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Perchè non riesco a smettere di pensare a lei/lui?

Perché continuo a sentirmi legata al mio ex?

Perchè continuo a sperare di poterla avere anche se è impossibile?


Quando restiamo legati all'ex partner

Quando una relazione sentimentale finisce, spesso ci sentiamo ancora visceralmente legati all'ex partner. Questo accade specialmente se siamo stati lasciati; ma non necessariamente: a volte siamo noi a lasciare - per conflitti, incomprensioni o perché non sopportavamo più l'altra persona - eppure continuiamo a sentire nostalgia e desiderio.

Quando restiamo legati a chi non ci ha mai voluti

Similmente, quando una persona ci piace ma non ci ha mai voluti (e magari ce l'ha anche detto chiaramente), razionalmente sappiamo bene di non avere speranze. Eppure possiamo continuare a sentici vincolati, a provare un desiderio struggente, e persino sentire la convinzione che quella è l'unica persona giusta per noi, l'unica che potrebbe renderci felici...

Tutto questo può apparire incomprensibile: se una relazione è finita, o se l'abbiamo chiusa, o se non c'è mai nemmeno stata, perché dovremmo sentire ancora un legame così forte?

I sentimenti non sono razionali - né ragionevoli

La spiegazione più semplice è che emozioni e sentimenti non obbediscono alla logica né alla ragione. Di base, i sentimenti amorosi nascono dagli istinti: l'attrazione, la passione, l'innamoramento, nascono dalla nostra parte istintiva - che sta all'opposto di quella razionale (anche a livello cerebrale: gli istinti hanno sede nel "cervello rettiliano" - la parte più antica - mentre la ragione opera nella corteccia cerebrale - la parte più recente).

E' lo stesso motivo per cui possiamo desiderare una persona anche se sappiamo che è negativa per noi, se ci ha maltrattati o delusi profondamente: la parte viscerale in noi segue le sue "regole", e ignora completamente la ragione. Come ha detto il filosofo Blaise Pascal:
"Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce."

Innamoramento e dipendenza

Questo tipo di forte attaccamento e dipendenza segue generalmente il meccanismo dell'innamoramento.
Quando ci innamoriamo, sperimentiamo sia una visione dell'altro idealizzata (in cui ci appare migliore di quello che è realmente), sia uno stato alterato di coscienza dovuto ad una serie di sostanze prodotte dal cervello (che si comporta come se fosse sotto l'effetto di droghe), come la dopamina (molecola del piacere) e l'ossitocina (che alimenta la dipendenza). Sono queste sostanze a produrre effetti come "le farfalle nello stomaco" e ad indurre lo stato di attaccamento.

Questi effetti possono continuare anche dopo la fine della relazione; oppure persistere verso la persona che non ci ha mai voluto, che vediamo in modo idealizzato e quindi come soluzione ideale ai nostri bisogni o alla nostra sofferenza.
In entrambi i casi, questo stato è simile a quello di una persona tossicodipendente: certi meccanismi fisiologici (scatenati in un caso dalle droghe, nell'altro dall'innamoramento) provocano le sensazioni di mancanza, bramosia, bisogno disperato, e profondo malessere se quel bisogno non viene soddisfatto (che sia la droga o l'amato). In pratica, ci sentiamo come se fossimo in "crisi di astinenza"!

Nostalgia della felicità perduta

Un altro elemento che può legarci fortemente a qualcuno, è la mancanza della felicità che abbiamo provato con quella persona. La nostra mente tende a "filtrare" i ricordi, e a volte si concentra solo su quelli piacevoli. Quindi anche se abbiamo vissuto esperienze negative o sgradevoli con quella persona (da cui la separazione), una parte di noi può attaccarsi alle esperienze felici e desiderarle disperatamente.

Soprattutto se nel momento presente ci sentiamo tristi, soli o "vuoti" (cosa del tutto normale dopo una separazione), la felicità passata può apparirci come un "paradiso perduto" per cui proviamo una struggente nostalgia (tanto da dimenticare tutti gli elementi negativi che hanno portato alla fine della relazione). Di nuovo, non aspettiamoci coerenza o logica dalla nostra parte emotiva.
Se siamo stati felici con una persona (magari anche solo per qualche ora o un giorno), possiamo provare un desiderio disperato di tornare a rivivere quella felicità. Specialmente quando nel presente ci sentiamo sperduti o infelici: è un meccanismo elementare che opera in noi, che tende ciecamente verso il piacere ed a fuggire dalla sofferenza.

Non sopportare la solitudine

A volte vogliamo stare con qualcuno non perché quella persona ci piaccia particolarmente, ma perché la solitudine ci pesa troppo. Questo può succedere sia dopo una separazione, sia quando stiamo male nella nostra vita e ci attacchiamo a qualcuno nella speranza che ci renda felici. L'altro viene visto come "meraviglioso" o "indispensabile" perché ci appare come la "soluzione" alla nostra insopportabile solitudine o senso di vuoto.
Se però la relazione con quella persona è finita, oppure non è mai iniziata, è probabile che questo desiderio sia illusorio:
  • Se stavamo male insieme all'ex partner, o se abbiamo deciso di lasciarlo, oppure ci ha lasciato lui, probabilmente c'erano dei problemi seri. Se la relazione ricominciasse, quei problemi ci sarebbero ancora.
  • Se stiamo male nella nostra vita, l'altro non può essere mai una soluzione. Anche se fossimo insieme, continueremmo a provare quel senso di vuoto e angoscia. L'amore non risolve tutto. Quando la nostra vita non ci piace, la soluzione va trovata cambiando come viviamo, non attaccandoci a qualcuno.

Scambiare il bisogno per amore

Possiamo credere che questa mancanza o struggimento sia segno d'amore; che vogliamo quella persona perché abbiamo capito di amarla disperatamente... ma il bisogno e la dipendenza non sono segni di amore. In queste situazioni non è veramente l'altro che ci manca, ma la felicità ed il nutrimento che abbiamo ricevuto in passato (o che speriamo di ricevere in futuro). L'altro è solo il "mezzo" per arrivare a quella felicità.
L'amore autentico si basa su sentimenti positivi. Quando siamo preda di sentimenti "negativi" (paura, mancanza, bisogno, disperazione, dipendenza...), difficilmente è amore quello che proviamo: è piuttosto la nostra umanissima debolezza, che vede nell'amore una possibilità di "salvezza".

Non è colpa tua

E' importante ricordare che tutto questo è completamente normale e umano. Attaccarsi a persone che non ci vogliono (o che non ci vogliono più) fa parte dell'incertezza della vita, e della fragilità dell'essere umani. Come spiegato, l'amore non segue la logica.
Quindi se ci capita non è colpa nostra, e non indica un nostro fallimento. Proprio come "errare è umano", ugualmente è umano provare sentimenti contrastanti verso la stessa persona, oppure amare senza essere ricambiati.
Il fatto che sia naturale non implica però che sia inevitabile: capire come funzionano questi meccanismi istintivi, diventarne consapevoli, può aiutarci ad esserne meno influenzati.

Come uscirne

Per uscire da questo stato bisogna accettare la perdita: riconoscere che la relazione è "morta" (o non è mai esistita, se non nella nostra immaginazione). Solo dopo aver accettato in modo definitivo questo "lutto" possiamo riprendere in mano la nostra vita.

Spesso però non vogliamo lasciare andare il passato. Ma restarci attaccati significa tenersi legata una palla al piede, una zavorra: la storia non c'è più, ma la nostalgia e il rimpianto ci impediscono di vivere realmente; viviamo di ricordi o fantasie, non nel mondo reale.
Certo non è facile. In un altro post parlo di cosa possiamo fare quando veniamo rifiutati o lasciati.

Unico ma sostituibile

Infine, quando siamo innamorati (e/o dipendenti) pensiamo che quella persona sia unica e insostituibile, per cui l'idea di non poterla avere (più) ci rende inconsolabili. Per fortuna non è così: tutti sono unici ma nessuno è insostituibile. Poiché in primis quello che ci lega a qualcuno sono i bisogni che l'altro soddisfa, quello che ci serve è trovare altri che soddisfino i nostri bisogni.
Al mondo ci sono numerosi possibili partner che potrebbero renderci felici, come ed anche più di quella persona. Però sarà difficile incontrarli finché rimaniamo incollati al passato. Il primo passo per liberarci, è ammettere che non è l'altro a tenerci legati: siamo noi stessi ad aggrapparci alle nostre catene.


"L'inizio dell’amore è spesso simultaneo. Non così la fine: da ciò nascono le tragedie."
(Alessandro Morandotti)

"Per un po' forse continuerò a urlare il tuo nome a me stesso, nel cuore. Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà."
(David Grosmann)

"Quello che mi manca di lui, sono io quando stavo con lui."
(Chiara Gamberale)


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Se gli argomenti di questo post ti toccano da vicino e vorresti discuterne, approfondire, o rivolgermi delle domande; oppure se senti il bisogno di parlare dei tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

Perché continuiamo a sentirci legati agli ex?

Perchè non riesco a smettere di pensare a lui/lei?

Perchè continuo a sperare di poterla avere anche se è impossibile?


(Questo post è una versione sintetica dell'articolo "Perchè non riesco a smettere di pensare a lei/lui?, in cui ho esaminato questo argomento in modo più approfondito)

Quando restiamo legati all'ex

Quando una relazione sentimentale finisce, spesso ci sentiamo ancora visceralmente legati all'ex partner. Questo accade specialmente se siamo stati lasciati - ma non necessariamente: a volte siamo noi a lasciare, eppure continuiamo a sentire nostalgia e desiderio.

Quando restiamo legati a chi non ci ha mai voluti

Similmente, quando una persona ci piace ma non ci ha mai voluti, razionalmente sappiamo di non avere speranze. Eppure possiamo continuare a sentici vincolati, a provare un desiderio struggente, e persino sentire la convinzione che quella è l'unica persona giusta per noi, l'unica che potrebbe renderci felici...

I sentimenti non sono razionali - né ragionevoli

La spiegazione più semplice è che emozioni e sentimenti non obbediscono alla logica né alla ragione. Di base, i sentimenti amorosi nascono dagli istinti: l'attrazione, la passione, l'innamoramento, nascono dalla nostra parte istintiva - che sta all'opposto di quella razionale.

E' lo stesso motivo per cui possiamo desiderare una persona anche se sappiamo che è negativa per noi, se ci ha maltrattati o delusi profondamente: la parte viscerale in noi segue le sue "regole", e ignora completamente la ragione.

Innamoramento e dipendenza

Questo tipo di forte attaccamento e dipendenza segue generalmente il meccanismo dell'innamoramento. Quando ci innamoriamo, sperimentiamo sia una visione dell'altro idealizzata (in cui ci appare migliore di quello che è realmente), sia uno stato alterato di coscienza dovuto ad una serie di sostanze prodotte dal cervello (che si comporta come se fosse sotto l'effetto di droghe).

Questi effetti possono continuare anche dopo la fine della relazione; oppure persistere verso la persona che non ci ha mai voluto, che vediamo in modo idealizzato e quindi come soluzione ideale ai nostri bisogni o alla nostra sofferenza.
In entrambi i casi, questo stato è simile a quello di una persona tossicodipendente: certi meccanismi fisiologici provocano le sensazioni di mancanza, bramosia, bisogno disperato, e profondo malessere se quel bisogno non viene soddisfatto (che sia la droga o l'amato). In pratica, ci sentiamo come se fossimo in "crisi di astinenza"!

Nostalgia della felicità perduta

Un altro elemento che può legarci fortemente a qualcuno, è la mancanza della felicità che abbiamo provato con quella persona. La nostra mente tende a "filtrare" i ricordi, e a volte si concentra solo su quelli piacevoli. Quindi anche se abbiamo vissuto esperienze negative o sgradevoli con quella persona (da cui la separazione), una parte di noi può attaccarsi alle esperienze felici e desiderarle disperatamente.

Soprattutto se nel momento presente ci sentiamo tristi, soli o "vuoti", la felicità passata può apparirci come un "paradiso perduto" per cui proviamo una struggente nostalgia. Se siamo stati felici con una persona (magari anche solo per qualche ora o un giorno), possiamo provare un desiderio disperato di tornare a rivivere quella felicità.

Come uscirne

Per uscire da questo stato bisogna accettare la perdita: riconoscere che la relazione è "morta" (o non è mai esistita, se non nella nostra immaginazione). Solo dopo aver accettato in modo definitivo questo "lutto" possiamo riprendere in mano la nostra vita.

Unico ma sostituibile

Infine, quando siamo innamorati (e/o dipendenti) pensiamo che quella persona sia unica e insostituibile. Per fortuna non è così: tutti sono unici ma nessuno è insostituibile. Poiché in primis quello che ci lega a qualcuno sono i bisogni che l'altro soddisfa, quello che ci serve è trovare altri che soddisfino i nostri bisogni.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).


"L'inizio dell’amore è spesso simultaneo. Non così la fine: da ciò nascono le tragedie."
(Alessandro Morandotti)

"Per un po' forse continuerò a urlare il tuo nome a me stesso, nel cuore. Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà."
(David Grosmann)

"Quello che mi manca di lui, sono io quando stavo con lui."
(Chiara Gamberale)


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Perché mi innamoro della persona sbagliata?

Perché mi innamoro di chi mi fa soffrire?

Perché l'innamoramento o l'amore finiscono?

Perché l'innamoramento spesso ci illude?

Perché non possiamo scegliere di chi innamorarci?


Perché l'innamoramento è un meccanismo istintivo cieco e illusorio, che la Natura ha "predisposto" per indurci ad accoppiarci e prolificare.
L'innamoramento non è fatto per renderci felici, per trovare il partner più adatto, per guidarci nelle scelte sentimentali. Funziona in modo da farci vedere l'altra persona migliore di quella che è, renderci dipendenti da lei, indurci ad accoppiarci di frequente, sognare un futuro insieme (così da fare scelte che altrimenti non faremmo) e stare insieme abbastanza da crescere insieme la prole.
Infatti:
  • Durante l'innamoramento vediamo il partner non per come è, ma per come vorremmo che fosse, o comunque perfetto e meraviglioso.
  • Questo è anche indotto da una serie di neurotrasmettitori che inondano il nostro cervello, con effetti simili a quelli delle droghe (infatti viviamo in uno "stato alterato di coscienza", estatico e quasi delirante).
  • Queste sostanze sono anche quelle che inducono dipendenza, bisogno costante, estasi e tormento, e le famose "farfalle nello stomaco". Non a caso nei secoli passati (prima del Romanticismo), l'innamoramento veniva considerato uno stato simile alla follia.
  • Ma tutto questo è temporaneo: nell'arco di 6–18 mesi l'innamoramento si attenua e svanisce. Così iniziamo a vedere l'altro per come realmente è (diciamo "Sei diverso da com'eri prima" o "Non sei quello che credevo", ma in realtà l'altro è rimasto lo stesso), l'estasi sparisce e la relazione non ci appare più perfetta.
    Ma intanto l'abbiamo consolidata (magari sposandoci), ed abbiamo anche fatto un figlio (questo era più vero in passato, mentre ora grazie ai contraccettivi riusciamo a "ingannare" la Natura).

Tornando alle domande iniziali, le nostre scelte sentimentali spesso non sono veramente "scelte" (non nel senso di "scelta consapevole e ragionata"), quanto impulsi guidati da istinti ed emozioni. Qualcosa nella nostra psiche ci induce a volere Bruna o desiderare Andrea, ma sono parti inconsce su cui non abbiamo controllo. Quello che sentiamo è spesso ingannevole.
L'attrazione nasce principalmente da fattori evolutivi (biologici), e non ha nulla a che fare con intesa, compatibilità o felicità relazionale: l'attrazione (su cui l'innamoramento si fonda) garantisce solo il desiderio, ma non lo stare bene insieme, od un futuro felice, e nemmeno l'appagamento erotico.
Noi usiamo principalmente l'attrazione come "bussola" nella scelta di un partner (in questo condizionati dal romanticismo che ci dice come le emozioni siano la guida migliore da seguire), ma non ci rendiamo conto di come essa ci manipoli e ci illuda.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).


"Quando si è innamorati si comincia sempre con l'ingannar se stessi e si finisce regolarmente con l'ingannare gli altri."
(Oscar Wilde, "Il ritratto di Dorian Gray")

"Ogni innamoramento, per quanto etereo voglia apparire, affonda sempre le sue radici nell'istinto sessuale."
(Arthur Schopenhauer)

"L'amore è ciò che resta quando l'innamoramento si è bruciato."
(Louis De Bernieres)


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Stiamo insieme per amore o per bisogno?

Quando si parla di relazioni sentimentali, nella maggior parte dei casi vengono motivate (almeno ufficialmente) con l'amore: desideriamo qualcuno perché "lo amiamo", vogliamo stare insieme o sposarci "per amore". Questo è particolarmente frequente nelle donne.
Se le osserviamo attentamente, però, scopriamo che le relazioni nascono da alcuni elementi base e sono motivate da numerosi fattori, il primo dei quali è la soddisfazione dei propri bisogni. Non c'è nulla di male, in sé: avere bisogni è cosa del tutto naturale. Il guaio è che avere idee confuse sui sentimenti genera spesso incomprensioni e conflitti, specialmente quando le relazioni hanno problemi o non funzionano.
Passione, attaccamento, bisogno, gelosia, dipendenza o possesso sono cosa diversa dall'amore - anche se molti li credono equivalenti. In questi casi non capiamo veramente le nostre azioni o quelle dell'altro, perché le valutiamo basandoci su criteri ingannevoli.

Perché confondiamo i sentimenti

Forse il primo errore che molti commettono è confondere l'amore con il relazionarsi:
  • Si ama in modo gratuito, fine a se stesso; non per un tornaconto*. Lo scopo dell'amore è la felicità della persona amata.
  • Ci si relaziona per ricevere e dare. Lo scopo primo di una relazione è l'appagamento dei partner.
In altre parole: si ama qualcuno per farlo felice; si sta insieme a qualcuno per fare felice se stesso - ed eventualmente anche l'altro. Gli idealisti che negano questo, provino a chiedersi quanto starebbero in relazione con qualcuno che non gli desse assolutamente mai nulla.

* Se amo al solo scopo di essere amato, o per avere qualcosa in cambio, allora non è amore ma "commercio", transazione, scambio di prestazioni (cosa che non ha nulla di male, ma non andrebbe chiamata "amore").
L'amore è un dono: ti amo perché sei tu, non per "comprare" il tuo amore.

“L'amore è un dono:
ti amo perché sei tu”

Le molte ragioni alla base delle relazioni (oltre all'amore)

In concreto, cosa ci porta ad iniziare relazioni amorose, ed a restare in esse (a volte a dispetto di problemi e sofferenze)? La risposta più comune è "Per amore", ma in realtà le motivazioni alla base delle relazioni sentimentali sono molteplici. Questa "confusione in amore" può facilmente portare a problemi di relazione (è alla base di aspettative infondate e comunicazione inefficace tra uomini e donne): quando ci basiamo su convinzioni errate, le cose non vanno mai come ci aspettiamo.

Essenzialmente, desideriamo un partner e restiamo attaccati ad esso per uno o più dei seguenti motivi:
  • Bisogni personali (l'altro ci dà quello di cui abbiamo bisogno; oppure crediamo che lo farà):
    • Sentirci amati, bisogno d'affetto
    • Sentirci apprezzati, riconosciuti, validati
    • Sicurezza
    • Sessualità, contatto fisico
    • Bisogni economici, sostentamento, beni materiali
    • Bisogno che qualcuno si prenda cura di noi
    • Creare una famiglia, un "nido"
  • Attrazione fisica e/o sessuale
  • Riempire un vuoto (affettivo o esistenziale)
  • Paura della solitudine / Disagio a stare con se stessi
  • Ricerca di figure genitoriali che ci mancano
  • Completamento (il partner compensa le nostre carenze)
  • Amore: amare l'altro, prendercene cura

Esistono anche motivazioni patologiche, che portano chi ne soffre a restare in relazioni disfunzionali o "tossiche":
  • Co-dipendenza
  • Auto-punizione
  • Mentalità da vittima o da abusato, per cui ci leghiamo a carnefici o persone abusanti

“Le relazioni sono motivate da numerosi fattori,
in primis la soddisfazione dei propri bisogni”

Motivazioni diverse possono coesistere

Anche se qui per chiarezza distinguo tra i vari motivi, sia chiaro che spesso abbiamo più motivazioni insieme che ci spingono verso qualcuno: per esempio, è comune provare bisogno, gelosia, risentimento ed anche amore verso lo stesso partner; i sentimenti contrastanti non si annullano, ma coesistono. Ricordiamo che gli esseri umani sono creature complesse e spesso contraddittorie.
Quindi, quando parlo separatamente di amore e bisogno lo faccio per rendere più chiare le diverse motivazioni, non perché queste si escludano a vicenda.


Esempi in cui prevale il bisogno

Di seguito alcuni esempi di situazioni relazionali in cui sono i bisogni a muoverci (anche quando la motivazione dichiarata è l'amore).

La bellezza ci fa sognare

Quando la bellezza di una persona sconosciuta ci colpisce e ci conquista, spesso proviamo sentimenti che chiamiamo di amore. Ma come possiamo amare qualcuno che nemmeno conosciamo? In realtà, quello che sentiamo è una speranza di felicità, la promessa di un futuro eccitante (la bellezza ha questo potere di farci sognare): ma quella felicità e quella eccitazione riguardano noi; raramente ci interroghiamo su cosa renderebbe felice l'altra persona (vogliamo credere di essere noi la risposta, perché pensare diversamente infrangerebbe il nostro sogno).

Se l'altro ci rifiuta

Quando siamo attratti o affascinati da qualcuno, a volte ci sembra di essere spinti dall'amore (mentre in realtà è un impulso egoistico): se costui non ci vuole, di solito insistiamo e proviamo ogni modo per essere ricambiati. Questo proprio perché il nostro obiettivo primario è la nostra felicità, la nostra soddisfazione, non la sua.
Oppure se costui ci preferisce un'altra persona, è evidente che ritiene di stare meglio con lei. Ma, di nuovo, raramente accettiamo questa preferenza: invece di solito proviamo gelosia verso la concorrenza, risentimento verso chi non ci ricambia, ed altri sentimenti ben poco nobili che con l'amore non c'entrano nulla - ma hanno invece tutto a che fare con i nostri bisogni ed esigenze frustrati.

Se la persona amata non ci dà più nulla

La dimostrazione più chiara di quanto sostengo, è immaginare che la persona amata entri in coma, oppure divenga completamente paralizzata: per un certo periodo l'amore ci terrà vicini a lei, ma prima o poi (settimane, mesi o anni) i nostri bisogni emergeranno e ci spingeranno verso altre persone.
Eppure la persona amata è sempre lei, cosa è cambiato? Che non è più in grado di darci quello che ci dava prima. Il nostro amore non è sparito: continueremo ad amare quella persona, ma l'assenza di "nutrimento" inevitabilmente si farà sentire. Prima o poi incontreremo qualcuno in grado di nutrire i nostri bisogni insoddisfatti, e andremo incontro a questa nuova persona.

Dopo una separazione

  • Quando una coppia si separa, il più delle volte non rimane molto amore per l'ex partner (anche se magari fino a una settimana prima sembrava tutt'altro). Una volta che non è più vicino a nutrire i nostri bisogni, in effetti, forse il motivo di quell'amore viene a mancare.
  • Se poi è stato proprio l'ex partner a lasciarci, di rado rimane amore nei suoi confronti. Molto più facile che ci sia invece rabbia, rancore ed odio. Vuol forse dire che l'amore dura finché non veniamo delusi?
  • Per coloro che rimangono molto attaccati all'ex partner dopo una separazione, c'è da chiedersi quanto questo attaccamento sia amore e quanto sia bisogno e dipendenza. Magari quel che ci manca non è tanto la persona, ma tutto quello che ci dava.
Quando veniamo delusi o feriti dall'altro, spesso l'amore per lui sembra attenuarsi o addirittura scomparire (ponendo il dubbio se sia mai esistito realmente). Tutto quello che sembra rimanere è invece il dolore, la frustrazione o la rabbia dei nostri bisogni negati, ignorati o trascurati.


Motivi reali per cui una relazione finisce

L'argomento di questo post è una delle spiegazioni più probabili per la fine di una relazione. Spesso la rottura della coppia viene spiegata con un semplicistico "Non lo amo più", "Non ci amiamo più", ma è più probabile che la fine sia stata provocata da bisogni non più soddisfatti, da felicità o soddisfazione che è venuta a mancare, forse dall'innamoramento che si è spento (come prima o poi accade a tutti), o da aspettative irreali (magari mai espresse apertamente) poi inevitabilmente deluse.

In altre parole, entriamo nelle relazioni con un senso di eccitazione, felicità e soddisfazione (e l'aspettativa che questo continui): e molti chiamano questo mix di emozioni "amore". Ma se l'eccitazione si spegne, la felicità si disperde e la soddisfazione cala (come spesso succede, e per certi versi è anche naturale), anche quello che chiamavamo "amore" decade.

Perché ci inganniamo sui sentimenti

Ma perché quello che sentiamo ci risulta così confuso? In parte è perché pochi hanno una sufficiente educazione emotiva, quindi non sono in grado di comprendere il proprio mondo interiore, né di distinguere quello che provano: sono come "analfabeti emotivi".

Inoltre, quando consideriamo i nostri sentimenti spesso tendiamo ad ingannare noi stessi, attribuendoci motivazioni diverse da quelle reali (elencate all'inizio), perché:
  • Ci piace vederci migliori di quel che siamo, mossi da sentimenti "nobili" ed elevati (invece che egoistici).
  • Non ci piace ammettere di avere bisogno, ci fa sentire deboli e vulnerabili.
  • Non abbiamo chiare le emozioni dentro di noi, le confondiamo (in questo spinti anche dai media, che ci porgono messaggi confusi e ingannevoli sulle relazioni, per esempio attraverso canzoni e film romantici).
In pratica, "l'amore" risulta la spiegazione più semplice, comoda e gratificante. Invece, ammettere che vogliamo l'altro per ragioni egoistiche e utilitarie ci risulta sgradevole e imbarazzante; al punto da nasconderlo prima di tutto a noi stessi.

“L'amore risulta la spiegazione
più semplice, comoda e gratificante”

L'amore esiste

Con questo post non voglio dire che nelle relazioni non ci sia amore, o che l'amore non esista. Tutt'altro: sono convinto che l'amore esista eccome, ed anzi che sia più diffuso di quanto crediamo. Quello che voglio mostrare è che dietro la parola "amore" spesso può celarsi molto altro - a volte anche il suo opposto.
Il mio scopo non è il cinismo, ma la chiarezza: con se stessi in primis, poi verso gli altri. Confondere l'amore con i bisogni, la passione, il possesso e la dipendenza non fa bene all'amore: al contrario, lo fa apparire sospetto e inquinato. Chi si lamenta che "L'amore non esiste!", infatti, spesso lo fa perché scottato da esperienze negative che erano state spacciate per amore, ma che molto probabilmente erano ben altra cosa.

Ma a cosa mi serve...?

Qual è l'utilità di tutto questo discorso?
Semplice: quando una relazione ha problemi o finisce, è importante avere le idee chiare, per risolvere i problemi o chiudere i conti col passato. Invece, la confusione su sentimenti, motivazioni e aspettative amplifica i problemi e rende impossibile superarli.
Credere che "L'amore è tutto" o "E' tutto dovuto all'amore" suona molto romantico, ma è come credere che basti legarsi delle ali alle braccia per volare: la caduta sarà inevitabile - e dolorosa. Le relazioni sono complesse (altrimenti non staremmo tutti a lambiccarci su di esse), e fare finta che siano semplici non ci aiuterà. Invece, quel che ci aiuta è osservarle con onestà, chiarezza e comprensione, per capire noi stessi e chi abbiamo accanto.

Infine, sapere che non è l'amore (o non solo) a legarmi a qualcuno, ma sono bisogni ed esigenze, può aiutarmi a:
  • Scegliere meglio un partner (avendo chiaro cosa cerco)
  • Vivere in modo più sano le relazioni (non devo sopportare comportarmenti negativi "in nome dell'amore")
  • Dopo una separazione: lasciar andare più serenamente l'ex (perché non lo idealizzo più come "l'amore della mia vita"), e avere più fiducia di incontrare futuri partner (poiché i bisogni possono essere nutriti da diverse persone).


"La migliore relazione è quella in cui l'amore per l'altro supera il bisogno dell'altro."
(Dalai Lama)


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Amo un uomo che vuole solo sesso

Questo post è dedicato alle donne innamorate di uomini che le cercano solo (o principalmente) per fare sesso*. Per chi vive situazioni di amore non corrisposto in generale, ho scritto un post sull'amore non ricambiato (a cui a volte rimando a paragrafi specifici nel corso di questo post).
Lo spunto mi è stato dato da un commento inserito in altro post, la cui risposta riprendo ed espando qui. Anche se il commento presenta aspetti particolari, la situazione che riporta è così frequente da poter dare una risposta che tocca l'esperienza di molte donne.

* N.B.: Pongo la questione al femminile, perché è un fenomeno che riguarda quasi esclusivamente le donne. Naturalmente può capitare anche a certi uomini, ma in genere essi vengono "usati" dalle donne in modi differenti (per esempio come sostegno economico, come confidenti, o come supporto affettivo quando la donna non ha nulla di meglio sottomano).

Il commento

Frequento un uomo dove ci sono tutte queste diverse affinità, ma proprio tutte (ed è la prima volta che mi capita). Tranne che lui non vuole legami con nessuna, infatti è single da molti anni. Di conseguenza io non sono riuscita a lasciarlo andare, perché non credo di poter mai più incontrare un'intesa del genere.
Ma ormai è un anno che soffro "stando dietro" a quest'uomo. Non mi interessa avere una relazione con uno qualunque, quindi l'alternativa sarebbe stare sola finché e se non mi piacerà un altro (cosa che difficilmente mi succede). Sono così confusa... è terribile.

La mia risposta

Il tuo sembra il classico caso di una donna che si è infatuata di un cosiddetto "sciupafemmine". Probabilmente è un uomo fascinoso, sexy, virile, sessualmente travolgente - ed egocentrico; o sbaglio?
Ovviamente lui non vuole legami: perché dovrebbe? Ha già tutto quello che desidera, ovvero numerose donne a sua disposizione; per lui va benissimo così. E se anche un giorno ne scegliesse una, la poveretta si ritroverebbe presto abbondanti corna.

Oppure lui è un uomo: indeciso, che non vuole sentirsi legato, che non si sente pronto a impegnarsi, che vuole solo divertirsi, che ha già una fidanzata/moglie, che preferisce vivere in modo leggero o superficiale, non interessato ai sentimenti...
In fondo importa poco. Non esiste un unico modo "giusto" di vivere le relazioni, proprio come non esiste la "normalità". Quello che importa è capire che tu vuoi qualcosa che a lui non interessa, e che molto probabilmente non ti darà mai.

Perdonami se suonerò impietoso, ma questo tipo di situazione è un cliché alquanto comune fra le donne: trovi un uomo attraente di cui ti invaghisci e lo vorresti tutto per te; purtroppo molte altre donne vorrebbero lo stesso uomo, mentre lui vuole solo divertirsi (e grazie a voi può farlo).
Finché va bene anche a te divertirti e basta, fai pure; ma se vuoi di più, temo ci siano ben poche speranze. Credo che la tua confusione nasca dal fatto che sei così concentrata su quello che vorresti, da non vedere i fatti. Elencherò quindi una serie di punti salienti (con link a relativi post che potrebbero aiutare a chiarirti le idee).

Lui non cambierà

Non pensare di poterlo cambiare: non è mai possibile cambiare qualcuno, e lui non sembra proprio volere quel che vorresti tu. Non credere che un giorno cambierà magicamente idea e diventerà quello che sogni: accade solo nei film romantici.
Molte donne portano avanti relazioni insoddisfacenti o disfunzionali con la speranza o l'aspettativa che il partner cambi. Purtroppo questo atteggiamento porta sempre a conflitti, e quasi mai ai risultati sperati.

L'uomo perfetto non esiste

Non è possibile avere un partner che abbia tutte le qualità: l'uomo perfetto non esiste (e se esistesse vorrebbe una donna perfetta, che probabilmente tu non sei ;-). Nella vita reale, bisogna scegliere le qualità per noi più importanti, su cui non accettiamo compromessi, e quelle opzionali; bisogna stabilire le nostre priorità, e fare scelte in base a quelle.
Per esempio, se per te è prioritario essere amata e messa al primo posto dal tuo partner, sembra evidente che quell'uomo non può offrirtelo. Quindi è necessario trovare qualcuno capace di amarti come vorresti.

Se un partner sembra avere tutte le qualità che desideri, è probabile che:
  • Non lo conosci ancora abbastanza
  • Lo stai idealizzando (lo vedi perfetto e ne ignori i difetti), magari perché ne sei innamorata
  • Lui sta recitando una parte per conquistarti

“Non è possibile avere un partner
che abbia tutte le qualità”

Se non provi non puoi sapere

Dici che non troverai un altra persona con cui avere un'intesa così completa... ma non puoi saperlo se non provi. Al mondo ci sono oltre 3.800.000.000 di uomini; solo in Italia sono 30.000.000. Fra tutta quest'abbondanza, come fai a sapere che non ne troverai uno migliore? :-)
Se vuoi ottenere risultati diversi, devi per forza cambiare metodi. Se vuoi realizzare i tuoi sogni, devi metterti in gioco, agire e provare nuove strade, invece di ripetere quello che hai fatto finora, o di aspettare un "miracolo".

"Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi."
(Albert Einstein)

Non è l'amore che ti lega

Molte donne che soffrono in relazioni frustranti, vi rimangono con la motivazione di amare quell'uomo. Mi spiace deludervi, e smontare la vostra "favola romantica", ma ho il forte sospetto che non sia l'amore a legarvi a quell'uomo; piuttosto, potrebbe essere:
Non dimenticate mai che le emozioni possono facilmente ingannarci.

L'amore che ti manca è l'amore per te

Quando cerchi disperatamente l'amore di un uomo, sottomettendoti ai suoi capricci e lasciandoti usare, ti stai dimenticando di amare te stessa. E finché non impari a volerti bene, non troverai fuori da te l'amore di cui hai bisogno.
Comincia piuttosto ad amare e rispettare te stessa. Quando inizierai a farlo, ti verrà naturale tenere a distanza quel tipo di uomini.

“Quando cerchi disperatamente
l'amore di un uomo,
ti stai dimenticando
di amare te stessa”

Il desiderio è spesso asimmetrico

A molti piace spiegare questo tipo di situazione con l'idea per cui "Gli uomini sono egoisti mentre le donne amano". Ma non è proprio così: non c'è un genere più "virtuoso" dell'altro, ed ogni individuo (uomo o donna che sia) è capace sia di egoismo che di amore (ciascuno a suo modo). Piuttosto, queste situazioni accadono perché "l'asimmetria del desiderio" (dove c'è una persona che vuole di più dell'altro, o si coinvolge di più) è del tutto normale e naturale:
  • Normale perché è frequente e può capitare a chiunque: belli e brutti, poveri e ricchi.
  • Naturale perché accade ovunque, tra noi umani come tra gli animali: in entrambi abbiamo rituali di corteggiamento infruttuosi, tentativi di accoppiarsi senza successo, infedeltà, individui respinti ripetutamente...
  • Senza contare tutte le storie d'amore infelici - famose o sconosciute - di cui è costellata la storia.
Insomma, in amore la discordia e la delusione sono comuni. Non è necessariamente colpa tua, o dell'altro. Le storie a volte funzionano, e a volte no; perché la vita non è "progettata" per farci felici. E' solo nelle favole romantiche che i due "vivono per sempre felici e contenti".

L'amore non è logico né equo

Tutto questo accade anche perché l'attrazione e l'innamoramento sono governati da principi che non sono logici né equi. E questo vale per gli uomini come per le donne.
Queste situazioni sono simili a quando un uomo e una donna sono amici, ma poi lui si innamora di lei (o viceversa): anche in questi casi una parte vorrebbe ciò che l'altra rifiuta. Ed anche in questi casi, chi non è coinvolto non è tenuto a ricambiare i sentimenti dell'altro, o a dargli quello che lui desidera: perché non è quello che sente.
Amare qualcuno non ti dà il diritto di aspettarti o "pretendere" che l'altro ti ricambi; non si ama "a comando", né per obbligo morale, né per senso del dovere.

Siete entrambi egoisti

In una situazione del genere, è facile sparare giudizi e bollare quell'uomo come "egoista" (e per certi versi lo è; ma se è stato chiaro fin dall'inizio, almeno lo è stato onestamente). Ma se guardi bene ciò che desideri, tu lo sei perlomeno altrettanto: perché vorresti da lui qualcosa che faccia stare bene te, e renda felice te, per tuo esclusivo vantaggio (lui ha già detto chiaramente che non gli interessa); e questo cos'è se non egoismo?
Quello che ti manca (essere amata come vorresti) lo cerchi a tuo esclusivo beneficio, non suo. Non è per fare felice un altro (che sarebbe lo scopo dell'amore), è per fare felice te stessa. Nulla di male, in sé, ma nemmeno qualcosa di altruistico o amorevole, ad essere onesti.

In questa situazione non c'è un egoista e un altruista, un "cattivo" ed un "buono". Ci sono due persone egoiste, ognuna a modo suo (con la differenza che una ottiene quel che vuole, e l'altra no: ma questo dipende da te, che ti fai usare).
Ovviamente, se lui ti sta anche ingannando con false promesse (o l'ha fatto in passato) è sicuramente una brutta persona. Ma questo dovrebbe essere un motivo in più per allontanarsi da lui, invece di restargli vicino e lamentarti.

Stai cercando nel posto sbagliato

Il succo della situazione è che vuoi una cosa impossibile: che lui ti voglia e ti ami a modo tuo - cosa che lui non ha nessuna intenzione di fare, e magari te l'ha pure detto dall'inizio. In pratica vuoi cavar sangue da una rapa, come si diceva una volta.
Ma nella rapa il sangue non c'è, e non ci sarà mai. E' come se tu insistessi ad andare dal panettiere, e lo implorassi di darti le arance che ti piacciono tanto: il problema non è il panettiere "cattivo" che non te le dà, il problema è che tu cerchi le arance nel posto sbagliato. Che tu insista a dire "Ma a me quel panettiere piace tanto!" non cambia i fatti, ovvero che sei tu a cercare nel modo e nel luogo sbagliato.

“Vuoi cavar sangue da una rapa.
Ma nella rapa il sangue non c'è,
e non ci sarà mai”

Hai diverse alternative

Le alternative non comprendono soltanto stare da sola o scegliere "uno qualunque", ma anche chiarirti cosa vuoi e cercare un uomo con quelle qualità, che sia interessato a te. Finché non lo fai, ti accontenti di quello che lui ti dà, ti poni nel ruolo della "mendicante" che elemosina amore da un uomo non interessato a darne. Sei sicura che ti vada bene restare in quella situazione?

Il mondo è grande e pieno di uomini, quindi vai a cercare la persona che corrisponde ai tuoi bisogni. Se ci hai provato ma finora non ci sei riuscita, prova a capire i motivi per cui non lo trovi: per ogni problema c'è sempre un motivo, e una volta compreso diventa possibile risolverlo.

Forse il problema è in te?

Per finire, forse una parte dei tuoi problemi di relazione deriva da una mancanza di autostima e di accettazione: quando crediamo di non meritare amore, o non ci consideriamo abbastanza, tendiamo ad attaccarci a persone che ci fanno soffrire o non ci vogliono. Se è il tuo caso, potresti iniziare dal provare ad accettarti come sei.


Perché gli uomini vogliono sesso, e le donne cercano l'amore

In generale, questo accade perché maschi e femmine hanno "strategie riproduttive" diverse (che li spingono a fare scelte relazionali differenti):
  • I maschi hanno l'impulso innato a fare sesso con più femmine possibili
  • Le femmine hanno l'impulso di scegliere il maschio migliore e tenerselo stretto
Questo porta gli uomini ad essere più disponibili, e le donne ad essere più selettive. Può piacere o non piacere, ma la nostra parte animale ci spinge in quella direzione. Poi ovviamente non conta solo quella, ma ha un forte influsso sulle nostre scelte relazionali.

Quando qualcuno non vuole impegnarsi

Inoltre non è solo una questione di genere: anche molte donne amano fare sesso, così come molti uomini desiderano l'amore. Perché allora a volte incontriamo persone che non vogliono "impegnarsi" con noi?
La spiegazione più semplice è che non offriamo loro quello che cercano. In pratica, ci leghiamo a chi riteniamo possa darci tutto (o quasi) quello che cerchiamo in una relazione (cioè con chi può soddisfare i nostri bisogni): se un uomo non vuole "impegnarsi" con te, indica semplicemente che tu non gli offri tutto quello che cerca.

Riprendi in mano la tua vita

La soluzione ai problemi di relazione non è in quello che altri fanno (che tanto tu non puoi cambiare), ma in quello che tu scegli di fare per te, e come tratti te stessa.
Ricorda, sta a te decidere cosa è meglio per te stessa. Occuparsi del tuo benessere è una tua responsabilità:
  • l'essere adulto include la capacità di occuparsi di se stesso e dei propri bisogni;
  • è invece tipico del bambino aspettarsi che siano altri ad occuparsi di lui.
Finché ti aspetti che sia lui a farti stare bene, a darti quel che vuoi e a prendere le decisioni giuste per te, ti poni nella posizione di una bambina che delega ad altri la cura di se stessa.

Sei tu che scegli

Spesso ci dimentichiamo che la vita che abbiamo, è in buona parte il risultato delle nostre scelte. Se questa vita non ci va bene, sta a noi fare scelte diverse. Sei tu che hai scelto di stare con quell'uomo, e sei sempre tu che continui a fare quella scelta: è importante che tu riconosca come questa situazione non ti sta capitando, bensì sei tu a crearla.
Solo riconoscere questa tua responsabilità, che tu sei parte del problema, ti porterà il potere di uscirne; permettendoti di passare dal ruolo di "vittima" a quello di "creatrice".


"Ti ho amato perché era più facile che amare me stessa."
(Nayyirah Waheed)

"Tutte le passioni cercano una giustificazione."
(Nicolas Malebranche)

"La dipendenza non crea amore."
(Anais Nin)


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Parla con me

Se gli argomenti di questo post ti toccano da vicino e vorresti discuterne, approfondire, o rivolgermi delle domande; oppure se senti il bisogno di parlare dei tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

L'amore non ricambiato: amare chi non ti ama

Questo post è dedicato a chi ama qualcuno che non lo ricambia, o che non lo ricambia come vorrebbe. Se ti ritrovi in qualcuna delle situazioni seguenti, allora è dedicato a te:
  • Ami qualcuno che non ti vuole
  • Ami senza essere ricambiato
  • Ami un partner che mostra poco interesse, o prova sentimenti tiepidi per te
  • Ami qualcuno che non puoi avere
  • Ami una persona sposata, o già impegnata
  • Ami un partner che non vuole impegnarsi, o approfondire la relazione
  • Ami un uomo che da te vuole solo sesso
  • Ami una donna che ti cerca solo quando le fa comodo
  • Ami qualcuno che prende da te ciò che vuole, dandoti poco o nulla...
Moltissime persone si perdono e soffrono in questo genere di relazioni "distorte" e disfunzionali, e gli errori che compiono sono quasi sempre gli stessi. Per questo ho pensato di elencarli, per aiutarti a vederci chiaro e liberarti dalla sofferenza.
Non è questione di persone cattive, di sfortuna o di un destino avverso: queste situazioni nascono da scelte sbagliate (dovute ad idee errate, a convinzioni negative, a condizionamenti); si risolvono comprendendo da dove nasce l'errore, e facendo scelte più "sane" e costruttive.

La verità fa male, ma è necessaria

Sarò franco, diretto e magari anche impietoso: ma lo faccio perché quando si è immersi in queste situazioni, diventa difficile ragionare e vedere i fatti per come sono. Per questo è spesso necessario dire la verità in modo brutale e inequivocabile (come magari fanno già i tuoi amici), perché le frasi di consolazione e le bugie pietose non ti aiuteranno, e continuerai a soffrire invano.


Errori ed inganni nelle relazioni infelici


Perché abbiamo bisogno degli altri

Prima di tutto, è bene chiarire che l'attaccamento e la dipendenza che proviamo verso certe persone, nascono principalmente dai bisogni che abbiamo dentro di noi: quando incontriamo qualcuno che li risveglia o li soddisfa, tendiamo ad attaccarci a quella persona.
Quindi:
  • Non è l'altra persona che ha generato i bisogni che senti e i sentimenti che provi; questi erano già presenti in te, l'altro li ha solo attivati.
    ---> L'amore che senti non è creato dall'altro, ma è parte di te; l'altro non può portarne via la fonte, ma solo l'ispirazione. Poiché quell'amore è in te, potrai amare anche altre persone.
  • Non è l'amore che ci lega a qualcuno (come molti credono), è piuttosto il bisogno.
    ---> Amore e bisogno non sono la stessa cosa. L'amore tende a dare, il bisogno tende a prendere; chi ama pensa al benessere dell'altro, chi ha bisogno pensa al proprio benessere.
  • Dipendi da qualcuno quando ti convinci che egli sia indispensabile per essere felice.
    ---> Per attenuare la dipendenza, puoi renderti conto che altre persone potrebbero renderti felice, e che anche tu stesso potresti nutrire i tuoi bisogni.

Le emozioni possono ingannarti

Per risolvere legami infelici, è indispensabile riconoscere che non puoi fidarti ciecamente di emozioni, istinti o sensazioni: potrebbero sempre ingannarti. Emozioni e istinti sono meccanismi primordiali che ci aiutano a sopravvivere o a scegliere, ma sono molto semplici e limitati:
  • Se improvvisamente vediamo un'ombra muoversi nella notte ci immaginiamo un assassino o un mostro, ma magari è solo un albero.
  • Quando un aereo su cui siamo seduti si stacca dal suolo, il nostro istinto ci urla "Questo aggeggio non può volare! Ci schianteremo!", ma ovviamente si sbaglia.
  • Tendiamo istintivamente a scegliere i cibi più gradevoli (dolci, snack, bibite...), per via del piacere che ci procurano, anche se sono spesso quelli più malsani
    (curiosamente, questo vale anche per alcuni tipi di partner: quelli più attraenti spesso si rivelano i più distruttivi).
  • Come dimostrato da molti studi, tendiamo a credere che le persone attraenti abbiano più virtù e, viceversa, quelle dall'aspetto sgradevole siano più scadenti o cattive. Ma se ci pensiamo razionalmente, appare ovvio che in realtà non c'è connessione tra aspetto e qualità interiori.

Richiami dal passato

Inoltre, spesso i nostri comportamenti (e specialmente le scelte relazionali) sono fortemente influenzati dal nostro inconscio: per cui magari sei attratta da un uomo freddo che si comporta come tuo padre, o scegli una donna insoddisfatta che assomiglia a tua madre o, ancora, scegli partner che ti trattano similmente a come sei stato trattato nell'infanzia.
Questo accade perché l'inconscio tende a ricreare le situazioni dolorose del passato, per cercare di risolverle. Il problema è che, finché non esploriamo il nostro inconscio, non abbiamo idea del vero motivo per cui scegliamo quelle situazioni o persone.

Le tue idee potrebbero essere errate

Proprio come le emozioni possono ingannarci, anche i pensieri e le idee potrebbero farlo: quindi è bene mettere in discussione anche le tue convinzioni, specialmente se ti portano ad essere infelice o a risultati fallimentari. Per esempio, se ti hanno insegnato che il sesso è sporco, che non ti puoi fidare degli uomini (o delle donne), che solo certe categorie di persone sono adatte a te, queste idee condizioneranno fortemente le tue relazioni.

Nel film "Amore a prima svista", il protagonista è convinto (a causa di una promessa fatta quando era bambino) che valga la pena frequentare solo donne bellissime, e ignora tutte le altre. Egli dà per scontata questa sua convinzione: non si rende conto che lo porta a inseguire donne con cui non ha nulla in comune, e a collezionare un fallimento dietro l'altro.
Molte persone si comportano in modo simile: fanno scelte relazionali basate su idee errate o disfunzionali, o su convinzioni slegate dalla realtà. A volte sei convinto di volere qualcosa (o qualcuno) perché ti hanno detto che è quella "giusta", ma magari non è quello che ti rende realmente felice: finché segui le idee altrui, non dai ascolto ai tuoi bisogni profondi reali.

Forse credi di non valere abbastanza

Oppure, forse hai delle convinzioni negative su te stesso (solitamente inconsce, e spesso radicate nell'infanzia), del tipo "Valgo poco", "Non sono abbastanza", "Non merito di essere amato", "Non troverò mai qualcuno che mi voglia", ecc. Se hai di queste convinzioni (magari perché te le ripeteva un genitore), anche se non te ne rendi conto, è probabile che tu crei situazioni che le confermano (secondo il principio della "Profezia che si auto-realizza").
Quindi se ti ritrovi in situazioni che si ripetono (persone che ti rifiutano, partner che ti tradiscono, relazioni deludenti...), magari hai delle convinzioni inconsce che ti condizionano. In questo caso è necessario diventarne consapevoli, e liberarsene.

Il colpo di fulmine si basa sull'immaginazione

Il "colpo di fulmine" è, essenzialmente e nella stragrande maggioranza dei casi, l'illusione di aver trovato la persona giusta per te, basata su pochissimi fatti e molta immaginazione. Infatti, se ancora dell'altro sai poco o nulla (come il più delle volte succede), come puoi amarlo? Di chi ti stai innamorando? L'altro è ancora in massima parte uno sconosciuto, e lo resterà ancora a lungo (ci vogliono tempo ed esperienze per conoscere davvero qualcuno). Quando ci innamoriamo perdutamente di uno sconosciuto, la nostra mentre prende alcuni dettagli e ci costruisce sopra un mondo di fantasia meravigliosa.

Infatti i problemi, i conflitti e le incompatibilità reali spesso emergono solo quando si inizia a passare lunghi periodi insieme, sperimentando il quotidiano, la convivenza, le banalità e le difficoltà della vita reale. Viceversa, finché ci si incontra solo per alcune ore dense di passione o per un weekend avventuroso, tutto sembra fantastico perché si vive in una "bolla" di emozioni positive, lasciando fuori gli aspetti più banali (e irritanti) dell'esistenza.

Attrazione e chimica non equivalgono ad amore e compatibilità

Anche se ti senti in modo meraviglioso tra le braccia dell'altro/a, non necessariamente vuol dire che siete fatti per stare insieme, o che il destino vi ha fatto incontrare: è del tutto possibile sentirsi in quel modo anche tra le braccia di un serial killer o di una psicopatica. Questo perché la "chimica" tra due corpi non c'entra nulla con l'intesa delle personalità, la comprensione reciproca o l'affinità dell'anima. Gli effetti biochimici dell'innamoramento e dell'infatuazione sono simili a quelli delle droghe, e allo stesso modo alterano la nostra percezione.

Infatti molto spesso, passata la fase iniziale di idillio, le due persone poi si lamentano che non stanno più così bene insieme o scoprono una serie di difetti nel partner: in quei casi è finita la "luna di miele" biochimica, e sono tornati alla realtà.

Bisogno e dipendenza non sono amore

Non confondere il bisogno e la dipendenza con l'amore (vedi paragrafo precedente su attrazione e biochimica). Come già detto, l'innamoramento produce effetti simili alle droghe, inclusa la dipendenza e le "crisi di astinenza": così come un eroinomane si sente morire senza dose, allo stesso modo senza la persona amata puoi sentire che la vita non ha più alcun valore.
Ma in entrambi i casi sono illusioni, creati da una chimica cerebrale alterata ed emozioni ingannevoli:
  • Il drogato non ha veramente bisogno della droga, che gli farebbe solo male e lo porterebbe alla morte.
  • In modo simile, tu non hai davvero bisogno di qualcuno che non ti ama, non ti vuole, e a cui forse non importa nulla di te.
Quei bisogni sono un auto-inganno a cui ti aggrappi, e quando te ne rendi conto inizi a liberartene.

Allo stesso modo, avere ossessivamente bisogno di qualcuno non è un segno d'amore, ma - in genere - di fragilità emotiva, insicurezza e mancanza d'amore per se stessi. Meno ami te stesso, più hai bisogno dell'amore altrui.

Le favole romantiche dei media

Scambiamo queste illusioni per amore anche a causa dei messaggi romantici che riceviamo dai media, che celebrano vari aspetti distruttivi dei sentimenti: struggimento, possesso, dipendenza, gelosia, ecc. (non a caso, le storie d'amore più celebrate finiscono in modo tragico). Ci viene insegnato che la sofferenza è segno d'amore, invece che la gioia (ma se l'amore è sofferenza, perché mai dovremmo inseguirlo?).

Forse quello che provi non è amore

Dopo quanto ho scritto sopra, potresti chiederti se quello che provi verso l'altra persona sia davvero amore. Magari invece è soprattutto bisogno, dipendenza, attaccamento: che nascono non dall'amore, ma dalla solitudine, dalla mancanza, dalla necessità, dalla disperazione, dal vuoto interiore - e, spesso, specialmente da una assenza di amore per te stesso.

Capire questo è importante, perché se vai incontro a qualcuno offrendogli qualcosa di prezioso, è probabile che verrai accolto bene. Ma se invece ti avvicini a qualcuno come un "mendicante", tutto preso da quello che vuoi ricevere dall'altro (anche se non te ne rendi conto), è probabile che l'altro si ritragga o ti respinga. E questo potrebbe spiegare perché non vieni ricambiato.

Capire che l'altro è diverso da te

Spesso uomini e donne non capiscono l'un l'altra; questo è uno dei motivi che portano a conflitti relazionali, oppure ad attaccarci a persone che non comprendiamo - così come non comprendiamo perché ci rifiutino.
A volte ti aspetti che l'altro "funzioni" come te, che abbia gusti e interessi simili, e lo approcci facendo quello che piacerebbe a te stesso. Ma questo in genere è un errore, perché siamo tutti diversi (e specialmente uomini e donne hanno spesso differenti priorità).

Per capire perché non riesci ad attrarre chi vorresti, oppure perché certe persone piacciono ed altre no, può essere utile il post dedicato a "Come funziona l'attrazione". Per scoprire come mai certi uomini attraggono maggiormente le donne (ma poi le fanno spesso soffrire), ed altri invece sembrano respingerle, leggi il post "Maschi attraenti e non: Alfa, Beta e bravi ragazzi".

Guarda i fatti

Guarda la realtà, i fatti, le prove negative che l'altro ti dà; invece dei tuoi sogni, i desideri e le bugie che ti racconti. Spesso abbiamo la tendenza ad auto-ingannarci, a credere a quello che vorremmo fosse vero - anche se tutti intorno ci dicono che non è vero, e la ragione ci dice che è troppo bello per essere vero.

Non confondere la gentilezza con l'amore

Non confondere la gentilezza, l'affetto, la simpatia o il tenere in qualche modo a te ("Non voglio farti soffrire") con l'amore: possiamo essere gentili e trattare bene il vicino, il collega, il postino od anche un cane... ma questo non vuol dire che li amiamo! Non confondere un albero con la foresta, o una parte per il tutto; non prendere un gesto gentile o una parola affettuosa, per poi costruirci sopra un castello di fantasie.

Se l'altro pone dei limiti, credici

Quando qualcuno ti dice che vuole solo fare sesso, o che non vuole una storia seria, o che non vuole impegnarsi, o che tu gli interessi poco... credici! Non farti ingannare dai tuoi sogni o dall'illusione che...
  • "Prima o poi cambierà idea".
  • "Stavolta sarà diverso". Oppure "Con me sarà diverso" (ci piace pensare di essere speciali e che a noi andrà meglio che agli altri... ma nella maggior parte dei casi, i nostri problemi sono simili a quelli altrui).
  • "In realtà non lo pensa davvero" (come fai a sapere cosa pensa davvero un altro? Specialmente se lo conosci da poco!).
  • "Io saprò cambiarlo / salvarlo / convertirlo all'amore" (Non si può cambiare gli altri. E se pensi di salvare qualcuno, forse in realtà hai bisogno di salvare te stesso).
Quando scegli di credere a queste "favole", ti stai solo raccontando delle storie. Magari pensi che ti succederà come nei film romantici, ma quelli sono fantasie per far sognare la gente, non rispecchiano la vita reale.

I lamenti dell'uomo sposato

Il caso della persona sposata (più spesso un uomo) che si lamenta del matrimonio e dice di voler lasciare il coniuge, ma poi non lo fa mai, è talmente scontato da essere banale. E' praticamente un cliché, non essere così ingenua da cascarci.
Non dare troppo peso ai lamenti del tipo "Ormai le cose vanno davvero male... Non parliamo più... Non facciamo mai sesso...". Se anche è vero, non vuol dire che l'altro ha davvero intenzione di separarsi. Molte persone vogliono avere sia la stabilità che l'eccitazione: a questo scopo si tengono stretti sia il coniuge per la prima, che l'amante per la seconda. Avendo così ottenuto quello che vogliono, non hanno alcuna intenzione di rinunciarvi.
Dire che la relazione ha dei problemi, o che i coniugi non vanno d'accordo, non significa poi molto: tutte le relazioni hanno problemi, e nonostante questo la maggior parte di esse va avanti.

Farsi desiderare e altre strategie

Non credere che farsi desiderare, fare la difficile, farlo ingelosire, o usare altre "strategie", riusciranno a conquistare quella persona e renderla tua. Specialmente se lui è un tipo "bel tenebroso" (o comunque attraente), quando tu fai la difficile o ti neghi, lui semplicemente ne troverà un'altra.
Il più delle volte, non è vero che "In amore vince chi fugge"; questo è particolarmente valido quando l'altra persona ha mostrato per te poco o nessun interesse fin dall'inizio: non si ravviva un fuoco che non c'è mai stato.

Non c'è giustizia in amore

Inoltre, è bene tenere a mente che non c'è giustizia o equità in amore. Perché la giustizia è un costrutto culturale e razionale (infatti non esiste in Natura), ma le relazioni sono guidate principalmente da emozioni e istinti, non dalla ragione (per questo a volte stiamo insieme a persone che però ci danno ai nervi, oppure non proviamo alcun interesse sentimentale per persone che pure stimiamo e ammiriamo).
E' per questa ragione che a volte:
  • puoi dedicarti anima e corpo a una persona, ma costei potrebbe non mostrare alcun interesse o gratitudine;
  • oppure puoi condividere la tua vita con un partner, e improvvisamente costui si innamora di un'altro.
Non accade perché sono cattivi o ci vogliono male, ma perché "Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce" (Blaise Pascal). Siamo in grado di scegliere cosa fare, ma non possiamo decidere cosa sentire; non possiamo scegliere le emozioni e i sentimenti che proviamo.
Per questo in amore è bene agire secondo quello che noi riteniamo giusto, quello che sentiamo di voler fare - e non per essere ricambiati. Se agiamo per un tornaconto o per essere ricambiati, rischiamo di accumulare amarezza e risentimento.

N.B.: Con questo non intendo dire che va bene tollerare mancanza di rispetto o comportamenti lesivi: se qualcuno non ti rispetta, o ti delude gravemente, fai benissimo ad allontanarti. Il fatto che possa succedere, non implica che ci debba andare bene.
Solo, non stupirti se dopo aver tanto investito su una persona, ti ritrovi senza alcun risultato. Piuttosto, tieni conto in anticipo che potrebbe succedere, e decidi se accettare questo rischio.


Come affrontare la situazione, come uscirne


Puoi soddisfare i bisogni dell'altro?

Poiché (come ho scritto all'inizio) ci attacchiamo o dipendiamo dagli altri quando abbiamo bisogno di loro, potresti chiederti se sei in grado di soddisfare i bisogni della persona che ami e che non ti ricambia, o non ti vuole. Se la risposta è "No, non sono in grado", quello potrebbe essere un motivo del tutto ragionevole per il suo disinteresse in te. Dopotutto, così come tu vorresti che l'altro nutrisse i tuoi bisogni, anche l'altro vuole lo stesso; se tu non puoi farlo, appare ovvio che si rivolga altrove.
Se invece la risposta è "Non ho idea di quali siano i suoi bisogni", questo potrebbe rivelare che stai amando un "fantasma", piuttosto della persona reale. Che ti attacchi all'idea che hai di lei, ma senza davvero conoscerla (e magari non hai nemmeno interesse a conoscerla: il che non è certo un segno di amore).

Chiediti se il problema sei tu

Se ti capitano spesso queste situazioni, o se ti sembra di trovare solo un certo tipo di partner, renditi conto che probabilmente il problema sei tu: in fondo, l'elemento costante di tutte quelle situazioni sei proprio tu. Magari hai problemi di autostima, o di accettazione, forse hai delle ferite inconsce, magari ti piace il dramma, oppure hai idee confuse sugli uomini.
Non capita per destino, o perché "Tutti gli uomini sono bastardi" (o "Tutte le donne sono stronze"): questi sono alibi che ti racconti per non ammettere la verità, ovvero che:
  • La responsabilità è tua, non del mondo.
  • Queste persone te le sei scelte, hai ignorato i segnali negativi, e ti ostini a stare attaccato a loro.
  • Quando loro non ti rispettano, sei tu che glielo permetti.
  • Non sono loro a volerti male, sei tu stesso a fartelo, quando ti ostini a comportarti in questo modo.
Le relazioni che abbiamo sono il risultato delle nostre scelte, non di quelle altrui (a meno che siamo stati costretti con la forza).

Se non puoi risolvere una situazione, arrenditi

Ci sono certe situazioni nella vita in cui non abbiamo la capacità o il potere di risolverle. Quando questo accade, l'unica via saggia è riconoscere i fatti e ammettere l'evidenza: poiché non hai il potere di cambiare l'altro o la situazione, puoi solo arrenderti a questa "impotenza".
Può sembrare una sconfitta ma, nel momento in cui ti arrendi, acquisti invece un grande sollievo ed una benefica liberazione: scarichi dalle tue spalle il fardello di un'impresa disperata, e guadagni un senso di pace prima impossibile.

Guarda al futuro con ottimismo

Non farti fregare dal pessimismo, dalla sfiducia e dalle passate esperienze, che ti portano a credere che andrà sempre così e ti soffocano la speranza. In realtà nessuno può prevedere il futuro: non sai cosa potrai diventare, chi incontrerai e cosa riuscirai a realizzare. Poiché non puoi saperlo in anticipo, perché abbattersi e disperarsi? E' meglio coltivare fiducia ed ottimismo.
Tieni presente che puoi sempre crescere e migliorare. Specialmente se sei giovane, l'esperienza vissuta finora dimostra ben poco: puoi ancora svilupparti, imparare a dare il meglio di te, e diventare molto più capace di come ti vedi ora. Ed anche se hai una certa età, puoi sempre cambiare scelte, mentalità e direzione nella vita.
Dai fiducia al futuro e al tempo: nessuna persona straordinaria è nata straordinaria, lo sono diventati strada facendo.


Riprenditi la responsabilità e il potere

Infine, abbi ben chiara una cosa: l'unico responsabile della tua felicità, sei tu stesso. Non è compito degli altri renderti felice, né soddisfare i tuoi desideri. Solo un bambino si aspetta che altri si prendano cura di lui: un adulto si prende cura di se stesso.
Se incontri qualcuno che ti rende infelice e/o ti tratta male, è tuo compito allontanartene il più in fretta possibile; non aspettare che sia l'altro a diventare gentile (gli esseri umani sono tutti imperfetti, alcuni più di altri).
Finché attribuisci ad altri la colpa del tuo malessere, stai anche dando loro la tua responsabilità e il tuo potere (se dipende da loro, significa che loro hanno potere su di te): riprendi in mano il tuo potere, la tua vita, e decidi cosa è davvero bene per te. Smetti di raccontarti favole romantiche e credere a illusioni zuccherose, e cerca di volerti bene e rispettarti: se non lo fai tu per primo, perché dovrebbero farlo altri?

N.B.: Dicendo questo non giustifico comportamenti lesivi, manipolatori o ingannevoli: sicuramente chi agisce sapendo di fare male ad altri, ne è responsabile (e se vieni costretta o minacciata, chiedi aiuto ad organizzazioni di sostegno o alle forze di Polizia). Però aspettarsi che siano costoro a cambiare e risolvere la situazione, non serve a nulla; l'unica cosa che funziona in casi come questi, è prenderti la responsabilità e agire in prima persona.
In altre parole, anche se l'altro è il problema, solo tu sei la soluzione.


"Se non si ferma alla tua stazione, non è il tuo treno."
(Marianne Williamson)

"Ti ho amato perché era più facile che amare me stessa."
(Nayyirah Waheed)

"Se qualcuno non mi vuole, non è la fine del mondo.
Ma se io non voglio me stesso, il mondo non è che una fine dopo l'altra."

(Nayyirah Waheed)


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Perché abbiamo bisogno degli altri, e come dipendere meno

Molto spesso sentiamo di avere necessità degli altri, a volte fino al punto di sentirci dipendenti da loro. Questa dipendenza dagli altri ovviamente genera non pochi problemi, perché molto spesso le altre persone risultano non disponibili, o non intenzionate a darci ciò che vorremmo. In un certo senso, potremmo dire che buona parte dei conflitti interpersonali nascono quando gli altri deludono i nostri desideri e le nostre aspettative.
Perché questa dipendenza? Fondamentalmente perché abbiamo una serie di bisogni: quando questi vengono soddisfatti ci sentiamo bene, altrimenti no. Quindi andiamo incontro agli altri nella speranza che ci diano quello che cerchiamo. Per esempio, alcuni bisogni che tutti abbiamo sono:
  • Sentirsi approvati e apprezzati
  • Ricevere attenzione e considerazione
  • Essere amati e desiderati...

Poiché i bisogni insoddisfatti ci fanno stare male, dipendiamo dagli altri per soddisfarli e sentirci bene. Per molti questa dipendenza è un fenomeno scontato e inevitabile, ma non è proprio così. Proviamo a capire come funziona e come dipendere meno dagli altri.

“Dipendiamo dagli altri
perché abbiamo
una serie di bisogni”

Una serie di bisogni

Tutti abbiamo dei bisogni fondamentali, universali. Di seguito elenco alcuni dei bisogni principali comuni agli esseri umani:
  • Amore - Affetto, sentirsi amato
  • Accettazione - Sentire che sono ok, che vado bene come sono
  • Approvazione - Senso di valere, di essere capace e valido
  • Attenzione - Essere visti, ascoltati, considerati
  • Contatto / Piacere fisico - Affettuosità tattile, piacere sessuale
  • Comunicazione - Espressione di sé, condivisione, scambio di idee
  • Fiducia nella vita - Speranza, ottimismo, fede

(Naturalmente esistono altri bisogni fondamentali, per esempio i bisogni fisiologici e quelli che riguardano la sopravvivenza; vedi anche la Piramide dei bisogni di Maslow. In questo post mi occupo solo di alcuni bisogni di relazione ed esistenziali)

Nutrimento interno o esterno

Di solito siamo abituati a riversare questi bisogni verso l'esterno, nella speranza che le persone intorno a noi li soddisfino. Ma una possibilità che i più ignorano, e di cui raramente si parla, è che molti dei nostri bisogni possono essere nutriti anche da noi stessi. In altre parole, i bisogni possono essere soddisfatti sia internamente (da noi stessi) che esternamente (dagli altri) - anche se alcuni, come quello di Contatto / Piacere, possono essere nutriti solo parzialmente dall'interno.
Per esempio, tutti abbiamo bisogno di approvazione, di sentire che siamo capaci, in gamba e validi. Quindi posso dire a me stesso "Bravo, ottimo risultato!", oppure sperare che me lo dicano gli altri.

Va notato che nutrimento interno ed esterno non sono mutualmente esclusivi, anzi direi che sono complementari e si rafforzano a vicenda. Però siamo abituati - anche per via dell'educazione e della cultura - a cercare la soddisfazione fuori da noi.

“Molti dei nostri bisogni
possono essere nutriti
anche da noi stessi”

Una capacità negata e disprezzata

Molte persone non immaginano nemmeno di poter dare a se stessi il nutrimento di cui hanno bisogno: non ne hanno mai sentito parlare, oppure hanno ricevuto messaggi negativi a riguardo. Per esempio, spesso ci viene detto che farsi i complimenti da soli è presunzione, che dobbiamo aspettare che siano gli altri a dirci quanto valiamo, o ci è stato insegnato che la masturbazione (che è un modo di soddisfare il bisogno di piacere e contatto) è dannosa o peccaminosa.

Dare a me stesso quello che mi serve

Vediamo ora alcuni esempi di bisogni nutriti dall'interno:
  • Amore - Dirmi "Ti voglio bene", "Ciao fratello!", sorridermi (magari davanti allo specchio). Farmi un gesto affettuoso (come poggiare una mano sul petto, o sulla spalla) quando sono giù di morale. Trattarmi con gentilezza.
  • Accettazione - Dirmi "Sono come sono, e va bene così". Limitare l'autocritica al minimo, e/o farla solo in modo costruttivo e incoraggiante. Ricordarmi che nessuno è perfetto, tutti sbagliamo, e sono ok anche quando fallisco. Arginare o eliminare i pensieri distruttivi.
  • Approvazione - Dirmi "Gran bel lavoro", "Sei una bella persona", "Hai fatto del tuo meglio". Notare ogni mio risultato positivo, anche piccolo, e apprezzarlo.
  • Attenzione - Ascoltare i miei bisogni, le mie esigenze, i miei malesseri - e cercare di prendermene cura. Fare le attività che mi fanno stare bene. Non mettermi in secondo piano, anzi, a volte anteporre me stesso agli altri; considerarmi importante.
  • Contatto / Piacere fisico - Toccare il mio corpo, dove mi reca piacere e conforto (mani, volto, petto, capelli, ecc.). Farmi delle carezze sensuali. Masturbarmi quando ne ho voglia.
  • Comunicazione - Coltivare un dialogo interiore, sui temi che mi interessano. Intavolare discussioni immaginarie con persone che conosco, personaggi del passato o inventati.
  • Fiducia nella vita - Incoraggiarmi. Dirmi "Ce la farai", "Andrà tutto bene". Coltivare l'ottimismo e la gratitudine.
Possono sembrare esempi banali, ma provate a metterli in pratica: credo che (magari dopo un imbarazzo iniziale) non vi lasceranno indifferenti. Come indicazione generale, potete pensare di trattare voi stessi come vi tratterebbe il vostro migliore amico, o come vorreste essere trattati dal vostro partner ideale.

“Trattate voi stessi
come vi tratterebbe
il vostro migliore amico”

Sviluppare in me le qualità che vorrei

A volte qualcuno ci piace perché ci ricorda come noi stessi vorremo essere: sicuro, forte, audace, sexy, brillante, affettuoso... Spesso ne siamo attratti e vorremmo quella persona vicina, così da godere della "luce riflessa" di quelle qualità che invidiamo passivamente.
Lo si vede di frequente nelle coppie di tipo complementare: lei fragile che si attacca all'uomo forte; lui razionale e introverso, attratto da una donna esuberante e passionale. Così hanno bisogno del partner per le qualità che in loro stessi mancano, ma che "delegano" all'altra persona.

Raramente pensiamo ad una ipotesi differente, in cui l'altro diventa ispirazione e quelle qualità le coltiviamo attivamente in noi stessi: sono allora io che divento sicuro, audace, brillante (magari imparando anche dagli esempi che ho intorno).
Anche in questo caso la qualità desiderata può arrivare dall'interno, da noi stessi - se ci prendiamo la briga di svilupparla.

Se non amo me stesso, l'amore non mi basterà mai

A molti sembrerà che ricevere soddisfazione dall'esterno, dagli altri, sia la cosa più naturale ed efficace; mentre cercarla in se stessi sia - al più - una compensazione per i momenti di penuria. Ma non è proprio così: non solo la soddisfazione dall'esterno è soggetta ai capricci altrui, alle circostanze e al caso, ma l'incapacità di nutrire i propri bisogni genera una serie di problematiche.

Un costante senso di vuoto

Meno sono capace di nutrire me stesso, più provo un senso di vuoto: perché i miei bisogni non vengono soddisfatti, e perché l'amore per se stessi è una necessità fondamentale. Se non amo me stesso, l'amore degli altri non mi basterà mai. Questo porta a cercare disperatamente nutrimento all'esterno, negli altri: infatti quelli più incapaci di auto-nutrirsi (che spesso non si piacciono, non si amano, si giudicano e si disprezzano), nelle relazioni tendono ad essere completamente dipendenti.

Più cerco qualcosa, meno la trovo

Ma, paradossalmente, più cerchiamo fuori quello di cui abbiamo bisogno, e meno lo riceviamo. Chi è troppo bisognoso, appiccicoso o dipendente, in genere suscita fastidio o repulsione.
Questo è uno dei motivi principali che portano chi ha una personalità da "maschio Beta" o da "bravo ragazzo" a continui fallimenti relazionali.
E' anche il motivo per cui molti credono che "in amore vince chi fugge". In realtà non è proprio così, ma di solito è vero il contrario: chi si attacca in modo ossessivo o dipendente a qualcuno, non suscita interesse ed anzi viene di solito respinto.

“Se non amo me stesso,
l'amore degli altri
non mi basterà mai”

La soluzione è dentro di sé

Riversare i propri bisogni completamente all'esterno, è quindi una strategia fallimentare: la soluzione è dentro di sé, nel diventare capaci di nutrire i propri bisogni in modo autonomo.
Quando sono capace di nutrire me stesso, soddisfo i miei bisogni (almeno in parte) e riesco a stare bene, per cui il bisogno non è più così pressante. Diventa piuttosto un desiderio*: non è più indispensabile alla sopravvivenza, diventa un "optional" piacevole. Questo mi rende più rilassato, aperto e positivo quando vado incontro agli altri: avendo meno bisogno degli altri, sono capace di relazionarmi in modo più sereno ed efficace.

* La differenza tra bisogno e desiderio è questa: quando ho bisogno di qualcosa, se non la ottengo sto male; se la desidero soltanto, farne a meno non è un problema.

Mendicanti di affetto e di attenzione

Quando non siamo capaci di nutrire noi stessi, può capitare di prendersi una cotta o innamorarsi della prima persona che ci fa sentire amati o considerati, o anche solo ci tratta con gentilezza (perché in quel modo nutre i nostri bisogni trascurati). Quella persona diventa così importante per noi, perché ci rende felici e/o ci sembra che possa appagare i nostri bisogni: e questo attaccamento lo chiamiamo "amore" (ma in realtà l'amore è una cosa diversa).
Questo slancio sentimentale può capitare anche se quella persona è del tutto incompatibile con noi, o se non ha in realtà alcun interesse verso di noi: il bisogno insoddisfatto è talmente forte che prende il sopravvento, ci domina e ci rende ciechi ai fatti.
Questa è l'origine di molte situazioni relazionali infelici:
  • innamoramenti non ricambiati;
  • innamorarsi di persone per nulla adatte a noi, con cui abbiamo poco o niente in comune;
  • attaccamento ossessivo a qualcuno che non ci vuole, o che ci usa;
  • restare attaccati ossessivamente ad un(a) ex;
  • restare insieme a partner "tossici" (manipolativi, violenti...).

L'ossessione per una sola persona

In particolare, a volte ci convinciamo che vogliamo (o possiamo) ricevere ciò che ci necessita solo da una determinata persona: per esempio questo accade:
  • quando ci innamoriamo perdutamente;
  • quando rimaniamo fissati su una persona che ci ha respinto o lasciato (fissazione che nella comunità PUA viene chiamata "One-itis" - da "the One", l'unica e sola);
  • quando siamo dipendenti da qualcuno;
  • quando cerchiamo disperatamente l'amore o l'approvazione da un genitore (anche in età adulta).

Attaccamento a chi ci tratta male

Oltre ai bisogni ovvi e comuni (citati all'inizio), l'attrazione o l'attaccamento che proviamo per qualcuno può provenire anche da altri bisogni, inconsci e apparentemente illogici. Per esempio, alcuni si attaccano a persone:
  • Che non sono interessate a loro
  • Fredde e distanti
  • Che li tradiscono
  • Che li trattano male, emotivamente e/o fisicamente
  • Controllanti, oppressivi, violenti
Apparentemente non ha senso: perché dovrei desiderare persone del genere? E soprattutto, perché dovrei aver bisogno di essere respinto o maltrattato?
In realtà, chi vive le relazioni in questo modo è mosso da ragioni profonde e inconsce (specialmente se gli capita ripetutamente), che in genere sono radicate in esperienze dell'infanzia. In pratica, se abbiamo una ferita emotiva del passato (per esempio una madre fredda e distaccata, o un padre aggressivo e violento), il nostro incoscio può spingerci verso persone simili, nel tentativo di rivivere la vecchia ferita e così superarla.
Quindi anche questo è un tipo di bisogno, per quanto in apparenza assurdo perché ci porta a ricreare la vecchia sofferenza: il nostro inconscio ha bisogno di quel tipo di persona per rielaborare il passato. Purtroppo questo genere di esperienze difficilmente vengono superate senza un valido aiuto terapeutico, perché la persona che le vive non si rende conto delle sue reali motivazioni.

Dalla dipendenza alla libera scelta

Quando dipendiamo da qualcuno in particolare (come nei casi elencati sopra), tendiamo a credere che quella persona sia unica e insostituibile. Ma se ci rendiamo conto che la dipendenza nasce dai nostri bisogni, e non dalle qualità degli altri, allora diventa evidente che quei bisogni potrebbero essere nutriti anche da altre persone (inclusi noi stessi). Questo è liberatorio (non ci sentiamo più incatenati a qualcuno che, magari, non ne vuole sapere di noi), anche se poco romantico (viene a cadere l'idea di un "grande amore predestinato" per tutta la vita, o del partner ideale e unico).

Per questo è fondamentale prendere consapevolezza dei propri bisogni. Quanto più li abbiamo chiari:
  • tanto più ci rendiamo conto che esistono dentro di noi, e non vengono creati dall'altro (il mio bisogno d'amore esiste ancor prima di incontrare qualcuno - anche se non ne sono consapevole);
  • e tanto meno vedremo gli altri come "fonti indispensabili" del nostro benessere.
Questo ci renderà assai meno inclini alla dipendenza: perché la dipendenza è radicata nella convinzione che l'altro mi sia indispensabile, e senza di lui (o lei) starò malissimo e forse non sopravviverò. Quando vedo l'altro come "opzionale", e non più indispensabile, ecco che il mio legame con lui può diventare una libera scelta, e non più una pesante "catena" che non posso lasciar andare.

“La dipendenza nasce
dalla convinzione che l'altro
mi sia indispensabile”

Non solo interno

Questo insistere sull'importanza del nutrire se stessi non significa che dobbiamo concentrarci solo sul nutrimento interno o che esso possa bastarci. Siamo comunque "animali sociali", quindi le relazioni e il nutrimento esterno sono necessari al nostro benessere. Come ha scritto il poeta John Donne:
"Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente; una parte del tutto."


Però, sapersi dare del nutrimento interno è fondamentale per almeno due motivi:
  • Se non siamo in grado di darci nutrimento interno, saremo sempre squilibrati, denutriti e affamati, preda di un senso di vuoto, inclini alla dipendenza e all'attaccamento patologico.
  • Quando siamo capaci di darci nutrimento interno, possiamo stare bene anche se quello esterno non arriva (magari non ci sentiremo al massimo, ma sarà comunque accettabile).
    E quando ci relazioniamo, siamo molto più capaci di creare rapporti equilibrati, sani, costruttivi e appaganti. Non ci comportiamo da "mendicanti" che cercano disperatamente un'elemosina, o da "piovre" che soffocano chi ci sta vicino, ma da persone che sanno di avere un valore e qualità da offrire.

Voglio che gli altri mi rendano felice

Qualcuno potrebbe dire "Non voglio dipendere meno, voglio che gli altri nutrano di più i miei bisogni! (così da rendermi felice)". Ma questo pretesa è utopica e illusoria, per varie ragioni:

Il cambiamento parte da noi stessi

In poche parole, la realtà non sarà mai su misura dei nostri desideri. Quindi, quello che possiamo fare per ottenere maggiori soddisfazioni dalle altre persone, è cambiare noi; acquisendo migliori capacità e imparando come funzionano le relazioni umane:
Crescendo in questo modo otteniamo dagli altri di più, e possiamo creare relazioni più appaganti, perché:
  • Diventiamo individui più piacevoli e attraenti.
  • Capiamo meglio le altre persone.
  • Siamo in grado di soddisfare meglio le loro necessità.
    In fondo, il modo più diretto per attrarre gli altri è essere in grado di nutrire i loro bisogni - e quindi renderli felici.


"Essere belli significa essere se stessi. Non hai bisogno di essere accettato dagli altri. Hai bisogno di accettare te stesso."
(Thich Nhat Hanh)

"La migliore relazione è quella in cui l'amore per l'altro supera il bisogno dell'altro."
(Dalai Lama)

"La dipendenza non crea amore."
(Anais Nin)


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