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Perché credi che il mondo peggiori, ma ti sbagli

Mi trovo spesso a discutere con persone convinte che il mondo vada sempre peggio, o che sia diventato peggiore che in passato. Poiché sono convinto del contrario, ho persino scritto un post dove spiego come il mondo vada sempre meglio (anche se certo con alti e bassi), completo di una lunga carrellata storica che lo dimostra.
Ma in queste discussioni ho notato una cosa: anche quando messi di fronte a fatti e prove concrete, queste persone tendono a rimanere fisse sulle loro convinzioni negative - nonostante queste siano sgradevoli e deprimenti. Quindi mi sono chiesto: "Come mai certe persone si convincono che il mondo vada peggiorando (anche se ciò non è oggettivamente vero), e soprattutto perché restano aggrappate tenacemente a questa convinzione?".


Perché crediamo alle brutte notizie

Partiamo dalla prima parte della domanda: come mai molti tendono a credere alle brutte notizie più che a quelle buone? Ci sono diversi motivi.

1. Diamo più peso al negativo

La nostra mente dà molto più peso agli eventi o informazioni negativi, che a quelli positivi. E' lo stesso principio per cui perdere 1000 euro ci fa soffrire molto di più, di quanto ci faccia gioire vincere 1000 euro. Nel nostro cervello, dolore e piacere non hanno lo stesso peso: il primo ha decisamente la priorità.
Questo ha ragioni evoluzionistiche (cioè legate alla sopravvivenza): poiché dare importanza agli eventi dolorosi o rischiosi ci aiuta ad evitare i pericoli, questa tendenza è stata premiata dall'evoluzione. In altre parole, chi si preoccupava del peggio è sopravvissuto di più, quindi questo tratto si è diffuso.

Questo spiega anche perché tendiamo a dimenticare le cose buone nella nostra vita, ma abbiamo sempre presente quello che ci manca. Ciò porta ad una "mentalità di scarsità", per cui ci sentiamo più poveri e svantaggiati di quanto siamo realmente (se non so apprezzare quello che ho, è come se non lo avessi). Lo stesso si applica alla visione del mondo: i più dimenticano i benefici di cui godono, ma si concentrano sugli aspetti negativi.

2. Memoria selettiva

Per una serie di ragioni, di solito le persone hanno un ricordo "edulcorato" del loro passato, o dell'infanzia: ricordano cioè le cose meglio di come realmente fossero, o dimenticando gli elementi negativi. E' per questo che così tanti cadono nella trappola del "Stiamo perdendo i valori" oppure del "Ai miei tempi si stava meglio" : ciò non è quasi mai vero, ma la memoria selettiva lo fa apparire tale.
Per esempio il 50-60enne ricorda i giorni spensierati di quando era ragazzo o il calore familiare... ma dimentica magari le tante privazioni, le volte che i genitori dicevano "Questo non ce lo possiamo permettere", la severità delle punizioni, i bulli che lo angariavano a scuola o durante il militare, senza contare fenomeni di ampia scala come la Guerra Fredda o gli "anni di piombo".
Queste persone, spesso, più che dei tempi passati hanno nostalgia della loro stessa giovinezza ormai perduta.

3. Influsso dei media

Una vecchia regola del giornalismo è che "il sangue fa vendere i giornali" ("If it bleeds, it leads"). Infatti un giornale, o una trasmissione, che enunciasse "Oggi terribile disastro!" avrà certamente più pubblico di uno che dicesse "Oggi tutto bene" - per il motivo esposto al punto 1.
Quindi i media, che come tutte le aziende sono legate al profitto, sono spinti a dare risalto alle notizie negative molto più che a quelle positive. Ne consegue che basarsi sui report dei media ci offre una visione distorta della realtà: se 100 persone sono gentili ed uno solo è un criminale, si parlerà solo di quest'ultimo; facendoci pensare che le persone gentili siano poche o inesistenti.

Alcuni esempi concreti di aree in netto miglioramento, ma che i media invece drammatizzano o ignorano:
  • Omicidi: continuano a diminuire da secoli (qui i dati europei per nazione). In Italia erano 70 per 100.000 abitanti nel 1400, 8 nel 1800, 4 nel 1900, oggi sono meno di 0,5.
    Ma non è questa l'impressione che si riceve dai media.
  • "Femminicidi": sono in calo costante (dimezzati dal 1992 al 2022), e sono la minor causa di morte in Italia (meno di 100 l'anno, lo 0,0003% della popolazione femminile).
    Eppure i media ne parlano come se fossero un'emergenza in aumento.
  • Mortalità infantile: fino al 1900, mediamente nel mondo moriva un bambino su due: il 50% (in Italia nel 1700-1800 era superiore al 40%). Provate a immaginarvelo: mettete al mondo quattro figli e ne muoiono due.
    Al 2020, la mortalità infantile mondiale era scesa al 4,3%. Nei paesi più civilizzati è allo 0,3% (un progresso di oltre il 99,5%). In Italia è intorno all'1%. Ma è molto più frequente sentir parlare di "sanità allo sfascio".

Social media

Questo fenomeno è amplificato all'estremo nei social media: il loro uso degli algoritmi, infatti, permette una visualizzazione filtrata delle informazioni per ogni utente. Per cui ogni utilizzatore tenderà a vedere principalmente:
  • Ciò che più lo emoziona (eventi negativi), ed a cui reagisce maggiormente (punto 1).
  • Ciò che il social media stesso ritiene provochi una maggiore permanenza sulla sua piattaforma (quindi maggiori introiti pubblicitari); cioè eventi negativi o che comunque suscitano le sue reazioni emotive (indignazione, rabbia o paura).
Sono questi meccanismi che generano il fenomeno del doom-scrolling, ovvero del continuare a visualizzare "notizie negative su dispositivi digitali", cosa che può provocare "ansia, incertezza, preoccupazione, paura, angoscia, insonnia, disappetenza e anedonia".

Pubblicità

Questo vale anche per la pubblicità: infatti il marketing usa la paura per vendere di più o cose superflue. Una persona spaventata o preoccupata comprerà più medicine, più assicurazioni, più antifurti, porte più blindate, più armi, auto più grandi (SUV), ecc... tutto ciò che la rassicura (anche quando non ne ha realmente bisogno).
La stessa strategia (spaventare per manipolare) è usata da certi politici, specialmente i populisti e l'estrema destra.

Chi cade in questa sorta di circoli viziosi, si convince sempre di più di quanto il mondo vada a rotoli... perché è tutto ciò che assorbe dai media: non una visione completa e bilanciata della realtà, ma una in cui esistono solo drammi e tragedie.

“I media danno risalto
alle notizie negative
molto più che a quelle positive”

4. Siamo più informati

Un motivo per cui il presente sembra peggiore del passato, è che oggi siamo molto più informati: nel senso che solo alcuni decenni fa non si parlava quasi mai di certi argomenti (pedofilia, violenze domestiche...), e raramente venivamo a sapere di tragedie accadute in altre parti del globo. Per esempio nel 1950 la Cina invase il Tibet, ma non ricordo fosse un argomento diffuso quando ero ragazzo (anni '70); invece quando nel 2014 la Russia ha invaso la Crimea, tutti ne hanno parlato.
In quest'epoca ogni evento negativo viene riportato, analizzato ed amplificato (ma non la maggioranza di quelli positivi): la nostra mente è quindi "bombardata" da brutte notizie che arrivano da ogni parte del mondo, aumentando la sensazione che il mondo stesso stia andando a rotoli. In realtà certe eventi sono sempre accaduti (e ciononostante il mondo è andato avanti ed ha continuato a progredire), ma in passato venivano ignorati o sottaciuti.

5. Ignoranza della storia

Non solo tendiamo a dimenticare molte sofferenze del nostro passato personale (punto 2); ma tendiamo anche ad ignorare, o dimenticare, le tragedie del passato, anche quello relativamente recente. Siamo concentrati sulle "news", ma dimentichiamo la Storia: questo porta ovviamente ad una visione distorta dalle emozioni del momento.
Esempio: in questo periodo (agosto 2025) una notizia di grande risalto è la strage di civili nella striscia di Gaza operata dall'esercito israeliano (al momento oltre 60.000 vittime). Questo ha - giustamente - scioccato molti, e può apparire motivo di pessimismo o di perdita di fiducia nell'umanità. Ma solo se ci dimentichiamo di altre tragedie molto più vaste:
  • Durante la Prima Guerra Mondiale (06-11/1916), nella sola Battaglia della Somme vennero uccisi oltre un milione di soldati.
  • Negli anni 1932-1933 le politiche di Stalin portarono intenzionalmente ad una carestia in Ucraina, chiamata Holodomor ("sterminio per fame"), che produsse dai 3,5 ai 5 milioni di vittime.
  • Nei dieci anni della Rivoluzione Culturale cinese promossa da Mao Tse-Tung (1966-76), vennero uccise tra 1 e 20 milioni di persone, dai loro stessi connazionali.

Certamente lo sterminio a Gaza è gravissimo... ma non possiamo considerarlo peggio degli eventi citati. Per cui prenderlo come dimostrazione, come fanno molti, di "decadenza" o "perdita di valori umani", è frutto di pura ignoranza o "miopia storica".
Per chi ha una decente conoscenza della storia, in effetti, è difficile pensare in termini diversi da "in passato andava peggio, e più andiamo indietro nel tempo peggio andava" (come ho mostrato nel post "Il mondo va sempre meglio").

6. Ci aspettiamo un miglioramento continuo

Rispetto a tutti gli altri animali, gli esseri umani hanno la particolarità di volere sempre di più: è grazie a quell'impulso che siamo passati dalle caverne ai grattacieli, o dal carretto al Jumbo Jet in soli tre secoli. Questa mentalità però ci rende incontentabili, e produce almeno due aspettative irrealistiche.

Tutto deve sempre migliorare

Ci aspettiamo che tutto migliori, mentre è ovvio che ogni progresso comporta pro e contro. E siccome diamo più peso al negativo (punto 1), molti si lamentano dell'inquinamento ma "dimenticano" l'utilità del riscaldamento, delle auto o della produzione industriale (che in effetti inquinano, ma di cui non faremmo certo a meno). Magari rimpiangono l'aria pulita di 100 anni fa... ma "dimenticano" il freddo, la fatica e la fame che pativano le persone di quell'epoca. In pratica gli umani vorrebbero "l'uovo e la gallina", il progresso ma senza effetti collaterali.

Tutto deve migliorare in modo costante

Ci aspettiamo che il progresso sia continuo, ma ciò non è realistico. Non accettiamo che sia del tutto naturale fare due passi avanti ed uno indietro.
  • Per esempio le condizioni economiche delle famiglie occidentali hanno continuato a migliorare dopo il 1950, ma si sono per certi versi stabilizzate negli ultimi 10-20 anni. Ciò è normale: l'economia è ciclica, e nessun economista si aspetterebbe una crescita perenne. Però molte persone vivono una interruzione, od anche solo un rallentamento, come se fosse un peggioramento.
  • Oppure: nel campo farmaceutico si sono fatti enormi progressi, ma naturalmente non vengono inventate cure miracolose ogni anno. Quindi se per esempio certi tumori continuano a mietere vittime, molti lo vivono come un regresso: "Come mai la scienza non fa nulla?!?", ignorando che le cure sono assai migliori di 50 anni fa (ma comunque non infallibili).
  • O, ancora: quando avviene un effettivo peggioramento della situazione (una crisi economica, una nuova guerra, un governo fallimentare...), invece di vederla come un periodo transitorio, spesso lo interpretiamo come una prova di decadenza generale: "La crisi ci butterà tutti su lastrico!", "Arriva la terza guerra mondiale!", "Il Paese ormai è in rovina!", "Le persone sono impazzite"...
Di nuovo, ci si dimentica che l'umanità ha sempre vissuto tragedie e cataclismi, ha sempre attraversato alti e bassi, così come ha sempre superato, prima o poi, ogni crisi.

“Gli esseri umani
hanno la particolarità
di volere sempre di più”

Ragioni particolari o personali

L'elenco sopra - composto da motivi che valgono per ogni essere umano o per una maggioranza - rende più chiaro perché molti rimangano aggrappati ad una visione emotivamente pessimista, anche di fronte a prove contrarie. Ma ci sono categorie di persone ancora più risolute nel negare con forza qualsiasi interpretazione positiva della realtà, per possibili motivi personali che ora proverò ad esaminare.

Confrontare il presente con una utopia

Molti sostengono che "Il mondo fa schifo" perché lo confrontano, magari senza rendersene conto, con una loro visione idealizzata di come il mondo dovrebbe essere. Ovviamente il mondo reale, così come gli esseri umani reali, potranno solo fare una pessima figura rispetto al "mondo perfetto" o all'essere umano "come dovrebbe essere"!
Ogni confronto del genere sarà inevitabilmente fallimentare, perché il mondo non è fatto per renderci felici (e mai lo è stato), e gli esseri umani per loro natura sono imperfetti, fallibili e spesso egoisti o stupidi.
In questo caso l'errore non sta nell'ignoranza o disinformazione, quanto nel non saper distinguere tra utopia immaginaria (per quanto auspicabile) e mera realtà. Costoro sembrano attendere - o pretendere - un mondo in cui nessuno soffra più, nessun delitto e nessuna ingiustizia avvengano, e tutti vivano in fraterna armonia: un sogno fantastico quanto irrealizzabile.

Confrontare il presente con un passato ideale mai esistito

Similmente al caso precedente, alcuni confrontano il presente con un passato ideale od ottimale che non è mai realmente esistito, ma che loro immaginano comunque:
  • Ingenui idealisti, che credono possa esistere, o sia già esistita, una "Età d'Oro".
  • Persone religiose, che credono ad una possibile società ideale basata sulla loro fede, come per i cristiani il "Regno dei Cieli".
  • Femministe, che si convincono come secoli fa la Terra fosse dominata da un "matriarcato" benevolo (a dispetto dell'assenza di prove storiche fondate; "il matriarcato inteso come governo delle donne non è mai esistito").
  • Persino alcuni seguaci di certe aree politiche (specialmente di sinistra, ma non solo), hanno un ricordo alquanto distorto di certi periodi, che quindi rimpiangono con nostalgia: così abbiamo non pochi "sinistroidi" che ricordano l'URSS come un luogo in cui vigeva giustizia sociale e diritti umani (!), così come "destroidi" convinti che Mussolini abbia fatto del bene all'Italia (!!!).

Le ragioni per cui certi individui credono a simili idee in assenza di prove, o addirittura in contrasto con ogni fonte storica, sono da ricercare nella psiche di ciascuno. Certo è che con tali persone ogni ragionamento razionale è vano, in quanto le loro convinzioni sono basate su fantasie e non sulla realtà.

“Alcuni confrontano il presente
con un passato ideale
che non è mai esistito”

Confondere il personale col generale

Spesso prendiamo le difficoltà personali come se fossero prova di un problema generale:
  • Se mi ritrovo disoccupato allora "L'economia sta andando a rotoli"...
  • Se un uomo viene tradito allora "Le donne sono tutte baldracche"...
  • Se una donna non trova una relazione stabile allora "Oggi gli uomini non vogliono impegnarsi"...
  • Se mi rifilano una fregatura allora "Non ci si può più fidare di nessuno"...
  • Se un medico sbaglia una diagnosi allora "Oggi i dottori sono tutti incapaci"...
Immagino che le frasi di cui sopra le abbiate sentite tutti. Ma è davvero così? O, piuttosto, molto spesso il problema riguarda solo noi, od un gruppo ristretto di persone, o magari è stato un colpo di sfortuna...?

Sembra che certe persone trovino insopportabile ammettere che quanto gli accade magari dipende da loro errori (invece che da un problema comune) e quindi, di nuovo, preferiscono dare la colpa al mondo...
O gli piace pensare che tutti siano messi male come loro, perché l'idea che altri stiano molto meglio li fa rodere di invidia...
Oppure cadono in una sorta di "egocentrismo cognitivo", per cui non sanno più distinguere fra loro stessi ed il resto del mondo, o non concepiscono che altri possano vivere in situazioni ben diverse e - non sia mai! - ben migliori della loro...

Pessimismo come proiezione e negazione

Infine, per alcuni il motivo del loro pessimismo è una proiezione verso l'esterno del loro disagio interno. Queste persone soffrono di un profondo malessere interiore: sono depresse, disadattate, disperate, spesso isolate ed incapaci di affrontare efficacemente la realtà, o di trovare soddisfazione in essa. Poiché loro si sentono in modo orribile, ne deriva che il mondo debba essere un posto orribile; come potrebbe essere un bel posto, se loro stanno così male?
Inoltre coltivano una mentalità vittimistica e, proiettando la propria condizione negativa sul mondo, negano di averne responsabilità: invece di ammettere, realisticamente, "La mia vita fa schifo perché ho una serie di gravi problemi", si consolano convincendosi che "La mia vita fa schifo perché il mondo fa schifo: quindi è colpa sua e non mia".
Queste persone faticano ad ammettere che altri possano vivere felici; perché questo implica che il problema sia dentro di loro, non fuori.

Questo vale anche per coloro che insistono a dire che "là fuori" è pieno di persone malvagie od orribili. Di solito queste persone hanno subìto gravi traumi, ma invece di riconoscerli e prendersene cura li proiettano all'esterno. Così, invece di ammettere "Mi hanno fatto cose terribili (ed ora devo farci qualcosa)", si convincono che "Il mondo è pieno di persone terribili".

Non è una novità

L'illusione del "Un tempo si stava meglio", "Una volta c'erano più valori", "Prima le persone erano migliori" sembra essere una costante della nostra specie, non un fenomeno recente: infatti ne vediamo esempi in tutte le epoche, tramite gli aforismi. Un esempio celebre è Cicerone, che ancora prima di Cristo si lamentava della decadenza nella sua epoca dicendo "O tempora o mores!", ovvero "Che tempi, che costumi!".

Possiamo quindi concludere che è tipico dell'essere umano lamentarsi del presente, dimenticando i problemi del passato ed anzi idealizzando i tempi che furono (che di solito erano peggio di come li ricordiamo). In più, alcune persone particolarmente sofferenti o problematiche si attaccano a questo tipo di convinzioni, perché trovano in esse giustificazioni alla loro sofferenza e/o alibi per scaricarne all'esterno la responsabilità.
Quindi la prossima volta che sentirete qualcuno affermare che "Il mondo va sempre peggio...", potete ricordavi che quasi sicuramente non è vero, e quindi mantenere ottimismo e speranza nel futuro - che aiutano a vivere meglio.

"La mente è come Velcro per le esperienze negative, e Teflon per quelle positive."
(Rick Hanson, psicologo)

"La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio."
(Elio Vittorini)

"La persona che non è in pace con se stessa, sarà in guerra con il mondo intero."
(Mohandas K. Gandhi)


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Perché il "bravo ragazzo" non attrae e fallisce

Molti uomini (e non poche donne) si sforzano di "comportarsi bene", di essere gentili e disponibili verso gli altri, sperando di risultare gradevoli ed apprezzati, ma spesso incontrano risultati deludenti: vengono ignorati o svalutati, non vengono desiderati ed altri vengono preferiti a loro, oppure si ritrovano usati e poi accantonati.
Questo lascia particolarmente perplessi - e frustrati - quegli uomini che seguono i consigli sentimentali delle donne, o del femminismo, che incoraggiano gli uomini a comportarsi in modo "sottomesso": gentile, paziente, remissivo, disponibile, altruista, mai sessualmente audace, ecc. Costoro sperano di suscitare in tal modo l'interesse ed il desiderio femminile, ma questo raramente accade. Anzi, molte donne sembrano interessarsi proprio agli uomini di tipo opposto, che si comportano da "bastardi" o "stronzi".
Sembra privo di senso, ma purtroppo è normale: spesso le donne dicono una cosa ma ne fanno un'altra. In particolare, la maggioranza delle donne è attratta dagli uomini di tipo Alfa, e non trova invece attraente quelli di tipo Beta (simili ai Bravi Ragazzi), che di solito vengono visti come "solo amico". In questo post spiego perché comportarsi da "bravo ragazzo" (o ragazza) non attrae e può essere controproducente.

Bravo ragazzo o brava persona?

N.B.: Quando parlo di "bravo ragazzo", intendo una cosa diversa da una "brava persona":
  • Quest'ultima è qualcuno che opera in modo corretto, etico e responsabile, ma rispettando se stesso e le proprie esigenze.
  • Il "bravo ragazzo", invece, è "bravo" solo in apparenza: in realtà tende a "recitare" la parte del buono per ottenere qualcosa (spesso senza rendersene conto). In genere è una persona insicura, fragile e sottomessa, che può risultare insincera e manipolativa.

La sindrome del "bravo ragazzo"

Uno dei meccanismi che maggiormente portano un uomo a risultare poco attraente e ad avere scarso (o nullo) successo col sesso opposto (e non solo), è proprio il comportamento da "bravo ragazzo". Questo fenomeno è talmente diffuso da essere stato descritto dallo psicologo americano Robert Glover nel libro "No More Mr. Nice Guy" ("Smetti di fare il Bravo Ragazzo"; info nella Bibliografia).

L'autore ha osservato una gran quantità di casi di "sindrome del bravo ragazzo" tra i suoi pazienti, nonché in lui stesso. Ritiene che questa sindrome si sia molto diffusa in Occidente negli ultimi 60 anni, e sia all'origine di molte frustrazioni degli uomini moderni (nell'approccio con le donne, nelle relazioni, sulla sessualità, sul lavoro, ecc).
Dall'introduzione:
I bravi ragazzi cercano di ricevere approvazione e fare ciò che è "giusto". Sono più felici quando stanno facendo felici gli altri. I bravi ragazzi evitano i conflitti come la peste e fanno di tutto per evitare di irritare chiunque. I bravi ragazzi sono particolarmente attenti a compiacere le donne e ad apparire diversi dagli altri uomini. In poche parole, i bravi ragazzi credono che se saranno buoni, generosi e attenti agli altri, in cambio saranno felici, amati ed appagati.
Le esperienze dell'infanzia del "bravo ragazzo" l'hanno convinto che, se farà di tutto per rendere felici gli altri (e specialmente le donne), trascurando se stesso, gli altri poi lo ameranno e gli daranno quello che desidera. Peccato che non funzioni, e specialmente con le donne non funzioni affatto. Similmente l'educazione che riceviamo spesso ci inganna, insegnandoci a sminuirci, a metterci da parte, a fare contenti tutti tranne noi stessi.
Queste convinzioni operano a livello inconscio, creano aspettative inespresse e comportamenti disfunzionali, e finiscono col generare relazioni fallimentari.

“I bravi ragazzi credono
che se saranno buoni,
in cambio saranno amati”

Il lato oscuro del "bravo ragazzo"

Inoltre, il "bravo ragazzo" non è mai autentico, sia per il bisogno di compiacere gli altri, che per la paura di conflitti e di perdere l'approvazione. In pratica, è disonesto, manipolativo, e cerca di controllare gli altri (seppure inconsciamente). Le persone lo percepiscono, e risulta quindi una persona che non ispira fiducia o apertura.
Poiché nasconde la sua vera personalità (per paura dei giudizi altrui o di perdere l'approvazione), risulta banale o insipido, mai interessante. Chi si mostra apertamente può piacere ad alcuni e dispiacere ad altri, ma chi cerca di piacere a tutti finisce col non piacere a nessuno. E' amorfo, senza carattere.

Infine, il "bravo ragazzo" tende ad essere passivo-aggressivo e pieno di rabbia. Dietro la "maschera" di affabilità, gentilezza e disponibilità, cova una grande frustrazione e risentimento, perché si fa in quattro per gli altri ma non ottiene comunque quello che voleva (in genere non ci relazioniamo per puro altruismo, ma per soddisfare i nostri bisogni).

Possiamo notare che, per molti versi, la figura del "bravo ragazzo" assomiglia al "maschio Beta" descritto nel post sui maschi Alfa e Beta. Non solo il "bravo ragazzo" manca di tutte le caratteristiche di un Alfa, ma ne è addirittura l'opposto: nella lista seguente, ogni tratto risulta l'antitesi del comportamento Alfa (che corrisponde ad una personalità più "vincente" ed attraente per le donne).

Caratteristiche dei "bravi ragazzi"

  • Cercano sempre l'approvazione altrui.
  • Cercano in ogni modo di evitare i conflitti.
  • Credono di dover nascondere i loro difetti ed errori.
  • Mettono i bisogni e desideri altrui prima dei loro.
  • Reprimono i loro veri sentimenti ed emozioni.
  • Sacrificano il loro potere personale e spesso adottano il ruolo di "vittima".
  • Tendono ad essere separati dagli altri uomini e dalla propria energia maschile.
  • Spesso cercano di essere diversi dai loro padri.
  • Creano relazioni insoddisfacenti.
  • Non riescono ad ottenere il sesso che vorrebbero.
  • Spesso non riescono ad esprimere appieno il loro potenziale.

“Chi cerca di piacere a tutti
finisce col
non piacere a nessuno”

Perché i "bravi ragazzi" non attraggono

A livello sentimentale, il limite principale dei "bravi ragazzi" è che, per via del loro sforzo di compiacere tutti e non dispiacere a nessuno, appaiono deboli, sottomessi e per nulla virili. Questo è del tutto anti-erotico per le donne, in quanto esse generalmente sono attratte da uomini forti, sicuri e dominanti (l'archetipo del "vero uomo"), nonché dall'energia mascolina (così come gli uomini sono attratti dalle donne femminili). Inoltre i "bravi ragazzi":
  • Solitamente sono dominati dalla paura (di non piacere, dei conflitti, dei giudizi, di essere respinti, di "non essere abbastanza", ecc). Le donne sono attratte dal coraggio e disprezzano un uomo pauroso (perché hanno sempre avuto bisogno di uomini forti che le proteggano).
  • La mancanza di autenticità li rende "insipidi" o anonimi agli occhi altrui. Invece le donne vogliono un uomo che si distingua, che abbia "qualcosa di speciale".
  • Tendono a negare o nascondere il proprio desiderio sessuale, o ad esprimerlo in modo timido ed esitante. Di nuovo, questo è anti-erotico: le donne possono giudicare un uomo disinvolto e spregiudicato, ma ne sono colpite. La passione altrui le accende, ed un uomo che esprime un erotismo "selvaggio" le eccita - anche se magari le spaventa.
Tra un uomo rispettoso e "tiepido", od uno passionale e audace, quasi tutte le donne proveranno più interesse per quest'ultimo (notare che questo è esattamente il contrario di ciò che viene insegnato agli uomini in epoca moderna: "Sii rispettoso e trattenuto, e le donne ti apprezzeranno").

La gentilezza è apprezzata ma non attrae

Anche se molti suggeriscono che le donne vogliano partner gentili, buoni e sensibili, quello che non viene detto è che le donne apprezzano quelle qualità, ma non le trovano attraenti di per sé. Cioè non suscitano in loro desiderio erotico né di relazione sentimentale (per quanto molti lo neghino, quasi tutte le relazioni partono dall'attrazione fisica).
  • Quindi un uomo con quelle qualità ma che non risulta attraente, non viene voluto.
  • Mentre un uomo attraente viene voluto anche senza quelle qualità, e se le possiede viene apprezzato ancor di più.
In sintesi, le qualità da "bravo ragazzo" vengono apprezzate come "aggiunta" ad altro, ma di per sé non suscitano interesse. Questo spiega perché ai "bravi ragazzi" solitamente le donne dicono "Ti vedo solo come amico".

In amore conta l'attrazione, non le qualità interiori

Questa contrapposizione tra "bravi ragazzi" e uomini attraenti (o tra maschi Beta e Alfa), è ben rappresentata dalla seguente citazione:
"A volte incontri un uomo davvero buono e gentile, ma non importa quanto ci provi, non riesci a convincerti a desiderarlo. Ma non è così terribile come quando incontri l'uomo sbagliato, e non puoi fare a meno di desiderarlo."
(Lisa Kleypas, autrice di romanzi d'amore)

La Kleypas (che come autrice di storie romantiche conosce cosa muove le donne) osserva che per quanto una donna possa razionalmente apprezzare un uomo gentile (ma che non le suscita attrazione), non può forzarsi ad esserne attratta. Viceversa, quando incontra un uomo che l'attrae visceralmente non può fare a meno di desiderarlo, anche quando sia consapevole che quell'uomo è sbagliato per lei.
In poche parole sono l'attrazione ed il desiderio erotico istintivo che dominano le scelte sentimentali (*), e non le qualità interiori - e questo vale per entrambi i sessi. Quando ci raccontano che se ci comportiamo da "bravi ragazzi" verremo desiderati e amati, ci stanno ingannando (e molti passano buona parte della vita senza rendersene conto).
E' una delle tante "favole romantiche" irreali che vengono dette, non corrispondenti al vero. In realtà le donne vogliono molte cose diverse, anche in contraddizione, e spesso neanche loro sanno quali sono (per cui i loro consigli sentimentali vanno presi con le pinze).

(*) E' bene specificare che l'attrazione non nasce solo dalla bellezza, come molti invece credono. Anche altri fattori possono suscitarla - ma non le caratteristiche tipiche dei "bravi ragazzi", purtroppo.

I "bravi ragazzi" sono passati di moda

Infine, va osservato che la tipologia del "bravo ragazzo" poteva essere più apprezzata in epoche passate, quando le donne vivevano in una condizione più debole, subordinata e faticavano a mantenersi. Per cui un uomo buono, gentile e affidabile risultava assai più appetibile. In epoca moderna le donne, con la parità di diritti e l'indipendenza economica, in genere non hanno più bisogno di questi "bravi ragazzi", per cui raramente li scelgono.

“A volte incontri un uomo
davvero buono e gentile,
ma non riesci a desiderarlo”

Perché il "bravo ragazzo" risulta perdente

E' importante capire che non sono la bontà o la gentilezza, in sé, ad allontanare le donne. Ciò che spegne il loro interesse è che l'atteggiamento del "bravo ragazzo" lo fa apparire come un "perdente" (e nessuna donna desidera un perdente). Il "bravo ragazzo" resta in disparte invece di primeggiare, non sa difendersi (e quindi nemmeno difendere chi gli sta vicino), esita invece di osare, quindi nella competizione della vita tenderà a perdere.
Poiché egli è ansioso di compiacere e terrorizzato all'idea di fare brutte figure o di contrariare qualcuno, tenderà a bruciarsi ogni opportunità:
  • Se sul lavoro c'è da presentare un progetto o guidare un gruppo, lascerà che altri lo facciano o che se ne prendano il merito.
  • Non si proporrà per una promozione, non chiederà un aumento.
  • Non oserà invitare fuori la persona che gli piace, non esprimerà apertamente il suo interesse.
  • Se anche ci riesce, si comporterà in modo impacciato, timido, passivo, sessualmente inerte (e dopo una prima uscita del genere, difficilmente ce ne sarà una seconda).
All'opposto, una personalità vincente sarà invece audace: coglierà ogni occasione, chiederà ciò che gli spetta, si proporrà a potenziali amanti o clienti, esprimerà apertamente i suoi desideri e le sue capacità, lotterà per ottenere ciò che vuole, si farà rispettare. Tale persona potrebbe essere criticata da molti, ma raccoglierà molti più risultati di un "bravo ragazzo"; e la maggioranza delle donne lo ammirerà per i suoi successi.

Il "bravo ragazzo" fa lo "zerbino"

Quando il "bravo ragazzo" (o ragazza) viene trascurato, maltrattato o ci si approfitta di lui, tenderà ad assecondare quei comportamenti perché ha scarsa considerazione di sé, e spera in tal modo di farsi amare. Esempi classici:
  • Viene cercato solo quando qualcuno ha bisogno di un favore o di essere accompagnato da qualche parte, o per ascoltare l'altro/a che parla dei propri problemi.
  • Una donna cerca lui solo quando non ha di meglio da fare, o per parlare delle sue pene d'amore con altri uomini.
  • Un uomo cerca lei solo quando ha voglia di fare sesso, o per lamentarsi dell'eterna fidanzata (che però non lascia mai).
In questo modo lui è al servizio di tutti ma raramente ottiene ciò che vuole, poiché antepone sempre gli altri a se stesso. Invece di contestare simili trattamenti, tenderà a dire "Non c'è problema" o addirittura a scusarsi se chiede qualcosa, invece di rivendicare i suoi diritti.

Il "bravo ragazzo" nelle relazioni

Naturalmente è possibile che questi uomini abbiano relazioni di coppia (perché i tratti da "bravo ragazzo" non sono eccessivi, o perché presentano altre qualità significative). Quell'aspetto però porta problemi anche nella relazione, per cui facilmente:
  • Non comunicano apertamente o nascondono parti di sé, rendendo difficile l'intesa di coppia, la connessione emotiva e l'intimità.
  • Evitano discussioni e conflitti, per cui non risolvono i problemi di relazione (e accumulano risentimento).
  • Sono troppo accondiscendenti o sottomessi (il che può far comodo alla partner, ma le abbassa la stima verso il compagno).
  • Si sforzano di compiacere la partner nel tentativo di "comprare" il suo amore: ciò rende la relazione sbilanciata e li fa sentire stremati o sfruttati.
  • Trascurano i loro bisogni, ponendo la partner e/o i figli sempre al primo posto (*), per cui finiscono col sentirsi sempre più frustrati, alienati ed infelici.
  • Infine, questo sforzo di "fare i bravi" e la repressione che applicano a se stessi può portare a disfunzioni sessuali: calo del desiderio, problemi di erezione, fuga nella pornografia, ecc.
(*) Questa può sembrare una forma di amore ma è in realtà un comportamento squilibrato, in quanto manca del necessario amore per se stesso e risulta deleterio anche per gli altri: se mi trascuro e divento infelice o depresso, non sarò in grado di essere un buon partner, marito o padre; e darò un pessimo esempio ai miei figli.

Anche all'interno della coppia il comportamento da "bravo ragazzo" non porta i risultati sperati, ed anzi tende ad inquinare il rapporto - oltre a rendere infelice chi lo persegue. Perché una relazione prosperi è necessario che entrambi i partner si sentano liberi, rispettati ed appagati; ma fare il "bravo ragazzo" rende questo impossibile (se io non rispetto me stesso, nemmeno gli altri o faranno; se io non mi curo di me, chi lo farà al mio posto?).

“Se mi trascuro e divento infelice,
non sarò in grado di essere
un buon partner, marito o padre”

Dal "bravo ragazzo" al maschio integro

Uscire dalla "sindrome del bravo ragazzo" e diventare una persona integra, equilibrata, è un percorso complesso che non può essere sintetizzato qui. Consiglio, per chi sia interessato, la lettura del libro del dott. Glover.
Riporto dal libro una lista di tratti propri del maschio integro:
  • Ha un forte senso del Sé. Si piace così com'è.
  • Si assume la responsabilità di soddisfare i suoi bisogni.
  • E' a suo agio con la sua mascolinità e la sua sessualità.
  • Ha integrità. Fa quello che è giusto, non ciò che gli conviene.
  • E' un leader. E' disposto a proteggere e occuparsi di coloro a cui tiene.
  • E' chiaro, diretto, ed esprime i suoi sentimenti.
  • Sa come porre dei limiti e non ha paura di affrontare il conflitto.

E' anche utile considerare che molti "bravi ragazzi", o in genere chi ha una vita sentimentale infelice, spesso risente di esperienze negative dell'infanzia che li hanno segnati e li condizionano. In questi casi può essere difficile uscirne da soli: è quindi utile un percorso psico-terapeutico o comunque l'aiuto di un esperto, che li aiuti a comprendere l'origine delle proprie difficoltà e come superarle.

Esistono anche le "brave ragazze"

Nel libro citato all'inizio l'autore si è focalizzato sui maschi, ma ritengo che questa sindrome (e buona parte del libro) possa valere sia per uomini che per donne. In fondo, una gran parte di noi vengono educati a "fare i bravi" e imparano presto che, se non lo fanno, ne patiscono le conseguenze. Senza contare che, storicamente, le donne sono state addestrate per secoli a "fare le brave" (e guai altrimenti).
Quindi quando nel post parlo di situazioni al maschile, una donna può immaginare se una versione al femminile potrebbe corrispondere al suo caso. Nel libro citato, quando l'autore parla dei condizionamenti che gli uomini hanno subìto negli ultimi 50 anni, una lettrice può pensare ai condizionamenti che lei ha ricevuto dalla famiglia o dall'ambiente.

"Ho trascorso la maggior parte del mio tempo sforzandomi di essere un bravo ragazzo, in modo da piacere alla gente."
(Elia Kazan)

"Non vengono desiderate per una relazione le persone buone, o quelle amorevoli, o quelle virtuose; bensì le persone da cui gli altri vogliono qualcosa."
(Orion Taraban, psicologo)

"Quando faccio la brava, sto bene, ma quando faccio la cattiva, sto meglio."
(Mae West)


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Cosa non dicono le donne?

Cos'è che le donne non ammettono?

Cosa le donne pensano ma non dicono?


Le donne spesso evitano di dire certe cose che pensano (ma non tutte e non sempre). Per esempio, una donna raramente ammette che...
 

Cerca l'uomo perfetto

Vorrebbe un partner con tutte le qualità (bello, alto, intelligente, colto, elegante, possibilmente benestante), e che sia pure migliore di lei stessa.
Per questo molte donne rimangono da sole, perché sono esigenti e selettive - ma spesso lo giustificano dicendo cose tipo "Non ci sono più uomini veri" o "Quelli validi se li sono già presi tutti".

Ama il sesso

Fare sesso le piace molto (d'altronde ha validi motivi per non dirlo apertamente).

E' attratta dai maschi Alfa

E' attratta dagli uomini forti, decisi, dominanti (i cosiddetti "maschi Alfa") - anche se sono egocentrici o la trattano male, oppure la cercano solo per fare sesso.
Dice invece che vuole un uomo dolce e gentile... ma di solito poi non li trova attraenti (è il motivo per cui molti credono che "alle donne piacciono gli stronzi").

L'amore è un optional

L'amore è meno importante di quanto sostiene, visto che in genere preferisce un uomo attraente o che le suscita forti emozioni - che però non la ama - ad un uomo poco attraente o poco emozionante - anche se la ama. Insomma, nelle scelte sentimentali di molte, l'amore appare come un "optional".

I soldi contano

Non ha nessuna intenzione di stare insieme ad un uomo povero. Anche se dice che l'amore è tutto quello che conta, in realtà dà parecchia importanza al successo economico dell'uomo (non vale per tutte, ma per molte che non lo ammettono).

L'amore è un alibi

A volte sta insieme al suo partner non per amore, ma per altri motivi: per la soddisfazione dei suoi bisogni, per interesse, per abitudine, per paura di stare sola, per evitare il giudizio sociale o dei parenti...
Ovviamente a dire che sta insieme a lui per amore si fa una figura migliore :-)

Non è così fedele

Ha voglia di fare sesso con persone diverse dal partner. D'altronde la voglia di tradire succede praticamente a tutti, specialmente nelle relazioni di lungo corso - ma le donne la ammettono meno.

Non rinuncia ai privilegi

Anche se dice di essere per la parità dei sessi, spesso non rinuncia a una serie di privilegi femminili: si aspetta che sia l'uomo a prendere l'iniziativa, a pagare per entrambi, a rischiare per difenderla, ad andare a morire in caso di guerra... Insomma, vuole la parità solo quando le fa comodo.
Ed anche se non lo dice apertamente, un uomo che non asseconda queste aspettative con lei perde molti punti.

Teme la concorrenza

Prova antipatia verso, o detesta, tutte le donne più belle di lei (o più snelle, più giovani, più alte, con più seno, ecc.). Poiché per le donne la bellezza è la principale fonte di potere, vedono istintivamente ogni donna più attraente come una temibile "concorrente".

Preferisce bugie rassicuranti

Vuole essere rassicurata, non la verità. Quando chiede un parere su di lei, anche se invita ad essere sinceri, in genere cerca una risposta positiva e lusinghiera, che la faccia sentire bene.

Pensieri e parole

Ma, soprattutto, spesso le donne dicono una cosa mentre ne pensano un'altra. Se vuoi sapere cosa pensa davvero una donna, non ascoltare ciò che dice, ma osserva come agisce.

Capita anche agli uomini

Per correttezza, è giusto precisare che anche gli uomini non sempre dicono quel che pensano, oppure non rivelano certi loro pensieri - principalmente quando verrebbero severamente giudicati se lo facessero (per esempio l'utilizzo di pornografia, o il desiderio di fare sesso con tutte le donne attraenti che incontrano).


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"E' una delle grandi difficoltà della vita indovinare ciò che una donna vuole."
(Italo Svevo)

"Le donne sono così bugiarde che non si può neppure credere al contrario di quello che dicono."
(Georges Courteline)

"Una donna sincera è quella che non dice bugie inutili."
(Anatole France)


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La monogamia è passata di moda?

La coppia monogamica non esiste più?

La monogamia è diventata anacronistica?


In un certo senso è così... ma sarebbe più corretto dire che la monogamia non ha mai funzionato - però per un certo periodo abbiamo fatto finta che funzionasse.
In altre parole, non c'è mai stato un periodo in cui la monogamia (a lungo termine) abbia funzionato effettivamente (quantomeno non nel senso romantico e idealistico di amore eternamente stabile, felice e fedele). Semplicemente perché noi umani (come la stragrande maggioranza degli altri mammiferi) siamo creature promiscue: abbiamo bisogno di varietà (anche sessuale), patiamo la monotonia, e amiamo sperimentare.

Per questo la monogamia, nel corso dei secoli, è stata più che altro una "soluzione di comodo", un compromesso con utilità personale (sicurezza, rassicurazione sulla paternità) ed utilità sociale (stabilità, cura dei figli). Infatti ci si sposava quasi sempre per ragioni pratiche, economiche o politiche; non certo per amore. E non ci si aspettava che gli uomini (e a volte nemmeno le donne) fossero sessualmente fedeli: tutti sapevano che i mariti avrebbero avuto delle amanti, o sarebbero andati con prostitute. Era un fatto riconosciuto nelle varie società (meno ipocrite della nostra), bastava farlo con un po' di discrezione.

Il matrimonio era un contratto

Per buona parte della storia umana, il matrimonio è stato un contratto, non un'unione idilliaca di anime. Non ci si aspettava che i coniugi si amassero, né che fossero felici insieme. Questa è rimasta grossomodo la norma, quantomeno dal tempo dei Romani fino al 1700 circa.
E allora poi cosa è successo?
  • Nel XIX secolo c'è stato il Romanticismo, che ha idealizzato l'amore, le donne, e la coppia monogamica come unica modalità possibile o degna.
  • Negli anni '50, dopo i traumi della seconda guerra mondiale, c'è stato un periodo di valori tradizionali elevati a modello universale (incluso quello della famiglia nucleare - vedi le immagini del "sogno americano").
Questi due periodi hanno alimentato il sogno romantico della coppia monogamica sempre felice. Peccato che questo sia rimasto un sogno: le coppie hanno continuato ad avere conflitti e incomprensioni, le persone a tradire, i matrimoni a fallire, ecc. Proprio come è sempre successo. Solo che per qualche decennio abbiamo fatto finta che non fosse così.

Crediamo alle favole perché vogliamo crederci

In pratica, ci viene venduta una "favola romantica" (dai film, dalle canzoni, dalla pubblicità...) e ci crediamo perché è bello crederci. Quando poi ci scontriamo con la realtà (dopo qualche anno insieme ci ritroviamo insoddisfatti e frustrati, oppure veniamo traditi, o lasciati), siamo stupiti e smarriti: avevamo creduto alla favola, non eravamo preparati.
Quando vediamo che questi problemi di coppia sono frequenti, può venire da pensare che sia dovuto ad una perdita di valori, e che in passato andasse meglio; ma è un'illusione. Semmai i valori sono andati migliorando nel tempo (non c'è più la schiavitù, si fanno meno guerre, ci sono più diritti...).

Ma se è davvero così, se la monogamia non ha mai realmente funzionato, come mai tutti ci credono e tutti la sostengono? Semplicemente perché tendiamo a credere a quello che ci fa sentire meglio, che ci rassicura - anche se è falso. E' lo stesso motivo per cui nessuno vuole pensare alla propria morte, né si mette alla guida pensando che gli incidenti siano una delle cause maggiori di mortalità: ci piace credere che gli eventi negativi possono capitare agli altri, ma non a noi.
Così quando vediamo coppie che si odiano, tradimenti e separazioni, ci piace pensare che a noi non succederà: che siamo speciali, che "Per noi due sarà diverso". Ma la verità è che non siamo così speciali, e probabilmente avremo problemi similli a quelli degli altri.

Vivere il presente, invece di sognare la perfezione

Invece di inseguire una perfezione di coppia che non è mai esistita (e non sarebbe comunque umana), credo sia più saggio concentrarsi sul vivere il presente: l'amore che sentiamo ora, la persona che abbiamo davanti, la felicità che ci viene donata... e proprio perché sappiamo che non dureranno per sempre, saperli assaporare pienamente.

N.B.: A chi dubita di quanto ho scritto riguardo a com'era il matrimonio prima del Romanticismo, consiglio la lettura dell'ottimo "Storia del matrimonio" della professoressa e storica Stephanie Coontz. Scopriranno che il matrimonio che oggi definiamo "tradizionale", in realtà è un'invenzione piuttosto recente.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"Non è che sono contrario al matrimonio; però mi pare che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi."
(Massimo Troisi)

"La coppia stabile e monogama non è un dogma [...]. In molte relazioni il legame nasce per amore, ma poi è mantenuto in vita per bisogno o abitudine e, alla fine, perde intensità, senza che di fatto nessuno ne abbia colpa."
(Raffaele Morelli)

"La monogamia fra gli umani è un contratto sociale, non una realtà biologica. Possiamo essere monogami, ma i nostri corpi e le nostre menti non sono specificamente progettati per questo."
(Agustín Fuentes, "Race, Monogamy, and Other Lies They Told You")


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Il mondo va sempre meglio

Regolarmente qualcuno se ne esce lamentandosi per il preoccupante declino della specie umana, o con qualche bizzarra nostalgia per un passato ideale che non è mai esistito:
  1. "Non ci sono più i valori di una volta"
  2. "Viviamo in tempi terribili"
  3. "Oggi gli uomini guardano solo la bellezza"
  4. "Oggi le donne badano solo al portafoglio"
  5. "Le cose vanno sempre peggio..."

Ma queste opinioni sono fondamentalmente scollegate dalla realtà. Anzi, è piuttosto vero il contrario; generalmente parlando:
  1. I valori umani sono migliorati (cose come schiavismo, colonialismo o lapidazione sono fortunatamente "passati di moda").
  2. Sotto quasi ogni aspetto, viviamo meglio che in passato.
  3. Si è sempre data molta importanza alla bellezza; ma oggi le donne vengono apprezzare anche per altre qualità.
  4. Le donne sono sempre state sensibili alla ricchezza e/o al potere; ma oggi meno di un tempo (anche grazie alla raggiunta indipendenza economica).
  5. Le condizioni di vita sono migliorate quasi ovunque rispetto al passato (per esempio, la povertà nel mondo è in costante diminuzione)*.
* Naturalmente accadono crisi periodiche, come nel 2020, in cui la situazione tende a peggiorare; oppure passiamo attraverso dei cicli storici, per cui avviene una fase di declino prima di migliorare nuovamente. Ma sul lungo periodo, quasi tutti i fattori tendono al miglioramento.

Quindi, chi esprime queste lamentele è solitamente piuttosto ignorante (nel senso letterale di scarsa conoscenza), o abbastanza stupido (capisce ben poco di come funzionano le cose), oppure molto egocentrico (sta male o è infelice, e ritiene che sia colpa del mondo che è "sbagliato"; oppure crede che la sua esperienza negativa rifletta l'intera realtà). In altro post analizzo i motivi per cui vediamo la realtà peggio di come è.

“I valori umani sono migliorati
e viviamo meglio che in passato”

Un viaggio a ritroso nel tempo

Come sempre, non vi chiedo di credermi sulla parola. Invece, valutate i fatti e decidete voi cosa è vero. Facciamo insieme un piccolo esperimento: torniamo indietro nel tempo, e vediamo come andavano le cose in tempi passati...
  • 1960-70: anni di grandi cambiamenti sociali e politici, ma anche di forti conflitti e scontri per le strade (spesso repressi in modo violento). In Italia, in particolare, avvengono numerosi atti criminali e di terrorismo (verranno infatti chiamati "gli anni di piombo"). Gli USA portano avanti l'insensata e fallimentare guerra in Vietnam; il presidente Nixon è costretto a dimettersi in seguito allo scandalo Watergate.
  • 1945-1960: siamo nel dopoguerra, e c'è un grande sviluppo economico. Però sono anche gli anni della "guerra fredda", e si vive con l'incubo di essere annientati da un conflitto nucleare. Razzismo e discriminazioni sono pervasivi.
  • Passiamo alla prima metà del XX secolo: in pochi decenni scoppiano due guerre mondiali, nel 1918 si scatena una pandemia di "influenza spagnola" che uccide più persone della guerra appena finita (50 milioni), e nel 1929 avviene la Grande Depressione economica. In Italia la dittatura fascista domina il Paese dal 1925 al 1943.
  • XIX secolo: un periodo con decine di guerre, colonizzazioni brutali in Asia ed Africa, rivoluzioni sanguinarie. Per buona parte del secolo, le donne sono ancora considerate proprietà del marito, e soggette alla sua volontà.
  • XVIII secolo: qualche altra decina di guerre. Lo schiavismo si espande a livello globale. Con la Rivoluzione Industriale, le persone lavorano per 14-16 ore al giorno, bambini inclusi.
  • XVII secolo: ancora decine di guerre (tanto per cambiare). La colonizzazione delle Americhe porta al massacro delle popolazioni indigene.
  • Con l'Inquisizione cattolica (svoltasi in varie forme dal XII al XVII secolo), persone comuni ed innocenti potevano essere arrestate, torturate ed uccise (magari bruciate vive), solo perché vivevano in modo non convenzionale o avevano idee autonome, stavano antipatiche a qualcuno, o possedevano beni che facevano gola ad altri.
  • Medioevo: per tutto questo periodo (dal V al XV secolo circa) si vive nel costante timore di aggressioni e invasioni. Per questo motivo, ovunque sorgono castelli e città fortificate.
  • XIV secolo: una pandemia di peste nera arriva a sterminare circa metà della popolazione europea.
  • Per diversi secoli la Chiesa Cattolica, che dovrebbe essere la guida spirituale del mondo, è afflitta da corruzione morale e materiale a tutti i livelli, dal Papa in giù.
  • Nei primi secoli dopo Cristo, una serie di invasioni barbariche, operate da numerose tribù e popolazioni nomadi, attraversa buona parte dell'Europa con azioni di saccheggio e conquista.
  • Con l'Editto di Tessalonica (380 D.C.), il cristianesimo diventa religione ufficiale dell'impero romano, per poi generare proibizioni e persecuzioni (anche violente) contro ogni altra forma di culto.
  • L'Impero Romano, che molti italiani vedono con orgoglio come nostro progenitore, ha sempre attuato una politica di espansione bellicosa; le popolazioni invase potevano scegliere tra la sottomissione o l'annientamento. Questo espansionismo non appare molto diverso da quello della Germania nazista.
  • La cultura Greca, e la democrazia di Atene in particolare, sono ritenute la culla della civiltà occidentale. Tendiamo però a dimenticare che tale società era basata sullo schiavismo, il diritto di voto era riservato al 10-20% della popolazione, e le donne erano escluse dalla vita pubblica.

Aspetti positivi e negativi

Ovviamente questo lungo elenco di eventi deprimenti non esclude che siano avvenute anche cose positive. Onestamente, però, nessuno dei periodi sopra elencati mi fa venire voglia di viverci, o di ritenere le condizioni di vita migliori di quelle odierne.

Inoltre ogni medaglia ha sempre due facce: quindi per ogni aspetto positivo del passato (mancanza di inquinamento, vita più sana, ritmi più naturali), va ricordato anche l'aspetto negativo (scarsità di beni e di cibo, assenza di farmaci e cure efficaci, mancanza di ogni comfort).
Basti pensare che un impiegato moderno vive una vita più comoda e abbondante, per molti versi, di un sovrano di qualche secolo fa: quest'ultimo infatti pativa il freddo e il caldo, aveva una scelta limitata di cibi, spesso era afflitto da parassiti, in caso di malattia aveva poche chances di sopravvivere, viveva nel costante timore di intrighi di corte od attacchi di nemici, e non poteva nemmeno scegliere il coniuge che preferiva (i matrimoni erano quasi sempre organizzati in base ad interessi politici ed economici).

“Un impiegato moderno
vive una vita più comoda
di un sovrano del passato”

Perché non apprezziamo quello che abbiamo

Ma se la vita dell'uomo medio oggi è tanto migliore che in passato, come mai di solito non ce ne rendiamo conto, e non lo apprezziamo? Uno dei motivi è che non valutiamo la nostra vita in modo oggettivo, bensì comparativo: cioè ci paragoniamo con le persone che conosciamo, o che abbiamo intorno. Per cui se tante persone hanno la stessa abbondanza che abbiamo noi, la diamo per scontata e la apprezziamo poco; se invece fossimo gli unici ad averla, ci farebbe sentire speciali e privilegiati.
In altre parole, non è quello che abbiamo a farci sentire soddisfatti; ma è la sensazione di avere più degli altri, o che stiamo meglio della maggioranza. Uno dei motivi per la diffusa infelicità moderna, infatti, sono i social network che ci mostrano persone che sembrano più felici di noi - e con cui ci paragoniamo.

Valori immaginari

Al di là delle condizioni di vita scomode e sgradevoli del passato, non vedo traccia nemmeno dei valori morali che tanti gli attribuiscono. Dov'erano tutti questi "valori", queste presupposte virtù?
  • Nelle continue guerre?
  • Nel mandare al massacro migliaia di uomini senza alcun riguardo per le loro vite?
  • Nell'obbligare le donne ad un ruolo subordinato?
  • Negli abusi dell'aristocrazia e del clero?
  • Nella pratica frequente dello schiavismo?
  • Nel mantenere la stragrande maggioranza della popolazione in condizioni di povertà e sottomissione?
  • In sistemi di governo basati sulla legge del più forte, invece che sul dialogo e sul consenso?
  • Nell'oppressione e repressione di idee, preferenze personali e religioni?

A me pare che di qualsiasi problema ci si possa lamentare oggi (diseguaglianza, disparità di diritti, ingiustizia, povertà, violenza, corruzione...), in passato era più grave e più esteso.
Forse l'unico male odierno che era minore in passato, è la solitudine (semmai in passato esisteva il problema opposto: raramente potevi stare da solo, o godere di una privacy personale). I legami familiari e di comunità erano sicuramente più numerosi e più stretti. Il che, però, implicava anche una libertà individuale molto più ristretta e condizionata.

Luci ed ombre

Attenzione: non voglio dire che oggi vada tutto bene, o che tutto sia meglio che in passato. Come già detto, ogni situazione presenta pro e contro. Quindi oggi abbiamo problemi che un tempo non esistevano, ma in genere si accompagnano ad aspetti positivi importanti:
  • Il capitalismo ha permesso uno sviluppo economico senza precedenti, che ha ridotto la povertà globale in modo eclatante; ma ovviamente ha anche aspetti negativi. Nessun altro sistema alternativo ha però prodotto altrettanta abbondanza, benessere e libertà di scelta. Quindi è possibile - ed auspicabile - migliorarlo, ma non ha senso credere che con il comunismo o il feudalesimo le condizioni fossero migliori.
  • L'industrializzazione ha portato a fenomeni dannosi come inquinamento e riscaldamento globale, ma ben pochi vorrebbero tornare ad un'economia di sussistenza od al vivere solo con lo stretto indispensabile; alle capanne di tronchi ed ai campi arati con vomere e bue.
  • Anche a livello sociale e relazionale, possiamo lamentarci della fragilità del matrimonio, dell'infedeltà diffusa e dell'eccesso di individualismo - e con ragione. Ma quanti sceglierebbero di tornare a tempi in cui la libertà personale era cosa da ricchi, in cui si era legati ad un lavoro umile tutta la vita, con ruoli rigidi per uomini e donne (inclusi quelli sessuali), con la paura di esprimere le proprie idee, dove viaggi, cultura e musica erano per pochissimi?
  • Per quasi tutta la storia umana, il problema principale è stato procurarsi il cibo. Oggi invece abbiamo il problema opposto: mangiamo così tanto da diventare obesi. Il che può essere grave, ma è comunque preferibile al morire di fame.

Quindi - ripeto - non sto dicendo che il mondo oggi sia ottimale. Dico che, tutto sommato, è meglio che in passato sotto quasi ogni aspetto. E "migliore" non vuol dire "perfetto": ci saranno sempre problemi e sofferenza, perché l'esistenza non è fatta per renderci felici, e gli esseri umani sono limitati e imperfetti.

“Ben pochi vorrebbero tornare
alle capanne di tronchi
ed ai campi arati col bue”

La natura umana non cambia

Fondamentalmente, gli esseri umani hanno limiti e difetti che restano uguali nei secoli. E' consolatorio credere che una volta le persone fossero più buone, oneste o rispettose, ma è illusorio. La natura umana rimane essenzialmente la stessa: infatti le storie e i personaggi dei grandi autori (come Shakespeare, quattro secoli fa) risultano attuali ancora oggi.
Altrettanto costante è la tendenza a lamentarsi per il comportamento altrui, e per la "decadenza dei valori"; infatti più di 2000 anni fa Cicerone già esclamava "O tempora o mores!" ("Che tempi, che costumi!").

Violenze, omicidi, stupri, abusi, ingiustizie ed oppressioni sono sempre accaduti; anche più di adesso, anche in modo più feroce (barbarie, torture e punizioni che oggi ci appaiono inconcepibili, erano un tempo la norma). Però lo si sapeva meno, mentre oggi tutto è più visibile, al punto che un fenomeno può essere in diminuzione ma l'insistenza mediatica ce lo fa apparire in aumento!
Per esempio la criminalità è in declino da molto tempo; l'Italia è tra i Paesi europei con meno omicidi (anche di donne). Spesso gli eventi criminosi vengono amplificati per ideologia o demagogia, per influenzare l'opinione pubblica, per ottenere consenso o deviare l'attenzione da altri problemi. Perciò molte persone si sentono minacciate anche se siamo più sicuri che in passato.
Bisognerebbe guardare dati e statistiche, non fidarsi della propria percezione emotiva (che per sua natura è soggettiva, parziale ed influenzabile).

Ma cultura e costumi sì

Se la natura umana resta uguale (o cambia in milioni di anni), quella che evolve è però la cultura: cioè l'insieme delle idee, valori, morale e costumi che indicano cosa fare, cosa è giusto o sbagliato. Anche nella cultura vediamo un'evoluzione in meglio (per quanto lenta); nel corso dei secoli siamo passati:
  • Dallo schiavismo alla libertà per ogni individuo, e alla Dichiarazione universale dei diritti umani.
  • Dalle monarchie e aristocrazie alla democrazia (nella maggior parte dei Paesi).
  • Dalle guerre alla diplomazia (quanto meno in buona parte del mondo).
  • Dalle vendette e faide ("occhio per occhio") alla risoluzione dei conflitti per via giudiziaria.
  • Dall'imposizione della forza ("La legge del più forte", "Might makes right") all'uso della ragione e del consenso.

Ovviamente non sempre questi progressi vengono applicati (siamo sempre e comunque umani), e certamente c'è spazio per tanti ulteriori miglioramenti. Ma il passaggio dalle epoche dominate dalla spada, all'esortazione di fratellanza "Abbracciatevi, moltitudini!" dell' "Inno alla Gioia" di Beethoven (inno ufficiale dell'Unione Europea), è un balzo gigantesco.

“La natura umana resta uguale,
o cambia in milioni di anni”

Perché il mondo migliora, ma molti non lo vedono

Anche dopo questa carrellata, immagino che ad alcuni continuerà a sembrare che il mondo odierno sia pessimo, o peggiore del passato. Di solito questa convinzione nasce da uno dei seguenti atteggiamenti mentali.

1. Visione soggettiva ("Il mondo mi assomiglia")

Persone che stanno male, che soffrono, che sono infelici; che patiscono ingiustizie; la cui vita è molto problematica... e credono che la propria condizione personale rispecchi lo stato del mondo. Quindi anche di fronte ad argomenti validi, ribattono "Se il mondo è migliorato, o non è mai stato migliore, com'è possibile che io - o le persone a me vicine - soffriamo così tanto?".

Immersi nel loro malessere, non sanno vedere oltre. Ma quello che succede ad uno non riflette lo stato del mondo. Bisogna saper distinguere il personale dal collettivo, e l'eccezione dalla regola. Se io sono su un aereo che precipita, ma quello è stato l'unico incidente aereo degli ultimi dieci anni, vuol dire che volare è molto sicuro - anche se io ho avuto sfortuna.

2. Visione negativa ("Il mondo fa schifo")

Alcuni hanno la tendenza a concentrarsi sugli aspetti negativi, ed ignorano quelli positivi (per esempio pessimisti o disfattisti). Sono quelli che in un prato ricolmo di fiori vedono solo il cespuglio rinsecchito, o l'escremento di vacca; quelli che, di fronte ad una giornata splendida, ribattono "Tanto domani pioverà!".

Nella loro mente il male è sempre superiore al bene, e non riescono a riconoscere di potersi sbagliare, anche di fronte all'evidenza (il pessimista è sempre convinto di essere realista). E' come se indossassero degli "occhiali neri", per cui a loro tutto appare oscuro e minaccioso.

3. Visione idealistica ("Il mondo dovrebbe essere perfetto")

Un'altra obiezione frequente è "Se il mondo è migliorato così tanto, come mai ci sono ancora così tanti problemi e dolore?". Ho già risposto prima: problemi e dolore esisteranno sempre, perché è nella natura dell'esistenza e di noi esseri umani (come insegna il buddismo: "La vita è sofferenza").
La realtà è imperfetta, ci fa soffrire, e non va come vorremmo - così è sempre stato, così sempre sarà. Come abbiamo visto nel nostro "viaggio nel passato", non c'è mai stato un periodo ideale od un'epoca armoniosa in cui tutto andava bene.

Costoro si attaccano alla speranza utopica di un mondo perfetto da "regno dei cieli", invece che terreno ed umano. Con questa idea fissa, il mondo reale non gli andrà mai bene. Tenderanno ad una visione negativa (vedi sopra), perché per loro niente è mai abbastanza.

4. Aspettative personali esagerate

Alcuni hanno aspettative irrealistiche rispetto ai propri meriti, e si aspettano di ottenere di più di quanto valgano. Hanno quello che chiamo "il complesso del principino", o "della principessa": si illudono di essere "speciali", e che gli altri li tratteranno di conseguenza.
Credono di poter essere sempre felici, di avere una relazione ottimale senza sforzi, di essere amati e stimati solo perché esistono, di diventare ricchi o famosi. Inevitabilmente si ritrovano delusi, ma faticano a riconoscere di esserne la causa. Paradossalmente più una persona è limitata - come intelligenza, cultura, maturità - più fatica a valutarsi correttamente (non ha gli strumenti per un'analisi obiettiva; vedi l'effetto Dunning-Kruger). Quindi concluderà che i suoi insuccessi sono dovuti a cause esterne: al mondo che è fatto male, o che va peggiorando.
  • Per esempio una persona ambiziosa, ma senz'arte né parte, facilmente si convincerà che "In giro non c'è lavoro", o che "Si trova impiego solo nei call-center" - anche se non è affatto così (molte aziende cercano personale, però con determinate competenze).
  • Oppure una persona romantica, che crede al "grande amore" in modo favolistico, giustificherà i suoi fallimenti relazionali dando la colpa al sesso opposto, o alla perdita di valori.

Ma naturalmente la colpa non è del mondo. Essenzialmente, la realtà funziona in modo meritocratico e "darwiniano": prospera chi è più adatto, mentre i meno adatti stentano o periscono. Le aspettative scollegate dai propri meriti sono spesso create dai genitori che viziano i figli, ma anche alimentate dai media (le pubblicità ti dicono che "tu vali" e "meriti il meglio", in modo da sedurti e vendere) e dai social network (dove tutti appaiono più belli e felici di quanto siano realmente).
In altro post analizzo più estesamente le varie ragioni per cui vediamo il mondo peggio di come è realmente.

Saper vedere la realtà, saperla apprezzare

Quindi per apprezzare il progresso ed i benefici della propria epoca, è necessario sganciarsi da queste mentalità fuorvianti:
  1. Saper vedere oltre il proprio ristretto "orticello".
  2. Saper valutare tutti i pro e contro.
  3. Non pretendere la perfezione.
  4. Avere aspettative realistiche e saper riconoscere i propri limiti.
Ed inoltre, saper apprezzare tutti gli aspetti positivi, invece di darli per scontati. Facendo questo, diventa chiaro che - per molti versi - non siamo mai stati meglio!

Attenzione: quando faccio notare che il mondo non sarà mai perfetto, o che una certa sofferenza è inevitabile, non intendo incoraggiare la rassegnazione; è sempre possibile fare progressi. Suggerisco però di apprezzare tutto quello che c'è di buono, e di cercare di migliorare quello che non va. Ricordando che lamentarsi è soltanto uno spreco di energia che non produce cambiamenti.


"E' un dato di fatto che le persone amano lamentarsi, specialmente di quanto sia terribile il mondo moderno rispetto al passato.
Ma si sbagliano quasi sempre."

(Steven D. Levitt e Stephen J. Dubner, "SuperFreakonomics")

"E' meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che pessimisti ed avere ragione."
(Albert Einstein)

"Invece di lamentarsi dell'oscurità è meglio accendere una piccola lampada."
(Lao Tzu)


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Essere una brava persona non rende attraente

Valore come persona è diverso da valore di attrazione

Le qualità umane non rendono attraente


  • Certe persone notano, con stupore misto ad amarezza, che le proprie qualità umane non bastano per essere desiderati o amati. Che essere una brava persona non viene granché apprezzato (quantomeno a livello di scelte sentimentali).
  • Ed, al contrario, vedono individui pessimi - egoisti o maleducati o persino violenti - che vengono desiderati dal sesso opposto, e che hanno sempre uno o più partner disponibili*.
* Di fronte a questi casi, negativi ma di successo, alcuni traggono la conclusione errata che sia il comportamento da "cattiva persona" ad attrarre, ma questo è confondere causa ed effetto: di solito queste persone attraggono perché hanno una personalità di tipo "Alfa", e/o presentano segni di "elevato valore" (non in senso morale, vedi oltre); oppure - banalmente - per il loro aspetto fisico.

Valore come persona e "valore di mercato"

Questo accade perché il "valore come persona" ed il "valore di mercato" relazionale sono - per molti aspetti - elementi del tutto diversi. Il primo determina la stima e la considerazione altrui, ma è il secondo a suscitare attrazione, desiderio erotico ed interesse sentimentale (a grandi linee).

Quindi possiamo essere attratti da persone discutibili ma che comunque troviamo intriganti (la bellona stupida ma sexy, il maschio bastardo ma virile...), mentre altre persone magari le stimiamo a livello umano ma non ci eccitano né ci attraggono: Certo anche le qualità umane vengono considerate, ma nella scelta del partner passano per lo più in secondo piano: un individuo bello e intelligente attrae più di uno bello e stupido; ma un individuo bello e poco intelligente viene spesso preferito ad uno brutto e intelligente.

“E' il nostro valore di mercato
che suscita
attrazione e desiderio”

Dipende dall'individuo

Naturalmente non vale per tutti nello stesso modo. Dipende sempre dalla persona e dalle sue preferenze: (le ultime due categorie sembrano però in minoranza)

Non utili, ma nemmeno dannose

Attenzione: quando dico che "Essere una brava persona non rende attraente", non intendo affermare che le qualità da brava persona rendano meno attraenti. Semplicemente, osservo che in generale quelle qualità umane e morali hanno poco peso sul piano dell'attrazione (però nemmeno la spengono - se non con persone particolari, come quelle attratte dai tipi molto dominanti ed egocentrici).

Due esempi televisivi

Una valida rappresentazione di come le qualità umane (da sole) non creino attrazione, si può vedere nelle coppie di due note sit-com (si tratta ovviamente di opere di fantasia, ma che rispecchiano comportamenti reali): In entrambi i casi l'uomo si innamora subito della donna ma lei non lo ricambia, preferendogli uomini più attraenti, virili o Alfa, che però poi la tradiscono o la scaricano. Sia Leonard che Niles hanno ottime qualità umane, che queste donne apprezzano, ma che non suscitano attrazione o interesse sentimentale in loro. Questi uomini buoni, gentili e premurosi vengono visti solo come "ottimi amici".
Solo col tempo e dopo numerose delusioni, queste donne finiscono col rivalutare questi uomini e considerarli come partner (in pratica si "accontentano" di un partner non ideale ma bella persona). Anche quando sono in coppia, però, rimane sempre evidente come queste donne amino il partner in un modo "tiepido", non passionale; non c'è mai in loro l'emozione del tipo "Sono pazza di te" o "Non vedo l'ora di saltarti addosso" (tranne rari casi, quando lui compie un'azione straordinaria per lei; quindi non è rivolta a quello che lui è, ma alla sua "performance"). In realtà non si sono mai innamorate di questi uomini, perché non hanno mai provato per loro un'attrazione istintiva.

Questo è tipico di quando apprezziamo le qualità umane di qualcuno, o quello che può offrirci, ma proviamo poca o nessuna attrazione: possiamo anche amare quella persona, e starci bene insieme, ma molto difficilmente proveremo innamoramento o passione travolgente (da notare che amore e innamoramento sono cose diverse).

Esempi al femminile di personaggi umanamente ricchi ma meno attraenti, che tendono ad essere trascurati o a "fare da tappezzeria", sono stati interpretati da attrici come Alyson Hannigan ("American Pie") e Anna Faris ("La mia super ex-ragazza").

La società ci inganna

Il problema è che la società ci educa all'importanza del "valore come persona" (anche per condizionarci a "fare i bravi", a comportarci bene - il che è utile alla società). Quindi ci aspettiamo che ciò valga anche in amore; ma invece non funziona così (è una delle tante falsità che ci dicono sulle relazioni).
Quando poi vediamo persone orribili che conquistano alla grande (mentre noi - che magari facciamo di tutto per essere gentili, educati e rispettosi - veniamo ignorati), ci crolla il terreno sotto i piedi e restiamo smarriti: perché abbiamo creduto a quelle bugie.

Questo meccanismo vale sia per gli uomini che per le donne: tutti tendiamo ad essere attratti per motivazioni "animalesche" (evolutive), molto più che per aspetti morali o interiori. Questo è ampiamente riconosciuto riguardo gli uomini, ma vale anche per le donne; l'idea per cui le donne cercano soprattutto l'amore spesso non corrisponde ai fatti.

... E le donne pure

Oltre alle "favole" che ci racconta la società, infatti, di questi inganni anche le donne sono in parte responsabili, perché spesso mentono su quello che davvero le attrae (a volte per scelta, altre inconsapevolmente). Così i maschi che ascoltano i loro consigli di seduzione restano ancora più smarriti.
  • Gli uomini, di solito, ammettono di essere attratti in primo luogo dalla bellezza. Perciò le donne sanno cosa aspettarsi da loro.
  • Le donne invece parlano spesso delle qualità "interiori" o morali che desiderano (e di rado ammettono quanto la bellezza o altre doti "esteriori" siano per loro importanti); ma poi vediamo dalle loro scelte che raramente sono le doti interiori a risultare "vincenti" (e le eccezioni confermano la regola).

Quando una donna dice "Cerco un uomo dolce e gentile", in realtà "dimentica" un pezzo: quello che cerca veramente è "Un uomo attraente, che sia anche dolce e gentile". Allo stesso modo, una donna che dice "Voglio solo un uomo che mi ami", in genere vuole un uomo che le faccia sentire le "farfalle nella pancia" (ovvero attrazione viscerale), ed anche che la ami.
Gli uomini che prendono alla lettera questo tipo di affermazioni, poi ovviamente sono stupiti e confusi quando queste stesse donne respingono l'uomo dolce e gentile (ma non abbastanza attraente), oppure quello che la ama (ma non le suscita le "farfalle").

“Le donne spesso mentono
su quello che
davvero le attrae”

La verità sull'attrazione

Ma allora, come funziona realmente l'attrazione? Cosa porta una persona ad essere desiderata sessualmente e/o voluta come partner, oppure scartata? Provo a spiegarlo in modo semplificato:
  • Il "valore di mercato" relazionale (o sessuale) è basato principalmente sui fattori di attrazione: bellezza fisica; sex appeal; forte mascolinità o femminilità (a seconda del genere); atteggiamento da leader o "capobranco", e ricchezza o potere (negli uomini); ecc.
  • Invece il "valore come persona" è basato sulla personalità, sulle qualità morali e sulla capacità di fare (per esempio talenti pratici, risolvere problemi, prendersi cura degli altri).
Pochi hanno chiara questa distinzione tra i due tipi di valori, e quindi non comprendono perché una persona di grande valore umano (ma poco attraente) possa essere scartata dai più, mentre invece qualcuno gretto, meschino o stupido (ma attraente) possa essere molto desiderato.

Il fascino della bellezza e del vincente

Sia chiaro: non è che ci piacciono i maleducati, gli egoisti o gli stupidi. E' che siamo attratti in primo luogo dalla bellezza, e spesso anche da chi è "vincente" o sembra esserlo (specialmente le donne, che ne traggono un vantaggio evolutivo). Chi ha una personalità di tipo "Alfa" (sicuro di sé, egocentrico, aggressivo, ecc.) tende più facilmente ad avere successo nella vita, di chi ha i tratti da brava persona; quindi attrae anche se ha un carattere discutibile.
In fondo anche l'esistenza funziona in modo "darwiniano", ovvero premia il più adatto, non il più buono o virtuoso.

L'eros nasce dall'istinto

Il fatto è che l'attrazione nasce principalmente da impulsi istintivi e primordiali, non dal cuore o dalla mente: nella maggior parte dei casi, è la nostra parte animale che ci fa innamorare, ci accende l'eros, ci fa desiderare quel partner (naturalmente questo vale in generale; poi ogni individuo potrà fare scelte diverse, anche non basate sugli istinti).
L'idea che siano i sentimenti, o i desideri razionali, a guidare le nostre scelte amorose, è in buona parte un'illusione (e i comportamenti di cui stiamo parlando lo confermano ampiamente).

Valori ben diversi

Qualche esempio delle differenze fra i due tipi di valore:
  • L'intelligenza, la sensibilità ed il buon cuore sono elementi che aumentano il valore come persona, ma hanno un peso solo secondario nel valore di mercato. Infatti una persona poco attraente che abbia queste qualità viene stimato, ma raramente desiderato.
    Spesso questo vale anche per coloro che negano questo fatto: di fronte ad una persona con queste qualità, troveranno qualche ragione per scartarla comunque (con alibi tipo "Non è scattata la scintilla", "Gli manca quel quid", "Si vede che non è la persona giusta"... che in realtà sono tutti sinonimi di "Non provo attrazione").
  • Un difetto fisico non cambia il valore come persona, ma può abbassare drasticamente il valore di mercato. Pensiamo alla mancanza di un braccio o di una gamba: non abbiamo problemi ad essere amici di qualcuno con tale menomazione, ma difficilmente lo consideriamo come partner.
  • Se un uomo è poco virile, od una donna poco femminile, questo non influenza il loro valore come persona; ma può diminuire notevolmente la loro attrattività per il sesso opposto (perché tendiamo ad essere affascinati dall'energia opposta alla nostra).

“Un difetto fisico non cambia
il valore come persona,
ma abbassa il valore di mercato”

Brave persone e "bravi ragazzi"

D'altro canto, se essere una brava persona influisce poco sull'attrazione, fare il "bravo ragazzo" (o ragazza) è decisamente poco attraente. Purtroppo molti confondono le due cose:
  • La brava persona ha realmente le qualità morali e umane che dimostra. E' nel suo carattere, e deriva dalla sua educazione. Gli piace comportarsi in quel modo, e lo ritiene la cosa giusta da fare.
    Inoltre, è equilibrato: rispetta gli altri, ma anche se stesso; è buono e gentile, ma non sottomesso o troppo disponibile.
  • Il "bravo ragazzo", invece, si comporta in modo buono, gentile ed educato principalmente per ottenere approvazione ed ingraziarsi gli altri (spesso senza rendersi conto), e/o per conquistare qualcuno. Di solito si stima poco, quindi crede di dover "comprare" l'amore altrui in quel modo.
    Inoltre, lo fa in modo esagerato: non si fa rispettare ma si umilia; si sottomette facilmente; fa di tutto per assecondare gli altri, apparendo "senza spina dorsale"; diventa uno "zerbino". Gli altri tendono ad approfittarsene.
I risultati sono ben diversi: la brava persona viene stimata; mentre il "bravo ragazzo" suscita - alternativamente - tenerezza, pena, insofferenza o disprezzo. Anche se la sua disponibilità può fare comodo, l'ipocrisia del suo comportamento viene percepita; infatti, quando non ottiene quello che cerca (per esempio una ragazza non lo ricambia), passa bruscamente dalla dolcezza alla rabbia.

L'uomo zerbino non piace a nessuna

Inoltre, se alcuni uomini possono apprezzare una donna sottomessa, praticamente nessuna donna è attratta da un uomo sottomesso e zerbino (al contrario, in genere le donne sono attratte da uomini forti ed dominanti). Per cui i "bravi ragazzi" ottengono proprio il contrario di ciò che cercano (essere voluti e amati), ma non si rendono conto di essere loro stessi a provocarlo: spesso credono di essere respinti per via dell'essere dolci e gentili, ma in realtà è il "fare il bravo ragazzo" che azzera il loro sex-appeal.

La regola e l'eccezione

Infine voglio ricordare che ogni regola ha le sue eccezioni. Per cui alcune volte le qualità interiori risultano vincenti, e portano ad essere amati. Ciò accade specialmente tra persone mature, profonde e sensibili, o con quelle che hanno imparato - a loro spese - che l'attrazione istintiva è spesso ingannevole.

Se ciò non ti accade, potrebbe essere perché:

Strano ma vero?

Comprensibilmente, molti saranno perplessi da quanto ho scritto, forse anche increduli. In fondo va contro gran parte di ciò che ci viene insegnato. Come sempre, non vi chiedo di credermi sulla parola; ma di osservare i fatti e decidere voi cosa è vero oppure no.
Rammento solo che basare le proprie azioni su falsità porta quasi sempre a fallimenti. Invece, come dice il Vangelo di Giovanni, "La verità vi renderà liberi".


"L'amore non sa che farsene delle qualità morali."
(Paul Léautaud)

"Non vengono desiderate per una relazione le persone buone, o quelle amorevoli, o quelle virtuose; bensì le persone da cui gli altri vogliono qualcosa."
(Orion Taraban, psicologo)

"E' raro che gli uomini che nutrono il massimo rispetto per le donne godano di qualche popolarità tra di loro."
(Joseph Addison)


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