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Uomini e donne sono diversi per natura

Nonostante le differenze tra i due sessi siano comprovate da numerose ricerche scientifiche, molti continuano a credere all'idea che uomini e donne siano sostanzialmente uguali, e che eventuali diversità siano dovute esclusivamente agli influssi culturali (e quindi modificabili). Questo è ampiamente errato e fuorviante, come mostrerò nel corso del post.
Non a caso, uno dei libri di maggior successo nell'ambito delle relazioni sentimentali è proprio "Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere" di John Gray (info nella Bibliografia). L'autore spiega che "uomini e donne hanno due diversi modi di pensare, di parlare, di amare", e come queste differenze rendano difficili il capirsi e lo stare bene insieme; ma, una volta comprese, aiutino invece a far sentire l'altro amato ed accolto. Il libro è molto apprezzato (4,6 stelle su Amazon) ed ha aiutato numerose coppie.

Naturalmente le differenze non esistono solo tra i due generi, ma anche fra tutti gli individui: in fondo siamo tutti diversi. E' quindi sempre bene considerare la diversità altrui rispetto a se stessi.
Poiché però sono le differenze tra i sessi a generare molti dei problemi che incontriamo, in questo post mi concentrerò su di esse.

L'importanza di capire l'altro

Perché è importante riconoscere queste differenze? Perché altrimenti non ci si capisce, si entra in conflitto, e le relazioni stentano o falliscono. In effetti, gran parte dei problemi di relazione nascono proprio dal non comprendersi a vicenda - inclusi i molti modi in cui l'altro è diverso da me. Come puoi andare d'accordo con qualcuno che non comprendi?

Se non capisco che il sesso opposto può essere anche molto diverso da me, cadrò nel "solito errore" di pensare che gli altri mi assomigliano (un errore così comune che vi hanno dedicato un libro: "The usual error" - "Il solito errore"; recensioni in inglese): quindi mi aspetterò che gli altri siano come me, abbiano gli stessi gusti e gli stessi desideri, e vogliano le stesse cose che voglio io. Perciò succederanno disastri, tipo:
  • Un ragazzo metterà la mano sul sedere di una ragazza sconosciuta, perché per lui è un gesto simpatico, e a lui farebbe piacere.
  • Una ragazza farà la ritrosa verso un ragazzo, anche se le piace, perché a lei viene naturale o le hanno insegnato così; e non capirà perché lui - che lo vive come espressione di freddezza e indifferenza - si allontanerà.
  • Un uomo invierà ad una donna appena conosciuta online foto del suo pene (le temute "dick pics"), perché a lui piace vedere i genitali femminili, e sarebbe felice se lei facesse altrettanto.
  • Quando una donna ha bisogno di condividere un problema, si aspetterà che il partner la ascolti come farebbe una sua amica; lui invece cercherà di trovare soluzioni e proporre consigli.
    Quindi lei si sentirà non ascoltata e non compresa, e lui non capirà perché i suoi sforzi non vengono apprezzati.
Situazioni come queste accadono quando le persone non hanno idea che l'altro sesso sia profondamente diverso - e nessuno gliel'ha spiegato.
Non è questione di rispetto - come invece molti attivisti pensano - ma di ignoranza: se io non so come sei tu, proverò a rispettarti a modo mio, che magari non funziona per te. Per rispettarti a modo tuo, ho bisogno di capire come sei tu, incluso la tua unicità e diversità da me. Invece la propaganda del "Siamo tutti uguali" confonde solo le idee.

“Come puoi andare d'accordo
con qualcuno
che non comprendi?”


Differenze tra uomini e donne

Va premesso che le differenze esposte di seguito sono generalizzazioni, per cui sono vere nella maggior parte dei casi ma non sempre (stiamo parlando di esseri umani, in fondo, non di ingranaggi).

Sesso e personalità

Vale anche la pena ricordare che il sesso biologico (maschio oppure femmina) è altra cosa dalla personalità, che può avere tratti sia mascolini che femminili in entrambi i sessi. Esiste quindi una minoranza di uomini con personalità più femminile e donne con personalità più mascolina (in questi casi le differenze di cui parlo possono risultare invertite, ma costoro sono un'eccezione e non la regola).

  1. Differenze psicologiche e comportamentali
  2. Differenze nella comunicazione
  3. Differenze nella sessualità e nelle relazioni / sentimenti
  4. Differenze fisiche

1. Differenze psicologiche e comportamentali

  • Gli uomini sono più razionali e logici. Le donne sono più emotive.
    L'uomo spiega il suo punto di vista attraverso le idee e i fatti. La donna lo spiega attraverso le emozioni e ciò che sente (motivo per cui spesso i due sessi non si capiscono).
  • Il pensiero e i discorsi maschili si concentrano principalmente sull'azione e sugli oggetti ("Ho fatto, voglio fare, facciamo..."). Il pensiero e i discorsi femminili sulle emozioni e sui sentimenti ("Mi sento, mi ha fatto sentire, vorrei sentirmi...").
  • Non a caso, mediamente i maschi mostrano una maggiore tendenza attiva (entrano in azione, corrono rischi, cercano soluzioni), mentre le femmine una più passiva (esitano, riflettono e aspettano). Questa differenza attiva/passiva accade anche nella seduzione e ricerca di partner.
    Naturalmente questo poi dipende molto dalla personalità individuale.
  • Fin dall'infanzia, i maschi sono più interessati agli oggetti. Le femmine sono più interessate alle persone. Questa preferenza si estende alla vita professionale: questo studio conferma che "gli uomini preferiscono lavorare con le cose e le donne preferiscono lavorare con le persone". Anche nei test di intelligenza, emerge che i maschi hanno migliori capacità pratiche e le femmine migliori capacità sociali.
    Questa differenza si applica sia agli studi che al lavoro: la maggioranza dei maschi predilige materie tecniche o pratiche (p.es economia e commercio o ingegneria; tra l'altro, questo è uno dei motivi per cui gli uomini tendono a guadagnare di più: scelgono professioni più tecniche e meglio remunerate). La maggioranza delle femmine materie umanistiche o che includono il rapporto con le persone (p.es. insegnante o infermiera).
  • Il testosterone è un ormone che influenza il desiderio sessuale, regola la produzione di sperma, promuove la formazione di muscoli, aumenta l'energia. A livello psicologico influenza l'aggressività e la competitività.
    Esso è presente in entrambi i sessi, ma con livelli molto diversi: 265-920 nanogrammi/decilitro negli uomini, ma solo 15-70 ng/dL nelle donne. Questo spiega, tra le altre cose, perché gli uomini siano mediamente molto più interessati al sesso, più aggressivi e competitivi delle donne.
  • I maschi tendono ad essere più aggressivi e intraprendenti, più portati a correre rischi. Le femmine sono meno aggressive, prendono meno l'iniziativa e corrono meno rischi.
    Questa tendenza maschile produce sia comportamenti dannosi che utili: un maschio ha più probabilità di essere violento o commettere reati, ma anche di diventare imprenditore, esplorare nuove frontiere o creare nuove invenzioni (tutte attività che richiedono iniziativa, intraprendenza e scarsa avversione al rischio).

2. Differenze nella comunicazione

Uomini e donne non si capiscono anche perché spesso comunicano in modi diversi:
  • Gli uomini comunicano in modo diretto, logico e fattuale. Le donne in modo indiretto, analogico e allusivo; e non di rado dicendo cose diverse da ciò che pensano (aspettandosi che gli altri, o il partner, indovinino ciò che vogliono, senza dirlo apertamente).
    La frase "Gliel'ho fatto capire" è tipicamente femminile; in inglese le donne spesso si lamentano che "Gli uomini dovrebbero arrivarci da soli" ("Men should get it").
  • Gli uomini parlano principalmente di fatti o informazioni. Le donne parlano principalmente di emozioni e sentimenti.
  • In buona parte dei casi, gli uomini parlano per cercare soluzioni e risolvere problemi (il focus è sui fatti). Le donne invece parlano per condividere emozioni e sentirsi accolte (il focus è sul sentire).
  • Gli uomini faticano a capire quando una donna è interessata a loro, o meno; spesso scambiano la gentilezza per interesse. Le donne invece capiscono più facilmente quando un uomo è interessato (in parte anche perché gli uomini sono più diretti ed espliciti).

3. Differenze nella sessualità e nelle relazioni / sentimenti

Uomini e donne hanno differenti criteri di scelta dei partner; questa ricerca (condotta su 10.000 persone di 37 culture diverse) conferma quanto queste differenze siano innate:
  • Anche nei paesi che promuovono l'uguaglianza di genere, le preferenze di accoppiamento sono diverse. Ciò respinge l'idea comune che uomini e donne siano identici nella loro psicologia di base.
  • I due sessi differiscono in modo sorprendente nelle loro preferenze di partner - e questo vale sia in culture egalitarie (Svezia, Norvegia) che in culture tradizionali (Iran).
  • Quello che vogliamo in un compagno è legato più al nostro genere che alle nostre esperienze e preferenze individuali. I ricercatori hanno potuto dedurre il sesso di una persona con un'accuratezza del 92%, solo basandosi su ciò che cercava in un partner.
Uomini e donne hanno quindi strategie di accoppiamento diverse a livello istintivo, a causa del diverso apparato riproduttivo, ciascuna volta a massimizzare il proprio successo evolutivo (trasmettere i propri geni). In estrema sintesi:
  • I maschi tendono a una strategia "quantitativa": inseminare più femmine possibile (specialmente giovani e belle). Poiché un maschio può fecondare infinite femmine, la sua strategia punta ai "grandi numeri".
    Le scelte di accoppiamento sono basate principalmente sull'aspetto fisico ("Shopping for genes").
  • Le femmine tendono a una strategia "qualitativa": scegliere un solo partner dotato delle migliori qualità (sia come geni che come risorse). Poiché una femmina ha l'onere della gravidanza, la sua strategia si concentra sulla cura e sulle risorse per la prole.
    Le scelte di accoppiamento sono basate sia sull'aspetto fisico che sulle risorse offerte dal partner, o dal suo potenziale ("Shopping for genes and resources").
Naturalmente questi istinti vengono poi mediati dall'educazione ricevuta e dalla cultura in cui viviamo, nonché dalle inclinazioni personali. Ciononostante, queste strategie - plasmate dall'evoluzione - guidano i nostri comportamenti, anche quando non abbiamo alcuna intenzione di procreare; e spiegano anche buona parte dei comportamenti di seguito.

  • Gli uomini farebbero sesso con la maggior parte delle donne che incontrano (se ne avessero l'opportunità). Invece le donne sono molto più selettive, e sono interessate a fare sesso solo con una minoranza di uomini.
  • Gli uomini reagiscono alla nudità femminile con entusiasmo e in modo impersonale (non importa di chi sia, basta che sia un minimo piacente). Le donne reagiscono alla nudità maschile con fastidio o repulsione, a meno che le coinvolga personalmente (l'uomo amato o qualcuno da cui sono attratte).
  • Gli uomini sono generalmente affascinati dalla promiscuità (vedi p.es. nella pornografia, e nell'idea della poligamia o di un'orgia). Le donne sono generalmente disgustate dalla promiscuità.
  • E' noto che gli uomini sono assai sensibili all'aspetto femminile. Ma anche per le donne la bellezza maschile conta; la differenza è che, oltre alla bellezza, per le donne sono importanti anche altri fattori.
    Per gran parte degli uomini, intelligenza e personalità della donna sono secondari rispetto alla bellezza. Invece le donne vogliono un uomo che abbia tutto: bellezza, intelligenza, personalità, talenti, denaro o potere (poi magari si accontentano, ma il loro sogno è quello).
  • Nelle relazioni sentimentali, gli uomini danno importanza primaria al sesso. Le donne danno maggiore importanza all'essere amate e ricevere attenzione.
  • Il sogno della maggior parte degli uomini (specialmente giovani) è avere un "harem": tante donne diverse con cui fare sesso. Il sogno di quasi tutte le donne è un amore da favola ed eterno (il Principe Azzurro).
  • Certi uomini pagano per fare sesso. Certe donne si fanno pagare per fare sesso. L'inverso accade molto più di rado.

4. Differenze fisiche

Le differenze fisiche tra uomo e donna sono evidenti, ma non accade solo tra noi umani. Le diversità tra maschi e femmine sono presenti nella maggior parte delle specie, e così diffuse che esiste un termine scientifico per il fenomeno: dimorfismo sessuale.
Anche se alcune differenze possono apparire scontate, altre non lo sono, e possono essere più influenti di quanto crediamo.

  • Apparato riproduttivo - La differenza non sta solo nella capacità di procreare o meno. L'apparato riproduttivo femminile comporta anche fenomeni come il ciclo mestruale, nonché variazioni ormonali che influenzano fortemente la psiche e il comportamento. In alcuni casi queste variazioni possono indurre gravi malesseri e persino comportamenti criminali.
    Inoltre condiziona certe scelte personali: per esempio, le donne sono meno disponibili a fare sesso anche perché temono una gravidanza.
  • Sistema endocrino - E' noto che gli ormoni influenzano la percezione, l'umore e il comportamento, nonché molti processi fisiologici. Quindi anche le differenze nel sistema endocrino (ghiandole) maschile o femminile, produrranno differenze negli individui dei due generi.
  • Cervello - Anche se la questione è dibattuta (spesso per motivi ideologici piuttosto che scientifici), svariate ricerche rilevano differenze tra il cervello maschile e femminile (sia di umani che animali). Ci sono diverse differenze psicologiche e di abilità tra uomini e donne. E' quindi lecito concludere che ci siano differenze caratteriali e di comportamento innate.
  • Forza fisica - Che gli uomini siano mediamente più forti delle donne fisicamente è indubitabile. Quello che molti non sanno, però, è quanto grande sia questa differenza: le donne hanno una forza del 60-70% rispetto a quella maschile nelle gambe, ma solo del 50-60% nel torso. Quindi nelle attività che coinvolgono i muscoli superiori gli uomini hanno un vantaggio quasi doppio.
    Ecco perché negli sport esistono categorie maschili e femminili: se competessero insieme, le donne perderebbero quasi sempre. Anche quando una squadra di donne professioniste compete contro una di uomini adolescenti o dilettanti, quest'ultima di solito vince. La differenza di forza, potenza e velocità è schiacciante.
  • I due sessi accumulano grasso in modo diverso - Gli uomini soprattutto sulla pancia, mentre le donne specialmente su cosce e glutei. Inoltre, le donne accumulano più grasso corporeo e sono soggette alla cellulite (80-90%) molto più degli uomini (10%). Anche se queste differenze sono più che altro estetiche, sono un'ulteriore riprova di diversità tra i generi che non c'entra nulla con la cultura.
  • Salute e malattie - Anche per i motivi sopra elencati (ma non solo), esistono innumerevoli differenze in ambito sanitario tra i due generi: certe malattie colpiscono solo (o in proporzione maggiore) maschi oppure femmine; la reazione a certi farmaci è diversa; le donne vivono più a lungo; anche nella salute mentale vi sono problematiche differenti (p.es. gli uomini sviluppano più dipendenze, le donne più depressione).


La cultura è secondaria

Motivare queste differenze con la cultura è fallace, in quanto le differenze sopra riportate sono pressoché universalmente valide in tutta l'umanità e nelle varie culture (anche se alcune magari in gradi minori o maggiori, e su questo la cultura può avere un influsso).
Le differenze di comportamento sono motivate in primo luogo da impulsi innati e istintivi, in genere per ragioni evoluzionistiche. La loro natura innata e profonda li rende poco modificabili dalla cultura e dall'educazione. Cultura ed educazione hanno spesso un forte impatto sugli individui, ma resta il fatto che le differenze innate esistono e fanno parte della natura profonda delle persone; per cui non possono essere cancellate ma, al più, modificate.

Il dibattito sull'influsso innato oppure culturale nel comportamento ("Nature vs Nurture") è antico e mai sopito. Molti si convincono che tutto sia determinato da geni ed istinti; altri - al contrario - credono che ogni attitudine sia plasmata dalla cultura (tali posizioni sono forse dovute al fatto che una spiegazione semplice è più rassicurante di una complessa).
La posizione più ragionevole - a mio avviso - è quella che considera l'importanza di entrambi, e di come i fattori innati e culturali interagiscano fra di loro.

Spiegazione evoluzionistica

La spiegazione più probabile per queste differenze viene dall'evoluzione: nel corso di milioni di anni, maschi e femmine hanno sviluppato comportamenti diversi per ottimizzare i ruoli di ciascuno, e garantire così maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi:
  • Le femmine hanno dovuto occuparsi della prole, restando in gruppo nel villaggio: sviluppando così migliori capacità relazionali, comunicative e di intuizione (per capire le necessità dell'infante), minore attitudine al rischio (che avrebbe messo in pericolo anche i piccoli), maggiore tendenza stanziale.
  • I maschi hanno dovuto sia proteggere femmine e cuccioli, che procurare loro il cibo: quindi hanno sviluppato maggiore forza fisica (per caccia e difesa), più aggressività e più tendenza al rischio (per affrontare i pericoli), maggiore capacità di movimento e orientamento (dovendo spostarsi a lungo).
Anche oggi che questi ruoli sono molto meno necessari, le differenze permangono: sia a livello fisico (maggiore forza e dimensioni nei maschi) che caratteriale (per esempio: maggiore aggressività, intraprendenza ed orientamento spaziale nei maschi; migliore intelligenza emozionale e capacità di cura delle persone nelle femmine). La cultura è un fattore secondario (per quanto importante), perché queste differenze sono iscritte nel nostro DNA: per selezione naturale, chi non era all'altezza di quei ruoli non si sarebbe riprodotto.

“Nel corso di milioni di anni,
maschi e femmine hanno sviluppato
comportamenti diversi”

Questi sono i fatti, e sono tutto intorno a noi

Ma non sto parlando solo di teoria e ricerche: se ci guardiamo intorno e osserviamo il comportamento di uomini e donne reali (in un campione abbastanza ampio), nella maggioranza dei casi osserveremo proprio le differenze sopra elencate. Magari non tutti le ammetteranno apertamente, ma risulteranno dai loro comportamenti; poiché non sempre le persone sono sincere, infatti, non bisogna basarsi su ciò che dicono di sé, ma sulle loro azioni.
Basta banalmente osservare comportamenti onnipresenti (incluso nella maggior parte delle culture), come:
  • I maschi sono molto più interessati alla tecnologia (macchine, computer) o agli sport. Le donne sono molto più interessate ad abbigliamento ed accessori (scarpe, borse) o alla cosmesi.
  • Una giornata passata a fare shopping è per molti uomini una sofferenza o una perdita di tempo. Per le donne è una delizia.
  • Nella maggior parte dei casi, il tempo speso per vestirsi e prepararsi dagli uomini è nettamente inferiore al tempo speso dalle donne.
  • Di fronte alla prospettiva di sesso occasionale con uno sconosciuto, la maggior parte degli uomini è interessata od entusiasta. La totalità delle donne è indifferente o disgustata.
  • Per l'uomo medio il matrimonio può essere un evento importante, oppure qualcosa per cui non ha alcun interesse. Per la donna media il matrimonio ha spesso un'importanza esistenziale, o è addirittura qualcosa attorno a cui ruota la sua vita.
  • Se qualcuno entra in una stanza con un infante, gli uomini manifestano un interesse blando o assente. Le donne vanno in brodo di giuggiole.
Negare questi fatti è negare l'evidenza (anche se, di nuovo, possono esserci alcune eccezioni). Di solito chi respinge queste differenze di genere non si basa sull'osservazione delle persone reali, ma sulle sue teorie astratte e idealizzate; sul mondo "come dovrebbe essere", non com'è realmente.

Perché si negano queste differenze

Ci sono una serie di motivazioni che spiegano l'attaccamento spesso viscerale all'idea del "siamo tutti uguali" - al punto di negare persino l'evidenza. Una singola persona può ricadere in una o più di queste categorie.

Idealisti (*)

Costoro sono talmente aggrappati al loro ideale, da negare qualsiasi fatto loro presentato. L'ideale viene anteposto alla realtà, e diventa un "totem" impossibile da mettere in discussione (un po' come la fede per un credente).
(*) Questa categoria include buona parte degli attivisti per qualche causa, molte persone di sinistra, i cosiddetti "woke", i "Social Justice Warrior" (SJW), e molte femministe (vedi sotto).

Personalità fragili e insicure

Per persone di questo tipo, la realtà è spesso troppo complessa e inquietante. Poiché non sono in grado di affrontarla, spesso si inventano delle spiegazioni o dei "fatti alternativi", più semplici e rassicuranti, che li confortano. Di fronte al caos delle relazioni uomo-donna, per costoro credere che "Siamo tutti uguali", "Abbiamo tutti lo stesso valore" o "Tutti meritiamo di essere amati" sono ideali rassicuranti - per quanto utopici.
  • Inoltre, credere che le differenze uomo-donna (e le conseguenti problematiche) siano interamente originate dalla cultura, fornisce l'illusione rassicurante che esse possano essere risolte (se cambiamo la cultura, il problema può sparire).
  • Invece ammettere che certe differenze siano innate significa accettare che certi problemi restano inevitabili (uomini e donne saranno sempre diversi, se è nella loro natura), cosa che per una personalità fragile può risultare così ansiogeno da essere inaccettabile (vedi le reazioni viscerali di certe persone su questo argomento).

Persone immature

Similmente, una persona che non è maturata a sufficienza non è in grado di comprendere le numerose complessità del mondo reale; la sua mente non è abbastanza sofisticata. Per cui si attaccherà a spiegazioni semplici, che è in grado di comprendere (anche se infondate).

Femministe (*)

Riconoscere le differenze di cui parlo vuol dire ammettere che ci sono comportamenti e preferenze maschili e femminili, quindi ogni genere ha le sue ragioni. Ma per il femminismo, che nella maggior parte dei casi opera ad esclusivo vantaggio delle donne (a dispetto di quanto afferma in teoria), questo non è accettabile. Invece, sostenendo la teoria del "Siamo tutti uguali", c'è un solo modello che deve valere per tutti, ed è quello femminile: i bisogni, i desideri ed i problemi delle donne. Per tali femministe, l'uomo dovrebbe essere come una donna.
Secondo questa visione "unificata", se un uomo non vi rientra, magari perché:
  1. dà più importanza al sesso che all'amore;
  2. fa uso di pornografia;
  3. o non ha interesse a sposarsi...
(cioè non corrisponde a preferenze e bisogni femminili), allora non è semplicemente la sua natura maschile, ma è sbagliato lui. Se "Uomini e donne sono uguali", non ci sono due possibili posizioni: ogni deviazione dal modello è un errore da condannare o una anomalia da correggere. Nei casi sopra citati, l'uomo verrà definito come: 1."sesso-dipendente", 2. depravato, 3. incapace di impegnarsi (invece di riconoscere semplicemente che gli uomini spesso "funzionano così").
(*) (non vale per tutte, ma direi per una buona parte).

Queste categorie possono sviluppare una mentalità di "pensiero unico" di stampo vagamente fascista, per cui ogni pensiero o comportamento diverso o divergente è inammissibile, e va censurato o stroncato (vedi le reazioni aggressive di attivisti o femministe quando le loro ideologie vengono messe in discussione).

Sapere è potere

Come detto all'inizio, ignorare queste differenze produce molte difficoltà sia alle persone che nelle relazioni. Sarebbe auspicabile che venissero insegnate e spiegate, magari all'interno di un valido programma di educazione sentimentale e sessuale; ma questo sembra una conquista sociale ancora lontana.

Nel frattempo, possiamo ricordare che "Sapere è potere": più comprendiamo gli altri ed il sesso opposto, più saremo in grado di relazionarci in modo positivo e costruttivo. Se le nostre relazioni non funzionano, dare la colpa all'esterno è inutile. E' molto più utile renderci conto di quali sono i nostri limiti (inclusa l'ignoranza), e provare a superarli.
Diffidando anche da quelli che cercano di semplificare tutto (specialmente materie complesse come l'animo umano), o che insistono su come la loro visione del mondo sia l'unica possibile o accettabile.

Maschile e femminile sono complementari - non nemici

Quando si parla di differenze di genere, emerge spesso una mentalità competitiva o antagonistica (specialmente se ci sono di mezzo ideologie, come quelle tradizionaliste o femministe):
  • "Gli uomini sono migliori, le donne sono inferiori."
  • "Le donne sono buone e amorevoli, gli uomini sono cattivi e violenti."
Trovo queste mentalità miopi e dannose. In realtà uomini e donne - e più ancora la psiche (*) maschile e femminile - sono complementari: esprimono il loro meglio quando collaborano in maniera sinergica e si completano a vicenda.
Questo post non vuole quindi stimolare dibattiti sterili su quale genere sia meglio, ma piuttosto evidenziare come queste differenze siano un arricchimento quando cooperano insieme - proprio come accade in un matrimonio armonioso.

(*) In greco antico "psyché" indica l'anima; qui intesa come energia psichica, archetipi maschile e femminile presenti in ognuno.

"Gli uomini si sono sempre occupati del potere sulle cose, le donne del potere sulle persone."
(Giorgio Gaber)

"Gli uomini fanno le leggi, le donne i costumi."
(J.A.H. de Guibert)

"Le donne hanno bisogno di una ragione per fare sesso. Gli uomini hanno bisogno solo di un posto."
(Billy Crystal)


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20 cose che avrei voluto sapere a 20 anni: relazioni

L'età e le esperienze ci insegnano e ci inducono a crescere - o almeno si spera. Quante volte, però, ci troviamo a scoprire qualcosa di importante, e rimpiangere di non averlo saputo prima? Quante scelte migliori da fare, quanti errori avremmo potuto evitare, se avessimo saputo certe cose da giovani!
In questo post ho raccolto 20 concetti importanti, che possono fare la differenza nella qualità della vita di ciascuno. Sia che li leggiate a 20, 30 o 40 anni, presumo ci sarà qualche punto che ancora non vi era noto o chiaro, e che magari potrà aiutarvi a fare scelte più proficue e trarre più soddisfazione dalla vostra vita.
Come si dice, "Sapere è potere". Mentre l'ignoranza ci porta facilmente a fare disastri. Quindi vi auguro più conoscenza, più potere e - di conseguenza - maggiore felicità.

I 20 concetti sono divisi in due post: il primo è di argomento generale (post precedente), mentre il secondo è dedicato a relazioni e sentimenti (questo post).

Cose che avrei voluto sapere sulla vita

  1. Amare e accettare se stessi è la cosa più importante
  2. Investi su te stesso
  3. Sei responsabile di (quasi) tutto quello che accade nella tua vita
  4. Non prendere decisioni importanti basandoti sulle emozioni
  5. Le persone ti giudicheranno qualunque cosa tu faccia
  6. Non puoi piacere a tutti
  7. Non puoi controllare gli altri
  8. Gli esseri umani sono seriamente limitati
  9. E' sempre un buon momento per investire
  10. La gratitudine è essenziale per essere felice
  11. Tutto nella vita è impermanente
  12. La vita non è equa

Cose che avrei voluto sapere su relazioni e sentimenti

  1. Falsità romantiche sulle relazioni
  2. Innamoramento e amore non sono la stessa cosa
  3. L'attrazione può ingannarci. Non c'è equità o giustizia in amore
  4. La scelta dei partner è basata su attrazione e bisogni
  5. Cosa cercano le donne in un partner
  6. Che tipo di uomo attrae le donne
  7. Alle donne il sesso piace, ma sono meno disponibili a farlo
  8. Vivere la sessualità in modo libero e positivo


Cose che avrei voluto sapere su relazioni e sentimenti

N.B.: Alcune delle cose che scrivo sulle relazioni possono apparire ciniche, oppure andare contro tutto quello che avete sentito finora. Io però non chiedo mai di credermi sulla parola: invece guardatevi intorno, osservate i fatti, e giudicate voi se quello che dico corrisponde alla realtà o meno.
Sono un po' come Galileo che dice "La Terra non è al centro dell'universo": anche se tutti dicono il contrario... magari invece è vero. Invece di seguire il gregge, badate ai fatti e pensate con la vostra testa.

13. Falsità romantiche sulle relazioni

Ci vengono raccontate un sacco di falsità sulle relazioni e sull'amore; per esempio che:
Queste bugie possono essere consolatorie, ma sono anche ingannevoli e fuorvianti. Chi le segue coltiva illusioni che poi vengono deluse, e non comprende il motivo dei suoi fallimenti. Anzi, continua a ripetere le stesse strategie errate.

---> Man mano che mi sono reso conto delle varie falsità sull'amore, ho smesso di attuare comportamenti disfunzionali ed ho imparato quello che realmente può favorire relazioni positive. Sognare è bello, ma ingannare se stessi porta a disastri; bisogna saper fare i conti con la realtà. Nei punti successivi espongo alcuni concetti base delle relazioni, di cui raramente si parla.

14. Innamoramento e amore non sono la stessa cosa

Il romanticismo nei media (film, canzoni, romanzi rosa...) equipara l'innamoramento all'amore, ma in realtà innamoramento e amore sono due cose diverse:
  • l'innamoramento è una fase iniziale estatica ma spesso illusoria;
  • mentre l'amore vero e proprio è un sentimento meno viscerale ma più profondo.
Inoltre l'innamoramento termina sempre, invece l'amore autentico può anche durare a lungo. L'amore vero e proprio è diverso dall'amore romantico che ci raccontano i media.

---> Se li confondiamo, rischiamo di impegnarci basandoci solo sull'innamoramento, salvo poi pentirci quando questo passa (pensiamo ad un matrimonio affrettato che si rivela infelice). Oppure di concludere che "l'amore è finito" quando l'innamoramento si sia spento, invece di vederlo come un cambiamento naturale.
Quando invece abbiamo chiara la differenza, possiamo goderci comunque l'entusiasmo dell'innamoramento, senza però farci troppo affidamento. Ed essere consapevoli che, una volta passato, dovremo verificare se alla base c'era un amore solido, oppure era solo un'infatuazione passeggera.
Inoltre non vedremo il naturale calo del desiderio reciproco come un segno che il partner "non mi ama più", ma come un cambiamento che non dipende dal grado di affezione. Saremo insomma più in grado di distinguere tra istinto e sentimento.

15. L'attrazione può ingannarci. Non c'è equità o giustizia in amore

Quando proviamo una forte attrazione per qualcuno, lo prendiamo come un segno: che quella persona è giusta per noi, che saremmo felici con lei, addirittura che sia destino stare insieme. Purtroppo invece l'attrazione non garantisce nulla: né che siamo compatibili, né il grado di intesa, né che il sesso sia appagante; e nemmeno di essere corrisposti. Per questo dico che può ingannarci: può farci credere cose che non esistono.
In questo è simile alla bellezza: anche la bellezza ci incanta e ci fa sognare, ci promette felicità, ma in realtà è una aspettativa illusoria. Avere vicino una persona bellissima che però ci maltratti, ci inganni o ci tradisca, può renderci la vita un inferno.

L'inaffidabilità dell'attrazione è uno dei motivi per cui è così comune amare senza essere ricambiati. In amore non esiste equità né giustizia: una persona può piacerci da impazzire, sembrare perfetta per noi, e possiamo anche amarla con tutto il cuore... ma questo non implica affatto che quella persona apprezzi o ci ricambi, né esclude che un giorno possa deluderci gravemente. Le emozioni ignorano la logica e la morale.
Inoltre, l'attrazione (e spesso anche i sentimenti) non seguono la morale: non vieni voluto perché sei una brava persona, ma solo se hai sufficienti qualità attrattive. Le relazioni si sviluppano in una sorta di "mercato relazionale", dove ciascuno ha più o meno successo in base a quello che può offrire.

---> Finché non ho compreso questa possibilità di essere accecato dall'attrazione che provavo, mi sono fatto spesso male correndo dietro a donne che non mi volevano; oppure sforzandomi di stare insieme a persone che mi attraevano ma con cui non ero compatibile a livello di personalità. Adesso apprezzo l'emozione dell'attrazione, ma non la seguo più ciecamente. E se una donna mi rifiuta, anche se mi piace molto, riconosco che è un segno che non siamo compatibili e vado oltre, senza più perdere tempo.

16. La scelta dei partner è basata su attrazione e bisogni

Scegliamo i partner principalmente in base all'attrazione fisica / erotica (una pulsione che ha una base evolutiva) e a quanto soddisfano i nostri bisogni, non per amore. L'amore semmai accade dopo, è una conseguenza a posteriori. Oppure chiamiamo "amore" le nostre varie emozioni (passione, bisogno, dipendenza...).

---> Averlo chiaro serve per non confondere le infatuazioni (frequenti specialmente in gioventù) con qualcosa di più profondo. E per non disperarsi dietro a persone che non sono poi così meravigliose o straordinarie (ma nelle emozioni del momento ci sembrano tali): passata la fase dell'innamoramento, spesso ci chiediamo cosa ci trovavamo di tanto speciale. Questo è particolarmente importante quando vogliamo qualcuno ma non siamo ricambiati.

17. Cosa cercano le donne in un partner

Capire cosa vogliono davvero le donne è difficile: un po' perché spesso non lo sanno nemmeno loro, un po' perché di rado lo dichiarano apertamente. Anzi, sovente dicono cose diverse da quelle che pensano, oppure danno consigli sentimentali slegati dalla realtà e controproducenti.
Cosa vogliono le donne da un uomo: in generale possiamo dire che per le donne l'aspetto è primario (similmente ai maschi), che sono molto più selettive degli uomini, e che vorrebbero un uomo con tutte le qualità e migliore di loro stesse (ipergamia).

18. Che tipo di uomo attrae le donne

Anche sapere cosa attrae ed eccita le donne non è facile, perché quasi mai te lo vengono a dire. Anzi a volte negano l'evidenza.
Generalmente le donne sono attratte dai "maschi Alfa" (forti, sicuri di sé, dominanti), mentre non provano attrazione verso i "bravi ragazzi" (sempre disponibili e accondiscendenti) o verso i "maschi Beta" (deboli, timorosi, sottomessi).
Questo contrasta con molto di quello che ci viene detto, specialmente che "più ami e più verrai amato": spesso, anzi, più si è devoti e amorevoli verso qualcuno, e meno quel qualcuno ci considera. Inoltre le donne sono meno interessate all'amore di quanto viene detto.

---> Questo punto - e il precedente - aiutano gli uomini ad avere una visione più pragmatica ed efficace nell'approcciarsi alle donne. Meno basate su favole romantiche idealizzate, e più sul comportamento reale femminile. Senza queste informazioni, molti uomini passano il periodo tra l'adolescenza e i 30 anni correndo dietro alle donne senza risultati, e senza capire dove sbaglino.

19. Alle donne il sesso piace, ma sono meno disponibili a farlo

Le donne godono della sessualità come gli uomini - ed anche di più (possono avere orgasmi multipli e di vario tipo). Però sono meno disponibili a fare sesso per una serie di motivi. Per cui a volte dicono "No" anche quando pensano "Forse", e dicono "Forse" quando intendono "Sì" (per esempio per paura di essere giudicate, o per "testare" le intenzioni dell'uomo).
Quindi non si può prendere alla lettera quello che una donna afferma, ma si devono cogliere i segnali e interpretarli. Le donne si aspettano che gli uomini capiscano le loro allusioni e i sottintesi, e che prendano l'iniziativa anche quando non è chiaro se lei è interessata. Se lui aspetta da lei un "Sì" chiaro e inequivocabile, rischia di aspettare tutta la vita.

N.B.: Questa realtà si scontra con il principio femminista per cui "No significa No". Certamente quando una donna esprime un rifiuto chiaro e netto, va rispettata. Il problema è quando, come accade di frequente, i "No" e i "Forse" sono strategie seduttive che non corrispondono alle vere intenzioni: lì ci vorrebbe la telepatia, e si rischia sempre di fraintendere.

20. Vivere la sessualità in modo libero e positivo

Si sente spesso dire che viviamo in tempi sessualmente liberi ma, in realtà, la sessualità è soggetta ad attacchi, moralismi e giudizi negativi. Pur essendo io cresciuto negli anni '70 (un'epoca definita di "liberazione sessuale"), ricordo bene che anche allora giudizi ed inibizioni erano comuni.
Purtroppo questi moralismi portano molte persone a giudicarsi, reprimersi e soffrire inutilmente. Tutt'oggi sono frequenti atteggiamenti negativi come:
---> Naturalmente ci possono essere comportamenti sessuali esagerati o poco sani (come per qualsiasi attività), ma la soluzione non sta certo nel moralismo o nella repressione. Piuttosto, la soluzione è in una educazione sessuale integrale che aiuti le persone a comprendere, accettare e godere del sesso in modo sereno e positivo.

"E' strano quante cose bisogna sapere, prima di sapere quanto poco si sa."
(Winston Churchill)

"La tragedia della vita è che diventiamo vecchi troppo presto e saggi troppo tardi."
(Benjamin Franklin)

"C'è un solo bene, il sapere, e un solo male, l'ignoranza."
(Socrate)


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20 cose che avrei voluto sapere a 20 anni: sulla vita

L'età e le esperienze ci insegnano e ci inducono a crescere - o almeno si spera. Quante volte, però, ci troviamo a scoprire qualcosa di importante, e rimpiangere di non averlo saputo prima? Quante scelte migliori da fare, quanti errori avremmo potuto evitare, se avessimo saputo certe cose da giovani!
In questo post ho raccolto 20 concetti importanti, che possono fare la differenza nella qualità della vita di ciascuno. Sia che li leggiate a 20, 30 o 40 anni, presumo ci sarà qualche punto che ancora non vi era noto o chiaro, e che magari potrà aiutarvi a fare scelte più proficue e trarre più soddisfazione dalla vostra vita.
Come si dice, "Sapere è potere". Mentre l'ignoranza ci porta facilmente a fare disastri. Quindi vi auguro più conoscenza, più potere e - di conseguenza - maggiore felicità.

I 20 concetti sono divisi in due post: il primo è di argomento generale (questo post), mentre il secondo è dedicato a relazioni e sentimenti (post successivo).

Cose che avrei voluto sapere sulla vita

  1. Amare e accettare se stessi è la cosa più importante
  2. Investi su te stesso
  3. Sei responsabile di (quasi) tutto quello che accade nella tua vita
  4. Non prendere decisioni importanti basandoti sulle emozioni
  5. Le persone ti giudicheranno qualunque cosa tu faccia
  6. Non puoi piacere a tutti
  7. Non puoi controllare gli altri
  8. Gli esseri umani sono seriamente limitati
  9. E' sempre un buon momento per investire
  10. La gratitudine è essenziale per essere felice
  11. Tutto nella vita è impermanente
  12. La vita non è equa

Cose che avrei voluto sapere su relazioni e sentimenti

  1. Falsità romantiche sulle relazioni
  2. Innamoramento e amore non sono la stessa cosa
  3. L'attrazione può ingannarci. Non c'è equità o giustizia in amore
  4. La scelta dei partner è basata su attrazione e bisogni
  5. Cosa cercano le donne in un partner
  6. Che tipo di uomo attrae le donne
  7. Alle donne il sesso piace, ma sono meno disponibili a farlo
  8. Vivere la sessualità in modo libero e positivo


Cose che avrei voluto sapere sulla vita

1. Amare e accettare se stessi è la cosa più importante

Tutti insistono sull'amare gli altri (ed esserne da loro amati), ma quasi mai si parla dell'amore per se stessi. Invece è quello più importante perché, senza l'amore di sé, quello degli altri non ci basta mai, e si vive con un continuo senso di vuoto, sofferenza e mancanza.
Spesso l'amore per se stessi viene confuso con l'egoismo, ma c'è una grande differenza tra egoismo (negativo e solitamente distruttivo) e amor proprio (positivo e costruttivo).

"Senza l'amore di se stessi la vita non è possibile, neppure la più lieve decisione, soltanto immobilità e disperazione."
(Hugo Von Hofmannsthal)

2. Investi su te stesso

La maggior parte delle persone non è soddisfatta della propria vita. I più danno la colpa all'esterno (alla sfortuna, al mondo, ai genitori, a Dio, al destino...), ma in realtà la loro vita è la conseguenza delle loro scelte (vedi punto successivo). Di solito, queste persone non hanno "investito" sulla propria vita, e di conseguenza hanno raccolto risultati scadenti.

Se vuoi una vita appagante, è indispensabile investire su te stesso. Questo vuol dire dedicare tempo, energie ed impegno verso:
  • Il tuo benessere fisico e la tua salute.
  • Il tuo benessere psicologico ed emotivo.
  • La tua crescita personale: migliorare te stesso, comprendere chi sei e cosa vuoi, diventare la persona che vorresti essere.
  • L'apprendimento continuo, lo sviluppo di nuove conoscenze e capacità, la coltivazione dei tuoi talenti.
  • La realizzazione dei tuoi progetti - sia di breve che di lungo termine.
Inoltre è necessario eliminare o limitare certi elementi:
  • Allontanarti per quanto possibile da fonti di stress continuo e negatività (lavori che detesti, persone tossiche, ambienti o situazioni che ti buttano giù).
  • Limitare il tempo dedicato ad attività di intrattenimento piacevoli, ma infruttuose (TV, social network, seguire sport, videogiochi, ecc.).

In pratica, significa "coltivare" te stesso come faresti con un campo da cui vuoi raccogliere dei frutti: non puoi trascurarlo e poi aspettarti un raccolto rigoglioso, giusto? Sai che devi arare la terra, seminare, fertilizzare, togliere gli infestanti, tenere sotto controllo i parassiti, ecc.
  • Le persone di successo investono su se stesse. Sono pervase dalla passione, dall'entusiasmo, o dall'ambizione verso qualcosa di grande, quindi vi si dedicano anima e corpo, senza farsi frenare dalle paure e dai rischi.
  • Per contro, le persone "mediocri" sono tiepide, timorose e passive, quindi vivono "al minimo" e le loro potenzialità rimangono inespresse. Più che vivere, sopravvivono trascinandosi.

"Il miglior investimento possibile è quello su se stessi."
(Warren Buffet)

3. Sei responsabile di (quasi) tutto quello che accade nella tua vita

Molti rifiutano di prendersi la responsabilità delle proprie azioni: preferiscono vedersi come vittime innocenti, e dare la colpa agli altri, al mondo o al destino per tutti gli eventi spiacevoli che gli accadono. Ma questo è un prendersi in giro.
In realtà, nella maggior parte dei casi siamo responsabili (almeno in parte) di tutto quello che capita nelle nostre vite, sia in positivo che in negativo. La vita che abbiamo è, in massima parte, il risultato delle scelte che abbiamo fatto: le relazioni, il lavoro, il denaro, la salute, l'appagamento o l'insoddisfazione, la felicità o la frustrazione nella nostra vita, sono la conseguenza delle nostre scelte. Si raccoglie quello che si è seminato.
Certo, a volte ci sono eventi su cui non abbiamo alcun controllo, oppure cose che non possiamo cambiare; ma ce ne sono altre che possiamo cambiare se ci impegniamo. Ed in ogni caso, rimane una nostra responsabilità affrontarli e fare qualcosa a riguardo - invece di subirli passivamente.
Quindi per ogni cosa a cui tengo, o che vorrei eliminare dalla mia vita, sta a me impegnarmi in prima persona perché ciò accada. Se non lo faccio, se mi limito a lamentarmi ed a scaricare la colpa sugli altri, mi metto in una condizione di "impotenza" (se mi dico che non ci posso fare nulla, sto negando il mio potere), e rimango in balia di forze esterne a me.

---> Quando riconosco di essere responsabile della mia vita, riconosco anche di avere potere (responsabilità e potere sono legati a doppio filo): il potere di fare le scelte utili al mio benessere. Posso quindi agire concretamente per costruire la vita che voglio, invece di piangermi addosso, attaccarmi a delle scuse, o credere di essere una vittima di circostanze avverse.

4. Non prendere decisioni importanti basandoti sulle emozioni

Le emozioni arricchiscono la nostra esistenza e ci fanno sentire vivi, ma spesso ci confondono le idee. Sono eccitanti, ma non affidabili. Per questo è bene prendere ogni decisione importante soppesando bene i pro e contro, con calma, e non solo perché le emozioni (positive o negative) ci spingono in quella direzione. Questo per due ragioni fondamentali:
  • Le emozioni possono ingannarci. Quasi tutti hanno provato ad infatuarsi di qualcuno e trovarlo meraviglioso, oppure a fare un acquisto d'impulso presi dall'entusiasmo... salvo poi ritrovarsi perplessi, delusi o di tutt'altra opinione qualche tempo dopo.
  • Le emozioni cambiano continuamente - sono come onde mai ferme. Quando proviamo qualcosa di intenso ci sembra che quella sensazione sia destinata a durare, ma non è così: tra un giorno, un mese o un anno, sicuramente ci sentiremo in modo diverso.

---> Certo a volte l'istinto di pancia è una buona guida - ma non sempre. Quindi va bene seguirlo su decisioni secondarie, ma non su quelle importanti. La scelta di quale laurea o carriera seguire, un acquisto impegnativo, il luogo dove vivere, od anche il matrimonio: se facciamo una scelta d'impulso o basata sulle emozioni del momento, abbiamo un forte rischio di ritrovarci insoddisfatti o pentiti in seguito (e, a quel punto, ormai sarà arduo o penalizzante tornare indietro).

5. Le persone ti giudicheranno qualunque cosa tu faccia

Troverai sempre qualcuno pronto a giudicarti, senza nemmeno conoscerti. Altre volte la gente non penserà a te, o non farà nemmeno caso a te. Quando vieni ignorato, non viverlo come una ferita del tuo ego: vedila come un'occasione di libertà. E quando ti senti giudicato, impara a non dare peso ai giudizi altrui. Se perdi troppo tempo a cercare la stima, il rispetto o l'approvazione degli altri, non avrai tempo di realizzare ciò che desideri.

Tutti hanno un'opinione, ma in realtà le opinioni degli altri su di te sono basate più sulle loro esperienze e percezioni che su quello che tu sei realmente. Tanti ti diranno "Credimi!" e "Dammi retta" (e di solito questi sono quelli meno affidabili); ma la verità è che, nella maggior parte dei casi, gli altri non ti capiranno, diranno di te cose false, ti proietteranno addosso le loro paure e i loro pregiudizi (inclusi, a volte, i tuoi genitori). Quindi l'opinione altrui conta ben poco, e non è da prendere come guida. Certo è il caso di considerarla (a volte potrebbero aver ragione), ma senza dargli mai troppo peso.
Alla fine, la tua vita è solo tua e sarai tu a dover convivere con le conseguenze delle tue azioni. Quindi cerca di comportarti in accordo con i tuoi valori, con quello che sei veramente, con quello che è il meglio per te. Poi lascia che gli altri dicano ciò che vogliono.

"Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei. Quindi vivi, e fai quel che il tuo cuore ti suggerisce".
(Charlie Chaplin)

6. Non puoi piacere a tutti

Non potrai mai piacere a chiunque, e non tutti potranno piacere a te. Certo, sarebbe stupendo amare tutti, e venire amati da ognuno: ma questo è impossibile, è una favola o una cosa da santi. In realtà a tante persone non piacerai, oppure gli risulterai indifferente. Ed, allo stesso modo, ci saranno persone che ti stanno antipatiche (magari senza motivo), ed altre che non noterai nemmeno. Ed è normale.
Inoltre, più ti sforzerai di piacere a qualcuno e di assecondarlo, più apparirai artificioso e sospetto, suscitando l'effetto opposto. E' uno dei motivi per cui "bravi ragazzi" e "zerbini" hanno così poco successo nelle relazioni.

Similmente, non potrai mai fare contenti tutti. Perché siamo tutti diversi, con gusti differenti e vogliamo cose diverse: quindi quando farai contento Tizio, ci sarà Caio che rimarrà deluso. E non aspettarti ragionevolezza o coerenza su questo: ognuno vorrebbe essere assecondato, e se la prende quando non accade.

Perciò smettila di preoccuparti così tanto di quello che la gente pensa di te, e smetti di cercare di piacere a tutti. Sii semplicemente te stesso. A quelli con cui sei in sintonia piacerai, ed a quelli che non sono sulla tua "lunghezza d'onda" non piacerai. Amen: così è la vita.
Ma se proprio vuoi un "trucco" per piacere di più agli altri, prova ad accettare e amare te stesso. Sovente gli altri ci "rispecchiano" l'opinione che abbiamo di noi stessi; per cui se mi critico e mi disprezzo, tenderò a ricevere disprezzo e critiche.

7. Non puoi controllare gli altri

Non è possibile controllare - o cambiare - gli altri; puoi solo controllare il tuo comportamento o reazione a ciò che gli altri fanno.
Passiamo un sacco di tempo a rimuginare su quello che qualcuno ha detto o fatto, pensando a come cambiare la situazione in meglio. Studiamo modi per fargli fare quello che vogliamo, a volte cercando di manipolarli. Ma la verità è che questo approccio non funziona quasi mai.
Ognuno ha il suo modo di pensare e di fare le cose. Se non ti piace quel modo, puoi cambiare il tuo atteggiamento nei suoi confronti, oppure puoi uscire da una situazione che non ti va bene. Credere di poter convincere l'altra persona ad essere più premurosa, più gentile, più affettuosa, o meno prepotente, il più delle volte è una perdita di tempo. Le persone non cambiano per farti un favore: quando cambiano, in genere è perché ne traggono un qualche vantaggio.

Quindi smetti di perdere tempo nel cercare di cambiare o controllare gli altri. Quello che puoi fare, invece, è imparare a:
  • Capire il punto di vista dell'altro, e considerare le sue ragioni. Spesso non c'è uno che ha ragione e l'altro torto, ma ci sono ragioni differenti. Vedere le ragioni dell'altro, oltre alle proprie, è necessario per andare d'accordo.
  • Comunicare chiaramente quello che vuoi, in modo da rendere più facile creare accordi di reciproca soddisfazione con gli altri (ma non sempre sarà possibile).
  • Gestire le tue reazioni in modo costruttivo, quando le cose non vanno come vuoi. Arrabbiarti, aggredire o mettere il muso non aiuta quasi mai.
  • Decidere quando è il caso di rimanere in una situazione (lavorativa, sentimentale, familiare, ecc.), e quando è invece è meglio uscirne.
  • Conoscere i tuoi limiti. A volte le cose vanno male per causa tua, perché non sei (ancora) in grado di affrontare la situazione in modo adeguato. Ammetterlo è molto più maturo - e costruttivo - che dare la colpa agli altri.
  • Ricordare che puoi solo cambiare te stesso - quando lo ritieni utile. Ma non potrai mai cambiare gli altri; quello è compito loro.

8. Gli esseri umani sono seriamente limitati

Quando osserviamo il comportamento delle altre persone, lo troviamo spesso scorretto, disfunzionale o addirittura privo di senso. Ma se siamo onesti, anche a noi stessi capita di fare scelte sbagliate, senza magari capirne il motivo.
Attribuire le cause a stupidità, egoismo o cattiveria è comprensibile, ma io ho elaborato una spiegazione più sistematica. Dopo averci riflettuto a lungo, sono giunto alla conclusione che tutti gli esseri umani possiedono tre caratteristiche fondamentali, che spiegano buona parte dei loro comportamenti insensati:
  1. Sono ignoranti (nel senso letterale di "non sapere")
  2. Sono irrazionali (non del tutto, ma in buona parte)
  3. Sono in negazione (denial in inglese) (nel senso di rifiutare i fatti o le verità scomode e/o dolorose).

Queste tre caratteristiche sono vere per ogni essere umano. Semmai variano nella loro gradazione: certe persone si impegnano per apprendere (ed diventare così meno ignoranti), certe cercano di sviluppare raziocinio ed obiettività, certe imparano ad accogliere la verità anche quando è scomoda.
Anche una persona che si impegni al massimo, però, non potrà mai eliminare del tutto questi aspetti:
  1. Quello che non sappiamo resterà sempre più grande di quello che sappiamo.
  2. Buona parte del comportamento resterà guidato dalla nostra parte istintiva, emotiva, animale (la neo-corteccia razionale viene spesso soverchiata da altre parti del cervello).
  3. L'essere umano tende istintivamente alla negazione, perché lo protegge dalla paura, dal dolore e dall'incertezza.

E' questa base innata (e in parte inevitabile) che ci rende tutti così limitati e, più spesso di quanto vorremmo, ci fa comportare in modi discutibili. Non è una "deviazione" anomala, è parte della normale natura umana. Non è dovuta a "perdita di valori" (come dicono quelli che rimpiangono un mondo ideale mai esistito). Persino le menti migliori vi sono soggette: già Aristotele osservava "Vedo la strada migliore e l'approvo; ma poi scelgo la peggiore".

---> Rendersi conto di quanto siamo tutti limitati può essere di grande aiuto per vivere meglio:
  • Ci permette di essere meno severi e più tolleranti verso i nostri stessi errori, le mancanze ed i fallimenti.
  • Ci rende più facile convivere con le azioni altrui, che altrimenti troveremmo malvagie, folli o incomprensibili.
Invece di odiare o disprezzare gli altri e noi stessi per la nostra fallibilità, possiamo ricordare le parole di Seneca: "Perdoniamo gli uomini: sono tutti pazzi".

9. E' sempre un buon momento per investire

Quando ero giovane non ho mai pensato ad investire. Vivevo nel momento, e spendevo tutto quello che guadagnavo. In seguito ho capito che sarebbe stata una buona idea mettere da parte dei soldi e farli fruttare, ma non sapevo da dove iniziare. Queste perplessità sono comuni: molti credono che bisogna avere un sacco di soldi per investire, oppure che bisogna essere molto esperti, o che devi seguire costantemente la Borsa... per cui non iniziano mai.

In realtà oggi esistono diverse possibilità per investire facilmente. E soprattutto, prima si inizia meglio è: grazie alla "magia" dell'interesse composto, prima mettiamo da parte dei soldi, e più questi cresceranno nel tempo. Per questo è (quasi)* sempre un buon momento per investire.
Investire non vuol dire solo accantonare un gruzzolo per un futuro progetto impegnativo, o per eventuali momenti difficili (anche se queste sono ottime ragioni). Vuole anche dire "far lavorare i soldi al posto nostro": se investo 100 euro al mese per 10 anni, con un rendimento netto del 5% annuo (non difficile da ottenere), alla fine avrò versato 12.000 euro, ma il mio investimento sarà arrivato a 15.500 euro: in pratica avrò guadagnato 3500 euro senza lavorare (a parte studiare l'investimento iniziale).

---> Qui non posso approfondire, ma suggerisco alcune basi elementari:
  • Non fidarti dei consigli della tua banca (quasi sempre rivolti al proprio interesse).
  • Attenzione ai consulenti finanziari che guadagnano sulle commissioni (anche loro potrebbero suggerire prodotti ad alte commissioni per proprio interesse, e non del cliente).
  • Può essere più valido affidarsi a gestori che si basano su ETF (fondi passivi a basso costo), come gli italiani Euclidea o Moneyfarm (che guadagnano la loro tariffa a prescindere dai prodotti che propongono, quindi non hanno conflitti di interesse).
  • I "portafogli pigri" (lazy portfolios) sono un metodo di investimento semplice ed efficace (il libro "Stay Lazy and get rich!", scritto da un italiano per il mercato europeo, è un'introduzione rapida e accessibile sia ai "pigri" che a basi di finanza utili a chiunque).

* Il "(quasi)" vuol dire che ci sono alcuni momenti in cui può essere sconsigliabile investire. Tipicamente quando si è nel pieno di una "bolla" che può scoppiare da un momento all'altro (la crisi delle "dot.com" alla fine degli anni '90 è un buon esempio); oppure, quando tutti sembrano buttarsi su un certo investimento, spesso è indice che il momento migliore è già passato.

10. La gratitudine è essenziale per essere felice

Tendiamo a credere che la felicità provenga da quello che abbiamo (sia beni materiali che immateriali), ma in realtà la felicità dipende prima di tutto dalla propria gratitudine, ovvero dalla capacità di apprezzare quello che abbiamo. Paradossalmente, una persona che ha "100" ma non lo apprezza, sarà meno felice di qualcuno che ha solo "10" ma lo apprezza: se non sai apprezzare quello che hai, o se lo dai per scontato, è quasi come se non lo avessi.

Se vi guardate intorno, noterete molte persone le cui vite sono ricche di elementi positivi, ma che invece di goderseli sono sempre scontente perché si concentrano su quello che non hanno.
Quindi un metodo facile per aumentare la propria felicità, è fare esattamente il contrario: focalizzarsi su ogni cosa positiva che arricchisce la propria vita (magari facendone una lista), e riconoscere che si è fortunati ad averle: dalla famiglia agli amici, dall'acqua potabile alla dispensa piena, dall'istruzione all'assistenza sanitaria, dai cinque sensi a tutti gli arti funzionanti.
Ricordandosi che nulla è scontato: in fondo tutto è impermanente, e quello che oggi c'è domani potremmo perderlo.

11. Tutto nella vita è impermanente

Non vivrai per sempre, i tuoi genitori non vivranno per sempre, non manterrai quel lavoro per sempre, non resterai arrabbiato per sempre, non ti sentirai il cuore spezzato per sempre... e qualsiasi elemento nella tua vita è destinato a cambiare, prima o poi.
Come ci ricorda anche il Buddismo, tutto è impermanente: tutto cambia, si trasforma e termina. E' uno dei motivi per cui è impossibile eliminare del tutto la sofferenza.

Anche se da un certo punto di vista questo è inquietante, da un altro è consolatorio: anche questo dolore passerà, la tristezza di oggi potrebbe dissolversi domani, un problema potrebbe sparire.
Inoltre può essere visto come stimolo a celebrare e apprezzare tutte le cose belle e preziose che sono nella nostra vita ora - invece di darle per scontate, ignorarle o persino lamentarsene (come i genitori che a volte ci infastidiscono, o un lavoro che ci pesa ma che ci mantiene). Invece di solito tendiamo a fare l'opposto: ci concentriamo su quello che ci manca, e non facciamo caso a quello che abbiamo (finché lo perdiamo). In questo modo viviamo come poveri anche se la nostra vita è ricca (se ho qualcosa ma non me la godo, è come se non l'avessi).

12. La vita non è equa

La vita non è equa né morale: a volte i buoni non vengono premiati, né i cattivi puniti. Piuttosto, l'esistenza funziona in modo "darwiniano": i più adatti prosperano, i meno adatti stentano o periscono - buoni o cattivi che siano.

Attenzione: questo non è un invito a comportarsi male, o a fare gli stronzi. La vita può non essere morale, ma la società tende ad esserlo, ed a punire chi vìola le regole. Inoltre si tende a raccogliere ciò che si ha seminato. Quindi la "regola d'oro" "tratta gli altri come tu vorresti essere trattato" rimane valida.
Quello che voglio dire è che aspettarsi una "giustizia divina", o che l'esistenza segua i principi morali umani, è ingenuo. Perciò fai quello che ritieni giusto perché ci credi e ti fa sentire bene, non per essere "premiato".


L'elenco delle "20 cose che avrei voluto sapere a 20 anni" continua nel post successivo, nella parte dedicata a relazioni e sentimenti.

"E' strano quante cose bisogna sapere, prima di sapere quanto poco si sa."
(Winston Churchill)

"La tragedia della vita è che diventiamo vecchi troppo presto e saggi troppo tardi."
(Benjamin Franklin)

"C'è un solo bene, il sapere, e un solo male, l'ignoranza."
(Socrate)


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Il mondo va sempre meglio

Regolarmente qualcuno se ne esce lamentandosi per il preoccupante declino della specie umana, o con qualche bizzarra nostalgia per un passato ideale che non è mai esistito:
  1. "Non ci sono più i valori di una volta"
  2. "Viviamo in tempi terribili"
  3. "Oggi gli uomini guardano solo la bellezza"
  4. "Oggi le donne badano solo al portafoglio"
  5. "Le cose vanno sempre peggio..."

Ma queste opinioni sono fondamentalmente scollegate dalla realtà. Anzi, è piuttosto vero il contrario; generalmente parlando:
  1. I valori umani sono migliorati (cose come schiavismo, colonialismo o lapidazione sono fortunatamente "passati di moda").
  2. Sotto quasi ogni aspetto, viviamo meglio che in passato.
  3. Si è sempre data molta importanza alla bellezza; ma oggi le donne vengono apprezzare anche per altre qualità.
  4. Le donne sono sempre state sensibili alla ricchezza e/o al potere; ma oggi meno di un tempo (anche grazie alla raggiunta indipendenza economica).
  5. Le condizioni di vita sono migliorate quasi ovunque rispetto al passato (per esempio, la povertà nel mondo è in costante diminuzione)*.
* Naturalmente accadono crisi periodiche, come nel 2020, in cui la situazione tende a peggiorare; oppure passiamo attraverso dei cicli storici, per cui avviene una fase di declino prima di migliorare nuovamente. Ma sul lungo periodo, quasi tutti i fattori tendono al miglioramento.

Quindi, chi esprime queste lamentele è solitamente piuttosto ignorante (nel senso letterale di scarsa conoscenza), o abbastanza stupido (capisce ben poco di come funzionano le cose), oppure molto egocentrico (sta male o è infelice, e ritiene che sia colpa del mondo che è "sbagliato"; oppure crede che la sua esperienza negativa rifletta l'intera realtà).

“I valori umani sono migliorati
e viviamo meglio che in passato”

Un viaggio a ritroso nel tempo

Come sempre, non vi chiedo di credermi sulla parola. Invece, valutate i fatti e decidete voi cosa è vero. Facciamo insieme un piccolo esperimento: torniamo indietro nel tempo, e vediamo come andavano le cose in tempi passati...
  • 1960-70: anni di grandi cambiamenti sociali e politici, ma anche di forti conflitti e scontri per le strade (spesso repressi in modo violento). In Italia, in particolare, avvengono numerosi atti criminali e di terrorismo (verranno infatti chiamati "gli anni di piombo"). Gli USA portano avanti l'insensata e fallimentare guerra in Vietnam; il presidente Nixon è costretto a dimettersi in seguito allo scandalo Watergate.
  • 1945-1960: siamo nel dopoguerra, e c'è un grande sviluppo economico. Però sono anche gli anni della "guerra fredda", e si vive con l'incubo di essere annientati da un conflitto nucleare. Razzismo e discriminazioni sono pervasivi.
  • Passiamo alla prima metà del XX secolo: in pochi decenni scoppiano due guerre mondiali, nel 1918 si scatena una pandemia di "influenza spagnola" che uccide più persone della guerra appena finita (50 milioni), e nel 1929 avviene la Grande Depressione economica. In Italia la dittatura fascista domina il Paese dal 1925 al 1943.
  • XIX secolo: un periodo con decine di guerre, colonizzazioni brutali in Asia ed Africa, rivoluzioni sanguinarie. Per buona parte del secolo, le donne sono ancora considerate proprietà del marito, e soggette alla sua volontà.
  • XVIII secolo: qualche altra decina di guerre. Lo schiavismo si espande a livello globale. Con la Rivoluzione Industriale, le persone lavorano per 14-16 ore al giorno, bambini inclusi.
  • XVII secolo: ancora decine di guerre (tanto per cambiare). La colonizzazione delle Americhe porta al massacro delle popolazioni indigene.
  • Con l'Inquisizione cattolica (svoltasi in varie forme dal XII al XVII secolo), persone comuni ed innocenti potevano essere arrestate, torturate ed uccise (magari bruciate vive), solo perché vivevano in modo non convenzionale o avevano idee autonome, stavano antipatiche a qualcuno, o possedevano beni che facevano gola ad altri.
  • Medioevo: per tutto questo periodo (dal V al XV secolo circa) si vive nel costante timore di aggressioni e invasioni. Per questo motivo, ovunque sorgono castelli e città fortificate.
  • XIV secolo: una pandemia di peste nera arriva a sterminare circa metà della popolazione europea.
  • Per diversi secoli la Chiesa Cattolica, che dovrebbe essere la guida spirituale del mondo, è afflitta da corruzione morale e materiale a tutti i livelli, dal Papa in giù.
  • Nei primi secoli dopo Cristo, una serie di invasioni barbariche, operate da numerose tribù e popolazioni nomadi, attraversa buona parte dell'Europa con azioni di saccheggio e conquista.
  • Con l'Editto di Tessalonica (380 D.C.), il cristianesimo diventa religione ufficiale dell'impero romano, per poi generare proibizioni e persecuzioni (anche violente) contro ogni altra forma di culto.
  • L'Impero Romano, che molti italiani vedono con orgoglio come nostro progenitore, ha sempre attuato una politica di espansione bellicosa; le popolazioni invase potevano scegliere tra la sottomissione o l'annientamento. Questo espansionismo non appare molto diverso da quello della Germania nazista.
  • La cultura Greca, e la democrazia di Atene in particolare, sono ritenute la culla della civiltà occidentale. Tendiamo però a dimenticare che tale società era basata sullo schiavismo, il diritto di voto era riservato al 10-20% della popolazione, e le donne erano escluse dalla vita pubblica.

Aspetti positivi e negativi

Ovviamente questo lungo elenco di eventi deprimenti non esclude che siano avvenute anche cose positive. Onestamente, però, nessuno dei periodi sopra elencati mi fa venire voglia di viverci, o di ritenere le condizioni di vita migliori di quelle odierne.

Inoltre ogni medaglia ha sempre due facce: quindi per ogni aspetto positivo del passato (mancanza di inquinamento, vita più sana, ritmi più naturali), va ricordato anche l'aspetto negativo (scarsità di beni e di cibo, assenza di farmaci e cure efficaci, mancanza di ogni comfort).
Basti pensare che un impiegato moderno vive una vita più comoda e abbondante, per molti versi, di un sovrano di qualche secolo fa: quest'ultimo infatti pativa il freddo e il caldo, aveva una scelta limitata di cibi, spesso era afflitto da parassiti, in caso di malattia aveva poche chances di sopravvivere, viveva nel costante timore di intrighi di corte od attacchi di nemici, e non poteva nemmeno scegliere il coniuge che preferiva (i matrimoni erano quasi sempre organizzati in base ad interessi politici ed economici).

“Un impiegato moderno
vive una vita più comoda
di un sovrano del passato”

Perché non apprezziamo quello che abbiamo

Ma se la vita dell'uomo medio oggi è tanto migliore che in passato, come mai di solito non ce ne rendiamo conto, e non lo apprezziamo? Uno dei motivi è che non valutiamo la nostra vita in modo oggettivo, bensì comparativo: cioè ci paragoniamo con le persone che conosciamo, o che abbiamo intorno. Per cui se tante persone hanno la stessa abbondanza che abbiamo noi, la diamo per scontata e la apprezziamo poco; se invece fossimo gli unici ad averla, ci farebbe sentire speciali e privilegiati.
In altre parole, non è quello che abbiamo a farci sentire soddisfatti; ma è la sensazione di avere più degli altri, o che stiamo meglio della maggioranza. Uno dei motivi per la diffusa infelicità moderna, infatti, sono i social network che ci mostrano persone che sembrano più felici di noi - e con cui ci paragoniamo.

Valori immaginari

Al di là delle condizioni di vita scomode e sgradevoli del passato, non vedo traccia nemmeno dei valori morali che tanti gli attribuiscono. Dov'erano tutti questi "valori", queste presupposte virtù?
  • Nelle continue guerre?
  • Nel mandare al massacro migliaia di uomini senza alcun riguardo per le loro vite?
  • Nell'obbligare le donne ad un ruolo subordinato?
  • Negli abusi dell'aristocrazia e del clero?
  • Nella pratica frequente dello schiavismo?
  • Nel mantenere la stragrande maggioranza della popolazione in condizioni di povertà e sottomissione?
  • In sistemi di governo basati sulla legge del più forte, invece che sul dialogo e sul consenso?
  • Nell'oppressione e repressione di idee, preferenze personali e religioni?

A me pare che di qualsiasi problema ci si possa lamentare oggi (diseguaglianza, disparità di diritti, ingiustizia, povertà, violenza, corruzione...), in passato era più grave e più esteso.
Forse l'unico male odierno che era minore in passato, è la solitudine (semmai in passato esisteva il problema opposto: raramente potevi stare da solo, o godere di una privacy personale). I legami familiari e di comunità erano sicuramente più numerosi e più stretti. Il che, però, implicava anche una libertà individuale molto più ristretta e condizionata.

Luci ed ombre

Attenzione: non voglio dire che oggi vada tutto bene, o che tutto sia meglio che in passato. Come già detto, ogni situazione presenta pro e contro. Quindi oggi abbiamo problemi che un tempo non esistevano, ma in genere si accompagnano ad aspetti positivi importanti:
  • Il capitalismo ha permesso uno sviluppo economico senza precedenti, che ha ridotto la povertà globale in modo eclatante; ma ovviamente ha anche aspetti negativi. Nessun altro sistema alternativo ha però prodotto altrettanta abbondanza, benessere e libertà di scelta. Quindi è possibile - ed auspicabile - migliorarlo, ma non ha senso credere che con il comunismo o il feudalesimo le condizioni fossero migliori.
  • L'industrializzazione ha portato a fenomeni dannosi come inquinamento e riscaldamento globale, ma ben pochi vorrebbero tornare ad un'economia di sussistenza od al vivere solo con lo stretto indispensabile; alle capanne di tronchi ed ai campi arati con vomere e bue.
  • Anche a livello sociale e relazionale, possiamo lamentarci della fragilità del matrimonio, dell'infedeltà diffusa e dell'eccesso di individualismo - e con ragione. Ma quanti sceglierebbero di tornare a tempi in cui la libertà personale era cosa da ricchi, in cui si era legati ad un lavoro umile tutta la vita, con ruoli rigidi per uomini e donne (inclusi quelli sessuali), con la paura di esprimere le proprie idee, dove viaggi, cultura e musica erano per pochissimi?
  • Per quasi tutta la storia umana, il problema principale è stato procurarsi il cibo. Oggi invece abbiamo il problema opposto: mangiamo così tanto da diventare obesi. Il che può essere grave, ma è comunque preferibile al morire di fame.

Quindi - ripeto - non sto dicendo che il mondo oggi sia ottimale. Dico che, tutto sommato, è meglio che in passato sotto quasi ogni aspetto. E "migliore" non vuol dire "perfetto": ci saranno sempre problemi e sofferenza, perché l'esistenza non è fatta per renderci felici, e gli esseri umani sono limitati e imperfetti.

“Ben pochi vorrebbero tornare
alle capanne di tronchi
ed ai campi arati col bue”

La natura umana non cambia

Fondamentalmente, gli esseri umani hanno limiti e difetti che restano uguali nei secoli. E' consolatorio credere che una volta le persone fossero più buone, oneste o rispettose, ma è illusorio. La natura umana rimane essenzialmente la stessa: infatti le storie e i personaggi dei grandi autori (come Shakespeare, 4 secoli fa) risultano attuali ancora oggi.
Altrettanto costante è la tendenza a lamentarsi per il comportamento altrui, e per la "decadenza dei valori"; infatti più di 2000 anni fa Cicerone già esclamava "O tempora o mores!" ("Che tempi, che costumi!").

Violenze, omicidi, stupri, abusi, ingiustizie ed oppressioni sono sempre accaduti; anche più di adesso, anche in modo più feroce (barbarie, torture e punizioni che oggi ci appaiono inconcepibili, erano un tempo la norma). Però lo si sapeva meno, mentre oggi tutto è più visibile, al punto che un fenomeno può essere in diminuzione ma l'insistenza mediatica ce lo fa apparire in aumento!
Per esempio la criminalità è in declino da molto tempo; l'Italia è tra i Paesi europei con meno omicidi (anche di donne). Spesso gli eventi criminosi vengono amplificati per ideologia o demagogia, per influenzare l'opinione pubblica, per ottenere consenso o deviare l'attenzione da altri problemi. Perciò molte persone si sentono minacciate anche se siamo più sicuri che in passato.
Bisognerebbe guardare dati e statistiche, non fidarsi della propria percezione emotiva (che per sua natura è soggettiva, parziale ed influenzabile).

Ma cultura e costumi sì

Se la natura umana resta uguale (o cambia in milioni di anni), quella che evolve è però la cultura: cioè l'insieme delle idee, valori, morale e costumi che indicano cosa fare, cosa è giusto o sbagliato. Anche nella cultura vediamo un'evoluzione in meglio (per quanto lenta); nel corso dei secoli siamo passati:
  • Dallo schiavismo alla libertà per ogni individuo, e alla Dichiarazione universale dei diritti umani.
  • Dalle monarchie e aristocrazie alla democrazia (nella maggior parte dei Paesi).
  • Dalle guerre alla diplomazia (quanto meno in buona parte del mondo).
  • Dalle vendette e faide ("occhio per occhio") alla risoluzione dei conflitti per via giudiziaria.
  • Dall'imposizione della forza ("La legge del più forte", "Might makes right") all'uso della ragione e del consenso.

Ovviamente non sempre questi progressi vengono applicati (siamo sempre e comunque umani), e certamente c'è spazio per tanti ulteriori miglioramenti. Ma il passaggio dalle epoche dominate dalla spada, all'esortazione di fratellanza "Abbracciatevi, moltitudini!" dell' "Inno alla Gioia" di Beethoven (inno ufficiale dell'Unione Europea), è un balzo gigantesco.

“La natura umana resta uguale,
o cambia in milioni di anni”

Perché il mondo migliora, ma molti non lo vedono

Anche dopo questa carrellata, immagino che ad alcuni continuerà a sembrare che il mondo odierno sia pessimo, o peggiore del passato. Di solito questa convinzione nasce da uno dei seguenti atteggiamenti mentali.

1. Visione soggettiva ("Il mondo mi assomiglia")

Persone che stanno male, che soffrono, che sono infelici; che patiscono ingiustizie; la cui vita è molto problematica... e credono che la propria condizione personale rispecchi lo stato del mondo. Quindi anche di fronte ad argomenti validi, ribattono "Se il mondo è migliorato, o non è mai stato migliore, com'è possibile che io - o le persone a me vicine - soffriamo così tanto?".

Immersi nel loro malessere, non sanno vedere oltre. Ma quello che succede ad uno non riflette lo stato del mondo. Bisogna saper distinguere il personale dal collettivo, e l'eccezione dalla regola. Se io sono su un aereo che precipita, ma quello è stato l'unico incidente aereo degli ultimi dieci anni, vuol dire che volare è molto sicuro - anche se io ho avuto sfortuna.

2. Visione negativa ("Il mondo fa schifo")

Alcuni hanno la tendenza a concentrarsi sugli aspetti negativi, ed ignorano quelli positivi (per esempio pessimisti o disfattisti). Sono quelli che in un prato ricolmo di fiori vedono solo il cespuglio rinsecchito, o l'escremento di vacca; quelli che, di fronte ad una giornata splendida, ribattono "Tanto domani pioverà!".

Nella loro mente il male è sempre superiore al bene, e non riescono a riconoscere di potersi sbagliare, anche di fronte all'evidenza (il pessimista è sempre convinto di essere realista). E' come se indossassero degli "occhiali neri", per cui a loro tutto appare oscuro e minaccioso.

3. Visione idealistica ("Il mondo dovrebbe essere perfetto")

Un'altra obiezione frequente è "Se il mondo è migliorato così tanto, come mai ci sono ancora così tanti problemi e dolore?". Ho già risposto prima: problemi e dolore esisteranno sempre, perché è nella natura dell'esistenza e di noi esseri umani (come insegna il buddismo: "La vita è sofferenza").
La realtà è imperfetta, ci fa soffrire, e non va come vorremmo - così è sempre stato, così sempre sarà. Come abbiamo visto nel nostro "viaggio nel passato", non c'è mai stato un periodo ideale od un'epoca armoniosa in cui tutto andava bene.

Costoro si attaccano alla speranza utopica di un mondo perfetto da "regno dei cieli", invece che terreno ed umano. Con questa idea fissa, il mondo reale non gli andrà mai bene. Tenderanno ad una visione negativa (vedi sopra), perché per loro niente è mai abbastanza.

4. Aspettative personali esagerate

Alcuni hanno aspettative irrealistiche rispetto ai propri meriti, e si aspettano di ottenere di più di quanto valgano. Hanno quello che chiamo "il complesso del principino", o "della principessa": si illudono di essere "speciali", e che gli altri li tratteranno di conseguenza.
Credono di poter essere sempre felici, di avere una relazione ottimale senza sforzi, di essere amati e stimati solo perché esistono, di diventare ricchi o famosi. Inevitabilmente si ritrovano delusi, ma faticano a riconoscere di esserne la causa. Paradossalmente più una persona è limitata - come intelligenza, cultura, maturità - più fatica a valutarsi correttamente (non ha gli strumenti per un'analisi obiettiva; vedi l'effetto Dunning-Kruger). Quindi concluderà che i suoi insuccessi sono dovuti a cause esterne: al mondo che è fatto male, o che va peggiorando.
  • Per esempio una persona ambiziosa, ma senz'arte né parte, facilmente si convincerà che "In giro non c'è lavoro", o che "Si trova impiego solo nei call-center" - anche se non è affatto così (molte aziende cercano personale, però con determinate competenze).
  • Oppure una persona romantica, che crede al "grande amore" in modo favolistico, giustificherà i suoi fallimenti relazionali dando la colpa al sesso opposto, o alla perdita di valori.

Ma naturalmente la colpa non è del mondo. Essenzialmente, la realtà funziona in modo meritocratico e "darwiniano": prospera chi è più adatto, mentre i meno adatti stentano o periscono. Le aspettative scollegate dai propri meriti sono spesso create dai genitori che viziano i figli, ma anche alimentate dai media (le pubblicità ti dicono che "tu vali" e "meriti il meglio", in modo da sedurti e vendere) e dai social network (dove tutti appaiono più belli e felici di quanto siano realmente).

Saper vedere la realtà, saperla apprezzare

Quindi per apprezzare il progresso ed i benefici della propria epoca, è necessario sganciarsi da queste mentalità fuorvianti:
  1. Saper vedere oltre il proprio ristretto "orticello".
  2. Saper valutare tutti i pro e contro.
  3. Non pretendere la perfezione.
  4. Avere aspettative realistiche e saper riconoscere i propri limiti.
Ed inoltre, saper apprezzare tutti gli aspetti positivi, invece di darli per scontati. Facendo questo, diventa chiaro che - per molti versi - non siamo mai stati meglio!

Attenzione: quando faccio notare che il mondo non sarà mai perfetto, o che una certa sofferenza è inevitabile, non intendo incoraggiare la rassegnazione; è sempre possibile fare progressi. Suggerisco però di apprezzare tutto quello che c'è di buono, e di cercare di migliorare quello che non va. Ricordando che lamentarsi è soltanto uno spreco di energia che non produce cambiamenti.


"E' un dato di fatto che le persone amano lamentarsi, specialmente di quanto sia terribile il mondo moderno rispetto al passato.
Ma si sbagliano quasi sempre."

(Steven D. Levitt e Stephen J. Dubner, "SuperFreakonomics")

"E' meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che pessimisti ed avere ragione."
(Albert Einstein)

"Invece di lamentarsi dell'oscurità è meglio accendere una piccola lampada."
(Lao Tzu)


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