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4 motivi per cui le relazioni amorose non durano

Naturalmente possono esserci una miriade di ragioni per cui una coppia si lascia. Ci sono però dei motivi fondamentali che riguardano tutti (o una fetta significativa di persone), e che spiegano perché così tante relazioni terminano (o si trascinano a fatica), anche se partite con le migliori intenzioni. Di seguito ne elenco quattro; conoscerli può anche aiutare a capire alcuni problemi della propria relazione (e magari come risolverli), oppure ad evitare di ricascarci la volta successiva.

  1. Le relazioni non sono fatte per durare a lungo
  2. Le coppie sono basate sull'attrazione - che però non basta
  3. Abbiamo aspettative troppo elevate
  4. Molte persone sono immature o problematiche


1. Le relazioni non sono fatte per durare a lungo

Prima di tutto, le relazioni non durano perché non sono "progettate" per durare nel tempo. Quasi nessuna specie mammifera è monogama, e nessun primate sociale lo è. La coppia monogamica a lungo termine è un'istituzione culturale che sicuramente offre molti vantaggi; ma che non ci viene naturale.
L'impulso di unirci ad un'altra persona ci viene naturale. Ma alla Natura "interessa" solo che ci riproduciamo, non che siamo felici o che ci amiamo (ovviamente la Natura non ha alcuno scopo intenzionale, non è una persona o un'entità superiore; qui la intendo in senso biologico ed evolutivo). L'impulso di accoppiarci, e l'innamoramento, appaiono come il sistema della Natura per indurre a riprodurci e perpetuare la vita.

Infatti durante l'innamoramento siamo come "drogati" (a livello biochimico), e questo ci induce a legarci all'altro, a progettare una vita insieme, e a fare l'amore ogni volta che sia possibile. Però l'innamoramento finisce entro 6–18 mesi, ed anche l'intesa di coppia e la passione calano dopo i primi 2–3 anni.
Nelle coppie monogame stabili il desiderio sessuale diminuisce col tempo, e quasi tutte le donne non desiderano più il partner dopo i primi anni (ed anche alcuni uomini). Le coppie felici sono una minoranza; molte di quelle che durano, sono però infelici o spente.

La nostra cultura ci inculca una visione Romantica per cui, se troviamo la "persona giusta", saremo:
  • Sempre felici insieme
  • Ci ameremo per sempre
  • Ci desidereremo sempre
  • Non vorremo nessun altro.
Nessuna di queste quattro promesse è vera: anche il partner migliore sarà imperfetto (non lo siamo tutti?), quindi ci saranno conflitti e delusioni, l'amore cambierà o finirà, il desiderio calerà, probabilmente proveremo desiderio per altre persone.
In parole povere, non siamo fatti per relazioni monogamiche a lungo termine. Quindi le relazioni raramente durano molto a lungo (oppure se durano è in modo poco appagante), perché non è nella loro natura. Una coppia duratura e felice è possibile, ma è l'eccezione e non la regola.

2. Le coppie sono basate sull'attrazione - che però non basta

Quasi tutte le persone scelgono il partner in base all'attrazione fisica prima di tutto. Anche se lo negano, anche se non se ne rendono conto; molti sono travolti dall'attrazione e la chiamano "amore".

L'attrazione è un fenomeno naturale (accade a qualsiasi animale), basato su motivazioni evolutive (cioè indirizzate a propagare i propri geni).
Il problema è che l'attrazione non indica compatibilità: possiamo benissimo sentirci attratti da un serial killer o da una psicopatica. Per cui se scegliamo in base all'attrazione possiamo ritrovarci, dopo qualche tempo e passato l'entusiasmo iniziale, con un partner con cui abbiamo poco a che fare, con cui c'è poco da dire, che vuole cose diverse da quelle che vogliamo noi. E in questi casi sono inevitabili incomprensioni, litigi e conflitti, insoddisfazione. L'altro potrebbe rivelarsi una specie di "alieno" per noi, la cui sola presenza ci irrita.

Inoltre l'attrazione col tempo decade, per cui nella coppia viene a mancare il legante della passione e del sesso. Molte persone che, un giorno, si ritrovano a pensare "Non lo/la amo più", in realtà hanno soprattutto perduto l'attrazione o la passione verso il partner, che era l'elemento che più li legava.

3. Abbiamo aspettative troppo elevate

In genere abbiamo aspettative troppo elevate riguardo le relazioni amorose. Di nuovo, la cultura romantica ci fa credere che il partner possa essere tutto: il nostro amante, amico, confidente, compagno, collega, tuttofare, cuoco, domestico, psicologo; che sia sempre comprensivo, amorevole e paziente; che indovini i nostri bisogni e li soddisfi con entusiasmo - ogni santo giorno! Ma nessun essere umano può fare tutto questo, con totale devozione, 365 giorni l'anno; nemmeno Superman.

Se abbiamo tutte queste aspettative, è ovvio che prima o poi verranno deluse e resteremo amareggiati, feriti e ce la prenderemo col partner. Che magari fa tutto quello che può, ma poverino/a, è solo umano perdiana! Perciò nessuna relazione è esattamente come vorremmo, e non c'è mai una compatibilità al 100%. Un amore perfetto, totale, assoluto - come molte donne sognano - può esistere solo nelle favole.

Quando la delusione subentra, alcuni fanno i conti con la realtà e imparano ad "accontentarsi" della relazione che hanno (nel senso di apprezzarla pur con i suoi limiti). Altri invece non sopportano la frustrazione, o si attaccano ad ideali romantici, e lasciano il partner nella speranza di trovarne uno migliore. In effetti, certe persone si ritrovano sempre sole perché ricercano la perfezione.

4. Molte persone sono immature o problematiche

Buona parte degli esseri umani hanno una serie di "deficit": Per costoro far funzionare una relazione è ancora più difficile che per una persona "sana", quindi le loro tenderanno a decadere rapidamente, oppure a trascinarsi a stento. Incapaci di riconoscere le proprie mancanze, tendono a dare la colpa al partner o al mondo, spesso cadendo nel vittimismo e ritenendosi "sfortunati in amore".

  • L'idea per cui "Posso vivere un amore straordinario anche se sono una persona ordinaria, o carente" è illusoria.
  • Lo stesso vale per l'idea "Quando ci si ama tutto si risolve".
Una relazione è la somma dei due partner, per cui se sono entrambi seriamente manchevoli i loro difetti si sommeranno - anche se si amano. Una relazione che funzioni necessita di due persone ragionevolmente "sane", mature e capaci; quando così non è, finisce col diventare un "campo di battaglia" fra due "bambini" che litigano.

Altri motivi che sono sintomo, non causa

Qualcuno dirà che certe relazioni finiscono a causa di un tradimento, o per i frequenti litigi, o perché uno dei due è freddo e scostante, ecc. Certo questi sono motivi significativi che possono contribuire ad una rottura, ma in genere sono più un sintomo che una vera causa: cioè sono spesso provocati da cause più profonde, che la coppia non comprende o non vuole ammettere. Per esempio:
  • Qualcuno può tradire perché non si sente amato, o apprezzato, o considerato.
  • Molte coppie litigano perché i partner non si capiscono, hanno valori diversi, si sentono trascurati.
  • A volte un partner si chiude e si raffredda perché i suoi bisogni sono stati negati o ignorati ripetutamente.
In tutti questi casi, il problema evidente è provocato da una causa più profonda. E' importante riconoscere le vere cause di conflitto, perché se si rimane concentrati sul sintomo non sarà possibile risolvere il problema sottostante.

Le relazioni amorose sono difficili

In sintesi, le relazioni sentimentali sono difficili, ed è ancor più difficile farle durare. L'idea per cui "L'amore è una cosa semplice" è uno dei tanti miti romantici.
Per una relazione felice servono molte qualità, che tanti non posseggono e non hanno voglia di sviluppare (invece sperano che "la persona giusta" risolva magicamente i loro limiti). Invece di dare per scontato che l'amore duri, dovremmo riconoscere che è un "tesoro prezioso" che richiede cure e investimenti continui.

Altri motivi per cui le relazioni finiscono

Per chi voglia approfondire questo argomento e indagare altri motivi per cui le relazioni non durano, propongo link ad altri post sul tema:

"Cosa bella mortal passa e non dura."
(Francesco Petrarca)

"Quando si è innamorati, si comincia sempre ingannando sé stessi e si finisce sempre ingannando gli altri."
(Oscar Wilde)

"E' meglio essere stati lasciati che non essere mai stati amati."
(William Congreve)


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10 modi per facilitare crescita, evoluzione e terapia

Le persone che cercano di migliorare se stessi, o seguire un percorso di crescita personale (da soli o con l'aiuto di un esperto), spesso incontrano difficoltà e si scoraggiano: non vedono risultati, si scontrano con blocchi che appaiono insuperabili, emergono ferite ed ostacoli che li inducono a desistere, ecc.
Questo è del tutto naturale: ogni cambiamento è difficile, e la nostra mente vi oppone resistenza perché cerca di evitare fatica e sofferenza. Al tempo stesso, è importante ricordare che cambiare è sempre possibile: il nostro cervello è in continua trasformazione (vedi neuroplasticità), per cui dire "Ma io sono fatto così!" è solo un alibi. Certo non è possibile diventare un altro, ma possiamo sempre avvicinarci a quello che vorremmo essere, oppure diventare una versione migliore di noi stessi.

In questo post esamino una serie di suggerimenti per rendere il percorso di crescita e miglioramento più efficace, facile e produttivo - sia operando in autonomia che con l'ausilio di un esperto. Quest'ultimo può essere un professionista di vario tipo (psicologo, terapeuta, counselor, coach (*)...), a seconda dei nostri obiettivi, ma si tratta comunque di una persona competente nell'ambito di nostro interesse, in grado di rendere il percorso di crescita più rapido ed efficace.

(*) Ognuna di queste figure ha capacità e competenze differenti, ed è più o meno adatta a trattare problematiche diverse. Leggi questo articolo per capire le differenze e qual è la figura più vicina alle tue esigenze.

N.B. Quando qui parlo di "terapia" lo intendo in senso lato, come percorso di evoluzione facilitato da un esperto che ci aiuta e supporta. Una terapia in senso stretto, invece, può essere fatta solo da uno psicoterapeuta o psicoanalista.


Dieci modi per facilitare un percorso di crescita, di evoluzione o di terapia

  1. Sii onesto con te stesso
  2. Il cambiamento richiede tempo
  3. Trova la persona giusta
  4. Leggi nel periodo fuori dalla sessione
  5. Non farti ingannare dal tuo Ego
  6. Non prenderti troppo sul serio
  7. Mantieni la mente aperta
  8. Sii flessibile e disponibile
  9. Fai gli esercizi suggeriti
  10. Non saltare le sessioni

1. Sii onesto con te stesso

Come è scritto nel Vangelo di Giovanni: "La verità vi renderà liberi". Questo è particolarmente vero per le persone problematiche, o per chi sta facendo un percorso di crescita o una terapia: finché mentiamo a noi stessi o ci attacchiamo a delle illusioni, resteremo sempre nella stessa situazione infelice e non potremo fare progressi. Le bugie ci confortano e ci proteggono, ma ci impediscono di evolvere.
Posso cominciare a risolvere un mio problema solo nel momento in cui riconosco di averlo. Prima di allora mi sarà invisibile, e come faccio a lavorare su qualcosa che non vedo? Non saprò nemmeno dove mettere le mani. Proprio come accade nelle sedute degli "Alcolisti Anonimi", la guarigione inizia ammettendo cose come "Non stimo me stesso", "Mi sento un fallito", "Non credo di meritare amore", "La mia vita è un disastro", "Sono infelice / depresso", "Nessuno mi vuole", ecc.

Questo è un punto fondamentale per tutti quelli che vogliono migliorare la propria vita. Senza l'onestà con te stesso, non potrai fare progressi significativi. Sia che ci lavori in autonomia, sia che ti appoggi ad un esperto, la sincerità ti permetterà di affrontare i veri problemi e non sprecare tempo. Da notare che un terapeuta probabilmente si renderà conto di quando menti, ma il tuo orgoglio potrebbe indurti a negare (vedi punto 5).

Infine, essere onesto ti aiuterà a riconoscere le tue responsabilità ed evitare il vittimismo, cioè la tendenza a piangerti addosso ed attribuire all'esterno la causa dei tuoi problemi: "Non è colpa mia, sono le donne / gli uomini / il capo / la società / il mondo che...". Per quanto piangersi addosso sia consolatorio, il vittimismo ti pone in uno stato di impotenza (se il mio problema non dipende da me, allora non posso nemmeno farci nulla).

2. Il cambiamento richiede tempo

Accetta che la maggior parte del cambiamento avverrà nei primi sei mesi, ma non subito o in breve tempo.
Ciò è dimostrato dalle ricerche sui risultati ottenuti in terapia, nonché dall'esperienza di tutte le persone che si occupano di problemi psicologici che conosco. Occorre lavorare sodo nei primi mesi, il che significa fare sia sessioni con l'esperto che esercizi da soli. Mai aspettarsi che qualche sessione risolva magicamente i tuoi problemi relazionali, o che un mese di colloqui basterà a superare una depressione grave. Il terapeuta non è un mago, e non accadono miracoli del genere. Il cambiamento è sempre possibile, ma richiede tempo, impegno e fatica.

Se dopo cinque o dieci sessioni hai fatto progressi nell'indagare le cause del tuo problema, ma ancora non hai ottenuto i risultati voluti, cerca di non scoraggiarti e non mollare. Prima di ottenere risultati concreti è necessario lavorare sulle cause, sugli ostacoli e le resistenze che ti impediscono di arrivare ai risultati stessi. E' un po' come dire che prima di ottenere una laurea è necessario fare tutti gli esami previsti; non si può pensare di saltare gli esami e arrivare al traguardo.
Se per esempio ho difficoltà col sesso opposto, dovrò:
  • "scavare" per individuare le cause;
  • scoprire i miei blocchi interiori;
  • stabilire come superarli;
  • esercitarmi a farlo, ripetutamente;
  • mettere in pratica quanto ho appreso, imparando dall'esperienza;
  • accettare che continuerò ad avere difficoltà e fallimenti, ma sempre meno;
  • e ripetere questo ciclo di scoperta ed esperienze più e più volte.
E' un percorso, più simile ad una maratona che ai 100 metri piani. Si compie un pezzetto alla volta, costruendo nuove capacità (o una personalità più evoluta) "mattoncino dopo mattoncino", come se stessi costruendo una casa.

  • In autonomia: in genere il lavoro in autonomia richiede più tempo di quello con un esperto che ci aiuta. In questo caso, quindi, sii paziente con te stesso e concediti ancora più tempo invece di scoraggiarti.

3. Trova la persona giusta

Se le prime sessioni non suscitano intuizioni o inizio di cambiamenti, forse non è il terapeuta adatto a te.
Se l'esperto con cui hai iniziato un percorso non ti piace, non ti fa sentire a tuo agio o non ti ispira fiducia, e questo si prolunga anche dopo le prime due o tre sessioni, è probabile che non siate compatibili. La sintonia dovrebbe risultare evidente fin dalle prime volte, altrimenti è improbabile che emerga più tardi. Invece molte persone trascinano per mesi un rapporto stentato col terapista, sperando che la sintonia prima o poi avvenga; ma in realtà il tipo di sintonia che porta a cambiamenti rapidi e significativi dovrebbe svilupparsi dall'inizio.

Accetta la possibilità di dover provare con diverse persone, prima di trovare quella giusta per te. Non è tempo perso, ma investito bene: con un terapeuta inadatto perderesti solo tempo (oltre a fatica e denaro), mentre con quello giusto farai progressi rapidi e appaganti.

4. Leggi nel periodo fuori dalla sessione

Solitamente l'esperto suggerisce ai clienti libri e articoli pertinenti da leggere tra una sessione e l'altra. Se vuoi contribuire ai tuoi progressi, non puoi limitarti alla sola sessione; è necessario anche riflettere su quanto emerso nella sessione, ed approfondire certi argomenti tramite la lettura (questo di solito conduce a nuove intuizioni o maggiore comprensione delle proprie difficoltà). Spesso è più facile capire un nostro comportamento, o problema, quando lo vediamo agito da altri: è come se gli altri ci facessero da "specchio" in cui rivedere noi stessi (anche certi film o serie TV potrebbero fornire degli spunti).
Nella sezione "Bibliografia" elenco una serie di libri che considero interessanti e trasformativi.

  • In autonomia: anche se non hai un esperto che ti suggerisce letture attinenti al tuo percorso, puoi comunque trovare suggerimenti in articoli dedicati alle materie che ti stanno a cuore, oppure tra gli utenti di forum dove si parla di simili argomenti. Prova a chiedere, a chi sta facendo un percorso simile al tuo, dove hanno trovato spunti utili alla loro evoluzione.

5. Non farti ingannare dal tuo Ego

Sii disposto a lasciar andare il tuo orgoglio e le tue resistenze.
Se non sei in grado di accettare il feedback del terapeuta, seguire una terapia è probabilmente uno spreco di soldi. In quel caso, sarebbe forse meglio cercare l'ascolto accogliente (e gratuito) di un amico o di un gruppo di supporto. Questo tipo di ascolto è solitamente benefico, ma è improbabile che conduca a cambiamenti rapidi o duraturi (ricorda che è naturale opporsi ai cambiamenti, così come negare le verità che ci fanno soffrire).
Accogliere il feedback, le intuizioni ed i suggerimenti di un esperto con curiosità e la mente aperta, porterà ad una crescita più efficace e profonda. Anche se, alla fine, le risposte che cerchi sono dentro di te, e sei tu che devi decidere cosa vuoi, spesso l'esperto può offrirti elementi che a te sfuggono:
  • E' in grado di cogliere cose che tu non vedi (spesso sepolte nel tuo inconscio).
  • Può vedere collegamenti tra elementi apparentemente distanti.
  • Sa interpretare le esperienze del tuo passato, ed intuire gli effetti che hanno avuto su di te.
  • Ha visto molte volte problemi simili ai tuoi, ed ha quindi un patrimonio di esperienze a riguardo.
Pensare di saperne di più, o che lui non sappia capirti, è ingenuo (benché a volte anche un esperto possa sbagliare). Quando un terapeuta dice cose con cui sei in disaccordo (e specialmente se ti urtano o ti suscitano una reazione di pancia), è probabile che abbia toccato qualche punto dolente e significativo nella tua psiche.

6. Non prenderti troppo sul serio

E' collegato al punto precedente sull'ego, ma riguarda più la capacità di ridere di te stesso. Quando le persone vorrebbero cambiare, ma rifiutano di ammettere i loro errori, logicamente questo non può funzionare. I clienti che fanno i maggiori progressi sono quelli che sanno osservare se stessi, e ridere delle volte in cui si comportano in modo sciocco o controproducente. E' naturale stare sulla difensiva e negare i propri aspetti negativi; ma prima si riesce a superare questa resistenza, e si riconoscono invece le azioni errate o disfunzionali con umorismo ed obiettività, più velocemente si fanno progressi.
In altre parole, accettare se stessi con le proprie mancanze - e magari farlo riuscendo a sorridere di sé - aiuta ad evolvere molto più di un atteggiamento critico o giudicante.

7. Mantieni la mente aperta

Di solito un esperto offre molte interpretazioni e approfondimenti sui problemi ed i comportamenti del cliente, incluso fare collegamenti con esperienze del passato e nella famiglia di origine. Naturalmente non tutte le idee del terapeuta saranno corrette, ma probabilmente molte di esse saranno sensate ed utili - se non altro perché ha conosciuto così tanti clienti che gli risulta facile vedere somiglianze (anche se tendiamo a credere di vivere situazioni "speciali", in realtà tutti abbiamo problemi simili).
Adottare una mentalità del tipo "In effetti ha senso e ci penserò sopra", invece che "No, questo non sono io, non mi suona bene" (che spesso significa: "Questo mi mette a disagio, quindi voglio credere che sia sbagliato") aiuterà in modo significativo la conoscenza di te ed i tuoi progressi.

N.B.: Questo non vuol dire essere passivo e subire qualsiasi cosa dica l'esperto. Se ciò che viene detto ti mette costantemente a disagio, oppure non ti ritrovi affatto nelle interpretazioni del terapeuta, è possibile che tra voi non vi sia sintonia o che quella persona sia poco competente; in questi casi è meglio cercare un esperto più adatto a te.
E' però anche possibile che queste difficoltà nascano dalle tue resistenze; di nuovo, l'onestà con te stesso ti aiuterà a capire di cosa si tratta.

  • In autonomia: se lavori da solo, "Mantieni la mente aperta" può voler dire dubitare delle voci pessimiste nella tua mente, delle insicurezze che ti buttano giù, o delle convinzioni che ti dicono che non potrai mai superare i tuoi problemi. Ovvero: metti in discussione ogni pensiero negativo; e chiediti se è reale oppure solo un'idea ingannevole nella tua testa.

8. Sii flessibile e disponibile

Molte persone dicono che vogliono trovare un partner, o migliorare la loro relazione, o che vorrebbero evitare un divorzio... ma affermano che non hanno tempo, oppure possono fare una sessione solo dalle 18 alle 19 di martedì o giovedì, e non quando hanno la partita di calcetto o lo shopping con le amiche; oppure che una terapia sarebbe troppo costosa per loro.
Ma se ci pensi bene, dover affrontare un divorzio, o trascinare una relazione conflittuale, o continuare ad uscire per cercare un partner, probabilmente ti impegnerebbe molto più tempo (e denaro) di una terapia; senza contare tutta la sofferenza emotiva. Per cui forse sarebbe fruttuoso impiegare quel tempo sulla tua crescita, invece di rimandare.
Spesso il non trovare tempo da dedicare alla propria evoluzione è un alibi che la mente si inventa per evitare il cambiamento. Anche qui, un atteggiamento di onestà con te stesso è un presupposto essenziale per migliorare.

9. Fai gli esercizi suggeriti

Svolgi i tuoi "compiti a casa", oppure aspettati di spiegare il motivo per cui non li hai fatti.
Esercizi ed attività proposte dal terapeuta sono fondamentali per cambiare abitudini e dinamiche (questo vale specialmente nella terapia di coppia). Se ti viene suggerito di scrivere una certa frase ripetutamente, di provare a parlare con uno sconosciuto, o di sederti con il partner e fare un quiz online insieme, non dire settimana dopo settimana che non hai avuto il tempo di farlo - è ovviamente una scusa.
Se dici di non averlo fatto, è normale che l'esperto indaghi per capire i motivi di questa resistenza, e cosa ciò significhi riguardo il tuo impegno nel crescere o verso la tua relazione. Sembra superfluo dirlo ma, quando il cliente si impegna pienamente in tutti gli incarichi assegnati, ciò accelera significativamente i suoi progressi. Al contrario, evitare gli esercizi può indicare una scarsa voglia di cambiare, o poca disponibilità a mettersi in gioco.

  • In autonomia: questo suggerimento resta valido anche quando prendi impegni con te stesso. Vedi gli esercizi come una forma di cura e di amore verso te stesso e la tua vita, per arrivare a stare meglio.

10. Non saltare le sessioni

L'aiuto di un esperto durante un percorso di crescita non sta solo in quello che ci dice, ma anche nel suo supporto ed incoraggiamento costante. Se saltiamo una sessione possiamo passare anche due settimane senza supporto (o un mese se facciamo sedute ogni 15 giorni), e nel frattempo le nostre resistenze (pigrizia, paura, insicurezza, negatività, difese inconsce...) possono rallentarci o farci retrocedere.
A volte è davvero necessario annullare una sessione, ma cerca di programmarne un'altra a breve. In generale, cerca di considerare il tempo col terapeuta come un momento prezioso per la tua vita.

Se hai preso degli impegni (con te stesso o con l'esperto), o hai deciso di seguire un certo programma, fai il possibile per non trascurarli: vedilo come un modo per prenderti cura di te stesso, o di volerti bene (non come un dovere o un fastidio). E' umano sentire resistenza verso queste attività, ma è anche una forma di auto-sabotaggio. Se sai che è importante per te, non prenderlo sottogamba.

Verso le stelle

Spero che questi suggerimenti ti siano utili, e ti aiutino a raggiungere i risultati che desideri. A costo di ripetermi, ribadisco che puoi sempre cambiare se lo vuoi veramente (ho visto troppa gente abbattersi perché non lo credeva possibile). Anche se la vita è dura ed il mondo non è fatto a nostra misura, abbiamo sempre la capacità di fare progressi, migliorare la nostra vita e diventare più felici.
Certo ogni cambiamento ha un prezzo. Ma se siamo disposti ad investire su noi stessi, è molto probabile che raccoglieremo dei risultati anche maggiori di quanto avessimo sperato.

"Per aspera ad astra" (Attraverso le asperità sino alle stelle).
(Seneca)


Se ti serve aiuto

Se stai cercando un esperto che ti aiuti nel tuo percorso di crescita, o ad affrontare le tue difficoltà, e ti piace il modo in cui affronto questi argomenti, possiamo fare dei colloqui insieme. Utilizzo metodi di counseling e coaching per facilitare le persone ad evolvere e risolvere i loro problemi. Se vuoi saperne di più, visita la pagina "Parla con me".


(parte di questo post è liberamente adattata da "10 Ways to create rapid, lasting change in therapy", della dott.ssa Samantha Rodman Whiten)

"Se non sei parte della soluzione, sei parte del problema."
(Eldridge Cleaver)

"Non esistono formule magiche che fanno sparire le sofferenze e bruciano le tappe. Crescere significa diventare più coscienti e preparati. Questo progetto richiede lavoro, pazienza e resistenza."
(Marc Alain, "Essere Se Stessi, ogni giorno")

"Se cambiano gli atteggiamenti interiori, gli uomini possono trasformare gli aspetti esteriori della loro vita."
(William James)


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