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Perché credi che il mondo peggiori, ma ti sbagli

Mi trovo spesso a discutere con persone convinte che il mondo vada sempre peggio, o che sia diventato peggiore che in passato. Poiché sono convinto del contrario, ho persino scritto un post dove spiego come il mondo vada sempre meglio (anche se certo con alti e bassi), completo di una lunga carrellata storica che lo dimostra.
Ma in queste discussioni ho notato una cosa: anche quando messi di fronte a fatti e prove concrete, queste persone tendono a rimanere fisse sulle loro convinzioni negative - nonostante queste siano sgradevoli e deprimenti. Quindi mi sono chiesto: "Come mai certe persone si convincono che il mondo vada peggiorando (anche se ciò non è oggettivamente vero), e soprattutto perché restano aggrappate tenacemente a questa convinzione?".


Perché crediamo alle brutte notizie

Partiamo dalla prima parte della domanda: come mai molti tendono a credere alle brutte notizie più che a quelle buone? Ci sono diversi motivi.

1. Diamo più peso al negativo

La nostra mente dà molto più peso agli eventi o informazioni negativi, che a quelli positivi. E' lo stesso principio per cui perdere 1000 euro ci fa soffrire molto di più, di quanto ci faccia gioire vincere 1000 euro. Nel nostro cervello, dolore e piacere non hanno lo stesso peso: il primo ha decisamente la priorità.
Questo ha ragioni evoluzionistiche (cioè legate alla sopravvivenza): poiché dare importanza agli eventi dolorosi o rischiosi ci aiuta ad evitare i pericoli, questa tendenza è stata premiata dall'evoluzione. In altre parole, chi si preoccupava del peggio è sopravvissuto di più, quindi questo tratto si è diffuso.

2. Memoria selettiva

Per una serie di ragioni, di solito le persone hanno un ricordo "edulcorato" del loro passato, o dell'infanzia: ricordano cioè le cose meglio di come realmente fossero, o dimenticando gli elementi negativi. E' per questo che così tanti cadono nella trappola del "Stiamo perdendo i valori" oppure del "Ai miei tempi si stava meglio" : ciò non è quasi mai vero, ma la memoria selettiva lo fa apparire tale.
Per esempio il 50-60enne ricorda i giorni spensierati di quando era ragazzo o il calore familiare... ma dimentica magari le tante privazioni, le volte che i genitori dicevano "Questo non ce lo possiamo permettere", la severità delle punizioni, i bulli che lo angariavano a scuola o durante il militare, senza contare fenomeni di ampia scala come la Guerra Fredda o gli "anni di piombo".
Queste persone, spesso, più che dei tempi passati hanno nostalgia della loro stessa giovinezza ormai perduta.

3. Influsso dei media

Una vecchia regola del giornalismo è che "il sangue fa vendere i giornali" ("If it bleeds, it leads"). Infatti un giornale, o una trasmissione, che enunciasse "Oggi terribile disastro!" avrà certamente più pubblico di uno che dicesse "Oggi tutto bene" - per il motivo esposto al punto 1.
Quindi i media, che come tutte le aziende sono legate al profitto, sono spinti a dare risalto alle notizie negative molto più che a quelle positive. Ne consegue che basarsi sui report dei media ci offre una visione distorta della realtà: se 100 persone sono gentili ed uno solo è un criminale, si parlerà solo di quest'ultimo; facendoci pensare che le persone gentili siano poche o inesistenti.

Social media

Questo fenomeno è amplificato all'estremo nei social media: il loro uso degli algoritmi, infatti, permette una visualizzazione filtrata delle informazioni per ogni utente. Per cui ogni utilizzatore tenderà a vedere principalmente:
  • Ciò che più lo emoziona (eventi negativi), ed a cui reagisce maggiormente (punto 1).
  • Ciò che il social media stesso ritiene provochi una maggiore permanenza sulla sua piattaforma (quindi maggiori introiti pubblicitari); cioè eventi negativi o che comunque suscitano le sue reazioni emotive (indignazione, rabbia o paura).
Sono questi meccanismi che generano il fenomeno del doom-scrolling, ovvero del continuare a visualizzare "notizie negative su dispositivi digitali", cosa che può provocare "ansia, incertezza, preoccupazione, paura, angoscia, insonnia, disappetenza e anedonia".

Chi cade in questa sorta di circoli viziosi, si convince sempre di più di quanto il mondo vada a rotoli... perché è tutto ciò che assorbe dai media: non una visione completa e bilanciata della realtà, ma una in cui esistono solo drammi e tragedie.

“I media danno risalto
alle notizie negative
molto più che a quelle positive”

4. Siamo più informati

Un motivo per cui il presente sembra peggiore del passato, è che oggi siamo molto più informati: nel senso che solo alcuni decenni fa non si parlava quasi mai di certi argomenti (pedofilia, violenze domestiche...), e raramente venivamo a sapere di tragedie accadute in altre parti del globo. Per esempio nel 1950 la Cina invase il Tibet, ma non ricordo fosse un argomento diffuso quando ero ragazzo (anni '70); invece quando nel 2014 la Russia ha invaso la Crimea, tutti ne hanno parlato.
In quest'epoca ogni evento negativo viene riportato, analizzato ed amplificato (ma non la maggioranza di quelli positivi): la nostra mente è quindi "bombardata" da brutte notizie che arrivano da ogni parte del mondo, aumentando la sensazione che il mondo stesso stia andando a rotoli. In realtà certe eventi sono sempre accaduti (e ciononostante il mondo è andato avanti ed ha continuato a progredire), ma in passato venivano ignorati o sottaciuti.

5. Ignoranza della storia

Non solo tendiamo a dimenticare molte sofferenze del nostro passato personale (punto 2); ma tendiamo anche ad ignorare, o dimenticare, le tragedie del passato, anche quello relativamente recente. Siamo concentrati sulle "news", ma dimentichiamo la Storia: questo porta ovviamente ad una visione distorta dalle emozioni del momento.
Esempio: in questo periodo (agosto 2025) una notizia di grande risalto è la strage di civili nella striscia di Gaza operata dall'esercito israeliano (al momento oltre 60.000 vittime). Questo ha - giustamente - scioccato molti, e può apparire motivo di pessimismo o di perdita di fiducia nell'umanità. Ma solo se ci dimentichiamo di altre tragedie molto più vaste:
  • Durante la Prima Guerra Mondiale (06-11/1916), nella sola Battaglia della Somme vennero uccisi oltre un milione di soldati.
  • Negli anni 1932-1933 le politiche di Stalin portarono intenzionalmente ad una carestia in Ucraina, chiamata Holodomor ("sterminio per fame"), che produsse dai 3,5 ai 5 milioni di vittime.
  • Nei dieci anni della Rivoluzione Culturale cinese promossa da Mao Tse-Tung (1966-76), vennero uccise tra 1 e 20 milioni di persone, dai loro stessi connazionali.

Certamente lo sterminio a Gaza è gravissimo... ma non possiamo considerarlo peggio degli eventi citati. Per cui prenderlo come dimostrazione, come fanno molti, di "decadenza" o "perdita di valori umani", è frutto di pura ignoranza o "miopia storica".
Per chi ha una decente conoscenza della storia, in effetti, è difficile pensare in termini diversi da "in passato andava peggio, e più andiamo indietro nel tempo peggio andava" (come ho mostrato nel post "Il mondo va sempre meglio").

6. Ci aspettiamo un miglioramento continuo

Rispetto a tutti gli altri animali, gli esseri umani hanno la particolarità di volere sempre di più: è grazie a quell'impulso che siamo passati dalle caverne ai grattacieli, o dal carretto al Jumbo Jet in soli tre secoli. Questa mentalità però ci rende incontentabili, e produce almeno due aspettative irrealistiche.

Tutto deve sempre migliorare

Ci aspettiamo che tutto migliori, mentre è ovvio che ogni progresso comporta pro e contro. E siccome diamo più peso al negativo (punto 1), molti si lamentano dell'inquinamento ma "dimenticano" l'utilità del riscaldamento, delle auto o della produzione industriale (che in effetti inquinano, ma di cui non faremmo certo a meno). Magari rimpiangono l'aria pulita di 100 anni fa... ma "dimenticano" il freddo, la fatica e la fame che pativano le persone di quell'epoca. In pratica gli umani vorrebbero "l'uovo e la gallina", il progresso ma senza effetti collaterali.

Tutto deve migliorare in modo costante

Ci aspettiamo che il progresso sia continuo, ma ciò non è realistico. Non accettiamo che sia del tutto naturale fare due passi avanti ed uno indietro.
  • Per esempio le condizioni economiche delle famiglie occidentali hanno continuato a migliorare dopo il 1950, ma si sono per certi versi stabilizzate negli ultimi 10-20 anni. Ciò è normale: l'economia è ciclica, e nessun economista si aspetterebbe una crescita perenne. Però molte persone vivono una interruzione, od anche solo un rallentamento, come se fosse un peggioramento.
  • Oppure: nel campo farmaceutico si sono fatti enormi progressi, ma naturalmente non vengono inventate cure miracolose ogni anno. Quindi se per esempio certi tumori continuano a mietere vittime, molti lo vivono come un regresso: "Come mai la scienza non fa nulla?!?", ignorando che le cure sono assai migliori di 50 anni fa (ma comunque non infallibili).
  • O, ancora: quando avviene un effettivo peggioramento della situazione (una crisi economica, una nuova guerra, un governo fallimentare...), invece di vederla come un periodo transitorio, spesso lo interpretiamo come una prova di decadenza generale: "La crisi ci butterà tutti su lastrico!", "Arriva la terza guerra mondiale!", "Il Paese ormai è in rovina!", "Le persone sono impazzite"...
Di nuovo, ci si dimentica che l'umanità ha sempre vissuto tragedie e cataclismi, ha sempre attraversato alti e bassi, così come ha sempre superato, prima o poi, ogni crisi.

“Gli esseri umani
hanno la particolarità
di volere sempre di più”

Ragioni particolari o personali

L'elenco sopra - composto da motivi che valgono per ogni essere umano o per una maggioranza - rende più chiaro perché molti rimangano aggrappati ad una visione emotivamente pessimista, anche di fronte a prove contrarie. Ma ci sono categorie di persone ancora più risolute nel negare con forza qualsiasi interpretazione positiva della realtà, per possibili motivi personali che ora proverò ad esaminare.

Confrontare il presente con una utopia

Molti sostengono che "Il mondo fa schifo" perché lo confrontano, magari senza rendersene conto, con una loro visione idealizzata di come il mondo dovrebbe essere. Ovviamente il mondo reale, così come gli esseri umani reali, potranno solo fare una pessima figura rispetto al "mondo perfetto" o all'essere umano "come dovrebbe essere"!
Ogni confronto del genere sarà inevitabilmente fallimentare, perché il mondo non è fatto per renderci felici (e mai lo è stato), e gli esseri umani per loro natura sono imperfetti, fallibili e spesso egoisti o stupidi.
In questo caso l'errore non sta nell'ignoranza o disinformazione, quanto nel non saper distinguere tra utopia immaginaria (per quanto auspicabile) e mera realtà. Costoro sembrano attendere - o pretendere - un mondo in cui nessuno soffra più, nessun delitto e nessuna ingiustizia avvengano, e tutti vivano in fraterna armonia: un sogno fantastico quanto irrealizzabile.

Confrontare il presente con un passato ideale mai esistito

Similmente al caso precedente, alcuni confrontano il presente con un passato ideale od ottimale che non è mai realmente esistito, ma che loro immaginano comunque:
  • Ingenui idealisti, che credono possa esistere, o sia già esistita, una "Età d'Oro".
  • Persone religiose, che credono ad una possibile società ideale basata sulla loro fede, come per i cristiani il "Regno dei Cieli".
  • Femministe, che si convincono come secoli fa la Terra fosse dominata da un "matriarcato" benevolo (a dispetto dell'assenza di prove storiche fondate; "il matriarcato inteso come governo delle donne non è mai esistito").
  • Persino alcuni seguaci di certe aree politiche (specialmente di sinistra, ma non solo), hanno un ricordo alquanto distorto di certi periodi, che quindi rimpiangono con nostalgia: così abbiamo non pochi "sinistroidi" che ricordano l'URSS come un luogo in cui vigeva giustizia sociale e diritti umani (!), così come "destroidi" convinti che Mussolini abbia fatto del bene all'Italia (!!!).

Le ragioni per cui certi individui credono a simili idee in assenza di prove, o addirittura in contrasto con ogni fonte storica, sono da ricercare nella psiche di ciascuno. Certo è che con tali persone ogni ragionamento razionale è vano, in quanto le loro convinzioni sono basate su fantasie e non sulla realtà.

“Alcuni confrontano il presente
con un passato ideale
che non è mai esistito”

Confondere il personale col generale

Spesso prendiamo le difficoltà personali come se fossero prova di un problema generale:
  • Se mi ritrovo disoccupato allora "L'economia sta andando a rotoli"...
  • Se un uomo viene tradito allora "Le donne sono tutte baldracche"...
  • Se una donna non trova una relazione stabile allora "Oggi gli uomini non vogliono impegnarsi"...
  • Se mi rifilano una fregatura allora "Non ci si può più fidare di nessuno"...
  • Se un medico sbaglia una diagnosi allora "Oggi i dottori sono tutti incapaci"...
Immagino che le frasi di cui sopra le abbiate sentite tutti. Ma è davvero così? O, piuttosto, molto spesso il problema riguarda solo noi, od un gruppo ristretto di persone, o magari è stato un colpo di sfortuna...?

Sembra che certe persone trovino insopportabile ammettere che quanto gli accade magari dipende da loro errori (invece che da un problema comune) e quindi, di nuovo, preferiscono dare la colpa al mondo...
O gli piace pensare che tutti siano messi male come loro, perché l'idea che altri stiano molto meglio li fa rodere di invidia...
Oppure cadono in una sorta di "egocentrismo cognitivo", per cui non sanno più distinguere fra loro stessi ed il resto del mondo, o non concepiscono che altri possano vivere in situazioni ben diverse e - non sia mai! - ben migliori della loro...

Pessimismo come proiezione e negazione

Infine, per alcuni il motivo del loro pessimismo è una proiezione verso l'esterno del loro disagio interno. Queste persone soffrono di un profondo malessere interiore: sono depresse, disadattate, disperate, spesso isolate ed incapaci di affrontare efficacemente la realtà, o di trovare soddisfazione in essa. Poiché loro si sentono in modo orribile, ne deriva che il mondo debba essere un posto orribile; come potrebbe essere un bel posto, se loro stanno così male?
Inoltre coltivano una mentalità vittimistica e, proiettando la propria condizione negativa sul mondo, negano di averne responsabilità: invece di ammettere, realisticamente, "La mia vita fa schifo perché ho una serie di gravi problemi", si consolano convincendosi che "La mia vita fa schifo perché il mondo fa schifo: quindi è colpa sua e non mia".
Queste persone faticano ad ammettere che altri possano vivere felici; perché questo implica che il problema sia dentro di loro, non fuori.

Questo vale anche per coloro che insistono a dire che "là fuori" è pieno di persone malvagie od orribili. Di solito queste persone hanno subìto gravi traumi, ma invece di riconoscerli e prendersene cura li proiettano all'esterno. Così, invece di ammettere "Mi hanno fatto cose terribili (ed ora devo farci qualcosa)", si convincono che "Il mondo è pieno di persone terribili".

Non è una novità

L'illusione del "Un tempo si stava meglio", "Una volta c'erano più valori", "Prima le persone erano migliori" sembra essere una costante della nostra specie, non un fenomeno recente: infatti ne vediamo esempi in tutte le epoche, tramite gli aforismi. Un esempio celebre è Cicerone, che ancora prima di Cristo si lamentava della decadenza nella sua epoca dicendo "O tempora o mores!", ovvero "Che tempi, che costumi!".

Possiamo quindi concludere che è tipico dell'essere umano lamentarsi del presente, dimenticando i problemi del passato ed anzi idealizzando i tempi che furono (che di solito erano peggio di come li ricordiamo). In più, alcune persone particolarmente sofferenti o problematiche si attaccano a questo tipo di convinzioni, perché trovano in esse giustificazioni alla loro sofferenza e/o alibi per scaricarne all'esterno la responsabilità.
Quindi la prossima volta che sentirete qualcuno affermare che "Il mondo va sempre peggio...", potete ricordavi che quasi sicuramente non è vero, e quindi mantenere ottimismo e speranza nel futuro - che aiutano a vivere meglio.

"La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio."
(Elio Vittorini)

"La persona che non è in pace con se stessa, sarà in guerra con il mondo intero."
(Mohandas K. Gandhi)

"La decisione cristiana di trovare il mondo brutto e cattivo, ha reso brutto e cattivo il mondo."
(Nietzsche)


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