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Perché la sessualità viene giudicata e condannata

Al giorno d'oggi può sembrare che l'espressione della sessualità sia libera e persino incoraggiata - almeno in Occidente. A molti sembra di vedere messaggi sessuali ovunque: nelle pubblicità, nelle notizie, su Internet. Ma in realtà la questione non è così semplice: se da una parte è vero che di sesso si parla spesso, è altrettanto vero che riceviamo anche molti messaggi negativi o giudicanti a riguardo:
  • Una persona sessualmente spregiudicata viene considerata immorale, o anormale.
  • Una donna sessualmente vivace viene additata come "puttana" o "poco di buono".
  • Un uomo che fa sesso con molte partner, se da alcuni viene invidiato, da altri viene visto come immaturo, egoista o inaffidabile.
  • Per non parlare dei tradimenti, tanto aspramente condannati quanto diffusi (indice quindi di ipocrisia sociale: si esalta la monogamia, ignorando che funziona raramente).
Solo perché la pubblicità è piena di ammiccamenti erotici, non dobbiamo pensare che questo indichi apertura mentale: la pubblicità serve a vendere (spesso cose superflue), non a far sentire bene le persone.

La sessualità dissociata

Pare evidente, quindi, che nella nostra società sia in opera una specie di "dissociazione": da una parte il sesso sembra ovunque, dall'altra viene spesso visto con sospetto, disprezzo e condanna (se può consolare, negli Stati Uniti sembrano più dissociati di noi: laggiù persino l'apparizione di un capezzolo crea scandalo).

Questa condanna opera spesso in modi diversi a seconda del genere:
  • Il desiderio femminile viene sminuito o negato: viene spesso sostenuta la tesi per cui alle donne il sesso interessa poco, oppure interessa solo se associato all'amore (entrambe cose non vere). Inoltre la sessualità femminile viene spesso giudicata o repressa.
  • Il desiderio maschile viene svalutato o ne viene negata l'importanza: raramente viene riconosciuto che per un maschio fare sesso è un'esigenza quasi fisiologica, necessaria al suo benessere*. Questo bisogno viene sottovalutato, giudicato segno di debolezza o immaturità, oppure riceve condanna e svilimento (una donna non amata suscita compassione; un uomo che non riesce a fare sesso viene disprezzato o deriso).
* Anche per le femmine fare sesso è importante, ma sembra che per i maschi sia un bisogno più necessario e totalizzante (non saprei quanto il minore bisogno femminile sia una differenza innata oppure dovuta ad influssi culturali).
Inoltre, per gli uomini un'attività sessuale frequente ed appagante è necessaria per sentirsi amati. Per approfondire l'importanza del sesso per l'uomo, segnalo quattro validi articoli: "The truth about men and sex", "What sex means to a man", "How important is sex for a man", "A man’s view: how important is sex in a relationship?" (in inglese; non ho trovato fonti adeguate in italiano).

“Per gli uomini
un'attività sessuale frequente
è necessaria per sentirsi amati”

Fare sesso fa bene a corpo e mente

Questa avversione verso la sessualità permane nonostante sia ormai dimostrato scientificamente quanto un'attività sessuale appagante contribuisca alla salute fisica e mentale di entrambi i generi (le fonti a riguardo abbondano: basta cercare su Google "attività sessuale benefici". Due esempi autorevoli: "Dieci motivi per cui il sesso fa bene alla salute", e "The Health Benefits of Sex" - in inglese).

Anche la maggioranza delle persone la vede in tal modo; questa ricerca (su 26.000 persone in 26 nazioni) lo dimostra:
  • Il 69% degli intervistati ritiene che il sesso sia divertente e ne traggono godimento.
  • Due terzi concordano che "una buona attività sessuale è una parte vitale della vita".
  • Due terzi affermano che "il sesso fa bene alla salute e al benessere".


I motivi per cui giudichiamo il sesso

Da dove nasce questa dissociazione? Quali fattori portano ancora a condannare un'attività così importante e benefica per la salute fisica e mentale? Di ragioni ce ne sono diverse, sia su un piano storico che sociologico. Di seguito cito quelle che mi sembrano più rilevanti (naturalmente queste sono semplificazioni; l'argomento è ben più complesso).

Millenni di cultura sessuofobica

L'Occidente è influenzato da 2000 anni di Cristianesimo, che - come molte altre religioni - è fortemente sessuofobico (hanno persino inventato la gravidanza di una vergine). Anche se l'influsso religioso è in diminuzione, è comunque parte della nostra cultura, quindi tocca anche i non credenti.
La mentalità cristiana ha sempre visto con sospetto e disprezzo l'esuberanza erotica: giudicando e svilendo quella maschile, demonizzando quella femminile. Contrapponendo inoltre la fisicità (bassa) allo spirito (elevato).
Tutt'oggi ci sono famiglie (specialmente se religiose) in cui vige un'educazione repressiva e sessuofobica, da cui emergono figli complessati, inibiti, dissociati e tendenzialmente nevrotici (la repressione della sessualità provoca squilibrio anche nelle emozioni e nelle relazioni in generale).

Conseguenza: condanna del piacere e della carnalità; disagio e incapacità nelle aree dell'eros, emotive, relazionali.

Esaltazione della ragione

A partire dall'Illuminismo (XVIII secolo), l'intelligenza razionale è stata esaltata - a discapito di altre parti di noi, come quella emotiva, istintiva ed anche erotica (la parte emotiva è stata rivalutata dal Romanticismo, le altre no; alcuni pensatori - per esempio Nietzsche e Reich - hanno cercato di rivalutare la parte erotica e dionisiaca, ma sono rimasti in minoranza).
Questo vale tutt'ora: essere un intellettuale ha una valenza sociale positiva, mentre essere emotivo od impulsivo viene visto quasi come un handicap (specialmente nei maschi). Di conseguenza, chi dedica la sua vita ai libri viene ammirato (ma di rado invidiato), mentre chi si abbandona ai "piaceri della carne" viene visto come un degenerato (anche se quest'ultimo comportamento è decisamente più naturale del primo).

Conseguenza: le nostre parti irrazionali vengono viste con sospetto e svalutate; e noi tendiamo a vergognarci e nascondere il nostro eros.

La repressione del sesso è uno strumento di controllo sociale

In gran parte delle società (e specialmente in quelle autoritarie), il sesso viene limitato e represso per controllare gli individui. Un esempio estremo è il fondamentalismo islamico, che separa uomini e donne, e limita fortemente l'espressione sessuale; per cui giovani uomini senza vita amorosa e senza rapporti sessuali, sono abbastanza disperati da diventare disponibili a sacrificarsi in attentati suicidi (cosa che persone felici e soddisfatte mai farebbero).
Questo perché le persone serene ed appagate sono più libere ed autonome, mentre quelle infelici sono facilmente manipolabili (le dittature sono un buon esempio; vedi l'ascesa di Hitler nella realtà, e "1984" di George Orwell nella narrativa).
Inoltre la redirezione dell'energia erotica nel lavoro (invece che nell'attività sessuale vera e propria) rende le persone più produttive, e l'insoddisfazione conseguente induce a comprare cose superflue; il che è utile alla prosperità economica della società. In epoche passate (e tutt'oggi in società patriarcali o militariste), si condannava la sessualità ricreativa (o la masturbazione), e si incoraggiava la sessualità strettamente procreativa: allo scopo di ottenere più braccia per lavorare, e più soldati da mandare in guerra.

Conseguenza: ci viene detto (in modo subdolo) "Non fate l'amore, producete e consumate" (in Paesi democratici); oppure "Non fate l'amore, fate la guerra" (in Paesi arretrati o autoritari).

Gli esseri umani non vogliono riconoscere la propria parte animale

Gli esseri umani sono a tutti gli effetti degli animali. Sono più le cose che ci accomunano agli altri animali, di quelle che ci distinguono (infatti veniamo concepiti, nasciamo, viviamo condizionati dai nostri bisogni, ci ammaliamo e moriamo proprio come ogni altro animale).
Ma siccome alla maggior parte delle persone dà fastidio ammettere la propria "animalità" (basti vedere le reazioni avverse alle opere di Darwin), e per contro vorrebbero sentirsi superiori e "speciali", tendono a negare quei bisogni e quelle pulsioni che sono propriamente animali - tra le quali gli impulsi sessuali. Infatti chi ha un forte appetito erotico, o chi si abbandona ai piaceri carnali, viene spesso definito "una bestia", oppure "selvaggio" (come se chi lo dice appartenesse ad una razza superiore, immune da simili istinti).

Conseguenza: negazione della fisicità e dei bisogni sessuali - spesso accompagnata dall'esclamazione indignata "Non siamo animali!".

N.B.: Quelli citati sono fattori di cui perlopiù non siamo consapevoli, ma che pure ci condizionano (anzi: meno ne siamo consapevoli, e più ci influenzano).

Condanna della sessualità in base al genere

I fattori elencati sopra valgono in generale per entrambi sessi. Ma, come ho accennato all'inizio, esistono anche giudizi e condanne rivolti specificamente a femmine o maschi.

Verso la sessualità femminile

  • Del Cristianesimo, della sua svalutazione dell'eros, e della idealizzazione della figura femminile (Maria vergine), ho già accennato.
  • Il Romanticismo ha diffuso un'immagine della donna come essere angelicato ed innocente, quasi asessuato (mentre in epoche precedenti le donne erano viste come creature bramose e lussuriose, dai cui appetiti gli uomini dovevano difendersi). L'impulso erotico femminile è stato quindi negato o sminuito, oppure deve essere "giustificato" dall'amore.
  • Il controllo sociale della sessualità viene applicato da millenni in particolare all'eros femminile, principalmente per salvaguardare la certezza della paternità: una donna sessualmente inibita (o meglio ancora vergine), non si farà fecondare da uomini diversi dal partner (o almeno questo è quello che agli uomini piace credere).
    Anche da questa mentalità provengono giudizi del tipo "Una donna che si concede facilmente è da disprezzare", oppure la dicotomia "madonna / puttana".

Verso la sessualità maschile

Negli ultimi 50 anni, in particolar modo certo femminismo ha demonizzato l'eros maschile, specialmente quello "selvaggio" (che poi è quello che, invece, attrae buona parte delle donne).
La sessualità maschile è istintivamente quantitativa e promiscua (fare sesso con più donne possibili, specialmente giovani e belle, senza legarsi), il che va in direzione opposta alle esigenze femminili (conquistare il maschio migliore e tenerselo). Per questo il femminismo vede l'eros maschile come una minaccia, deleterio per le priorità femminili, quindi da condannare, reprimere o "addomesticare":
  • Cerca di delegittimarlo*, per esempio affermando che l'esuberanza erotica maschile sia dovuta a condizionamenti culturali, invece che essere un istinto naturale.
  • Incoraggia e valorizza un maschio "femminilizzato": dolce, sensibile e sottomesso (che però poi non genera attrazione nelle donne).
  • Condanna molte espressioni di mascolinità (quando divergenti dagli interessi femminili), come l'assertività, l'aggressività, la competizione.
  • Disprezza e avversa forme di sessualità "alternative" al sesso di coppia (masturbazione, pornografia, prostituzione) perché riducono la dipendenza maschile dalle donne, e quindi il potere femminile sugli uomini.

Sugli attacchi del femminismo verso la mascolinità e i diritti maschili, vedi l'ottimo libro di Warren Farrell "The Myth of Male Power" ("Il mito del potere maschile"; info nella Bibliografia).

* Delegittimazione dell'eros maschile

Va notato come in passato per gli uomini (anche sposati), andare con prostitute o avere delle amanti fosse considerato normale. Magari immorale, ma naturale e necessario. Questo perché quasi sempre il bisogno sessuale maschile è superiore alla disponibilità femminile; e quando non soddisfatto, genera un malessere che può indurre comportamenti aggressivi. Perciò sia le autorità, che le mogli, "chiudevano un occhio" riconoscendo questa necessità.
Durante il XX secolo, invece, questa esigenza maschile è stata sempre più disprezzata ed osteggiata, con diverse conseguenze:
  • Il bisogno sessuale maschile, invece di essere riconosciuto, viene spesso denigrato o ridicolizzato (vedi l'uso del termine dispregiativo "morto di figa" verso uomini "affamati"). Non si riconosce dignità a questa forma di sofferenza emotiva.
  • Leggi che puniscono - anche in modo sproporzionato - l'espressione di desiderio o apprezzamento sessuale verso le donne: anche uno sguardo insistente o un complimento può essere considerato "molestia sessuale" o "sexual harassment", e portare a licenziamenti o condanne giudiziarie (ovviamente parlo di comportamenti relativamente innocui; azioni ben più gravi - come aggressioni fisiche e stupri - sono sempre da condannare).
  • Criminalizzazione della prostituzione (in Italia, vedi la Legge Merlin del 1958) - che spesso non protegge le prostitute stesse, ma anzi ne facilita l'abuso - oppure del solo cliente (quindi maschio).

“In passato andare con prostitute
o avere delle amanti
era considerato normale”

Come liberarsi da questi condizionamenti

  • Il primo passo è proprio rendersi conto di essere condizionati: riconoscere tutti i giudizi, le idee limitanti, le pressioni moraliste, i "lavaggi del cervello" ricevuti fin da piccoli (se non riesci a identificarli, leggere i fattori elencati nel post ed ascoltare le tue reazioni emotive - disagio, imbarazzo, rabbia - può darti degli indizi).
  • Poi, è necessario osservare come queste idee, ormai assorbite, tendano ad influenzare il nostro sentire e le nostre azioni. Per esempio: mi sento in colpa per i miei desideri erotici o le mie fantasie; esito a fare proposte sessuali; mi vergogno a compiere certe attività...
  • Una volta osservati i proprio freni o blocchi in azione, è utile chiedersi se hanno senso, o vanno bene per me, o se corrispondono al tipo di persona che voglio essere. Se la risposta è "No", allora posso scegliere consapevolmente di rifiutarli, di "espellere" quelle idee da me, dichiarandole ormai inutili o non più parte di quello che sono (fare questo può richiedere del tempo prima che questi blocchi si indeboliscano; la ripetizione aiuta).

Questo processo permette di liberarci di inutili "zavorre", e di recuperare quella che è una sana, spontanea, gioiosa ed appagante sessualità. Una sessualità che è parte di noi fin dalla nascita, che è parte fondamentale della nostra stessa natura. Permettere a se stessi di viverla, è come "tornare a casa": accettare come realmente sei - invece di forzarti ad essere come gli altri vorrebbero.

"Il puritanesimo è l'ossessiva paura che qualcuno, da qualche parte, possa essere felice."
(Henry Louis Mencken)

"Ogni innamoramento, per quanto etereo voglia apparire, affonda sempre le sue radici nell'istinto sessuale."
(Arthur Schopenhauer)

"Che cosa ha fatto di male agli uomini l'atto sessuale, così naturale e necessario, così legittimo, per non osare parlarne senza vergogna, per lasciarlo fuori dai discorsi seri e misurati?"
(Michel De Montaigne)


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Di fronte alla bellezza siamo come cani di Pavlov

Un riflesso condizionato

Noi reagiamo alla bellezza similmente ai cani nell'esperimento di Pavlov: apprezzare e perseguire la bellezza è una forma di "riflesso condizionato" (dalla nostra biologia e dall'evoluzione) che raramente mettiamo in discussione.
Il parallelo tra l'esperimento di Pavlov sui riflessi condizionati e l'effetto della bellezza è questo:
  • Nell'esperimento, i cani venivano condizionati a salivare quando suonava un campanello, associandolo al cibo. Ma questo accadeva poi anche in assenza di cibo.
  • Noi siamo istintivamente condizionati a reagire alla bellezza, associandola al piacere e alla felicità. Ma questo accade anche quando detta bellezza non porta piacere e addirittura produce infelicità (per esempio se continuo a perseguire una persona attraente che mi rifiuta).

Perdere la testa

Possiamo vedere qualcuno che ci affascina e "perdere la testa": questa persona può sembrarci il partner ideale, quello che abbiamo sempre cercato, il compagno per la vita, persino quello con cui avere dei figli... senza che sappiamo nulla di lui o lei! - solo per via del suo aspetto.
Per quanto ne sappiamo potrebbe essere Jack lo squartatore o una serial killer, eppure ne siamo incantati. Perdiamo letteralmente la ragione.

“Perdiamo la testa
senza sapere nulla
di lui o lei”

Un potere che non mettiamo in discussione

Molto spesso inseguiamo le donne o gli uomini più attraenti (anche se fuori dalla nostra portata), scartiamo le persone meno dotate esteticamente (anche quando ricche di altre qualità), e quasi mai mettiamo in discussione questo impulso.
Persino quando questa "dipendenza dalla bellezza" ci rende infelici, o peggiora la nostra vita relazionale, il più delle volte viene data per scontata - soprattutto in gioventù. Quante discussioni ho visto (specialmente fra uomini, ma non solo) che gravitano esclusivamente sui vari livelli di bellezza o su altri attributi estetici.

Non solo la bellezza ha su di noi un enorme potere, ma questo potere ha uno status quasi mitico, è una sorta di imperativo a cui quasi sempre ci inchiniamo.
Le rare persone che cercano di sfuggire al suo influsso (dando meno peso alla bellezza, o anteponendo altre qualità nella ricerca dei partner) appaiono come strane o anomale.
Mi chiedo quanto questo perseguire la bellezza sempre e comunque sia una "sudditanza biologica" (la Natura comanda e noi ubbidiamo passivamente), e quanto sia conformismo ("Se tutti fanno così, allora è la cosa giusta"). Quest'ultimo fattore è accentuato dal bombardamento mediatico che esalta l'aspetto, che così assume un'importanza ancora più assoluta.

“La bellezza ha su di noi
un potere enorme”

L'attrazione non è garanzia di felicità

Senza contare che l'attrazione non offre alcuna garanzia di compatibilità, intesa o felicità relazionale: possiamo essere molto attratti e trovare quella persona insopportabile. Quindi basare la relazione principalmente sull'attrazione (come accade in molte coppie e persino matrimoni), può portare ad emozioni intense sul breve periodo, ma è una base altamente fragile e inaffidabile nel tempo.

La bellezza ci porta a sottometterci

L'attaccamento alla bellezza del partner porta anche ad uno squilibrio di potere: ne diventiamo dipendenti, e tendiamo a sottometterci per non perderne l'approvazione ("Farò di tutto per averti - o non perderti").

Questo è un problema specialmente per i maschi, perché in genere mettersi in una posizione di sottomissione verso una donna diminuisce la stima e l'attrazione che lei prova per lui (in teoria è gratificata dalla sua devozione, ma in pratica lui perde di valore agli occhi di lei). Il tipico "Sei bellissima!" espresso con occhi adoranti ad una femmina attraente, provoca in lei una reazione di noia e disinteresse, perché lui è l'ennesimo che glielo dice.
Siamo attratti da persone che hanno un valore uguale o superiore al nostro, ma mostrarci sottomessi o dipendenti è un segnale di minor valore - quindi non attraente.

Superare gli istinti naturali

Secondo me, il fatto che il potere della bellezza sia naturale non significa che sia innocuo o che non vada messo in discussione. E' molto simile al potere delle cose dolci (zuccheri e carboidrati in generale): quando ne mangiamo il nostro cervello rilascia dopamina (molecola del piacere), e proviamo l'impulso di mangiarne ancora e ancora.
Non serve un nutrizionista per capire che imbottirsi di zuccheri (specialmente se raffinati) porta solo danni. Basta guardare l'epidemia di obesità, diabete e altre patologie legate ad un'alimentazione insana: certamente mangiare cibi sfiziosi ci viene istintivo e naturale, ma ci porta anche risultati che non vorremmo.

Allo stesso modo, se ci lasciamo condizionare passivamente dall'istinto verso la bellezza, ne diventiamo schiavi. E rischiamo di fare scelte relazionali che possono portarci un piacere momentaneo (se tutto va bene), ma sul lungo termine condurci a vite relazionali infelici o disfunzionali. Due esempi classici sono:
  • L'uomo che corre sempre dietro a donne tipo modelle, con grande dispendio di tempo e denaro, ma con scarsi risultati e nessun appagamento profondo.
  • La donna che si interessa solo ai maschi più seducenti e appariscenti, che sono tipicamente egocentrici e narcisisti, per cui si ritrova regolarmente tradita e trascurata.

“Il potere della bellezza
è simile
al potere delle cose dolci”

Andare oltre la propria natura

L'obiezione più ovvia è "Ma se qualcuno non mi piace esteticamente (o non mi attrae), non me lo posso far piacere. Va contro la mia natura". Certo, perché è un condizionamento innato, come dicevo all'inizio.
Però a volte può essere importante e necessario andare "contro natura". Per usare un'altra metafora alimentare, a me d'istinto non piaceva l'insalata. Ma sapendo che era saggio mangiarla, ho trovato un modo appetitoso di prepararla, ed ora la gradisco molto. Potrei dire che apprezzare l'insalata "non era nella mia natura"? Oppure che non sapevo apprezzarla, ed era un mio limite che ho superato?

Similmente, è naturale aver paura di volare: va decisamente contro la nostra natura di animali terrestri. Eppure riusciamo a ignorare quell'istinto. Idem per la paura del buio: crescendo impariamo a superarla.
Non sto dicendo che dobbiamo farlo, ma che possiamo farlo. La nostra personale natura non è incisa nella pietra: in realtà cambiamo continuamente. Solo che farlo in modo costruttivo richiede uno sforzo cosciente, per esempio:
  • Abituarsi ad apprezzare maggiormente le qualità meno appariscenti.
  • Ignorare (almeno momentaneamente) l'impulso che ci porta a scartare una persona per ragioni estetiche, e insistere nel conoscerla se ha altre qualità che apprezziamo.
L'alternativa è rimanere schiavi condizionati dagli istinti.

A volte l'essenziale è invisibile allo sguardo

Un esempio personale: anni fa conobbi una donna con cui c'era una forte intesa intellettuale. Esteticamente non ci piacevamo ma, siccome ci piaceva molto la mente e la personalità dell'altro, non ci siamo fatti frenare e abbiamo continuato a conoscerci. Quando siamo arrivati a fare sesso abbiamo scoperto che il contatto di pelle risultava delizioso, e i nostri corpi stavano benissimo insieme! Il risultato è stata la relazione più importante che avevamo mai vissuto, e il sesso migliore che avessimo mai sperimentato.
Anche altre volte, in cui l'aspetto di lei non corrispondeva ai miei canoni, si sono poi sviluppate relazioni intense sia a livello sentimentale che sessuale.

Come diceva il "Piccolo Principe" nel romanzo omonimo, "L'essenziale è invisibile all'occhio". Se ci facciamo limitare dall'aspetto visivo, potremmo perdere opportunità preziose. Certamente non sempre gli sviluppi sono positivi com'è accaduto a me, ma non farsi limitare dallo sguardo - paradossalmente - allarga i nostri orizzonti.

Anche la bellezza, ma non solo

Ovviamente non propongo di ignorare completamente la bellezza, quanto di considerarla come uno dei fattori di attrazione (non l'unico o il principale), e di diffidare del suo potere di farci sragionare: questo è uno di quei casi in cui le emozioni possono ingannarci e portarci fuori strada.


"La bellezza ci può trafiggere come un dolore."
(Thomas Mann)

"L'amore costruito sulla bellezza muore presto, come la bellezza."
(John Donne)

"E' straordinario che sia così perfetta l'illusione che la bellezza è bontà."
(Lev Tolstoj)


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Ravvivare la sessualità: 11 idee per vincere la monotonia a letto

Anche se all'inizio vivere il sesso è un'esperienza straordinaria (almeno quando è fatto bene), col tempo può diventare qualcosa di ripetitivo, monotono e noioso. Questo accade specialmente nelle coppie stabili e di lunga data: per quanto possano esserci amore e devozione, la familiarità e la mancanza di novità tendono ad affievolire l'eccitazione e il piacere (è uno dei limiti intrinseci alla monogamia).
Un calo simile accade solitamente anche al desiderio reciproco. In certi casi è possibile capire in anticipo se la voglia di fare sesso svanirà (per uno o entrambi i partner).

Questo calo però non è inevitabile: la sessualità è un campo così variegato e sconfinato che, se esplorato ed approfondito con curiosità ed entusiasmo, può fornire brividi ed estasi anche alle coppie più collaudate! Certo occorre evitare di sprofondare nella pigrizia e nell'abitudine.
In questo post esamino una serie di idee e approcci che possono risvegliare il desiderio, l'eccitazione e il piacere.

  1. Sesso: sempre uguale, sempre diverso
  2. Trovare nuove idee
  3. Provare posizioni e situazioni diverse
  4. L'importanza del tatto
  5. Non solo baci - L'uso della bocca
  6. La strada meno percorsa - Sesso anale
  7. Esplorare e condividere le fantasie erotiche
  8. Dedicarsi al piacere del partner
  9. Dedicare al sesso tempo, impegno, cura
  10. Lasciarsi andare - Blocchi e moralismi
  11. L'importanza di comunicare


1. Sesso: sempre uguale, sempre diverso

In effetti il sesso sembra, in generale, un atto ripetitivo. In fondo gli organi coinvolti sono sempre quelli, e così per le zone erogene. Ma così come le note musicali sono solo sette, eppure possono essere combinate in modi pressoché infiniti, così anche la sessualità può essere declinata in modi sempre diversi.
Per capire come migliorare la propria vita sessuale, è utile considerare due aspetti diversi:
  • quello che facciamo (le azioni);
  • e il come lo facciamo (la qualità con cui le compiamo).
Di solito tendiamo a concentrarci sulle azioni: su nuove posizioni, nuovi gesti, nuove situazioni (o nuovi partner). Più di rado pensiamo invece a cambiare la qualità con cui viviamo la sessualità. Per certi versi, quello che più rende la sessualità appagante non è tanto nelle nostre azioni, ma nella emozione e intensità con cui le viviamo.
Per esempio, non si può infilare il pene in 100 modi diversi, ma si può penetrare una donna con energia - ed emozioni - molto differenti: dolce, selvaggia, lenta, amorevole, brutale, sfuggente, profonda, intermittente, mistica, struggente... Per aumentare il nostro panorama erotico, consideriamo non solo nuove tecniche, ma anche di ampliare il nostro orizzonte emotivo. In fondo uno dei modi più scadenti di fare sesso è proprio farlo in modo meccanico, senza reale partecipazione, senza metterci l'anima.

2. Trovare nuove idee

Anche se, come detto, la sessualità può apparire ripetitiva, c'è sempre la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo e stimolante. Di seguito alcune aree da esplorare per trovare stimoli inaspettati e modalità sorprendenti.

Farsi ispirare dalla pornografia

Anche se è svalutata da molti, credo che nella pornografia si possano trovare numerosi spunti interessanti. L'importante è adattarli a se stessi e alle proprie possibilità (certe azioni sono simulate o fuori dalla portata delle persone comuni), e non farsi prendere dall'emulazione: lo scopo resta comunque quello di divertirsi e stare bene, non di fare una performance.
Potete usare un filmato porno (che interessi entrambi) per "stuzzicarvi" l'appetito, per scoprire nuove possibilità, o per esplorare fantasie nascoste e desideri inconfessati. Vivetelo come una "avventura" da condividere, un viaggio verso orizzonti da scoprire insieme.

Ricordatevi inoltre che la perfezione fisica di certi attori/attrici è inarrivabile ai più: non ha senso fare paragoni con i porno attori (né per se stessi né verso il partner), così come non ha senso paragonarsi ai divi di Hollywood.

La pornografia è maschile

Poiché la pornografia è, in larga parte, una rappresentazione delle fantasie erotiche maschili, è normale che certe scene porno non siano gradite alle donne, o solo ad alcune. Non prendetevela, è normale avere gusti differenti. Piuttosto, cercate qualche genere di pornografia (ne esiste una grande varietà) che possa interessare entrambi. Di seguito alcuni link a siti che presentano una grande numero di categorie (in inglese): Galore, You, Lobster, For Her (quest'ultimo è più orientato verso i gusti femminili).

Inoltre, parlate insieme di ogni scena che colpisca l'uno o l'altra, per capire:
  • Cosa vi piacerebbe fare
  • Cosa potrebbe forse piacervi (magari variando la scena)
  • E cosa proprio non va, all'uno o all'altra.
Va da sé che insistere per forzare l'altro a fare quello che non ha nessuna voglia di fare, oltre ad essere irrispettoso, è un buon modo di peggiorare la relazione - invece di migliorarla.

Romanzi erotici

Leggere romanzi erotici può fornire qualche idea interessante. Di solito gli autori creano scenari e situazioni più raffinati e complessi di quelli della pornografia. Molti romanzi sono indirizzati anche verso l'immaginario erotico femminile, non solo maschile.

Un'idea potrebbe essere dedicare un mese (o una settimana) ad un romanzo erotico o alla pornografia, alternati. In questo modo potreste trovare stimoli per entrambi i partner, e venirvi incontro se uno dei due media interesse poco l'altro.

Esplorare il mondo kinky

"Kinky" in inglese indica tutte le pratiche sessuali insolite (quelle ordinarie vengono definite "vanilla" o "vaniglia"). In questo ambito troviamo attività più "forti" quali il sadomasochismo e la dominazione/sottomissione, ma anche cose più accessibili come:
  • i giocattoli erotici (sex toys): vibratori, manette, anelli da pene, ecc.
  • i giochi di ruolo (role play): in cui si interpretano dei personaggi, come il maestro e l'allieva, o l'infermiera e il paziente
  • l'uso di "parolacce" (dirty talking)
  • la legatura del corpo (bondage) per scopi estetici o sensuali
  • l'uso di abbigliamento in pelle (leather)
  • il feticismo (adorazione di una parte del corpo o di un oggetto).
Anche se certe pratiche sono troppo estreme per noi, possiamo però trarne idee e spunti per attività stuzzicanti e più accessibili ai nostri gusti.

Non fornisco qui link specifici, ma cercando in Rete termini come "sesso kinky", "sessualità alternative" o - per i più audaci - "BDSM", troverete molti punti di partenza.
Usate queste ricerche per scoprire cosa potrebbe piacervi e stimolarvi, parti della vostra sessualità che non avete magari ancora scoperto, o nuovi percorsi da esplorare. Fare queste ricerche insieme al partner vi darà argomenti di discussione, confronto, scoperta e nuove curiosità prima impensate.

3. Provare posizioni e situazioni diverse

Assumere posizioni diverse durante l'atto, non solo rompe la monotonia e fornisce una più varia stimolazione visiva, ma può generare sensazioni corporee differenti. Inoltre permette movimenti particolari: per esempio, la donna a cavalcioni dell'uomo permette a lei di controllare angolo e profondità della penetrazione, e consente all'uomo di giocare coi suoi seni.
In particolare, variare l'angolo della penetrazione può può portare risultati diversi: certi angoli possono risultare più o meno piacevoli, o addirittura irritanti.

Cambiare ambiente

La monotonia può nascere anche dal vivere sempre le stesse situazioni o ambienti. A volte anche solo farlo in un luogo diverso può suscitare un brivido inatteso. Potreste provare a...
  • Fare sesso in stanze della casa diverse dalla camera da letto. Magari stando all'impiedi invece che sdraiati, oppure su una sedia (robusta), o sul divano.
  • Farlo in auto (se non lo fate in quel modo da anni).
  • Farlo in un camerino di negozio, nei servizi di un ristorante, nella toilette di un treno o aereo, in un confessionale.
  • Farlo quando vi viene la voglia, senza preavviso, e senza preoccuparvi troppo di dove vi trovate (concordate prima col partner la sua disponibilità a questi eventi).
  • Farlo all'aperto (in un luogo nascosto o non troppo esposto), in un bosco, su un sentiero di montagna, dietro un negozio o un monumento...
Il concetto chiave è che la ripetizione e la prevedibilità uccidono l'eccitazione. Invece trovarsi in una situazione insolita, in un ambiente nuovo, con un lieve rischio di essere sorpresi, stimolano la mente perché la deviano dai soliti binari.

In queste situazioni non è indispensabile avere un rapporto completo: anche solo baciarsi appassionatamente, toccarsi o spogliarsi parzialmente porta una ventata d'eccitazione - che poi vi seguirà quando, a casa, potrete concludere con tutta calma.

4. L'importanza del tatto

Un errore che fanno molti è quello di concentrarsi esclusivamente sui genitali (o sulle zone erogene primarie), quando invece l'intero corpo del partner è un "giardino di delizie" in cui perdersi. :-)
  • Il petto e il sedere non sono solo parti piacevoli da guardare, ma anche deliziose da accarezzare (sia per chi lo fa, che per chi lo riceve).
  • Molti trovano eccitanti dei baci intensi o dei leggeri morsi sul collo.
  • Accarezzare in modo lieve la schiena, oppure massaggiarla, o ancora graffiarla leggermente, può portare sensazioni inaspettate.
  • L'interno delle cosce è una zona piuttosto sensibile.
  • Passare una mano fra i capelli, o magari afferrarli e tirarli giocosamente, piace a parecchi.
Il principio guida dovrebbe essere quello di assaporare e godere dell'intero corpo, delle varie sensazioni che può offrire, in un crescendo di sensazioni e sensualità, piuttosto di "abbuffarsi" soltanto con le solite zone (cosa che inevitabilmente porta alla monotonia).

Imparare a toccare l'altro

Ricordate che, anche dopo anni insieme, l'altro rimane per molti versi uno sconosciuto. Non date per scontato di sapere esattamente cosa gli piace, cosa lo stimola e cosa lo infastidisce. Chiedetegli invece cosa desidera e cosa preferisce, come gli piace essere toccato (sia sulla pelle in generale, che sulle zone erogene); e verificate che gradisca come lo fate (ovviamente non in modo ossessivo).

Non cadete nell'errore di credere che un "vero uomo" (o "vera donna") dovrebbe già sapere istintivamente come farlo, o che l'amore dovrebbe essere fonte sufficiente d'ispirazione. In realtà il corpo dell'altro è un mistero. Sia perché siamo tutti diversi, sia perché il corpo dell'altro sesso può essere molto differente dal proprio: quel che piace a noi può dare fastidio all'altro, e viceversa. Quindi, l'unico modo sicuro di sapere cosa piace all'altro è di chiederglielo.
Però è anche importante saper percepire come l'altro reagisce alle nostre carezze: non tocchiamo in modo distratto o meccanico, ma ascoltiamo il corpo e i suoi segnali (voce, respiro, movimenti, tensione muscolare), provando a fluire con l'altro, come se danzassimo insieme.

Il seno questo sconosciuto

Un accenno in particolare al seno femminile: molte donne si lamentano di come venga trascurato dal partner, oppure di come viene manipolato. I seni sono per la maggior parte delle donne una grande fonte di piacere (la loro stimolazione può per esempio facilitare l'orgasmo in donne che faticano a raggiungerlo), ma solo se trattati nel modo adatto. Anche qui non c'è un modo "giusto" valido per tutte: bisogna chiedere e sperimentare.
Alcune indicazioni generali possono essere:
  • Manipolate l'intero seno e non solo i capezzoli
  • Stimolando i capezzoli non usate gesti ripetitivi: alternate movimenti, pressione e intensità diversi
  • Cercate la giusta forza da esercitare con mani o bocca: non tanto da far male, ma nemmeno troppo lieve
A questo riguardo il porno non aiuta: nella maggior parte dei video i seni vengono ignorati, oppure toccati in modo meccanico.

5. Non solo baci

Spesso usiamo la bocca nel sesso principalmente per baciare, ma possiamo farci molto di più.

Sesso orale

Partiamo dal sesso orale: la maggior parte delle persone ama riceverlo, ma non tutti amano praticarlo, o ne sono all'altezza. Una quantità considerevole di uomini e donne si lamentano delle capacità dei partner a riguardo (perché lo fanno in modo doloroso, o fastidioso, o inefficace): accertatevi di non essere fra questi.
Anche qui la comunicazione è fondamentale: se siamo eterosessuali non sapremo mai cosa vuol dire avere i genitali del partner, quindi è essenziale che ci venga spiegato come stimolarli. In questa più che in altre capacità "Nessuno nasce imparato".

Ti mangerei tutto

Al di là dei genitali, possiamo usare la bocca su tutto il corpo del partner: sfioramenti, baci, leccate, morsi, sono giochi sensuali che stimolano e creano una connessione sensoriale. Provate a chiudere gli occhi ed usare solo la bocca per "navigare" il corpo dell'altro, senza una meta prefissata, lasciandovi guidare dalle sensazioni.

Le labbra sono una delle zone più innervate di tutto il corpo umano, ed una fra le più sensibili. Possiamo usarle in alternativa alle mani, per toccare, scoprire, assaporare, stuzzicare. Non fermiamoci ai sensi "tradizionali" della vista e del tatto.

6. La strada meno percorsa

Il sesso anale è stato a lungo un tabù, e per molti ancora lo è. Oltre ad essere associato ad immoralità e sporcizia, molti ne temono l'aspetto doloroso. In realtà può essere fonte di un inaspettato ed intenso piacere (esiste anche una forma di orgasmo anale), ma per arrivarci richiede pazienza, disponibilità e molta fiducia fra i partner - oltre ad abbondante lubrificazione.
Se avete perplessità a riguardo potete esplorare la possibilità giocando solo con le dita (con unghie corte e sempre molta lubrificazione, la saliva spesso non basta). Se avete avuto brutte esperienze in precedenza, non escludetelo definitivamente: ma assicuratevi che il partner attuale vi offra tutta la sua pazienza ed attenzione.

Poiché sull'argomento esiste una gran quantità di risorse in Rete, non sto a dilungarmi in tecniche e consigli: cercate "guida al sesso anale" e cominciate a sperimentare.
Aggiungo solo che il piacere anale non è riservato a donne ed omosessuali: anche i maschi etero possono trovarlo piacevole. Non fatevi limitare dai pregiudizi, e apritevi a nuove possibilità. ;-)

Doppi sensi

In aggiunta alla penetrazione anale in sé, la disponibilità del "secondo canale" apre nuove opportunità, specialmente quella della doppia penetrazione: ovvero l'essere penetrata in entrambi gli accessi simultaneamente. Molte donne che l'hanno provata riferiscono che la sensazione di essere così "riempita" è qualcosa di speciale.
Può essere realizzata ricevendo da una parte il pene del partner, e dall'altra usando una mano (o quante dita riescono ad entrare), un fallo artificiale o vibratore, od altro oggetto di forma adeguata. Per quelle più spregiudicate, si può fare anche con due partner in contemporanea.

7. Esplorare e condividere le fantasie erotiche

Quasi tutti hanno delle fantasie erotiche nascoste, che non confessano al partner e magari nemmeno a se stessi. Purtroppo così facendo limitano la loro sessualità e il godimento che ne traggono: l'organo sessuale più importante è il cervello, quindi se limitiamo pensieri e fantasie il cervello rimane poco attivo e stimolato. La sola fisicità può bastare quando si è giovanissimi o all'inizio di un rapporto, ma in seguito bisogna coinvolgere anche la mente.
E' uno dei motivi per cui molte coppie perdono il desiderio: non si rivelano pienamente all'altro, non esplorano i propri desideri profondi, non condividono il loro eros più selvaggio e animale. E il sesso che agli inizi bastava, col tempo diventa ripetitivo e insufficiente.

Se nascondete le vostre fantasie perché temete che siano "anormali", state certi che anche altre migliaia - se non milioni - di persone hanno fantasie simili alle vostre (vedi per esempio li libro "Il mio giardino segreto" di Nancy Friday sulle fantasie erotiche femminili; info nella Bibliografia). Dietro l'apparenza di persone normali e moderate, quasi tutti hanno pensieri e desideri "insoliti": nella sessualità, ancor più che in altri aree, non esiste realmente la "normalità".

Quindi, è utile indagare le proprie fantasie e scovare quei desideri che magari fatichiamo a riconoscere, e poi condividerli con il partner. Superato l'imbarazzo iniziale, queste "confessioni" diventeranno fonte sia di eccitazione che di complicità.

Non tutte le fantasie diventano realtà

Va detto che non tutte le fantasie possono essere messe in atto: sia perché il partner può non gradirle, sia perché certe fantasie possono piacere solo a livello di immaginazione, ma non in pratica (un esempio è la fantasia di stupro che molte donne hanno, ma che certo non vogliono che accada veramente). Queste fantasie possono comunque contribuire all'eccitazione, immaginandole nella propria mente o parlandone col partner, anche durante l'atto: "Mi piacerebbe farti questo... Vorrei che tu facessi quello..." (a volte immaginare qualcosa può essere eccitante quasi quanto farlo).

8. Dedicarsi al piacere del partner

Per varie ragioni, il piacere della donna (e il suo orgasmo) sono meno facili e scontati di quelli maschili. L'errore di molti uomini è di arrendersi a questa difficoltà, e di trascurare il piacere della partner. Un grave errore: non solo perché, col tempo, la compagna potrebbe decidere di cercare qualcuno che invece se ne prende cura ;-) ma perché il piacere del partner arricchisce anche il nostro.
Non solo per la soddisfazione di sentirsi amanti più abili e generosi, ma per via di un meccanismo neurologico (che coinvolge i "neuroni specchio") per cui il godimento del partner attiva anche il proprio: sentire il partner raggiungere un orgasmo travolgente stimola in profondità il nostro eros. Al contrario, sentire che l'altro si dedica esclusivamente al proprio piacere, porta inevitabilmente a chiudersi ed allontanarsi.

Per entrambi, quindi, è importante dedicarsi attivamente al dare piacere all'altro, nei modi che lui o lei preferisce (mai darli per scontati, vedi paragrafo sulla comunicazione).
Nel caso del piacere femminile, ricordarsi che la penetrazione non è quasi mai sufficiente. Non solo le donne, in generale, amano sentirsi accarezzate e stimolate in vari punti del corpo; ma per la maggior parte delle donne un'adeguata stimolazione della clitoride è indispensabile per arrivare all'orgasmo (questa stimolazione può venire dall'uomo, dalla donna stessa, da vibratori o giocattoli - o da una combinazione di tutto questo).

Negare che il sesso sia importante

Un altro modo in cui si trascura il partner è quando nella coppia cala il desiderio e, invece di riconoscere il problema (e considerare quanto il sesso sia necessario al partner), ci si convince che "Il sesso non è importante", negando il problema invece di affrontarlo.
Quando il partner solleva la questione o esprime il proprio desiderio, viene respinto con scuse vaghe e menzognere ("Sono stanca..." oppure il classico "Ho mal di testa"), oppure viene accusato di essere lui ad avere un problema ("Sei dipendente dal sesso!", o "Sei una ninfomane!").

Ovvio che questo atteggiamento corrode rapidamente il desiderio e l'intesa sessuale rimasti, oltre a minare la relazione alla base. Ricordiamo che la sessualità è una delle colonne portanti di una relazione sentimentale: non solo è uno dei motivi per cui la relazione inizia, ma è anche uno degli elementi principali che ci legano all'altro. La maggior parte delle relazioni non sopravvive all'assenza di sesso, o ad una sessualità deludente.

Questo conflitto può accadere anche agli inizi di una relazione, se uno dei partner ha difficoltà con la propria sessualità: invece di ammetterlo e cercare insieme una soluzione, può negare il problema o scaricarlo sul partner, colpevolizzando il suo naturale desiderio.

9. Dedicare al sesso tempo, impegno, cura

L'errore di molte coppie (specialmente quelle con figli) è di lasciarsi dominare dagli impegni, di relegare i momenti erotici nei pochi angoli liberi, a sera tardi (quando sono entrambi esausti) o in un breve momento frettoloso: in questi casi un calo della soddisfazione sessuale è praticamente inevitabile.

La sessualità non è solo piacevole: aumenta il benessere fisico, rinforza il sistema immunitario, stimola il buonumore; e approfondisce il legame e l'intimità tra i partner. Quindi trascurarla è deleterio per la coppia stessa. Vale invece la pena dedicargli tempo e attenzione, metterla in cima alle priorità, e vederla come una necessità importante sia per gli individui che per la relazione. Se trascurata, si rischia prima o poi di ritrovarsi più distanti, freddi, chiusi o persino ostili.

10. Lasciarsi andare

Se trovi il sesso monotono o poco stimolante, potrebbe essere che tu sia "frenato" da qualche limite psicologico (tuo e/o del partner), che porta a tensione, disagio, incapacità di lasciarsi andare e godersi l'esperienza. Alcuni esempi di blocchi piuttosto comuni sono:
  • Non sei connesso al tuo corpo e alle sue sensazioni.
  • Non ti lasci andare, non segui i tuoi impulsi o istinti, hai bisogno di mantenere il controllo.
  • Hai paura dell'intimità, di scoprirti, di rivelare le tue emozioni profonde.
  • Temi che se ti abbandoni all'altro, potrebbe ferirti o avere potere su di te.
  • Hai paura che i tuoi desideri e fantasie siano sbagliati o anormali.
    Per i maschi in particolare: credi che nel sesso dovresti essere sempre dolce e amorevole, ma invece hai un impulso sessuale animalesco e selvaggio che reprimi (e che in realtà piace a moltissime donne).
  • Hai dei blocchi "morali" (culturali o religiosi) che inibiscono la sessualità (idee che dicono "Il sesso è sporco", "Certe cose non si fanno", "Non dovresti...", ecc.).

Moralismi e sessuofobia

Riguardo gli ultimi due punti della lista qui sopra, molti sono stati cresciuti con una educazione moralistica e sessuofobica (specialmente in zone a forte influsso cattolico). Questo li porta a condannare la propria e altrui sessualità, e impedisce loro di goderne serenamente. Ci sono molte persone preda di una forte contraddizione interna, per cui da una parte desiderano fortemente il sesso, e dall'altra lo giudicano negativamente:
  • uomini ossessionati dalla voglia di fare sesso, ma che poi disprezzano le donne che si concedono loro;
  • donne con intensi appetiti che però condannano, per cui rifiutano i maschi che le desiderano e cercano uomini con bassa libido, che loro considerano più "virtuosi" (ma con cui poi avranno relazioni conflittuali).
Inutile dire che queste contraddizioni, se non risolte ma invece riversate nella relazione, porteranno a interminabili scontri e frustrazioni.

Per chi ancora lotta con i propri desideri, dico solo questo: non c'è nulla di sbagliato nel sesso, nulla di sporco, è la cosa più naturale del mondo. Se siete al mondo, è perché i vostri genitori hanno fatto sesso. Il sesso è vita :-)
Allo stesso modo non ci sono desideri, voglie o fantasie "sbagliate": ogni attività è lecita, purché accada fra adulti consenzienti. La sessualità umana è talmente variegata che l'idea di "anormalità" è semplicemente obsoleta.

11. L'importanza di comunicare

Una delle ragioni per cui il sesso diventa noioso, è perché i partner non comunicano abbastanza o sinceramente. Molte persone vivono ignare dei reali desideri sessuali del partner, delle sue fantasie o di quello che gli manca (altri lo sanno e se ne fregano, ma per queste coppie c'è poca speranza).
Non potete pensare di vivere una sessualità felice se vi nascondete. La sessualità è un incontro dell'anima, oltre che dei corpi, e se non mostrate la vostra "anima", il vostro "mondo interiore" (desideri, emozioni, pensieri, voglie e struggimenti) resterete degli estranei per l'altro. Per cui, se davvero volete migliorare la vostra vita sessuale, impegnatevi a comunicare meglio e con sincerità chi siete, cosa sentite e cosa volete (che poi è uno degli ingredienti principali anche per una relazione sana e felice).

E se avete troppa paura che l'altro non potrebbe mai accettare la vostra natura più profonda, beh, allora chiedetevi cosa ci fate con una persona così distante e incompatibile con voi. Oppure, magari vi giudicate troppo severamente e non riuscite ad accettare voi stessi.

Risolvere i conflitti

Infine, uno dei motivi per cui l'intesa sessuale decade, o uno dei partner diventa meno disponibile, può essere un conflitto irrisolto:
  • se non ci sentiamo capiti o apprezzati
  • se siamo frustrati dal partner per qualche motivo
  • se proviamo rabbia o risentimento
e invece di esprimere il nostro disagio ci teniamo tutto dentro, è facile che finiamo col chiuderci emotivamente. E alla chiusura emotiva seguirà quella affettiva ed erotica. Magari diciamo che va tutto bene, magari alle domande del partner rispondiamo "Non ho niente!", ma sotto la cenere cova un vulcano di emozioni.
In questi casi, l'unica soluzione è parlare apertamente, ammettere quello che ci fa stare male, e cercare insieme una soluzione. Tenendo anche conto che uomini e donne comunicano in modi diversi, quindi è necessario che entrambi si impegnino a venirsi incontro e capire il punto di vista dell'altro.


Se ti serve aiuto

Se attraversate un calo nel desiderio, se la sessualità di coppia non va come desideri, se vorresti proporre nuovi idee o giochi ma non sai come fare, oppure se avete provato i suggerimenti di questo post ma incontrate delle difficoltà, forse posso aiutarvi attraverso dei colloqui. Utilizzo metodi di counseling e coaching per facilitare le persone - e le coppie - ad evolvere e risolvere i loro problemi. Se vuoi saperne di più, visita la pagina "Parla con me".

"Il sesso non riguarda tanto quello che fanno i corpi, quanto quello che le persone sentono."
(Dott. Marty Klein, sessuologo)

"Il segreto per rimanere giovani sta nell'avere una sregolata passione per il piacere."
(Oscar Wilde)

"L'amore non è la condizione necessaria, né sufficiente per fare buon sesso."
(Lorena Berdùn, sessuologa)


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Parla con me

Se gli argomenti di questo post ti toccano da vicino e vorresti discuterne, approfondire, o rivolgermi delle domande; oppure se senti il bisogno di parlare dei tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

Maschio selvaggio o uomo civilizzato: chi attrae le donne?

Tra le domande più frequenti nella mente degli uomini ci sono: "Che cosa attrae le donne? Che cosa piace loro? Che tipo di uomo vogliono le donne?". Purtroppo non sempre queste domande trovano risposte chiare, ed anzi spesso le donne stesse danno indicazioni confuse o persino fuorvianti. Magari perché anche loro faticano a capire cosa vogliono (dando per scontato che queste risposte possono essere soltanto generiche, poi ogni individuo è fatto a modo suo ed ha gusti personali).
A volte queste risposte sono errate perché si esita a dire una verità scomoda, o imbarazzante, o politicamente scorretta; questo è uno dei motivi per cui le donne dicono di apprezzare gli uomini gentili, dolci e disponibili, ma raramente confessano di essere attratte eroticamente dai maschi forti e dominanti (una contraddizione che confonde moltissimi uomini). In questo post spiego la differenza tra i due tipi di uomini, e perché i secondi suscitano molta più attrazione nel sesso opposto.

Perché alle donne piacciono i "cattivi ragazzi"

Come ho spiegato ampiamente nel post "Maschi attraenti e non: Alfa, Beta e bravi ragazzi", le donne sono istintivamente attratte dai cosiddetti "maschi Alfa": sicuri di sé, dominanti, aggressivi e mascolini. Questo perché, per milioni di anni, le femmine dei mammiferi sociali (inclusi i progenitori dell’essere umano) hanno teso a preferire il maschio dominante, il capobranco, perché offriva le migliori possibilità in termini di motivazioni evoluzionistiche. Questo preferenza istintiva è ancora presente nelle femmine umane.

“Le donne sono istintivamente
attratte dai cosiddetti 'maschi Alfa':
sicuri di sé, dominanti, aggressivi e mascolini”

Le regole della civiltà

Nel frattempo, però, abbiamo sviluppato la civiltà, e con essa tutta una serie di regole e codici di comportamento. Queste regole tendono a reprimere la nostra natura istintiva:
  • Ci dicono che non dobbiamo: insultare, aggredire, rubare, invadere, sopraffare, alzare la voce, disturbare, fare sesso quando ci va, ecc.
  • Ci dicono che dobbiamo: essere buoni, gentili, disponibili, pazienti, rispettosi, generosi, riservati, educati, quieti, stare fermi, obbedire, contenere i nostri desideri ed istinti, ecc.

L'educazione ci condiziona

Inoltre, fin dalla nascita veniamo educati ad essere in un certo modo, che spesso è lontano dalla nostra vera natura. Anche se i genitori hanno le migliori intenzioni, spesso ci trasmettono che non va bene come siamo, o che dovremmo essere diversi. Questo tende a spezzare la connessione con il nostro Sé più autentico, la parte spontanea, istintiva e selvaggia (che percepiamo come sbagliata, perché ai genitori risulta spesso scomoda).
Non c'è da stupirsi, poi, che la maggior parte delle persone abbia serie difficoltà ad accettare se stessi o ad esprimersi liberamente.

Più civiltà = più nevrosi e meno eros

Ovviamente le regole e l'educazione servono al buon funzionamento della società, e tutti ne beneficiamo. Il guaio è che la repressione indotta dalla società ci rende nevrotici (tesi sostenuta, tra gli altri, da Sigmund Freud e Wilhelm Reich).
Inoltre, limitando fortemente la nostra parte animale ed erotica, questa repressione ci rende più poveri e deboli sessualmente. Quindi, un uomo "troppo civilizzato" risulta fortemente ristretto nel suo potenziale erotico, e questo lo rende anche meno attraente: la sua parte animale è stata "addomesticata", e in quanto tale non ha più quella forza e potenza che eccita le femmine (questo è uno dei motivi per lo scarso successo sentimentale dei cosiddetti "maschi Beta" e dei "bravi ragazzi").

Il dilemma tra maschio selvaggio e uomo civilizzato

In sintesi, l'uomo moderno si trova a dover scegliere tra rimanere "maschio selvaggio" (o animalesco, o selvatico) oppure diventare "uomo civilizzato", e nella maggior parte dei casi sceglie la seconda strada (ovviamente questa è una semplificazione). Alcuni tendono invece a conservare il lato "selvaggio", autonomo e ribelle, e per questo a volte colpiscono l'immaginario e diventano (o ispirano) figure iconiche (come ad esempio Marlon Brando nel film "Il selvaggio", James Dean, Tyler Durden nel film "Fight Club", Wolverine nella serie X-Men, ecc.).
Questa scelta è difficile e dilaniante, perché restare "selvaggi" comporta spesso essere criticati o respinti dalla società, ma sottomettersi alla civiltà risulta in una lotta contro la propria natura ed anche contro la propria autenticità; col rischio di diventare smarriti e alienati (come il personaggio di Edward Norton in "Fight Club", e molte persone che si trascinano in una vita senza senso e senza identità).

Chi è il maschio selvaggio

Quando parlo di "maschio selvaggio", intendo un uomo che è ben connesso alla sua parte animalesca, alle sue pulsioni (per esempio erotiche o aggressive), ai suoi istinti ed emozioni - e non se ne vergogna. Sa lasciarsi andare ai suoi impulsi: è capace di mangiare, danzare, difendersi e fare sesso come farebbe un animale (mentre la maggior parte di noi si vergogna di questi impulsi, li trattiene o li nasconde).
E' un homo sapiens, ma al tempo stesso la sua parte animale è viva e presente; non è detto che essa venga agita (non è fuori controllo), ma non è nemmeno repressa (egli decide di volta in volta quale parte di sé esprimere, seguendo il suo sentire e non le regole altrui). Grazie a questa connessione con la propria parte animale risulta virile, mascolino, ma in modo naturale; senza gli eccessi tipici del "macho" (che è una caricatura esagerata della mascolinità per impressionare gli altri, che spesso nasconde insicurezza).
Il "maschio selvaggio" ha dei tratti in comune con il "maschio Alfa" (impulsività, indipendenza, sessualità intensa), ma non sono la stessa cosa.

“Il 'maschio selvaggio' è un uomo ben connesso
alla sua parte animalesca, alle sue pulsioni,
ai suoi istinti ed emozioni - e non se ne vergogna”

Selvaggio non vuol dire psicopatico

Sia chiaro che, quando parlo di "maschio selvaggio", non intendo un uomo che sia maleducato, egocentrico e prepotente, che si fa solo gli affari suoi ed usa la partner senza curarsene: costui non è selvaggio, è una brutta persona.
"Selvaggio" non equivale a "pericoloso": per esempio un animale selvatico, se non provocato, raramente vi attaccherà. Ma, proprio come un animale, il maschio selvaggio è in grado di reagire e difendersi efficacemente se provocato (mentre l'uomo "troppo civilizzato", avendo represso la sua parte istintiva e aggressiva, tende a subire passivamente).

L'effetto sulle donne

Tornando alla domanda iniziale, ecco come questi due modi di essere influiscono generalmente sulle donne:
  • l'uomo civilizzato viene apprezzato come persona (stimato, brava persona, buon amico, ecc.), ma suscita poca attrazione istintiva;
  • il maschio selvaggio può essere criticato o malvisto (perché a volte meno rispettoso delle regole civili, o meno raffinato), però suscita attrazione in buona parte delle donne.
  • La mente razionale (che si è sviluppata in tempi relativamente recenti) apprezza l'uomo civilizzato;
  • ma l'istinto (che è molto più antico, ed è radicato nella nostra parte animale) non sa che farsene della civiltà; viceversa è stimolato da una forte parte selvaggia ed animalesca (con cui è in sintonia).
Poiché l'attrazione nasce principalmente dall'istinto (sono l'istinto e l'inconscio che ci spingono a innamorarci), ecco spiegato perché un "maschio selvaggio" tende a suscitare molta più attrazione di un "uomo civilizzato" (specialmente se "troppo civilizzato", ovvero sottomesso e addomesticato).

Alle donne piacciono entrambi

Va detto che l'essere civilizzati non è negativo, anzi: le donne in genere apprezzano l'essere educato, gentile e raffinato in un uomo. Però lo apprezzano come "aggiunte" al lato selvaggio, una sorta di "completamento".
Si può dire che le donne tendono a volere un uomo che abbia tutte le qualità, ed in questo ambito molte sognano un uomo che sappia essere sia molto selvaggio che altamente civilizzato (e magari che il primo lato emerga in camera da letto, ed il secondo in società). Purtroppo è abbastanza utopico: non a caso sono stati creati diversi personaggi che uniscono un comportamento da animale predatore a modi da gentiluomo (James Bond, Jason Bourne, il vampiro Edward della serie Twilight... e buona parte dei protagonisti di certa letteratura rosa); peccato che siano tutti immaginari, appunto.

Essere civilizzato ha quindi effetti positivi sulle donne, ma solo se:
  • Non lo si è eccessivamente: nel senso di troppo sottomesso alle regole e alla volontà altrui (nel post parlo infatti di essere "troppo civilizzato").
  • Si mantenga viva e vitale la propria parte selvaggia ed animale, invece di reprimerla ed annullarla.
L'essere civilizzato, da solo, suscita stima ma poca attrazione.
Se questo discorso appare contraddittorio è anche perché le donne, a livello evoluzionistico, sono mosse da più motivazioni, a volte contrastanti.

Essere dominanti e selvaggi nel sesso

Nella mia esperienza, e in quella di molte donne che ho conosciuto, un uomo dominante, selvaggio e animalesco a letto è estremamente sexy ed eccitante. Certe donne sono interessate al sesso solo con uomini di questo tipo; un rapporto sessuale soltanto dolce e gentile è per loro insulso (ovviamente questo vale per alcune donne, non per tutte).
Attenzione però: "dominante" o "selvaggio" non vuol dire stronzo, maniaco o stupratore. Vuol dire un uomo che sa esprimere una sessualità poderosa e travolgente, che prende la sua partner con forza e vigore animale, che la possiede con tutta la sua energia e che in quel momento è completamente immerso nell'atto (proprio come fa un animale dominante nell'accoppiamento) - ma che ha comunque considerazione per la donna, e sa occuparsi del piacere di lei. Un uomo di questo tipo rispetta la sua partner, e la "domina" col consenso di lei - non contro la sua volontà.

“Un uomo dominante,
selvaggio e animalesco a letto
è estremamente sexy ed eccitante”

Se vi interessa uno stile dominante in ambito sessuale (od anche relazionale), ci sono molte risorse in Rete e libri che ne trattano (ma la loro qualità è variegata). Uno dei testi i più noti sull'argomento (in inglese) è "The loving dominant" di John Warren.

Il femminismo ha addomesticato gli uomini

Uno dei motivi principali per cui gli uomini moderni tendono a diventare "troppo civilizzati" e perdere la propria parte selvaggia, è l'influsso del femminismo. Per decenni esso (o una sua parte) ha continuato a criticare e colpevolizzare certi aspetti tipici della mascolinità:
  • Assertività (perché le donne potrebbero sentirsi oppresse o messe da parte)
  • Aggressività (potrebbero sentirsi minacciate)
  • Autonomia (gli uomini potrebbero sottrarsi alla loro influenza o lasciarle)
  • Impulsività (rende gli uomini meno controllabili e più pericolosi)
  • Esuberanza sessuale (porta gli uomini ad essere più promiscui, meno fedeli, sentimentalmente più instabili)
Al punto che, per sentirsi amati ed amabili, un gran numero di uomini hanno inconsapevolmente rinunciato a quegli aspetti di sé. Col risultato paradossale, però, di venire da una parte lodati per essere diventati "uomini civilizzati" (in questo caso "de-mascolinizzati"), e dall'altra di perdere la stima delle partner e la capacità di attrarre.
Perché, per quanto quegli aspetti maschili possano essere scomodi o inquietanti, per le donne risultano essenziali per stimare e desiderare un uomo. Viceversa un uomo che ha perso (o represso) quegli aspetti, e cioè un uomo più vicino alla mentalità delle donne (quindi "femminilizzato"), suscita poca stima e desiderio. Perché siamo tutti intrigati dagli opposti, dalla polarità maschile-femminile; quindi una donna ha bisogno di sentire la mascolinità in un uomo per trovarlo attraente. La "crisi del maschio moderno", così spesso citata dai media, è in parte un risultato di questi influssi femministi.

I "bravi ragazzi" si sottomettono

Per quanto riguarda i "maschi Beta" e i "bravi ragazzi", anch'essi spesso cascano in questa trappola. Seguono le direttive femminili (esplicite o sottintese, a partire da quelle materne), reprimendo parti di sé, e per questo risultano più deboli, più dipendenti e meno interessanti. Il "bravo ragazzo" farebbe di tutto per far contente le donne ma, facendo questo, si sottomette e diventa "poco maschile", quindi non più maschio desiderabile. Da notare che gli aspetti citati nella lista sopra sono tutti parte della personalità "Alfa", quella che tende ad attrarre le donne.

Se necessario, ribellatevi

Se ricevete messaggi negativi sui vostri aspetti mascolini, non subiteli passivamente (magari per ricevere approvazione o nella speranza di sentirvi accolti), ma chiedetevi se siete d'accordo o meno (alcune critiche potrebbero essere sensate o costruttive). Se li trovate sminuenti o distruttivi, rifiutateli a viso aperto. Ricordatevi che non siete qui per fare contenti gli altri (anche perché nessuno può piacere a tutti), e che in quanto adulti nessuno ha il diritto di dirvi come dovreste essere o vivere (ovviamente questo non vale nel caso vi comportiate in modi oggettivamente errati o dannosi per gli altri).
Ricordiamoci che per un secolo le donne hanno - giustamente - lottato perché non fossero gli uomini a decidere cosa vuol dire essere donna. Egualmente, ora tocca a noi maschi affermare che non sta alle donne decidere cosa significa essere uomo.

“Tocca a noi maschi affermare
che non sta alle donne decidere
cosa significa essere uomo”

Essere selvaggio ed anche civilizzato?

Idealmente un uomo dovrebbe sviluppare appieno entrambe le parti; ma questo è poco realistico, perché sono concetti almeno in parte opposti. Nella migliore delle ipotesi è possibile far coesistere i due aspetti: mantenendo viva la propria parte selvaggia ed anche sviluppando un senso funzionale dell'essere civile, ma senza che nessuno dei due aspetti prevalga sull'altro. Con una sufficiente intelligenza, maturità e consapevolezza, questa persona saprà dare spazio a ciascuna delle parti, a seconda del contesto e delle varie esigenze. Ma questo livello di sviluppo non è facile, e non mi sembra molto comune.

Come non essere più un maschio addomesticato?

Certe volte è utile o necessario comportarsi in modo civilizzato, seguire le regole ed adattarsi; sia per delle ragioni morali che pratiche. Altre volte, però, siamo liberi di scegliere se dare più spazio alla nostra parte selvaggia od a quella civilizzata: se scegliamo la seconda, chiediamoci se stiamo operando una libera scelta, oppure se stiamo assecondando le pressioni (evidenti o magari sottili) di altri, della società, delle amicizie, della partner. Non c'è nulla di male a scegliere di comportarsi in modo civile, ma è triste se lo facciamo solo perché sottomessi, timorosi, codardi o per elemosinare un briciolo di approvazione.

Per ritrovare e amplificare la nostra parte selvaggia, abituiamoci a:
  • Ascoltare le nostre emozioni (anche quelle scomode)
  • Dare importanza limitata alle opinioni altrui (che non vuol dire ignorarle, bensì non farsene condizionare)
  • Coltivare ed assaporare i piaceri sensuali (anche in cose ordinarie, come il gustare i cibi, il contatto fisico, l'immersione nella natura)
  • Sperimentare forme di espressione corporea e sensoriale (come danza, canto, percussioni, sport)
  • Leggere fonti che parlano del "maschio selvaggio" (vedi il paragrafo sulla esplorazione)

Esistono anche le donne selvagge

In questo post ho parlato esclusivamente dei "maschi selvaggi", ma la lotta tra parte selvaggia e civilizzata esiste anche per le donne (però include archetipi diversi e comporta condizionamenti differenti, per questo non ne ho parlato qui); una lotta altrettanto difficile e dolorosa. Per chi sia interessato ad esplorare il lato selvaggio al femminile, consiglio l'acclamato libro "Donne che corrono coi lupi" di Clarissa Pinkola Estés (info nella Bibliografia).

Esplorare il nostro lato selvaggio

Coltivare il proprio lato selvaggio e la propria mascolinità autentica, oltre a poter migliorare la propria vita sentimentale e sessuale, può portare ad un maggior equilibrio psicologico ed emotivo: integrare le parti represse di sé è sempre benefico e ci porta a diventare persone migliori.

Alcuni autori interessanti su questo argomento sono:


"Tutte le cose buone sono selvagge e libere."
(Henry David Thoreau)


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La grande importanza delle piccole cose

Spesso non abbiamo chiaro cosa ci rende davvero felici, e non di rado seguiamo convinzioni che si rivelano ingannevoli. Nella nostra cultura sono diffuse idee molto nette riguardo alle cose che dovrebbero renderci felici: crediamo che per sentirci davvero soddisfatti, dovremmo perseguire dei piaceri che siano...

Rari, esclusivi, inarrivabili

Abbiamo ereditato dal Romanticismo una certa diffidenza verso le cose ordinarie (che vengono ritenute mediocri, noiose ed insignificanti), come pure la convinzione che le esperienze straordinarie, difficili da realizzare o esotiche siano quelle che naturalmente possono deliziarci in maggior misura.
Per esempio, in amore diamo per scontato che il vicino sia una persona qualunque e poco interessante, mentre la compagnia di un attore o un cantante deve per forza essere più eccitante e appagante. Similmente, spesso sottovalutiamo le persone che sono interessate a noi, ma troviamo intrigante chi ci ignora o si mostra difficile da conquistare.

Costosi

Un prezzo elevato ci rassicura, perché lo vediamo come una conferma di qualità. Se qualcosa è a buon mercato o gratuito, ci viene più difficile apprezzarlo. Per esempio, l'ananas ha perso il suo status di frutto prezioso e ambito quando il suo prezzo è passato da esorbitante (nel XIX secolo costava l'equivalente di centinaia di euro) ad abbordabile.
Il caviale continua a sembrarci più interessante delle uova di gallina. Una fuoriserie ci sembra un'auto assai più desiderabile di una familiare - anche se la prima potrebbe rivelarsi molto meno comoda, funzionale e utile della seconda.

Famosi

In un esperimento affascinante, un celebre violinista ha indossato abiti trasandati ed ha suonato in una stazione della metropolitana, venendo in buona parte ignorato. Eppure, in tutto il mondo molte persone affollano grandi sale da concerto per sentirlo suonare gli stessi brani.

Importanti

Ci concentriamo principalmente su grandi progetti, perché prevediamo che possano fornirci le maggiori soddisfazioni: il matrimonio, la carriera, i viaggi, acquistare una casa nuova.

Il pregiudizio contro l'ordinario

Questi approcci non sono propriamente errati, ma presentano tutti un pregiudizio ostinato e inconsapevole contro ciò che è a buon mercato, facilmente disponibile, ordinario, familiare e modesto.
Di conseguenza:
  • Se qualcuno racconta di avere fatto un viaggio alle Seychelles con un jet privato, automaticamente ci aspettiamo che si sia divertito molto più di qualcuno che è andato al parco in bicicletta.
  • Immaginiamo che visitare il museo del Louvre a Parigi sia sempre più appassionante che leggere un romanzo tascabile nel giardino dietro casa.
  • Una cena al ristorante in cui viene servita l'aragosta ci sembra assai più deliziosa di un panino al formaggio preparato in casa.
  • Ci sembra scontato che il momento culminante di un week-end dovrebbe essere una lezione di deltaplano, piuttosto che alcuni minuti spesi a guardare il cielo rannuvolato.
  • Suona strano ipotizzare che un modesto vaso di margherite (i fiori più economici presso molti fioristi) potrebbe portare più soddisfazione che un quadro di Van Gogh.

Eppure l'aspetto paradossale e incoraggiante del piacere è quanto anomalo e imprevedibile possa essere. Non si trova ordinatamente riposto nelle boutique più costose. Può sparire velocemente anche nelle vacanze più sofisticate. E' straordinariamente vulnerabile ai turbamenti emotivi, alle reazioni imbronciate e al malumore. Una discussione iniziata per un piccolo disaccordo su come si pronuncia una parola, può finire per distruggere ogni beneficio di un hotel a cinque stelle.
E viceversa, una passeggiata vicino a casa può portarci un inaspettato momento di letizia.

Saper apprezzare

Ci sono piaceri che possono sembrare alquanto modesti - mangiare una banana, farsi un bagno, parlare con il nonno, o sfogliare album con foto di quando si era bambini - e tuttavia portare grande soddisfazione: se adeguatamente apprezzate, questo genere di attività possono essere tra le più emozionanti e soddisfacenti che possano capitare.
Apprezzare ciò che è a portata di mano non è una forma di pigrizia, né una mancanza di ambizione: è una forma di saggezza. E' del tutto inutile fare progetti per il futuro se non siamo in grado di godere del momento presente e delle cose che abbiamo intorno: finché non sappiamo apprezzare quello che abbiamo, non sapremo gustare nemmeno le eventuali grandi conquiste.

Rivalutare le piccole cose

Fondamentalmente, la modestia dei piccoli piaceri non indica la loro importanza o quanto possano offrirci: piuttosto, è indice di quante cose positive abitualmente ignoriamo e trascuriamo. Un piacere semplice è un piacere importante che non è stato ancora riconosciuto, e che attende che qualcuno lo scopra.

Farsi guidare dalle proprie emozioni

Apprezzare i piccoli piaceri significa avere fiducia nelle proprie sensazioni e reazioni. Troppo spesso ci basiamo sulle opinioni altrui per individuare ciò che è valido e prezioso; dovremmo invece seguire il nostro istinto e decidere in autonomia cosa ci fa stare bene e arricchisce la nostra vita. Non ha senso attendere che sia il mondo a dirci cosa è bello o importante; occorre invece ascoltare i propri impulsi più autentici, e farcene guidare, anche se gli altri potrebbero non essere d'accordo.

I pericoli dell'ambizione

La cultura in cui viviamo ammira l'ambizione: pensiamo di dover sempre migliorare le nostre relazioni, il lavoro e la vita personale. Crediamo che lo sforzo e l'impegno continui siano sinonimi di successo; che non dovremmo mai accontentarci di qualcosa a lungo.
Ma se perseguiamo continuamente il miglioramento e l'eccellenza, la nostra corsa non finirà mai: qualunque traguardo non sarà mai abbastanza, e non ne sapremo godere. E mentre corriamo e corriamo, ci lasceremo sfuggire tutte quelle piccole cose, quei piaceri modesti - eppure godibili - che abbiamo tutto intorno.

Il rischio di trascurare i piccoli piaceri, è di cercare sempre quello che manca e non apprezzare quello che c'è; e - quindi - sentirsi "poveri" anche quando siamo circondati dall'abbondanza.

Ambizione: lati luminosi e oscuri

Voglio però precisare che l'ambizione non è in sé negativa: certamente serve come spinta per raggiungere traguardi difficili e impegnativi - questo è il suo lato costruttivo e "luminoso". Il suo lato oscuro e distruttivo, invece, è quando ci domina al punto che siamo completamente concentrati sul futuro e non godiamo nulla del presente; oppure (come detto sopra), quando ci porta a valutare solo i grandi obiettivi, e ignorare ogni piccola gioia.


(parte di questo post è liberamente adattata da "Why small pleasures are a big deal", The School of Life)


"La gratitudine è il paradiso."
(William Blake)


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Perché la bellezza ci attrae, perché ci inganna

E' capitato a chiunque: vediamo una persona, un oggetto od un panorama incantevole e, in un istante, ne veniamo rapiti - come di fronte ad una visione o ad un'esperienza trascendentale. Lo abbiamo conosciuto tutti, il potere magnetico ed imperioso della bellezza: che ci toglie il fiato, ci paralizza la mente, o la fa correre a mille all'ora. Quello che in genere non conosciamo, è il motivo per cui quella bellezza ha su di noi un effetto così travolgente.

Essendo una preferenza istintiva e inconscia, di rado sappiamo la ragione per cui qualcosa ci attrae. Il che non sarebbe un problema in sé (il cioccolato è delizioso anche se non so perché mi piace!), ma siccome la bellezza influenza grandemente molte nostre scelte, sarebbe utile conoscerne i veri motivi. Inoltre, spesso la bellezza ci "inganna", ovvero ci porta a fare scelte dagli esiti infelici, oppure ci crea aspettative che di rado vengono soddisfatte. Questo influsso vale sia che parliamo di scelte sentimentali o professionali (p.es. la scelta di un dipendente o di un socio), di beni materiali, o di preferenze verso luoghi e ambienti.
Di seguito elenco quindi le ragioni principali per cui siamo attratti dalla bellezza, e la possibilità che quell'attrazione ci conduca "fuori strada":
  1. La bellezza ci promette piacere
  2. La bellezza ci promette felicità
  3. La bellezza ha motivazioni evoluzionistiche
  4. Crediamo che la bellezza corrisponda alla virtù

“Spesso la bellezza
ci porta a fare scelte
sbagliate per noi”


1. La bellezza ci promette piacere

La bellezza ci suscita sempre piacere (anche se non tutti la percepiamo allo stesso modo, vedi paragrafo sulla soggettività), e tendiamo a credere che questo piacere continuerà nel tempo: non ci basta osservare il quadro, l'automobile o la bella donna, vorremmo averli sempre vicini perché immaginiamo di prolungare all'infinito quel godimento.
In realtà questa "promessa di piacere" può venire mantenuta, ma solo in parte, o per un certo tempo: il più delle volte, quando conquistiamo "l'oggetto del desiderio" (sia esso una persona o un bene fisico), col passare del tempo ci abitueremo ad esso, e la sua bellezza tenderà a stimolarci sempre meno. Nel caso delle persone, inoltre, col tempo la bellezza sfiorisce e decade.

Il piacere che la bellezza ci dona, quindi, non è quasi mai permanente:
  • è soggetto ad un fisiologico "calo del desiderio";
  • tendiamo a dare per scontato ciò che è nostro e sempre disponibile, perciò lo apprezziamo meno.

2. La bellezza ci promette felicità

In ambito sentimentale, una persona molto attraente ci ispira la sensazione che stare con lei (o lui) ci renderà felici. Ma questa promessa è alquanto ingannevole, perché la felicità di relazione dipende principalmente dalla qualità dell'interazione, e non dall'attrattiva:
  • Se sono insieme a una donna bellissima che però ha un carattere impossibile, che mi critica, mi disprezza e mi umilia in continuazione, la mia vita sarà un inferno.
  • Se sono insieme ad un uomo bellissimo che però mi maltratta, mi trascura e mi tradisce spesso, sarò tutt'altro che felice.
Nel campo delle relazioni, la bellezza ci "acceca" (vedi sotto il paragrafo delle motivazioni evoluzionistiche) e tende a farci sorvolare su altri aspetti dei potenziali partner: più ne siamo attratti, e meno tendiamo a considerare i pro e contro di quella persona. Salvo poi ritrovarci con delle amare sorprese.

La bellezza ci annebbia la vista

Questa "miopia" indotta dalla bellezza vale specialmente nelle scelte sentimentali, ma non solo: pensiamo ad una casa stupenda, oppure ad un panorama favoloso - che certo possono aumentare la qualità della nostra vita. Ma se la casa ci opprime poi con una serie di aspetti negativi (spese, riparazioni, rumori, ecc.), o per raggiungere quel panorama dobbiamo sobbarcarci ogni volta ore ed ore di traffico, ecco che quella felicità viene seriamente intaccata.
In altre parole, d'istinto la bellezza ci fa credere che da sola basti ad appagarci... ma poi scopriamo che ci sono una serie di fattori che influenzano la nostra felicità, e che la bellezza è solo uno di questi (e spesso nemmeno il più influente).

La bellezza ci fa vedere qualità che non ci sono

La bellezza ci inganna anche perché, quando qualcuno o qualcosa ci attrae fortemente, di solito non ne sappiamo quasi nulla: allora la nostra mente si inventa (inconsciamente) i dettagli che ignoriamo, attribuendo a quel soggetto qualità che "completano" l'impressione positiva che la bellezza ci suscita. Immaginiamo allora che quella persona sia deliziosa in tutti i sensi - poiché ancora non ne conosciamo i lati irritanti od oscuri.
E' quello che solitamente accade nell'innamoramento o nell'amore a prima vista, in cui attribuiamo all'altro una perfezione che non esiste; e infatti queste infatuazioni di solito si spengono entro breve tempo. E' la stessa ragione per cui raramente ci innamoriamo di amici o di persone che conosciamo da tempo: conoscendone già pregi e difetti, ci è impossibile idealizzarli o vederli perfetti.

3. La bellezza ha motivazioni evoluzionistiche

Perché troviamo belle certe caratteristiche (nel caso di persone, e di attrazione sentimentale o sessuale)? Perché siamo affascinati da particolari tratti somatici? La spiegazione più convincente ed esaustiva è quella evoluzionistica: fondamentalmente, siamo attratti dalle caratteristiche che indicano le possibilità migliori di generare con quella persona dei figli sani. In sintesi, troviamo quindi belli:
  • Segni generali di salute e geni di qualità: simmetria, altezza, capigliatura folta, ecc.
  • Nelle donne: curve sensuali, forma "a clessidra", fianchi ampi (segni di una buona capacità procreativa).
  • Negli uomini: forza, vigore, muscolatura, torace "a V", tratti generali di virilità (segni di buoni geni e capacità di protezione), tratti del cosiddetto "maschio Alfa" (dominante).
  • Una elevata compatibilità genetica tra noi e quella persona (segnalata anche dalla "chimica" che percepiamo nel contatto fisico o negli odori personali).
Da notare che queste preferenze sono frutto di milioni di anni di evoluzione: anche se non hanno alcuna utilità pratica (p.es. la capigliatura), o alcune non sono più utili nella società moderna (p.es. la forza fisica nei maschi), continuano ad influenzarci inconsciamente. Questo vale anche quando non abbiamo alcuna intenzione di procreare.
Va anche aggiunto che le motivazioni evoluzionistiche non spiegano tutte le nostre preferenze: alcune sono anche dettate dagli influssi culturali, o dai gusti ed esperienze personali, come spiego nel post sulle regole dell'attrazione.

Immagino che questa spiegazione sia difficile da digerire, ma pensate ai tratti che vi attraggono: perché vi piace...
  • L'altezza?
  • Seni floridi?
  • Delle spalle larghe?
  • Un sedere sodo?
  • Addominali ben scolpiti?
  • Un paio di occhi azzurri?
  • Gambe lunghe?
  • Una voce profonda?
  • Delle labbra carnose?
  • Una chioma fluente?
  • Una mascella volitiva?
  • Una dentatura regolare?
  • Zigomi pronunciati?
  • Lunghe ciglia?
Sapete dire perché vi piacciono - oltre al fatto che li trovate belli o eccitanti? Risulta evidente come quanto elencato sopra non porta alcun beneficio reale - aldilà del piacere visivo e tattile - se non come segnale di "qualità genetica" (e quindi per chi intende fare dei figli). E questi tratti non ci aiutano nemmeno a scegliere partner compatibili con noi.

In pratica la bellezza ha questo vasto influsso sulle nostre vite relazionali, senza che ne sappiamo bene i motivi, e spesso ci conduce addirittura fuori strada - portandoci a scegliere persone che ci rendono infelici.
Viceversa, una persona che troviamo poco attraente (perché priva di altezza, capelli, curve sinuose o fisico atletico), potrebbe forse rivelarsi invece un ottimo partner (a livello umano, affettivo, caratteriale e pratico), se non ci lasciassimo frenare dalla mancanza di attrazione istintiva. Peraltro ho riscontrato più volte che una persona per noi poco attraente dal punto di vista visivo, può però risultare invece decisamente coinvolgente e appagante dal punto di vista sessuale, una volta che sperimentiamo l'intimità fisica con lei (se è presente una buona compatibilità chimica, emotiva e caratteriale).

L'evoluzione non si cura dei nostri gusti

In sintesi, l'attrazione estetica ed erotica che la bellezza ci provoca, spesso nasce da motivazioni che poi non corrispondono ai nostri bisogni profondi; e/o ci spinge verso persone poco compatibili con noi, con cui la relazione rimane incompleta e frustrante.
Questo non vuol dire che dobbiamo ignorare la bellezza o l'attrazione, bensì considerarle con "beneficio d'inventario": senza lasciarci fuorviare da esse, ma prendendole solo come due tra i tanti elementi da valutare nell'approcciarci a potenziali partner.

4. Crediamo che la bellezza corrisponda alla virtù

"Bellezza è verità, verità è bellezza": questa famosa frase del poeta John Keats rappresenta un errore in cui molti cadono inconsapevolmente, ovvero credere che la bellezza sia connessa alla virtù (sia essa verità, bontà, onestà, intelligenza, ecc.). Quando si tratta di valutare gli altri, tutti pensiamo di saper essere obiettivi; invece, diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato quanto la bellezza influenzi il nostro giudizio, anche in quei casi in cui ci aspetteremmo un atteggiamento neutro:
  • Tendiamo a fidarci maggiormente delle persone di bell'aspetto (vedi articoli di Rice University e Psych2Go) e, viceversa, tendiamo a diffidare di chi ha un aspetto sgradevole. Questo vale anche per i bambini.
  • Se dobbiamo esprimere un giudizio su persone sconosciute, tendiamo a ritenere che quelli più belli siano anche i più intelligenti e capaci (p.es. nella selezione del personale).
  • Gli insegnanti tendono a valutare più positivamente, e con meno severità, gli allievi di aspetto gradevole (vedi articoli di Time e CNN).
Questo "pregiudizio" è specialmente presente verso le persone, ma non è limitato ad esse: ad esempio, anche per un'automobile tenderemo a credere che una dal design affascinante sia più performante ed affidabile di una dall'aspetto insulso o sgraziato. Tutti conosciamo il detto che ci ricorda come "L'abito non fa il monaco", eppure "l'abito" spesso riesce a trarci in inganno, a volte addirittura letteralmente: in un esperimento sociale, un bambino in difficoltà ha ricevuto molta più disponibilità dai passanti quando indossava abiti raffinati, che quando era vestito da straccione.

Il collegamento tra bellezza e virtù non è un segno di decadenza morale, o di moderna superficialità: era già presente nella cultura dell'antica Grecia. In parte è un istinto innato, con funzione evoluzionistica (vedi sopra); ma in parte viene alimentato dai media: spesso nei drammi il cattivo è ritratto sgraziato o deforme - pensiamo allo Scrooge di Dickens, al Pinguino e Joker di Batman, ai mostri degli horror, ecc.

Ovviamente, anche in questo caso la bellezza può trarci in inganno: le qualità che intuiamo negli altri potrebbero essere solo il riflesso del loro bell'aspetto (così come la persona che scartiamo perché poco piacevole potrebbe essere molto meglio di quanto ci appare). I truffatori lo sanno, e per questo si presentano nel loro aspetto migliore per carpire la nostra fiducia.
Purtroppo non sempre abbiamo la possibilità o il tempo per valutare attentamente il vero valore di una persona, e per questo ci basiamo sull'aspetto o sulla prima impressione. Ricordiamoci però di non fidarci ciecamente di queste nostre reazioni istintive, specialmente nel caso di decisioni importanti.


L'attrazione è un riflesso condizionato

Da quanto scritto sopra, appare evidente come l'attrazione verso la bellezza sia una sorta di "riflesso condizionato", un impulso pavloviano che ci spinge a una reazione "meccanica" (vediamo qualcosa e reagiamo automaticamente).
E' questo automatismo che la rende particolarmente insidiosa (specialmente se non ne siamo consapevoli), anche quando va in direzione opposta al nostro benessere o alla nostra felicità: per esempio se continuiamo a insistere con qualcuno che ci rifiuta, o inseguiamo persone od oggetti fuori dalla nostra portata.

La bellezza può essere sicuramente fonte di piacere e felicità; ma se ce ne lasciamo condizionare ciecamente, può facilmente diventare una forma di schiavitù. Per non lasciarcene manipolare, è necessario:
  • interrogarci sui motivi per cui qualcosa o qualcuno ci attrae;
  • e chiederci se ciò da cui siamo attratti migliorerà davvero la nostra vita - invece di darlo per scontato.

“L'attrazione verso la bellezza
è un impulso pavloviano”

L'ossessione femminile per il proprio aspetto

Parlando di bellezza, può essere utile esaminare i motivi per cui le donne sono generalmente così attente al loro aspetto, al punto da sembrarne spesso ossessionate. Il motivo è abbastanza semplice: la bellezza è la loro fonte primaria di potere, il potere di ottenere quello che desiderano.
  • Una donna che sia dotata di bellezza fisica può ottenere grazie ad essa praticamente tutto ciò che vuole (proprio perché i maschi sono così sensibili ad essa). Maggiore è la sua bellezza, maggiori sono le sue possibilità: essere ammirata, desiderata e amata, avere una relazione con un uomo di qualità, avere dei figli, beni materiali, sicurezza e stabilità economica e affettiva, ecc.
  • Viceversa, una donna priva di bellezza avrà molte più difficoltà ad ottenere quanto sopra (non sarà impossibile, ma molto più difficile). Oppure potrà raggiungere alcuni di quegli obiettivi ma da sola, senza l'apporto di un partner.
Inoltre, in passato la bellezza era spesso la migliore possibilità per una donna di ottenere quello che voleva, inclusa la sopravvivenza: ingraziandosi gli uomini, ricevendo cibo e protezione. E' stato così per milioni di anni, fino a circa un secolo fa. Questo è il motivo principale per cui l'importanza della propria bellezza è così radicata nella psiche femminile.
Spesso però le donne non ne sono consapevoli: se si chiede loro il motivo di certi comportamenti superflui o addirittura dannosi (truccarsi, abiti scomodi, tacchi vertiginosi), rispondono che "Lo faccio per me, perché mi fa sentire bene". La parte che manca a questa spiegazione, però, è "Mi fa sentire bene perché mi fa sentire bella, desiderabile, di valore". Su un'isola deserta non avrebbero motivo di farlo.

Ovviamente il potere della bellezza vale anche per gli uomini attraenti (non a caso, le cure che i maschi dedicano al proprio aspetto sono cresciute esponenzialmente negli ultimi decenni). Però un uomo ha anche altre possibilità di attrarre partner (denaro, status, carisma, talenti), mentre per una donna l'importanza della bellezza è preponderante (principalmente per ragioni evoluzionistiche). Inoltre, un uomo dipende dal proprio aspetto per soddisfare i suoi bisogni sessuali e affettivi, ma non per la sua sopravvivenza.

Infine, il "valore di mercato" della bellezza femminile decade rapidamente, specialmente dopo i 30 anni. Anche se molte donne preferiscono non pensarci, nel profondo ne sono consapevoli. Questo è uno dei motivi per cui sono così sensibili ad apprezzamenti o critiche (temono sempre di perdere quel potere), e per cui molte donne cercano di "sistemarsi" entro una certa età. In modo cosciente o inconscio, sanno che se attendono troppo finiranno "fuori mercato" e diverrà molto più difficile farsi sposare, o comunque dovranno accontentarsi di un partner di minor valore.

La bellezza è soggettiva - ma non del tutto

Il dibattito se la bellezza sia oggettiva o soggettiva è antico. Io direi che, fondamentalmente, la bellezza è soggettiva (altrimenti le innumerevoli discussioni su quello che per ciascuno è più bello non avrebbero luogo, e così i vari concorsi di bellezza, premi di design, discussioni sull'arte, ecc.) - ma non completamente: alcuni elementi sembrano avere un certo valore universale (cioè valido per chiunque o quasi); per esempio la simmetria, o l'aderenza a certe proporzioni, o un certo grado di armonia.
Chi si ostina a definire oggettiva la bellezza, in genere sta parlando dei propri gusti personali (con la presunzione che essi siano universali). Ma è facile smontare questa posizione, osservando come ogni persona, od oggetto, riceva valutazioni estetiche diverse da individui diversi - come mostra l'analisi di questo blogger.

Al di là di questa distinzione, comunque, la percezione di bellezza sembra influenzata principalmente da:
  • Fattori innati (vedi le "motivazioni evoluzionistiche" sopra)
  • Influssi culturali (ci viene insegnato cosa è bello e cosa no)
  • Esperienze personali (troviamo bello ciò che ci è familiare, o che ci richiama esperienze piacevoli)
In ultima analisi, la percezione della bellezza rimane comunque un'esperienza altamente soggettiva e personale: se altri non apprezzano che ciò a noi piace, non è perché essi manchino di gusto, ma perché ognuno vede il mondo attraverso dei "filtri" che rendono la sua percezione del mondo un'esperienza unica.

E' bello ciò che piace

Perciò, anche se in questo post parlo delle bellezza in senso generale, in realtà ognuno la sperimenta a modo suo: quasi mai esiste il "bello assoluto", bensì esiste il "bello che piace". E per fortuna, altrimenti sceglieremmo tutti gli stessi abiti, gli stessi uomini o le stesse donne. Invece, poiché l'esperienza della bellezza è almeno in parte personale, ogni persona può - almeno potenzialmente - essere considerata bella da qualcuno. E questo per la maggior parte di noi, non dotati di bellezza fuori dal comune, è una consolazione non da poco. :-)


"La bellezza fa promesse che non può mantenere."
(Cormac McCarthy, "Il passeggero")

"La bellezza ci può trafiggere come un dolore."
(Thomas Mann)

"La bellezza non è una qualità delle cose stesse: essa esiste soltanto nella mente che le contempla ed ogni mente percepisce una diversa bellezza."
(David Hume)


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