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20 cose che avrei voluto sapere a 20 anni: sulla vita

L'età e le esperienze ci insegnano e ci inducono a crescere - o almeno si spera. Quante volte, però, ci troviamo a scoprire qualcosa di importante, e rimpiangere di non averlo saputo prima? Quante scelte migliori da fare, quanti errori avremmo potuto evitare, se avessimo saputo certe cose da giovani!
In questo post ho raccolto 20 concetti importanti, che possono fare la differenza nella qualità della vita di ciascuno. Sia che li leggiate a 20, 30 o 40 anni, presumo ci sarà qualche punto che ancora non vi era noto o chiaro, e che magari potrà aiutarvi a fare scelte più proficue e trarre più soddisfazione dalla vostra vita.
Come si dice, "Sapere è potere". Mentre l'ignoranza ci porta facilmente a fare disastri. Quindi vi auguro più conoscenza, più potere e - di conseguenza - maggiore felicità.

I 20 concetti sono divisi in due post: il primo è di argomento generale (questo post), mentre il secondo è dedicato a relazioni e sentimenti (post successivo).

Cose che avrei voluto sapere sulla vita

  1. Amare e accettare se stessi è la cosa più importante
  2. Investi su te stesso
  3. Sei responsabile di (quasi) tutto quello che accade nella tua vita
  4. Non prendere decisioni importanti basandoti sulle emozioni
  5. Le persone ti giudicheranno qualunque cosa tu faccia
  6. Non puoi piacere a tutti
  7. Non puoi controllare gli altri
  8. Gli esseri umani sono seriamente limitati
  9. E' sempre un buon momento per investire
  10. La gratitudine è essenziale per essere felice
  11. Tutto nella vita è impermanente
  12. La vita non è equa

Cose che avrei voluto sapere su relazioni e sentimenti

  1. Falsità romantiche sulle relazioni
  2. Innamoramento e amore non sono la stessa cosa
  3. L'attrazione può ingannarci. Non c'è equità o giustizia in amore
  4. La scelta dei partner è basata su attrazione e bisogni
  5. Cosa cercano le donne in un partner
  6. Che tipo di uomo attrae le donne
  7. Alle donne il sesso piace, ma sono meno disponibili a farlo
  8. Vivere la sessualità in modo libero e positivo


Cose che avrei voluto sapere sulla vita

1. Amare e accettare se stessi è la cosa più importante

Tutti insistono sull'amare gli altri (ed esserne da loro amati), ma quasi mai si parla dell'amore per se stessi. Invece è quello più importante perché, senza l'amore di sé, quello degli altri non ci basta mai, e si vive con un continuo senso di vuoto, sofferenza e mancanza.
Spesso l'amore per se stessi viene confuso con l'egoismo, ma c'è una grande differenza tra egoismo (negativo e solitamente distruttivo) e amor proprio (positivo e costruttivo).

"Senza l'amore di se stessi la vita non è possibile, neppure la più lieve decisione, soltanto immobilità e disperazione."
(Hugo Von Hofmannsthal)

2. Investi su te stesso

La maggior parte delle persone non è soddisfatta della propria vita. I più danno la colpa all'esterno (alla sfortuna, al mondo, ai genitori, a Dio, al destino...), ma in realtà la loro vita è la conseguenza delle loro scelte (vedi punto successivo). Di solito, queste persone non hanno "investito" sulla propria vita, e di conseguenza hanno raccolto risultati scadenti.

Se vuoi una vita appagante, è indispensabile investire su te stesso. Questo vuol dire dedicare tempo, energie ed impegno verso:
  • Il tuo benessere fisico e la tua salute.
  • Il tuo benessere psicologico ed emotivo.
  • La tua crescita personale: migliorare te stesso, comprendere chi sei e cosa vuoi, diventare la persona che vorresti essere.
  • L'apprendimento continuo, lo sviluppo di nuove conoscenze e capacità, la coltivazione dei tuoi talenti.
  • La realizzazione dei tuoi progetti - sia di breve che di lungo termine.
Inoltre è necessario eliminare o limitare certi elementi:
  • Allontanarti per quanto possibile da fonti di stress continuo e negatività (lavori che detesti, persone tossiche, ambienti o situazioni che ti buttano giù).
  • Limitare il tempo dedicato ad attività di intrattenimento piacevoli, ma infruttuose (TV, social network, seguire sport, videogiochi, ecc.).

In pratica, significa "coltivare" te stesso come faresti con un campo da cui vuoi raccogliere dei frutti: non puoi trascurarlo e poi aspettarti un raccolto rigoglioso, giusto? Sai che devi arare la terra, seminare, fertilizzare, togliere gli infestanti, tenere sotto controllo i parassiti, ecc.
  • Le persone di successo investono su se stesse. Sono pervase dalla passione, dall'entusiasmo, o dall'ambizione verso qualcosa di grande, quindi vi si dedicano anima e corpo, senza farsi frenare dalle paure e dai rischi.
  • Per contro, le persone "mediocri" sono tiepide, timorose e passive, quindi vivono "al minimo" e le loro potenzialità rimangono inespresse. Più che vivere, sopravvivono trascinandosi.

"Il miglior investimento possibile è quello su se stessi."
(Warren Buffet)

3. Sei responsabile di (quasi) tutto quello che accade nella tua vita

Molti rifiutano di prendersi la responsabilità delle proprie azioni: preferiscono vedersi come vittime innocenti, e dare la colpa agli altri, al mondo o al destino per tutti gli eventi spiacevoli che gli accadono. Ma questo è un prendersi in giro.
In realtà, nella maggior parte dei casi siamo responsabili (almeno in parte) di tutto quello che capita nelle nostre vite, sia in positivo che in negativo. La vita che abbiamo è, in massima parte, il risultato delle scelte che abbiamo fatto: le relazioni, il lavoro, il denaro, la salute, l'appagamento o l'insoddisfazione, la felicità o la frustrazione nella nostra vita, sono la conseguenza delle nostre scelte. Si raccoglie quello che si è seminato.
Certo, a volte ci sono eventi su cui non abbiamo alcun controllo, oppure cose che non possiamo cambiare; ma ce ne sono altre che possiamo cambiare se ci impegniamo. Ed in ogni caso, rimane una nostra responsabilità affrontarli e fare qualcosa a riguardo - invece di subirli passivamente.
Quindi per ogni cosa a cui tengo, o che vorrei eliminare dalla mia vita, sta a me impegnarmi in prima persona perché ciò accada. Se non lo faccio, se mi limito a lamentarmi ed a scaricare la colpa sugli altri, mi metto in una condizione di "impotenza" (se mi dico che non ci posso fare nulla, sto negando il mio potere), e rimango in balia di forze esterne a me.

---> Quando riconosco di essere responsabile della mia vita, riconosco anche di avere potere (responsabilità e potere sono legati a doppio filo): il potere di fare le scelte utili al mio benessere. Posso quindi agire concretamente per costruire la vita che voglio, invece di piangermi addosso, attaccarmi a delle scuse, o credere di essere una vittima di circostanze avverse.

4. Non prendere decisioni importanti basandoti sulle emozioni

Le emozioni arricchiscono la nostra esistenza e ci fanno sentire vivi, ma spesso ci confondono le idee. Sono eccitanti, ma non affidabili. Per questo è bene prendere ogni decisione importante soppesando bene i pro e contro, con calma, e non solo perché le emozioni (positive o negative) ci spingono in quella direzione. Questo per due ragioni fondamentali:
  • Le emozioni possono ingannarci. Quasi tutti hanno provato ad infatuarsi di qualcuno e trovarlo meraviglioso, oppure a fare un acquisto d'impulso presi dall'entusiasmo... salvo poi ritrovarsi perplessi, delusi o di tutt'altra opinione qualche tempo dopo.
  • Le emozioni cambiano continuamente - sono come onde mai ferme. Quando proviamo qualcosa di intenso ci sembra che quella sensazione sia destinata a durare, ma non è così: tra un giorno, un mese o un anno, sicuramente ci sentiremo in modo diverso.

---> Certo a volte l'istinto di pancia è una buona guida - ma non sempre. Quindi va bene seguirlo su decisioni secondarie, ma non su quelle importanti. La scelta di quale laurea o carriera seguire, un acquisto impegnativo, il luogo dove vivere, od anche il matrimonio: se facciamo una scelta d'impulso o basata sulle emozioni del momento, abbiamo un forte rischio di ritrovarci insoddisfatti o pentiti in seguito (e, a quel punto, ormai sarà arduo o penalizzante tornare indietro).

5. Le persone ti giudicheranno qualunque cosa tu faccia

Troverai sempre qualcuno pronto a giudicarti, senza nemmeno conoscerti. Altre volte la gente non penserà a te, o non farà nemmeno caso a te. Quando vieni ignorato, non viverlo come una ferita del tuo ego: vedila come un'occasione di libertà. E quando ti senti giudicato, impara a non dare peso ai giudizi altrui. Se perdi troppo tempo a cercare la stima, il rispetto o l'approvazione degli altri, non avrai tempo di realizzare ciò che desideri.

Tutti hanno un'opinione, ma in realtà le opinioni degli altri su di te sono basate più sulle loro esperienze e percezioni che su quello che tu sei realmente. Tanti ti diranno "Credimi!" e "Dammi retta" (e di solito questi sono quelli meno affidabili); ma la verità è che, nella maggior parte dei casi, gli altri non ti capiranno, diranno di te cose false, ti proietteranno addosso le loro paure e i loro pregiudizi (inclusi, a volte, i tuoi genitori). Quindi l'opinione altrui conta ben poco, e non è da prendere come guida. Certo è il caso di considerarla (a volte potrebbero aver ragione), ma senza dargli mai troppo peso.
Alla fine, la tua vita è solo tua e sarai tu a dover convivere con le conseguenze delle tue azioni. Quindi cerca di comportarti in accordo con i tuoi valori, con quello che sei veramente, con quello che è il meglio per te. Poi lascia che gli altri dicano ciò che vogliono.

"Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei. Quindi vivi, e fai quel che il tuo cuore ti suggerisce".
(Charlie Chaplin)

6. Non puoi piacere a tutti

Non potrai mai piacere a chiunque, e non tutti potranno piacere a te. Certo, sarebbe stupendo amare tutti, e venire amati da ognuno: ma questo è impossibile, è una favola o una cosa da santi. In realtà a tante persone non piacerai, oppure gli risulterai indifferente. Ed, allo stesso modo, ci saranno persone che ti stanno antipatiche (magari senza motivo), ed altre che non noterai nemmeno. Ed è normale.
Inoltre, più ti sforzerai di piacere a qualcuno e di assecondarlo, più apparirai artificioso e sospetto, suscitando l'effetto opposto. E' uno dei motivi per cui "bravi ragazzi" e "zerbini" hanno così poco successo nelle relazioni.

Similmente, non potrai mai fare contenti tutti. Perché siamo tutti diversi, con gusti differenti e vogliamo cose diverse: quindi quando farai contento Tizio, ci sarà Caio che rimarrà deluso. E non aspettarti ragionevolezza o coerenza su questo: ognuno vorrebbe essere assecondato, e se la prende quando non accade.

Perciò smettila di preoccuparti così tanto di quello che la gente pensa di te, e smetti di cercare di piacere a tutti. Sii semplicemente te stesso. A quelli con cui sei in sintonia piacerai, ed a quelli che non sono sulla tua "lunghezza d'onda" non piacerai. Amen: così è la vita.
Ma se proprio vuoi un "trucco" per piacere di più agli altri, prova ad accettare e amare te stesso. Sovente gli altri ci "rispecchiano" l'opinione che abbiamo di noi stessi; per cui se mi critico e mi disprezzo, tenderò a ricevere disprezzo e critiche.

7. Non puoi controllare gli altri

Non è possibile controllare - o cambiare - gli altri; puoi solo controllare il tuo comportamento o reazione a ciò che gli altri fanno.
Passiamo un sacco di tempo a rimuginare su quello che qualcuno ha detto o fatto, pensando a come cambiare la situazione in meglio. Studiamo modi per fargli fare quello che vogliamo, a volte cercando di manipolarli. Ma la verità è che questo approccio non funziona quasi mai.
Ognuno ha il suo modo di pensare e di fare le cose. Se non ti piace quel modo, puoi cambiare il tuo atteggiamento nei suoi confronti, oppure puoi uscire da una situazione che non ti va bene. Credere di poter convincere l'altra persona ad essere più premurosa, più gentile, più affettuosa, o meno prepotente, il più delle volte è una perdita di tempo. Le persone non cambiano per farti un favore: quando cambiano, in genere è perché ne traggono un qualche vantaggio.

Quindi smetti di perdere tempo nel cercare di cambiare o controllare gli altri. Quello che puoi fare, invece, è imparare a:
  • Capire il punto di vista dell'altro, e considerare le sue ragioni. Spesso non c'è uno che ha ragione e l'altro torto, ma ci sono ragioni differenti. Vedere le ragioni dell'altro, oltre alle proprie, è necessario per andare d'accordo.
  • Comunicare chiaramente quello che vuoi, in modo da rendere più facile creare accordi di reciproca soddisfazione con gli altri (ma non sempre sarà possibile).
  • Gestire le tue reazioni in modo costruttivo, quando le cose non vanno come vuoi. Arrabbiarti, aggredire o mettere il muso non aiuta quasi mai.
  • Decidere quando è il caso di rimanere in una situazione (lavorativa, sentimentale, familiare, ecc.), e quando è invece è meglio uscirne.
  • Conoscere i tuoi limiti. A volte le cose vanno male per causa tua, perché non sei (ancora) in grado di affrontare la situazione in modo adeguato. Ammetterlo è molto più maturo - e costruttivo - che dare la colpa agli altri.
  • Ricordare che puoi solo cambiare te stesso - quando lo ritieni utile. Ma non potrai mai cambiare gli altri; quello è compito loro.

8. Gli esseri umani sono seriamente limitati

Quando osserviamo il comportamento delle altre persone, lo troviamo spesso scorretto, disfunzionale o addirittura privo di senso. Ma se siamo onesti, anche a noi stessi capita di fare scelte sbagliate, senza magari capirne il motivo.
Attribuire le cause a stupidità, egoismo o cattiveria è comprensibile, ma io ho elaborato una spiegazione più sistematica. Dopo averci riflettuto a lungo, sono giunto alla conclusione che tutti gli esseri umani possiedono tre caratteristiche fondamentali, che spiegano buona parte dei loro comportamenti insensati:
  1. Sono ignoranti (nel senso letterale di "non sapere")
  2. Sono irrazionali (non del tutto, ma in buona parte)
  3. Sono in negazione (denial in inglese) (nel senso di rifiutare i fatti o le verità scomode e/o dolorose).

Queste tre caratteristiche sono vere per ogni essere umano. Semmai variano nella loro gradazione: certe persone si impegnano per apprendere (ed diventare così meno ignoranti), certe cercano di sviluppare raziocinio ed obiettività, certe imparano ad accogliere la verità anche quando è scomoda.
Anche una persona che si impegni al massimo, però, non potrà mai eliminare del tutto questi aspetti:
  1. Quello che non sappiamo resterà sempre più grande di quello che sappiamo.
  2. Buona parte del comportamento resterà guidato dalla nostra parte istintiva, emotiva, animale (la neo-corteccia razionale viene spesso soverchiata da altre parti del cervello).
  3. L'essere umano tende istintivamente alla negazione, perché lo protegge dalla paura, dal dolore e dall'incertezza.

E' questa base innata (e in parte inevitabile) che ci rende tutti così limitati e, più spesso di quanto vorremmo, ci fa comportare in modi discutibili. Non è una "deviazione" anomala, è parte della normale natura umana. Non è dovuta a "perdita di valori" (come dicono quelli che rimpiangono un mondo ideale mai esistito). Persino le menti migliori vi sono soggette: già Aristotele osservava "Vedo la strada migliore e l'approvo; ma poi scelgo la peggiore".

---> Rendersi conto di quanto siamo tutti limitati può essere di grande aiuto per vivere meglio:
  • Ci permette di essere meno severi e più tolleranti verso i nostri stessi errori, le mancanze ed i fallimenti.
  • Ci rende più facile convivere con le azioni altrui, che altrimenti troveremmo malvagie, folli o incomprensibili.
Invece di odiare o disprezzare gli altri e noi stessi per la nostra fallibilità, possiamo ricordare le parole di Seneca: "Perdoniamo gli uomini: sono tutti pazzi".

9. E' sempre un buon momento per investire

Quando ero giovane non ho mai pensato ad investire. Vivevo nel momento, e spendevo tutto quello che guadagnavo. In seguito ho capito che sarebbe stata una buona idea mettere da parte dei soldi e farli fruttare, ma non sapevo da dove iniziare. Queste perplessità sono comuni: molti credono che bisogna avere un sacco di soldi per investire, oppure che bisogna essere molto esperti, o che devi seguire costantemente la Borsa... per cui non iniziano mai.

In realtà oggi esistono diverse possibilità per investire facilmente. E soprattutto, prima si inizia meglio è: grazie alla "magia" dell'interesse composto, prima mettiamo da parte dei soldi, e più questi cresceranno nel tempo. Per questo è (quasi)* sempre un buon momento per investire.
Investire non vuol dire solo accantonare un gruzzolo per un futuro progetto impegnativo, o per eventuali momenti difficili (anche se queste sono ottime ragioni). Vuole anche dire "far lavorare i soldi al posto nostro": se investo 100 euro al mese per 10 anni, con un rendimento netto del 5% annuo (non difficile da ottenere), alla fine avrò versato 12.000 euro, ma il mio investimento sarà arrivato a 15.500 euro: in pratica avrò guadagnato 3500 euro senza lavorare (a parte studiare l'investimento iniziale).

---> Qui non posso approfondire, ma suggerisco alcune basi elementari:
  • Non fidarti dei consigli della tua banca (quasi sempre rivolti al proprio interesse).
  • Attenzione ai consulenti finanziari che guadagnano sulle commissioni (anche loro potrebbero suggerire prodotti ad alte commissioni per proprio interesse, e non del cliente).
  • Può essere più valido affidarsi a gestori che si basano su ETF (fondi passivi a basso costo), come gli italiani Euclidea o Moneyfarm (che guadagnano la loro tariffa a prescindere dai prodotti che propongono, quindi non hanno conflitti di interesse).
  • I "portafogli pigri" (lazy portfolios) sono un metodo di investimento semplice ed efficace (il libro "Stay Lazy and get rich!", scritto da un italiano per il mercato europeo, è un'introduzione rapida e accessibile sia ai "pigri" che a basi di finanza utili a chiunque).

* Il "(quasi)" vuol dire che ci sono alcuni momenti in cui può essere sconsigliabile investire. Tipicamente quando si è nel pieno di una "bolla" che può scoppiare da un momento all'altro (la crisi delle "dot.com" alla fine degli anni '90 è un buon esempio); oppure, quando tutti sembrano buttarsi su un certo investimento, spesso è indice che il momento migliore è già passato.

10. La gratitudine è essenziale per essere felice

Tendiamo a credere che la felicità provenga da quello che abbiamo (sia beni materiali che immateriali), ma in realtà la felicità dipende prima di tutto dalla propria gratitudine, ovvero dalla capacità di apprezzare quello che abbiamo. Paradossalmente, una persona che ha "100" ma non lo apprezza, sarà meno felice di qualcuno che ha solo "10" ma lo apprezza: se non sai apprezzare quello che hai, o se lo dai per scontato, è quasi come se non lo avessi.

Se vi guardate intorno, noterete molte persone le cui vite sono ricche di elementi positivi, ma che invece di goderseli sono sempre scontente perché si concentrano su quello che non hanno.
Quindi un metodo facile per aumentare la propria felicità, è fare esattamente il contrario: focalizzarsi su ogni cosa positiva che arricchisce la propria vita (magari facendone una lista), e riconoscere che si è fortunati ad averle: dalla famiglia agli amici, dall'acqua potabile alla dispensa piena, dall'istruzione all'assistenza sanitaria, dai cinque sensi a tutti gli arti funzionanti.
Ricordandosi che nulla è scontato: in fondo tutto è impermanente, e quello che oggi c'è domani potremmo perderlo.

11. Tutto nella vita è impermanente

Non vivrai per sempre, i tuoi genitori non vivranno per sempre, non manterrai quel lavoro per sempre, non resterai arrabbiato per sempre, non ti sentirai il cuore spezzato per sempre... e qualsiasi elemento nella tua vita è destinato a cambiare, prima o poi.
Come ci ricorda anche il Buddismo, tutto è impermanente: tutto cambia, si trasforma e termina. E' uno dei motivi per cui è impossibile eliminare del tutto la sofferenza.

Anche se da un certo punto di vista questo è inquietante, da un altro è consolatorio: anche questo dolore passerà, la tristezza di oggi potrebbe dissolversi domani, un problema potrebbe sparire.
Inoltre può essere visto come stimolo a celebrare e apprezzare tutte le cose belle e preziose che sono nella nostra vita ora - invece di darle per scontate, ignorarle o persino lamentarsene (come i genitori che a volte ci infastidiscono, o un lavoro che ci pesa ma che ci mantiene). Invece di solito tendiamo a fare l'opposto: ci concentriamo su quello che ci manca, e non facciamo caso a quello che abbiamo (finché lo perdiamo). In questo modo viviamo come poveri anche se la nostra vita è ricca (se ho qualcosa ma non me la godo, è come se non l'avessi).

12. La vita non è equa

La vita non è equa né morale: a volte i buoni non vengono premiati, né i cattivi puniti. Piuttosto, l'esistenza funziona in modo "darwiniano": i più adatti prosperano, i meno adatti stentano o periscono - buoni o cattivi che siano.

Attenzione: questo non è un invito a comportarsi male, o a fare gli stronzi. La vita può non essere morale, ma la società tende ad esserlo, ed a punire chi vìola le regole. Inoltre si tende a raccogliere ciò che si ha seminato. Quindi la "regola d'oro" "tratta gli altri come tu vorresti essere trattato" rimane valida.
Quello che voglio dire è che aspettarsi una "giustizia divina", o che l'esistenza segua i principi morali umani, è ingenuo. Perciò fai quello che ritieni giusto perché ci credi e ti fa sentire bene, non per essere "premiato".


L'elenco delle "20 cose che avrei voluto sapere a 20 anni" continua nel post successivo, nella parte dedicata a relazioni e sentimenti.

"E' strano quante cose bisogna sapere, prima di sapere quanto poco si sa."
(Winston Churchill)

"La tragedia della vita è che diventiamo vecchi troppo presto e saggi troppo tardi."
(Benjamin Franklin)

"C'è un solo bene, il sapere, e un solo male, l'ignoranza."
(Socrate)


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2 commenti:

  1. Buongiorno,

    le faccio sinceri complimenti per questo e altri articoli.

    Scorrevoli, di facile lettura e incredibilmente chiari, pieni di spunti interessanti.

    Grazie dell'impegno che ci mette, si percepisce leggendola.

    Un cordiale saluto

    Sara

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Sara, grazie per i complimenti :-)
      In effetti metto tutto me stesso in quello che scrivo, mi fa piacere che si senta.
      Un abbraccio!

      Elimina

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