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10 modi per facilitare crescita, evoluzione e terapia

Le persone che cercano di migliorare se stessi, o seguire un percorso di crescita personale (da soli o con l'aiuto di un esperto), spesso incontrano difficoltà e si scoraggiano: non vedono risultati, si scontrano con blocchi che appaiono insuperabili, emergono ferite ed ostacoli che li inducono a desistere, ecc.
Questo è del tutto naturale: ogni cambiamento è difficile, e la nostra mente vi oppone resistenza perché cerca di evitare fatica e sofferenza. Al tempo stesso, è importante ricordare che cambiare è sempre possibile: il nostro cervello è in continua trasformazione (vedi neuroplasticità), per cui dire "Ma io sono fatto così!" è solo un alibi. Certo non è possibile diventare un altro, ma possiamo sempre avvicinarci a quello che vorremmo essere, oppure diventare una versione migliore di noi stessi.

In questo post esamino una serie di suggerimenti per rendere il percorso di crescita e miglioramento più efficace, facile e produttivo - sia operando in autonomia che con l'ausilio di un esperto. Quest'ultimo può essere un professionista di vario tipo (psicologo, terapeuta, counselor, coach (*)...), a seconda dei nostri obiettivi, ma si tratta comunque di una persona competente nell'ambito di nostro interesse, in grado di rendere il percorso di crescita più rapido ed efficace.

(*) Ognuna di queste figure ha capacità e competenze differenti, ed è più o meno adatta a trattare problematiche diverse. Leggi questo articolo per capire le differenze e qual è la figura più vicina alle tue esigenze.

N.B. Quando qui parlo di "terapia" lo intendo in senso lato, come percorso di evoluzione facilitato da un esperto che ci aiuta e supporta. Una terapia in senso stretto, invece, può essere fatta solo da uno psicoterapeuta o psicoanalista.


Dieci modi per facilitare un percorso di crescita, di evoluzione o di terapia

  1. Sii onesto con te stesso
  2. Il cambiamento richiede tempo
  3. Trova la persona giusta
  4. Leggi nel periodo fuori dalla sessione
  5. Non farti ingannare dal tuo Ego
  6. Non prenderti troppo sul serio
  7. Mantieni la mente aperta
  8. Sii flessibile e disponibile
  9. Fai gli esercizi suggeriti
  10. Non saltare le sessioni

1. Sii onesto con te stesso

Come è scritto nel Vangelo di Giovanni: "La verità vi renderà liberi". Questo è particolarmente vero per le persone problematiche, o per chi sta facendo un percorso di crescita o una terapia: finché mentiamo a noi stessi o ci attacchiamo a delle illusioni, resteremo sempre nella stessa situazione infelice e non potremo fare progressi. Le bugie ci confortano e ci proteggono, ma ci impediscono di evolvere.
Posso cominciare a risolvere un mio problema solo nel momento in cui riconosco di averlo. Prima di allora mi sarà invisibile, e come faccio a lavorare su qualcosa che non vedo? Non saprò nemmeno dove mettere le mani. Proprio come accade nelle sedute degli "Alcolisti Anonimi", la guarigione inizia ammettendo cose come "Non stimo me stesso", "Mi sento un fallito", "Non credo di meritare amore", "La mia vita è un disastro", "Sono infelice / depresso", "Nessuno mi vuole", ecc.

Questo è un punto fondamentale per tutti quelli che vogliono migliorare la propria vita. Senza l'onestà con te stesso, non potrai fare progressi significativi. Sia che ci lavori in autonomia, sia che ti appoggi ad un esperto, la sincerità ti permetterà di affrontare i veri problemi e non sprecare tempo. Da notare che un terapeuta probabilmente si renderà conto di quando menti, ma il tuo orgoglio potrebbe indurti a negare (vedi punto 5).

Infine, essere onesto ti aiuterà a riconoscere le tue responsabilità ed evitare il vittimismo, cioè la tendenza a piangerti addosso ed attribuire all'esterno la causa dei tuoi problemi: "Non è colpa mia, sono le donne / gli uomini / il capo / la società / il mondo che...". Per quanto piangersi addosso sia consolatorio, il vittimismo ti pone in uno stato di impotenza (se il mio problema non dipende da me, allora non posso nemmeno farci nulla).

2. Il cambiamento richiede tempo

Accetta che la maggior parte del cambiamento avverrà nei primi sei mesi, ma non subito o in breve tempo.
Ciò è dimostrato dalle ricerche sui risultati ottenuti in terapia, nonché dall'esperienza di tutte le persone che si occupano di problemi psicologici che conosco. Occorre lavorare sodo nei primi mesi, il che significa fare sia sessioni con l'esperto che esercizi da soli. Mai aspettarsi che qualche sessione risolva magicamente i tuoi problemi relazionali, o che un mese di colloqui basterà a superare una depressione grave. Il terapeuta non è un mago, e non accadono miracoli del genere. Il cambiamento è sempre possibile, ma richiede tempo, impegno e fatica.

Se dopo cinque o dieci sessioni hai fatto progressi nell'indagare le cause del tuo problema, ma ancora non hai ottenuto i risultati voluti, cerca di non scoraggiarti e non mollare. Prima di ottenere risultati concreti è necessario lavorare sulle cause, sugli ostacoli e le resistenze che ti impediscono di arrivare ai risultati stessi. E' un po' come dire che prima di ottenere una laurea è necessario fare tutti gli esami previsti; non si può pensare di saltare gli esami e arrivare al traguardo.
Se per esempio ho difficoltà col sesso opposto, dovrò:
  • "scavare" per individuare le cause;
  • scoprire i miei blocchi interiori;
  • stabilire come superarli;
  • esercitarmi a farlo, ripetutamente;
  • mettere in pratica quanto ho appreso, imparando dall'esperienza;
  • accettare che continuerò ad avere difficoltà e fallimenti, ma sempre meno;
  • e ripetere questo ciclo di scoperta ed esperienze più e più volte.
E' un percorso, più simile ad una maratona che ai 100 metri piani. Si compie un pezzetto alla volta, costruendo nuove capacità (o una personalità più evoluta) "mattoncino dopo mattoncino", come se stessi costruendo una casa.

  • In autonomia: in genere il lavoro in autonomia richiede più tempo di quello con un esperto che ci aiuta. In questo caso, quindi, sii paziente con te stesso e concediti ancora più tempo invece di scoraggiarti.

3. Trova la persona giusta

Se le prime sessioni non suscitano intuizioni o inizio di cambiamenti, forse non è il terapeuta adatto a te.
Se l'esperto con cui hai iniziato un percorso non ti piace, non ti fa sentire a tuo agio o non ti ispira fiducia, e questo si prolunga anche dopo le prime due o tre sessioni, è probabile che non siate compatibili. La sintonia dovrebbe risultare evidente fin dalle prime volte, altrimenti è improbabile che emerga più tardi. Invece molte persone trascinano per mesi un rapporto stentato col terapista, sperando che la sintonia prima o poi avvenga; ma in realtà il tipo di sintonia che porta a cambiamenti rapidi e significativi dovrebbe svilupparsi dall'inizio.

Accetta la possibilità di dover provare con diverse persone, prima di trovare quella giusta per te. Non è tempo perso, ma investito bene: con un terapeuta inadatto perderesti solo tempo (oltre a fatica e denaro), mentre con quello giusto farai progressi rapidi e appaganti.

4. Leggi nel periodo fuori dalla sessione

Solitamente l'esperto suggerisce ai clienti libri e articoli pertinenti da leggere tra una sessione e l'altra. Se vuoi contribuire ai tuoi progressi, non puoi limitarti alla sola sessione; è necessario anche riflettere su quanto emerso nella sessione, ed approfondire certi argomenti tramite la lettura (questo di solito conduce a nuove intuizioni o maggiore comprensione delle proprie difficoltà). Spesso è più facile capire un nostro comportamento, o problema, quando lo vediamo agito da altri: è come se gli altri ci facessero da "specchio" in cui rivedere noi stessi (anche certi film o serie TV potrebbero fornire degli spunti).
Nella sezione "Bibliografia" elenco una serie di libri che considero interessanti e trasformativi.

  • In autonomia: anche se non hai un esperto che ti suggerisce letture attinenti al tuo percorso, puoi comunque trovare suggerimenti in articoli dedicati alle materie che ti stanno a cuore, oppure tra gli utenti di forum dove si parla di simili argomenti. Prova a chiedere, a chi sta facendo un percorso simile al tuo, dove hanno trovato spunti utili alla loro evoluzione.

5. Non farti ingannare dal tuo Ego

Sii disposto a lasciar andare il tuo orgoglio e le tue resistenze.
Se non sei in grado di accettare il feedback del terapeuta, seguire una terapia è probabilmente uno spreco di soldi. In quel caso, sarebbe forse meglio cercare l'ascolto accogliente (e gratuito) di un amico o di un gruppo di supporto. Questo tipo di ascolto è solitamente benefico, ma è improbabile che conduca a cambiamenti rapidi o duraturi (ricorda che è naturale opporsi ai cambiamenti, così come negare le verità che ci fanno soffrire).
Accogliere il feedback, le intuizioni ed i suggerimenti di un esperto con curiosità e la mente aperta, porterà ad una crescita più efficace e profonda. Anche se, alla fine, le risposte che cerchi sono dentro di te, e sei tu che devi decidere cosa vuoi, spesso l'esperto può offrirti elementi che a te sfuggono:
  • E' in grado di cogliere cose che tu non vedi (spesso sepolte nel tuo inconscio).
  • Può vedere collegamenti tra elementi apparentemente distanti.
  • Sa interpretare le esperienze del tuo passato, ed intuire gli effetti che hanno avuto su di te.
  • Ha visto molte volte problemi simili ai tuoi, ed ha quindi un patrimonio di esperienze a riguardo.
Pensare di saperne di più, o che lui non sappia capirti, è ingenuo (benché a volte anche un esperto possa sbagliare). Quando un terapeuta dice cose con cui sei in disaccordo (e specialmente se ti urtano o ti suscitano una reazione di pancia), è probabile che abbia toccato qualche punto dolente e significativo nella tua psiche.

6. Non prenderti troppo sul serio

E' collegato al punto precedente sull'ego, ma riguarda più la capacità di ridere di te stesso. Quando le persone vorrebbero cambiare, ma rifiutano di ammettere i loro errori, logicamente questo non può funzionare. I clienti che fanno i maggiori progressi sono quelli che sanno osservare se stessi, e ridere delle volte in cui si comportano in modo sciocco o controproducente. E' naturale stare sulla difensiva e negare i propri aspetti negativi; ma prima si riesce a superare questa resistenza, e si riconoscono invece le azioni errate o disfunzionali con umorismo ed obiettività, più velocemente si fanno progressi.
In altre parole, accettare se stessi con le proprie mancanze - e magari farlo riuscendo a sorridere di sé - aiuta ad evolvere molto più di un atteggiamento critico o giudicante.

7. Mantieni la mente aperta

Di solito un esperto offre molte interpretazioni e approfondimenti sui problemi ed i comportamenti del cliente, incluso fare collegamenti con esperienze del passato e nella famiglia di origine. Naturalmente non tutte le idee del terapeuta saranno corrette, ma probabilmente molte di esse saranno sensate ed utili - se non altro perché ha conosciuto così tanti clienti che gli risulta facile vedere somiglianze (anche se tendiamo a credere di vivere situazioni "speciali", in realtà tutti abbiamo problemi simili).
Adottare una mentalità del tipo "In effetti ha senso e ci penserò sopra", invece che "No, questo non sono io, non mi suona bene" (che spesso significa: "Questo mi mette a disagio, quindi voglio credere che sia sbagliato") aiuterà in modo significativo la conoscenza di te ed i tuoi progressi.

N.B.: Questo non vuol dire essere passivo e subire qualsiasi cosa dica l'esperto. Se ciò che viene detto ti mette costantemente a disagio, oppure non ti ritrovi affatto nelle interpretazioni del terapeuta, è possibile che tra voi non vi sia sintonia o che quella persona sia poco competente; in questi casi è meglio cercare un esperto più adatto a te.
E' però anche possibile che queste difficoltà nascano dalle tue resistenze; di nuovo, l'onestà con te stesso ti aiuterà a capire di cosa si tratta.

  • In autonomia: se lavori da solo, "Mantieni la mente aperta" può voler dire dubitare delle voci pessimiste nella tua mente, delle insicurezze che ti buttano giù, o delle convinzioni che ti dicono che non potrai mai superare i tuoi problemi. Ovvero: metti in discussione ogni pensiero negativo; e chiediti se è reale oppure solo un'idea ingannevole nella tua testa.

8. Sii flessibile e disponibile

Molte persone dicono che vogliono trovare un partner, o migliorare la loro relazione, o che vorrebbero evitare un divorzio... ma affermano che non hanno tempo, oppure possono fare una sessione solo dalle 18 alle 19 di martedì o giovedì, e non quando hanno la partita di calcetto o lo shopping con le amiche; oppure che una terapia sarebbe troppo costosa per loro.
Ma se ci pensi bene, dover affrontare un divorzio, o trascinare una relazione conflittuale, o continuare ad uscire per cercare un partner, probabilmente ti impegnerebbe molto più tempo (e denaro) di una terapia; senza contare tutta la sofferenza emotiva. Per cui forse sarebbe fruttuoso impiegare quel tempo sulla tua crescita, invece di rimandare.
Spesso il non trovare tempo da dedicare alla propria evoluzione è un alibi che la mente si inventa per evitare il cambiamento. Anche qui, un atteggiamento di onestà con te stesso è un presupposto essenziale per migliorare.

9. Fai gli esercizi suggeriti

Svolgi i tuoi "compiti a casa", oppure aspettati di spiegare il motivo per cui non li hai fatti.
Esercizi ed attività proposte dal terapeuta sono fondamentali per cambiare abitudini e dinamiche (questo vale specialmente nella terapia di coppia). Se ti viene suggerito di scrivere una certa frase ripetutamente, di provare a parlare con uno sconosciuto, o di sederti con il partner e fare un quiz online insieme, non dire settimana dopo settimana che non hai avuto il tempo di farlo - è ovviamente una scusa.
Se dici di non averlo fatto, è normale che l'esperto indaghi per capire i motivi di questa resistenza, e cosa ciò significhi riguardo il tuo impegno nel crescere o verso la tua relazione. Sembra superfluo dirlo ma, quando il cliente si impegna pienamente in tutti gli incarichi assegnati, ciò accelera significativamente i suoi progressi. Al contrario, evitare gli esercizi può indicare una scarsa voglia di cambiare, o poca disponibilità a mettersi in gioco.

  • In autonomia: questo suggerimento resta valido anche quando prendi impegni con te stesso. Vedi gli esercizi come una forma di cura e di amore verso te stesso e la tua vita, per arrivare a stare meglio.

10. Non saltare le sessioni

L'aiuto di un esperto durante un percorso di crescita non sta solo in quello che ci dice, ma anche nel suo supporto ed incoraggiamento costante. Se saltiamo una sessione possiamo passare anche due settimane senza supporto (o un mese se facciamo sedute ogni 15 giorni), e nel frattempo le nostre resistenze (pigrizia, paura, insicurezza, negatività, difese inconsce...) possono rallentarci o farci retrocedere.
A volte è davvero necessario annullare una sessione, ma cerca di programmarne un'altra a breve. In generale, cerca di considerare il tempo col terapeuta come un momento prezioso per la tua vita.

Se hai preso degli impegni (con te stesso o con l'esperto), o hai deciso di seguire un certo programma, fai il possibile per non trascurarli: vedilo come un modo per prenderti cura di te stesso, o di volerti bene (non come un dovere o un fastidio). E' umano sentire resistenza verso queste attività, ma è anche una forma di auto-sabotaggio. Se sai che è importante per te, non prenderlo sottogamba.

Verso le stelle

Spero che questi suggerimenti ti siano utili, e ti aiutino a raggiungere i risultati che desideri. A costo di ripetermi, ribadisco che puoi sempre cambiare se lo vuoi veramente (ho visto troppa gente abbattersi perché non lo credeva possibile). Anche se la vita è dura ed il mondo non è fatto a nostra misura, abbiamo sempre la capacità di fare progressi, migliorare la nostra vita e diventare più felici.
Certo ogni cambiamento ha un prezzo. Ma se siamo disposti ad investire su noi stessi, è molto probabile che raccoglieremo dei risultati anche maggiori di quanto avessimo sperato.

"Per aspera ad astra" (Attraverso le asperità sino alle stelle).
(Seneca)


Se ti serve aiuto

Se stai cercando un esperto che ti aiuti nel tuo percorso di crescita, o ad affrontare le tue difficoltà, e ti piace il modo in cui affronto questi argomenti, possiamo fare dei colloqui insieme. Utilizzo metodi di counseling e coaching per facilitare le persone ad evolvere e risolvere i loro problemi. Se vuoi saperne di più, visita la pagina "Parla con me".


(parte di questo post è liberamente adattata da "10 Ways to create rapid, lasting change in therapy", della dott.ssa Samantha Rodman Whiten)

"Se non sei parte della soluzione, sei parte del problema."
(Eldridge Cleaver)

"Non esistono formule magiche che fanno sparire le sofferenze e bruciano le tappe. Crescere significa diventare più coscienti e preparati. Questo progetto richiede lavoro, pazienza e resistenza."
(Marc Alain, "Essere Se Stessi, ogni giorno")

"Se cambiano gli atteggiamenti interiori, gli uomini possono trasformare gli aspetti esteriori della loro vita."
(William James)


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Se gli argomenti di questo post ti toccano da vicino e vorresti discuterne, approfondire, o rivolgermi delle domande; oppure se senti il bisogno di parlare dei tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

11 segni che il partner smetterà di fare sesso con te

Il calo del desiderio nella coppia è una delle maggiori cause di crisi relazionali - e di molti divorzi. Sono più spesso le donne a perdere il desiderio, ma anche a molte mogli accade di non essere più volute dal marito.
Questo ha conseguenze devastanti per chiunque: non solo il sesso è un bisogno fondamentale (necessario al benessere fisiologico ed emotivo), ma ci aiuta anche a sentirci amati. Sentirci respinti dal partner, o accolti controvoglia, ci ferisce profondamente perché ci fa sentire senza valore, scartati e reietti, non più desiderabili o amabili.

Chi nega l'importanza della sessualità ("Si vive anche senza sesso"), di solito mente a se stesso o vuole sminuire i bisogni del partner, respingendone la responsabilità. Se è per questo si (soprav)vive anche senza amore, ma ben pochi accetterebbero di rinunciarvi.

Nessuno sceglierebbe una relazione senza sesso

Peraltro, quasi nessuno si legherebbe ad un partner sapendo in anticipo che la sessualità subirà un grave calo o sparirà del tutto. Quelli che dicono "L'importante è l'amore" ingannano se stessi; infatti quasi tutte le coppie partono dall'attrazione fisica. Anche quando non lo ammettiamo, la sessualità è uno dei leganti principali nella coppia.
Questo è particolarmente vero nei maschi, per cui una coppia senza sesso è priva di senso; ma, al giorno d'oggi, anche per molte donne è una rinuncia inaccettabile.


Come capire se il partner si stancherà di fare sesso

Il problema è che il calo del desiderio spesso accade dopo un certo tempo, quando siamo ormai legati al partner, e magari c'è già un matrimonio e dei figli. All'inizio la sessualità è quasi sempre entusiastica: chi si aspetterebbe che sparisca?

Molti uomini dicono: "Come potevo sapere che sarei finito con una moglie che non vuole fare sesso con me? All'inizio le piaceva molto farlo!". Ed anche le donne si chiedono come siano finite in "matrimoni bianchi". Questo post è dedicato alle persone che stanno uscendo con un partner che sembra davvero godersi il sesso, ma temono che questo entusiasmo possa finire dopo il matrimonio, o nel lungo periodo - come magari è già successo in relazioni precedenti.
Ecco quindi un elenco di segnali da notare, per sapere se la vostra intesa sessuale durerà nel tempo, o si spegnerà dopo i primi anni.

  1. Calo del desiderio sessuale nei primi mesi
  2. Problemi a parlare di sesso
  3. Svalutare, disprezzare o deridere il sesso
  4. Rapporto negativo col proprio corpo
  5. Niente masturbazione
  6. La donna non ha mai un orgasmo
  7. Nessuna preferenza o fantasia erotica
  8. Schizzinosità o igienismo
  9. Comportamento dei genitori e reazione del partner
  10. Tendenza ad idealizzare i partner e ignorare i segnali negativi
  11. Partner ancora vergine o senza esperienza

1. Calo del desiderio sessuale nei primi mesi

Se noti che il desiderio sessuale del tuo partner cala già nei primi mesi di relazione, allora è quasi sicuro che continuerà a scendere. La fase della "luna di miele" (innamoramento iniziale) è un periodo di intenso desiderio e sesso frequente anche per le persone con bassa libido.

Se avete rapporti meno di due volte alla settimana durante la fase di corteggiamento, è improbabile che migliori e molto probabile che diminuisca ulteriormente. Specialmente se non siete riusciti a vedervi da una settimana o più, ed il tuo partner non manifesta voglia di saltarti addosso, è un brutto segno.

2. Problemi a parlare di sesso

Se il tuo partner non vuole parlare apertamente di sesso, ciò potrebbe indicare vergogna o disagio verso la sessualità. Solitamente, quando siamo travolti dagli ormoni in una nuova relazione siamo anche più aperti e disinibiti. Se invece anche durante l'innamoramento iniziale il tuo ragazzo ha evitato i discorsi osé, o la tua ragazza ha detto che parlare di sesso è volgare, questo è un campanello d'allarme.

Il disagio verso le discussioni sul sesso indica che sarà alquanto improbabile, per quella persona, voler conoscere le tue preferenze o fantasie, condividere le proprie, o discutere insieme per migliorare la vostra vita sessuale, anche quando questa presenti dei problemi o diventi inesistente.

3. Svalutare, disprezzare o deridere il sesso

Quando una persona esprime svalutazione o disprezzo verso chi ha un elevato desiderio sessuale, o sminuisce la sessualità affermando che "Non è importante" o "Si può vivere anche senza", oppure fa battute sarcastiche verso il sesso o chi ne è appassionato, sono tutti segnali pessimi. Credere che il sesso sia "solo sesso" (solo uno sfogo fisico) indica una mentalità poco sana; quando lo fa una donna indica che non capisce gli uomini, e quanto il sesso sia fondamentale per il loro benessere e per sentirsi amati.

Quando gli ormoni dell'innamoramento caleranno, questa persona si rifiuterà di fare sesso e, peggio ancora, ti prenderà in giro se ti senti ferito o deluso. Invece di comprendere il tuo bisogno e la tua sofferenza, cercherà di farti sentire "sbagliato" per come ti senti. Nelle donne spesso questo atteggiamento si manifesta in commenti sprezzanti come "Gli uomini pensano solo a quello". E' possibile che questa mentalità sia già osservabile nella madre, la sorella, o altre persone della sua famiglia: se costoro fanno questo tipo di commenti, ed il partner non esprime disaccordo, è quasi certo che col tempo rivelerà la stessa mentalità.

4. Rapporto negativo col proprio corpo

Molte donne - o persino la maggior parte - sono insicure sul proprio aspetto fisico, o su parti del loro corpo. Ma questa insoddisfazione può avere livelli ben diversi. Una partner che non ti permette di vederla nuda, che non vuole mai le luci accese durante il sesso, e non si veste mai in un modo che tu trovi sexy (nemmeno in privato), in pratica sente un tale disagio riguardo il suo corpo da avere il bisogno di nasconderlo.

Questa tendenza a nascondersi diventerà sempre più pronunciata nel tempo, ed in particolare con l'aumento di peso dopo la gravidanza o l'apparire dei segni dovuti all'invecchiamento. Poiché è una paura irrazionale (in fondo siamo tutti imperfetti, ma non per questo ci nascondiamo), i discorsi razionali o i tentativi di rassicurarla ("A me piaci così come sei") non avranno alcun effetto.

5. Niente masturbazione

Alcune persone con un desiderio sessuale elevato non riescono a credere che i loro partner con bassa libido non si siano mai masturbati. Potrebbero persino temere che sia una bugia. Ma, in realtà, alcune persone con scarsa libido non sentono desiderio di masturbarsi (ricordiamoci sempre che siamo tutti diversi).

Sapere se il tuo partner si masturba o meno è un buon indicatore del fatto che abbia davvero un forte desiderio sessuale... o se stia solo facendo sesso con te perché siete agli inizi, ed il sesso viene percepito come nuovo ed eccitante; oppure perché vuole farti contento (questo desiderio di compiacere il partner svanisce quando la vita di coppia sia diventata routinaria, od ancor più dopo l'arrivo di un figlio).

6. La donna non ha mai un orgasmo

Possiamo impegnarci in un'attività che ci fornisce scarso appagamento per un certo periodo... ma non per sempre. Rendere felice il partner e godersi la vicinanza fisica sono esperienze positive, ma se una donna (o un uomo, ma questo è più raro) non ha mai un orgasmo, il suo desiderio di fare sesso diminuirà inevitabilmente in modo significativo col tempo.
L'orgasmo non è tutto, ma la sua assenza non è mai un buon segnale. E se non è successo nei primi mesi, è alquanto improbabile che succeda più avanti.

Se vi frequentate da sei mesi o un anno ed uno dei due non ha mai raggiunto l'orgasmo, con buone probabilità questo indica sia che la compatibilità sessuale è scarsa, sia che la vita sessuale della coppia tenderà a spegnersi nel lungo termine.

7. Nessuna preferenza o fantasia erotica

Le persone con desiderio sessuale piuttosto basso non pensano molto al sesso, con una possibile eccezione durante il periodo iniziale di innamoramento. Possono gradire l'esperienza, ma semplicemente il sesso occupa di rado i loro pensieri.

Se una persona non ha fantasie sessuali, né il desiderio di provare attività particolari, la causa può essere una libido scarsa oppure una vergogna verso la sessualità (vedi punto 2). Nessuna delle due è un buon segno per il partner che abbia un forte desiderio sessuale.

8. Schizzinosità o igienismo

Le persone che sono molto attente alla pulizia, ai germi, alla sporcizia e simili, o che provano facilmente disgusto in generale, spesso smettono di godersi il sesso dopo che gli ormoni dell'innamoramento svaniscono. Molte donne smettono di fare sesso orale quando l'eccitazione della fase iniziale termina, poiché si attiva la loro abituale reazione schizzinosa (che prima veniva sopraffatta dall'eccitazione). Lo stesso può accadere verso il sesso normale, per coloro che hanno maggiore tendenza a provare disgusto.

Alcuni indicatori di schizzinosità connessi alla fisicità ed alla sessualità includono: necessità di fare la doccia (e/o che la faccia il partner) subito prima o dopo il rapporto sessuale, avversione verso i baci "bagnati" (con presenza di abbondante saliva), distogliere lo sguardo durante le scene di sesso, disgusto o avversione verso ogni tipo di fluido corporeo.
(N.B.: Questo non è un fattore provato scientificamente, ma piuttosto un'osservazione notata spesso dai terapeuti)

9. Comportamento dei genitori e reazione del partner

Se incontri i genitori del tuo partner e loro non si baciano mai né si toccano in alcun modo, e non riesci ad immaginarli mentre fanno sesso, se gli fai presente queste osservazioni lui può reagire in due modi:
  1. non ci fa caso e/o pensa che sia normale;
  2. oppure ne è consapevole e vuole essere diverso nella propria relazione.
Se per te il contatto fisico le manifestazioni di affetto sono importanti, scegli solo il secondo tipo di partner. I modelli relazionali presenti nella famiglia di origine vengono assorbiti e, se la persona non sa metterli in discussione, si comporterà in accordo ad essi (per lui/lei saranno "la normalità").

Inoltre, quando noti comportamenti nella famiglia del tuo partner che ti lasciano perplesso, parlane. Non essere critico o sarcastico (evita cose come "Caspita, tua madre è calorosa come un merluzzo surgelato!"), ma puoi sicuramente dire: "Sono rimasto sorpreso che i tuoi genitori non ti abbiano abbracciata; è sempre così? Era così anche quando eri piccola?".

Se chiusura emotiva, distacco e freddezza sono abituali nella famiglia d'origine del partner, e lui/lei lo trova normale; oppure se non puoi discutere apertamente di questi comportamenti con il partner, questi sono segnali d'allarme per il futuro della relazione (vedi punto 2, che è davvero uno dei punti più importanti di questa lista).

10. Tendenza ad idealizzare i partner e ignorare i segnali negativi

Questo punto non riguarda il partner ma te stesso. Se sei una persona che mette il suo partner su un piedistallo, potresti tendere ad ignorare anche prove evidenti che il partner è poco interessato al sesso... per poi scontrarti con i fatti quando è ormai tardi.
Tutti gli indizi del mondo non servono se non vuoi vederli o ti convinci che i segnali non significano nulla, perché credi che amerai così tanto il partner da non avere più bisogno di sesso, oppure il partner avrà un forte aumento della sua libido grazie all'amore che prova per te. E' altamente probabile che non accada nessuna delle due cose, mentre è quasi certo che ci sarà del risentimento da entrambe le parti.

Attenzione quindi a considerare i fatti (come quelli elencati nel post), invece di attaccarsi ad idee romantiche - ma illusorie - come quella per cui "L'amore risolve tutto" o la convinzione che amore e sesso siano strettamente legati (per cui se amiamo qualcuno avremo sempre voglia di lui o lei; non è così).

11. Partner ancora vergine o senza esperienza

Se un partner non ha mai avuto rapporti sessuali, questo presenta una grande incognita per la compatibilità della coppia. Non è necessariamente un segnale negativo, ma potrebbe indicarlo. Naturalmente questo discorso non vale nel caso di persone molto giovani (sotto i 20 anni), ma diventa sempre più significativo per persone più avanti con l'età.
Di solito una persona adulta è ancora vergine per due possibili ragioni:
  1. Per scelta: vuoi per motivi religiosi o morali o di altro tipo.
  2. Per mancanza di opportunità: non è mai stata voluta, oppure non si è mai coinvolta con qualcuno.
Nel primo caso c'è il rischio di una personalità inibita, rigida, moralistica o puritana (specialmente se proviene da una famiglia tradizionalista o fortemente religiosa). Ovviamente questo non aiuterà a vivere la sessualità in modo positivo e gioioso.
Nel secondo caso la persona potrebbe avere difficoltà relazionali, problematiche psicologiche od emotive, oppure traumi che non sono mai stati affrontati. Questi aspetti potrebbero rimanere velati all'inizio, ed emergere solo quando la relazione si approfondisce.

Mi rendo conto che queste osservazioni possono apparire giudicanti verso chi ha certe convinzioni, oppure ha avuto una vita difficile. Di nuovo, questo fattore non è per forza un campanello d'allarme (una persona che era vergine potrebbe imparare a godersi il sesso ed essere un buon amante), però invita alla prudenza: è il caso di indagare sulle motivazioni, e capire se dietro ci sono circostanze superabili, oppure ragioni più problematiche.
Inoltre, chi non ha mai avuto esperienze non può conoscere appieno i propri gusti o il proprio potenziale erotico: per lui è un territorio pressoché sconosciuto. La compatibilità sessuale della coppia è quindi qualcosa che verrà compresa solo vivendo l'esperienza in concreto (due persone inesperte non possono avere idea se saranno compatibili o meno, prima di provarlo; questo implica che chi si sposa vergine compie un "salto nel buio").

Stai mentendo a te stesso/a?

Anche quando notiamo alcuni di questi segnali, spesso li ignoriamo o facciamo finta di niente. Lo stesso accade se ce li fanno notare gli amici, preoccupati per il nostro futuro. Quando ci comportiamo così stiamo ingannando noi stessi, nella speranza che i problemi spariranno da soli e saremo una coppia felice, nonostante tutto.
Ma se i problemi piccoli a volte si risolvono da soli, quelli grandi invece no: anzi, col tempo peggiorano quasi sempre. Quindi se la vostra coppia soffre di calo del desiderio (o se sembra probabile che succeda), fare finta di nulla vuol dire "mettere la testa nella sabbia". Se vuoi evitarti guai futuri, meglio essere onesto con te stesso e riconoscere eventuali segnali; chiudere la relazione un domani sarà sempre più traumatico, o arduo, che farlo oggi. Oppure, riconoscere i segnali e parlarne fra voi oggi potrebbe servire ad affrontare problemi della coppia, prima che diventino più radicati.

L'amore non basta

Alcuni rifiutano di considerare questo tipo di segnali, perché credono che i sentimenti siano "onnipotenti" e risolveranno qualsiasi ostacolo, inclusi quelli sessuali. Ma non funziona così:

Perché cambia il desiderio

Un certo calo naturale del desiderio è normale nelle coppie stabili, specialmente dopo i primi due-tre anni. Poiché gli esseri umani non sono creature monogame, col tempo e l'abitudine lo stesso partner ci appare sempre meno stimolante.

Quando cambia all'improvviso

Se però il desiderio di un partner cala improvvisamente, o sparisce del tutto dopo certi eventi, allora è possibile che quel partner abbia "recitato una parte", consapevolmente o meno, sforzandosi di essere un buon partner sessuale senza averne realmente voglia:
  • Alcuni fingono un entusiasmo sessuale che non provano, per legare il partner a loro; questo finché il partner è ormai vincolato, e possono quindi smettere la "recita".
  • Certe persone hanno una bassa libido, e farebbero anche a meno del sesso. Si sentono però "anormali" o carenti, quindi si sforzano di compiacere il partner, senza ammetterlo. Ma questo impegno è faticoso e prima o poi si esaurisce.
  • Certe donne sono ossessionate dal raggiungere un certo obiettivo (come il matrimonio, oppure dei figli), al punto da fare qualsiasi cosa per ottenerlo, incluso concedersi appassionatamente al partner. Una volta raggiunto l'obiettivo, però, il loro interesse è saziato ed il partner perde qualsiasi attrattiva.
  • Certe persone negano i propri impulsi omosessuali, e si sforzano di fare sesso col partner (di sesso opposto) perché è ciò che tutti si aspettano da loro, o per convincere se stessi di essere "normali". Ma prima o poi la loro vera natura emerge.

Attenzione: questi comportamenti possono apparire come inganni intenzionali, ed a volte lo sono; ma altre volte la persona è del tutto in buona fede, e soggetta ad impulsi inconsapevoli (ed anche per questo è difficile accorgersene). Ricordiamo che buona parte dei nostri comportamenti sono influenzati dall'inconscio.

Prevenire è meglio che curare

Questo post non ha intenzione di spaventarvi, quanto di rendervi consapevoli di possibili difficoltà future. E se vi porta a riflettere sulla vostra relazione, tanto di guadagnato.

Sicuramente anche le coppie sposate, o di lungo corso, possono impegnarsi per migliorare la loro vita sessuale in caso di difficoltà. A questo proposito, vedi il post su come ravvivare la sessualità di coppia, oppure libri come "Wanting Sex Again" e "The Sex-Starved Marriage".
Ma quando le coppie divergono radicalmente nel desiderio reciproco e nell'atteggiamento verso il sesso, quest'area può diventare altamente conflittuale. E' molto più salutare, e meno traumatico, capire fin dall'inizio se un partner è sessualmente compatibile con noi.


(parte di questo post è liberamente adattata da "10 Ways to tell if your partner will stop enjoying sex after marriage and kids", della dott.ssa Samantha Rodman Whiten)

"Non c'è solitudine come quella di un matrimonio fallito."
(Alexander Theroux)

"La vita dopo la morte è improbabile quanto il sesso dopo il matrimonio."
(Madeline Kahn)

"L'amore non è la condizione necessaria, né sufficiente per fare buon sesso."
(Lorena Berdùn, sessuologa)


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Come non restare bloccati dall'ansia?

Come faccio ad agire nonostante la paura?

Non riesco a fare X, come supero ansia e nervosismo?


Molte persone si ritrovano frenate o bloccate da paure, ansia e nervosismo; il che impedisce loro di fare quello che vorrebbero (per esempio dichiarare quello che sentono per una certa persona), oppure li porta a gestire certe situazioni in modo poco efficace (un esame, un colloquio di lavoro, l'approccio verso qualcuno attraente...).
E' un problema che abbiamo tutti, è parte della natura umana e della vita stessa: la vita è difficile, incerta e rischiosa - e vale per chiunque. Per cui non esistono soluzioni facili. Se aspetti di essere sicuro prima di agire, aspetterai tutta la vita!

Accettare ed agire

Quindi, il primo consiglio per affrontare l'ansia e i fallimenti è... accettare l'ansia e i fallimenti! Dalli per scontati, accetta che ci saranno e (per ora) non puoi evitarli, e procedi ugualmente.
Sembra paradossale, ma pensaci: se un problema non puoi superarlo (al momento), che ti preoccupi a fare? Tanto preoccuparsi non ti aiuterà.
Come dice un detto: "Il coraggio non è non avere paura, ma andare avanti nonostante la paura".

Il secondo passo è quindi decidere cosa vorresti fare, cosa ti importa, quello a cui tieni... e poi agire per ottenerlo - o quantomeno andarci incontro.
La chiave è entrare in azione, non curandosi di come andrà a finire. I vincenti sono quelli che ci provano, che non si fanno scoraggiare, e prova e riprova alla fine qualcosa ottengono - mentre i perdenti restano paralizzati dalla paura, e quindi non combinano nulla.

Piano di azione

Per esempio:
  1. Mi piace una ragazza, voglio conoscerla, vorrei uscirci. Bene, l'obiettivo è chiaro!
  2. Mi chiedo: come potrei arrivare al mio obiettivo? Le vado incontro e attacco bottone, le scrivo, metto in mezzi amici comuni, ecc. Elaboro strategie possibili.
  3. Riconosco le mie paure, le ansie, le difficoltà, il timore del fallimento... e decido di agire lo stesso!
  4. Rammento a me stesso che preferisco vivere provando e fallendo, che vegetare immobile per paura.
Decido che per me è più importante provare a vivere come vorrei, delle conseguenze. Dando un peso secondario alle conseguenze, queste mi condizionano meno: "Non importa come va, per me è importante vivere come una tigre, buttandomi nella mischia!".

Diventare più forte attraverso le esperienze

Il vantaggio di provare e buttarsi è che, così facendo, non solo ho maggiori probabilità di combinare qualcosa... ma vivendo le esperienze divento anche più forte e più sicuro, quindi diminuisco l'ansia. E' attraverso il vivere esperienze che ci "forgiamo", rafforzando quindi la nostra personalità e l'autostima.

Un problema delle persone ansiose ed insicure è che evitano le esperienze per paura di fallire e soffrire ma, così facendo, rimangono "ferme al palo", sempre con gli stessi problemi; non riescono a crescere né evolvere. Accettando ansia e paure, invece, imparo pian piano a superarle: non cerco di evitarle o eliminarle (cosa impossibile), ma decido che non me ne faccio limitare, e in questo modo vado oltre ad esse. Se ho paura ma agisco comunque, la paura perde il suo potere su di me (non mi blocca più).

Superare sofferenza e giudizi

Certo per vivere così bisogna fare due cose:
L'alternativa è sopravvivere condizionato dalle paure, restando in un angolo tremante, frustrato e invidioso. Direi che non è proprio un bel modo di vivere...


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"L'ansia non ci sottrae al dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi."
(Leo Buscaglia)

"Il coraggio non è assenza di paura, ma piuttosto la considerazione che ci sia qualcos'altro di più importante della paura."
(Ambrose Redmoon)

"Chi è attivo non piangerà quasi mai sulla propria sorte. Con l'azione scacciamo la noia e i demoni della solitudine. Agendo ci si ritaglia un posto tra i vivi."
(Marc Alain)


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Ho XX anni e non ho mai avuto un partner. Ormai è tardi?

Ho XX anni e non ho mai trovato un ragazzo / una ragazza. Non ho più speranze?


Non è mai troppo tardi.
Finché sei vivo/a, hai delle possibilità. Sta a te giocartele!

Non abbiamo data di scadenza

Non c'è un tempo limite, una "data di scadenza", passata la quale siamo fuori dai giochi e senza più speranze.
Certo, mediamente è più difficile trovare un partner a 40 anni che a 20; ma, d'altra parte, a 30 o 40 anni possiamo sviluppare qualità che a 20 anni non avevamo (più saggezza, più conoscenza del mondo, più comprensione delle persone, più risorse economiche...). Quindi a volte l'età più avanzata può offrire dei vantaggi, se mettiamo a frutto il nostro tempo.

Riconoscere le proprie difficoltà

Naturalmente, se finora non hai combinato nulla, probabilmente hai delle problematiche caratteriali e/o psicologiche, da superare: ostacoli tipo bassa autostima, insicurezza, scarsa socialità, identità debole, personalità poco sviluppata, paure e blocchi vari, ecc.
Sono tutte difficoltà che è possibile migliorare con un lavoro di esplorazione e consapevolezza - magari aiutato da un terapeuta o counselor. Ma anche leggendo libri o articoli su quegli argomenti.

Perché ricorda: le cose non accadono per caso. Se vuoi risultati diversi, sta a te diventare diverso da come sei stato finora (nel senso di migliorare come persona e come capacità).
Se invece non cambi, è molto probabile che otterrai sempre gli stessi risultati.

A caccia del problema

Il primo passo potrebbe essere individuare uno dei problemi che ti influenzano:
  • Una paura che ti frena (per esempio "Ho il terrore di essere respinto quindi non oso fare approcci").
  • Una convinzione che ti ostacola ("Non sono abbastanza capace, quindi è inutile che ci provo").
  • Oppure una idea disfunzionale che ti impedisce di realizzare i tuoi desideri ("Bisogna agire in modo perfetto, quindi aspetto di essere completamente preparato" - il che ovviamente non accade mai).

Molte persone hanno in testa una serie di idee o convinzioni distruttive, di cui non si rendono conto perché le hanno assorbite da piccoli (dai genitori, dagli insegnanti o dalla società) e quindi le danno per scontate. Ma queste idee li influenzano e possono rovinare loro la vita.
  • Per esempio molti sono convinti che "L'opinione degli altri è fondamentale, e se mi rifiutano significa che non valgo nulla". Se credi in questo, sarai sempre condizionato dai giudizi altrui.
  • Oppure, c'è chi crede che il passato continuerà a ripetersi: quindi se hanno fallito in qualcosa in passato, credono che continueranno a fallire (perciò non ci provano nemmeno).

L'importante è iniziare

Di seguito elenco alcune tematiche (con relativi link per approfondire), che potrebbero riguardare tue problematiche od offrire spunti per aumentare le tue possibilità relazionali. Puoi usare queste letture come punto di partenza per iniziare un percorso di evoluzione; come uno che va in palestra per sviluppare la sua muscolatura e sentirsi più in forma.


Se leggi quanto ho riportato sopra, sono certo che inizierai a capire qualcuno dei motivi per cui finora non hai ottenuto quello che volevi. E una volta che capisci dov'è un problema, diventa possibile risolverlo. L'importante è vederlo, decidere di affrontarlo, ed iniziare a lavorarci su. :-)


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"Certo che sono single per scelta. Di un altro, però."
(Silvia Ziche)

"La più terribile povertà è la solitudine e la sensazione di non essere amati."
(Madre Teresa)

"Non appena starete bene con voi stessi anche gli altri staranno bene con voi."
(Valerio Albisetti)


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Ci sono persone destinate a restare sole?

Esistono persone destinate a non essere mai amate?

Ci sono persone che non possono mai avere un partner?


No. Il destino è qualcosa di stabilito a priori, e deciso da forze esterne a noi ("Sono destinato a..."). Personalmente non credo che esista un destino prefissato; credo invece che una parte della vita di ciascuno sia stabilita dal caso (quello che ci succede), ed il resto sia determinato dalle proprie scelte (quello che facciamo succedere).

Se siamo sempre da soli (o senza partner), non è perché qualcuno l'ha deciso per noi; non è perché siamo nati "sfortunati" (anche se alcuni sono più svantaggiati di altri). Piuttosto, è probabile che ci sia qualche motivo - in noi o nel nostro ambiente - che ci porta a quella situazione: una volta identificato l'ostacolo, possiamo fare qualcosa per superarlo e risolvere il problema.
Il primo passo è necessariamente capire da dove nasce il problema...

Quando il problema sei tu

Forse sei poco interessante come potenziale partner, troppo privo di qualità attrattive, oppure troppo problematico quindi gli altri si tengo alla larga. Forse hai difetti o mancanze che agli altri risultano sgradevoli; oppure sei troppo chiuso e scostante, quindi nessuno vede il tuo valore.

  • Se nessuno ti vuole, hai bisogno di capire cosa in te ha bisogno di essere migliorato, o corretto, o risolto.
  • Essere amati non è un diritto: sta a noi diventare persone amabili e desiderabili, per suscitare negli altri i sentimenti che vogliamo ricevere.
  • Nessuno ha il dovere di amarci: se vogliamo vicino una persona che ci ama, è necessario avere le qualità che ispirano tali sentimenti in lei o lui. Bisogna seminare per poi poter raccogliere.

Quando il problema è nella tua ricerca

A volte cerchiamo qualcosa che non esiste, o siamo troppo pretenziosi, oppure lo cerchiamo nel post sbagliato. O, ancora, corriamo dietro a persone che non vanno bene per noi.


Quando il problema è nel tuo ambiente

A volte viviamo in un ambiente che ci limita, ci offre poche possibilità o addirittura ci soffoca; per esempio:
  • Una famiglia opprimente o "tossica". Magari rigidamente tradizionalista o religiosa, oppure molto severa od esigente. O, ancora, che ti condiziona o ti fa sentire a disagio per come sei.
  • Una piccola cittadina dove tutti si conoscono, povera di stimoli ed opportunità, legata ai suoi riti e abitudini. Dove magari si tende a sopravvivere e conformarsi, piuttosto di evolvere ed inseguire i propri sogni.
  • Un ambiente sociale repressivo, legato alla "normalità" e sospettoso di ogni diversità e innovazione, in cui ti senti in trappola...
Se vivi in una situazione del genere, magari il problema è quello. Se ci sei abituato, se hai conosciuto solo quello, magari non te ne accorgi nemmeno: pensi che il mondo sia tutto così... eppure sai che altrove le persone riescono a vivere vite ben diverse.

In questi casi l'unica soluzione è andarsene. L'ambiente intorno a te non cambierà, quindi sta a te cambiare, se ci tieni. Se hai intorno persone che: allontanati da loro il prima possibile. Persone così sono possono rovinarti la vita. Nessuno merita di essere trattato in quel modo: allontanati e vai verso persone che ti apprezzano, o che almeno ti incoraggiano e sostengono nei tuoi tentativi di vivere meglio.
Anche allontanarsi dalla famiglia può essere necessario, a volte, per riuscire a vivere come vorresti. Non vuol dire necessariamente tagliare i contatti, ma forse anche solo uscire di casa, o prendere una certa distanza, può servire per sfuggire a certi influssi negativi.


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"La più terribile povertà è la solitudine e la sensazione di non essere amati."
(Madre Teresa)

"Non c'è amore sufficientemente capace di colmare il vuoto di una persona che non ama se stessa."
(Irene Orce)

"Esiste un legame profondo tra solitudine e autostima. Più alta è la seconda meno forte è la prima."
(Valerio Albisetti)


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E' possibile amare una sola persona nella vita?

E' possibile stare insieme allo stesso partner per sempre?


In teoria è possibile, in pratica è improbabile.

Fondamentalmente perché essere monogami non è nella nostra natura. La monogamia è una istituzione culturale, non una pulsione naturale (infatti quasi nessun mammifero è monogamo).
Inoltre nella nostra epoca è ancora più improbabile, per una serie di ragioni:
  • Viviamo più a lungo.
  • Abbiamo molte più opportunità che in passato.
  • Siamo più liberi, indipendenti ed economicamente autonomi - incluse le donne (quindi meno costretti a restare in relazioni infelici, o per ragioni materiali).
  • Le relazioni oggi sono basate su passione ed emozioni (motivazioni romantiche); ma la passione diminuisce nel tempo.
  • Abbiamo meno costrizioni sociali e religiose, ecc.

Tutto si trasforma - anche le relazioni

Tutto questo fa sì che la maggior parte delle relazioni, dopo un certo tempo, si trasformino in un modo che per un partner - o entrambi - non risulta più soddisfacente:
  • Finisce l'innamoramento, o la passione, o l'intensità emotiva.
  • Si scopre di non essere realmente compatibili.
  • Si scoprono difetti o mancanze del partner che alla lunga diventano frustranti.
  • Si perde il desiderio sessuale (più spesso nella donna, a volte nell'uomo).
  • Stare sempre con lo stesso partner ci viene a noia (monogamia = monotonia); anche se lo amiamo ancora (amore e passione sono due cose diverse). Sentiamo un desiderio crescente di novità, di emozioni intense, di "sentirci vivi", di provare nuovamente l'eccitazione dell'innamoramento (per cui o si trova un/a amante, o ci si separa).
  • Un partner - o entrambi - tradiscono (N.B.: il tradimento è un fenomeno comune, non un evento eccezionale come molti vogliono credere).
  • Oppure, semplicemente, le due persone cambiano, in modi diversi - perché tutto cambia nel tempo.
E poiché principalmente stiamo in coppia per soddisfare i nostri bisogni, quando non ci sentiamo più appagati tenderemo a cercare l'appagamento altrove. E' questo il motivo primario per cui la maggior parte di noi vive più relazioni nel corso della vita.

Possibile non vuol dire probabile

Quando si ragiona su qualcosa che desideriamo, non serve chiedersi se una cosa è possibile, ma piuttosto se è probabile o funzionale. Anche vincere la lotteria o salvarsi da una caduta dal decimo piano è possibile (a qualcuno è successo)... ma è saggio basare le proprie scelte su una probabilità così minuscola?
L’errore che fanno molti è credere di essere speciali (anche in amore): vedono le coppie tradirsi e disfarsi, ma vogliono pensare che succede solo agli altri, non a se stessi. Ovviamente una coppia basata sull’illusione è destinata a crollare. Quando qualcosa succede alla maggioranza, è probabile che succeda anche a te.

Quindi su questo argomento la posizione più saggia e ragionevole, è accettare che si ameranno più persone nella propria vita: l’importante non è la durata (non stiamo parlando di elettrodomestici), ma viverla ogni volta con intensità, onestà e dedizione.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"L'amore è eterno finché dura."
(Henry De Regnier)

"Il vero amore è come l'apparizione degli spiriti: tutti ne parlano, ma ben pochi l'hanno visto."
(Francois de La Rochefoucauld)

"Non c'è fedeltà che non tradisca almeno una volta, tranne quella di un cane."
(Konrad Lorenz)


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Il mondo va sempre meglio

Regolarmente qualcuno se ne esce lamentandosi per il preoccupante declino della specie umana, o con qualche bizzarra nostalgia per un passato ideale che non è mai esistito:
  1. "Non ci sono più i valori di una volta"
  2. "Viviamo in tempi terribili"
  3. "Oggi gli uomini guardano solo la bellezza"
  4. "Oggi le donne badano solo al portafoglio"
  5. "Le cose vanno sempre peggio..."

Ma queste opinioni sono fondamentalmente scollegate dalla realtà. Anzi, è piuttosto vero il contrario; generalmente parlando:
  1. I valori umani sono migliorati (cose come schiavismo, colonialismo o lapidazione sono fortunatamente "passati di moda").
  2. Sotto quasi ogni aspetto, viviamo meglio che in passato.
  3. Si è sempre data molta importanza alla bellezza; ma oggi le donne vengono apprezzare anche per altre qualità.
  4. Le donne sono sempre state sensibili alla ricchezza e/o al potere; ma oggi meno di un tempo (anche grazie alla raggiunta indipendenza economica).
  5. Le condizioni di vita sono migliorate quasi ovunque rispetto al passato (per esempio, la povertà nel mondo è in costante diminuzione)*.
* Naturalmente accadono crisi periodiche, come nel 2020, in cui la situazione tende a peggiorare; oppure passiamo attraverso dei cicli storici, per cui avviene una fase di declino prima di migliorare nuovamente. Ma sul lungo periodo, quasi tutti i fattori tendono al miglioramento.

Quindi, chi esprime queste lamentele è solitamente piuttosto ignorante (nel senso letterale di scarsa conoscenza), o abbastanza stupido (capisce ben poco di come funzionano le cose), oppure molto egocentrico (sta male o è infelice, e ritiene che sia colpa del mondo che è "sbagliato"; oppure crede che la sua esperienza negativa rifletta l'intera realtà).

“I valori umani sono migliorati
e viviamo meglio che in passato”

Un viaggio a ritroso nel tempo

Come sempre, non vi chiedo di credermi sulla parola. Invece, valutate i fatti e decidete voi cosa è vero. Facciamo insieme un piccolo esperimento: torniamo indietro nel tempo, e vediamo come andavano le cose in tempi passati...
  • 1960-70: anni di grandi cambiamenti sociali e politici, ma anche di forti conflitti e scontri per le strade (spesso repressi in modo violento). In Italia, in particolare, avvengono numerosi atti criminali e di terrorismo (verranno infatti chiamati "gli anni di piombo"). Gli USA portano avanti l'insensata e fallimentare guerra in Vietnam; il presidente Nixon è costretto a dimettersi in seguito allo scandalo Watergate.
  • 1945-1960: siamo nel dopoguerra, e c'è un grande sviluppo economico. Però sono anche gli anni della "guerra fredda", e si vive con l'incubo di essere annientati da un conflitto nucleare. Razzismo e discriminazioni sono pervasivi.
  • Passiamo alla prima metà del XX secolo: in pochi decenni scoppiano due guerre mondiali, nel 1918 si scatena una pandemia di "influenza spagnola" che uccide più persone della guerra appena finita (50 milioni), e nel 1929 avviene la Grande Depressione economica. In Italia la dittatura fascista domina il Paese dal 1925 al 1943.
  • XIX secolo: un periodo con decine di guerre, colonizzazioni brutali in Asia ed Africa, rivoluzioni sanguinarie. Per buona parte del secolo, le donne sono ancora considerate proprietà del marito, e soggette alla sua volontà.
  • XVIII secolo: qualche altra decina di guerre. Lo schiavismo si espande a livello globale. Con la Rivoluzione Industriale, le persone lavorano per 14-16 ore al giorno, bambini inclusi.
  • XVII secolo: ancora decine di guerre (tanto per cambiare). La colonizzazione delle Americhe porta al massacro delle popolazioni indigene.
  • Con l'Inquisizione cattolica (svoltasi in varie forme dal XII al XVII secolo), persone comuni ed innocenti potevano essere arrestate, torturate ed uccise (magari bruciate vive), solo perché vivevano in modo non convenzionale o avevano idee autonome, stavano antipatiche a qualcuno, o possedevano beni che facevano gola ad altri.
  • Medioevo: per tutto questo periodo (dal V al XV secolo circa) si vive nel costante timore di aggressioni e invasioni. Per questo motivo, ovunque sorgono castelli e città fortificate.
  • XIV secolo: una pandemia di peste nera arriva a sterminare circa metà della popolazione europea.
  • Per diversi secoli la Chiesa Cattolica, che dovrebbe essere la guida spirituale del mondo, è afflitta da corruzione morale e materiale a tutti i livelli, dal Papa in giù.
  • Nei primi secoli dopo Cristo, una serie di invasioni barbariche, operate da numerose tribù e popolazioni nomadi, attraversa buona parte dell'Europa con azioni di saccheggio e conquista.
  • Con l'Editto di Tessalonica (380 D.C.), il cristianesimo diventa religione ufficiale dell'impero romano, per poi generare proibizioni e persecuzioni (anche violente) contro ogni altra forma di culto.
  • L'Impero Romano, che molti italiani vedono con orgoglio come nostro progenitore, ha sempre attuato una politica di espansione bellicosa; le popolazioni invase potevano scegliere tra la sottomissione o l'annientamento. Questo espansionismo non appare molto diverso da quello della Germania nazista.
  • La cultura Greca, e la democrazia di Atene in particolare, sono ritenute la culla della civiltà occidentale. Tendiamo però a dimenticare che tale società era basata sullo schiavismo, il diritto di voto era riservato al 10-20% della popolazione, e le donne erano escluse dalla vita pubblica.

Aspetti positivi e negativi

Ovviamente questo lungo elenco di eventi deprimenti non esclude che siano avvenute anche cose positive. Onestamente, però, nessuno dei periodi sopra elencati mi fa venire voglia di viverci, o di ritenere le condizioni di vita migliori di quelle odierne.

Inoltre ogni medaglia ha sempre due facce: quindi per ogni aspetto positivo del passato (mancanza di inquinamento, vita più sana, ritmi più naturali), va ricordato anche l'aspetto negativo (scarsità di beni e di cibo, assenza di farmaci e cure efficaci, mancanza di ogni comfort).
Basti pensare che un impiegato moderno vive una vita più comoda e abbondante, per molti versi, di un sovrano di qualche secolo fa: quest'ultimo infatti pativa il freddo e il caldo, aveva una scelta limitata di cibi, spesso era afflitto da parassiti, in caso di malattia aveva poche chances di sopravvivere, viveva nel costante timore di intrighi di corte od attacchi di nemici, e non poteva nemmeno scegliere il coniuge che preferiva (i matrimoni erano quasi sempre organizzati in base ad interessi politici ed economici).

“Un impiegato moderno
vive una vita più comoda
di un sovrano del passato”

Perché non apprezziamo quello che abbiamo

Ma se la vita dell'uomo medio oggi è tanto migliore che in passato, come mai di solito non ce ne rendiamo conto, e non lo apprezziamo? Uno dei motivi è che non valutiamo la nostra vita in modo oggettivo, bensì comparativo: cioè ci paragoniamo con le persone che conosciamo, o che abbiamo intorno. Per cui se tante persone hanno la stessa abbondanza che abbiamo noi, la diamo per scontata e la apprezziamo poco; se invece fossimo gli unici ad averla, ci farebbe sentire speciali e privilegiati.
In altre parole, non è quello che abbiamo a farci sentire soddisfatti; ma è la sensazione di avere più degli altri, o che stiamo meglio della maggioranza. Uno dei motivi per la diffusa infelicità moderna, infatti, sono i social network che ci mostrano persone che sembrano più felici di noi - e con cui ci paragoniamo.

Valori immaginari

Al di là delle condizioni di vita scomode e sgradevoli del passato, non vedo traccia nemmeno dei valori morali che tanti gli attribuiscono. Dov'erano tutti questi "valori", queste presupposte virtù?
  • Nelle continue guerre?
  • Nel mandare al massacro migliaia di uomini senza alcun riguardo per le loro vite?
  • Nell'obbligare le donne ad un ruolo subordinato?
  • Negli abusi dell'aristocrazia e del clero?
  • Nella pratica frequente dello schiavismo?
  • Nel mantenere la stragrande maggioranza della popolazione in condizioni di povertà e sottomissione?
  • In sistemi di governo basati sulla legge del più forte, invece che sul dialogo e sul consenso?
  • Nell'oppressione e repressione di idee, preferenze personali e religioni?

A me pare che di qualsiasi problema ci si possa lamentare oggi (diseguaglianza, disparità di diritti, ingiustizia, povertà, violenza, corruzione...), in passato era più grave e più esteso.
Forse l'unico male odierno che era minore in passato, è la solitudine (semmai in passato esisteva il problema opposto: raramente potevi stare da solo, o godere di una privacy personale). I legami familiari e di comunità erano sicuramente più numerosi e più stretti. Il che, però, implicava anche una libertà individuale molto più ristretta e condizionata.

Luci ed ombre

Attenzione: non voglio dire che oggi vada tutto bene, o che tutto sia meglio che in passato. Come già detto, ogni situazione presenta pro e contro. Quindi oggi abbiamo problemi che un tempo non esistevano, ma in genere si accompagnano ad aspetti positivi importanti:
  • Il capitalismo ha permesso uno sviluppo economico senza precedenti, che ha ridotto la povertà globale in modo eclatante; ma ovviamente ha anche aspetti negativi. Nessun altro sistema alternativo ha però prodotto altrettanta abbondanza, benessere e libertà di scelta. Quindi è possibile - ed auspicabile - migliorarlo, ma non ha senso credere che con il comunismo o il feudalesimo le condizioni fossero migliori.
  • L'industrializzazione ha portato a fenomeni dannosi come inquinamento e riscaldamento globale, ma ben pochi vorrebbero tornare ad un'economia di sussistenza od al vivere solo con lo stretto indispensabile; alle capanne di tronchi ed ai campi arati con vomere e bue.
  • Anche a livello sociale e relazionale, possiamo lamentarci della fragilità del matrimonio, dell'infedeltà diffusa e dell'eccesso di individualismo - e con ragione. Ma quanti sceglierebbero di tornare a tempi in cui la libertà personale era cosa da ricchi, in cui si era legati ad un lavoro umile tutta la vita, con ruoli rigidi per uomini e donne (inclusi quelli sessuali), con la paura di esprimere le proprie idee, dove viaggi, cultura e musica erano per pochissimi?
  • Per quasi tutta la storia umana, il problema principale è stato procurarsi il cibo. Oggi invece abbiamo il problema opposto: mangiamo così tanto da diventare obesi. Il che può essere grave, ma è comunque preferibile al morire di fame.

Quindi - ripeto - non sto dicendo che il mondo oggi sia ottimale. Dico che, tutto sommato, è meglio che in passato sotto quasi ogni aspetto. E "migliore" non vuol dire "perfetto": ci saranno sempre problemi e sofferenza, perché l'esistenza non è fatta per renderci felici, e gli esseri umani sono limitati e imperfetti.

“Ben pochi vorrebbero tornare
alle capanne di tronchi
ed ai campi arati col bue”

La natura umana non cambia

Fondamentalmente, gli esseri umani hanno limiti e difetti che restano uguali nei secoli. E' consolatorio credere che una volta le persone fossero più buone, oneste o rispettose, ma è illusorio. La natura umana rimane essenzialmente la stessa: infatti le storie e i personaggi dei grandi autori (come Shakespeare, 4 secoli fa) risultano attuali ancora oggi.
Altrettanto costante è la tendenza a lamentarsi per il comportamento altrui, e per la "decadenza dei valori"; infatti più di 2000 anni fa Cicerone già esclamava "O tempora o mores!" ("Che tempi, che costumi!").

Violenze, omicidi, stupri, abusi, ingiustizie ed oppressioni sono sempre accaduti; anche più di adesso, anche in modo più feroce (barbarie, torture e punizioni che oggi ci appaiono inconcepibili, erano un tempo la norma). Però lo si sapeva meno, mentre oggi tutto è più visibile, al punto che un fenomeno può essere in diminuzione ma l'insistenza mediatica ce lo fa apparire in aumento!
Per esempio la criminalità è in declino da molto tempo; l'Italia è tra i Paesi europei con meno omicidi (anche di donne). Spesso gli eventi criminosi vengono amplificati per ideologia o demagogia, per influenzare l'opinione pubblica, per ottenere consenso o deviare l'attenzione da altri problemi. Perciò molte persone si sentono minacciate anche se siamo più sicuri che in passato.
Bisognerebbe guardare dati e statistiche, non fidarsi della propria percezione emotiva (che per sua natura è soggettiva, parziale ed influenzabile).

Ma cultura e costumi sì

Se la natura umana resta uguale (o cambia in milioni di anni), quella che evolve è però la cultura: cioè l'insieme delle idee, valori, morale e costumi che indicano cosa fare, cosa è giusto o sbagliato. Anche nella cultura vediamo un'evoluzione in meglio (per quanto lenta); nel corso dei secoli siamo passati:
  • Dallo schiavismo alla libertà per ogni individuo, e alla Dichiarazione universale dei diritti umani.
  • Dalle monarchie e aristocrazie alla democrazia (nella maggior parte dei Paesi).
  • Dalle guerre alla diplomazia (quanto meno in buona parte del mondo).
  • Dalle vendette e faide ("occhio per occhio") alla risoluzione dei conflitti per via giudiziaria.
  • Dall'imposizione della forza ("La legge del più forte", "Might makes right") all'uso della ragione e del consenso.

Ovviamente non sempre questi progressi vengono applicati (siamo sempre e comunque umani), e certamente c'è spazio per tanti ulteriori miglioramenti. Ma il passaggio dalle epoche dominate dalla spada, all'esortazione di fratellanza "Abbracciatevi, moltitudini!" dell' "Inno alla Gioia" di Beethoven (inno ufficiale dell'Unione Europea), è un balzo gigantesco.

“La natura umana resta uguale,
o cambia in milioni di anni”

Perché il mondo migliora, ma molti non lo vedono

Anche dopo questa carrellata, immagino che ad alcuni continuerà a sembrare che il mondo odierno sia pessimo, o peggiore del passato. Di solito questa convinzione nasce da uno dei seguenti atteggiamenti mentali.

1. Visione soggettiva ("Il mondo mi assomiglia")

Persone che stanno male, che soffrono, che sono infelici; che patiscono ingiustizie; la cui vita è molto problematica... e credono che la propria condizione personale rispecchi lo stato del mondo. Quindi anche di fronte ad argomenti validi, ribattono "Se il mondo è migliorato, o non è mai stato migliore, com'è possibile che io - o le persone a me vicine - soffriamo così tanto?".

Immersi nel loro malessere, non sanno vedere oltre. Ma quello che succede ad uno non riflette lo stato del mondo. Bisogna saper distinguere il personale dal collettivo, e l'eccezione dalla regola. Se io sono su un aereo che precipita, ma quello è stato l'unico incidente aereo degli ultimi dieci anni, vuol dire che volare è molto sicuro - anche se io ho avuto sfortuna.

2. Visione negativa ("Il mondo fa schifo")

Alcuni hanno la tendenza a concentrarsi sugli aspetti negativi, ed ignorano quelli positivi (per esempio pessimisti o disfattisti). Sono quelli che in un prato ricolmo di fiori vedono solo il cespuglio rinsecchito, o l'escremento di vacca; quelli che, di fronte ad una giornata splendida, ribattono "Tanto domani pioverà!".

Nella loro mente il male è sempre superiore al bene, e non riescono a riconoscere di potersi sbagliare, anche di fronte all'evidenza (il pessimista è sempre convinto di essere realista). E' come se indossassero degli "occhiali neri", per cui a loro tutto appare oscuro e minaccioso.

3. Visione idealistica ("Il mondo dovrebbe essere perfetto")

Un'altra obiezione frequente è "Se il mondo è migliorato così tanto, come mai ci sono ancora così tanti problemi e dolore?". Ho già risposto prima: problemi e dolore esisteranno sempre, perché è nella natura dell'esistenza e di noi esseri umani (come insegna il buddismo: "La vita è sofferenza").
La realtà è imperfetta, ci fa soffrire, e non va come vorremmo - così è sempre stato, così sempre sarà. Come abbiamo visto nel nostro "viaggio nel passato", non c'è mai stato un periodo ideale od un'epoca armoniosa in cui tutto andava bene.

Costoro si attaccano alla speranza utopica di un mondo perfetto da "regno dei cieli", invece che terreno ed umano. Con questa idea fissa, il mondo reale non gli andrà mai bene. Tenderanno ad una visione negativa (vedi sopra), perché per loro niente è mai abbastanza.

4. Aspettative personali esagerate

Alcuni hanno aspettative irrealistiche rispetto ai propri meriti, e si aspettano di ottenere di più di quanto valgano. Hanno quello che chiamo "il complesso del principino", o "della principessa": si illudono di essere "speciali", e che gli altri li tratteranno di conseguenza.
Credono di poter essere sempre felici, di avere una relazione ottimale senza sforzi, di essere amati e stimati solo perché esistono, di diventare ricchi o famosi. Inevitabilmente si ritrovano delusi, ma faticano a riconoscere di esserne la causa. Paradossalmente più una persona è limitata - come intelligenza, cultura, maturità - più fatica a valutarsi correttamente (non ha gli strumenti per un'analisi obiettiva; vedi l'effetto Dunning-Kruger). Quindi concluderà che i suoi insuccessi sono dovuti a cause esterne: al mondo che è fatto male, o che va peggiorando.
  • Per esempio una persona ambiziosa, ma senz'arte né parte, facilmente si convincerà che "In giro non c'è lavoro", o che "Si trova impiego solo nei call-center" - anche se non è affatto così (molte aziende cercano personale, però con determinate competenze).
  • Oppure una persona romantica, che crede al "grande amore" in modo favolistico, giustificherà i suoi fallimenti relazionali dando la colpa al sesso opposto, o alla perdita di valori.

Ma naturalmente la colpa non è del mondo. Essenzialmente, la realtà funziona in modo meritocratico e "darwiniano": prospera chi è più adatto, mentre i meno adatti stentano o periscono. Le aspettative scollegate dai propri meriti sono spesso create dai genitori che viziano i figli, ma anche alimentate dai media (le pubblicità ti dicono che "tu vali" e "meriti il meglio", in modo da sedurti e vendere) e dai social network (dove tutti appaiono più belli e felici di quanto siano realmente).

Saper vedere la realtà, saperla apprezzare

Quindi per apprezzare il progresso ed i benefici della propria epoca, è necessario sganciarsi da queste mentalità fuorvianti:
  1. Saper vedere oltre il proprio ristretto "orticello".
  2. Saper valutare tutti i pro e contro.
  3. Non pretendere la perfezione.
  4. Avere aspettative realistiche e saper riconoscere i propri limiti.
Ed inoltre, saper apprezzare tutti gli aspetti positivi, invece di darli per scontati. Facendo questo, diventa chiaro che - per molti versi - non siamo mai stati meglio!

Attenzione: quando faccio notare che il mondo non sarà mai perfetto, o che una certa sofferenza è inevitabile, non intendo incoraggiare la rassegnazione; è sempre possibile fare progressi. Suggerisco però di apprezzare tutto quello che c'è di buono, e di cercare di migliorare quello che non va. Ricordando che lamentarsi è soltanto uno spreco di energia che non produce cambiamenti.


"E' un dato di fatto che le persone amano lamentarsi, specialmente di quanto sia terribile il mondo moderno rispetto al passato.
Ma si sbagliano quasi sempre."

(Steven D. Levitt e Stephen J. Dubner, "SuperFreakonomics")

"E' meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che pessimisti ed avere ragione."
(Albert Einstein)

"Invece di lamentarsi dell'oscurità è meglio accendere una piccola lampada."
(Lao Tzu)


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