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Accontentarsi fa vivere meglio

Anche se non ci piace ammetterlo, tutti ci accontentiamo di qualcosa, anche se non è proprio quello che vorremmo. E questo accade in ogni settore della vita:
  • Per esempio, chi non vorrebbe vivere in un'isola tropicale, o in una meravigliosa villa? Ma ovviamente quasi tutti devono accontentarsi di sistemazioni ben più modeste.
  • Oppure, chi non vorrebbe fare un lavoro prestigioso, appagante e ben remunerato? Ma pochi arrivano a farlo.

Accontentarsi in amore

Lo stesso accade nelle relazioni (anche se qui, ancor più che in altri settori, difficilmente lo ammettiamo). Chi da giovane non sogna il Principe azzurro, o la Principessa dorata? E magari qualcuno lo incontra anche - salvo poi col tempo rendersi conto che non è proprio come sembrava all'inizio. Altri non lo incontrano mai, allora col tempo e le esperienze "abbassano" le proprie mire (magari senza nemmeno rendersene conto), e si "accontentano" di un partner abbastanza vicino ai propri desideri (o di quello disponibile al momento).

D'altronde, come si suol dire "Nessuno è perfetto". Quindi come sarebbe possibile trovare un partner "su misura"? Nella realtà l'uomo perfetto oppure la donna ideale non esistono.
Chi si ostina a cercarli non riesce a creare nessuna relazione appagante, perché nessuna persona reale sarà mai all'altezza di quell'ideale. Qualsiasi partner avrà limiti ritenuti inaccettabili e verrà inesorabilmente criticato o scartato. Il non sapersi accontentare porterà quindi ad una continua infelicità relazionale (o a lunghi periodi di solitudine).

“L'uomo perfetto
o la donna ideale
non esistono”

Illusioni e aspettative romantiche

Questa posizione scandalizzerà gli animi più romantici, quelli convinti che tutti meritino il "grande amore" o che nella scelta del partner non dovrebbero esserci compromessi. Purtroppo viviamo anche in una cultura romantica che alimenta questi ideali sentimentali illusori; col risultato di creare aspettative troppo elevate e di conseguenza devastanti delusioni - non ultima quella dell'ideale monogamico che s'infrange di fronte a tradimenti e separazioni.

Le coppie che superano la prova del tempo non sono quelle con una perfetta armonia (che esistono solo nelle opere di fantasia), ma quelle fra persone che hanno imparato ad accettare imperfezioni e limiti del partner - ovvero ad "accontentarsi" della persona che hanno di fianco (e delle sue qualità), rinunciando ad un'ideale di perfezione.

Bugie del marketing

Mi rendo conto di quanto questo argomento sia impopolare, specialmente in una società dove il marketing continua a dirci che "Tutti meritiamo il meglio" (Carrefour), "Perché voi valete" (L'Oreal), "No limits (Nessun limite)" (Sector), che puoi fare tutto, ecc. (di solito per venderci qualcosa).
Ma uno slogan è ben diverso dalla realtà.

Tutti vorremmo il meglio

Il fatto è che tutti desideriamo istintivamente il meglio - ma ben pochi sono capaci di ottenerlo. Tutti vorremmo una vita straordinaria, per un aspetto o per l'altro (amore, lavoro, avventure, passioni...). Ma siccome siamo quasi tutti persone ordinarie, lo straordinario rimane quasi sempre fuori dalla nostra portata.

“Tutti desideriamo il meglio,
ma pochi sono capaci
di ottenerlo”

Volere tutto

Potrebbe sembrare che chi non si accontenta ottiene di più. A volte può funzionare ma, nella maggior parte dei casi, chi non si accontenta mai arriva a ben poco, perché tende a rifiutare le opportunità in attesa di "quella giusta" - che magari non arriva mai. Finisce così col vivere pieno di amarezza e risentimento, rancoroso verso la vita perché ritiene che avrebbe meritato di più, e spesso invaso dai rimpianti.
In poche parole, chi vuole tutto quasi sempre si ritrova con poco o nulla.

Peraltro avere tutto, fare tutto o essere tutto è impossibile, perché semplicemente sovrumano. La rinuncia è parte inevitabile della vita, proprio come l'accontentarsi (quantomeno certe volte).

Abbastanza buono è sufficiente

A mio parere, nella vita è sano e saggio adottare un criterio di "abbastanza buono" ("good enough" in inglese): se ci impegniamo e diamo il nostro meglio e otteniamo un risultato abbastanza buono, anche se non eccelso o inferiore a quello altrui, è già un buon successo e qualcosa di cui essere contenti. Vedi per esempio il concetto di "genitore abbastanza buono" sviluppato dallo psicanalista Donald Winnicott.
Non ha senso svalutare i risultati intermedi o solo discreti:
  • Non sempre è possibile, o ragionevole, o sensato, arrivare al massimo in qualcosa (potrebbe richiedere un impegno sproporzionato ai vantaggi).
  • Raggiungere un risultato di 4, 5 o 6 (su una scala da zero a 10), è comunque molto meglio di zero, non qualcosa da disprezzare o di cui vergognarsi.
Chi sente il bisogno di essere sempre al top, chi non accetta di essere mai mediocre o sconfitto, è di solito una persona nevrotica e complessata, che usa le conquiste per nascondere le sue insicurezze.

Consideriamo pure che l'opposto dell'abbastanza buono è il perfezionismo: un atteggiamento che - come ben sa chi ne soffre - non porta alla perfezione ma all'ossessione e alla nevrosi (perché per costui nulla è mai abbastanza buono).

Accontentarsi troppo

Naturalmente esiste anche un "accontentarsi troppo", ovvero adattarsi eccessivamente e passivamente ad una situazione, rinunciando a tutto quello che davvero vorremmo.
Un caso del genere accade quando ci accontentiamo di qualsiasi partner pur di non restare soli (oppure di qualsiasi amico, qualsiasi lavoro, ecc.). Di solito questo accade quando abbiamo scarsa stima di noi stessi, quindi disperiamo di poter trovare di meglio; oppure abbiamo troppa paura dell'ignoto o dell'incertezza, quindi ci aggrappiamo a situazioni familiari anche se deludenti.

Se è vero che sapersi accontentare aiuta a vivere con più serenità e appagamento (invece di rincorrere sempre un "meglio" che spesso è fuori portata), è anche vero che accontentarsi eccessivamente produce infelicità:
  • Ci induce ad ignorare o rinnegare i nostri desideri autentici
  • Ci porta a fossilizzarci in situazioni disarmoniche e infelici (relazioni sterili e frustranti, lavori deprimenti, ambienti in cui ci sentiamo fuori posto...)
  • Frena la naturale tendenza allo sviluppo e alla crescita personali

Insomma, come per tante cose anche nel sapersi accontentare "la virtù sta nel mezzo". Volere troppo o - al suo opposto - farci andare bene qualsiasi cosa, invece, tendono a diminuire la qualità della nostra vita.

Abbastanza positivo o troppo negativo?

Ma se le soluzioni ideali sono rare, e accontentarsi è spesso necessario, come capire se la situazione in cui ci stiamo accontentando ha senso, vale comunque la pena, oppure stiamo ingannando noi stessi a restare in qualcosa che ci fa male? (pensiamo a un partner violento o che ci maltratta di continuo, a un lavoro che ci induce alla depressione, ad un ambiente familiare che distrugge la nostra autostima).
Posto che ogni situazione ha pro e contro, dobbiamo chiederci se l'essere in quella situazione deriva da una scelta gioiosa oppure da una scelta forzata:
  • Nel primo caso la situazione, pur con aspetti negativi, tenderà a darci nutrimento, soddisfazione, piacere e benessere (anche se non sempre o con episodi di frustrazione).
    Il bilancio sarà in positivo: il bene sarà superiore al male; il "guadagno" superiore ai "costi". Saremo in quella situazione perché, in fondo, ci piace esserci (scelta gioiosa).
  • Nel secondo caso, anche se ne traiamo qualche vantaggio (altrimenti non staremmo lì), gli aspetti negativi saranno in maggioranza: ricaveremo più dolore che piacere, più frustrazione che soddisfazione, più rabbia che pace.
    Il bilancio sarà negativo: più male che bene; molta sofferenza, poca gioia. Probabilmente restiamo lì controvoglia, per paura, disperazione o risentimento (scelta forzata).

Cosa significa accontentarsi

Con "accontentarsi" non intendo dire non avere preferenze, prendere tutto quel che arriva, o non avere ambizioni. E' importante avere desideri, ambizioni e sogni per la propria vita, e impegnarsi per realizzarli: se non puntiamo in alto, non avremo occasione di spiccare il volo.
Ma siccome la realtà non si adatta a noi, a volte è più utile e costruttivo essere noi ad adattarci a lei; specialmente quando abbiamo provato di tutto, o non vediamo alcuna possibilità migliore. "Accontentarsi", per come la vedo io, vuol proprio dire avere questa capacità di adattamento, di adattarsi alle condizioni della vita quando questa non gira come vorremmo; adattarsi in senso evolutivo, cioè saper operare nella maniera più efficace rispetto alle condizioni dell'ambiente.

Quando vorremmo "10" ma la vita ci offre "5", accontentarsi (o adattarsi) significa prendere quel "5" e saperselo godere; mentre chi pretende o rifiuta orgoglioso, con tutta probabilità si ritroverà con zero.

“La realtà non si adatta a noi,
ma noi possiamo
adattarci a lei”

Chi s'accontenta gode

Accontentarsi non significa per forza vivere male, frustrati o insoddisfatti. Usando le proprie capacità creative e di adattamento, è possibile accontentarsi (quando non si riesca a fare di meglio) e raggiungere comunque risultati appaganti. Di seguito alcuni esempi:
  • Possiamo notare e apprezzare ogni elemento positivo nella nostra vita (magari scrivendone una lista), così da aumentare il godimento e la soddisfazione. Invece di concentrarsi su quello che manca, focalizzarsi su quello che abbiamo di prezioso.
  • Se abbiamo un talento o una passione che vorremmo trasformare in una professione ma non ci riusciamo, possiamo comunque coltivare quella capacità come hobby e trarne soddisfazione.
  • Invece di prendercela con il nostro partner per le sue mancanze e i suoi limiti, o di pretendere che cambi, possiamo considerare la possibilità di trovare in altre persone quello che non riceviamo da lui o lei - eventualmente anche valutando l'ipotesi di "coppia aperta", non-monogamica (l'idea che un solo partner possa soddisfare tutti i nostri bisogni è un'altra illusione romantica).
In pratica, il fatto che spesso non riusciamo ad avere esattamente quello che vogliamo non esclude di poter trovare delle alternative - magari non ideali ma comunque interessanti. Poiché praticamente ogni situazione presenta aspetti positivi e negativi, per vivere bene è importante saper apprezzare la parte positiva, e minimizzare quella negativa (per esempio limitando gli aspetti irritanti o cercando altrove quel che manca).

Mettere assieme i pezzi

Secondo questo approccio possiamo vedere la nostra vita come un puzzle: ogni cosa che desideriamo, o per noi importante, è un pezzo del nostro puzzle, e più risulta completo meglio ci sentiamo. Invece di vedere la felicità come un obiettivo unico, magari legato ad una singola condizione ("Sarò felice quando avrò / sarò / farò..."), il modello del puzzle ci mostra come la felicità personale sia un "mosaico" di tanti elementi che contribuiscono alla nostra realizzazione ed appagamento.
Diventa così più facile coltivare i singoli elementi, magari in ambiti diversi. In questo modello "accontentarsi" può voler dire trovare una soddisfazione da una fonte inaspettata o diversa da quella che vorremmo:
  • Se nel mio lavoro non è possibile utilizzare la mia creatività, la posso applicare in altri ambiti.
  • Se voglio condividere una passione col mio miglior amico, ma a lui non piace, posso trovare un'altra persona a cui interessi.
A volte restiamo nell'infelicità perché ci ostiniamo a voler trovare qualcosa in una certa situazione, dove però non è possibile, invece di cercare altrove.

“La nostra vita è come un puzzle:
più risulta completo,
meglio ci sentiamo”

Accontentarsi nelle relazioni

Questo discorso è particolarmente vero nelle relazioni. Poiché siamo tutti imperfetti e limitati, anche le nostre relazioni lo saranno:
  • qualsiasi partner ci offrirà aspetti positivi ed altri meno;
  • qualsiasi persona potrà contribuire alcuni pezzi al nostro puzzle, ma non altri.
L'ideale romantico dice che il partner dovrebbe darci tutto e non presentare aspetti negativi, ma questo è umanamente impossibile. In questo ambito, "accontentarsi" di un partner significa che invece di pretendere tutto ci adattiamo alla situazione in modo elastico:
  • Da una parte apprezziamo e godiamo di tutti i "doni" del partner, di tutti gli aspetti positivi che ci arricchiscono l'esistenza, e gliene siamo grati.
  • Dall'altra accettiamo i suoi limiti ed imperfezioni, però senza necessariamente subirli: se un comportamento ci ferisce troviamo un accordo per cui venga evitato o ridotto; se abbiamo un bisogno che l'altro non può soddisfare, possiamo cercare altrove quel "pezzo" mancante:
    • Se tua moglie non sa fare il risotto che ti piace tanto, puoi imparare a cucinarlo tu.
    • Se tuo marito odia i pomeriggi di shopping, puoi passarli con le amiche.
    • Se il tuo compagno è taciturno (ma possiede altre qualità), trova altre persone con cui fare lunghe chiacchierate.
In questi casi "accontentarsi" non vuol dire rinunciare, ma trovare una soluzione creativa - anche se magari non ideale.

Trovare alternative in altre persone

Anche in ambito affettivo o sessuale, se il partner non soddisfa un nostro bisogno importante o lo fa solo in parte, possiamo considerare la possibilità di cercare in altri quello che non troviamo nella coppia (ovviamente è un'ipotesi di cui discutere insieme per trovare una soluzione che funzioni per entrambi).
Ad alcuni questo potrà sembrare un "volere tutto". Ma può anche essere visto come una soluzione di compromesso (quindi un accontentarsi), invece di soluzioni "estreme" come forzare il partner a cambiare (cosa impossibile) oppure lasciarlo perché carente (tanto a qualsiasi partner mancherebbe comunque qualcosa). Anche sopportare stoicamente una grave mancanza non è una vera soluzione, perchè col tempo porta inevitabilmente all'accumulo di malessere e risentimenti, che avvelenano la relazione fino ad ucciderla.

Naturalmente questa possibilità si scontra con l'ideale romantico della coppia chiusa, in cui il partner dev'essere l'unica fonte di soddisfazione affettiva, erotica ed esistenziale (è l'altro che definisce il mio valore). Ma pretendere che il partner soddisfi ogni mio bisogno è un atteggiamento infantile; è una forma di delegare la propria felicità ("Occupatene tu"), invece di prendermene la responsabilità come fa un adulto.
Nel modello del puzzle, è una mia responsabilità trovare i vari pezzi che arricchiscono la mia vita; nessuno ha il dovere di completare il mio puzzle (anche se ovviamente può contribuirvi, se vuole).


"Se nessuno attorno a voi è all'altezza delle vostre aspettative, forse esse sono troppo alte."
(Bill Lemley)


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Di fronte alla bellezza siamo come cani di Pavlov

Un riflesso condizionato

Noi reagiamo alla bellezza similmente ai cani nell'esperimento di Pavlov: apprezzare e perseguire la bellezza è una forma di "riflesso condizionato" (dalla nostra biologia e dall'evoluzione) che raramente mettiamo in discussione.
Il parallelo tra l'esperimento di Pavlov sui riflessi condizionati e l'effetto della bellezza è questo:
  • Nell'esperimento, i cani venivano condizionati a salivare quando suonava un campanello, associandolo al cibo. Ma questo accadeva poi anche in assenza di cibo.
  • Noi siamo istintivamente condizionati a reagire alla bellezza, associandola al piacere e alla felicità. Ma questo accade anche quando detta bellezza non porta piacere e addirittura produce infelicità (per esempio se continuo a perseguire una persona attraente che mi rifiuta).

Perdere la testa

Possiamo vedere qualcuno che ci affascina e "perdere la testa": questa persona può sembrarci il partner ideale, quello che abbiamo sempre cercato, il compagno per la vita, persino quello con cui avere dei figli... senza che sappiamo nulla di lui o lei! - solo per via del suo aspetto.
Per quanto ne sappiamo potrebbe essere Jack lo squartatore o una serial killer, eppure ne siamo incantati. Perdiamo letteralmente la ragione.

“Perdiamo la testa
senza sapere nulla
di lui o lei”

Un potere che non mettiamo in discussione

Molto spesso inseguiamo le donne o gli uomini più attraenti (anche se fuori dalla nostra portata), scartiamo le persone meno dotate esteticamente (anche quando ricche di altre qualità), e quasi mai mettiamo in discussione questo impulso.
Persino quando questa "dipendenza dalla bellezza" ci rende infelici, o peggiora la nostra vita relazionale, il più delle volte viene data per scontata - soprattutto in gioventù. Quante discussioni ho visto (specialmente fra uomini, ma non solo) che gravitano esclusivamente sui vari livelli di bellezza o su altri attributi estetici.

Non solo la bellezza ha su di noi un enorme potere, ma questo potere ha uno status quasi mitico, è una sorta di imperativo a cui quasi sempre ci inchiniamo.
Le rare persone che cercano di sfuggire al suo influsso (dando meno peso alla bellezza, o anteponendo altre qualità nella ricerca dei partner) appaiono come strane o anomale.
Mi chiedo quanto questo perseguire la bellezza sempre e comunque sia una "sudditanza biologica" (la Natura comanda e noi ubbidiamo passivamente), e quanto sia conformismo ("Se tutti fanno così, allora è la cosa giusta"). Quest'ultimo fattore è accentuato dal bombardamento mediatico che esalta l'aspetto, che così assume un'importanza ancora più assoluta.

“La bellezza ha su di noi
un potere enorme”

L'attrazione non è garanzia di felicità

Senza contare che l'attrazione non offre alcuna garanzia di compatibilità, intesa o felicità relazionale: possiamo essere molto attratti e trovare quella persona insopportabile. Quindi basare la relazione principalmente sull'attrazione (come accade in molte coppie e persino matrimoni), può portare ad emozioni intense sul breve periodo, ma è una base altamente fragile e inaffidabile nel tempo.

La bellezza ci porta a sottometterci

L'attaccamento alla bellezza del partner porta anche ad uno squilibrio di potere: ne diventiamo dipendenti, e tendiamo a sottometterci per non perderne l'approvazione ("Farò di tutto per averti - o non perderti").

Questo è un problema specialmente per i maschi, perché in genere mettersi in una posizione di sottomissione verso una donna diminuisce la stima e l'attrazione che lei prova per lui (in teoria è gratificata dalla sua devozione, ma in pratica lui perde di valore agli occhi di lei). Il tipico "Sei bellissima!" espresso con occhi adoranti ad una femmina attraente, provoca in lei una reazione di noia e disinteresse, perché lui è l'ennesimo che glielo dice.
Siamo attratti da persone che hanno un valore uguale o superiore al nostro, ma mostrarci sottomessi o dipendenti è un segnale di minor valore - quindi non attraente.

Superare gli istinti naturali

Secondo me, il fatto che il potere della bellezza sia naturale non significa che sia innocuo o che non vada messo in discussione. E' molto simile al potere delle cose dolci (zuccheri e carboidrati in generale): quando ne mangiamo il nostro cervello rilascia dopamina (molecola del piacere), e proviamo l'impulso di mangiarne ancora e ancora.
Non serve un nutrizionista per capire che imbottirsi di zuccheri (specialmente se raffinati) porta solo danni. Basta guardare l'epidemia di obesità, diabete e altre patologie legate ad un'alimentazione insana: certamente mangiare cibi sfiziosi ci viene istintivo e naturale, ma ci porta anche risultati che non vorremmo.

Allo stesso modo, se ci lasciamo condizionare passivamente dall'istinto verso la bellezza, ne diventiamo schiavi. E rischiamo di fare scelte relazionali che possono portarci un piacere momentaneo (se tutto va bene), ma sul lungo termine condurci a vite relazionali infelici o disfunzionali. Due esempi classici sono:
  • L'uomo che corre sempre dietro a donne tipo modelle, con grande dispendio di tempo e denaro, ma con scarsi risultati e nessun appagamento profondo.
  • La donna che si interessa solo ai maschi più seducenti e appariscenti, che sono tipicamente egocentrici e narcisisti, per cui si ritrova regolarmente tradita e trascurata.

“Il potere della bellezza
è simile
al potere delle cose dolci”

Andare oltre la propria natura

L'obiezione più ovvia è "Ma se qualcuno non mi piace esteticamente (o non mi attrae), non me lo posso far piacere. Va contro la mia natura". Certo, perché è un condizionamento innato, come dicevo all'inizio.
Però a volte può essere importante e necessario andare "contro natura". Per usare un'altra metafora alimentare, a me d'istinto non piaceva l'insalata. Ma sapendo che era saggio mangiarla, ho trovato un modo appetitoso di prepararla, ed ora la gradisco molto. Potrei dire che apprezzare l'insalata "non era nella mia natura"? Oppure che non sapevo apprezzarla, ed era un mio limite che ho superato?

Similmente, è naturale aver paura di volare: va decisamente contro la nostra natura di animali terrestri. Eppure riusciamo a ignorare quell'istinto. Idem per la paura del buio: crescendo impariamo a superarla.
Non sto dicendo che dobbiamo farlo, ma che possiamo farlo. La nostra personale natura non è incisa nella pietra: in realtà cambiamo continuamente. Solo che farlo in modo costruttivo richiede uno sforzo cosciente, per esempio:
  • Abituarsi ad apprezzare maggiormente le qualità meno appariscenti.
  • Ignorare (almeno momentaneamente) l'impulso che ci porta a scartare una persona per ragioni estetiche, e insistere nel conoscerla se ha altre qualità che apprezziamo.
L'alternativa è rimanere schiavi condizionati dagli istinti.

A volte l'essenziale è invisibile allo sguardo

Un esempio personale: anni fa conobbi una donna con cui c'era una forte intesa intellettuale. Esteticamente non ci piacevamo ma, siccome ci piaceva molto la mente e la personalità dell'altro, non ci siamo fatti frenare e abbiamo continuato a conoscerci. Quando siamo arrivati a fare sesso abbiamo scoperto che il contatto di pelle risultava delizioso, e i nostri corpi stavano benissimo insieme! Il risultato è stata la relazione più importante che avevamo mai vissuto, e il sesso migliore che avessimo mai sperimentato.
Anche altre volte, in cui l'aspetto di lei non corrispondeva ai miei canoni, si sono poi sviluppate relazioni intense sia a livello sentimentale che sessuale.

Come diceva il "Piccolo Principe" nel romanzo omonimo, "L'essenziale è invisibile all'occhio". Se ci facciamo limitare dall'aspetto visivo, potremmo perdere opportunità preziose. Certamente non sempre gli sviluppi sono positivi com'è accaduto a me, ma non farsi limitare dallo sguardo - paradossalmente - allarga i nostri orizzonti.

Anche la bellezza, ma non solo

Ovviamente non propongo di ignorare completamente la bellezza, quanto di considerarla come uno dei fattori di attrazione (non l'unico o il principale), e di diffidare del suo potere di farci sragionare: questo è uno di quei casi in cui le emozioni possono ingannarci e portarci fuori strada.


"La bellezza ci può trafiggere come un dolore."
(Thomas Mann)

"L'amore costruito sulla bellezza muore presto, come la bellezza."
(John Donne)

"E' straordinario che sia così perfetta l'illusione che la bellezza è bontà."
(Lev Tolstoj)


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Siti di annunci per incontri [dating online]

A volte qualcuno chiede informazioni sull'uso di siti di annunci per incontri (dating online), come Meetic, Parship, Tinder, ecc., per capire quale usare e come utilizzarlo al meglio. Anche se la mia esperienza a riguardo è limitata (anni fa avevo usato abbastanza Meetic e Parship; più di recente ho navigato su OK Cupid), ho raccolto qualche considerazione e una serie di suggerimenti per usarli in modo efficace.

Dating online: sempre più diffuso

Conoscere, incontrare e corteggiare qualcuno ("dating" in inglese) usando la Rete è diventato un fenomeno comune. Solo un paio di decenni fa sembrava un'attività per tipi bizzarri o disperati, ma oggi i numeri sono impressionanti:
  • 200 milioni di persone usano questi servizi ogni mese.
  • In America, oltre un terzo di matrimoni sono iniziati da un incontro online.
  • Sempre in America, le relazioni iniziate online portano a coppie più felici - e matrimoni più duraturi - di quelle iniziate nel mondo reale.
  • Il dating online è particolarmente utile a chi appartiene a minoranze, oppure ha gusti particolari (poiché nel mondo reale hanno accesso a un numero esiguo di potenziali partner). Per esempio il 70% dei gay americani inizia relazioni online.
Quindi non credete ai pregiudizi e alle remore di chi vive ancora nel passato: il dating online è a tutti gli effetti entrato nelle nostre vite, e lo diverrà ancor più in futuro.

Uomini e donne: differenze

Naturalmente la mia esperienza è al maschile. Non posso sapere com'è la situazione per un'utente donna che cerca uomini. In generale, comunque, ci sono queste differenze:
  • Su certi siti le donne non pagano, o pagano meno.
  • Di solito gli utenti maschi sono in maggioranza.
  • Le donne vengono cercate/messaggiate anche se non fanno nulla, o se hanno un profilo semivuoto.
    Gli uomini vengono cercati/messaggiati molto meno, a meno che abbiano caratteristiche straordinarie.
  • Le donne sono molto selettive: la maggior parte si interessa solo ad una minoranza di uomini, i più attraenti o dotati.
    Gli uomini hanno gusti più "facili": la maggioranza delle donne sono ritenute appetibili (specialmente se giovani o graziose).
  • Le donne sono spesso invase da messaggi, di cui molti insulsi, sgradevoli o da persone che non hanno letto nulla del loro profilo.
    Gli uomini ricevono poche risposte in rapporto ai messaggi scritti.
La conseguenza di quanto sopra è che uomini e donne hanno difficoltà opposte:
  • Le donne sono sommerse da messaggi e richieste, di cui buona parte indesiderati se non sgradevoli. Molte, scoraggiate, smettono di leggere o di rispondere (perdendosi magari quei pochi uomini validi), oppure diventano ciniche e aggressive (quindi respingendo uomini di buona volontà).
  • Gli uomini devono darsi molto da fare (cercare, scrivere) per ottenere pochi risultati. L'esperienza è quindi spesso frustrante e/o inconcludente.
Questo articolo (in inglese) riporta le esperienze radicalmente diverse di una donna ed un uomo nel dating online, e conferma quanto scritto sopra. Leggerlo può aiutare a capire chi è dall'altra parte dello schermo.

Utilità e risultati

Nonostante queste difficoltà, ritengo che il dating online sia un'opportunità da provare. Non foss'altro che per ragioni statistiche: nella vita reale possiamo incontrare decine o al massimo centinaia di persone (spesso in modo frettoloso e superficiale), mentre online possiamo esplorare migliaia di individui, in modo più attento e approfondito di quanto potremmo fare in un bar o ad una festa.

Non credete a quelli che dicono "Questi siti non servono a niente!" o "Sono tutti una truffa!": sono persone limitate e piene di pregiudizi, o che pensano che la loro esperienza valga per tutto il mondo. Bisogna provare per sapere se qualcosa funziona per noi.
Io so che ho visto e conosciuto molte persone in questo modo, che altrimenti non avrei mai incontrato. Su un sito americano addirittura trovai quella che diventò una delle mie relazioni più significative! Alcune donne interessanti conosciute online poi non le ho mai incontrate per la distanza, ma è comunque bello sapere che esistono persone affascinanti e in sintonia con te.

Nel complesso i miei risultati sono stati scarsi (rispetto al tempo investito); ma questo credo dipenda anche dal fatto che sono piuttosto selettivo ed esigente. Però non sono pentito di averci provato. Ritengo che sia comunque un modo valido di allargare il bacino potenziale di incontri, specialmente per quelli che non sono molto bravi nell'approccio dal vivo, o che hanno una vita sociale limitata.
Naturalmente, come per ogni cosa, l'esperienza di ciascuno sarà differente.

Ascesa e declino

Il blogger Caleb Jones (Blackdragon) sostiene che ogni sito o servizio di dating attraversi cinque fasi. Per ottenere buoni risultati (e non perdere tempo), è quindi importante capire quale fase stia attraversando il servizio che vogliamo usare:
  1. Iniziale: all'inizio è quasi sconosciuto, ed ha pochi utenti. E' poco efficace per la scarsità di pubblico.
  2. Ottimale: quando diventa noto ed il numero di utenti è cresciuto, l'efficacia è ottimale perché c'è un buon bacino potenziale, ma non è ancora saturo o pieno di concorrenza.
  3. Normale: man mano che la notorietà cresce, aumenta anche la massa di utenti; questo fa sì che diventi difficile distinguersi. Aumentano le persone poco serie o non interessate ad incontrarsi veramente. E' piuttosto efficace, ma non al meglio.
  4. Difficile: al punto di massima popolarità, il servizio diventa saturo: c'è un'enorme concorrenza, gli uomini tempestano le donne di messaggi (e queste diventano frustrate e diffidenti), crescono i profili falsi, molte donne sono lì non per conoscere uomini ma per ricevere attenzione o propagandare i loro servizi a pagamento, ecc. Inoltre il servizio introduce regole che limitano l'utilizzo o lo rendono più complicato. E' ancora efficace ma solo investendo molto tempo e pazienza.
  5. Di nicchia: col tempo il servizio diventa "di nicchia", ovvero è efficace solo per specifiche categorie di persone (per esempio "persone di oltre 40 anni che vogliono risposarsi"). Se non rientrate tra queste, è ormai una perdita di tempo.

Molti disadattati - ma non solo loro

Le frequenti esperienze deludenti che si hanno usando questi siti, possono portare a pensare che siano frequentati solo da persone disperate, negative o eccessivamente problematiche. Ma questo non è esatto.
Secondo me questi siti diventano in effetti un "bacino di raccolta" per le persone disadattate (che tendono a fuggire dalla vita reale) - però non troviamo solo loro. I siti di incontri vengono usati anche da persone normali e valide, per una serie di ragioni (scarso tempo, maggiori possibilità, esigenze particolari...).
Quindi non fatevi scoraggiare dalle delusioni: magari certi giorni troverete solo persone insulse, pretenziose o infide ma, se non vi arrendete, prima o poi potreste incontrare qualcuno che ripaga del tempo investito.

Dating online e vita reale

Se le prospettive del dating online vi sembrano scoraggianti (specialmente per i maschi), tenete presente che nella vita reale le cose non sono più facili: a meno che siate decisamente affascinanti o molto bravi negli approcci, la percentuale di successi (per le donne: la percentuale di uomini di qualità) sarà comunque bassa. Ed anche nella vita reale dovrete investire tempo e denaro (a volte in quantità rilevante), avendo comunque davanti un numero limitato di opportunità.

Poi ovviamente dipende dal carattere: alcuni sono naturalmente più inclini all'approccio dal vivo, altri a quello online. Usate quello che funziona meglio per voi. E' comunque probabile che usare entrambi vi permetta di aumentare le vostre chance.

Relazionarsi non è mai facile

Chi vi racconta che "le relazioni sono facili" o che "l'amore arriverà quando meno te l'aspetti", vi sta mentendo. Le relazioni tra esseri umani sono sempre state complicate, e la felicità relazionale è rara: la prova è nella letteratura, che da sempre ha parlato di desideri inappagati e relazioni tormentate.

Alcuni dei siti di annunci più noti

OK Cupid

OK Cupid (gratuito) è piuttosto interessante: ha un'interfaccia solo in inglese, ma ci sono anche parecchi utenti italiani (ma non tantissimi).
Un punto di forza è che si può rispondere alle domande proposte dal sito (ce ne sono centinaia su temi diversi), e questo aiuta sia a misurare la compatibilità con altri utenti (anche se non saprei quanto funziona), sia a far conoscere le proprie opinioni.

Miei risultati: tra le italiane non ci ho mai trovato persone particolarmente interessanti (ma è anche vero che ho gusti difficili), mentre all'estero ho visto anche donne notevoli.

Meetic

Tra quelli a pagamento, quello che avevo trovato migliore era Meetic, per le funzionalità e la quantità di donne presenti.

Miei risultati: ci ho conosciuto qualche donna che poi ho incontrato, con risultati da scarsi a discreti.

Parship e Meetic Affinity

Parship e Meetic Affinity (a pagamento) si "danno un tono" più elevato (meno generici e più dediti a definire personalità e compatibilità degli iscritti), ma il numero di iscritti mi è sembrato limitato.

Miei risultati: Avevo trovato poche donne e non particolarmente interessanti.

Tinder e simili

Non li ho mai provati. Molti riferiscono di ottenere risultati buoni o discreti, ma le opinioni che ho letto sono fortemente discordi: probabilmente funzionano meglio per certe categorie di persone.
Sul forum "Italian Seduction" trovate diverse discussioni dove si condividono risultati e suggerimenti riguardo Tinder (qui la discussione più seguita).

Con questo tipo di "dating app" è utile tenere presente anche i maggiori rischi psicologici che presentano, rispetto ai siti classici o al dating dal vivo . Come riporta l'articolo "Tinder e i suoi effetti psicologici", infatti, alcune ricerche evidenziano come l'essere valutati esclusivamente in base all'aspetto induca a maggiore insicurezza, minore autostima, atteggiamento critico verso il proprio corpo (specialmente per i maschi).

Due tipi di sito

  • Quelli citati sopra (tranne Tinder) sono tutti siti di dating "classici", con pagine profilo in cui inserire una propria descrizione, liste di caratteristiche e preferenze, funzioni di indicazione della compatibilità, oltre ovviamente alle foto.
  • Tinder (e simili) sono invece quelle che chiamerei "app visive", in cui la (o le) foto giocano un ruolo centrale. La scelta (di esplorare un profilo o scartarlo) viene fatta d'impulso, basandosi solo sul primo impatto visuale.

Siti classici

A mio parere, nei siti "classici" si hanno a disposizione diverse carte da giocare: ci si può presentare sotto diversi aspetti (io puntavo molto su una descrizione lunga e accattivante), valorizzare certe qualità, presentare qualcosa che ci rende "speciali".
Certamente le immagini contano molto (siamo comunque creature visive), ma in questi siti si hanno diverse opportunità di mostrare chi siamo, cosa offriamo, cosa cerchiamo - insomma, di conoscere e farsi conoscere.

Sembrano perciò più adatte a cercare una relazione basata più sulla compatibilità e meno sull'aspetto; oppure per persone più mature, che hanno capito come l'attrazione non sia una base sufficiente su cui costruire un rapporto.

Siti visivi

Invece nelle "app visive" ci si gioca tutto a livello di immagine: e se uno è bruttino/a o di aspetto normale, o si hanno delle foto mediocri, è probabile ottenere pochi o nessun risultato (questo vale in particolare per gli uomini, visto il rapporto sbilanciato tra domanda ed offerta).

Sembrano quindi più adatte per persone di comprovato bell'aspetto, o comunque con un look particolare che colpisca. Oppure per giovani, per cui la bellezza spesso gioca un ruolo più fondamentale della personalità.

Siti alternativi (per sesso o BDSM)

Quelli di cui ho parlato finora sono siti dedicati allo scopo di incontrarsi e conoscersi, e poi si vede cosa succede (anche se i siti "visivi" come Tinder hanno un'implicita inclinazione verso il sesso occasionale).

Esistono però anche siti in cui si cercano direttamente attività "non convenzionali" (ma in realtà piuttosto diffuse):
  • Sesso: sesso occasionale, avventure extraconiugali, sesso a tre (o più), scambismo, esibizionismo, cuckold, carsex...
  • BDSM (Bondage, Discipline, Domination/Submission, Sado/Masochism): sigla che include tutta una serie di pratiche insolite (sessuali o no), da quelle più "soft" (uso di corde e manette, feticismo del piede) a quelle più estreme (fruste, punizioni).
So che molti si stupiranno, ma vi assicuro che gli appassionati di tali attività sono milioni nel mondo. Infatti i siti dedicati a tali interessi sono molti, qui ne cito tre che reputo validi (tutti del tipo gratuito).

Da notare che anche in questi casi c'è una netta sproporzione tra uomini e donne: queste ultime sono tra il 10 e il 20% degli iscritti, e sono spesso sommerse da messaggi e richieste. Quindi per un uomo farsi notare è difficile, e richiede impegno e pazienza; ma se si offrono buone qualità è possibile. Le (relativamente) poche iscritte dimostrano comunque come anche le donne possano essere interessate ad una sessualità avventurosa od estrema.

Annunci69

Sesso - Italiano - Annunci69 è un sito italiano con molti iscritti (oltre 500.000 nel 2018).

Mi è sembrato ben fatto, gestito con cura e molto attivo. Anche con un profilo base (gratuito) si ha a disposizione la maggioranza delle funzioni.

FetLife

BDSM - Internazionale - FetLife è un sito internazionale (l'interfaccia è solo in inglese) con milioni di utenti, di cui un discreto numero italiani (42.000 nel 2018).

E' un sito creato e gestito da veri appassionati. Praticamente tutte le funzioni sono gratuite (tranne visione di video e poco altro). E' impostato come "social network" (viene incoraggiata la partecipazione a gruppi e discussioni), e ha limitate funzioni di ricerca: quindi per farvi conoscere è necessario partecipare e condividere (per esempio intervenendo nelle discussioni, postando foto, commentando i contenuti altrui, ecc.).

Gabbia

BDSM - Italiano - Gabbia è un sito italiano con un discreto numero di iscritti (20.000 nel 2018).

Ha parecchie sezioni (incluso un forum) e buone funzioni di ricerca. Il sito a volte è lento, e l'interfaccia non è sempre chiara (in particolare ho trovata astrusa la gestione delle foto). Però gli iscritti sono piuttosto attivi quindi merita una prova.

Siti Gratuiti / A pagamento

In realtà, nessun sito di questo tipo è completamente gratuito (alcune funzioni rimangono comunque a pagamento). L'iscrizione e la creazione del profilo sono praticamente sempre gratuite, poi la quantità di funzioni disponibili (prima di pagare) dipende dal tipo di sito. In generale, la differenza è questa:
  • Gratuito: tutte le funzioni "base" (ricerche, messaggi, dare preferenze*, ecc.) sono disponibili gratuitamente. Solo funzioni "avanzate" (vedere chi ci ha dato una preferenza*, limitare la visibilità del proprio profilo) sono a pagamento.
  • A pagamento: senza pagare si possono fare ricerche, su alcuni le foto sono visibili, su alcuni (Meetic Affinity) il primo messaggio è gratuito.
    Dopodiché il resto (scrivere messaggi e leggere quelli ricevuti, vedere foto e profili completi, ecc.) si può fare solo dopo aver pagato (abbonamento o crediti).

* Preferenze: ogni sito usa termini diversi per questa funzione (Mi piace, Sbandata, Preferiti, Like, Wink, Poke, ecc.): serve a segnalare un profilo che ci piace, senza però scrivere alcun messaggio.

Tipi di abbonamento e pagamenti

Di solito l'abbonamento è periodico, ovvero si paga un importo ogni mese (o per un periodo più lungo), che viene automaticamente rinnovato.
Attenzione! Se volete smettere di pagare, dovete farlo intenzionalmente (altrimenti l'importo verrà addebitato in automatico sulla Carta di credito), e con un certo anticipo: se lo fate uno o due giorni prima della scadenza del periodo pagato, è molto probabile che vi verrà addebitato anche il periodo successivo.

In altri casi si comprano dei crediti, che vengono usati per acquistare le funzioni desiderate come mandare messaggi, ecc.
In questo caso, finiti i crediti non pagherete nient'altro. Il rischio è di acquistare crediti e poi non usarli (se i risultati sono deludenti), oppure di finire a spendere molto più di un abbonamento se ci si fa "prendere la mano" ad usare le funzioni.

Suggerimenti per un dating online efficace

Mostra chi sei

Compila tutto il profilo, inclusa una descrizione dettagliata (ma senza esagerare: una o due pagine vanno bene, dieci sono troppe). Aggiungi alcune foto che ti valorizzino (no a foto buie, con occhiali da sole, dove sei minuscolo, dove sei in mezzo a tanti altri, troppo buffe o strane, ecc.). Se non hai foto decenti, chiedi ad un amico capace di scattartene alcune (farsi belle foto da soli è una capacità che molti non hanno).
Non farti vincere dalla pigrizia: se fai un lavoro a metà, probabilmente è tempo perso. Se non riesci a compilare tutto quando ti iscrivi, torna sul sito con calma e arricchisci il tuo profilo fino a renderlo accattivante, tale per cui chi lo guarda possa dire "Caspita, questo/a sì che...".

Se hai un profilo semivuoto e foto scadenti, non stupirti se nessuno ti cerca (o nessuno che ti piace): su un sito di dating sei uno fra migliaia; se non fai qualcosa per emergere e mostrare le tue qualità, rimani praticamente invisibile.
Inoltre, un profilo vuoto o scarno sembra dire "Sono pigro/a e non mi impegno per far funzionare le relazioni; sono inerte, lascio che faccia tutto l'altro; sono qui per prendere, non per dare".

Se pensi di non avere qualità

Se ritieni di non avere qualità da mostrare, allora chiediti cosa ci fai su un sito simile: non crederai mica all'amore incondizionato, che puoi essere voluto solo perché esisti? ;-)
In realtà veniamo voluti e amati per quello che possiamo offrire. Per cui ti conviene coltivare e accrescere le tue qualità, in modo da aumentare il tuo "valore di mercato".

Devi saperti vendere

"Questo vuol dire che devo vendermi? Odio dovermi vendere. Voglio essere amato/a per quello che sono, senza sforzarmi". Questa è una delle obiezioni più comuni che ho sentito in quest'ambito. Purtroppo è priva di senso:
  • Ci "vendiamo" agli altri continuamente: con i familiari, quando incontriamo sconosciuti, sul lavoro, alle feste... Facciamo in modo da essere gradevoli e graditi agli altri, per suscitare la loro simpatia e apprezzamento - per ottenere da loro quello che vogliamo. Tanto vale imparare a farlo bene.
  • Tutti vorremo essere semplicemente amati per quello che siamo, ma non è così semplice. Siamo attratti da chi può nutrire i nostri bisogni, quindi mostrare le proprie qualità è il modo più efficace di suscitare interesse.
  • Se non fai nessuno sforzo per presentarti al meglio e mostrare le tue qualità, in pratica stai dicendo "Non me ne frega nulla di te e di cosa cerchi. Voglio essere amato, non amare". Amare implica considerare e prendersi cura dei bisogni altrui. Chi vuol essere amato senza fare nulla, è un infante egocentrico.

Verità e bugie

Non poche persone mentono sul proprio profilo: si cambiano l'età, si dichiarano più alti o più magri, mettono foto di molti anni prima (senza dirlo).
Non fatelo - a meno che amiate perdere tempo. Infatti se tutto va bene prima o poi vi incontrerete, e quando l'altra persona scoprirà la menzogna - oltre alla delusione - avrà una pessima opinione di voi. Magari gli sareste anche piaciuti con i vostri limiti (d'altronde chi non ne ha...?), ma mentendo rischiate di segarvi le gambe da soli, e rovinare un'opportunità.

Investire per raccogliere

Per ottenere risultati almeno discreti, bisogna sviluppare uno "stile" adatto a se stessi e alla propria ricerca (il modo in cui mi presento; il tipo di partner che cerco), e perseverare:
  • Se cerco una "persona speciale", devo rassegnarmi a leggere molti profili (centinaia, forse migliaia) prima di trovarla.
  • Se voglio incontrare molte persone, devo accettare l'idea di scrivere a moltissimi iscritti, di cui solo pochi mi risponderanno. Devo cercare di suscitare l'interesse specifico di ciascuno, non semplicemente fare "copia e incolla" dello stesso messaggio.
In pratica, bisogna "investire" per raccogliere (come sempre nella vita). Il dating online offre molte opportunità, ma non a basso costo. Chi si lamenta di non aver ottenuto alcun risultato, spesso non ci ha messo abbastanza impegno, o lo ha fatto in modo improprio.

Questo vale anche per le donne: se infatti una scrive poco o nulla di sé, o se si presenta in modo negativo o aggressivo, riceverà sì molti messaggi, ma probabilmente solo di uomini banali e superficiali (quelli che scrivono a tutte). Se vuoi un uomo di qualità, devi mostrare di avere delle qualità almeno equivalenti: un uomo di qualità non perde tempo su un profilo vuoto, insulso o sgradevole.
Se ti scrivono solo uomini "scadenti", non vuol dire che gli uomini di qualità non esistono, o che sono già tutti impegnati; vuol dire che il tuo profilo non ha suscitato il loro interesse.

Occorre ragionare in termini di "grandi numeri": non prendersela per ogni singola persona che non risponde o sparisce dopo due messaggi, ma ricordarsi che si semina su molti per raccogliere qualcuno. Un po' come quando per lavoro inviamo cento curriculum, e se ci va bene riceviamo cinque o dieci risposte: si sa già in partenza, quindi non lasciamoci abbattere.

Non puntare troppo in alto

Secondo varie ricerche, la maggior parte (75% o più) di uomini e donne si concentrano su persone che sono il 25% più attraenti (cioè desiderabili per gli utenti del sito) di loro stessi. Questo può spiegare in parte frustrazioni ed insuccessi: poiché ognuno ha un proprio "valore di mercato" riguardo le relazioni, chi ha un valore elevato non è interessato a chi ce l'ha decisamente inferiore (perché sa di poter avere di meglio). Quindi quelli che puntano troppo in alto (rispetto alla qualità che possono offrire) otterranno risultati scarsi o assenti.

E' consigliabile invece avere una valutazione obiettiva del proprio "valore" (non come persona, ma come attrattiva), e non perdere tempo ad approcciare chi è fuori dalla nostra portata (a meno che ci vada bene investire una gran quantità di tempo e impegno nella speranza di "avere fortuna"). Anche se qualcuno ci piace tanto, non significa che siamo compatibili o che l'altro proverà lo stesso interesse.

Capire che l'altro è diverso da noi

E' importante anche riconoscere quanto l'altro sesso possa essere diverso da noi e dal proprio modo di pensare. Perciò non concentratevi su quello che volete voi, ma su quello che potrebbe volere la persona che voi desiderate.
  • L'errore più stupido è quello degli uomini che mettono una foto del proprio pene come "avatar" (foto principale che rappresenta il profilo), o mandano foto del genere al primo messaggio. Questo alle donne fa ribrezzo.
  • Altro errore comune è quello di mostrare subito troppo entusiasmo: anche se lei/lui vi piace moltissimo, parlare fin dai primi messaggi del vostro futuro o di vita insieme può solo spaventare l'altro. Essere se stessi può essere positivo, ma senza esagerare.
  • Simile al precedente, è l'errore di mostrarsi troppo bisognosi ("needy"). Certo, ognuno ha i suoi legittimi bisogni, ma riversarli su uno sconosciuto è un ottimo modo di farlo fuggire.

L'atteggiamento migliore è leggere con cura profilo e descrizione, per capire cosa cerca quella persona. Se ha scritto poco, potete basarvi sulle foto per intuire aspetti della sua vita o personalità. Poi scrivete un messaggio che si agganci a quello che avete compreso o intuito di lei: rivelerà che vi siete davvero interessati, e che è lei al centro dell'attenzione (non i vostri bisogni).
A tutti piace sentire che l'altro è davvero interessato a noi, e non è solo intento a prendere qualcosa da noi.

(non) Sparare nel mucchio

Alcuni utenti (maschi) adottano un approccio "shotgun" (fucile a pallettoni) su questo tipo di siti, ovvero mettono "Mi piace" (Like, Sbandata, Preferenza, ecc.) a tappeto su tantissimi profili sperando di suscitare reazioni; oppure scrivono a tutte le donne, usando sempre lo stesso messaggio. In pratica "sparano nel mucchio", sperando di colpire qualcosa, invece di "mirare" un preciso bersaglio.
Purtroppo queste tattiche funzionano poco (specialmente con le donne mature - 30-35 anni e oltre - che hanno più bisogno di sentirsi corteggiate). Di nuovo, sono uomini che fanno quello che a loro piacerebbe ricevere (attenzione indiscriminata), non capendo che la psiche femminile funziona in modo molto diverso. Le donne vogliono sentirsi speciali e ricevere attenzione dedicata, ignorano i "Mi piace" senza messaggi (o i messaggi brevi e insulsi), perché ne ricevono a centinaia e per loro non significano nulla. Quindi distribuire "Mi piace" a pioggia è solo una perdita di tempo.

Se sei un uomo e vuoi avere qualche speranza di ricevere risposta, secondo me l'unica è scrivere messaggi mirati, intriganti, che mostrano di aver letto il loro profilo - e naturalmente avere un proprio profilo ricco e interessante.
A meno che tu sia bellissimo... ma in tal caso non saresti su un sito di dating! ;-)

Fate l'amore, non la guerra

Per finire, un comportamento che ho visto su molti profili è quello di negatività e aggressività verso l'altro sesso a priori: disprezzo del genere opposto (o di certe categorie), giudizi generici, risentimento, avvertimenti minacciosi, preclusioni rigide verso la sessualità...
Certo ognuno ha il suo bagaglio emotivo e le sue ferite, ma approcciarsi a degli sconosciuti grugnendo o mostrandogli i denti non può che allontanarli. D'altronde, chi vorrebbe avere vicino una persona rancorosa o di malumore? Quando incontrate qualcuno nella vita reale non lo apostrofate certo in tal modo; allora perché farlo online?

Essere negativi allontana le persone di qualità

Se volete escludere a priori specifiche esperienze, è meglio dirlo in modo neutro e alla fine della descrizione ("Non cerco avventure", "Non mi interessano uomini sposati"...). Se invece iniziate presentandovi subito con le vostre preclusioni (magari scritte in MAIUSCOLO), ottenete solo di sembrare delle arpie e di spaventare le persone di buona volontà.
Tanto quelli che vorreste allontanare non leggono comunque il profilo (guardano solo le foto e scrivono a tappeto), quindi non crediate di liberarvene in tal modo. Invece, così facendo fate scappare le persone di qualità, che preferiscono individui piacevoli con atteggiamento positivo.

Quando incontrate persone negative

Se vi capita di leggere profili del genere (negativi e aggressivi), vi suggerisco di non perdere tempo con essi. Di solito queste persone appartengono a tre categorie: In questi casi, tali persone sembrano più interessate a prendersela con gli altri piuttosto che a creare relazioni funzionanti.


Fonti e ricerche

Tre articoli (in inglese) che riportano risultati di vari ricerche, e considerazioni interessanti sul dating online:

"Se non ti aspetti l'imprevisto, non lo incontrerai. "
(Eraclito)


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Idee e convinzioni ci condizionano

Quando indaghiamo un problema, o cerchiamo soluzioni alle nostre difficoltà, tendiamo a concentrarci su fattori concreti, solidi, reali:
  • Se ho problemi nelle relazioni, mi interrogo sui miei comportamenti errati, o sulle qualità che mi mancano
  • Se sono spesso triste, mi chiedo cosa manchi nella mia vita, o quale problema mi affligga.
  • Se ho una malattia, presumo che sia dovuta a qualche organo malfunzionante, oppure a dei microorganismi.
Di rado consideriamo l'ipotesi che tutto quanto sopra possa derivare da qualcosa di molto più rarefatto e impalpabile: un pensiero, un'idea, una convinzione. Eppure, molto spesso i problemi che ci affliggono (o almeno una parte) derivano proprio da qualche idea - ingannevole e disfunzionale - che alberga nella nostra mente.

L'enorme potere di un'idea

E' facile credere che i fatti contino più delle idee: i fatti sono visibili e concreti, possiamo toccarli e soppesarli, e quando ci colpiscono ne sentiamo subito l'effetto. E a volte è effettivamente così: una bomba che esplode può farmi molto più male di un'idea negativa. Ma, più in generale, un'idea è molto più potente di una bomba:
  • Perché una bomba ha un limite spaziale (raggio d'azione) e temporale (una volta esplosa, il suo potere è terminato).
  • Mentre un'idea non ha limiti di spazio né di tempo: il suo influsso può estendersi a tutto il pianeta, e durare per millenni.

Idee che hanno segnato il mondo

Osserviamo l'estensione del potere devastante di certe idee:
  • L'idea della schiavitù (che un essere umano possa essere asservito ad altri come un oggetto) è durata per millenni, causando incalcolabili sofferenze.
    Oggi i più la trovano orribile e assurda, ma pensate se fosse ritenuta ancora valida.
  • L'idea della "razza ariana" come superiore e destinata a dominare il mondo, ha contribuito al Nazismo e alla seconda guerra mondiale.
  • L'idea di poter spezzare l'atomo ha portato al potere immenso della fissione nucleare.
    Certo quel potere non arriva direttamente dall'idea; ma senza l'idea, non avremmo né bombe atomiche né centrali nucleari.
  • Le idee razziste o di fanatismo religioso inducono certe persone a discriminare, aggredire e persino uccidere altri esseri umani senza alcun motivo reale, soltanto in base all'appartenenza a gruppi diversi.
    Queste persone agiscono come burattini, seguendo ciecamente le loro convinzioni, incapaci di mettere in discussione le idee che li guidano.

Quando le idee ci manovrano

L'ultimo punto sopra (sottolineato) è molto importante: a volte siamo talmente condizionati da un'idea (o da una convinzione), che anche quando produce gravi danni o sofferenze non la mettiamo in dubbio. Ecco quindi che un'idea errata, un pensiero disfunzionale, o una convinzione ingannevole possono danneggiare gravemente l'esistenza di una persona, come pure quella di una comunità o nazione. Quello in cui crediamo ci condiziona; quello che sentiamo ci sembra reale, anche quando non lo è.

Gli esempi sono innumerevoli:
  • Molte idee romantiche sull'amore sono in realtà infondate: per esempio che il vero amore duri per sempre, o che esista un unico partner perfetto per me al mondo. Se crediamo a queste falsità, le nostre relazioni ne soffriranno.
  • Un coniuge convinto di essere tradito può divorziare, aggredire o persino uccidere il partner; per poi magari scoprire di essersi sbagliato.
  • L'idea della monogamia induce le persone a reprimere i propri istinti e a rimanere in relazioni anche quando sono conflittuali e frustranti.
  • Molti uomini (di aspetto normale) credono che le donne siano interessate solo ai maschi molto belli, e non si rendono conto che la bellezza è solo uno dei fattori che suscitano attrazione. Convinti di non avere chance, non provano nemmeno ad approcciare, o si arrendono ai primi insuccessi.
  • Molte donne sono condizionate dai modelli estetici proposti dai media, e credono che per essere volute e amate dovrebbero assomigliare a delle modelle. Passano quindi la vita in conflitto col proprio corpo o con le proprie imperfezioni.
  • Spesso veniamo condizionati in base al nostro genere: ai maschi viene detto che non dovrebbero piangere o mostrare emozioni; alle femmine che non dovrebbero essere aggressive o sessualmente intraprendenti. Finiamo così col vivere repressi e negando la nostra autentica natura.
  • Moltissime persone credono di dover piacere a tutti. Sperano che, riuscendoci, si sentiranno finalmente degni ed amabili. Purtroppo però piacere a tutti è impossibile, quindi provarci porta solo delusioni e frustrazione.
  • Tanti credono di dover essere "normali", senza comportamenti insoliti o desideri bizzarri: altrimenti - essi temono - verranno giudicati, respinti o puniti. Quindi vivono fingendo di essere chi non sono, portando delle maschere o nascondendo parti di sé. Eppure l'idea di normalità è illusoria, in quanto siamo tutti diversi.

L'antidoto è dubitare

Un rimedio alle convinzioni dannose è non dare mai nulla per scontato, e mettere in discussione tutte le nostre opinioni (specialmente quelle che ci attivano forti emozioni, poiché queste ci rendono ancora più influenzabili). Purtroppo ciò è difficile da mettere in pratica, perché noi umani tendiamo a cercare delle certezze, e ci attacchiamo ad esse. Dubitare è saggio, ma scomodo e faticoso: per questo molti si aggrappano a qualsiasi sicurezza.

"Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola.
Solo gli imbecilli son sicuri di ciò che dicono."

(Voltaire)

Condizionamenti invisibili

Spesso siamo condizionati da pensieri e convinzioni che sono radicati nel nostro inconscio, quindi vi obbediamo senza nemmeno essere consapevoli di averli. Certe idee ci sono state trasmesse nell'infanzia, e a quell'epoca le abbiamo assorbite passivamente perché mancavamo di spirito critico, o perché ci fidavamo ciecamente dei nostri genitori. Poi rimangono in un angolo della mente e continuano ad operare, senza mai più essere valutate o respinte.

Alla ricerca delle idee nascoste

Liberarsi di queste idee è difficile, perché di solito non vediamo come operano dentro di noi: diamo per scontato che certe azioni siano "la cosa giusta da fare", o che "tutti sanno che è così", oppure "questo è quello che io sono". In questi casi, per individuare le idee che ci condizionano senza saperlo, dobbiamo mettere in discussione le motivazioni dei nostri comportamenti:
  • Se compiamo un'azione senza saperne il motivo, fermiamoci a riflettere su cosa ci spinge a farlo. Di sicuro qualche motivo c'è (altrimenti non agiremmo così).
  • Se ci comportiamo in un modo distruttivo per noi o per altri, indaghiamo sulle ragioni: sono sensate? Ci sono utili? Ci crediamo veramente? Oppure le seguiamo in modo acritico o automatico?
  • Se continuiamo a ripetere azioni o scelte che ci portano a soffrire, quasi sicuramente c'è sotto una convinzione negativa o ingannevole.
  • Se compiamo certe azioni che hanno sempre risultati fallimentari, magari non è per nostra incapacità, ma perché facciamo scelte per noi disfunzionali (per esempio studiare una materia che non ci interessa), oppure perché inconsapevolmente ci auto-sabotiamo (spinti dalla convinzione che "Tanto non ce la farò mai").

In sintesi, è bene essere sempre consapevoli di quanto idee o pensieri possano guidare la nostra vita. Se ci portano a stare male, a conflitti e sofferenza, allora è il caso di identificare le idee che ci dirigono, e mettere in dubbio che siano quelle giuste per noi.


"Le convinzioni, più delle menzogne, sono nemiche pericolose della verità."
(Friedrich Nietzsche)

"Coloro che riescono a farti credere delle assurdità, possono farti commettere delle atrocità."
(Voltaire)

"Il mondo che abbiamo creato è il prodotto del nostro pensiero. E dunque non può cambiare, se prima non modifichiamo il nostro modo di pensare."
(Albert Einstein)


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Per non tradire: alternative alla monogamia [non-monogamie etiche]

Nella nostra cultura occidentale ci viene detto che la monogamia è la forma di relazione sentimentale migliore, l'unica valida e matura, quella che ci viene naturale. Di forme alternative non se ne parla, oppure vi si accenna in modo sbrigativo e dispregiativo.
Purtroppo nella realtà la monogamia funziona ben diversamente da come ci raccontano le storie romantiche. In altro post ho elencato i vari motivi per cui la monogamia di rado funziona, tra i quali:

Il tradimento è più la regola che l'eccezione

Il tradimento - oltre ad essere immorale - è solitamente devastante sia per il partner tradito che per la relazione. E' prima di tutto una violazione della fiducia: i partner - o gli sposi - si promettono fedeltà (questo prescrive la monogamia), e questa fiducia viene infranta dal tradimento; dopo un simile evento è spesso arduo tornare a fidarsi dell'altro.
Nonostante questo, la frequenza dei tradimenti evidenzia come sia spesso impossibile arginare il desiderio verso altri. I numeri non mentono: se siamo realisti, dobbiamo riconoscere che i tradimenti sono la regola, più che l'eccezione (e questo vale anche per le donne). Questi numeri smentiscono spiegazioni semplicistiche quali la mancanza di valori o la debolezza di certe persone: è proprio la fedeltà che va contro la nostra natura (cosa peraltro vera per buona parte del regno animale).


Alternative alla monogamia

Se la monogamia e la fedeltà sono in pratica dei miti poco realistici (o degli ideali a cui aspiriamo ma che fatichiamo a seguire), forse è il caso di considerare forme di relazione alternative e più vicine alla nostra natura, alle nostre reali pulsioni. Se non altro, queste alternative ci permettono di essere più sinceri ed onesti verso i nostri partner (come infatti accade nelle "non-monogamie etiche").

Purtroppo riguardo le relazioni non basate sulla monogamia c'è molta ignoranza e confusione; la maggior parte delle persone si basano su pregiudizi o dicerie. Addirittura molti credono che l'alternativa alla monogamia sia la poligamia, dimenticando che è illegale in tutto l'Occidente (e non solo).
Questo post ha proprio lo scopo di illustrare le varie forme alternative di coppia che non prevedono la fedeltà sessuale (oppure solo per certi aspetti), che vengono incluse sotto la denominazione di "non-monogamie etiche" (dove "etiche" indica che i partner praticano l'onestà e la trasparenza riguardo i desideri e i rapporti con persone fuori dalla coppia).

Di seguito un elenco con le forme più diffuse di non-monogamia.

Coppia aperta

>> Relazione in cui i partner si concedono la possibilità di avere rapporti sessuali con altre persone.

Solitamente non è previsto il coinvolgimento verso gli altri (l'apertura della coppia è solo a livello sessuale), o comunque questi altri rimangono sempre partner secondari.
I rapporti con l'altra persona (o più persone) possono essere vissuti da soli o insieme al partner.
Possono essere previste delle regole o dei limiti: non innamorarsi, non rivedere mai una stessa persona, escludere persone che si conoscono già (amici o colleghi), non avere rapporti nel letto coniugale, averli solo quando si è in viaggio... Anche in una relazione aperta, il rispetto e il consenso sono essenziali.

Semi-monogamia / Monogamish

Se la definizione di "coppia aperta" spaventa, si può mantenere una relazione tendenzialmente monogamica, in cui però ci si permette qualche "eccezione" ogni tanto, o si stabiliscono regole molto strette sulla possibilità di avere incontri con altri.

Scambismo

>> Una coppia incontra un'altra coppia per scambiarsi i partner a scopo sessuale.

Altra forma di coppia aperta, viene spesso preferita da persone che hanno maggiore bisogno di controllo o timore di possibili coinvolgimenti: poiché gli scambi sono contemporanei e praticati da entrambi i partner, gli "imprevisti" appaiono meno probabili e la situazione è più sotto controllo.
Può essere praticato tra amici, tra sconosciuti trovati in Rete, oppure avvenire in feste o club dedicati. A volte le coppie sviluppano una forte amicizia e si frequentano a lungo, anche al di fuori dell'attività sessuale.

Cuckold / Cuckquean

>> Solo uno dei membri della coppia ha rapporti sessuali con altri: la donna (lui è definito Cuckold) oppure l'uomo (lei è una Cuckquean).

E' una forma particolare di coppia aperta, in cui l'apertura sessuale è a "senso unico", vale per un solo partner. In questo tipo di relazione il partner "passivo" (Cuckold o Cuckquean) solitamente non prova gelosia ma - anzi - si eccita e trae piacere nel vedere il proprio partner avere rapporti con altri.

Poliamore

>> Possibilità di avere rapporti sessuali e/o sentimentali con più persone.

A differenza delle forme precedenti, in cui l'apertura è principalmente (o esclusivamente) sessuale, i partner poliamorosi si concedono di innamorarsi, amare e intessere relazioni anche profonde con molteplici persone.
Anche qui possono esserci regole e preferenze: possono esserci delle gerarchie (una relazione "primaria" che ha la priorità su quelle "secondarie"), oppure no. Si può decidere di voler conoscere i "metamori" (gli altri partner del proprio partner), ed eventualmente diventarne amici o anche amanti, oppure di non volerli incontrare.

Questa molteplicità di relazioni può assumere diverse "configurazioni":
  • Polifedeltà (le relazioni sono solo tra certe persone e non altre)
  • Poliaffettività (relazioni amorose molteplici ma non sessuali)
  • Triangolo
  • Polifamiglia, ecc.

Anarchia relazionale

>> Apertura a rapporti molteplici, sessuali e/o affettivi, senza limiti o regole preordinate.

A differenza della altre forme di non-monogamie, questa nega a priori i limiti, le gerarchie e le regole (fatto salvo il sempre necessario consenso). Ogni relazione è unica ed evolve a seconda dei bisogni dei partecipanti. Si segue il flusso delle emozioni piuttosto di stabilire dei principi. Le relazioni non sono limitate al formato di coppia, ma possono assumere forme più fluide ed indeterminate.
Se nasce un conflitto o un disaccordo, non ci si sente in dovere di sforzarsi o adattarsi pur di mantenere la relazione, ma si può decidere di uscirne piuttosto di mantenerla in uno stato di frustrazione e insoddisfazione.

Non chiedere, non dire (Don’t Ask, Don’t Tell)

>> La coppia accetta che i partner possano avere relazioni con altri, ma preferisce non parlare dell'argomento o degli incontri stessi.

Certe persone accettano - almeno in teoria - i principi della non-monogamia, ma si trovano poi a fare i conti nella pratica con particolari gelosie o turbamenti. In questi casi, alcuni adottano come soluzione il non parlare mai dell'argomento o degli eventi in corso (dopo avere stabilito di comune accordo ciò che ognuno può fare: ricordate che senza consenso esplicito non è una relazione etica).

Questo potrebbe sembrare ipocrita o assomigliare al tradimento, ma se la coppia funziona bene in tal modo, evidentemente questo giova al loro equilibrio. Inoltre, se c'è consenso reciproco (anche solo iniziale), non è tradimento perché non vi è inganno.
In fondo è normale, a volte, non voler sapere cose che ci disturbano: se siamo ingrassati non vogliamo che ce lo facciano notare; se abbiamo una malattia grave potremmo preferire che nessuno ci parli di morte. Purché sia reciproco e consensuale, questo tipo di accordo vale come gli altri.

Poligamia

>> Matrimonio (o unione) in cui una persona (uomo o donna) ha a disposizione più partner del sesso opposto.

Anche se non fa parte delle non-monogamie etiche, per completezza includo la poligamia. La parola deriva da poli (molti), e gàmos (nozze): quindi indica "molte unioni", e non "molte mogli" (come tanti credono).
La situazione in cui un uomo ha a disposizione più partner (come in un harem) si chiama poliginia. Mentre il caso contrario (più raro), di una donna che ha a disposizione più uomini, si chiama poliandria.


L'elenco qui sopra è una breve sintesi delle forme principali di non-monogamia. Per approfondire potete consultare le seguenti fonti:


Cosa si intende con "etiche"

Il concetto di "non-monogamie etiche" (nelle loro varie forme) parte dal presupposto di essere onesti con il partner, di condividere le nostre fantasie e desideri, e di scegliere insieme le soluzioni alle voglie che ci portano verso altre persone. Mentre nella monogamia la fedeltà viene data per scontata, e il traditore quindi nasconde la sua infedeltà, nelle non-monogamie etiche l'infedeltà (o meglio il desiderio e i rapporti con persone fuori dalla relazione) viene accettata dall'inizio, e discussa apertamente ogni volta che sia necessario.

Queste forme sono quindi diametralmente opposte al tradimento: quest'ultimo è basato sull'inganno, mentre queste non-monogamie sono basate sull'onestà e sul rispetto reciproci. Non ha quindi senso l'equiparare (come fanno alcuni) il tradimento alle non-monogamie: sarebbe come equiparare un furto ad una donazione. Il punto chiave non è l'esclusività sessuale, ma la trasparenza e il consenso.

Problemi e gelosie ci sono comunque

Ovviamente queste forme di coppia non risolvono "magicamente" i problemi di relazione, né eliminano la tendenza innata di molte persone alla gelosia o al possesso. Al loro riguardo presentano però diversi vantaggi:
  • Non danno per scontata la fedeltà, evitando quindi di demonizzare e colpevolizzare il naturale (e spesso inevitabile) desiderio per altre persone.
  • Basano la relazione su una comunicazione chiara e onesta, invece che su ruoli rigidi, obblighi e pretese ("Devi fare questo, non devi fare quello...") come accade nella monogamia.
  • Incoraggiano ad esprimere le proprie paure e insicurezze, ed a cercare soluzioni valide per tutte le persone coinvolte.
  • Anche grazie a questa comunicazione e condivisione, in questo tipo di relazioni viene stimolata una maggiore consapevolezza dell'individuo. Che invece di scaricare le sue fragilità sul partner, se ne prende la responsabilità e cerca di affrontarle e risolverle.

Capire e superare la gelosia

Come accenno nell'ultimo punto della lista qui sopra, nelle non-monogamie etiche ognuno si prende la responsabilità delle proprie paure. Questo vuol dire che le proprie fragilità non vengono più usate per reprimere il partner, ma diventano opportunità di confronto ed esplorazione di sé.
Per esempio si riconosce che la gelosia nasce dalla paura e dall'insicurezza, non dall'amore. Perciò se in queste relazioni provo gelosia, invece di proibire al partner certi comportamenti posso chiedermi:
  • Di cosa ho veramente paura? (di essere tradito, lasciato, sminuito, umiliato...)
  • La mia paura è reale o immaginaria?
  • Che cosa rivela di me questa paura? (magari temo di non valere abbastanza, o che gli altri siano migliori di me, o di non essere degno d'amore...)
  • Quali parti di me potrei rinforzare per superarla?
Certo è un "lavoro" psicologico faticoso, ma può portare a diventare più forti e sicuri di se stessi, e ad una relazione più matura.

Ogni tipo di relazione ha pro e contro

Lo scopo di questo post non è promuovere le non-monogamie, ma semplicemente di informare. Le non-monogamie non sono adatte a tutti, anzi richiedono capacità che molti non hanno. Ma per tutti è utile avere una panoramica vasta piuttosto di una visione ristretta: sapere che esistono alternative può aiutare a vivere la monogamia non come obbligo ma come scelta.

Ovviamente avere più persone coinvolte - a livello sessuale e/o affettivo - può aumentare le problematiche. Ma può anche aiutare a risolvere altre difficoltà, come:
  • La voglia di varietà
  • Il desiderio verso altre persone
  • I bisogni che il partner non è in grado di soddisfare
  • La monotonia nella coppia, ecc.

Quindi non ha senso contrapporre monogamia e non-monogamie, o decidere a priori quale sia la forma migliore. Ogni forma di relazione presenta pro e contro, ed è quindi più o meno adatta a seconda delle persone coinvolte. Poiché siamo tutti diversi, non può esistere un tipo di relazione valido per chiunque; uno dei vantaggi delle non-monogamie è proprio che includono varie forme per esigenze personali diverse.

Ricordiamo che le relazioni sono sempre complesse, qualsiasi forma assumano: quindi sia chi crede che l'amore monogamico renda tutto semplice, sia chi pensa che la non-monogamia risolva tutto, sono in errore.
Qualsiasi relazione avrà problemi e difficoltà: la via saggia è conoscere se stessi, e scegliere di conseguenza la forma di relazione più adatta a sé e al proprio partner.


"Non c'è fedeltà che non tradisca almeno una volta, tranne quella di un cane."
(Konrad Lorenz)

"Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un casino."
(Gabriel Garcia Marquez)

"Il requisito per un buon matrimonio, a me pare, è il permesso di essere infedeli."
(Carl Jung)


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Perché la monogamia non funziona - 1. Ragioni e obiezioni



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Poiché questo argomento è vasto e complesso, l'ho diviso in due parti:
1. Perché la monogamia non funziona - Ragioni e obiezioni (questo post) 2. Perché la monogamia non funziona - Conseguenze, motivazioni, alternative
Forse l'idea romantica più diffusa è quella della monogamia a vita*. Ovvero che sia del tutto naturale stare insieme allo stesso partner per sempre, trovare in lui (o lei) ogni cosa che cerchiamo, e non provare alcun interesse (specialmente sessuale) per altre persone. A questa idea sono legate convinzioni del tipo:
  • Un unico partner può soddisfare tutti i miei bisogni
  • Potrò essere felice con lui/lei fino alla fine dei miei giorni
  • Quando qualcuno mi ama non proverà interesse per nessun altro
In realtà le relazioni, anche quelle migliori, non funzionano così: non esistono partner perfetti né coppie ideali, sempre felici e appagate. La prova più evidente è la quantità di tradimenti (che accadono nella maggioranza delle coppie) e di divorzi (in Italia oltre la metà dei matrimoni finisce). Sono numeri troppo elevati per credere che i fallimenti siano dovuti solo a difetti individuali: è proprio la monogamia che non funziona come ci raccontano (né peraltro ha mai funzionato veramente: tradimenti e separazioni sono sempre esistiti).
La psicoterapeuta Maria Rita Parsi, dopo anni di esperienza e migliaia di storie ascoltate, conclude che "Ormai il matrimonio si basa sull’infedeltà".

* Definizione di monogamia

Quella di cui parlo è la forma più comune di "monogamia romantica" (ovvero quella contemporanea e più frequentemente ritratta nei media): un rapporto esclusivo (affettivamente e sessualmente) con la stessa persona per tutta la vita ("Finché morte non ci separi"), in cui entrambi i partner trovano pieno appagamento nell'altro ("E vissero per sempre felici e contenti").

"Monogamia" deriva dal greco mònos (unico), e gàmos (nozze). Quindi indica "unica unione", e non "unica moglie" (come molti credono).

Monogamia: pregi e difetti

Naturalmente la monogamia presenta anche numerosi vantaggi e aspetti positivi, che qui non esamino perché ben noti.
Non voglio nemmeno sostenere che la monogamia non funzioni mai, o che tutte le relazioni siano destinate a fallire. In realtà le relazioni monogame possono funzionare, ed è possibile amarsi a lungo e sinceramente: però questo accade di rado perché non è facile né scontato, e per realizzarlo sono necessarie numerose qualità ed impegno costante.
Lo scopo di questo post quindi non è distruggere la monogamia, bensì evidenziarne tutte le difficoltà e i limiti intrinseci (che solitamente vengono ignorati o negati), allo scopo di:
  • Aiutare chi la vive con difficoltà a capirne i motivi.
  • Per chi sta per compiere una scelta relazionale importante (come il matrimonio), a farlo con consapevolezza dei problemi a cui probabilmente andrà incontro.
  • Sfatare falsità e illusioni che portano spesso a vivere le relazioni in modo disfunzionale.

Il problema non è la monogamia in sé: se scelta liberamente e vissuta positivamente, va benissimo.
Il problema semmai è vedere (e imporre) la monogamia come unica e inevitabile forma di relazione sentimentale (posizione che in inglese viene chiamata "compulsory monogamy", cioè "monogamia obbligata"): la regola sociale per cui tutti - e specialmente le donne - devono essere in una relazione monogama per venire considerati adulti maturi e moralmente corretti.

Le ragioni per cui non funziona

Ma perché la monogamia romantica è un ideale che non può funzionare (tranne forse che in poche fortunate eccezioni)? Per una serie di ragioni:
  • Nessun partner può soddisfare completamente i bisogni dell'altro: ci sarà sempre qualche limite, qualche incomprensione, qualche differenza che separa. E viene naturale cercare altrove quello che ci manca.
  • Crediamo che lo stato felice e idilliaco dell'innamoramento (o l'estasi della "energia delle nuove relazioni") possa durare per sempre: ma ogni innamoramento è destinato a finire.
  • Lo psicologo Daniel Gilbert (autore di "Stumbling on happiness" - "Felici si diventa", info nella Bibliografia), ha osservato che prevediamo ciò che ci renderà felici in futuro basandoci su come ci sentiamo nel presente. Ecco perché una coppia felice progetta il suo futuro immaginando di provare gli stessi sentimenti a distanza di anni. Ma queste previsioni sono ingannevoli: quasi mai il futuro si sviluppa come lo immaginiamo. Quando diciamo "Ti amerò per sempre!" siamo sinceri, ma non sappiamo immaginare quanto i nostri sentimenti ed emozioni cambieranno nel tempo.
  • Le persone cambiano, inevitabilmente. E spesso due partner cambiano in modi differenti. La persona con cui all'inizio stavamo benissimo, tra alcuni anni potrebbe diventare qualcuno con cui non ci capiamo, che ha bisogni e progetti diversi dai nostri, con cui abbiamo sempre meno in comune.
  • Le aspettative romantiche sono troppo elevate e ideali: nessun partner o relazione reali potrà soddisfarle. Prima o poi ci si ritrova delusi, ma si continua a sperare che con altri andrà meglio (da cui tradimenti e separazioni).
  • Gli esseri umani hanno bisogno di varietà. Provate a pensare di passare tutta la vita mangiando sempre la stessa pietanza, vestiti sempre allo stesso modo, restando sempre nello stesso luogo: vi sentireste a vostro agio e appagati?
  • Non è nel nostro DNA: tra i mammiferi solo il 3% delle specie è monogama. Tra i primati sociali nessuna lo è; e i primati più simili a noi (scimpanzé e bonobo) sono promiscui.
  • In pratica, la fedeltà non è nella nostra natura:
  • Inoltre, col tempo la fedeltà diventa sempre più difficile. Non dipende dall'amare il partner o meno: anche se lo amiamo, dopo un certo periodo (di solito tre anni al massimo) la fedeltà sessuale ci starà stretta. L'uomo sentirà sempre più la voglia di fare sesso con altre donne; la donna si stancherà di fare sesso col proprio partner.
    Da notare che questo accade nella maggioranza delle coppie di lunga data - non illudetevi che "per voi sarà diverso".
Non voglio dire che una vita monogama sia impossibile, ma che non ci viene per nulla naturale*; e per riuscirci sono necessari grande impegno, capacità e maturità - nonché una buona dose di fortuna. Insomma, la monogamia a vita non è un istinto innato (come ci viene raccontato), ma una convenzione sociale. E' una bella favola romantica, che però raramente funziona in realtà.

* (Quello che ci viene naturale è il "legame di coppia" - in inglese "pair bonding" - che lega emotivamente i partner nel tempo, ma che non implica necessariamente la fedeltà sessuale.
Nel mondo animale numerose specie creano legami di coppia: molte solo per il ciclo riproduttivo, mentre poche sono monogame sul lungo periodo, e meno ancora sono sessualmente monogame).

“La monogamia è possibile,
ma non ci viene per nulla naturale”

Le aspettative romantiche

Uno dei motivi primari per cui la monogamia moderna fallisce così spesso, è proprio il suo essere basata su ideali romantici irreali.

Come osserva questo articolo, il Romanticismo ci porta ad aspettarci che il nostro partner (e specialmente il coniuge) sia il nostro amante appassionato e fedele, migliore amico, confidente, infermiere, terapeuta, autista, cuoco, consulente finanziario, accompagnatore sociale e compagno di viaggi, nonché generoso dispensatore d'amore - e tutto questo instancabilmente per anni e anni.
Se volessimo assumere un collaboratore, non penseremmo mai che una singola persona possa svolgere adeguatamente tutti quei ruoli; eppure ce lo aspettiamo da un partner. E quando costui viene meno in uno di questi compiti (come inevitabilmente accade), tendiamo a pensare che sia dovuto al suo essere la "persona sbagliata", o non alla nostra altezza - invece di riconoscere l'enormità delle nostre aspettative, e la perfezione sovrumana che pretendiamo dal partner.

L'ideale romantico scarta tutto quello che è solo "abbastanza buono" (che per molti versi è il massimo a cui una persona normale può arrivare): ci convince che possiamo trovare un amore straordinario anche se siamo persone ordinarie. E quando una relazione si rivela "ordinaria" (passata la fase dell'innamoramento), spesso cerchiamo qualcosa di meglio.

Le promesse vane

Il Romanticismo ci spinge anche a fare promesse vane, che non è in nostro potere mantenere, come "Ti amerò per tutta la vita" o "Vorrò sempre e solo te". Anche se nel momento ne siamo convinti, non possiamo sapere come ci sentiremo fra molti anni, né possiamo comandare i nostri sentimenti a piacere.
L'amore è fatto di sentimento e azione: possiamo sforzarci di fare la "cosa giusta", ma non possiamo forzarci a sentire quello che non ci viene spontaneo:
  • Quando un partner dice "Non ti amo più" lo viviamo come un affronto intenzionale ("Perché mi fai questo?"); ma il più delle volte l'altro non lo ha scelto, gli è accaduto. Sentimenti ed emozioni non sono scolpiti nella pietra.
  • Se proviamo attrazione e desiderio per altre persone, possiamo impegnarci per tenere a freno quei desideri; ma non possiamo cancellarli dalla mente. Non scegliamo per chi provare attrazione: parti inconsce di noi lo decidono al di fuori della nostra volontà.
Le promesse vane elevano le aspettative, e quando vengono infrante (anche senza intenzione) distruggono la fiducia e frantumano la relazione. Invece di riconoscere che erano le promesse a mancare di fondamento, vogliamo credere che sia colpa del partner.

I bisogni insoddisfatti

Il motivo primario per cui stiamo in una relazione è per soddisfare i nostri bisogni. Infatti siamo attratti dalle persone in grado di soddisfarli - o che noi crediamo possano farlo.
Quindi, quando i bisogni di ciascuno non vengono più soddisfatti a sufficienza (perché subentrano monotonia e abitudine, perché siamo cambiati, perché ci si dà per scontati, per egoismo...), si diventa inquieti e il legame si allenta: in alcuni casi si cerca altrove la soddisfazione che manca (tradimento), oppure si chiude definitivamente quando la relazione è diventata più un peso che una gioia (separazione).

Non è questione di amore: possiamo ancora amare il partner ma, se non nutre più i nostri bisogni, prima o poi sentiremo le necessità di andare verso qualcuno che può farlo. Quando amo qualcuno la sua felicità diventa importante per me, certo, ma i miei bisogni continuano ad esistere.

L'origine dei tradimenti

Siamo abituati a pensare che il tradimento sia dovuto all'arrivo di un "terzo incomodo", di una persona che spezza l'equilibrio della coppia. Ma il più delle volte quell'equilibrio si era alterato già da tempo, e il problema era sorto ben prima dell'incontro fatale.

L'ideale romantico ci dice che il partner giusto appagherà tutti i nostri bisogni; il mondo attuale ci dice che meritiamo di essere felici - ce lo dicono articoli, libri, pubblicità (da notare che queste sono idee moderne: sarebbero suonate assurde prima del Romanticismo).
Quando un partner delude queste aspettative ripetutamente (per suoi limiti o perché la vita è complicata e difficile per tutti), pian piano si apre una "crepa" nella relazione; che si allarga fino al punto in cui qualcosa dentro di noi scatta, e consideriamo di cercare fuori dalla coppia quella felicità e soddisfazione che riteniamo di meritare.
Spesso non ne siamo consapevoli, ma qualcosa in noi si è rotto e una porta si è aperta. A quel punto può bastare un momento di crisi, un'occasione stimolante o una persona affascinante a farci varcare la soglia. Il tradimento inizia in quel momento, ma ha le sue radici ben prima, in tutte le delusioni, le disattenzioni e le incomprensioni che hanno allargato la "crepa" tra i partner.

E' comodo e consolatorio pensare che la responsabilità di un tradimento sia totalmente del traditore. Ma una relazione si costruisce in due, e molto spesso entrambi i partner hanno contribuito - ognuno a suo modo - allo sfaldamento dell'unione che ha poi portato al tradimento: dare l'altro per scontato, farlo sentire incompreso, trascurato o ignorato, non comunicare quello che si sente, ecc.
Piuttosto che riversare tutte le colpe sul traditore (e ritenere il tradito una vittima innocente), sarebbe molto più utile e costruttivo vedere il tradimento come sintomo di un "malessere della coppia"; ed esaminare insieme cosa non ha funzionato, e come si potrebbe migliorare entrambi.

La monogamia funziona se...

E' facile pensare che la monogamia funzioni solo perché due restano insieme - ma non è così semplice. Per dire che funziona, dev'essere una scelta libera e positiva (non forzata o controvoglia). Vediamo alcuni aspetti importanti.

La monogamia implica la fedeltà

Quando parlo di monogamia, includo il concetto di fedeltà sessuale - senza eccezioni. Se un partner tradisce di nascosto, non è monogamo, è bugiardo. Dire di essere a favore della monogamia e poi tradire, è come dire di essere onesti e poi rubare.

La monogamia non è temporanea

In questo post parlo della monogamia a vita, o comunque sulla lunga distanza (decine di anni). Sul breve periodo è possibile vivere una monogamia felice, specialmente finché dura l'innamoramento (al massimo due-tre anni). E' nel periodo successivo che diventa difficile.
Chi resta monogamo finché tutto va bene, poi trova un altro partner e ricomincia da capo, e così via, è un "monogamo seriale" - che è una cosa diversa, e lontana dall'ideale del "partner per la vita".

La monogamia prevede la soddisfazione dei partner

Il concetto moderno (romantico) di monogamia include la soddisfazione e la felicità dei partner; nessuno oggi sta in coppia solo per ragioni pratiche (almeno in Occidente). Quindi, non si può dire che la monogamia (o un matrimonio) "funziona" se i partner sono prevalentemente infelici, frustrati, o si detestano.
Le coppie che vengono portate ad esempio di "monogamia che funziona", invece, sono spesso di questo tipo: non stanno insieme per amore o perché sono felici insieme, ma per una serie di altre ragioni: paura della solitudine, mentalità tradizionale, regole religiose, preoccupazione per la condanna sociale, problemi economici, bisogno di sicurezza, ecc. Dall'esterno questa infelicità potrebbe non essere visibile, ma se vi avvicinate abbastanza la noterete spesso, probabilmente in oltre la metà dei matrimoni di lunga data.

Chi comanda e chi obbedisce

Inoltre, un altro tipo di matrimonio "che dura" è quello in cui uno dei due comanda, e l'altro è sottomesso. Nella cultura tradizionale e patriarcale di solito era il marito a comandare, oggi spesso è invece la moglie - o comunque chi ha più potere (di attrazione o sessuale, di personalità, economico). Chiunque sia, in queste coppie c'è un partner che comanda e l'altro che obbedisce. Dubito che in molti accetterebbero a priori una condizione di sottomissione a vita.

“Molte coppie durano
ma sono comunque infelici”

Alcune obiezioni

Come per tutti gli argomenti "scomodi", anche questo solleva una serie di obiezioni e resistenze emotive (ma scollegate dai fatti). L'ultima cosa che le persone vogliono sentirsi dire è una verità inquietante. Esamino quindi alcune tra le obiezioni più comuni.

Il mito della "persona giusta"

Alcuni potrebbero ribattere che la monogamia viene naturale e facile, una volta che si sia trovata la "persona giusta". Purtroppo in realtà anche quello della "persona giusta" (la donna ideale, il principe azzurro) è un mito romantico.
Nessuna persona è mai su misura per noi, né corrisponde a tutti i nostri bisogni e particolarità (a meno che sia un nostro clone). Anche il partner migliore e più compatibile sarà comunque un individuo diverso da me, con le sue esigenze, mancanze e problematiche; anche lui sarà un essere umano imperfetto e fallibile, come tutti. Anche con lui, quindi, si applicheranno i limiti propri della monogamia (anche se magari in misura minore che con altri).

Credere alla "persona giusta" ci pone alla mercé del fato

Inoltre, questo mito ci espone ai capricci del fato: è un po' come credere che "Avrò risolto i miei problemi economici quando vincerò la lotteria". Come non abbiamo alcun controllo sulla lotteria, così non abbiamo il potere di incontrare questa fantomatica persona.
Non esiste un sistema concreto per trovare la "persona giusta". Quindi crederci mi rende impotente, perché l'esito non dipende da me, ma da un ipotetico incontro su cui non ho controllo. Certo posso cercare e andare e fare, ma senza alcuna garanzia di risultato: sono comunque nelle mani del caso.

La monogamia non funziona per gli uomini, ma nemmeno per le donne

Alcuni potrebbero pensare che, quantomeno per le donne, la monogamia funziona realmente: "E' vero, gli uomini hanno questo desiderio di fare sesso con donne diverse, ma le donne no - loro pensano - le donne sono per la fedeltà e la stabilità affettiva".
Beh, non proprio. Non sul lungo periodo, almeno. In teoria le femmine sembrano tendere meno alla promiscuità dei maschi, ma in pratica spesso accade il contrario (sia tra gli animali che tra gli umani). Quindi anche le donne hanno pulsioni promiscue, sentono il bisogno di varietà e tendono a sentirsi annoiate e frustrate sul lungo periodo; per esempio: Questo mostra come anche le donne, sulla distanza, trovano insoddisfacente una relazione monogamica: in teoria la vogliono, ma poi nei fatti scoprono che gli va stretta. Non bisogna fidarsi di quello che le donne dicono (a parlare siam tutti bravi), bisogna osservare i fatti.
Non a caso, prima del Romanticismo era normale per le mogli nobili avere a disposizione un "cicisbeo": ovvero un giovane uomo che "si preoccupa di assecondare i desideri della signora", mentre il marito "sicuramente ha qualcosa di meglio da fare".

* Perché le donne scelgono di separarsi

Si potrebbe pensare che questo sia causato dal comportamento dei mariti, ma le statistiche sui matrimoni omosessuali smentiscono questa ipotesi:
  • In Gran Bretagna, tra le coppie omosessuali che hanno divorziato, quasi i tre quarti erano composti da donne.
  • In Olanda, i matrimoni falliti fra donne lesbiche sono il doppio di quelli fra uomini gay (30% contro 15%).
Questo dimostra che la propensione delle donne a separarsi non dipende dagli uomini. Fra le cause sembrano esserci la tendenza femminile a sposarsi con una certa impulsività, ad idealizzare il matrimonio (con conseguenti delusioni), ed a tollerare meno l'infedeltà.

Crollo del desiderio femminile e monogamia

Come abbiamo visto, spesso nelle relazioni monogame stabili la donna ha un crollo del desiderio sessuale verso il partner: nel tempo questo cala drasticamente o sparisce del tutto. Un articolo del New York Times Magazine ha esaminato varie ricerche scientifiche sull'argomento, rilevando che è proprio la monogamia ad essere una della cause primarie:
  • Per molte donne, la causa del loro malessere sessuale sembra essere la monogamia stessa.
  • Donne e uomini in nuove relazioni riferiscono, in media, una voglia più o meno uguale l'una per l'altro. Ma per le donne che sono insieme ai loro partner da uno a quattro anni, inizia un declino - che continua, lasciando il desiderio maschile molto più alto.
  • Nel corso del tempo, le donne che non vivono insieme ai loro partner mantengono il loro desiderio molto più delle donne che [convivono].
  • "L'erotismo richiede distanza", scrive l'esperta di relazioni Esther Perel in "L'intelligenza erotica" (confermando il punto precedente).
  • Alle coppie lesbiche sembra non andar meglio, e forse peggio, nel mantenere l'ardore sessuale reciproco (indice che non è questione di maschi o femmine).
  • Alla base [dei loro problemi] sembrava esserci una causa comune: si erano tutte stancate del sesso con i loro partner di lunga durata.
  • Studi condotti di recente iniziano a suggerire che l'eros femminile non è minimamente programmato per la fedeltà.
Anche questa psico-terapeuta conferma che "il desiderio sessuale femminile [verso il partner] precipita nelle relazioni monogame. [...] E' del tutto normale e naturale che tua moglie NON voglia [più] fare sesso con te." (altri fattori possono ulteriormente diminuire il desiderio, l'arrivo di figli in primis).
Da notare che questo accade anche quando le donne amano il proprio compagno, ed egli non offre alcun motivo ragionevole per questo calo di desiderio. Il calo non è quindi originato da assenza d'amore o da carenze del partner (benché questi fattori possano ovviamente contribuire).

“Sulla distanza,
anche le donne sono frustrate
dalla monogamia”

Per me sarà diverso

Un aspetto curioso della psiche umana, è la tendenza a credere di essere unico e "speciale". In questo caso, di fronte ad una serie di prove e argomenti concreti sulla infondatezza della monogamia, molti potrebbero obiettare "Per me (noi) sarà diverso. Io la farò funzionare. Noi saremo sempre felici insieme".
Purtroppo nella maggior parte dei casi non va così: in realtà siamo tutti simili, e abbiamo problemi simili. Siamo molto più facilmente la regola, non l'eccezione. Credere diversamente, senza ragioni concrete, è una sorta di "pensiero magico".

Uno degli ostacoli è che la volontà o l'amore non bastano:
  • Puoi controllare te stesso, ma non il partner.
  • Puoi decidere le tue azioni, ma non le tue emozioni o i sentimenti (non hai deciso tu di innamorarti, e non sarai tu a decidere quando finirà).
  • Non puoi cambiare la tua biologia (o quella del partner), che non è programmata per la monogamia.
  • Inevitabilmente cambierai, in modi che non sempre puoi prevedere; anche il partner cambierà, in modi che non sempre ti piaceranno (e che non puoi decidere). Potreste ritrovarvi come due estranei, o due persone che si annoiano a morte, o che non si sopportano.
  • Poiché non puoi controllare il partner, né gli eventi esterni, anche se tu sei una di quelle persone per cui la monogamia funziona al 100% (esistono, benché rare), è sempre possibile che sia l'altro a stancarsi e tradire o andarsene. Nella maggior parte delle separazioni, la decisione è unilaterale; l'altro la subisce. Se sei un uomo, questo è ancora più probabile.
Quindi, anche nei rari casi in cui tu sia davvero "speciale", non c'è garanzia che lo sarà anche il tuo partner.

>> L'argomento continua nella seconda parte: Perché la monogamia non funziona - 2: Conseguenze, motivazioni, alternative.



"Si dovrebbe essere sempre innamorati. Ecco perché non bisognerebbe mai sposarsi!"
(Oscar Wilde)


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