Parla con me

Se vuoi approfondire questi argomenti o esplorare i tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

Se non trovi la persona giusta, il problema sei tu (non il mondo)

Nella vita reale o sulla Rete, incontro spesso persone che si lamentano di non trovare il partner adatto a loro, e danno la colpa al mondo (o, più spesso, all'intero genere opposto). Li abbiamo sentiti tutti: quelli per cui "Le donne sono tutte stronze (o puttane, o...)", quelle per cui "Gli uomini sono tutti immaturi (o traditori, o porci, o...)".
Insomma, persone infelici (specialmente nella relazioni) e convinte che la colpa stia sempre "fuori" da loro, negli altri, nel mondo. Persone che non sanno (o non vogliono) riconoscere la propria responsabilità nell'aver creato le situazioni in cui si trovano.

Le cinque ragioni per cui il problema sei tu

Per costoro ho una brutta notizia: nella grande maggioranza dei casi, se non incontri la persona che vorresti il problema sei tu, non sono gli altri. Direi che ci sono cinque ragioni principali per cui non abbiamo ancora incontrato il partner che vorremmo:
  1. Questa persona non esiste
  2. Questa persona esiste, ma non l'hai trovata
  3. Hai trovato questa persona, ma non ti vuole
    (o non vuole darti quello che tu vorresti)
  4. Hai incontrato questa persona, ma non l'hai riconosciuta
  5. Hai incontrato questa persona, ma l'hai fatta allontanare

1. Questa persona non esiste

Ovviamente il problema è tuo, che cerchi qualcosa che non c'è; credi ancora alle favole (il principe azzurro, la donna perfetta), invece di confrontarti con il mondo reale.

Se ti sei fissato/a nel volere un tipo di relazione elevata e ideale, magica e sempre felice; e scarti ogni partner che comporti qualche limite o compromesso... il problema non è nel mondo ma nella tua ricerca di perfezione e nel rifiutare la realtà.
Hai bisogno di renderti conto che la perfezione non esiste (specialmente negli esseri umani) e che in amore non si può avere tutto. Le relazioni che funzionano sono quelle in cui si apprezza il parter per come è, invece di pretendere che non ci deluda mai.

2. Questa persona esiste, ma non l'hai trovata

Di nuovo, il problema è tuo: finché non inventano "Partner-a-domicilio.com", sta a noi trovare la persona che vogliamo. Se non lo facciamo perché:
  • evitiamo di impegnarci o sforzarci
  • non vogliamo cambiare abitudini
  • non vogliamo spostarci in luoghi più favorevoli
  • evitiamo ogni rischio per paura di soffrire o fallire...
poi non dovremmo lamentarci: non si raccoglie senza aver prima seminato.
E se abbiamo cercato questa persona da una vita, provando in tutti i modi, ma ancora non l'abbiamo trovata... forse vale il punto 1).
Oppure non abbiamo davvero dato il nostro meglio, o non sappiamo riconoscere dei limiti personali o dell'ambiente in cui viviamo.

3. Hai trovato questa persona, ma non ti vuole
(o non vuole darti quello che tu vorresti)

A parte che, se non ti vuole, allora non è la persona giusta per te; anche questa volta il problema è tuo. Perché nessuno è obbligato ad amarci o ricambiare il nostro interesse: l'errore non è in colui che ci rifiuta (avrà pure i suoi motivi...), ma in noi che ci ostiniamo a volerlo. Se qualcuno non ci vuole:

A volte, la causa del problema è nascosta nelle profondità del nostro inconscio. Se abbiamo subìto un trauma emotivo (persino se non lo ricordiamo), potremmo tendere a ricrearlo inconsciamente, scegliendo sempre un tipo di partner che ci ripresenta quel trauma (per esempio che ci inganna, ci tradisce o ci abbandona). In genere, se ci troviamo ripetutamente nello stesso tipo di problema o situazione dolorosa, è probabile che sia dovuto a qualche ferita inconscia irrisolta.
Di nuovo, in questi casi non è il mondo il problema, ma qualcosa in noi che sfugge al nostro controllo.

4. Hai incontrato questa persona, ma non l'hai riconosciuta

Può anche essere che hai incontrato una persona adatta a te, ma non hai saputo riconoscere il suo valore, la vostra compatibilità o il potenziale di relazione; è chiaro che è un problema tuo, e non dell'altra persona (che magari sarebbe anche disponibile). Ci possono essere svariati motivi per cui non riconosciamo un potenziale partner:
  • Siamo troppo presi dai nostri problemi emotivi (scarsa autostima, paura del giudizio altrui, preoccupazioni ossessive sui propri limiti...), al punto da non vedere realmente quello che ci accade intorno - e non vedere certe persone per quello che potrebbero darci.
  • Non abbiamo chiaro cosa vogliamo o cosa ci rende felici: una donna potrebbe sentirsi attratta solo da "maschi alfa", molto virili e sicuri di sé, ma che evitano relazioni impegnative; e magari ignora uomini più profondi e sensibili, da cui invece si sentirebbe amata.
  • Siamo fuorviati da condizionamenti sociali o modelli relazionali che non sono davvero nostri: magari crediamo che il partner "giusto" debba avere un certo aspetto, status o caratteristiche (magra, ricco, seria...), perché ci hanno sempre detto che così dev'essere, ma forse questo non corrisponde alla nostra personale "ricetta della felicità".
  • Vediamo quella persona "solo" come un amico/a, e siamo convinti che amicizia e amore siano due stati opposti (mentre invece l'amicizia è una componente essenziale di una relazione sana).
In tutti questi casi, è necessario superare i nostri preconcetti, "aggiornare" i nostri modelli relazionali e il modo di vedere gli altri, per poter apprezzare opportunità che altrimenti non sapremmo cogliere.

5. Hai incontrato questa persona, ma l'hai fatta allontanare

A volte non troviamo la persona giusta, o un partner di valore, perché siamo noi stessi ad allontanare le persone di qualità. Ci ritroviamo così a dire cose tipo "Non ci sono più uomini X", o "Dove sono finite le donne Y"...
Ma questi tipo di persone esiste; però magari le facciamo fuggire con atteggiamenti tipo:
  • Pretenzioso. Chi vuole tutto, o vuole essere amato/a esattamente com'è senza andare incontro all'altro. Chi è rigido, esigente, non disponibile a compromessi. Il "principino", la "principessa sul pisello".
  • Entitlement (sentirsi in diritto). Chi ha la convinzione di meritare qualcosa solo perché esiste, senza doverselo meritare e senza dare nulla in cambio.
  • Farsi desiderare. Chi fa la difficile, la "preziosa", che tiene gli altri a distanza o in sospeso. Chi dice "No" anche quando l'altro gli interessa, aspettandosi che lui insista più e più volte.

Questi atteggiamenti fanno scappare le persone di qualità, perché costoro
non perdono tempo con chi non le apprezza, non accettano mancanza di rispetto, prese in giro o giochi di potere. Poiché si stimano, sanno di valere, e hanno altre alternative a disposizione, le persone di valore non restano dove non sono apprezzate e trattate bene.
Quelli che stanno a questi giochi, che sopportano simili atteggiamenti, sono persone di basso valore (come i "maschi Beta"), che non si stimano e quindi accettano comportamenti poco rispettosi.

Chi adotta questi atteggiamenti e poi si lamenta di incontrare solo persone di "bassa qualità", deve rendersi conto che sono le uniche che tollerano il suo comportamento scorretto.

Io contro il mondo: chi sbaglia?

Se ritengo che il mondo sia sbagliato, o che gli altri esseri umani non vadano bene come sono, occorre ricordare che io sono 1 e gli altri sono più di 7.600.000.000: è molto più probabile che sia io quello in errore, piuttosto che gli altri sette miliardi di esseri umani.
Naturalmente questo vale anche verso l'altro sesso: il rapporto in questo caso è di 1 a circa 3.800.000.000, e di nuovo vale quanto sopra. Invece di dannarsi perché "l'altra metà del cielo" non corrisponde ai nostri desideri, è bene riconoscere che uomini e donne sono diversi (uno dei principali motivi per cui spesso litighiamo), quindi bisogna accettarsi e venirsi incontro, invece di lamentarsi e pretendere.

“Io sono uno
e gli altri sono
più di sette miliardi”

Il problema delle aspettative

Nonostante le "favole" che ci raccontano film e canzoni, la storia d'amore perfetta non esiste. Così come non esiste l'uomo ideale o la donna su misura. Cercare la perfezione equivale a non trovarla mai, e questo non è certo colpa del mondo (che non è fatto per renderci felici), ma di aspettative troppo elevate.

Si potrebbe dire che esistono due tipi di persone che non trovano mai quello che cercano:
  1. Quelli che hanno aspettative troppo alte (in assoluto, o rispetto a quello che offrono)
  2. Quelli che non sanno di averle
I primi ovviamente non lo trovano mai (ragione 1), o se lo trovano è fuori dalla loro portata (ragione 3).
I secondi sono messi anche peggio, perché non si rendono conto di creare loro stessi il problema. Se per esempio ho aspettative estetiche eccessive, ma non ne sono consapevole, finirò col dire che "In giro ci sono solo persone brutte"; penserò che è il mondo ad essere sbagliato, perché non vedo che in realtà sono le mie aspettative ad essere esagerate.

Desideri nascosti e idee confuse

Molti non sanno bene quello che vogliono, ma questo non impedisce loro di volerlo (un impulso mi condiziona anche se non so di averlo). Alcuni dicono "Vorrei solo una brava ragazza" o "Cerco solo qualcuno che mi ami", e non si accorgono di volere in realtà molto di più: la loro mente inconscia è piena di esigenze e parametri che, se non soddisfatti, portano a scartare possibili partner.
Costoro hanno bisogno di riconoscere quello che vanno cercando (con un approfondito esame di coscienza, confrontandosi con amici, o ricorrendo ad un terapeuta), e di chiedersi se sia realistico e alla loro portata.

La felicità non è un diritto

Il mondo non ci deve nulla: aspettarsi che debba soddisfarci, darci quello di cui abbiamo bisogno, o amarci senza che facciamo qualcosa per meritarlo, è un'aspettativa infantile (solo l'amore dei genitori per i figli è "gratuito" - almeno in teoria); un'aspettativa destinata a infrangersi presto contro la realtà.
Anche se può suonare inquietante, essere amati non è un diritto: bisogna in qualche modo "esserne all'altezza", guadagnarselo - se siamo degli adulti. Veniamo voluti e amati dall'altro quando gli diamo quello di cui ha bisogno.
Lo stesso vale per la felicità: persino nella Costituzione degli Stati Uniti, viene garantito il diritto "alla ricerca della felicità", non certo ad ottenerla.

“Essere amati
non è un diritto”

Voler essere sempre innamorati

Un caso particolare di aspettativa irreale è quella di voler restare sempre nello stato di innamoramento. Questo stato non dura mai a lungo, ma chi è dipendente da esso tende a cercare nuovi partner per ritrovare l'eccitazione e l'entusiasmo della Energia delle Nuove Relazioni (in inglese "New Relationship Energy").

Perché diamo la colpa all'esterno

Perché è così difficile ammettere che il problema è nostro? Per una serie di motivi, il primo dei quali è che sentirsi responsabili della propria felicità fa paura:
  • Riconoscere che siamo gli unici responsabili della nostra felicità è un carico gravoso: temiamo di non esserne all'altezza, di non meritarla, di fallire e non raggiungerla mai. Per questo la tentazione di scaricare questa responsabilità all'esterno è così seducente.
  • Senso di inadeguatezza ("Non ne sono capace"), scarsa autostima ("Non credo di poter meritare quel che voglio").
  • Resistenza al cambiamento: cambiare è faticoso, incerto e spaventa; di solito cambiamo solo quando vi siamo costretti.
  • Vittimismo: tendenza a vedersi come una vittima impotente delle circostanze, per cui non abbiamo potere di realizzare ciò che vogliamo; quindi quel potere - e la corrispondente responsabilità - stanno sempre all'esterno.
  • Aspettativa di "essere salvati": posizione passiva, in cui non ci prendiamo cura dei nostri bisogni, ma invece attendiamo che altri lo facciano.
  • Convinzione di meritare qualcosa come proprio diritto (in inglese "entitlement"); a volte viene trasmesso dai genitori, che trattano i figli come se tutto fosse loro dovuto (un esempio è nel film "Il papà di Giovanna"; recensioni).
  • Illusioni o ignoranza: crediamo a ideali romantici irreali oppure abbiamo convinzioni ingannevoli sull'amore.
  • Potrebbe anche essere che il problema è in noi ma ci è "invisibile", perché sepolto nell'inconscio oppure va oltre la nostra comprensione.

Attenzione a quello in cui credi

Molte persone sono cariche di disprezzo e risentimento verso il genere opposto ("Gli uomini sono tutti...", "Le donne sono sempre..."), e non si rendono conto che questi pregiudizi spesso diventano una sorta di "profezia" che tende a realizzarsi. Se hai una pessima opinione su una categoria di persone, tenderai a confermare il tuo pregiudizio - e quindi, paradossalmente, proprio a incontrare quello che temi.

Uomini e donne non sono stronzi, ma vogliono cose diverse

Gli altri (e specialmente il sesso opposto) spesso ci sembrano "stronzi" perché vogliono cose diverse da quelle che vogliamo noi (per esempio, la Natura ha dato ad uomini e donne strategie diverse nelle relazioni). Ma il più delle volte non è per cattiveria: più semplicemente, ognuno fa quello che secondo lui è giusto, o che lo rende felice; il problema è che quanto è giusto o benefico per uno, spesso non lo è per l'altro.
Quando qualcuno non fa quello che noi vogliamo, o che a noi sembra la "cosa giusta", giudicarlo o pretendere che si adegui alle nostre esigenze non serve a nulla; evidentemente ha le sue ragioni (anche se noi non le comprendiamo, o sono opposte alle nostre). Ricordiamoci che le lamentele non portano a nulla, e nemmeno fare pressione perché l'altro cambi.
L'unica cosa che serve davvero è capire la diversità dell'altro (nel caso di uomini e donne, è utile una lettura come "Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere" di John Gray); quindi parlarne esplicitamente, venirsi incontro e trovare compromessi costruttivi (anche perché la "coppia perfetta" è un'utopia).

“Ognuno fa
quello che per lui è giusto,
o che lo rende felice”

I partner "giusti" esistono - anche se tu non li trovi

La lamentela per cui certi tipi di persone (uomini e donne sinceri, fedeli, amorevoli, che vogliono impegnarsi, ecc.) "non esistono", è ridicola: queste persone ci sono eccome. Basta guardarsi intorno, e si trovano esempi di coppie felici, che funzionano, positive. Quindi, se non riusciamo a trovare un certo tipo di persone, non è perché non esista: ma è a causa nostra, per una delle ragioni esposte sopra.

Vale anche per le amicizie

Quando non riusciamo a trovare amici con cui stare bene, che tengano a noi, ecc. non è perché "l'amicizia non esiste più" (come alcuni si giustificano), ma per una delle ragioni esposte all'inizio. In generale, esse valgono sia per le relazioni sentimentali che quelle amicali.

A volte il problema non sei tu

Naturalmente ci sono delle eccezioni alla regola, per cui a volte il problema non è nostro, ma è realmente all'esterno di noi. Questo vale specialmente nei casi in cui la nostra libertà individuale è seriamente limitata (ambiente repressivo, famiglia oppressiva, grave mancanza di risorse...), per cui diventa difficile agire per migliorare la propria situazione.

Infine, voglio sottolineare che quando affermo "il problema sei tu", non parlo di colpa, ma di responsabilità. La colpa esiste quando agiamo intenzionalmente in modo errato, mentre non c'è colpa se non ce ne rendiamo conto o siamo costretti. Ma qualunque cosa facciamo, siamo comunque responsabili delle conseguenze delle nostre azioni (come nel caso in cui feriamo qualcuno senza intenzione: non c'è colpa, ma siamo comunque responsabili d'aver provocato un danno).
Per questo sostengo che, qualsiasi sia il mio problema, prendermene cura è una mia personale responsabilità. In fondo, si tratta della mia vita. :-)


"Ognuno prende i limiti del suo campo visivo per i confini del mondo."
(Arthur Schopenhauer)


Articoli correlati

Altri post con argomenti collegati (descrizione: fermate il puntatore sul link)


Parla con me

Se gli argomenti di questo post ti toccano da vicino e vorresti discuterne, approfondire, o rivolgermi delle domande; oppure se senti il bisogno di parlare dei tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

25 commenti:

  1. Trovo queste osservazioni davvero intelligenti e utili.
    Le leggo con grande interesse e gratitudine. :-)

    Federica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Federica,
      sentire che raggiungo il mio scopo mi riempie di soddisfazione :-)
      Abbracci!

      Elimina
  2. Questo articolo è incredibilmente utile per capire dove sbagli... una piccola luce per farti leggere dentro di te...!!!! Grazie mille....

    RispondiElimina
  3. Ciao,
    io avevo trovato l'uomo giusto, purtroppo, dopo 5 anni e mezzo non prendeva decisioni. Eravamo sempre insieme.
    Alla fine ho chiuso poiché a 30 anni volevo una famiglia. E' anche vero che dopo 20 anni ho scoperto che era sposato eppure eravamo sempre insieme (tutti i weekend, quasi tutto il giorno, tutti i giorni ma non la notte).
    Che dire, ora cerco uno minimo diplomato (io sono diplomata e quasi laureata), che abbia una buona cultura come il mio ex e che leggano.
    In Veneto sembra una massa d'illeterati, troppi....e si capisce troppo la provenienza.
    Effettivamente voglio troppo in Veneto.
    Senza parlare che alla mia età (48) hanno spesso figli piccoli, molti separati.
    Dovrei spostarmi di zona ma ora non ho più voglia.
    O li trovo troppo gelosi oppure troppo poco, sul tipo "per me potresti buttarti a mare".
    Sono una persona poliedrica ed amo i poliedrici. Quelli che ho conosciuto così e pure diplomati non interessavo oppure troppo distanti.
    Cerco il principe azzurro? Forse ma mi va' bene un Einstein? Ma mi va' bene uno diplomato, che legga, che parli (troppi uomini che sono delle mummie) e che per lo meno si preoccupino di sapere se sto' bene quando torno a casa da casa loro o quando li conosco, non mi mollino nel parcheggio e nemmeno aspettino che monti in macchina accertandosi che vicino non ci sia uno che scenda dall'auto o in zona, pronto a violentarti (conosco amiche che hanno rischiato).
    Voglio troppo? Un uomo con una buona cultura (basta leggere, non serve il diploma), educato e rispettoso e che non ti aggredisca. Normalmente non li prendo neppure tanto belli, poi ovvio che dev'esserci più attrazione.
    Che dici Valter Psicofelicità? Voglio troppo?
    Forse meglio che abbia solo tanti amici :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. > Voglio troppo?
      Non lo so, non ti conosco.

      Però noto una cosa: dici ripetutamente che vuoi un uomo dotato di buona cultura, ma da come scrivi l'italiano non è proprio il tuo forte.
      Forse allora vuoi delle qualità maggiori di quelle che tu stessa puoi offrire (ma non te ne rendi conto). Se è così, quelli del tuo livello non li consideri, e quelli che ti piacciono sono di livello superiore e non considerano te.

      Oppure, hai delle resistenze inconsce verso l'altro sesso (o verso le relazioni impegnative), per cui trovi qualcosa che non va in ogni uomo che incontri.

      Elimina
  4. Salve,
    io ho subito una delusione due anni fa. Riconosco di non avere un carattere ottimista, ma fuori rido sempre, sono una ragazza di battuta e non ho problemi a relazionarmi a livello amichevole. Quando si tratta di amore invece, mi incupisco. Mi ritengo una ragazza piacevole, ho sempre avuto amicizie, ma quando si tratta di relazioni incappo sempre nel tipo che non mi attrae per niente fisicamente ma a cui io piaccio, oppure nel classico uomo che se ne sbatte di me, a cui però vado dietro. Per carattere so di avere bisogno di una via di mezzo che tuttavia sembra non esserci. Dopo due anni senza un partner e l'aver scoperto che lui si è rifatto una vita mi sento demotivata e sbagliata. Due persone si sono fatte avanti ma non mi prendevano nè a livello fisico nè a livello caratteriale. Mi chiedo sempre se non sia io che ho problemi con me stessa e non riesco a colpire chi vorrei ma solo chi non mi interessa. Si di essere giovane (non ho ancora 25 anni) ma intorno a me le mie coetanee trovano l'amore o sono in relazioni stabili da anni e questo mi deprime. Ci sono giornate come queste in cui ripercorro la mia vecchia storia e mi sento veramente una nullità per come non sono stata capace nè di imporre la mia personalità da quanto era stata svilita da lui, nè di essere stata in grado di uscirne. Tuttora non mi avvicino mai alla sua città per timore di incontrarlo. Che sia perché non ho trovato nessuno che mi faccia dimenticare quello che ho subito?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Visto che al mondo ci sono persone di ogni tipo, se tu incontri sempre uomini di un certo tipo, sembra probabile che sei proprio tu a sceglierli, per qualche motivo inconscio.
      Oppure punti sempre a persone fuori dalla tua portata, con "valore di mercato" superiore al tuo (e per questo non interessate a te).

      > Mi chiedo sempre se non sia io che ho problemi con me stessa
      A me questa sembra l'ipotesi più probabile.
      Il fatto che gli uomini a cui ti attacchi "se ne sbattano di te", sembra un elemento chiave: forse hai delle ferite emotive di rifiuto, o di svalutazione, o legate alla figura paterna, per cui le ricrei. Se è questo il motivo, non lo supererai finché non farai un lavoro di "scavo" ed esplorazione di queste ferite.

      Non dare al tuo ex un potere che esiste solo nella tua testa: non sei legata a lui per sue qualità o azioni particolari, ma perché - mi sembra - hai in te qualcosa di irrisolto che ti spinge verso uomini che non ti vogliono e/o non ti amano. E per la stessa ragione respingi quelli che potrebbero amarti.

      > mi sento veramente una nullità
      Non essere così severa con te stessa. Quando siamo spinti dall'inconscio (e accade spesso), la nostra volontà o forza contano poco.

      Elimina
  5. purtroppo non dipende sempre da noi ma anche dall'altro, proprio per questo si parla di rapporti di coppia, il bello sarebbe proprio trovare al di fuori di noi stessi. Ma la psicologia ha una visione tutta sua che aiuta solo in alcuni casi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti ho detto che, a volte, il problema è esterno a noi (anche se meno spesso di quanto vogliamo credere).
      Però la soluzione è sempre in noi, perché il mondo non cambia per farci piacere. Quindi se vogliamo un cambiamento dobbiamo necessariamente agire noi, invece di aspettare che siano gli altri a renderci felici.
      Finché mi dico "Non è colpa mia, non ci posso fare niente", mi metto in uno stato di vittima impotente senza speranza.

      Elimina
  6. Io ho smesso di cercare l'anima gemella, sono un uomo di 45 anni non ci credo più e non mi interessa più

    RispondiElimina
  7. Purtroppo il problema non sono io, ma è la sfiga... se non desideriamo una cosa, la desideriamo e basta, non scegliamo noi, e comunque siamo in un mondo di stronzi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Di solito "la sfiga" è la scusante che usiamo per non prenderci la responsabilità di quello che ci succede :-)
      Ma rammento che responsabilità e potere sono strettamente connessi: quando dico che "Non dipende da me", implicitamente affermo pure che non ci posso fare nulla.

      > "comunque siamo in un mondo di stronzi"
      Certo, la mia vita va male perché il mondo fa schifo e sono circondato da stronzi. Oh povero me. ;-)
      (però intanto molte persone vivono meglio, pur nello stesso mondo; chissà come mai...)
      Fare la vittima è la prima causa per cui la vita che abbiamo non è quella che vorremmo.

      Elimina
  8. Non sono psicologo :-)

    Dico le cose come stanno, e come credo che sia utile. A volte questo implica essere diretto e scomodo, il che può dare fastidio, lo so.
    Ma il mio scopo è sempre quello di proporre delle soluzioni, o di incoraggiare un miglioramento; mai la critica fine a se stessa.

    L'alternativa è dire banalità consolatorie, che non offendono nessuno ma sono anche inutili. No, grazie.
    Io non sono per il "politically correct": sono per la "dura verità" (o "tough love", per dirla all'inglese).

    RispondiElimina
  9. Quanti uomini, accetterebbero di conoscere una donna di 37 anni (bassa, e grassa) che, vive in casa da sola con una madre disabile?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so quanti, ma qualcuno probabilmente sì. A condizione che quella donna abbia anche delle qualità positive, che quell'uomo trovi interessanti.
      Ovviamente, date le sue condizioni non proprio entusiasmanti, dovrà accontentarsi di un uomo similmente limitato.

      E' sempre una questione di valore che ciascuno offre ai potenziali partner:
      - Più offro e più posso chiedere.
      - Meno offro e più devo accontentarmi.

      L'ostacolo che vedo in molte donne (ed anche in certi uomini), è che pretendono molto più di quanto possano offrire. Per esempio donne banali che si aspettano un amore incondizionato, o straordinario; e non sono disponibili ad accontentarsi.

      Elimina
  10. Ormai in questa società, se un uomo è da solo, si fa prima a dare la colpa a lui quando la verità è che le donne al giorno d'oggi, pretendono l'uomo perfetto anche se non sono tanto bellissime. Tutto questo grazie anche ai social network dove hanno una platea di uomini che le ronzano attorno tra like, cuori e commenti alle foto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello che sostieni è - almeno in parte - vero. Ho esaminato questo problema dello squilibrio nel desiderio relazionale (dove le donne detengono maggior potere) in diversi post, tra cui:
      - Squilibrio del desiderio nei rapporti uomo-donna
      - Nel mercato relazionale, la donna vale più dell'uomo
      - Ipergamia: tutti vorremmo un partner migliore di noi
      - Quando le donne vogliono tutto

      Nel primo post, in particolare, ho esaminato le cause di questo squilibrio, tra cui (come osservi tu) anche i social network e la smisurata attenzione che in essi le donne ricevono.

      Tutto questo però non deve farci dimenticare che:
      - Anche le donne soffrono, hanno bisogni insoddisfatti e problemi relazionali. Il fatto di avere un maggior potere non è abbastanza per essere felici o avere tutto quello che vogliono.
      Anche per questo il presente post si rivolge ad entrambi i generi.
      - Essere felici, o essere amati, non sono diritti. Perciò chiunque desideri qualcosa ha la responsabilità di agire per riuscire ad ottenerla; non gli è dovuta.
      Nota che io parlo di responsabilità, mai di colpa. Se c'è una carestia, non è certo colpa tua se fatichi a trovare da mangiare. Ma è certamente una tua responsabilità farlo per nutrirti (a meno che tu sia un bambino che dipende dai genitori).

      A mio parere, un elemento chiave del vivere bene è passare da una mentalità da vittima ("E' il mondo che dovrebbe farmi felice") ad una di creatore ("E' mia responsabilità trovare soluzioni ai miei problemi").

      Elimina
  11. Mah, comoda argomentazione per sviare la realtà del problema. Se una persona è infelice il problema risiede esclusivamente all'esterno, quindi non è colpa nostra, ma dell'altro. Per me il diritto all'amore dovrebbe essere obbligatorio. Rimpiango di non essere nato pre-1968, una relazione combinata con una bella ragazza sarebbe stata automatica, invece oggi dobbiamo pensare al parere dell'altra parte. Che nervi essere costretto a vedere esseri inferiori felici e fidanzati ed io che valgo 1000 volte più di loro, solo come un cane.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oh boy! Mi chiedo se tu sia sarcastico, o ci credi davvero...
      La tua negazione di responsabilità (vittimismo) è impressionante - e prossima a quella di un infante (*). Il che è ovviamente collegato con l'insoddisfazione che provi.

      (*) L'adulto si occupa dei propri bisogni; il bambino non è in grado di farlo, quindi si aspetta che gli altri provvedano a lui.

      Provo a riassumere i punti chiave (ma dubito che tu sia interessato):
      - Ognuno ha la responsabilità della propria vita (da adulto). Se vuoi qualcosa, sta a te diventare capace di ottenerla.
      - Il "diritto all'amore" è una di quelle utopie che si rivelano incubi. Se io ho un diritto, qualcuno ha un equivalente dovere: quindi chi ha il dovere di amarmi? A te andrebbe bene dover amare qualcuno che non ti piace? (ehi, è un suo diritto!).
      - Nessuna relazione è mai stata "automatica": ce la si è sempre dovuta guadagnare. Di amori non ricambiati o infelici è sempre stata ricca la storia.
      - Infine, se tu vali 1000 volte più di altri, come mai non hai un codazzo di ragazze che ti vogliono? Con tutto quel valore, dovrebbe accadere. ;-)

      Non è che, semplicemente, non hai la forza di riconoscere che sei una persona debole, impaurita e complessata, ed è per quello che non riesci ad ottenere quel che vuoi?
      E così dai la colpa al mondo per non affrontare questa realtà dolorosa.

      Naturalmente sei libero di vivere come preferisci.
      Ma la tua vita potrà migliorare solo quando te ne assumerai la responsabilità, ed inizierai a sviluppare le qualità che ci rendono gradevoli e desiderabili agli occhi altrui.

      Elimina
    2. Dove hai preso la laurea in psicologia? Al discount? Potresti fare coppia con la mia ex-psicologa incompetente, 7 anni e zero soluzioni.
      Viviamo in una società, quindi se siamo insoddisfatti è colpa del sistema che rende infelici, questo non l'hai studiato a psicologia? Ah già! La colpa è del singolo! Quanta inusitata profondità, per scaricare sul singolo e non sul sistema le storture sociali.

      Venendo ai punti:

      - Stai confondendo responsabilità con controllo, due concetti diversissimi.
      - Sillogismo non regge; ho un diritto naturale all'amore ed essere amato.
      - Io la merito infatti.
      - Perché le ragazze hanno un cervello di gallina e preferiscono i mediocri, d'altronde è la società stessa a selezionare questi ultimi, altrimenti il mondo non sarebbe allo scatafascio.

      Colpito ed affondato.

      Elimina
    3. Vedila come vuoi :-)
      "Alcuni preferiscono l'illusione alla disperazione."
      (Nelson Muntz)

      Potrei rispondere punto per punto, ma tanto sarebbe come parlare al muro.
      Osservo solo una cosa: la verità ci fornisce potere e ci porta risultati (se il progetto è corretto, il prototipo funzionerà; se la diagnosi è giusta, la cura avrà effetto; se le mie risposte sono esatte, passerò l'esame).
      "La verità vi renderà liberi."
      (Giovanni, 8,32)

      Se invece le tue convinzioni non portano risultati, è probabile che siano errate.
      Le teorie corrette vengono dimostrate dai fatti.

      PS: Qui non sono ammessi attacchi personali (verso me o chiunque). Altri commenti di quel tono verranno cancellati.

      Elimina
  12. Che cosa fa? Sentendosi braccato e senza capacità di fornire risposte minaccia censura del pensiero altrui?
    Colpito ed affondato direi allora.
    Ahi ahi ahi, forse lo "psicologo ha bisogno di uno psicologo" (cit. Martin Heidegger).

    RispondiElimina
  13. Ho studiato la Repubblica di Platone. Il grande filosofo teorizzava una società in cui non esistono celibi, perché lo stato provvede alle esigenze dell'individuo, fornendogli una donna. Cosa aspettiamo ad applicare tale società perfetta, che garantisce il diritto all'amore?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La "Repubblica" descrive un sistema ideale: il problema è che gli ideali sono molto lontani dalla realtà (e spesso conducono a disastri, si veda l'esempio dei Paesi in cui è stato applicato il Comunismo).

      Inoltre, lei dovrebbe sapere che Platone propose il suo sistema all'imperatore Marco Aurelio, il quale ne lodò le idee ma lo giudicò del tutto inapplicabile in pratica.

      Le idee possono essere meravigliose. Ma bisogna sempre fare i conti con la realtà.
      Non esisterà mai una "società perfetta", perché gli esseri umani erano, sono e saranno imperfetti (come tutto il Creato).
      Per cui l'amore non sarà mai un diritto, bensì un dono prezioso che bisogna conquistarsi (come tutte le cose preziose). Pensare altrimenti è credere al "Paese dei Balocchi".

      Elimina

Domande, osservazioni e commenti sono benvenuti! Se hai suggerimenti o informazioni da aggiungere, scrivi pure. Cerco di rispondere a tutti.
(se hai dubbi su cosa scrivere o come, vedi le linee guida per i commenti)



Licenza Creative Commons
© 2024 Valter Viglietti. Psicofelicità è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.