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Integrazione e armonia tra luce e ombra: il Tao

Nell'intestazione di questo blog, l'immagine in alto a sinistra è quella del Tao. E' uno dei principali simboli nella filosofia orientale (vedi "Tao" in Wikipedia).
Esprime al tempo stesso l'unità e la dualità: il Tao è il "Tutto", ed è formato dall'unione inscindibile tra il principio maschile (Yang) e quello femminile (Yin). Le due "virgole" - bianca e nera - si "rincorrono" (come il giorno e la notte), e si abbracciano: l'una non può esistere senza l'altra. I due punti di colore opposto, ci ricordano che ogni cosa contiene anche il suo contrario:
  • Anche nell'uomo più buono vi è un potenziale malvagio; anche nella persona più abietta c'è un potenziale di bontà.
  • Nel colpo di fortuna possono nascondersi delle insidie; nella disgrazia possiamo trovare delle opportunità.
  • Ugualmente, ogni maschio ha anche un aspetto psichico femminile, e viceversa.

Simbolo di armonia

Amo questo simbolo. Non solo perché ho trovato nelle filosofie orientali molto di quello che, nella cultura occidentale razionale e materialistica, abbiamo perduto; ma soprattutto perché esprime in modo perfetto il concetto di integrazione, l'unione armoniosa delle parti, l'incontro complementare di quello che - solo in apparenza - sembra opposto.
Nella nostra cultura, siamo abituati a pensare in termini di opposizione e conflitto:
  • bene contro male
  • vita contro morte
  • maschile contro femminile
  • razionalità contro istinti
  • luce contro oscurità...
Non ci rendiamo conto che, in effetti, ognuno di questi termini esiste solo grazie al suo opposto: senza la notte non concepiremmo il giorno; senza il freddo o la pioggia, non apprezzeremmo una bella giornata; senza la morte, la vita perderebbe di significato (finirebbe col diventare una noiosa ripetizione). Senza gli opposti, tutto resterebbe uguale a se stesso e mortalmente monotono.

“Siamo abituati a pensare in termini
di opposizione e conflitto”

Limiti del pensiero lineare

Il pensiero lineare occidentale ci induce a una visione unidimensionale della realtà, per cui solo una posizione è giusta, e il suo opposto inevitabilmente sbagliato. Ma così si diventa ciechi alla molteplicità dell'esistenza, alle sue innumerevoli sfumature!
Inoltre, finché rimaniamo in questa visione univoca, viviamo in uno stato di conflitto con la realtà: siamo convinti che "il bianco deve sempre vincere" (il bene, la vita, la ragione...), ma poiché la realtà è intrinsecamente duale (include entrambi gli opposti) ne restiamo frustrati e delusi. Ci angosciamo pensando che sia il mondo ad essere fatto male, perché non corrisponde alle nostre aspettative... mentre siamo noi che ne abbiamo una visione distorta e ingannevole.

Ed è questo inganno che ci fa vivere male, che causa tanta sofferenza: ogni volta che ci opponiamo alla realtà, alla natura delle cose, creiamo la nostra stessa sofferenza. Diventiamo come un nuotatore che si ostina a nuotare contro una corrente poderosa: si affanna e si esaurisce, senza arrivare da nessuna parte; mentre, se fluisse con la corrente, si godrebbe una bella nuotata. Invece di fluire con l'esistenza (di cui siamo una parte), vogliamo controllarla: siamo come pesci che vorrebbero dominare il mare... :-o

“Quando ci opponiamo alla realtà,
creiamo la nostra stessa sofferenza”

Dalla lotta alla pace

La continua lotta con l'esistenza ci fa sentire separati da essa. Questo ci fa vivere nella paura e nell'angoscia; ci sentiamo soli, isolati, sperduti. Come un pesce fuori dal mare, ci sentiamo soffocare e cerchiamo disperatamente l'acqua. Cerchiamo la serenità ovunque, senza accorgerci che la serenità viene dall'accettazione di "ciò che è" (e che non possiamo cambiare, quantomeno nel momento). Questo vale anche verso se stessi: solo quando accetto me stesso per come sono, posso sentirmi in pace e sereno.
Ma per tornare al "mare", per sentirci pienamente immersi nell'esistenza, è necessario smettere di combatterla. Uscire dai pensieri di separazione, di opposizione, di conflitto; abbracciare l'esistenza nella sua interezza, imparare a fluire con essa. Ritrovare l'integrazione, l'unione col Tutto; smettere di muovergli guerra, e riconoscere che ne facciamo parte.

Ritrovarsi nel Tutto

Il simbolo del Tao ci ricorda la vera natura dell'esistenza: bianco e nero non sono "nemici", sono le due facce del Tutto, che si abbracciano come amanti inseparabili. Poiché il Tutto è omnicomprensivo, include necessariamente ogni possibilità (altrimenti non sarebbe il Tutto, ma solo una parte). La natura stessa della Realtà è inclusiva e omnicomprensiva.
E' la nostra mente limitata che vede separazione e opposizione dove non esistono. Esiste il Tutto, che comprende infinite manifestazioni e infinite possibilità; inclusi noi umani. :-)

"Il maestro Tung Kwo chiese a Chuang: 'Mostrami dove trovare il Tao'.
Chuang Tzu rispose: 'Non c'è alcun luogo in cui non si possa trovare'."

("La via di Chuang Tzu")

"Il dissidio fra giusto ed ingiusto
E' la malattia della mente."

(Poesia Zen)


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