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Le tre origini dell'amore sentimentale

Per chi non comprende come "funziona" la psiche umana, spesso i sentimenti sono un mistero. Oppure scambiamo causa ed effetto, credendo che l'innamoramento sia la causa dei sentimenti, mentre è anch'esso l'effetto di altre cause.
C'è sempre una ragione per le emozioni che proviamo. In questo post proverò a spiegare cosa provoca il coinvolgimento sentimentale che proviamo verso un possibile partner, e quindi la relazione di coppia. Semplificando, questo coinvolgimento nasce principalmente da tre motivazioni fondamentali:
  1. L'attrazione fisica (a livello erotico, passionale, viscerale - inclusa la "chimica di pelle").
  2. L'intesa / Compatibilità tra personalità / affinità / sintonia (quando l'altro ci assomiglia e/o condivide valori, interessi, gusti, attività, obiettivi, visione del mondo).
  3. Le motivazioni inconsce (basate su parti profonde della nostra psiche, di cui non siamo consapevoli: figure genitoriali, traumi o ferite emotive, schemi relazionali familiari).
Che possono anche combinarsi tra di loro. Potremmo forse dire che la prima coinvolge più il corpo, la seconda l'animo e la mente, e la terza provoca forti reazioni viscerali.

E l'amore dove sta?

Quando si parla di motivazioni sentimentali, la più ovvia è scontata pare quella dell'amore: "Lo voglio / Lo desidero / Mi piace / Mi fa impazzire... perché lo amo" e simili. In realtà, secondo me l'amore è più una conseguenza che una causa, e si sviluppa a grandi linee così:
  1. Una certa persona ci ispira forti e profonde emozioni per qualche motivazione (come le tre esposte sopra, di cui però raramente siamo consapevoli).
  2. Questo ci genera sia un potente attaccamento (bisogno), sia uno slancio affettivo (per cui faremmo di tutto per l'altro); oltre a profonda felicità (se siamo ricambiati) oppure strazio (se veniamo respinti). E chiamiamo tutto questo "amore" (anche se è più corretto definirlo "amore romantico").
Ma se osserviamo questa dinamica, vediamo bene che la seconda fase non potrebbe accadere senza la prima: l'amore della seconda parte è quindi una conseguenza delle motivazioni presenti nella prima (senza le quali possiamo provare una serie di sentimenti positivi verso qualcuno - come simpatia, amicizia o affetto - ma non innamoramento o amore romantico). Ma poiché non siamo consapevoli di quanto ci succede nella prima fase, non abbiamo spiegazioni per essa, e ci ritroviamo "inspiegabilmente" immersi nella seconda, con l'amore che ne risulta: poiché è tutto ciò che vediamo, lo prendiamo come causa o spiegazione.
E' un po' come una persona completamente ignara di tecnologia che usa un ascensore e, se gli chiediamo cosa muove l'ascensore, risponde "Il mio dito che preme il pulsante". Costui non ha idea di tutto l'apparato - a lui invisibile - che muove l'impianto, quindi scambia il suo dito per una causa prima.

“L'amore è più una conseguenza
che una causa”


1. L'attrazione

Cosa intendo con "attrazione fisica"? E' quell'emozione di intenso interesse verso qualcuno, una pulsione potente che ci spinge verso lui o lei, di solito unita ad un desiderio di possesso. Quell'emozione ci suscita un desiderio di unione erotica / emotiva / affettiva / spirituale con quella persona, al punto da volere che diventi parte della nostra vita.

N.B.: E' bene sottolineare che l'attrazione non scaturisce solo dalla bellezza fisica (come molti credono). L'attrazione nasce anche da altri fattori, quali personalità, carisma, esuberanza erotica, talenti; e negli uomini ricchezza, potere e status.

A cosa serve l'attrazione

Ma qual è il senso dell'attrazione? Essenzialmente, è il meccanismo con cui la Natura ci induce ad accoppiarci e riprodurci. Infatti funziona negli animali similmente a come accade per noi: siamo attratti dalle persone cui potremmo avere figli più sani e/o meglio accuditi.
Quella che noi percepiamo come "bellezza", infatti, è sempre un segno di "fitness genetica", cioè geni di qualità e/o buona capacità riproduttiva. Pensiamo a tratti come la simmetria, una capigliatura folta, denti sani, muscoli negli uomini e curve nelle donne (o a come la loro assenza ci spenga l'attrazione): sono tutti segnali di buona fitness genetica e riproduttiva.
Inoltre, siamo spesso attratti dalle persone che hanno buona compatibilità genetica con noi, ovvero i cui geni combinati con i nostri hanno elevate chance di generare figli sani e forti. Questo tipo di compatibilità può spiegare perché l'odore di certe persone ci affascina o ci respinge, ed in generale il fenomeno della "chimica di pelle" (quando il semplice contatto col corpo di una persona ci provoca una forte eccitazione o un senso di benessere).

Da notare che questo meccanismo funziona anche quando non abbiamo alcuna intenzione di procreare, e persino se siamo sterili. E' infatti un istinto profondo e fondamentale (radicato nella nostra parte animale), su cui la ragione non ha alcun influsso. Tanto è vero che non di rado possiamo sentirci attratti da persone "pessime" (un uomo violento od egocentrico, una donna nevrotica o manipolatrice), o già impegnate, o che sappiamo essere inadatte a noi... ma ci possiamo fare ben poco.

Gli effetti dell'attrazione

L'attrazione è quindi la motivazione sentimentale più intensa e frequente, ma anche spesso fraintesa: molti provano attrazione od eccitazione e, specialmente se poco consapevoli delle proprie emozioni, chiamano tutto ciò "amore" (non è nemmeno colpa loro, visto che a tutt'oggi non ci viene data un'educazione emotiva e sentimentale; per cui molti rimangono "ignoranti" riguardo il proprio mondo interiore).
In altri post ho spiegato come funziona l'attrazione, e come questa sia la motivazione principale che conduce alla coppia (anche se ci piace credere diversamente). Immagino che questa sia un'affermazione controversa, anche perché la cultura romantica in cui siamo immersi pone l'accento sui sentimenti e tende a svalutare istinti e pulsioni. Ma la conferma di quanto dico è data dal fatto che la stragrande maggioranza delle persone ammette che non sceglierebbe come partner qualcuno verso cui non prova attrazione.

Questo è tanto più vero quanto più siamo influenzati dagli ormoni. Infatti nell'adolescenza e nella prima gioventù spesso le relazioni sono principalmente basate sull'attrazione, motivo per cui molte hanno breve durata: quando l'innamoramento passa e/o la passione erotica si spegne (cosa frequente dopo i primi due-tre anni), tante relazioni si disfano oppure uno dei due dice "Non ti amo più". Finita l'attrazione, a volte rimane ben poco.

“Molti provano
attrazione od eccitazione
e chiamano tutto ciò amore”

L'attrazione non dà garanzie

Il limite principale dell'attrazione, infatti, è che non offre nessuna "base" solida su cui costruire la relazione (a parte l'eccitazione e il desiderio, collegati alla riproduzione), e quindi nessuna garanzia sul successo della relazione stessa. Il fatto di provare una forte attrazione per qualcuno, infatti, non assicura affatto:
  • Reciprocità: possiamo benissimo impazzire per qualcuno che non ci vede nemmeno. Anzi, poiché tendiamo ad essere ipergamici, è comune sentirsi attratti da chi è molto più avvenente di noi e, quindi, è fuori dalla nostra portata.
  • Compatibilità: potremmo essere due persone che non hanno nulla in comune, senza nulla da dirsi, con valori ed obiettivi opposti... e provare comunque attrazione. E siccome l'attrazione è inebriante e "dà alla testa" (un po' come una droga), all'inizio non lo vediamo ma ce ne accorgiamo solo in seguito.
  • Durata: come visto nel punto precedente, possiamo essere attratti da persone incompatibili con noi. Se questo all'inizio può non sembrare un grosso problema, sulla lunga distanza è solitamente mortale per la relazione. Senza compatibilità, anche la persona più sexy ci diventa intollerabile col tempo (ma lo scopriamo solo quando ci tocca sopportarla ogni giorno).
  • Soddisfazione erotica: paradossalmente l'attrazione - che è il "motore" della pulsione erotica - non garantisce nemmeno una sessualità appagante. Anche se l'altro ci fa impazzire, infatti, se abbiamo gusti o ritmi diversi, preferenze contrastanti, livello di libido distanti o "linguaggi" erotici incompatibili, a letto non riusciremo a trovare un'intesa.
Insomma, l'idea romantica - e diffusa - per cui se qualcuno mi fa "perdere la testa" allora è "la persona giusta", è totalmente infondata.

"A letto eravamo perfetti. Però cominciavamo a litigare già mentre andavamo al bidet."
(Ava Gardner)

Meno ormoni, più consapevolezza

Col passare del tempo, però, di solito: (anche se non tutti hanno questa maturazione)

E' con questa evoluzione, quindi, che di solito le persone imparano a combinare l'impulso dell'attrazione con il senso di benessere che provoca l'avere vicino qualcuno con cui ci sentiamo "a casa".

“Impariamo che a volte
l'attrazione di pancia ci porta
verso le persone sbagliate”


2. L'intesa / Compatibilità

Avere una elevata compatibilità significa essenzialmente che l'altra persona "combacia" armoniosamente con la mia personalità, un po' come fa una chiave con la propria serratura. Con la maggioranza delle persone che incontriamo ci sentiamo sempre almeno un po' "estranei", e tenuti a nascondere qualche aspetto di noi; quando incontriamo qualcuno di davvero compatibile, invece, ci sembra di "essere a casa": ci comprendiamo a vicenda, ridiamo delle stesse battute, abbiamo passioni in comune, sentiamo di poterci fidare e rivelare interamente.
E' questo tipo di corrispondenza che genera quelle sensazioni deliziose di "Mi sento del tutto a mio agio", "E' come se ci conoscessimo da sempre", "Mi sento al sicuro", "Finalmente mi sento compreso", "Sento che posso dire qualsiasi cosa", ecc.

Aree di compatibilità

La compatibilità tra due persone comprende diverse aree, di seguito alcune tra le più significative:
  • Personalità: alcune personalità funzionano meglio quando sono affini (simili), altre quando sono complementari (ognuno completa l'altro); oppure quando c'è il giusto mix tra i due (due persone troppo simili potrebbero annoiarsi; se troppo diverse tendono a scontrarsi). Una personalità vivace ed estroversa può essere complementare ad una più riflessiva ed introversa, se le differenze non sono estreme. Altri aspetti sono socievolezza, apertura mentale, curiosità, (dis)inibizione, spirito avventuroso, intraprendenza.
  • Comunicazione: la capacità di comunicare apertamente e onestamente è fondamentale; aiuta a risolvere i problemi, superare i conflitti in modo costruttivo, e creare intimità. Anche la disponibilità a mettersi in discussione, ammettere i propri errori, trovare compromessi, sono qualità che aiutano la relazione a prosperare.
    Spesso uomini e donne non si capiscono perché sono differenti, ed anche perché hanno aspettative errate.
  • Emozioni e Intimità: alcuni riescono a svelare il proprio mondo interiore ed emotivo (quando sanno di potersi fidare), per altri è quasi impossibile (o ne sono ignari). Questo tipo di condivisione aiuta a raggiungere un'intimità profonda, che potremmo definire come "comprendere l'anima dell'altro". E' essenziale anche la capacità di esprimere le proprie emozioni senza aggressività, così come saper accogliere le emozioni dell'altro senza giudicarle.
  • Intesa erotica: questa avviene quando ritmi, gusti e preferenze dei partner combaciano, di modo che entrambi possano lasciarsi andare ed esprimere pienamente il proprio potenziale erotico. Richiede anche l'espressione sincera dei propri desideri e fantasie sessuali: l'altro non può indovinarli.
    Da notare che questa intesa è cosa diversa dall'attrazione: possiamo essere attratti da qualcuno poco compatibile (ed il sesso sarà allora frustrante o poco appagante), oppure non sentirci attratti fisicamente da qualcuno che è però molto compatibile con noi (in questi casi vale la pena di fare dei tentativi per scoprire se "i corpi si piacciono", nonostante non ci venga molto spontaneo).
  • Valori: spesso consideriamo i nostri valore come "giusti" e diamo per scontato che l'altro li condivida (salvo poi avere sorprese). Ma valori quali famiglia, amicizia, religione, onestà, l'orientamento politico, la ricchezza materiale oppure la crescita spirituale, sono temi fondamentali su cui possono esserci forti conflitti.
  • Obiettivi: avere obiettivi in comune lega i partner e li aiuta a raggiungerli; il contrario li fa sentire come se viaggiassero su "binari diversi". Obiettivi importanti sono formare una famiglia, avere figli, la carriera, la sicurezza economica, la casa, i viaggi, la crescita personale; ed è bene chiarirli dall'inizio - anche perché alcuni sono incompatibili fra loro (voglio passare più tempo in famiglia o nella professione? Preferisco investire nella casa o nei viaggi?).
  • Interessi e Attività: ovviamente avere hobby e passioni in comune rende la coppia più affiata e legata ma, a differenza di valori ed obiettivi, qui è anche possibile che i partner ne coltivino di diversi; anzi può arricchire il rapporto. Se però gli interessi sono del tutto diversi, questo facilmente creerà un divario tra i due.
  • Stile di vita: le differenze riguardo abitudini alimentari, attività sociali, gestione del tempo, pulizia e ordine (o loro mancanza), orari, puntualità... se notevoli possono incrinare la relazione. E' una di quelle aree in cui una certa diversità è stimolante, troppa diventa sfiancante.
  • Rispetto e Fiducia: una relazione sana e felice richiede entrambi. Se l'altro non ci mostra rispetto, o se non ci ispira fiducia, difficilmente il rapporto potrà svilupparsi in modo armonioso.
In sintesi, la compatibilità tra due persone è una combinazione di fattori psicologici, emotivi, relazionali e pratici. Le differenze possono arricchire la relazione, ma le somiglianze forniscono una "base solida" per un legame appagante e durevole.

“Due persone troppo simili
potrebbero annoiarsi;
due troppo diverse
tendono a scontrarsi”

Non trascurare le incompatibilità, non pretendere la perfezione

Da notare che una forte attrazione può indurci a trascurare le incompatibilità, o spingerci a pensare che "l'amore sistemerà tutto"... ma col tempo scopriamo che quasi mai è così. Possiamo anche amare una persona poco compatibile, ma se è troppo diversa od opposta a noi, questo sarà fonte di continua frustrazione.

Infine, ricordiamo che la perfezione in amore non esiste: anche con il partner migliore ci sarà sempre qualche aspetto che non ci garba, o che ci manca. Ritengo che una compatibilità del 90% sia già una forma di "paradiso relazionale", che ben pochi nella vita riescono a realizzare.


3. Le motivazioni inconsce

La terza motivazione fondamentale ha a che fare con parti profonde e nascoste della nostra psiche: quando l'altra persona... Questo tipo di motivazione può essere molto potente, ed è spesso alla base di amori travolgenti oppure infelici e tormentati, che le altre persone trovano irrazionali e inspiegabili: per esempio quando qualcuno rimane legato ad un partner violento o che lo maltratta. Queste stesse persone non sanno spiegare la forza di questo legame, oppure ricadono in spiegazioni ingenue o semplicistiche: "Perché lo/la amo", "Non posso fare a meno di lui/lei", ecc. In realtà non lo sanno davvero (se non dopo un percorso di terapia).

Qui però scelgo di non approfondire questa motivazione poiché, essendo basata su fattori personali ed inconsci, non può essere generalizzata: ognuno ha la sua storia, e la maggioranza delle persone è completamente ignara di ciò che si nasconde nel profondo della propria psiche. Per chi sia interessato ad esplorare questo tema, suggerisco di considerare i libri proposti nella Bibliografia, specialmente nelle sezioni "Psicologia" e "Relazioni"; oppure di parlarne con un esperto che possa aiutare a fare luce nelle zone oscure del proprio Sé.

“L'inconscio è spesso alla base
di amori travolgenti
oppure infelici e tormentati”



Combinazione di motivazioni

Naturalmente in ogni situazione possiamo ritrovare una diversa combinazione delle tre motivazioni citate. Conoscere ciascuna di esse può aiutarci a capire meglio l'origine di ciò che proviamo, e cosa eventualmente ci manca. Per esempio due situazioni comuni sono le seguenti:
  1. Proviamo forti emozioni ed attaccamento verso l'altra persona... però ci troviamo spesso a scontrarci o litigare. ---> E' probabile che ci sia un'elevata attrazione ma una bassa intesa o compatibilità.
  2. Ci sentiamo bene con l'altra persona, siamo a nostro agio, la stimiamo e apprezziamo... però ci manca qualcosa di importante; ci troviamo a dire cose tipo "Non c'è quel quid", "Non è scattata la scintilla". ---> E' probabile che ci sia bassa attrazione ma elevata compatibilità.
Attenzione all'errore comune di credere che nel primo caso "Però ci amiamo" (confondendo la passione con l'amore), oppure nel secondo "Non è la persona giusta perché non ho perso la testa".

Molta attrazione, scarsa intesa

Come spiegato, l'attrazione - e la conseguente passione travolgente - ci possono regalare sensazione meravigliose, ma non sono garanzia di stare bene insieme, né di lunga durata. Molte relazioni di questo tipo naufragano tra litigi ed incomprensioni, oppure finiscono in tradimenti e scenate... perché fondamentalmente quelle due persone non riescono ad andare d'accordo. Rimangono come "estranei".
Nel periodo iniziale dell'innamoramento ci può sembrare che la nostra passione possa superare ogni ostacolo. Ma quando questo effetto termina, le incompatibilità diventano sempre più evidenti e noi diventiamo sempre meno capaci di sopportarle.
E' uno di quei casi in cui un partner può ritrovarsi a dire "Lo amo ma lo odio". Il che di solito significa "Provo una forte attrazione ma non sopporto il suo carattere / comportamento".

Bassa attrazione, grande intesa

Questo è un tipo di relazione che produce un grande senso di benessere emotivo e affettivo, ci ispira fiducia e apertura, ma non suscita emozioni travolgenti né le "farfalle nella pancia". Come già indicato, questo è di solito un rapporto in cui l'attrazione è bassa oppure in cui l'innamoramento non è avvenuto.
A dispetto delle belle sensazioni, col tempo ci chiediamo se "manchi qualcosa" o dubitiamo che "sia amore" (perché confondiamo l'innamoramento con l'amore). Di conseguenza tendiamo a sottovalutare questo tipo di relazione e accantonarlo, specialmente se crediamo nelle "favole romantiche", o se associamo il "perdere la testa" al "vero amore".

Certamente ognuno è libero di decidere della sua vita come vuole, incluso il rischio di farsi male inseguendo un amore idealizzato come rappresentato nelle commedie romantiche. Vorrei però dire che, specialmente sulla lunga distanza, le qualità di una relazione come questa possono rivelarsi più preziose, rare e profonde di una passione passeggera. Se in particolare in passato relazioni travolgenti ci hanno poi deluso, può valere la pena dare a questo tipo una chance in più.

Possibili rischi

Un rischio di una relazione di questo tipo è che l'attrazione e il desiderio calano nel tempo, per cui se sono bassi già all'inizio potrebbero spegnersi sul lungo termine (la perdita del desiderio nelle donne è molto frequente). Quindi i partner si ritrovano in una relazione tipo "fratello e sorella" (buon legame affettivo ma zero eros).
Un altro rischio è che uno dei due incontri qualcuno verso cui prova forte attrazione, e questa risulti irresistibile per chi ne patisca la mancanza; con una conseguente elevata possibilità di tradimento.

“Ognuno è libero di vivere la vita
come vuole, anche di farsi male
inseguendo un amore idealizzato”

Motivazioni secondarie

Oltre alle motivazioni fondamentali possiamo incontrare loro varianti, oppure motivazioni secondarie o accessorie. Varianti possibili sono per esempio:
  • A volte ci innamoriamo di chi nutre i nostri bisogni profondi, e così facendo ci rende felici o riempie un nostro "vuoto". Possiamo anche non essere consapevoli di quei bisogni ma, quando qualcuno li soddisfa, sollecita una reazione intensa dentro di noi. Questo riguarda la motivazione "2. Intesa / Affinità" (il mio bisogno incontra nell'altro una risposta) od anche la "3. Inconscio" (per esempio se mi manca una figura genitoriale e la rivedo nell'altro).
  • Siamo attratti da chi ha una qualità che vorremmo tanto avere, ma che non abbiamo sviluppato (la donna fragile attratta dall'uomo forte; l'uomo "duro" affascinato dalla donna affettuosa; la persona iper-razionale intrigata da quella creativa e fantasiosa: costoro cercano una loro "parte mancante" nell'altro). Questo impulso è un misto tra le motivazioni "2. Intesa / Affinità" (l'altro rispecchia un mio potenziale che vorrei sviluppare) e "3. Inconscio" (non sono consapevole di avere quel potenziale, quindi mi attacco a chi ce l'ha).
  • Se ho una pessima autostima, tenderò ad attaccarmi a persone di "bassa qualità" o che mi trattano male, perché nel mio profondo non credo di meritare di meglio.
  • Se ho una "ferita emotiva", per esempio del tradimento o dell'abbandono, tenderò a scegliere partner che mi tradiscono o abbandonano.
Le ultime due dinamiche ricadono nella motivazione "3. Inconscio" (non siamo consapevoli del reale motivo per cui facciamo certe scelte).

Motivazioni culturali

Un altro tipo di motivazione secondaria può essere quella dei condizionamenti culturali: ovvero i gusti ed i valori che la cultura in cui viviamo ci trasmette, e che noi "assorbiamo" senza renderci conto.
  • Per esempio prima degli anni '60 non esisteva la mania delle magrezza: la maggioranza degli uomini preferiva le donne "curvilinee". Da quando la magrezza è diventata di moda, molti la inseguono perché sono condizionati dai modelli trasmessi dai media.
  • Oppure la preferenza per la pelle abbronzata. Quando l'agricoltura era predominante, si trovava attraente una pelle pallida perché era indice di persona altolocata che non doveva lavorare nei campi. Oggi che viviamo al chiuso e siamo tutti pallidi, troviamo attraente l'abbronzatura perché indica persone benestanti che non stanno chiuse tutti i giorni in ufficio e fanno invece frequenti vacanze. In questo caso, ciò che prendiamo per "bellezza" è invece un segno di status.

Motivazioni opportunistiche

Queste motivazioni possono influenzare la scelta del partner, ed anche accendere le nostre emozioni; ma non sono collegate all'altra persona in sé, quanto a quello che possiamo ottenere da lei.
  • Una classica motivazione opportunistica è quella che riguarda Ricchezza / Potere / Status (attiva principalmente nel genere femminile). In questi casi ci si sente attratti da (o semplicemente interessati a) chi può offrirci uno stile di vita benestante, e/o occupa una posizione di potere, e/o possiede uno status elevato. Le donne sono specialmente sensibili a questa motivazione perché hanno una tendenza ipergamica (ricerca di un partner di livello superiore al proprio), per ragioni evoluzionistiche.
  • Un altro caso è quando scegliamo un partner soltanto come mezzo per ottenere una famiglia, e/o dei figli. Quando ciò accade il partner è solo uno "strumento" per arrivare ad un fine, ma non c'è un reale interesse per la persona: ottenuto il risultato, il partner viene facilmente ignorato o allontanato.
  • Similmente, a volte si crea un legame principalmente per sfuggire alla solitudine, o per poter fare sesso, o comunque allo scopo di appagare una propria necessità. L'altro viene scelto perché offre questa opportunità, non tanto per le sue qualità come persona.
In questi casi non si può in genere parlare di "amore", quanto di "utilizzo" dell'altro per soddisfare i propri bisogni (ciò può avvenire sia per scelta intenzionale che in modo inconsapevole). Da notare che ogni relazione prevede la soddisfazione dei bisogni (nessuno sta in coppia con qualcuno che non gli dà nulla). La differenza è che in una relazione equilibrata scegliamo il partner sia per quello che è, che per quello che ci offre; mentre in una opportunistica quello che ci offre è la motivazione primaria (od anche l'unica).

“In certi casi non si può
parlare di amore,
quanto di utilizzo dell'altro
per soddisfare i propri bisogni”

Uomini poco attraenti ed "eterni amici"

Vale la pena di notare che l'attrazione (o la sua mancanza) è uno dei motivi principali per cui molti uomini faticano a trovare una partner: infatti le donne trovano attraenti pochi uomini (circa il 20%), oltre ad essere assai più selettive; per cui i maschi meno dotati riscuotono scarso successo o si ritrovano "fuori mercato".
Lo stesso accade nel fenomeno della "friend zone": quando una donna dice "Ti vedo solo come amico", quasi sempre significa che lei non prova alcuna attrazione.

Sapere è potere

Nella mia adolescenza e gioventù ho vissuto le mie prime cotte, come tutti, senza capire cosa provavo o perché. Questo era un problema specialmente quando non venivo ricambiato o la relazione non funzionava, ed io mi ritrovavo "vittima" di forze che non comprendevo né controllavo. Poi col tempo e lo studio ho scoperto cosa c'era dietro.
Mi auguro che questi concetti possano aiutarvi a fare luce nella vostra vita sentimentale, e magari a trasformare in meglio le vostre relazioni.

"L'amore è un canovaccio fornito dalla natura, e ricamato dall'immaginazione."
(Voltaire)

"Dopo aver sviluppato una concezione dell'amore sufficientemente ideale, sufficientemente nobile e perfetta, siete fregati. Ormai niente vi potrà più bastare."
(Michel Houellebecq, "Rester vivant")

"L'amore più grande è quello nato dall'amicizia, e l'amicizia più grande è quella che si sviluppa dall'amore."
(Lou Von Salomé)


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Le emozioni dell'innamoramento durano per sempre?

Dopo quanto tempo passano 'batticuore' e 'farfalle nello stomaco'?

Quanto durano le 'farfalle nella pancia' durante una relazione?


Come per tutte le esperienze umane, dipende da tanti fattori.
Per rispondere meglio, è importante capire che le "farfalle nello stomaco" sono generate da reazioni bio-chimiche tipiche dell'innamoramento; oppure da una particolare "chimica di pelle" che abbiamo con l'altra persona. Solitamente associamo queste sensazioni ad amore e sentimenti, ma nascono principalmente da neurotrasmettitori ed ormoni:
  • Feniletilamina
  • Dopamina
  • Testosterone
  • Noradrenalina
Quest'ultima, in particolare, è il principale responsabile di reazioni fisiologiche come "batticuore" e "farfalle nella pancia". Certo, magari proviamo realmente un grande amore per quella persona: però quello che perturba il nostro corpo sono prima di tutto scariche di quelle sostanze, che alterano il funzionamento del cervello in modo simile alle droghe.

L'intensità emotiva cala nel tempo

Chiarito questo, è stato dimostrato da varie ricerche che l'innamoramento dura al massimo da 12 a 18 mesi. Quindi anche quelle reazioni così intense e travolgenti, sono destinate ad attenuarsi e finire entro alcuni mesi.
In altre parole, le sensazioni estatiche e l'intensità emotiva tipiche dell'inizio di una relazione, sono limitate all'inizio della relazione stessa: l'emozione intensa diminuisce quando la relazione si stabilizza e continua nel tempo (questo spiega perché certi innamoramenti non corrisposti, o amori mai vissuti, possano continuare a lungo: non essendo passati alla fase concreta del viverli nella realtà, rimangono vividi nell'immaginazione).

L'amore può durare a lungo, l'innamoramento no

In sintesi, l'amore può durare per molto tempo, ma l'innamoramento è sempre "a breve termine" (ed è importante capire che innamoramento e amore non sono la stessa cosa).
Questo accade perché l'innamoramento è un "meccanismo biologico" che la Natura usa per spingerci ad accoppiarci e riprodurci: ci incanta e "stordisce" abbastanza a lungo da tuffarci nelle braccia dell'altro e fare progetti insieme, convinti che quello che sentiamo durerà per sempre. Invece emozioni e sentimenti sono per loro natura in continuo movimento.

Cosa succede dopo l'innamoramento?

Questo non vuol sempre dire - come pensano alcuni - che quando la passione diminuisce sia anche finito l'amore. Cosa succede alle relazioni quando finisce l'innamoramento?
  • Quelle poco valide, illusorie o basate solo sull'attrazione iniziale, finiscono oppure si trascinano stancamente.
  • In quelle valide (soprattutto quando continuative e stabili), le emozioni che sentiamo tendono a diventare più calme e tranquille. E' un tipo di amore diverso, meno "adolescenziale" e più "adulto". Meno farfalle e batticuore, più comprensione e intimità.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"Quando si è innamorati, si comincia sempre a ingannare se stessi e si finisce sempre con l'ingannare gli altri."
(Oscar Wilde)

"L'amore è ciò che resta quando l'innamoramento si è bruciato."
(Louis De Bernieres)

"Si dovrebbe essere sempre innamorati. Ecco perché non bisognerebbe mai sposarsi!"
(Oscar Wilde)


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Perché quasi mai ci innamoriamo degli amici?

Perché non proviamo attrazione per il nostro migliore amico o amica?

Perché, anche se il nostro migliore amico/a ha tutte le caratteristiche che cerchiamo in un/a partner, non ne siamo attratti?


Perché l'innamoramento e l'attrazione non nascono da qualità "morali" o psicologiche (quelle che apprezziamo a livello razionale). Quelle qualità semmai provocano stima, o ammirazione, o persino affetto - ma non attrazione. In altre parole, il fatto che qualcuno sia una "bella persona" non è fonte di attrazione erotica.
Invece, principalmente l'attrazione è creata da fattori evolutivi (legati alla riproduzione ed alla fitness genetica), ovvero a quella che interpretiamo come "bellezza" (che corrisponde sempre a fitness genetica, cioè segni di salute e/o fertilità) e, per le donne, anche al possesso di risorse o status nell'uomo (il motivo per cui la maggior parte delle donne è attratta da uomini ricchi o potenti).

Da notare che:

Perché siamo attratti da certe persone

E' per questo semplice motivo che, molto spesso, ci capita di desiderare persone "pessime" (interiormente) oppure incompatibili con noi ma che troviamo attraenti, ed ignorare persone "ottime" (piene di belle qualità) ma che non risultano attraenti a livello istintivo. Questo spiega comportamenti irrazionali come:

Perché non ci innamoriamo dei nostri amici

  • Questo è uno dei motivi primari per cui raramente ci innamoriamo di nostri amici: se non ne siamo stati attratti all'inizio, non hanno le qualità che per noi risultano attraenti. Quindi continuano a non risultare attraenti ai nostri occhi, anche quando li apprezziamo per tante altre ragioni.
  • Un altro motivo è che ci risulta più facile innamorarci di persone che non conosciamo. Spesso l'innamoramento si basa sull'idealizzazione, cioè vediamo l'altro perfetto e migliore di quanto sia realmente; cosa che non possiamo fare con gli amici, di cui conosciamo già pregi e difetti.
Su questo argomento, l'errore è credere che l'attrazione, o l'amore, nascano dalle qualità interiori; invece ciò avviene di rado.

Infine va anche detto che, per quanto rare, le relazioni che nascono tra due grandi amici sono spesso tra le migliori: sia perché alla base c'è già un forte affetto ed intimità; sia perché ci si conosce bene, quindi non c'è spazio per aspettative o pretese infondate (si ama l'altro per quello che è, non per ciò che vorremmo che fosse).


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"L'amicizia è una relazione disinteressata tra eguali; l'amore, una relazione abietta tra schiavi e tiranni."
(Oliver Goldsmith)

"Se si giudica l'amore dai suoi effetti principali, assomiglia più all'odio che all'amicizia."
(Francois de La Rochefoucauld)

"Si deve scegliere per moglie la donna che si sceglierebbe per amico se fosse uomo."
(Joseph Joubert)


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Quale tipo di uomo preferiscono le donne?

Che uomo vogliono le donne?

Cosa cercano le donne in un uomo?


Ah, che domanda classica!
Si potrebbe rispondere scrivendo pagine e pagine... e in effetti ho scritto un lungo articolo dedicato proprio a spiegare "Cosa vogliono le donne da un uomo" (che ovviamente non chiarisce tutto - cosa impossibile - però spiega una serie di comportamenti e misteri che gli uomini di solito non comprendono...).

Volendo riassumere alcuni concetti principali, possiamo vedere tre elementi che influenzano la maggioranza delle donne.

Ricerca di geni e risorse

Le donne seguono due pulsioni istintive principali:
  • la ricerca di "buoni geni" (scegliendo uomini belli, forti e virili);
  • e la ricerca di risorse (scegliendo uomini ricchi, potenti e/o con status elevato).
Anche una donna che, razionalmente, non si ponga tali obiettivi, solitamente tenderà a provare attrazione verso quei tipi di uomini; perché sono "programmi evolutivi" radicati nella biologia. Questo spiega come mai spesso le donne dicano di volere un certo tipo di uomo (per esempio: dolce e amorevole), ma poi si invaghiscono di un tipo opposto (dominante ed egocentrico).

Purtroppo raramente un uomo possiede entrambe le qualità. Ma questo non impedisce alle donne di cercarle, ed infatti...

Le donne vogliono tutto

Generalmente le donne vorrebbero tutto (ed anche il suo contrario): un uomo bello e ricco (vedi punto sopra), forte ma dolce, sicuro ma arrendevole, passionale ma fedele, dominante ma sensibile... Ovvero un uomo che possieda tutte le qualità desiderate (anche quando esse sono in contraddizione).

Il mito del "Principe Azzurro" incarna esattamente questo archetipo di uomo ideale: bello, ricco, potente, affascinante. Peccato però che uomini così nella realtà non esistano. Questo fa sì che poi, in concreto...

Un uomo per ogni stagione

Le donne scelgono tipi di uomo diversi, a seconda di cosa vogliono ed anche dell'età o della fase della vita che stanno attraversando. Per esempio:

Ogni donna è un individuo

Infine, non bisogna mai dimenticare che non siamo tutti uguali, quindi ogni donna potrà avere preferenze diverse dalle altre. Sicuramente ci sono scelte più comuni ed è possibile generalizzare (come ho fatto qui), ma poi ogni individuo ha la sua storia che influenzerà le sue scelte sentimentali.
Per questo dire "Tutte le donne vogliono..." o "A tutte le donne piace..." ha ben poco senso. Al massimo si possono identificare le preferenze di una maggioranza, più o meno ampia.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"La donna cerca il principe azzurro, illudendosi di essere una principessa."
(Vincenzo Di Raimo)

"I briganti ti chiedono la borsa o la vita: le donne le vogliono tutte e due."
(Samuel Butler)

"E' raro che gli uomini che nutrono il massimo rispetto per le donne godano di qualche popolarità tra di loro."
(Joseph Addison)


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Possiamo scegliere di innamorarci?

L'innamoramento è una scelta?


No, direi proprio di no.
L'innamoramento è un "meccanismo" istintivo (e spesso illusorio) che la Natura usa per indurci ad accoppiarci e riprodurci. Non c'è nulla di volontario.
  • E' alimentato da una serie di sostanze biochimiche (neurotrasmettitori) che provocano sensazioni di estremo benessere e intensa dipendenza. Queste sostanze ci inducono a considerarlo "amore", ma sul cervello hanno lo stesso effetto delle droghe.
  • L'innamoramento ci porta a vedere l'altro come perfetto, ideale e indispensabile, così ci leghiamo a lui / lei e progettiamo un futuro insieme... ignari che l'innamoramento dura mediamente 12–18 mesi (anche se tutti pensano che "Per noi sarà diverso")...
  • Dopo di che vedremo l'altro in modo realistico, coi suoi pregi e difetti; magari perderemo interesse; o addirittura ci troveremo a chiederci "Cosa ci faccio con quello/a lì?". Senza quella spinta iniziale, la motivazione ad investire nella coppia o nella prole sarebbe stata ben minore.

Poiché l'innamoramento - come appena visto - è uno slancio istintivo, legato anche a fattori biochimici (che non possiamo influenzare direttamente), ne risulta che non possiamo attivarlo con la volontà.
  • Possiamo imparare ad apprezzare una persona.
  • Possiamo scegliere di conoscerla più a fondo, e magari scoprire qualità che ci coinvolgono (ma non vi è garanzia di questo).
  • Possiamo decidere di volerle bene, e persino - col tempo - imparare ad amarla.
Ma l'innamoramento è fuori dal nostro controllo. Come per tutti gli istinti, si origina da una parte della nostra psiche che è slegata dalla ragione e dalla volontà. Non nasce dal "cuore" (come molti credono) ma dalla "pancia"; ed è per questo che è un'esperienza così travolgente, così - appunto - viscerale.

L'innamoramento non è destino, e neanche amore

L'innamoramento è un'esperienza straordinaria e - spesso - meravigliosa (oppure devastante quando non siamo ricambiati). Ma non andrebbe considerata una base solida su cui costruire una relazione di lungo percorso (anche perché stare insieme a lungo non ci viene naturale).
Né andrebbe confuso l'innamoramento con l'amore: si può decidere (almeno in parte) di amare qualcuno, ma non si può scegliere di innamorarsi.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"Quando si è innamorati, si comincia sempre a ingannare se stessi e si finisce sempre con l'ingannare gli altri."
(Oscar Wilde, "Il ritratto di Dorian Gray")

"L'amore è ciò che resta quando l'innamoramento si è bruciato."
(Louis De Bernieres)

"L'innamoramento è come uno sbronza che altera la realtà."
(Fabio Volo)


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Come riconosci l'amore della tua vita?

Quando sai di aver trovato la persona giusta?

Come sai di aver trovato l'amore della tua vita?


Non lo puoi sapere.

Non esiste il partner perfetto

Intanto perché l'idea di "amore della tua vita", o di "persona giusta", presuppone che ci sia un unico partner ideale in tutta la tua esistenza. Che è un ideale romantico del tutto falso: non esiste un partner ideale che sia al 100% su misura per noi; semmai possiamo incontrare numerose persone con maggiore o minore compatibilità.

Possiamo amare diverse persone nel corso della vita (come accade a quasi tutti), e ciascuna relazione avrà una sua qualità e compatibilità, ma anche limiti, contrasti e frustrazioni. In altre parole, l'amore ideale esiste solo nelle favole e nei film romantici stile Hollywood.

All'inizio sembra tutto meraviglioso

Poi, perché nella prima fase della relazione (infatuazione, innamoramento, idillio, estasi...) siamo in uno "stato di coscienza alterata" (l'innamoramento ha un effetto simile alle droghe), per cui non siamo in grado di valutare la relazione in modo obiettivo. Siamo - per così dire - "fuori di testa" (nel senso migliore possibile). Ci sembra tutto perfetto e meraviglioso (ed è la fase in cui più facilmente inganniamo noi stessi).

Quando poi l'innamoramento termina (perché non dura mai per sempre), vediamo il partner e la relazione in modo più oggettivo e razionale, e riconosciamo i loro limiti. Questo non impedisce di amare ancora l'altro, ma certo smentisce l'ideale di perfezione romantica. Magari ci ritroviamo abbastanza felici e soddisfatti insieme, però una parte di noi sogna ancora di incontrare l'amore ideale.

Visione panoramica

E' solo alla fine della nostra vita (o quantomeno sul lungo periodo), quando osserviamo con ampia prospettiva le varie relazioni vissute, che possiamo valutare quelle veramente notevoli e quelle solo passionali, fugaci o superficiali. Non possiamo saperlo mentre le viviamo, perché siamo troppo immersi nelle nostre emozioni per avere sufficiente chiarezza ed obiettività:
  • Magari lasci il partner migliore che tu abbia mai trovato, perché la fiamma iniziale si è attenuata ed hai incontrato un altro/a che ti fa battere il cuore - ma che poi si rivela un bastardo o una stronza.
  • A volte buttiamo all'aria tutta la nostra vita per inseguire qualcuno che ci sembra straordinario... salvo poi, dopo qualche mese od anno, chiederci cosa diamine ci avessimo trovato di così tanto speciale.
Quando si tratta di relazioni, è importante riconoscere che siamo guidati principalmente da istinti ed emozioni. Ma istinti ed emozioni non sono "saggi", non sanno quello che è meglio per noi, quindi spesso ci ingannano o ci portano a fare scelte discutibili - che poi riconosciamo solo a posteriori.


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"I grandi amori sono come i nostri cani: di solito muoiono molto prima di noi."
(Yves Lecomte)

"Non c'è nessuna persona giusta. Non esiste né in terra né in cielo né da nessun'altra parte. Esistono soltanto le persone, e in ognuna c'è un pizzico di quella giusta."
(Sandor Marai)

"L'amore è eterno finché dura."
(Henry De Regnier)


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Ipergamia: tutti vorremmo un partner migliore di noi

Il concetto di "ipergamia"* è familiare a chi si interessa di relazioni sentimentali (voce di Wikipedia in inglese con maggiori dettagli). In pratica indica la tendenza a scegliere un partner di livello superiore al proprio (in senso economico e sociale, ma non solo).

* Etimologia

La parola ipergamia deriva dalle parole greche "hyper" (al di sopra) e "gamos" (unione, coppia), quindi "unione superiore (al proprio status originario)".

Ipergamia femminile

Questa tendenza è particolarmente presente nelle donne, infatti esse tendono a cercare un partner migliore di loro stesse:
  1. In senso stretto, a livello socio-economico. Quindi con reddito e/o status sociale superiore; casi classici sono la segretaria che sposa l'avvocato, l'infermiera che sposa il medico, l'operaia che sposa il laureato (casi opposti possono esistere, ma sono alquanto rari).
  2. In senso ampio, ad ogni livello: le donne desiderano un uomo più alto di loro, più intelligente, più colto, più raffinato, più ambizioso, più forte, più coraggioso, e possibilmente anche più bello.
Il primo caso è quello più comune e tradizionale, esistente da sempre in ogni cultura (per esempio anche in India, dove vige un sistema di caste, ma in cui è previsto che la donna possa sposare uomini di caste superiori).
Il secondo invece sembra più diffuso in culture moderne ed occidentali; probabilmente perché è dove le donne hanno acquisito indipendenza economica, per cui il fattore economico diventa meno primario, e l'istintiva tendenza ipergamica si estende anche ad altri settori.

L'ipergamia femminile è la regola

L'esistenza dell'ipergamia femminile è fuor di dubbio, perché è la norma anche in natura: gli animali femmina scelgono per l'accoppiamento sempre i maschi migliori. Che sia il maschio dominante (Alfa) del gruppo in una specie sociale, quello più forte o coraggioso, quello col piumaggio più appariscente, quello che offre più cibo o che costruisce il nido più robusto, lo schema è sempre quello: i maschi migliori o più dotati vengono scelti, gli altri scartati.
Sarebbe ingenuo pensare che un comportamento così universale, non sia diffuso anche fra gli umani (dati pure i vantaggi evolutivi che offre).

Una pulsione più che una decisione

Non è tanto una pretesa intenzionale (o non solo), quanto una pulsione evoluzionistica: un partner dotato di maggiori qualità - a qualsiasi livello - tende ad offrire migliori geni e/o migliori possibilità di sopravvivenza e successo alla propria prole (è il meccanismo del "gene egoista" in azione). Essendo le femmine dotate di maggior "valore di mercato" dei maschi (in quasi tutte le specie), sono loro ad effettuare una selezione tra i pretendenti, e quindi possono permettersi di essere esigenti e puntare al meglio - o almeno provarci.
Ma come fanno a conquistare uomini con "valore" superiore? Ci riescono offrendo qualità particolarmente apprezzate dai maschi: la bellezza, la gioventù, le performance sessuali (infatti più una donna può offrire in questi termini, e più facilmente può ambire ad un uomo migliore di lei).

Tutti vorremmo qualcuno migliore di noi

Se però osserviamo i desideri ed i comportamenti degli esseri umani in generale, notiamo che una certa "ipergamia" è presente in chiunque. Cioè tutti tendiamo a desiderare il partner migliore possibile, o comunque con qualità maggiori delle nostre:
  • Se potessero, la maggior parte delle donne sceglierebbe come partner uomini tipo Brad Pitt, George Clooney o Richard Gere.
  • Allo stesso modo, la maggior parte degli uomini vorrebbe come donna un'attrice o una modella di intimo, potendola avere.
Nei maschi, però, questo impulso sembra orientato solo verso l'aspetto: cioè gli uomini aspirano agli esemplari più attraenti del sesso opposto (proprio come accade per le donne), ma non sono solitamente interessati a donne più intelligenti, colte o ricche di loro (magari lo apprezzano se succede, ma non è un requisito necessario).
I maschi sembrano quindi avere solo una "ipergamia estetica", mentre nelle femmine si estende anche allo status e al potere (George Clooney non è solo bello, ma anche ricco e famoso).

“Una certa ipergamia
è presente in chiunque”

Ipergamia come funzione evolutiva

In effetti questa tendenza ipergamica, come pure la differenza di preferenze tra uomini e donne, trova spiegazione nella psicologia evoluzionistica: cioè siamo attratti dalle qualità che ci offrono il maggior successo riproduttivo. Ma queste qualità non sono esattamente le stesse per i due sessi; per via della differente fisiologia, uomini e donne cercano cose diverse:
  • Per i maschi conta solo l'acquisizione di buoni geni ("Shopping for genes" in termini tecnici). Questi sono segnalati da certe caratteristiche fisiche che percepiamo come bellezza.
  • Per le femmine, invece, oltre ai buoni geni (e quindi all'aspetto fisico), è importante l'acquisizione di risorse ("Shopping for resources"). Da qui l'importanza data alla posizione economica o sociale, nonché ad altre qualità e talenti (che segnalano maggiori capacità e potenziale successo nella vita).

Amori non ricambiati

Come mai buona parte degli innamoramenti non viene ricambiata? Una spiegazione possibile è l'ipergamia: chi si innamora, spesso lo fa verso una persona migliore di sé (più attraente, più fascinosa, più dotata: per quello l'infatuazione è così intensa); che però a sua volta vorrebbe qualcuno di migliore, e non certo di livello inferiore (per quello non ricambia l'interesse).
Questi innamoramenti sono quindi destinati a rimanere unilaterali.

Oppure quando certe persone dicono "Non trovo nessuno che mi piace, e quelli che mi vogliono non piacciono a me", è probabile che ci sia sotto dell'ipergamia (in queste situazioni ciascuno desidera qualcuno "più in alto" di sé, ma non più in basso).

Anche se non lo ammettiamo

Poi non sempre siamo disposti ad ammettere questa tendenza (non vogliamo apparire pretenziosi o superbi), ma a livello istintivo è certamente presente: quando in una stanza entra una persona particolarmente fascinosa o dotata (sia essa uomo o donna), tutti i presenti ne sono colpiti e intrigati.
  • Gli uomini spesso competono per la donna più attraente di un determinato ambiente.
  • Di fronte ad un uomo di "elevato valore", le donne tendono ad entrare in una concorrenza spietata.
Di nuovo, questa tendenza ha un valore evoluzionistico: migliori sono le qualità del partner, migliori saranno quelle dei nostri discendenti. Non è una scelta razionale, è istintiva.

“Gli uomini competono
per la donna più attraente;
le donne si fanno
una concorrenza spietata”

Non siamo realisti

Se siamo preda della convinzione (illusoria) che gli esseri umani siano creature razionali (ma in pratica raramente lo siamo), ci aspetteremo che le persone siano realistiche e ben volentieri accolgano partner al loro stesso livello (consapevoli di non poter ambire molto più in alto). Ma questo non accade, anzi; oppure accade solo dopo diverse esperienze negative, e/o in presenza di una maturazione che non sempre avviene.

In pratica, quel che succede è che - appunto - tutti desideriamo persone migliori di noi (sia che ce ne rendiamo conto o meno); specialmente da giovani. E le persone di "livello" più basso, meno dotate (a livello fisico, intellettuale e/o culturale), da cui ci dovremmo aspettare un maggiore capacità di accontentarsi, sono spesso proprio quelle con ambizioni elevate. Prendiamo come esempio una ragazza decisamente bruttina, o un uomo anonimo senza alcuna qualità (quindi quelli con "valore di mercato relazionale" minore):
  • Ragazze di questo tipo spesso sognano il "Principe Azzurro", oppure corrono ostinatamente dietro ai maschi più attraenti (non di rado finendo con l'essere usate solo per fare sesso).
  • Uomini di scarso valore sono tra quelli più fissati con l'idea di conquistare una "modella", o comunque una donna dalla bellezza fuori dal comune.

Molti diventano realisti; altri mai

Certo non è sempre così: molti sviluppano un certo realismo, magari in seguito a delusioni ed esperienze negative, quindi abbassano le loro mire.
Ma altri, forse tra i più immaturi, mancano di alcun senso di realismo e continuano a perseguire la loro istintiva ipergamia. Forse perché mancano di un senso obiettivo del proprio valore, oppure per compensare un loro senso di inferiorità (avere un partner di alto valore li farebbe sentire, per "luce riflessa", come se loro stessi fossero migliori).

Ipergamia solo al femminile?

Ma se abbiamo tutti una tendenza ipergamica, come ipotizzo, come mai in genere viene considerata solo l'ipergamia femminile? Probabilmente perché solo le donne "se la possono permettere", mentre negli uomini rimane soltanto potenziale.
  • In ambito relazionale, la donna ha più valore dell'uomo: infatti solitamente è l'uomo che corteggia, mentre è la donna che viene corteggiata e sceglie. E' lei in posizione di potere (lo stesso accade fra gli animali).
  • Inoltre le donne possiedono un potere sessuale che l'uomo non ha: per cui gli uomini hanno più bisogno delle donne, che viceversa (in epoche passate le donne avevano bisogno degli uomini per ragioni economiche o di sopravvivenza, ma in Occidente ora non è più così).
Questa posizione di "superiorità relazionale" fa sì che molte donne possano soddisfare il loro impulso ipergamico (quantomeno quelle dotate di sufficiente valore estetico), mentre gli uomini non hanno quel potere innato, e devono quindi "accontentarsi": è comune che l'impiegata sia corteggiata dal manager, o la casalinga sposi un professionista; è molto più raro che un uomo medio abbia come partner una donna assai più bella di lui.

L'eccezione alla regola maschile è rappresentata dal potere economico o di status: gli uomini che lo sviluppano possono infatti ambire a donne anche molto più belle di loro. E' di fatto normale vedere uomini ricchi, potenti o famosi circondati da donne affascinanti (dimostrazione che l'impulso ipergamico è comune anche fra i maschi, ma pochi riescono a soddisfarlo).
Un esempio lampante è l'attore Leonardo DiCaprio: le sue molte partner sono sempre state donne bellissime (spesso super-modelle) e giovanissime (mai più vecchie di 25 anni). Lo stesso farebbe gran parte degli uomini, se potesse.

“L'ipergamia è più femminile
perché le donne
se la possono permettere”

Ma, in pratica, siamo davvero ipergamici?

A questo punto qualcuno potrebbe obiettare: ma se fossimo davvero tutti ipergamici, allora non si formerebbero coppie; tutti correrebbero dietro a qualcuno migliore di loro, che a sua volta vorrebbe qualcuno migliore, e così via.
Ovviamente, in realtà non funziona così: la maggior parte delle persone entra in relazione, a volte anche a lungo. Buona parte si sposano, fanno figli... e tutto questo anche se il partner non è proprio vicino all'ideale, o tanto migliore di se stessi.

Ma allora, l'ipergamia esiste oppure no? E se esiste, come si concilia con la realtà delle coppie che si scelgono? E' quello a cui cerco di rispondere in questo post.
Direi che le ragioni primarie per cui l'ipergamia - seppur reale - non impedisce alle coppie di formarsi, sono le seguenti:

L'innamoramento

Quando ci innamoriamo vediamo l'altro come perfetto e meraviglioso, quindi migliore di quanto sia realmente. Perciò anche migliore di noi (è anche per quello che ne siamo così rapiti ed entusiasti).
Poi quando l'innamoramento passa vediamo l'altro in modo più realistico, e ne siamo quindi per certi versi delusi. A questo punto molti si lasciano, perché non desiderano come partner la persona reale (invece di quella idealizzata che vedevano prima). Altri invece rimangono in coppia, magari perché hanno imparato ad apprezzare le varie qualità di un partner "imperfetto" ma comunque valido.
Per certi versi, potremmo vedere l'innamoramento come un "trucco" che la Natura usa per superare l'ostacolo dell'ipergamia (almeno temporaneamente).

Scambiare il potenziale con il reale

A volte scegliamo un partner sedotti dalle sue "potenzialità", da quello che noi crediamo potrebbe diventare, piuttosto che da quello che è realmente. E poi ci impegniamo per spingerlo a sviluppare quel potenziale. Questo capita specialmente nelle donne, in cui questa tendenza a premere sul partner perché cambi è relativamente frequente.
In questi casi l'impulso ipergamico ci porta ad "investire" in un futuro ipotetico, all'altezza delle nostre aspettative, che però potrebbe anche non realizzarsi mai.

Ci completiamo a vicenda

La maggior parte delle coppie presenta un certo grado di complementarietà, ovvero ogni partner possiede qualità che all'altro mancano, che portano in un certo senso a "completarsi" a vicenda. Anche questo può essere una risposta all'impulso ipergamico: ci porta a vedere l'altro come "migliore di noi" (almeno per certi aspetti), quindi prezioso e appetibile, od anche necessario avendo lui qualità a noi mancanti.
Un esempio classico di complementarietà sono le coppie dove lui è più razionale e concreto, lei è emotiva e sognatrice (lui è affascinato dall'emotività di lei, lei è rassicurata dalla concretezza di lui).

Necessità e bisogni

A volte mettiamo da parte l'impulso ipergamico perché certi nostri bisogni diventano più pressanti:
  • Patiamo troppo la solitudine, quindi un partner anche "normale" (o persino mediocre) ci può apparire meglio che restare da soli.
  • Il nostro "orologio biologico", o comunque il desiderio di avere dei figli o creare una famiglia, può diventare più forte del desiderio di un partner eccezionale.

“Se patiamo la solitudine,
un partner normale
è meglio che restare da soli”

Le esperienze negative ci plasmano

Probabilmente tutti partiamo con un'istintiva ipergamia e andiamo incontro bramosi verso le persone (migliori) che ci entusiasmano. Questo capita quasi a tutti nell'adolescenza: a scuola i maschi hanno una cotta per la più bella della classe, e le femmine smaniano per il compagno più attraente, atletico o carismatico. Ma anche da adulti abbiamo spesso un debole per un attore o attrice, una modella, una celebrità.
Però man mano che le delusioni ed i rifiuti continuano ad arrivare, tendiamo a ridimensionare l'entusiasmo e ad adattarci. Consapevolmente o meno, realizziamo che certe persone saranno sempre fuori portata per noi, per cui riduciamo le nostre ambizioni a livelli più realistici.
Quindi certe persone vengono plasmate dalle esperienze negative, e ridimensionano i loro impulsi ipergamici verso obiettivi più accessibili. Questo non ci impedisce di fantasticare sull'attore o sulla modella... ma solitamente comprendiamo che rimangono solo un sogno. Solo le persone immature, non consapevoli dei propri limiti, continuano a credere di poter ambire così in alto.

Maturità e capacità di accontentarsi

Una parte fondamentale della maturità è la capacità di fare i conti con la realtà. Quindi anche capire che certi sogni sono fuori dalla nostra portata, o che inseguirli porta più sofferenza che soddisfazione. Con questo tipo di maturità una persona non si fa condizionare dal suo impulso ipergamico, ma riesce ad apprezzare anche partner "ordinari" se comunque validi per molti aspetti.

Questo succede sia ad uomini che donne, ma ho notato in molte donne una tendenza ad auto-convincersi che il partner, o la relazione, siano migliori di quanto realmente sono. Come se l'impulso ipergamico continuasse a premere e, per zittirlo, la persona si raccontasse quanto il partner sia meraviglioso (oppure lo si fa per convincere gli altri, non saprei).

Ipergamia e dating online

Un ambito in cui si evidenzia l'ipergamia di tutti è quello del dating online (Tinder, Meetic e simili). Questi siti offrono una scelta apparentemente infinita, per cui gli utenti (e le donne in particolare) sono invogliati a scartare i più e scegliere solo i profili migliori.
In pratica, le app di dating creano un "mercato relazionale globale" (per quanto virtuale), senza limiti, che alimenta la speranza ipergamica di poter trovare un partner "al top" a prescindere dal proprio livello.

In un "mercato locale", numericamente limitato (com'era prima di Internet), finiamo con l'essere realisti ed accontentarci di qualcuno disponibile. La scelta illimitata del dating online, invece, alimenta l'istinto ipergamico, la tendenza a scartare ("swipe left") chiunque abbia un minimo difetto o mancanza, e la speranza che al prossimo click appaia la persona dei nostri sogni che ci ricambierà.
Questa dinamica, unita alle tendenze individualista e narcisista cresciute negli ultimi decenni, fanno sì che molte persone rimangono condizionate dalla loro ambizione ipergamica, e non sappiano più accontentarsi; restando così sempre sole.

“Le app di dating
creano un
mercato relazionale globale”

Quando l'ipergamia domina

Quando l'impulso ipergamico prevale, le persone non riescono ad accontentarsi o adattarsi:
  • Certi uomini continuano a correre dietro alle donne più belle, nonostante i continui rifiuti che ricevono, rifiutandosi di riconoscere che sono fuori dalla loro portata.
  • Certe donne preferiscono rincorrere, o restare legate a, uomini con alto "valore di mercato" (per esempio benestanti, oppure virili e dominanti, maschi Alfa), che però le trattano male o sono poco disponibili; piuttosto di considerare uomini con minor valore ma che sono sinceramente interessati a loro.

Le vittime dell'ipergamia

Chi rimane governato dall'impulso ipergamico, per cui rifiuta di accontentarsi o adattarsi puntando invece sempre "più in alto", rischia di finire in due modi:
  • Rimane sempre da solo
  • Vive una serie continua di delusioni relazionali

Questo può succedere anche a chi si ostina a credere a certe "favole romantiche":
  • Che un giorno arriverà finalmente il "Principe Azzurro".
  • Che esiste la "persona giusta" con cui vivere una relazione perfetta.
  • Che possono vivere un amore straordinario, con un partner eccezionale, anche se sono persone ordinarie.
  • Che meritano un grande amore, anche senza fare nulla per esserne all'altezza.

Parte del diventare realmente adulti sta nel riconoscere i propri limiti (che ognuno ha), come pure quelli della realtà. Quindi anche ammettere che non si può avere tutto o fare tutto - e questo vale anche per le relazioni.
Chi ha una vita sentimentale deludente o infelice, e accusa il mondo oppure crede di essere "sfortunato in amore", farebbe bene a chiedersi se invece sta solo inseguendo qualcosa che non esiste, o che è fuori dalla sua portata.

"Nessuna donna farebbe un matrimonio d'interesse: prima di sposare un miliardario, se ne innamora!"
(Cesare Pavese)


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La differenza tra amore romantico e amare

Per molti il concetto di amore equivale all'amore romantico, quello mostrato nei film sentimentali e nei romanzi rosa. Io invece distinguo tra "amare" in senso proprio, e "amore romantico".
Questa distinzione è importante, perché il concetto di amore romantico è una sorta di "minestrone emotivo" in cui coesistono stati disparati ed anche contraddittori: passione, desiderio, bisogno, affetto, eros, attaccamento, dipendenza, gelosia, possesso, ecc. Al punto che l'amore romantico contiene - e spesso giustifica - affermazioni contrapposte come "Ti amo ma ti odio", oppure "Ti amo e non posso lasciarti libero/a", o addirittura "L'ho ucciso/a perché l'amavo troppo" (!).

Secondo me, una cosa non può essere il suo contrario: quindi se dici che "Mi ami e mi odi" (che sono due sentimenti opposti), o hai le idee molto confuse, oppure quello di cui parli non è propriamente amore. Per questo ritengo necessaria la distinzione tra "amore romantico" (che può essere contraddittorio) e "amare" vero e proprio (che è coerente).

“Una cosa non può essere
il suo contrario”

Amare è volere il benessere dell'altro

Per come la vedo io, amare nel senso pieno della parola significa essenzialmente avere a cuore la felicità e il benessere dell'altro. Quando amiamo qualcuno, il suo ben-essere è per noi importante quanto il nostro - o anche di più.
E' il significato letterale del "voler bene": ovvero, desidero il tuo bene, qualunque esso sia, anche a discapito del mio. E' uno "stato di grazia" in cui il nostro naturale egoismo si acquieta e l'altro assume un posto centrale nei nostri pensieri. Quando accade, quello che era "Altro da Noi" non è più lontano ed estraneo, ma ci diventa prossimo, familiare, prezioso: ci sta a cuore, ci è caro, ce ne prendiamo cura. Anche quando la persona amata non ci ricambia, anche se non ne traiamo un vantaggio.

  • In altre parole, l'amore autentico è gratuito, disinteressato. E' una pulsione a dare.
  • Mentre l'amore romantico, in genere, è in buona parte volto al proprio tornaconto, ad ottenere qualcosa dall'altro ("Ti amo perché sei mio/mia, o perché tu lo diventi, o perché spero di essere ricambiato"). Molto difficilmente amiamo qualcuno che non può darci nulla. Nasce da una pulsione a prendere.
    Ed ecco perché, quando non ottiene quello che vuole, questo sentimento si trasforma facilmente da positivo in negativo.

La gelosia non è amare

Un esempio classico dei limiti dell'amore romantico è la gelosia. Se amare vuol dire volere il bene dell'altro, ecco che la gelosia va in direzione opposta: limita l'altro, ne esige il controllo e la sottomissione, fino ad arrivare a soffocarlo o a proibirgli quello che potrebbe renderlo felice - o a punirlo se osa perseguire i propri desideri. Il che mostra quanto la gelosia sia sempre e comunque un sentimento egoistico, volto al proprio interesse e mai a quello dell'altro.

Sia chiaro che non voglio demonizzare la gelosia: è un sentimento del tutto umano, ed anche le persone più evolute la provano. Tengo però a sottolineare quanto vada in direzione contraria all'amare vero e proprio. E quanto, quindi, sia falso dire "Sono geloso perché ti amo"; sarebbe molto più onesto ammettere che "Sono geloso perché..."
  • Ho paura (di perderti, di non essere all'altezza, che trovi qualcuno migliore di me)...
  • Sono insicuro (del mio valore, di meritarti)...
  • Ho bisogno di te per stare bene (al punto da mettere la mia felicità prima della tua).

In sintesi, l'idea popolare per cui "Amore vuol dir gelosia" ha senso solo se parliamo di amore romantico. Ma è invece in contrapposizione all'amare veramente: se ti amo in senso proprio, cercherò di arginare la mia gelosia (perché non limiti la tua felicità), invece di giustificarla e cercare di controllarti.

“La gelosia è sempre e comunque
un sentimento egoistico”

L'amore autentico agisce per il bene dell'altro

Un'altra caratteristica dell'amare autentico è la coerenza tra sentimento e azione: provo un sentimento amorevole verso l'altro, ed agisco per il suo benessere. L'amore reale si trasforma in azione (quando possibile), non si ferma alle parole. Se, invece, dico di amare qualcuno ma non agisco a suo beneficio, o mi limito a crogiolarmi nei miei sentimenti, o - peggio - agisco in modo da limitarlo o da renderlo infelice... allora è probabile che il mio sia solo amore romantico, o semplice infatuazione.
L'amore reale si può esprimere attraverso una serie di azioni positive, che diventano "doni" per la persona amata:
  • Ascolto (non solo silenzio ma attenzione focalizzata sull'altro; non solo ascoltare le parole, ma anche l'emozione sottostante; ascoltare col cuore)
  • Attenzione (concentrarci sull'altro; accantonare il nostro ego, mettere l'altro al centro)
  • Accoglienza (nel bene e nel male, nella gioia e nella tristezza, restare aperti all'altro)
  • Assenza di giudizio (giudicare separa, allontana e porta l'altro a chiudersi)
  • Accettazione (accettare l'altro per come è, senza critiche, senza volerlo cambiare)
  • Apprezzamento (notare e apprezzare tutte le sue qualità; celebrare la sua unicità)
  • Comprensione (cercare di capire l'altro, anche quando è diverso da noi, o vuole cose diverse da quelle che vogliamo noi)
  • Compassione (accogliere la sofferenza dell'altro; perdonare le sue mancanze)
  • Gentilezza (parlare ed agire con garbo, attenzione e delicatezza)
  • Rispetto (non aggredire, non pretendere, non ignorare, non dare per scontato)
  • Avere a cuore la felicità dell'amato
  • Prendersi cura (dei suoi bisogni, dei suoi problemi, della sua sofferenza)
  • Dare all'amato spazio per esprimersi liberamente

L'amore romantico spesso agisce per se stessi

Per contro, nell'amore romantico spesso:
  • L'attenzione è concentrata su di sé, sui propri bisogni.
  • Si giudicano i comportamenti del partner che ci turbano, o che non corrispondono a ciò che vogliamo.
  • Il partner viene confrontato con i nostri ideali romantici (al cui confronto risulterà sempre carente), invece di essere accettato per come è.
  • Quando il partner ci delude o ci ferisce (anche senza intenzione), in genere siamo tutt'altro che comprensivi o compassionevoli. Anzi, passiamo facilmente dall'amore (romantico) all'avversione, all'odio, al rancore.
  • Quando siamo preda dei bisogni, della passione, della dipendenza, facilmente possiamo mancare di rispetto all'altro, perché siamo tutti concentrati su noi stessi; in quei casi l'altro diventa "oggetto" d'amore, più che soggetto.
  • Di conseguenza, quando siamo presi da noi stessi siamo molto più concentrati sulla nostra felicità, in genere a discapito di quella dell'altro.
  • L'amato deve aderire ad un "copione" romantico, per cui fatica ad essere pienamente se stesso. Bastano un pensiero, una parola, un gesto "fuori posto" per scatenare gelosia, possesso e paure varie.

Non voglio dire che l'amore romantico ci trasformi in "brutte persone". Nell'amore romantico convivono tante emozioni variegate, e in esso ci può essere spazio per amare sinceramente e darsi pienamente. Però con le due liste soprastanti, ho voluto mostrare quanto i due stati d'animo possano andare in direzioni diverse.

“Nell'amore romantico convivono
tante emozioni variegate”

L'effetto della bellezza sull'amore

L'amore romantico è spesso collegato all'aspetto fisico. Quando incontriamo una persona di aspetto sgradevole, difficilmente ci viene un impulso verso l'amore romantico. L'innamoramento, l'infatuazione, la bramosia, il più delle volte vengono suscitati dalla bellezza dell'altro (almeno in parte). Se improvvisamente l'amato perdesse la sua bellezza (per malattia, o incidente), l'amore romantico che proviamo, se ispirato o alimentato da quella bellezza (come solitamente succede), ne risentirebbe - anche se magari esiteremmo ad ammetterlo.

Invece nell'amare vero e proprio l'aspetto dell'altro è pressoché irrilevante: amiamo l'altro perché è lui (o lei), e se il suo aspetto cambia possiamo persino non farci caso. L'amore autentico è rivolto alla persona in sé, non a qualche sua caratteristica specifica.
Quando siamo capaci di amare in questo senso, possiamo provare quel sentimento anche verso una persona di aspetto sgradevole: vediamo al di là dell'aspetto, sappiamo cogliere la sua bellezza interiore, e rimanerne incantati. Le persone che negano o ridicolizzano il concetto di "bellezza interiore", in genere sono persone capaci solo di amore romantico; per cui per loro esiste solo un amore passionale collegato alla bellezza - e non sanno immaginare che possa essere diversamente.

Sentimenti diversi

Riassumendo, amare qualcuno significa provare un sentimento sempre benevolo nei suoi confronti, in modo coerente (non oggi in un modo, e domani il contrario). Mentre l'amore romantico include tanti sentimenti diversi, anche opposti.
E' comune che questi due stati d'animo siano mescolati: per esempio accade nell'innamoramento, in cui solitamente siamo travolti dai sentimenti tipici dell'amore romantico, ma spesso proviamo anche un amore generoso ed incondizionato verso l'altro. Durante l'innamoramento, non di rado oscilliamo tra un "amore egoistico" (in cui vogliamo che l'altro sia tutto per noi) ed un "amore altruistico" (l'amare in senso proprio), in cui la felicità dell'altro è per noi primaria, a prescindere dal nostro interesse.

L'amore romantico e l'amare non sono quindi due stati mutualmente esclusivi, ma spesso si fondono. Rimangono però due sentimenti differenti, ed è bene ricordare questa differenza per evitare confusione nelle nostre relazioni. Se invece li confondiamo, potremmo ritrovarci a far soffrire qualcuno pensando di amarlo - e questo porterà probabilmente ad incomprensioni e conflitti.

"Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro."
(G.W. von Leibnitz)

"Col pretesto dell'amore, l'essere umano tenta a volte di controllare e dominare. Ovviamente questo non è amore, ma un sentimento più meschino, una scusa per mascherare le nostre debolezze e dipendenze emotive."
(Marc Alain)

"L'amore è questa cosa qui: azione. Tutti siamo capaci di dire che amiamo, di fare dichiarazioni, ma la differenza la fa chi è capace di agire, anche contro se stesso."
(Paul Haggis)


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