia in quel momento, ma ha le sue radici ben prima, in tutte le delusioni, le disattenzioni e le incomprensioni che hanno allargato la "crepa" tra i partner.

E' comodo e consolatorio pensare che la responsabilità di un tradimento sia totalmente del traditore. Ma una relazione si costruisce in due, e molto spesso entrambi i partner hanno contribuito - ognuno a suo modo - allo sfaldamento dell'unione che ha poi portato al tradimento: dare l'altro per scontato, farlo sentire incompreso, trascurato o ignorato, non comunicare quello che si sente, ecc.
Piuttosto che riversare tutte le colpe sul traditore (e ritenere il tradito una vittima innocente), sarebbe molto più utile e costruttivo vedere il tradimento come sintomo di un "malessere della coppia"; ed esaminare insieme cosa non ha funzionato, e come si potrebbe migliorare entrambi.

La monogamia funziona se...

E' facile pensare che la monogamia funzioni solo perché due restano insieme - ma non è così semplice. Per dire che funziona, dev'essere una scelta libera e positiva (non forzata o controvoglia). Vediamo alcuni aspetti importanti.

La monogamia implica la fedeltà

Quando parlo di monogamia, includo il concetto di fedeltà sessuale - senza eccezioni. Se un partner tradisce di nascosto, non è monogamo, è bugiardo. Dire di essere a favore della monogamia e poi tradire, è come dire di essere onesti e poi rubare.

La monogamia non è temporanea

In questo post parlo della monogamia a vita, o comunque sulla lunga distanza (decine di anni). Sul breve periodo è possibile vivere una monogamia felice, specialmente finché dura l'innamoramento (al massimo due-tre anni). E' nel periodo successivo che diventa difficile.
Chi resta monogamo finché tutto va bene, poi trova un altro partner e ricomincia da capo, e così via, è un "monogamo seriale" - che è una cosa diversa, e lontana dall'ideale del "partner per la vita".

La monogamia prevede la soddisfazione dei partner

Il concetto moderno (romantico) di monogamia include la soddisfazione e la felicità dei partner; nessuno oggi sta in coppia solo per ragioni pratiche (almeno in Occidente). Quindi, non si può dire che la monogamia (o un matrimonio) "funziona" se i partner sono prevalentemente infelici, frustrati, o si detestano.
Le coppie che vengono portate ad esempio di "monogamia che funziona", invece, sono spesso di questo tipo: non stanno insieme per amore o perché sono felici insieme, ma per una serie di altre ragioni: paura della solitudine, mentalità tradizionale, regole religiose, preoccupazione per la condanna sociale, problemi economici, bisogno di sicurezza, ecc. Dall'esterno questa infelicità potrebbe non essere visibile, ma se vi avvicinate abbastanza la noterete spesso, probabilmente in oltre la metà dei matrimoni di lunga data.

Chi comanda e chi obbedisce

Inoltre, un altro tipo di matrimonio "che dura" è quello in cui uno dei due comanda, e l'altro è sottomesso. Nella cultura tradizionale e patriarcale di solito era il marito a comandare, oggi spesso è invece la moglie - o comunque chi ha più potere (di attrazione o sessuale, di personalità, economico). Chiunque sia, in queste coppie c'è un partner che comanda e l'altro che obbedisce. Dubito che in molti accetterebbero a priori una condizione di sottomissione a vita.

“Molte coppie durano
ma sono comunque infelici”

Alcune obiezioni

Come per tutti gli argomenti "scomodi", anche questo solleva una serie di obiezioni e resistenze emotive (ma scollegate dai fatti). L'ultima cosa che le persone vogliono sentirsi dire è una verità inquietante. Esamino quindi alcune tra le obiezioni più comuni.

Il mito della "persona giusta"

Alcuni potrebbero ribattere che la monogamia viene naturale e facile, una volta che si sia trovata la "persona giusta". Purtroppo in realtà anche quello della "persona giusta" (la donna ideale, il principe azzurro) è un mito romantico.
Nessuna persona è mai su misura per noi, né corrisponde a tutti i nostri bisogni e particolarità (a meno che sia un nostro clone). Anche il partner migliore e più compatibile sarà comunque un individuo diverso da me, con le sue esigenze, mancanze e problematiche; anche lui sarà un essere umano imperfetto e fallibile, come tutti. Anche con lui, quindi, si applicheranno i limiti propri della monogamia (anche se magari in misura minore che con altri).

Credere alla "persona giusta" ci pone alla mercé del fato

Inoltre, questo mito ci espone ai capricci del fato: è un po' come credere che "Avrò risolto i miei problemi economici quando vincerò la lotteria". Come non abbiamo alcun controllo sulla lotteria, così non abbiamo il potere di incontrare questa fantomatica persona.
Non esiste un sistema concreto per trovare la "persona giusta". Quindi crederci mi rende impotente, perché l'esito non dipende da me, ma da un ipotetico incontro su cui non ho controllo. Certo posso cercare e andare e fare, ma senza alcuna garanzia di risultato: sono comunque nelle mani del caso.

La monogamia non funziona per gli uomini, ma nemmeno per le donne

Alcuni potrebbero pensare che, quantomeno per le donne, la monogamia funziona realmente: "E' vero, gli uomini hanno questo desiderio di fare sesso con donne diverse, ma le donne no - loro pensano - le donne sono per la fedeltà e la stabilità affettiva".
Beh, non proprio. Non sul lungo periodo, almeno. In teoria le femmine sembrano tendere meno alla promiscuità dei maschi, ma in pratica spesso accade il contrario (sia tra gli animali che tra gli umani). Quindi anche le donne hanno pulsioni promiscue, sentono il bisogno di varietà e tendono a sentirsi annoiate e frustrate sul lungo periodo; per esempio: Questo mostra come anche le donne, sulla distanza, trovano insoddisfacente una relazione monogamica: in teoria la vogliono, ma poi nei fatti scoprono che gli va stretta. Non bisogna fidarsi di quello che le donne dicono (a parlare siam tutti bravi), bisogna osservare i fatti.
Non a caso, prima del Romanticismo era normale per le mogli nobili avere a disposizione un "cicisbeo": ovvero un giovane uomo che "si preoccupa di assecondare i desideri della signora", mentre il marito "sicuramente ha qualcosa di meglio da fare".

* Perché le donne scelgono di separarsi

Si potrebbe pensare che questo sia causato dal comportamento dei mariti, ma le statistiche sui matrimoni omosessuali smentiscono questa ipotesi:
  • In Gran Bretagna, tra le coppie omosessuali che hanno divorziato, quasi i tre quarti erano composti da donne.
  • In Olanda, i matrimoni falliti fra donne lesbiche sono il doppio di quelli fra uomini gay (30% contro 15%).
Questo dimostra che la propensione delle donne a separarsi non dipende dagli uomini. Fra le cause sembrano esserci la tendenza femminile a sposarsi con una certa impulsività, ad idealizzare il matrimonio (con conseguenti delusioni), ed a tollerare meno l'infedeltà.

Crollo del desiderio femminile e monogamia

Come abbiamo visto, spesso nelle relazioni monogame stabili la donna ha un crollo del desiderio sessuale verso il partner: nel tempo questo cala drasticamente o sparisce del tutto. Un articolo del New York Times Magazine ha esaminato varie ricerche scientifiche sull'argomento, rilevando che è proprio la monogamia ad essere una della cause primarie:
  • Per molte donne, la causa del loro malessere sessuale sembra essere la monogamia stessa.
  • Donne e uomini in nuove relazioni riferiscono, in media, una voglia più o meno uguale l'una per l'altro. Ma per le donne che sono insieme ai loro partner da uno a quattro anni, inizia un declino - che continua, lasciando il desiderio maschile molto più alto.
  • Nel corso del tempo, le donne che non vivono insieme ai loro partner mantengono il loro desiderio molto più delle donne che [convivono].
  • "L'erotismo richiede distanza", scrive l'esperta di relazioni Esther Perel in "L'intelligenza erotica" (confermando il punto precedente).
  • Alle coppie lesbiche sembra non andar meglio, e forse peggio, nel mantenere l'ardore sessuale reciproco (indice che non è questione di maschi o femmine).
  • Alla base [dei loro problemi] sembrava esserci una causa comune: si erano tutte stancate del sesso con i loro partner di lunga durata.
  • Studi condotti di recente iniziano a suggerire che l'eros femminile non è minimamente programmato per la fedeltà.
Anche questa psico-terapeuta conferma che "il desiderio sessuale femminile [verso il partner] precipita nelle relazioni monogame. [...] E' del tutto normale e naturale che tua moglie NON voglia [più] fare sesso con te." (altri fattori possono ulteriormente diminuire il desiderio, l'arrivo di figli in primis).
Da notare che questo accade anche quando le donne amano il proprio compagno, ed egli non offre alcun motivo ragionevole per questo calo di desiderio. Il calo non è quindi originato da assenza d'amore o da carenze del partner (benché questi fattori possano ovviamente contribuire).

“Sulla distanza,
anche le donne sono frustrate
dalla monogamia”

Per me sarà diverso

Un aspetto curioso della psiche umana, è la tendenza a credere di essere unico e "speciale". In questo caso, di fronte ad una serie di prove e argomenti concreti sulla infondatezza della monogamia, molti potrebbero obiettare "Per me (noi) sarà diverso. Io la farò funzionare. Noi saremo sempre felici insieme".
Purtroppo nella maggior parte dei casi non va così: in realtà siamo tutti simili, e abbiamo problemi simili. Siamo molto più facilmente la regola, non l'eccezione. Credere diversamente, senza ragioni concrete, è una sorta di "pensiero magico".

Uno degli ostacoli è che la volontà o l'amore non bastano:
  • Puoi controllare te stesso, ma non il partner.
  • Puoi decidere le tue azioni, ma non le tue emozioni o i sentimenti (non hai deciso tu di innamorarti, e non sarai tu a decidere quando finirà).
  • Non puoi cambiare la tua biologia (o quella del partner), che non è programmata per la monogamia.
  • Inevitabilmente cambierai, in modi che non sempre puoi prevedere; anche il partner cambierà, in modi che non sempre ti piaceranno (e che non puoi decidere). Potreste ritrovarvi come due estranei, o due persone che si annoiano a morte, o che non si sopportano.
  • Poiché non puoi controllare il partner, né gli eventi esterni, anche se tu sei una di quelle persone per cui la monogamia funziona al 100% (esistono, benché rare), è sempre possibile che sia l'altro a stancarsi e tradire o andarsene. Nella maggior parte delle separazioni, la decisione è unilaterale; l'altro la subisce. Se sei un uomo, questo è ancora più probabile.
Quindi, anche nei rari casi in cui tu sia davvero "speciale", non c'è garanzia che lo sarà anche il tuo partner.

>> L'argomento continua nella seconda parte: Perché la monogamia non funziona - 2: Conseguenze, motivazioni, alternative.



"Si dovrebbe essere sempre innamorati. Ecco perché non bisognerebbe mai sposarsi!"
(Oscar Wilde)


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Amore incondizionato

“Una giovane donna si staccò dalla folla e chiese
'Grande profeta, dicci come possiamo trovare
un amore che sia incondizionato, incrollabile e infinito'.

Il profeta non rispose subito.
Guardò in lontananza, raccogliendo i suoi pensieri.
Il silenzio discese sulla moltitudine.
Poi rivolse lo sguardo alla fanciulla, e disse:
'Prenditi un cane'.”

("Il Profeta" di Kahlil Gibran, ediz. apocrifa ;-)

Molte persone (e specialmente donne) desiderano un amore incondizionato, totale, assoluto e definitivo: qualcuno che le ami senza se e senza ma, a prescindere ed eternamente.
Come mostra ironicamente la citazione iniziale, questa aspettativa è però del tutto irreale, per diverse ragioni:
  • Le relazioni sono basate sulla soddisfazione dei bisogni reciproci (cioè, scegliamo partner che nutrano i nostri bisogni).
    ---> Quindi l'affezione di ogni partner è "condizionata" da quel che riceve (o meno) e da quanto è felice: se smettiamo di nutrire i suoi bisogni, ovviamente il suo amore per noi comincerà a vacillare (chi mai vorrebbe stare con qualcuno che non gli dà assolutamente nulla?).
  • Il concetto di amore incondizionato è basato sull'idea di un partner che esista in funzione mia, non come individuo separato: qualcuno che vive solo (o prima di tutto) per rendermi felice, per occuparsi di me, per assecondare ogni mia esigenza. E che quindi continui ad amarmi a prescindere da quello che sono, che faccio e che gli dò.
    ---> Ma in realtà ognuno è un individuo con gusti, esigenze ed inclinazioni proprie, diverse da quelle altrui. Quindi non può esistere un partner che viva solo in funzione dell'altro (fuori dalle opere di fantasia).
  • Un amore realmente incondizionato può esistere solo tra genitori e figli (almeno in teoria; in pratica spesso non accade nemmeno in quel caso). Il genitore ama il figlio non per le sue qualità o capacità, ma semplicemente perché esiste*.
    ---> Ma ogni altro tipo di relazione funziona in modo diverso: vive in un equilibrio di dare e ricevere, è legata a quello che siamo e offriamo. E' questo il motivo per cui non amiamo chiunque, ma solo le persone che corrispondono a certi nostri criteri (anche quando non sappiamo quali sono).

“Un amore incondizionato
può esistere solo tra genitori e figli”

* In effetti nemmeno l'amore di un genitore è completamente disinteressato: da un punto di vista genetico, un genitore ama i propri figli perché perpetuano se stesso (come mostra Richard Dawkins in "Il gene egoista").

Sogno e realtà

A volte questo tipo di amore sembra possibile, specialmente nelle fasi iniziali dell'innamoramento, in cui ciascuno vive in funzione dell'altro e l'amore è tutto quello a cui riusciamo a pensare. Ma l'innamoramento è uno stato temporaneo in cui siamo come "drogati", idealizziamo il partner e ci appare perfetto. E' come un sogno meraviglioso da cui però, inevitabilmente, prima o poi ci svegliamo.

Crediamo all'amore incondizionato anche perché la cultura romantica ci ha condizionati a credere che sia normale, che la monogamia a vita sia naturale. I film romantici ci fanno credere che quando qualcuno ci ama davvero pensa sempre a noi e non desidera altro - ma questa non è la vita reale. Infatti nella vita reale le relazioni sono costellate di conflitti, tradimenti e separazioni.

Perché i cani amano in modo incondizionato?

Si potrebbe pensare che se un cane può amare in modo incondizionato, allora quel tipo di amore è possibile, e magari anche certe persone possono viverlo. Ma a parte l'ovvia considerazione che cani ed umani sono alquanto diversi, i motivi per cui i cani possono amare in quel modo non sono quelli che vorremmo in un partner:
  • I cani (domestici) sono creature dipendenti. Vedono il padrone umano come il loro "capobranco" a cui si sottomettono.
  • I cani (domestici) sono stati selezionati da migliaia di anni per incrementare tratti come la fedeltà e l'obbedienza (i cani selvatici si comportano in tutt'altro modo). Per avere lo stesso risultato con gli umani dovremmo applicare uno stretto programma di selezione genetica.
  • I cani hanno molto meno bisogno di varietà degli umani. A un cane puoi dare la stessa zuppa tutta la vita, e lui la mangerà sempre con lo stesso entusiasmo; provate a farlo con un essere umano...
Inoltre, in natura i cani non sono fedeli nè monogami: la fedeltà che associamo loro è quindi il risultato di una distorsione della loro natura fondamentale, ovvero di animali sociali ma indipendenti.

Per avvicinarsi alla capacità di amore incondizionato che i nostri cani ci dimostrano, un essere umano dovrebbe essere addomesticato, sottomesso e dipendente. Ma una tale persona non ci piacerebbe, difficilmente potremmo stimarla.

Contraddizioni femminili

Questo è particolarmente vero per le donne, che sono istintivamente attratte da uomini forti, sicuri e audaci... che però poi vorrebbero anche sempre disponibili, obbedienti e fedeli - una evidente contraddizione. In poche parole, in amore le donne vorrebbero tutto (ed è per questo che non lo trovano mai).

Come scrive questo blogger esperto in relazioni, le donne sognano di trovare un partner che sia "maschio Alfa" (dominante) ed anche sottomesso a lei: una contraddizione in termini. Quando gli si fa notare che non può esistere (proprio come l'amore incondizionato), respingono i fatti e si ostinano a credere che per loro sarà diverso.

“In amore le donne
vorrebbero tutto
(ed è per questo
che non lo trovano mai)”

Tu sai amare in modo incondizionato?

Se davvero credi nell'amore incondizionato, chiediti se tu stesso ne sei capace e disposto a viverlo: continueresti ad amare allo stesso modo un partner che...
  • ti ignora?
  • ti mente?
  • non si cura dei tuoi bisogni?
  • fa sesso con altre persone?
  • ti tratta male?
  • ti abbandona?
Se hai risposto di no, sei un essere umano del tutto normale. E forse hai iniziato a vedere che l'amore incondizionato non è cosa da esseri umani. E' una bella favola, un po' come Babbo Natale e Superman.

E' naturale che i nostri sentimenti vengano influenzati dal modo in cui il partner ci tratta e da quello che riceviamo. Non amiamo in modo cieco e astratto: una relazione è come una danza di coppia, dove ogni gesto dell'uno ha un effetto sui movimenti dell'altro.

Alla ricerca del genitore perduto

Se senti così forte il bisogno di amore incondizionato, forse quello che stai realmente cercando è l'amore dei tuoi genitori, che magari non hai ricevuto, o che ti hanno dato molto diversamente da come avresti voluto. Chi è stato amato adeguatamente da bambino, da adulto sviluppa la capacità di amare in modo realistico, senza aspettative irreali o bisogni idealizzati.
Viceversa, chi è stato "amato male" o non abbastanza dai propri genitori, spesso arranca nella vita continuando a cercare quell'amore puro e totale che solo un genitore amorevole può dare (ma di cui molti genitori spesso non sono capaci).

Amami sempre e comunque

In altri casi il bisogno di amore incondizionato può indicare aspetti della personalità poco equillibrati, ad esempio:
  • Atteggiamenti di pretesa ("Mi devi amare anche se sono insopportabile").
  • Negazione di responsabilità ("A prescindere da come mi comporto, voglio essere amata").
  • Mancanza di autostima ("Vorrei essere amato anche se non me lo merito, o se non valgo nulla").
In casi come questi, la persona teme di non aver sviluppato un'adeguata capacità di farsi amare, ma vuole essere amata comunque. L'amore viene visto come un "diritto" da esigere ("Devi amarmi, a prescindere"), invece che come naturale conseguenza delle proprie qualità ("Vengo amato perché sono amabile").

L'amore adulto

Per finire, una precisazione: quando smentisco l'ideale di amore incondizionato, non sto negando la possibilità di amare in modo sincero, generoso o disinteressato:
  • Possiamo amare sinceramente, anche se a certe condizioni (non è sano escludere l'amor proprio e il rispetto per se stessi).
  • Possiamo amare anche senza chiedere nulla in cambio, ma non sempre (altrimenti ci ritroviamo svuotati).
  • Possiamo amare anche dimenticando noi stessi, ma non a lungo (non senza farci del male, quantomeno).
Quando parlo di amore realistico, "adulto", non parlo di una mera transazione (ti dò qualcosa per avere in cambio altro). Parlo di un amore sincero e che ha a cuore l'altro, ma senza dimenticare se stesso e che reagisce - com'è naturale - ai cambiamenti nella relazione. L'amore maturo di cui parlo è un amore generoso, ma non sbilanciato; che considera tutte le persone coinvolte, non solamente una.

Credere che l'altro debba amarci senza condizioni, a prescindere dalle nostre azioni, è una pretesa infantile di onnipotenza; che esclude il principio di realtà e la responsabilità personale (la consapevolezza che le mie azioni producono delle conseguenze, di cui sono responsabile). Ha ben poco a che fare con l'amore autentico: è più che altro un grido di dolore, un'invocazione di aiuto.


"L'amore vero è come il sole intorno a una pianta: la investe di luce e di calore ma la lascia diventare ciò che è."
(G. Sovernigo)

"Sai che si tratta d'amore quando tutto ciò che desideri è che l'altro sia felice, anche se tu non sei parte della sua felicità."
(Julia Roberts)

"Non c’è amore sufficientemente capace di colmare il vuoto di una persona che non ama se stessa."
(Irene Orce)


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Sette idee romantiche che ti rendono infelice

Anche se dal titolo può sembrare, non sono contrario al romanticismo. Sicuramente ha degli aspetti positivi e può arricchire le nostre vite relazionali; i problemi nascono quando lo si segue in modo acritico o eccessivo. Potremmo dire che il romanticismo è un po' come la pizza: è delizioso e non ha nulla di sbagliato in sé, però in quantità esagerata o se perseguito senza criterio può diventare nocivo.

In questo post esamino alcune idee romantiche che possono portare a danneggiare una relazione, o a viverla in modo infelice. Cerco anche di evidenziare come alcune convinzioni diffuse non corrispondano alla realtà.
Alcune delle idee qui esposte sono simili ad altre presentate nel post "13 bugie sull'amore a cui quasi tutti credono", dove esamino alcune illusioni e falsità sulle relazioni amorose. Per chi è interessato alle convinzioni ingannevoli che possono peggiorare la nostra vita, segnalo anche il post "12 idee che ti rendono infelice (ma sembrano sensate)".


Sette idee romantiche che ti rendono infelice

  1. Se ami devi dire sempre "Sì"
  2. Esiste un solo partner ideale per me (l'idea della "anima gemella")
  3. Il mio amato è unico e insostituibile
  4. Il vero amore è per sempre
  5. Puoi essere felice con un solo partner, per tutta la vita
  6. Amare qualcuno che ci rifiuta o ci tratta male è nobile e romantico
  7. Verrai amato per quello che sei (non per quello che dai o fai)

1. Se ami devi dire sempre "Sì"

Una delle idee romantiche (ma disfunzionali) che ci vengono messe in testa, è che quando amiamo qualcuno dovremmo sempre essere disponibili ad ogni sua richiesta, soddisfare ogni suo bisogno, e dirgli sempre di sì. Ma questo:
  • Rinnega una base fondamentale di amor proprio (sottintende che "L'altro è importante, io no").
  • Mette in una posizione di sottomissione all'altro, e di subire ogni suo capriccio.
  • Apre la porta a violazioni da parte di persone manipolative, narcisiste e abusive.
Questa idea romantica trascura completamente l'amore e il rispetto per se stessi; propone una visione in cui si è come un oggetto al servizio dell'amato; ignora la necessità di porre adeguati limiti e confini, senza i quali ogni relazione è squilibrata. Inoltre, induce a mettere l'altro sempre al primo posto, e quindi ad ignorare i propri bisogni e trascurare se stessi: ma se non ti prendi cura di te stesso, chi lo farà al tuo posto?

Una prova evidente che il dire sempre "Sì" non produce relazioni felici ma bensì squilibrate, è nel rapporto tra genitori e figli: quando i genitori assecondano sempre i figli, questi non crescono felici e sicuri (come alcuni credono), ma si ritrovano invece con un'identità confusa, pretenziosi e sociopatici.

L'egoista è chi ci accusa di egoismo

Quando diciamo "No" a qualcuno (per ragioni pratiche o per rispetto a se stessi), costui potrebbe accusarci di egoismo. Ma costoro sono quasi sempre loro ad essere particolarmente egoisti: in pratica si lamentano perché non ricevono quello che vogliono, o perché non viviamo come vorrebbero loro (e cos'è questo se non egoismo?). Questo tipo di persone sono manipolatori che usano i sensi di colpa per spingerci a fare quello che loro vogliono; non fatevi ingannare dalle loro manovre.

2. Esiste un solo partner ideale per me (l'idea della "anima gemella")

Una delle idee romantiche più diffuse, nonché una delle più distruttive, è quella per cui esiste al mondo una sola "persona giusta" per noi, un'anima gemella su misura. Anche se questa convinzione può affascinare, in realtà fa vivere in uno stato di costante paura:
  • Vivo nell'ansia di non incontrare mai la mia anima gemella (in fondo il mondo è talmente grande...).
  • Se mi piace moltissimo una persona già impegnata, temo che sia lei e che me l'abbiano portata via (e magari compirò azioni assurde per "riprendermela").
  • Se vengo lasciato da una persona con cui stavo benissimo, mi convinco che era lei e di averla persa per sempre.
  • Se ho poca stima di me, temo che se la incontro farò dei gravi errori, lei non mi vorrà e non avrò mai più un'altra opportunità.
E' chiaro: se hai un'unica possibilità nella vita, ci sono un milione di cose che possono andare storte e sarai definitivamente fuori dal gioco. E' terrificante. Inoltre, questa idea alimenta una "mentalità di scarsità", che genera ansia, tensione e competizione.

Molti partner possibili

Invece, ammettere che possono esserci molti "partner ideali" (o comunque affini) al mondo, crea una "mentalità di abbondanza": siamo più fiduciosi, ottimisti e rilassati. Sappiamo di avere numerose chance, che un errore o un'occasione perduta non ci rovineranno la vita.

In fondo, su questo pianeta siamo quasi otto miliardi (!): una quantità immensa. Che senso ha credere che esista un'unica persona compatibile con noi? E' piuttosto verosimile che ce ne siano diverse. Consideriamo due fattori:
  • Di base, le relazioni felici funzionano perché i partner soddisfano i bisogni reciproci. Quindi un partner "ideale" è quello capace di soddisfare tutti i nostri bisogni (o almeno buona parte di essi).
  • Inoltre, non esiste nessun partner perfetto e "su misura": ogni relazione ha alti e bassi, difficoltà ed incomprensioni. Quindi il concetto di "persona giusta" è privo di senso, in quanto assoluto; invece, un partner può essere più o meno giusto per noi, in base al livello di compatibilità, affinità e intesa.
Perciò un partner ideale non è una creatura mistica e magica, ma qualcuno con un'elevata compatibilità e capace di soddisfare i miei bisogni. Data la quantità di persone al mondo, ce ne debbono essere per forza numerose con quelle caratteristiche (anche se fosse solo uno su un milione, ne esisterebbero comunque quasi 4.000!).

3. Il mio amato è unico e insostituibile

Quando stiamo insieme ad una persona che ci piace molto, specialmente se siamo innamorati, è del tutto normale pensare che quella persona sia unica e insostituibile (questo vale anche quando siamo innamorati di qualcuno con cui non siamo in relazione). La visione romantica non fa che rinforzare questa convinzione, aggiungendo che se non ci sentiamo completamente adoranti e dipendenti verso il partner, in noi c'è qualcosa che non va.
Questa convinzione porta però ad una serie di problemi:
  • Induce ansia nella relazione: se il partner è unico, devo fare di tutto per tenermelo stretto. Quindi non potrò permettermi passi falsi o conflitti, temerò di essere autentico perché potrei non piacergli, tenderò a fare di tutto per ingraziarmelo (anche fingendo).
  • Alimenta la paura di essere abbandonati: se il partner è insostituibile e mi lascia, non troverò mai più nessuno che mi ama o che mi piace altrettanto.
  • Alimenta la gelosia e il possesso: se il partner è insostituibile, non posso rischiare che qualcuno me lo porti via - a costo di danneggiare altri o il partner stesso.
In poche parole, questa convinzione porta a vivere la relazione in modo infelice (ansioso, pauroso e restrittivo), e a vedere il partner come una proprietà da proteggere - invece di goderci la relazione e vedere l'altro come un dono da celebrare.

Nessuno è insostituibile

Anche se meno romantico, è sicuramente più salutare (oltre che realistico) realizzare che nessuno è insostituibile. Certo ognuno è unico, ma se perdiamo un partner che ci rendeva felici, possiamo sicuramente trovare altre persone che ci rendono felici in modi leggermente diversi, ma comunque validi.
La prova è che le persone si innamorano più volte nel corso della loro vita, ed in genere hanno più di una relazione felice e appagante. Quindi, anche se la persona con cui stiamo è meravigliosa e unica, ricordiamoci che non è l'unica che possa renderci felici (questo non per apprezzare meno i suoi doni, ma per vivere quei doni in modo positivo invece che ansioso).

Se è unico ne siamo dipendenti

Vedere un partner come unico e insostituibile è specialmente pericoloso se quella persona ci rifiuta, oppure ci tratta male o non ci rispetta. In una condizione normale, "sana", reagiremmo in modo appropriato:
  • Se qualcuno non ci vuole, cerchiamo altrove.
  • Se qualcuno ci tratta male o non ci rispetta, chiediamo che corregga il suo comportamento; se non otteniamo risultati, ci allontaniamo.
Ma se riteniamo quella persona per noi preziosa e insostituibile, ecco che ne siamo dipendenti e indotti a tollerare qualsiasi cosa; poiché non vediamo alternative a lei, non consideriamo alternative nemmeno nel nostro comportamento. Questa convinzione concede a persone negative o tossiche un enorme - e insano - potere su di noi.

In ultima analisi, considerare qualcuno unico e insostituibile alimenta uno posizione di dipendenza nei suoi confronti. E la dipendenza è uno stato patologico.

4. Il vero amore è per sempre

Quando una relazione finisce, chi crede in questa idea tende a credere che l'amore espresso e vissuto nel corso della relazione sia stato falso. Dopotutto, se il vero amore è eterno, allora un amore che finisce non può essere vero, no?
Ma questa posizione è completamente priva di senso, per una serie di ragioni:
  • Nella vita tutto cambia, ed anche noi stessi cambiano continuamente: cambiamo nei gusti, nelle idee, nel fisico e nelle emozioni. Solo le cose morte non cambiano mai.
    Aspettarmi che l'altro fra dieci anni mi ami esattamente come mi ama oggi, è pretendere che l'altro rimanga immobile e immutabile - come una statua.
  • Proprio perché noi stessi cambiamo, quello che oggi ci unisce un giorno potrebbe mutare: bisogni, preferenze, progetti, visione del mondo... le strade dei partner potrebbero divergere, e nessuno ne ha colpa.
  • E, soprattutto, quello che chiamiamo "amore" spesso è invece "innamoramento": e l'innamoramento non dura mai per sempre. Ma questo non impedisce che, finché è durato, sia stato del tutto autentico e sincero.

In poche parole, per vivere appieno una relazione (e la vita stessa) dovremmo imparare ad apprezzare quello che stiamo vivendo momento per momento, per la sua qualità; piuttosto che valutarlo in base ad una "tabella di marcia", per la sua durata.
Magari un partner mi ha amato con tutto il cuore per sei mesi o quattro anni, ma poi qualcosa è cambiato (nella relazione, in fattori esterni, magari in me stesso)... e quel fuoco si è attenuato. Spesso non è colpa di nessuno, capita e basta. Che senso ha disprezzare quel che abbiamo vissuto, l'amore dato e ricevuto, tutta la felicità provata?
Chi crede a questa idea svaluta tutto quello che ha ricevuto, diffida e accusa il partner di averlo ingannato, ed è come se "buttasse a mare" tutto ciò che di bello è stato condiviso nel rapporto. Così facendo si ritrova vuoto e deprivato, inaridito e povero - per sua stessa scelta.

La maggior parte delle relazioni finiscono: è un fatto naturale. L'idea per cui debbano durare per sempre è una delle tante falsità che si dicono sull'amore.

5. Puoi essere felice con un solo partner, per tutta la vita

Forse l'idea romantica più diffusa è quella della monogamia a vita. Ovvero che sia del tutto naturale stare insieme allo stesso partner per sempre, trovare in lui (o lei) ogni cosa che cerchiamo, e non provare alcun interesse (specialmente sessuale) al di fuori del partner.
In realtà le relazioni, anche quelle migliori, non funzionano così. La prova più evidente è la quantità di tradimenti (che accadono nella maggioranza delle coppie) e di divorzi (in Italia oltre la metà dei matrimoni finisce). Sono numeri troppo elevati per credere che i fallimenti siano dovuti solo a difetti individuali: è proprio l'idea di monogamia che non funziona (né peraltro ha mai funzionato: tradimenti e separazioni sono sempre esistiti).

Poiché è un discorso complesso, vi ho dedicato un post a sé: Perché la monogamia non funziona.

6. Amare qualcuno che ci rifiuta o ci tratta male è nobile e romantico

L'arte e i media ci raccontano spesso di amori tormentati e infelici (da Penelope a Lancillotto alle commedie romantiche hollywoodiane), e presentano chi ama in questo modo come nobile, eroico ed ammirabile:
  • Colei che attende per anni e anni il ritorno dell'amato (Odissea)
  • Colui che insegue un amore mai corrisposto (Dante e Petrarca, Don Chisciotte)
  • Chi viene respinto più e più volte, ma continua a perseverare
  • Chi viene maltrattato, offeso o tradito, eppure rimane fedele "in nome dell'amore"

Io credo invece che questo tipo di "amore" sia malato. L'amore sano e autentico fa stare bene chi lo vive. Stare attaccati a chi ci rifiuta o maltratta non è amore, ma dipendenza, ovvero una condizione patologica.
Decisamente umana, ma non certo qualcosa di cui essere fiero o da incoraggiare.

Quando le sofferenze in amore si ripetono

Alcuni tendono a ritrovarsi spesso in situazioni del genere: si attaccano a qualcuno che non prova alcun interesse per loro, oppure si ritrovano in relazioni disfunzionali. In queste situazioni è probabile che non sia per sfortuna o per caso, ma perché ci sono in loro dei meccanismi inconsci che li inducono a fare scelte infelici.

7. Verrai amato per quello che sei (non per quello che dai o fai)

Un'idea romantica piuttosto diffusa, è che dovremmo essere amati semplicemente per quello che siamo, senza dover fare alcunché per meritarcelo. Oppure che la "persona giusta" per noi ci amerà senza che muoviamo un dito, per il solo fatto che esistiamo.

Certo suona molto bello e consolatorio, però è del tutto irrealistico. Nella realtà, le relazioni sono basate sullo scambio: ci relazioniamo con certe persone perché riceviamo da loro qualcosa che apprezziamo (anche se non ne siamo consapevoli), e loro fanno lo stesso. Veniamo desiderati - e amati - per quello che diamo alle altre persone, prima di tutto (*); ovvero per quanto nutriamo i loro bisogni.
Se vi sembra arido o cinico, chiedetevi questo: vorreste stare vicino a qualcuno che non vi dà assolutamente nulla? Ne dubito molto.
Soltanto un genitore ama i figli per il semplice fatto che esistono, senza che loro debbano fare nulla. Tra gli adulti non funziona così: quando avete amato qualcuno, l'avete fatto perché quella persona vi ha dato qualcosa di prezioso (anche in modo indiretto, per esempio con certe sue qualità o perché sognavate che poteva rendervi felice).

(*) N.B.: Non dico che le relazioni siano fondate esclusivamente sullo scambio, ma che quella è la motivazione primaria, la base da cui si parte. Certamente poi possono svilupparsi anche altri fattori che rendono i legami più profondi e intensi.

Quando nessuno ci vuole

Questo spiega perché certe persone non vengono volute da nessuno, o perché nessuno le ama: probabilmente non offrono abbastanza qualità da renderle desiderabili (ovviamente possono esserci altri motivi). In altre parole, il loro "valore di mercato relazionale" è insufficiente.
Purtroppo questo di rado viene riconosciuto. Invece, alle persone "sfortunate" in amore vengono offerte banalità consolatorie o ingannevoli come "Prima o poi incontrerai la persona giusta", "Basta che sei te stesso", "La troverai quando smetti di cercare"... La realtà è che se non hai i requisiti che interessano l'altro sesso, non hai chance in amore.

Pretendere o attendere non porta a nulla

Perché questa idea può renderci infelici? Perché induce aspettative e comportamenti fallimentari:
  • Pretendere di essere amati senza dover fare nulla, senza andare incontro all'altro e senza nutrire i suoi bisogni (ovvero renderlo felice).
  • Restare in attesa della "persona giusta" che ci amerà senza che dobbiamo fare nulla o cambiare nulla in noi (specialmente se la nostra vita sentimentale è stata inesistente o deludente; attendiamo quindi passivamente che le cose cambino "come per magia").
  • Vittimismo: invece di impegnarsi per sviluppare le proprie qualità (che è parte del normale processo di crescita per qualsiasi individuo), diventando una persona più desiderabile e amabile, si tende a fare la vittima e dare la colpa al mondo perché non ci apprezza.
    Questo accade particolarmente a chi non si piace per nulla: una condizione paradossale per cui una persona si disprezza, ma al tempo stesso vuole essere amata per come è.

Quando invece realizzi che l'altro desidera che tu nutra i suoi bisogni, proprio come tu vorresti che l'altro soddisfi i tuoi, impari a relazionarti da adulto: ovvero, ti prendi cura dei bisogni altrui ed anche dei tuoi (per esempio imparando a chiedere), senza aspettarti che essi vengano magicamente soddisfatti. Se noti di avere capacità insufficienti a riguardo, puoi scegliere di cambiare ed aumentare le tue qualità, in modo da innalzare il tuo "valore relazionale".


Sia chiaro che non sto dicendo a nessuno come vivere: ciascuno deve deciderlo per sé. L'obiettivo di questo post è solo svelare illusioni dannose a cui molti credono. E per sapere se queste idee sono davvero illusorie non dovete credere a me: vi basterà confrontarle con la realtà e le vite intorno a voi (ricordando che l'eccezione conferma la regola).

Il romanticismo è una "invenzione" recente

I più credono che il romanticismo nelle relazioni sentimentali sia una visione universale, e che sia così da sempre. In realtà la visione romantica delle relazioni è piuttosto recente. L'idea del matrimonio - e della coppia - basati sull'amore e sulla fedeltà si è sviluppata a partire dalla fine del XVIII secolo, fino a diventare lo standard in Occidente solo dalla metà del XX secolo. Questo è mostrato da vari testi e ricerche, per esempio il libro "Marriage, a History" ("Storia del matrimonio"; info nella Bibliografia).

Non solo in passato il matrimonio era basato su valori pratici e concreti, piuttosto che emozionali, ma un eccessivo attaccamento tra i coniugi era spesso visto con sospetto. L'idea dell'amore tra partner era visto come una "follia" adolescenziale, da irridere e scoraggiare. In alcune culture (per esempio asiatiche o mediorientali), questa è tutt'ora la posizione più diffusa.

Il romanticismo non è l'unico modo di amare

Dico questo per ricordare quanto un'idea o convinzione che possiamo ritenere universale o scontata, sia spesso invece solo una opinione soggettiva e arbitraria. A volte crediamo in qualcosa solo perché ci piace crederlo, o perché tutti ci dicono che è vero: gli antichi Greci credevano negli dei dell'Olimpo, e prima di Galileo tutti credevano che la Terra stesse al centro dell'Universo.

Similmente, l'amore romantico non è una "legge universale" ma solo uno fra i possibili modi di vivere le relazioni - non necessariamente il migliore, il più saggio o quello che ci rende più felici. Sta a ciascuno ragionare con la sua testa e decidere se una certa idea gli migliora la vita o invece gliela peggiora.


"L'amore è come la febbre: nasce e si spegne senza che la volontà vi abbia alcuna parte."
(Stendhal)

"Il vero amore è come l'apparizione degli spiriti: tutti ne parlano, ma ben pochi l'hanno visto."
(La Rochefoucauld)

"In confronto alle aspettative elevate del Romanticismo, l'amore reale è necessariamente sempre una terribile delusione."
(sito The School of Life, "Johann Wolfgang von Goethe")


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