Come molti altri, mi sono chiesto perché questo accade, perché sembra così difficile rispettare il punto di vista altrui e così facile "scaldarsi" quando è diverso dal nostro. Ho individuato diversi motivi alla radice di questo fenomeno, e ho compilato una lista con dieci atteggiamenti che portano al conflitto nelle discussioni.
Parità tra i sessi
Prima di iniziare, voglio stabilire alcuni concetti base:- Non c'è un genere "migliore" o "peggiore", non esiste un sesso "buono" o "cattivo": donne e uomini sono semplicemente diversi (per molti aspetti). E' facile da riconoscere in teoria, ma è più difficile evitare i vari pregiudizi a riguardo.
- Ogni "difetto" o mancanza in un sesso, ha un qualche equivalente nell'altro.
- Può piacervi di più l'uno o l'altro, si può notare che un genere è di solito più abile in alcuni aspetti... ma, globalmente, nessuno dei due può dirsi "migliore".
Di nuovo, sembra evidente... ma se fosse tanto ovvio e tutti ci credessero, non ci sarebbe tanto dibattito. - Il sessismo (pensare che un sesso sia "migliore" o "peggiore" dell'altro, a prescindere) è simile al razzismo: un pregiudizio non basato sui fatti, ma su convinzioni soggettive ed emozioni. E come con qualsiasi tipo di razzismo, dall'esterno ci rendiamo conto che è una cosa stupida ma, quando siamo noi a crederci, ci attacchiamo a quel pensiero e resistiamo a metterlo in discussione.
- Se siamo (teoricamente) d'accordo con quanto detto sopra, ma ci viene da aggiungere un "Sì, però...", di solito questo significa che prendiamo un evento personale e gli diamo un significato globale (vedi il paragrafo "2) Confondere l'esperienza con la realtà").
Ovviamente ci sono eccezioni per ogni cosa; ma l'eccezione non cambia la regola.
Dieci motivi per cui uomini e donne litigano
- Mancanza di obiettività
- Confondere l'esperienza con la realtà
- Essere diversi
- Parteggiare per i nostri simili
- Combattere la realtà
- Dare la colpa
- Aspettative
- Risentimento
- Idealizzazione
- Il bisogno di avere ragione
1) Mancanza di obiettività
In primo luogo, dobbiamo riconoscere che tutti "deformiamo" la realtà in qualche modo; le nostre convinzioni sono sempre soggette alla percezione personale e alle interpretazioni. Essere pienamente obiettivi e imparziali è praticamente impossibile, quasi "inumano".Ironicamente, la persona più obiettiva è proprio quella che ammette i suoi pregiudizi (e può quindi arginarli); quelli che pensano "Io non ho pregiudizi!", spesso ne sono pieni.
2) Confondere l'esperienza con la realtà
Le nostre esperienze personali formano il modo in cui vediamo la realtà; le nostre emozioni plasmano le nostre convinzioni. Il problema è che la realtà è molto più vasta e variegata della nostra limitata esperienza. Invece, crediamo istintivamente che la nostra esperienza rappresenti la realtà in senso esteso. E ci aggrappiamo a quello che le nostre emozioni ci dicono ("Le donne sono bugiarde!", "Gli uomini sono traditori!"), nella speranza di evitare di essere feriti nuovamente.In altre parole, confondiamo il personale con il globale. Ma la "mia realtà" non è la realtà; dovremmo essere in grado di distinguere l'una dall'altra.
3) Essere diversi
Il fatto che per molti aspetti uomini e donne siano diversi (come ben espresso nel libro "Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere" di John Gray; info nella Bibliografia), rende difficile capire il sesso opposto; ciò che ci è ignoto è più difficile da comprendere.Specialmente su argomenti verso cui i due generi hanno atteggiamenti diversi (come la sessualità o la pornografia), questa differenza suscita facilmente conflitti; l'altro punto di vista ci risulta "alieno", e ci appare incomprensibile o assurdo.
4) Parteggiare per i nostri simili
Ci schieriamo istintivamente con chi ci assomiglia o ci è prossimo, o verso cui sentiamo una appartenenza (il nostro partner, i nostri figli, i nostri amici, la nostra squadra, i nostri concittadini o connazionali... e, di solito, il nostro stesso sesso).Siamo sempre più ben disposti verso il "Noi" (qualunque cosa includiamo in quel "Noi") di quanto lo siamo verso di "Loro" (quelli che sentiamo estranei o diversi da noi).
5) Combattere la realtà
Alcuni fatti della vita sono inevitabili (il giorno e la notte, il clima, il fatto che si muore...); è il modo in cui va la vita. Combattere queste cose è solo uno spreco di tempo. Eppure, quando non ci piacciono quei fatti, spesso li attacchiamo, nella vana speranza che la nostra volontà possa cambiare la realtà.Per esempio:
- Gli uomini vogliono fare sesso di frequente (anche solo per il gusto di farlo).
- Le donne sono attratte dai "maschi alfa", o dagli uomini alti, o da quelli ricchi e potenti.
- Tutti sono affascinati dalla bellezza...
6) Dare la colpa
Quando ci mettiamo a biasimare gli altri, tendiamo a negare le nostre responsabilità; ed attribuiamo a loro tutte le colpe, a prescindere.Alcune persone assorbono questa attitudine al biasimo dalla famiglia, altri la sviluppano come una sorta di protezione, ma una cosa è certa: dare la colpa non risolve nulla. E' una specie di "scappatoia infantile", dove si vede se stesso come "innocente", e la colpa è sempre di qualcun altro.
Ma nella maggior parte dei problemi, ogni parte coinvolta ha qualche responsabilità a riguardo, e solo riconoscendo quella responsabilità possiamo contribuire alla soluzione. Oppure ci sono situazioni in cui non esiste colpa (magari perché il problema è dovuto a cause esterne), quindi lanciare accuse è privo di senso.
Peraltro, quando tutti biasimano tutti, ci possono essere solo bisticci che non portano a nulla.
7) Aspettative
Tutti abbiamo numerose aspettative sul sesso opposto (spesso non dichiarate o inconsapevoli). Queste aspettative in genere provengono dalle nostre "radici" (famiglia, insegnanti, cultura...) e in buona misura non vengono messe in discussione:- "Gli uomini dovrebbero sempre essere forti e sicuri".
- "Le donne dovrebbero essere docili e sottomesse".
- "Gli uomini dovrebbero prendere l'iniziativa e pagare il conto".
- "Le donne dovrebbero pulire la casa e cucinare", e così via...
Abbiamo aspettative riguardo il mondo e riguardo il nostro partner (ed anche su noi stessi!), ma di rado le esprimiamo apertamente; e sovente, le aspettative inespresse sono le più gravose. "Tu mi darai tutto il sesso (e/o amore) di cui ho bisogno", "Tu mi renderai sempre felice"... se non le mettiamo in discussione, non possiamo renderci conto che sono spesso irrealistiche.
Quando veniamo delusi, proviamo spesso un senso di tradimento: "Ma noi dovremmo essere..."," Ma tu avresti dovuto...". Magari l'altro ha infranto una promessa, ma forse non sa nemmeno che cosa avrebbe dovuto fare (l'aspettativa potrebbe non essere mai stata espressa apertamente), oppure non si è mai detto d'accordo con essa.
Possiamo anche notare che, alla base di tutte le relazioni umane (dal governo al partner, passando per amici e persino sconosciuti), c'è questa aspettativa: noi desideriamo che gli altri ci rendano felici, e/o non ci facciano soffrire. Quando questa aspettativa viene delusa (il che è inevitabile), ce la prendiamo con loro.
8) Risentimento
Quando discutiamo ferocemente su qualcosa (anche se non è niente di che), o quando attacchiamo qualcuno senza ragione (o per ragioni futili), forse la vera causa non è l'argomento in questione. Forse tutta la furia e l'intensità provengono da qualche risentimento sottostante.Potrebbe essere risentimento accumulato verso quella persona per motivi precedenti, e che ora sta traboccando; oppure potrebbe essere qualcosa di più vecchio, legato ad altre persone o eventi, e la situazione attuale è solo l'elemento scatenante. Forse questo evento ci ricorda un vecchio dolore, o forse questa persona assomiglia a quella che ci ha ferito in passato.
Il nostro dolore rende difficile discernere; ci offusca la mente. Quando la nostra ferita è molto profonda, potremmo anche essere risentiti verso un'intera categoria (maschi, femmine, un gruppo etnico, una nazione...), perché il dolore può accecarci e farci credere che tutti quelli che assomigliano a chi ci ha fatto del male, sia nostro "nemico".
9) Idealizzazione
Idealizzare significa mettere qualcuno sul piedistallo, pensando che sia perfetto (o il migliore, o meglio di ciò che realmente è). Pensate ai tifosi: di solito idealizzano la propria squadra. Se idealizzo una donna (come accade quando ci innamoriamo perdutamente), la vedrò come perfetta e immacolata.Il problema dell'idealizzazione è che distorce la realtà, e fa sembrare peggiore tutto il resto: se la mia squadra è la migliore, le altre devono per forza essere scadenti. Inoltre, quando si idealizza qualcuno, si diventa ciechi alle loro mancanze: se sono convinto che le donne siano creature perfette, allora ogni problema deve essere colpa degli uomini.
In un certo senso, il patriarcato ha idealizzato gli uomini, negando le loro debolezze e quindi colpevolizzando le donne al loro posto (nel Medioevo era convinzione comune che "Gli uomini non sono lussuriosi, sono le donne a sedurli e indurli in tentazione!"), mentre il femminismo spesso fa l'opposto.
Un altro problema dell'idealizzazione è quando crolla (e prima o poi succede, perché nessuno è così impeccabile). Quando un "idolo" cade, chi l'ha idolatrato si sente profondamente deluso, amareggiato, risentito (vedi il paragrafo precedente "8) Risentimento").
10) Il bisogno di avere ragione
Tutti vogliamo avere ragione e, nella maggior parte dei casi, ognuno è convinto di aver ragione. Per quanto possa apparire futile, questo bisogno ci influenza poderosamente. Spinti da esso, non è difficile arrivare a calpestare gli altri (anche coloro che amiamo), pur di continuare a sentirci "dalla parte del giusto".Oltre che distruttivo, questo bisogno è spesso anche assurdo, nelle frequenti situazioni in cui nessuno dei due ha oggettivamente torto o ragione.
Vale per tutti
Ho compilato questa lista concentrandomi soprattutto sui conflitti tra uomini e donne, ma la maggior parte di questi atteggiamenti possono essere presenti in ogni discussione e litigio tra le persone; è parte della natura umana.Anche quando siamo in grado di riconoscere razionalmente tutte le mancanze che ho evidenziato, tendiamo comunque ad aggrapparci istintivamente alle nostre convinzioni, alla nostra visione soggettiva. In un certo senso, è ciò che ci rende umani (solo una macchina è in grado di essere sempre obiettiva e distaccata), ma è anche una potenziale fonte di guai.
Se i motivi di questi conflitti sono comprensibili, perché continuiamo a litigare? Perché indulgiamo in questi comportamenti? In parte perché:
- Dare la colpa agli altri è facile e piacevole: fa sentire meglio le persone, non responsabili, innocenti ("Non è mio il problema, è tuo!", "E' tutta colpa loro!").
- Abbiamo una sorta di "cecità" verso i nostri limiti e preferenze. Siamo come pesci circondati dall'acqua, siamo immersi nelle nostre convinzioni e pregiudizi, per cui è difficile riconoscerli, guardarli "da fuori" e diventarne consapevoli.
- I pregiudizi donano rassicurazione, evitano l'incertezza. Se qualsiasi persona potrebbe compiere qualsiasi azione, mi sento minacciato (non ho controllo, non ho modo di prevedere cosa accadrà). Se invece credo che il "male" viene solo da certe persone, posso (tentare di) controllarle, o di prevederne le azioni.
(Albert Einstein)
Nessuna bacchetta magica
Non c'è una "pillola" per risolvere questi conflitti. Poiché gli esseri umani sono creature scarsamente razionali e obiettive, non si può superare facilmente gli atteggiamenti elencati sopra. In parte, questo rende la vita e le relazioni più interessanti. ;-)Quello che possiamo fare, è diventare consapevoli di questi atteggiamenti in noi stessi; più siamo consapevoli dei nostri pregiudizi, meno questi pregiudizi possono distorcere la nostra percezione. Quando ci capita di discutere e "scaldarci", ci possiamo chiedere: "Sto vivendo uno di questi atteggiamenti?".
Il rimedio primario, credo, rimane il vedere gli altri così come sono (invece di come vorremmo che fossero), e poi accettarli per quel che sono. Anche quando non ci piace come sono.
Dopo tutto, non è quello il modo in cui vorremmo essere trattati dagli altri?
A volte questi suggerimenti non bastano, e si fatica a comunicare in modo costruttivo, a capire le ragioni dell'altro, a venirsi incontro. In queste situazioni può essere utile rivolgersi ad un counselor o terapeuta di coppia, che agisca da mediatore e faciliti la comprensione reciproca.
"La maggioranza delle persone crede di pensare, mentre stanno soltanto riorganizzando i loro pregiudizi."
(William James - citato by David Bohm)
Articoli correlati
Altri post con argomenti collegati (descrizione: fermate il puntatore sul link)- Attrazione non significa star bene insieme
- Capire gli altri: siamo tutti diversi
- 13 bugie sull'amore a cui quasi tutti credono
- Perché uomini e donne non si capiscono
- Aspettative errate sulle relazioni (che ci rovinano la vita)
- 10 regole per sposarsi: un test da fare prima del matrimonio
Io sono d'interesse per sentire - GMP
RispondiEliminaCiao Bello! P^)
Thank you MediaHound! :-)
EliminaHave a nice day!