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Citazioni 5 - Vita, Esistenza, Morte

Ho sempre amato citazioni e aforismi: il loro potere di condensare la saggezza in poche parole, di illuminare la verità, di incoraggiare il cambiamento... per questo li raccolgo da molti anni. Non di rado ho tratto supporto e ispirazione da essi.
Come ha scritto Isaac Newton, "Se ho visto oltre è perché sono salito sulle spalle di giganti". L'intelligenza e l'acume (a volte anche in una singola frase) di chi è più "grande" di me, mi ha aiutato ad aprire la mente e diventare quello che sono. Abbiamo tutti da imparare.

Ho quindi pensato di raccogliere le citazioni più significative in alcuni post, suddivisi per argomenti:
  1. Amore e relazioni
  2. Matrimonio - Amicizia - Sessualità - Amore per se stessi, Autostima
  3. Felicità e infelicità - Dolore e sofferenza
  4. Psicologia, Esseri umani
  5. Vita, Esistenza, Morte
  6. Filosofia, Etica, Idee
  7. Politica - Educazione - Denaro e lavoro - Animali


Vita, Esistenza, Morte


Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla.
(A. Baricco)

Non sono gli anni della tua vita che contano, ma la vita nei tuoi anni.
(Abraham Lincoln)

Lascia che la paura sia un consigliere, non il tuo carceriere.
(Anthony Robbins)

Ricordate, una vera decisione è misurata dal fatto che hai preso una nuova azione. Se non c'è azione, non avete davvero deciso.
(Anthony Robbins)

Non temere tanto la morte; temi piuttosto lo squallore della vita.
(Bertolt Brecht)

L'entusiasmo è per la vita quello che la fame è per il cibo.
(Bertrand Russell)

La maniera migliore di sfuggire ad un problema sta nel risolverlo.
(Brendan Francis)

Non è la specie più forte che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più ricettiva ai cambiamenti.
(Charles Darwin)

Lo strano è che invece che vedere la vita come una serie di decisioni, la vediamo come una serie di problemi.
(Charlotte Joko Beck)

Una grande nave ormeggiata nel porto è indubbiamente al sicuro. Ma non è per questo che le grandi navi sono state costruite.
(Clarissa Pinkola Estes)

A volte le cose brutte accadono; semplicemente non pensarci troppo.
(Dalai Lama)

Gli uomini perdono la salute per fare soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute; pensano tanto ansiosamente al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente e né il futuro; vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.
(Dalai Lama)

Il più grosso sbaglio che una persona possa fare è avere paura di fare uno sbaglio.
(Elbert Hubbard)

Non posso cambiare la direzione del vento, ma posso aggiustare le vele per raggiungere sempre la mia destinazione.
(Elif Shafak)

La morte non va temuta perché quando ci siamo noi non c'è lei, e quando c'è lei non ci siamo noi.
(Epicuro)

Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico.
(Erasmo da Rotterdam)

Io sono soltanto uno. Non posso fare tutto, ma questo non mi fermerà dal fare quel poco che posso.
(Everett Hale)

Nulla come l'attività per uno scopo determinato rende sopportabile la vita.
(Friederich Schiller)

Le persone che riescono in questo mondo sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che desiderano, e se non le trovano le creano.
(George Bernard Shaw)

Una vita spesa a commettere errori, non solo è più onorevole, ma è molto più utile di una vita consumata a non far niente.
(George Bernard Shaw)

Un uomo è ricco in proporzione al numero di cose di cui può permettersi di far senza.
(Henry D. Thoreau)

Molti uomini vivono vite di rassegnata disperazione.
(Henry David Thoreau)

Gli ostacoli sono quelle cose terribili che si vedono quando si distoglie lo sguardo dall'obiettivo.
(Henry Ford)

Ogni fallimento è semplicemente un'opportunità per diventare più intelligente.
(Henry Ford)

Usa i talenti che possiedi. Il bosco sarebbe molto silenzioso, se cantassero solo gli uccelli che cantano meglio.
(Henry Van Dyke)

Il destino è un'invenzione della gente fiacca e rassegnata.
(Ignazio Silone, “Vino e pane”)

Il corpo umano e' un tempio e come tale va curato e rispettato, sempre.
(Ippocrate)

La morte sarà una meravigliosa avventura!
(James M. Barrie, “Peter Pan”)

Più il corpo è debole, più comanda; più è forte, meglio obbedisce.
(Jean Jacques Rousseau)

La vita non ha senso a priori. Prima che voi la viviate, la vita di per sé non è nulla; sta a voi darle un senso, e il valore non è altro che il senso che scegliete.
(Jean-Paul Sartre)

Non ho chiesto a nessuno di nascere, perciò lasciatemi vivere come voglio.
(Jim Morrison)

Quali che siano i vostri sogni, quali che siano le vostre possibilità... cominciate. Nell'audacia c'è genio, forza e magia.
(Johann W. Goethe)

Il solo vero errore è quello dal quale non si impara nulla.
(John Enoch Powell)

La vita è quello che ti accade mentre sei occupato a fare altri progetti.
(John Lennon)

Quando siete in viaggio, e la meta sembra allontanarsi, allora capite che la meta reale è il viaggio.
(Joseph Campbell)

Un albero il cui tronco si può a malapena abbracciare nasce da un minuscolo germoglio. Una torre alta nove piani incomincia con un mucchietto di terra. Un viaggio di mille miglia ha inizio sotto la pianta dei tuoi piedi.
(Lao Tzu)

Un vincente trova sempre una strada, un perdente trova sempre una scusa.
(Lao Tzu)

Una volta che veramente comprendiamo che la vita è difficile, una volta che veramente lo capiamo e lo accettiamo, allora la vita non è più difficile. Perchè una volta che si è accettato il fatto che la vita è difficile non importa più.
(M. Scott Peck)

Ci si aspetta di tutto, ma non si é mai preparati a nulla.
(M. Swetchine)

Non dispiacerti di ciò che non hai potuto fare, rammaricati solo di quando potevi e non hai voluto.
(Mao Tse-tung)

Sembra che la natura sia in grado di darci solo malattie piuttosto brevi. La medicina ha inventato l'arte di prolungarle.
(Marcel Proust)

Siamo tutti costretti, per rendere la realtà sopportabile, a mantenere in noi qualche piccola follia.
(Marcel Proust)

Volevo invecchiare bene e ho capito che il segreto non era prevenire le rughe bensì di non avere amarezze. Quante persone invecchiando sono invase da rimpianti e rancori.
(Marina Abramovic)

Per capire e raggiungere ciò che vuoi comincia a scartare ciò che non vuoi.
(Mark Twain)

Tra 20 anni non sarai deluso per le cose che avrai fatto, ma per quelle che non avrai fatto.
(Mark Twain)

A nessuno importa se balli male. Alzati e balla. I grandi ballerini non sono tali per la loro tecnica, ma grazie alla loro passione.
(Martha Graham)

La vecchiaia non è così male se considerate l'alternativa.
(Maurice Chevalier)

La paura può servire ma mai la codardia.
(Mohandas K. Gandhi)

Morire è naturale. Se facciamo tanto chiasso sull'argomento è solo perché non ci consideriamo parte della natura. Per il fatto di essere umani pensiamo di essere al di sopra della natura.
(Morrie Schwartz)

La vita é troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri.
(Oscar Wilde)

Meglio essere protagonisti della propria tragedia che spettatori della propria vita.
(Oscar Wilde)

Un po' di sincerità è una cosa pericolosa, e molta sincerità è assolutamente fatale.
(Oscar Wilde)

Se desiderate veramente vivere, dovete essere pronti a morire.
(Osho)

Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera.
(Pablo Neruda)

Faccio sempre quello che non so fare, così imparo a farlo.
(Pablo Picasso)

Tutto ciò che merita di essere fatto, merita di essere fatto bene.
(Philip Dormer Chesterfield)

Colui che perde tempo oggi a lamentarsi di ieri, domani perderà tempo a lamentarsi di oggi.
(Philip M. Raskin)

L'esperienza è quello che vi rimane quando non avete ottenuto ciò che speravate.
(Randy Pausch)

Ho provato. Ho fallito. Non importa. Riproverò. Fallirò meglio.
(Samuel Beckett)

In guerra non esistono eroi, ma soltanto sopravvissuti.
(Samuel Fuller)

La fortuna è l'incontro fra la preparazione e l'occasione.
(Seneca)

Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto.
(Seneca)

La vita si può capire solo all'indietro, ma si vive in avanti.
(Sören Kierkegaard)

Dobbiamo riconoscere che non può esserci speranza alcuna di gratificare i sensi in modo permanente. Nel migliore dei casi, la felicità che deriviamo dalla consumazione di un buon pasto può durare solo fino alla prossima volta che siamo affamati.
(Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama)

La gente si preoccupa troppo delle cose negative, di ciò che non va... Perché non provare a vedere le cose positive e, con un semplice tocco, a farle fiorire?
(Thich Nhat Hanh)

Il genio è uno per cento ispirazione e novantanove per cento traspirazione.
(Thomas Edison)

Non siate uno di quelli che, pur di non rischiare il fallimento, non tenta mai nulla.
(Thomas Merton)

Tutto ciò che un uomo può fare è raccogliere la sua individualità, la sua immaginazione e la sua follia e gettarsi nella danza dell'esistenza.
(Tom Robbins)

C'è qualcuno seduto all'ombra oggi perché qualcun'altro ha piantato un albero molto tempo fa.
(Warren Buffett)

La vita ha questo di strano: che se non vuoi accettare altro che il meglio, molto spesso riesci a procurartelo.
(William S. Maugham)

Metti tutto te stesso in tutto ciò che fai. Troverai che è divertente fare le cose seriamente.
(Wynton Marsalis)

Non c’è errore più grande di chi non ha fatto niente perché poteva fare poco.
(Zig Ziglar)


E se per caso siete curiosi di conoscere le mie "perle di saggezza" (con cui non penso certo di competere con i "grandi"), ho raccolto in un post i miei pensieri.


"Le idee migliori sono proprietà di tutti."
(Seneca)


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Il lato tragico della vita

Riflettevo in questi giorni sul lato tragico della vita, una parte dell'esistenza che mi è diventata evidente in questi ultimi anni difficili.
Una parte che molte persone mi sembrano voler ignorare, dimenticare o rimuovere a tutti i costi: l'idea che si possa eliminare la sofferenza, l'ambizione di restare sempre giovani, la negazione e rimozione della morte, l'idea che il denaro possa comprare tutto (e quindi rendere "onnipotenti"), l'idea che siamo noi umani a causare le catastrofi naturali... mi sembrano tutti modi (a volte disperati) per sfuggire a questa parte intrinseca (e inevitabile) della vita.

Con "lato tragico", intendo quegli aspetti dell'esistenza negativi, angoscianti o drammatici, che si possono (a volte) limitare, ma mai eliminare.
  • L'inevitabilità della sofferenza (non sempre accade quel che vogliamo, spesso accade quel che non vogliamo)
  • L'inevitabilità della perdita (tutto cambia - e questa è una delle poche verità universali - quindi quello che ci è caro scomparirà prima o poi, noi stessi inclusi)
  • Il fatto che siamo limitati (non potremo mai fare / avere / essere / sapere tutto)
  • L'assenza di certezze e sicurezze
  • Il fatto che non possiamo mai fidarci completamente (tutti mentono, a se stessi in primo luogo, quindi chiunque potrebbe dirci falsità, a partire dalla mia stessa mente)
  • Il fatto che siamo in balìa di forze (naturali) più grandi di noi (che agiscono a prescindere da chi ci sta in mezzo)
  • Lo smarrimento esistenziale dovuto alla consapevolezza che siamo creature minuscole in un universo sconfinato, di cui non conosciamo le ragioni, in cui fatichiamo a trovare un senso, e che ci appare spesso indifferente o crudele
  • Il fatto che siamo qui per un breve periodo (un battito di ciglia per l'universo) e poi moriamo, senza lasciare tracce (e senza sapere se c'è qualcosa dopo).

Paradisi artificiali

Terrificante? In effetti...
Forse per questo, molti non sopportano questa tragicità, la respingono, e si rifugiano in illusioni consolatorie come religioni, ideologie, miti, consumismo...
Queste "vie di fuga", infatti, permettono di credere che, in qualche modo, si possa raggiungere un "mondo perfetto", una "età dell'oro", senza più dolore né paura (quando si realizzerà "il regno di dio"... o "il socialismo"... quando "guadagnerò abbastanza"...).

C'è anche il lato "luminoso"

Se questo elenco può apparire disperante, voglio però sottolineare che ho parlato di lato tragico. Questo infatti è solo una parte dell'esistenza...
Dall'altro lato, ci sono fattori come la bellezza, il piacere, l'amore, l'amicizia, la compassione, la solidarietà, la condivisione, la conoscenza, le arti...
Tutte cose che possono rendere la vita degna di essere vissuta, e sono "antidoto" alla sua inerente tragicità.

In altre parole, la vita è un miscuglio di "ombre " e "luce"; e sta a ciascuno affrontare (e limitare, per quanto possibile) le ombre, e alimentare la luce.
Se una certa parte di oscurità è inevitabile, lo splendore della luce è (almeno in parte) dovuto all'impegno dei singoli di farla brillare, nonostante tutto.

Guardare la paura negli occhi

Ma - si potrà obiettare - se questi aspetti dell'esistenza sono così terribili, perché porre l'attenzione su di essi? Perché non ignorarli o dimenticarli?
Ed è proprio quello che molti fanno.

Purtroppo, ignorare i problemi non li risolve, ed ignorare le paure non ci aiuta. Anzi:
  • Conoscere qualcosa è necessario per affrontarlo e migliorarlo (sapere è potere). Viceversa, ignorare qualcosa ci impedisce di intervenire, di scegliere, di capire; l'ignoranza ci rende impotenti.
  • Se soffriamo a causa di questi fattori (e chi non patisce almeno alcuni di essi?), riconoscerlo ci aiuta a gestire questa sofferenza, a mediarla, a farcene una ragione. Viceversa, se ne ignoriamo l'origine ci ritroviamo con un dolore misterioso, cieco, che ci strazia senza che sappiamo spiegarlo. L'ignoranza non attenua il dolore, anzi lo rende più spietato.
E' vero che molti di questi fattori vanno al di là del nostro controllo, ma guardarli in faccia ci permette comunque di scegliere il modo migliore di affrontarli.

Questa esposizione del lato tragico, quindi, non ha lo scopo di angosciare o preoccupare, bensì di rivelare qualcosa con cui tutti ci troviamo a fare i conti.
E poiché non possiamo eliminare questi fattori, la cosa migliore che possiamo fare è prenderne consapevolezza per poter migliorare ciò che possiamo cambiare, e fare pace con quel che non possiamo.


"Voler evitare ogni incontro col dolore significa rinunciare a una parte della propria vita umana."
(Konrad Lorenz)


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Riflessioni sulla morte

Ho scritto queste riflessioni in seguito all'annuncio della morte improvvisa di un giovane conoscente. Ho pensato che poteva essere interessante condividerle con voi.

Non lo sappiamo mai

Non sappiamo mai quando arriva il nostro momento... potrebbe essere tra 50 anni; oppure il mese prossimo, domani, persino oggi.
Ma tutti cercano sempre di dimenticarlo. La nostra società ha orrore della morte: è uno dei grandi tabù. Nessuno vuole pensarci, nessuno ama parlarne, forse perché tutti ne sono terrorizzati.

Eppure, è saggio confrontarsi con la morte... perché è reale; è inevitabile; è l'unica certezza che abbiamo.
Volerla dimenticare, illuderci immortali, è una fuga infantile: è come il bambino che chiude gli occhi davanti a ciò che lo spaventa, pensando che così lo farà sparire.
La morte è il complemento della vita; danzano insieme, come la notte e il giorno; l'una completa l'altra. Senza l'altra, l'una non avrebbe senso.

Ma qual è il senso della vita?
Io non lo so bene... però so che non è trascinarsi sopravvivendo, fare la "corsa del topo", dannarsi facendo cose che non amiamo, inseguire "la sicurezza degli oggetti", baloccarsi con attività frivole e senza importanza...
C'è di più. Molto di più. Ci deve essere. Vivere è ben altro che questo, ne sono convinto; altrimenti, davvero vivere e morire non avrebbe senso.

La morte ci insegna

Io non ho paura della morte. Anzi, ne sono affascinato.
Un po' perché tendo a credere nella reincarnazione, quindi non la vedo come una fine, ma come un passaggio verso un nuovo inizio, una "avventura" misteriosa, un "viaggio".
Non ho fretta di intraprenderlo ma, al tempo stesso, sono curioso di sapere dove mi porterà... :-)

Ma soprattutto, apprezzo la morte perché mi "aiuta" a vivere.
Sì, perché sapere che abbiamo un termine (e ce l'abbiamo tutti: non è splendidamente egalitario?), se lo teniamo presente, ci aiuta a non sciupare i nostri giorni.
Se vivessimo in eterno, sarebbe facile trascinarci pigramente, evitando rischi e impegni, tanto "C'è sempre tempo...". La parte statica, elusiva e timorosa dell'essere umano prenderebbe il sopravvento.

Invece, l'antica esortazione "Ricordati che devi morire" - per quanto scomoda - ci riporta alla realtà, alla vita: al fatto che ci è dato un certo tempo definito, e che faremmo meglio a spenderlo in modo saggio, fruttuoso, significativo.
Non a caso, chi si dispera sul letto di morte è chi non ha vissuto, chi ha sciupato il suo tempo; invece, chi ha ben speso i suoi giorni se ne va sereno, in pace con se stesso. Senza rimpianti.

La domanda più importante

E' così facile perdersi dietro le chimere dei media e del consumismo, illudendoci che la felicità risieda negli oggetti, nell'evasione, negli svaghi e nel ciclo infinito lavorare-accumulare-spendere (che mi ricorda la corsa del criceto nella ruota, sempre più frenetica ma che non va da nessuna parte).
Questa illusione ci porta - inevitabilmente - a una vita vuota, per quanto piena di "cose"; e quindi alla paura della morte.
E invece, potreste chiedermi, in cosa consiste la felicità vera?
Io non posso saperlo per voi, ognuno ha il suo modo di essere felice, e sta a ciascuno definire la sua personale "ricetta".
Quello che so è che le cose più importanti della vita, quelle che contano davvero, non si possono comprare: l'amore, l'amicizia, l'autostima, la serenità, l'intimità, la forza, la compassione, la saggezza...

Per me, non è la quantità di anni che conta, ma come li spendiamo; preferirei vivere 30 anni "succhiando tutto il midollo della vita", piuttosto che 90 spesi occupandomi di cose senza importanza, tra noia, routine e giorni sempre uguali.
Il "dono" che la morte ci porta, è quello di indurci a chiedere a noi stessi, ogni giorno: "Cosa voglio farne del mio tempo?"

La risposta che diamo a questa domanda (o l'assenza di risposta), determina la vita che faremo.


"Non temere tanto la morte; temi piuttosto lo squallore della vita."
(Bertolt Brecht)

"Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita."
(Rita Levi Montalcini)

"Se desiderate veramente vivere, dovete essere pronti a morire."
(Osho)


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Il cellulare fatale

Di solito qui parlo di cose legate alla felicità, ma oggi voglio fare un'eccezione. Ma neanche troppo: voglio parlare di un comportamento sempre più diffuso, e che potrebbe danneggiare gravemente la vostra felicità, forse per sempre.
In fondo, la felicità si crea in due modi fondamentali: praticando comportamenti che l'aumentano, ed evitando comportamenti che la diminuiscono.

SMS al volante: ricetta mortale

Ho appena letto un paio di articoli (in inglese) dove si spiega quanto sia pericoloso l'uso del cellulare (specialmente per quanto riguarda gli SMS, ma anche la conversazione) mentre si fanno altre cose: in cima c'è l'utilizzo mentre si guidano veicoli, ma anche camminando sono in parecchi a farsi male.

Secondo alcune ricerche, parlare al cellulare durante la guida aumenta del 400% il rischio di incidenti - e spedire SMS dell'800%. Ma altre ricerche parlano di un aumento del rischio (per l'invio di SMS) anche di 20 volte (ovvero il 2000%).
Da queste ricerche emerge che durante l'utilizzo di SMS, il guidatore dedica una media di 4,6 secondi su 6 al telefono, e solo il restante alla strada. Alla velocità di 80 Km/h, distrarsi per 4,6 secondi basta per percorrere un intero campo sportivo.

Gli incidenti capitano a chiunque

Ma quanti usano gli SMS mentre guidano? Un sacco di gente!
A seconda dell'indagine e dell'età del campione, hanno ammesso di praticare questo comportamento dal 25 al 70% degli intervistati. La media è tra il 40 e il 50%. Considerato che qs comportamento può facilmente portare alla morte o all'uccisione di altre persone, è incredibile quanto sia diffuso, e le due uniche spiegazioni che trovo plausibili sono:
  • L'uso del cellulare è una dipendenza grave per molte persone
  • Tutti pensano che siano gli altri a provocare incidenti.
Se "dipendenza" vi sembra un termine eccessivo, pensate all'ipotesi di guidare chiudendo gli occhi per oltre 4 secondi. Vi sembra follia? Certamente! Eppure, chi digita SMS alla guida fa praticamente lo stesso.
Secondo Oprah.com, le distrazioni causate dall'uso del cellulare in America provocano quasi 500.000 feriti e 6.000 morti all'anno.
Ma non ci sono solo i veicoli: nel 2008 oltre 1.000 americani sono finiti al pronto soccorso perché stavano utilizzando il cellulare mentre camminavano. E quei mille sono solo la punta dell'iceberg: in realtà gli infortuni di quel tipo sono molti di più, ma la maggior parte non finisce in ospedale.

Nessuno è immune dal rischio. No, neanche tu

E' una di quelle cose che sembrano succedere solo agli altri...
ma con questo post vorrei indurre tutti a riflettere, perché un SMS in più potrebbe portare chiunque (nessuno ne è immune) a un grave incidente, o all'uccidere qualcuno.
E sono quel genere di eventi di cui, poi, ci si pente amaramente per tutta la vita.

Probabilmente pensate che a voi non può capitare, che siete più in gamba, e che sapete tenere tutto sotto controllo...
Sono sicuro che anche l'ingegnere che guidava un treno di pendolari in California lo credeva. Purtroppo si sbagliava: a causa dell'uso di SMS non ha visto un semaforo rosso e il suo treno si è scontrato contro un altro, causando 25 morti e 135 feriti (di cui 81 gravi).
Una delle illusioni comuni negli esseri umani, è quella di sopravvalutare le proprie capacità: una ricerca mostra che il 90% dei guidatori pensa di guidare meglio degli altri.

Meglio pensarci prima

La prossima volta che siamo alla guida e vogliamo telefonare o scrivere un SMS, pensiamoci un attimo: consideriamo che quella telefonata o quell'SMS potrebbero essere gli ultimi della nostra vita.


"Quando la tecnologia ci porta a poter istantaneamente condividere con altri ogni sensazione, nasce una nuova dipendenza. Quella per cui abbiamo bisogno degli altri anche solo per avere una sensazione."
(Sherry Turkle)

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