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Vogliamo sempre di più: l'ambizione umana e le sue conseguenze

L'ambizione ci ha resi la specie dominante ma crea molti dei nostri problemi


Avendo studiato il comportamento umano per tutta la vita, ho sviluppato una serie di spiegazioni per i nostri comportamenti irrazionali o insensati.
Quella di cui voglio parlare oggi è la tendenza, tipicamente umana, di volere sempre di più e non essere mai del tutto contenti. Il che ci ha resi la specie dominante, ma genera anche buona parte dei problemi che affliggono l'umanità. Però di solito non siamo consapevoli di questa ambizione, proprio perché questa tendenza è talmente radicata in noi da risultarci "invisibile"; per noi è semplicemente la norma, come respirare.

Noi e gli animali

Invece questa tendenza diventa peculiare se osserviamo il comportamento degli altri animali (*). Certo anche fra gli animali esiste una certa "ambizione", ma quando i loro desideri elementari vengono soddisfatti sono contenti, e non cercano oltre:
  • Un cane che abbia il suo pasto quotidiano lo mangia sempre di gusto; non pretende varietà, ed una volta sazio non va a cercare altro cibo.
  • Un leone che ha il suo branco di femmine non va in giro a cercarne sempre di nuove.
  • Un predatore che ha il suo territorio non cerca di espandere continuamente il suo "impero" (purché vi trovi cibo a sufficienza).
  • Anche i primati, nostri simili, magari si ingegnano inventando nuovi metodi per trovare cibo; ma una volta che i loro bisogni alimentari, sessuali e di sicurezza sono soddisfatti, non cercano altro.
In poche parole, tutti gli animali (non umani) hanno esigenze elementari, ed una volta soddisfatte quelle vivono sereni.

(*) Rammento che gli umani sono animali, per la precisione primati; e con gli animali abbiamo molto in comune.

E gli umani invece?

Unica nel regno animale, la nostra specie ha sempre cercato di più:
  • Non ci è bastato il riparo naturale di una caverna: abbiamo costruito capanne di paglia, case di legno, e poi di pietra, e poi di cemento armato.
  • Non ci è bastato il cibo che trovavamo attorno a noi: abbiamo cercato cibi nuovi e particolari, sapori esotici e spezie, e finanche creato nuove specie tramite incroci.
  • Non ci è bastato il nostro territorio: abbiamo sempre cercato di espandere i nostri confini, con guerre ed invasioni, sottomettendo o sterminando animali ed altri umani, fino a creare imperi che coprivano interi continenti.
  • Non ci è bastato camminare: abbiamo addomesticato cavalli, e poi inventato biciclette, macchine a vapore, automobili, aerei e razzi spaziali.
  • La nostra ambizione non si è limitata alla materia: abbiamo voluto espandere i confini della nostra conoscenza, sviluppando matematica, fisica, filosofia, psicologia e astronomia.
  • E l'ambizione non ha avuto solo motivazioni egoistiche: abbiamo anche costantemente migliorato la società e le sue regole, sviluppando l'etica, diminuendo la povertà, estendendo i diritti, diminuendo le disparità.
Senza questa ambizione saremmo ancora nudi nella savana africana, cacciando gazzelle e raccogliendo tuberi.

Non è mai abbastanza

Ma qualunque siano le nostre conquiste, risultati ed invenzioni, non ci fermiamo mai e non ci accontentiamo mai. Non solo siamo sempre protesi verso nuovi traguardi, personali o collettivi... spesso non sembriamo capaci di godere di ciò che già abbiamo. I più si affannano verso il futuro e trascurano il presente.

Si potrebbe pensare che l'ambizione di cui parlo non è così dannosa. Ma secondo me molti dei "vizi" che condanniamo sono collegati ad essa:
  • l'egoismo nasce spesso dal volere di più, anche a discapito degli altri;
  • l'avidità non è che l'impulso ad accumulare sempre di più (l'avido non è mai sazio);
  • oppure l'opportunismo: quando sappiamo che fare X è la "cosa giusta", ma invece fare Y ci aiuta a realizzare la nostra ambizione, tendiamo a fare Y (magari giustificandoci tramite alibi).

Con questo non voglio demonizzare l'ambizione, ma solo evidenziare la sua pervasività, i suoi "lati oscuri" e le conseguenze che produce.

In alto come in basso

Quando si considera questa ambizione di solito si pensa ad esempi "in alto" (politici, industriali, dittatori; in passato re e conquistatori), perché sono più vistosi. Ma in realtà è onnipresente, solo che ciascuno la applica a seconda delle sue possibilità:
  • Un re vuole espandere il suo regno; un faraone vuole la piramide più grande; un partito vuole più voti e più potere; un dirigente vuole che la sua azienda conquisti altri mercati.
  • Ma in modo simile, seppure su scala più ridotta, anche la persona comune persegue una casa più grande o quella per le vacanze, l'auto più prestigiosa, l'accessorio firmato, la posizione direttiva, o un partner più avvenente e sexy.
A qualsiasi livello, il fattore comune a tutte queste ambizioni è "Ancora di più". Ed una volta raggiunte, comunque non basta e si inseguono nuovi obiettivi. Naturalmente la nostra ambizione personale ci appare del tutto naturale e giustificata... mentre quella altrui può apparirci esagerata, insensata o disprezzabile.

“Qualunque siano le nostre conquiste,
non ci fermiamo mai
e non ci accontentiamo mai”

L'ambizione che caratterizza gli umani

In pratica, è proprio questa ambizione insaziabile quella che più ci distingue dagli altri animali. Non l'uso di attrezzi (anche i primati li usano), non l'intelligenza (diverse specie manifestano una sorprendente intelligenza), non la razionalità (siamo spesso più dominati da istinti ed emozioni di quanto ci piaccia ammettere), non il linguaggio: molte specie condividono con noi queste capacità, anche se in forma meno sviluppata.
Invece il tratto che solo gli umani hanno - e nessun altro animale - è proprio questa illimitata ambizione, ovvero il volere sempre di più.

L'espressione di questa ambizione varia tra le varie culture: alcune la esaltano (tipico esempio gli USA), altre la moderano (il cattolicesimo, gli Amish). Ma è comunque onnipresente; per esempio nel nostro sud Italia è importante fare sempre bella figura davanti a parenti e concittadini, oppure in certi luoghi i matrimoni devono essere all'insegna dello sfarzo (come in India), che ce lo si possa permettere o meno.

Verso l'infinito e oltre

Pensiamo al mondo com'era un milione di anni fa: gli uomini vivevano in condizioni simili agli altri animali (a parte l'utilizzo di attrezzi rudimentali).
Oggi gli animali ancora presenti sono simili, e vivono in modo molto simile, a come facevano un milione di anni fa; con eventuali piccole differenze.

Invece noi umani siamo a malapena riconoscibili:
  • Non più ricoperti di peli, ma vestiti in modi sofisticati.
  • Non comunichiamo più gesticolando e con suoni gutturali: abbiamo una serie di linguaggi articolati, comunichiamo a distanza, abbiamo giornali e riviste, televisione, Internet e smartphone.
  • Siamo passati dalle caverne ai grattacieli.
  • Siamo passati dal cercare ogni giorno cibo (senza mai la certezza di trovarne) a supermercati, centri commerciali e consegne a domicilio.
  • Siamo passati dallo sciamano ai neurochirurghi, alle terapie geniche, ad una aspettativa di vita sempre più estesa.
  • Siamo passati dal terrore primordiale verso una natura incomprensibile, all'esplorazione di altri corpi celesti.
  • Siamo passati dagli scontri con bastoni e pietre, alla diplomazia internazionale, ai trattati di pace e commerciali, alle iniziative per lo sviluppo globale - se non sempre, in buona parte dei casi.

E nonostante questo vertiginoso sviluppo ed innumerevoli progressi, ancora non ci fermiamo. Anzi, ogni giorno lottiamo per guadagnare di più, avere più diritti, creare nuove tecnologie, diminuire ingiustizie e sofferenze.

Il lato oscuro dell'ambizione

Penso che siamo più o meno tutti d'accordo che queste trasformazioni abbiano nel complesso migliorato la nostra esistenza (fatto salvo alcuni inevitabili effetti collaterali, come l'inquinamento).

Ma questa ambizione, pur con tutti i vantaggi che ha prodotto, presenta anche una serie di aspetti inquietanti:
  • Ogni volta che un'altra specie, od una situazione naturale, ha ostacolato il nostro sviluppo, non abbiamo avuto remore a sterminarla o livellare l'ostacolo. Siamo diventati la specie dominante del pianeta non solo per le nostre abilità, ma anche per la nostra assenza di scrupoli.
  • Ovviamente questa attitudine non si rivolge solo verso la natura, ma anche verso gli altri esseri umani. Nel corso della storia, abbiamo sistematicamente sfruttato, schiavizzato ed ucciso altri popoli se ciò serviva a raggiungere i nostri obiettivi.
  • Siamo l'unica specie che fa guerre in modo sistematico (anche se non siamo gli unici animali che muovono guerre). E la guerra è sempre mossa dall'ambizione: la ricerca di più territori, più ricchezze, più risorse, più potere, più controllo; anche le guerre di religione sono un modo di espandere il proprio controllo ed influenza.
    Chi oggi si scandalizza di certo "imperialismo", sembra dimenticare che gli imperi esistono da migliaia di anni, ed hanno iniziato a "passare di moda" solo 70 anni fa; e probabilmente anche la propria nazione ha attraversato quella fase.
  • Su scala nazionale o globale, questa ambizione ci spinge a consumare sempre più risorse, più energia e più territorio; ad aumentare la deforestazione; e la popolazione continua a crescere (nonostante il calo della natalità, si prevede che raggiunga i 10 miliardi), incrementando questi consumi.
  • A livello individuale, fenomeni come furti e rapine, corruzione, evasione fiscale, stupri, omicidi, delinquenza organizzata, ecc. sono in buona parte riconducibili alla stessa ambizione: se ognuno vuole di più e non può ottenerlo, o non facilmente, ci sarà una tendenza ad arrivarci con metodi manipolativi, illegali o criminali.

Per tutti i fenomeni sopra elencati possiamo trovare varie spiegazioni di tipo emozionale, culturale o sociale. Ma ciò che accomuna tutti è la tendenza - tipicamente umana - al "Voglio di più" e "Non è mai abbastanza".
Anche per questo è miope, ed ipocrita, vedere certi comportamenti come "anormali"; essi sono piuttosto espressioni - a volte estreme - di un'attitudine che ci appartiene come specie.

“Questa ambizione
ci spinge a consumare
sempre più risorse, più energia e più territorio”

Effetti del volere sempre di più, nel quotidiano

Fin'ora ho esaminato più che altro gli effetti dell'ambizione insaziabile su vasta scala: guerre, invasioni, imperialismo, ecc. Problemi che attribuiamo a chi sta "in alto". Ma se guardiamo bene, vediamo che l'ambizione brucia dentro tutti quanti, seppure in varia misura, anche a livelli più ordinari e quotidiani.
  • Un effetto frequente è la tendenza a prevaricare gli altri, in modi sottili o gravosi: scavalcare un collega per la promozione, magari barando ("Voglio quel posto!"); saltare le code ("Ho fretta!"); minacciare qualcuno ("Dammi X, altrimenti..."); passare col rosso o superare i limiti di velocità ("Non ho tempo!"); fare il bullo od umiliare gli altri, per sentirsi superiore; ecc.
  • Mentire o truffare per ottenere qualcosa manipolando l'altro.
  • Evasione fiscale: "Voglio tenermi tutti i soldi che ho guadagnato, anche a svantaggio della comunità", "Non voglio fare rinunce per il bene altrui" (l'evasione danneggia l'intera nazione).
  • Corruzione per ottenere denaro, vantaggi od opportunità.
  • Rubare, che significa impossessarsi di qualcosa violando i diritti altrui. Dal furto di oggetti d'ufficio fino al crimine organizzato.
  • Disuguaglianze: volere ed ottenere più degli altri, invece di condividere (vedi più avanti).
  • Atteggiamenti "NIMBY", cioè "Voglio un vantaggio ma lo svantaggio deve subirlo qualcun altro" (es. volere la raccolta rifiuti ma respingere la costruzione di un inceneritore vicino), oppure "Io ho X, però mi oppongo al tuo avere X perché andrebbe a mio svantaggio" (es. costruzione case davanti alla propria).

Anche le brave persone lo fanno

Quelli elencati sopra sono comportamenti antisociali, quando non illegali, ma che comunque associamo a "brutte persone". Però anche le brave persone sono mosse da una continua ambizione - pur se di solito in modi più accettabili - e spesso ne patiscono le conseguenze.
  • La ricerca di uno stipendio più elevato.
  • Il desiderio di fare carriera.
  • L'acquisto di una casa più grande o elegante, od in una posizione migliore; e poi una per le vacanze, ed una come investimento...
  • La tendenza verso automobili sempre più potenti, ingombranti (es. SUV), accessoriate e lussuose.
  • L'acquisto di smartphone di alta gamma, con funzioni sempre più sofisticate.
  • Viaggiare più spesso possibile, o le vacanze in posti sempre più lontani ed esotici (rammento che viaggiare è sempre stata un'attività da ricchi; questo è cambiato solo da pochi decenni).
  • La ricerca di esperienze gastronomiche eccitanti o insolite, fino ad arrivare alle manie da "foodie".
  • L'acquisizione di "beni Veblen", il cui scopo primario non è il godimento del bene in sé, ma il dimostrare la propria superiorità sugli altri (status symbol).
  • "Keeping up with the Joneses", cioè il bisogno di restare al passo col livello sociale ed economico dei nostri vicini o conoscenti.
  • Per non parlare di quanti "competono" sui social media per fare più bella figura rispetto agli altri (spesso fingendo una felicità o un benessere che non possiedono realmente).
  • Conflitti: quando una parte vuole più X e l'altra più Y, poiché le risorse sono sempre limitate e non si può fare contenti tutti, e nessuno vuole rinunciare, avremo conflitti a livello interpersonale, di coppia, familiare, sociale, politico, internazionale.
    Lei vuole la cucina nuova, lui l'auto nuova; gli anziani vogliono l'aumento delle pensioni, i giovani dell'educazione; la sinistra vuole più sussidi, la destra più infrastrutture... Ed ovviamente ciascuno ha le sue ragioni.
  • Nel corteggiamento e relazioni, la tendenza ad avere standard elevati (es. il "Principe Azzurro", l'ipergamia), od interrompere una conoscenza alla prima delusione, oppure nel dating online la tendenza a scartare persone nella speranza che "il prossimo" sarà migliore ("Posso trovare di meglio").
    Col risultato che sempre più persone si ritrovano sole (una "epidemia di solitudine"), oppure rompono una relazione o matrimonio, perché convinti di "meritare di meglio". Non a caso, il numero di divorzi è cresciuto notevolmente negli ultimi decenni.
  • E l'ambizione non è solo materiale: un autore vuole scrivere un best-seller, un cantante scalare le classifiche, un atleta salire sul podio, uno scienziato inventare X prima degli altri (non solo per motivi pecuniari).

Questa continua corsa verso nuovi traguardi può apparire innocua, ma tende a produrre stati d'animo corrosivi come ansia, stress, senso di inadeguatezza e fallimento, competizione, invidia, insoddisfazione costante, se non addirittura disperazione o depressione. Non è solo il fatto che vogliamo sempre di più (con la pressione associata); è che non arrivarci, o vedere altri che ci riescono mentre noi no, può avvelenarci l'esistenza.

Inseguire un bersaglio mobile

Alcuni potrebbero protestare "Ma è giusto che voglio X. Me lo sono guadagnato!"; e non avrei nulla da obiettare. Però non è questione di giusto o sbagliato; non sto facendo un discorso morale. Noto solo che i nostri desideri non si fermano mai. Un impiegato di oggi gode di maggior comfort di un re medioevale; ma comunque è raramente soddisfatto. Quello che voglio sottolineare è proprio che non c'è mai un punto di arrivo: questa ambizione è un "bersaglio mobile" che sfugge sempre in avanti.

Problemi che ci creiamo da soli

Esaminando i vari effetti di questa ambizione insaziabile, si potrebbe dire che buona parte dei problemi che affliggono gli esseri umani, provengono dagli esseri umani stessi (e non da cause esterne), proprio perché vogliono sempre di più. Come cantava Luciano Ligabue nel 2003 "Tutti vogliono viaggiare in prima. Tutti con il posto finestrino". E nel tempo l'asticella si alza sempre.

"Le cose che una generazione considera un lusso, la generazione successiva le considera necessità."
(Anthony Crosland)

“Un impiegato di oggi
gode di maggior comfort
di un re medioevale;
ma non è comunque soddisfatto”

Ambizione e disuguaglianza

Tra i vari effetti di questa ambizione, c'è quello della disuguaglianza - che non potrà mai essere del tutto eliminata (al massimo moderata). Proprio perché ciascuno desidera di più per se stesso, l'impulso primario negli esseri umani è l'accrescimento personale, non l'equa redistribuzione delle risorse.
Anche coloro che protestano ed invocano eguaglianza, di solito lo fanno a proprio vantaggio (chi spera di guadagnare da una redistribuzione), e/o non intendono raggiungerla a proprie spese (chi invoca una redistribuzione a spese altrui). Praticamente nessuno - tranne San Francesco e pochi altri - decide di rinunciare a quello che ha per donarlo a chi sta peggio. Quindi la maggioranza di quelli che sostengono pubblicamente l'eguaglianza, è in realtà ipocrita; altrimenti rinuncerebbero al superfluo per sé, per trasformarlo in assistenza ai più bisognosi. Ma quanti ne avete visti fare così?
Naturalmente anche questo ha le sue eccezioni: molte persone sono generose, e non pochi donano in beneficenza. Ma comunque in misura limitata.

Gerarchia, non eguaglianza

La dimostrazione che l'eguaglianza è per molti versi "innaturale", ovvero va contro i nostri istinti profondi, è la "gerarchia di disponibilità" che guida i comportamenti di tutti. Ovvero, siamo generosi e disponibili a condividere i frutti della nostra ambizione con chi sta in alto nella gerarchia, e sempre meno scendendo:
  1. Al primo posto mettiamo i figli - e per alcuni il coniuge - che vengono prima di tutti e per cui daremmo tutto, persino la nostra vita.
  2. Dopo vengono i parenti stretti, come genitori, fratelli e sorelle.
  3. Poi la parentela più allargata per alcuni, oppure gli amici speciali per altri.
  4. Poi amici comuni, colleghi, compagni di attività o interessi.
  5. Poi i nostri concittadini, o coloro che fanno parte della nostra cerchia.
  6. Poi i nostri connazionali, o quelli che sentiamo simili a noi.
  7. Dopo di che arrivano tutti gli altri - a cui solitamente dedichiamo ben poco tempo, attenzione o risorse.
(ovviamente ci possono essere eccezioni: persone che detestano il coniuge, odiano i genitori o provano antipatia verso il proprio Paese; ma i più rientrano nello schema appena esposto)

Se quanto elencato è profondamente radicato in noi, come potrebbe realizzarsi una totale eguaglianza? Anche quelli che a parole la sostengono, anteporrebbero i figli a tutti gli altri, o un familiare a degli sconosciuti. Infatti esistono leggi contro il nepotismo proprio perché è un istinto universale (altrimenti a che scopo averle?).

L'eguaglianza forzata non funziona mai

Un'altra dimostrazione di quanto l'eguaglianza ci risulti "innaturale", sono le società dove è stata imposta dall'alto (tipicamente Paesi comunisti come Russia, Cina e Cuba). Tutti questi casi sono stati fallimentari, portando povertà diffusa (*), governi totalitari e forti disuguaglianze (oltre a milioni di morti per repressioni o carestie): il popolo è rimasto povero (nonché oppresso), mentre pochi "compagni" in alto hanno accentrato potere e ricchezze.
Paradossalmente, un sistema basato sull'idea di eguaglianza ha prodotto una disuguaglianza ben peggiore del sistema che voleva sostituire, cioè il capitalismo (nel quale la disuguaglianza è più distribuita).
(*) La crescita economica della Cina è avvenuta solo con le riforme promosse da Deng Xiaoping negli anni '80, che hanno permesso lo sviluppo di un'economia privata sostanzialmente capitalista. Il PIL della Russia è simile a quello dell'Italia, pur avendo oltre il doppio della popolazione, un territorio oltre 50 volte più grande, e vaste quantità di risorse naturali. L'89% delle famiglie Cubane vive in estrema povertà.

Sulle conseguenze di un sistema politico basato sull'eguaglianza, si veda il celebre romanzo "La fattoria degli animali" di George Orwell. Sugli effetti nefasti di un'eguaglianza forzata, si veda l'efficace racconto breve "Harrison Bergeron" di Kurt Vonnegut.

Equità fino a un certo punto

Naturalmente una certa equità è importante per una specie sociale come la nostra. Per questo cercheremo sempre di perseguirla. Ma per le ragioni che ho illustrato, una totale eguaglianza resterà un'utopia. Non per colpa di "cattivoni" o "poteri forti" - come molti amano credere - ma perché tutti vogliamo avere sempre di più per noi stessi, o per chi ci sta vicino.

Perché questa ambizione è così parte di noi

Se questa ambizione presenta aspetti negativi così evidenti, ci si potrebbe chiedere, come mai è rimasta così presente in noi? Credo che la spiegazione sia semplicemente perché fornisce un vantaggio evolutivo: le creature più ambiziose tendono a prevalere sulle altre, ad ottenere di più, a vincere i conflitti ed eliminare gli ostacoli... quindi sono quelle che maggiormente sopravvivono e si riproducono. Per cui questo tratto si è mantenuto ed è cresciuto nei millenni, in quanto "vincente".

Lo stesso vale per l'aggressività: nonostante i suoi lati negativi, le creature (o le specie) aggressive hanno prevalso su quelle più pacifiche. Per cui le prime hanno prosperato, mentre le seconde si sono assoggettate o estinte. E' il darwinismo in azione.

Limitare l'ambizione?

Date le conseguenze, qualcuno potrebbe auspicare che la società limiti questa ambizione. Ma essendo un impulso naturale e innato, questo controllo verrebbe vissuto come una pesante limitazione della libertà personale. In effetti assomiglierebbe ad un "incubo socialista" (come menzionato prima) che finisce con lo schiacciare gli individui.

Ambiziosi, ma non troppo

Con tutto questo, non intendo dire che l'ambizione umana sia l'unica causa dei nostri problemi; il male e la sofferenza hanno spiegazioni molteplici. Però credo di aver dimostrato che buona parte dei nostri problemi vi sono collegati.
Trovo quindi auspicabile diventare consapevoli di questo impulso, e magari imparare ad arginarlo. Non solo per evitare di danneggiare gli altri, ma prima di tutto perché l'ambizione illimitata ci impedisce di godere di quello che abbiamo:
  • Se ho già un tesoro ma non me lo godo, è come se non l'avessi; è come se fossi povero.
  • Se non so assaporare il presente e inseguo sempre un futuro migliore, non proverò mai soddisfazione; correrò la corsa del topo.

La felicità esiste solo assaporando il momento presente, nel qui-ed-ora. Finché mi affanno ad inseguirla, resterà fuori dalla mia portata.
L'ambizione dovrebbe essere al nostro servizio; evitiamo di diventare suoi schiavi.

"L'ambizione, tra tutti i vizi umani, è quella che assomiglia maggiormente a una virtù."
(Sallustio)

"Senza ambizione non si inizia nulla. Senza impegno non si finisce nulla. Il premio non ti verrà regalato. Devi conquistarlo."
(Ralph Waldo Emerson)

"Niente risveglia l'ambizione quanto lo squillo di tromba della fama altrui."
(Baltasar Graciàn)


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Le tre origini dell'amore sentimentale

Per chi non comprende come "funziona" la psiche umana, spesso i sentimenti sono un mistero. Oppure scambiamo causa ed effetto, credendo che l'innamoramento sia la causa dei sentimenti, mentre è anch'esso l'effetto di altre cause.
C'è sempre una ragione per le emozioni che proviamo. In questo post proverò a spiegare cosa provoca il coinvolgimento sentimentale che proviamo verso un possibile partner, e quindi la relazione di coppia. Semplificando, questo coinvolgimento nasce principalmente da tre motivazioni fondamentali:
  1. L'attrazione fisica (a livello erotico, passionale, viscerale - inclusa la "chimica di pelle").
  2. L'intesa / Compatibilità tra personalità / affinità / sintonia (quando l'altro ci assomiglia e/o condivide valori, interessi, gusti, attività, obiettivi, visione del mondo).
  3. Le motivazioni inconsce (basate su parti profonde della nostra psiche, di cui non siamo consapevoli: figure genitoriali, traumi o ferite emotive, schemi relazionali familiari).
Che possono anche combinarsi tra di loro. Potremmo forse dire che la prima coinvolge più il corpo, la seconda l'animo e la mente, e la terza provoca forti reazioni viscerali.

E l'amore dove sta?

Quando si parla di motivazioni sentimentali, la più ovvia è scontata pare quella dell'amore: "Lo voglio / Lo desidero / Mi piace / Mi fa impazzire... perché lo amo" e simili. In realtà, secondo me l'amore è più una conseguenza che una causa, e si sviluppa a grandi linee così:
  1. Una certa persona ci ispira forti e profonde emozioni per qualche motivazione (come le tre esposte sopra, di cui però raramente siamo consapevoli).
  2. Questo ci genera sia un potente attaccamento (bisogno), sia uno slancio affettivo (per cui faremmo di tutto per l'altro); oltre a profonda felicità (se siamo ricambiati) oppure strazio (se veniamo respinti). E chiamiamo tutto questo "amore" (anche se è più corretto definirlo "amore romantico").
Ma se osserviamo questa dinamica, vediamo bene che la seconda fase non potrebbe accadere senza la prima: l'amore della seconda parte è quindi una conseguenza delle motivazioni presenti nella prima (senza le quali possiamo provare una serie di sentimenti positivi verso qualcuno - come simpatia, amicizia o affetto - ma non innamoramento o amore romantico). Ma poiché non siamo consapevoli di quanto ci succede nella prima fase, non abbiamo spiegazioni per essa, e ci ritroviamo "inspiegabilmente" immersi nella seconda, con l'amore che ne risulta: poiché è tutto ciò che vediamo, lo prendiamo come causa o spiegazione.
E' un po' come una persona completamente ignara di tecnologia che usa un ascensore e, se gli chiediamo cosa muove l'ascensore, risponde "Il mio dito che preme il pulsante". Costui non ha idea di tutto l'apparato - a lui invisibile - che muove l'impianto, quindi scambia il suo dito per una causa prima.

“L'amore è più una conseguenza
che una causa”


1. L'attrazione

Cosa intendo con "attrazione fisica"? E' quell'emozione di intenso interesse verso qualcuno, una pulsione potente che ci spinge verso lui o lei, di solito unita ad un desiderio di possesso. Quell'emozione ci suscita un desiderio di unione erotica / emotiva / affettiva / spirituale con quella persona, al punto da volere che diventi parte della nostra vita.

N.B.: E' bene sottolineare che l'attrazione non scaturisce solo dalla bellezza fisica (come molti credono). L'attrazione nasce anche da altri fattori, quali personalità, carisma, esuberanza erotica, talenti; e negli uomini ricchezza, potere e status.

A cosa serve l'attrazione

Ma qual è il senso dell'attrazione? Essenzialmente, è il meccanismo con cui la Natura ci induce ad accoppiarci e riprodurci. Infatti funziona negli animali similmente a come accade per noi: siamo attratti dalle persone cui potremmo avere figli più sani e/o meglio accuditi.
Quella che noi percepiamo come "bellezza", infatti, è sempre un segno di "fitness genetica", cioè geni di qualità e/o buona capacità riproduttiva. Pensiamo a tratti come la simmetria, una capigliatura folta, denti sani, muscoli negli uomini e curve nelle donne (o a come la loro assenza ci spenga l'attrazione): sono tutti segnali di buona fitness genetica e riproduttiva.
Inoltre, siamo spesso attratti dalle persone che hanno buona compatibilità genetica con noi, ovvero i cui geni combinati con i nostri hanno elevate chance di generare figli sani e forti. Questo tipo di compatibilità può spiegare perché l'odore di certe persone ci affascina o ci respinge, ed in generale il fenomeno della "chimica di pelle" (quando il semplice contatto col corpo di una persona ci provoca una forte eccitazione o un senso di benessere).

Da notare che questo meccanismo funziona anche quando non abbiamo alcuna intenzione di procreare, e persino se siamo sterili. E' infatti un istinto profondo e fondamentale (radicato nella nostra parte animale), su cui la ragione non ha alcun influsso. Tanto è vero che non di rado possiamo sentirci attratti da persone "pessime" (un uomo violento od egocentrico, una donna nevrotica o manipolatrice), o già impegnate, o che sappiamo essere inadatte a noi... ma ci possiamo fare ben poco.

Gli effetti dell'attrazione

L'attrazione è quindi la motivazione sentimentale più intensa e frequente, ma anche spesso fraintesa: molti provano attrazione od eccitazione e, specialmente se poco consapevoli delle proprie emozioni, chiamano tutto ciò "amore" (non è nemmeno colpa loro, visto che a tutt'oggi non ci viene data un'educazione emotiva e sentimentale; per cui molti rimangono "ignoranti" riguardo il proprio mondo interiore).
In altri post ho spiegato come funziona l'attrazione, e come questa sia la motivazione principale che conduce alla coppia (anche se ci piace credere diversamente). Immagino che questa sia un'affermazione controversa, anche perché la cultura romantica in cui siamo immersi pone l'accento sui sentimenti e tende a svalutare istinti e pulsioni. Ma la conferma di quanto dico è data dal fatto che la stragrande maggioranza delle persone ammette che non sceglierebbe come partner qualcuno verso cui non prova attrazione.

Questo è tanto più vero quanto più siamo influenzati dagli ormoni. Infatti nell'adolescenza e nella prima gioventù spesso le relazioni sono principalmente basate sull'attrazione, motivo per cui molte hanno breve durata: quando l'innamoramento passa e/o la passione erotica si spegne (cosa frequente dopo i primi due-tre anni), tante relazioni si disfano oppure uno dei due dice "Non ti amo più". Finita l'attrazione, a volte rimane ben poco.

“Molti provano
attrazione od eccitazione
e chiamano tutto ciò amore”

L'attrazione non dà garanzie

Il limite principale dell'attrazione, infatti, è che non offre nessuna "base" solida su cui costruire la relazione (a parte l'eccitazione e il desiderio, collegati alla riproduzione), e quindi nessuna garanzia sul successo della relazione stessa. Il fatto di provare una forte attrazione per qualcuno, infatti, non assicura affatto:
  • Reciprocità: possiamo benissimo impazzire per qualcuno che non ci vede nemmeno. Anzi, poiché tendiamo ad essere ipergamici, è comune sentirsi attratti da chi è molto più avvenente di noi e, quindi, è fuori dalla nostra portata.
  • Compatibilità: potremmo essere due persone che non hanno nulla in comune, senza nulla da dirsi, con valori ed obiettivi opposti... e provare comunque attrazione. E siccome l'attrazione è inebriante e "dà alla testa" (un po' come una droga), all'inizio non lo vediamo ma ce ne accorgiamo solo in seguito.
  • Durata: come visto nel punto precedente, possiamo essere attratti da persone incompatibili con noi. Se questo all'inizio può non sembrare un grosso problema, sulla lunga distanza è solitamente mortale per la relazione. Senza compatibilità, anche la persona più sexy ci diventa intollerabile col tempo (ma lo scopriamo solo quando ci tocca sopportarla ogni giorno).
  • Soddisfazione erotica: paradossalmente l'attrazione - che è il "motore" della pulsione erotica - non garantisce nemmeno una sessualità appagante. Anche se l'altro ci fa impazzire, infatti, se abbiamo gusti o ritmi diversi, preferenze contrastanti, livello di libido distanti o "linguaggi" erotici incompatibili, a letto non riusciremo a trovare un'intesa.
Insomma, l'idea romantica - e diffusa - per cui se qualcuno mi fa "perdere la testa" allora è "la persona giusta", è totalmente infondata.

"A letto eravamo perfetti. Però cominciavamo a litigare già mentre andavamo al bidet."
(Ava Gardner)

Meno ormoni, più consapevolezza

Col passare del tempo, però, di solito: (anche se non tutti hanno questa maturazione)

E' con questa evoluzione, quindi, che di solito le persone imparano a combinare l'impulso dell'attrazione con il senso di benessere che provoca l'avere vicino qualcuno con cui ci sentiamo "a casa".

“Impariamo che a volte
l'attrazione di pancia ci porta
verso le persone sbagliate”


2. L'intesa / Compatibilità

Avere una elevata compatibilità significa essenzialmente che l'altra persona "combacia" armoniosamente con la mia personalità, un po' come fa una chiave con la propria serratura. Con la maggioranza delle persone che incontriamo ci sentiamo sempre almeno un po' "estranei", e tenuti a nascondere qualche aspetto di noi; quando incontriamo qualcuno di davvero compatibile, invece, ci sembra di "essere a casa": ci comprendiamo a vicenda, ridiamo delle stesse battute, abbiamo passioni in comune, sentiamo di poterci fidare e rivelare interamente.
E' questo tipo di corrispondenza che genera quelle sensazioni deliziose di "Mi sento del tutto a mio agio", "E' come se ci conoscessimo da sempre", "Mi sento al sicuro", "Finalmente mi sento compreso", "Sento che posso dire qualsiasi cosa", ecc.

Aree di compatibilità

La compatibilità tra due persone comprende diverse aree, di seguito alcune tra le più significative:
  • Personalità: alcune personalità funzionano meglio quando sono affini (simili), altre quando sono complementari (ognuno completa l'altro); oppure quando c'è il giusto mix tra i due (due persone troppo simili potrebbero annoiarsi; se troppo diverse tendono a scontrarsi). Una personalità vivace ed estroversa può essere complementare ad una più riflessiva ed introversa, se le differenze non sono estreme. Altri aspetti sono socievolezza, apertura mentale, curiosità, (dis)inibizione, spirito avventuroso, intraprendenza.
  • Comunicazione: la capacità di comunicare apertamente e onestamente è fondamentale; aiuta a risolvere i problemi, superare i conflitti in modo costruttivo, e creare intimità. Anche la disponibilità a mettersi in discussione, ammettere i propri errori, trovare compromessi, sono qualità che aiutano la relazione a prosperare.
    Spesso uomini e donne non si capiscono perché sono differenti, ed anche perché hanno aspettative errate.
  • Emozioni e Intimità: alcuni riescono a svelare il proprio mondo interiore ed emotivo (quando sanno di potersi fidare), per altri è quasi impossibile (o ne sono ignari). Questo tipo di condivisione aiuta a raggiungere un'intimità profonda, che potremmo definire come "comprendere l'anima dell'altro". E' essenziale anche la capacità di esprimere le proprie emozioni senza aggressività, così come saper accogliere le emozioni dell'altro senza giudicarle.
  • Intesa erotica: questa avviene quando ritmi, gusti e preferenze dei partner combaciano, di modo che entrambi possano lasciarsi andare ed esprimere pienamente il proprio potenziale erotico. Richiede anche l'espressione sincera dei propri desideri e fantasie sessuali: l'altro non può indovinarli.
    Da notare che questa intesa è cosa diversa dall'attrazione: possiamo essere attratti da qualcuno poco compatibile (ed il sesso sarà allora frustrante o poco appagante), oppure non sentirci attratti fisicamente da qualcuno che è però molto compatibile con noi (in questi casi vale la pena di fare dei tentativi per scoprire se "i corpi si piacciono", nonostante non ci venga molto spontaneo).
  • Valori: spesso consideriamo i nostri valore come "giusti" e diamo per scontato che l'altro li condivida (salvo poi avere sorprese). Ma valori quali famiglia, amicizia, religione, onestà, l'orientamento politico, la ricchezza materiale oppure la crescita spirituale, sono temi fondamentali su cui possono esserci forti conflitti.
  • Obiettivi: avere obiettivi in comune lega i partner e li aiuta a raggiungerli; il contrario li fa sentire come se viaggiassero su "binari diversi". Obiettivi importanti sono formare una famiglia, avere figli, la carriera, la sicurezza economica, la casa, i viaggi, la crescita personale; ed è bene chiarirli dall'inizio - anche perché alcuni sono incompatibili fra loro (voglio passare più tempo in famiglia o nella professione? Preferisco investire nella casa o nei viaggi?).
  • Interessi e Attività: ovviamente avere hobby e passioni in comune rende la coppia più affiata e legata ma, a differenza di valori ed obiettivi, qui è anche possibile che i partner ne coltivino di diversi; anzi può arricchire il rapporto. Se però gli interessi sono del tutto diversi, questo facilmente creerà un divario tra i due.
  • Stile di vita: le differenze riguardo abitudini alimentari, attività sociali, gestione del tempo, pulizia e ordine (o loro mancanza), orari, puntualità... se notevoli possono incrinare la relazione. E' una di quelle aree in cui una certa diversità è stimolante, troppa diventa sfiancante.
  • Rispetto e Fiducia: una relazione sana e felice richiede entrambi. Se l'altro non ci mostra rispetto, o se non ci ispira fiducia, difficilmente il rapporto potrà svilupparsi in modo armonioso.
In sintesi, la compatibilità tra due persone è una combinazione di fattori psicologici, emotivi, relazionali e pratici. Le differenze possono arricchire la relazione, ma le somiglianze forniscono una "base solida" per un legame appagante e durevole.

“Due persone troppo simili
potrebbero annoiarsi;
due troppo diverse
tendono a scontrarsi”

Non trascurare le incompatibilità, non pretendere la perfezione

Da notare che una forte attrazione può indurci a trascurare le incompatibilità, o spingerci a pensare che "l'amore sistemerà tutto"... ma col tempo scopriamo che quasi mai è così. Possiamo anche amare una persona poco compatibile, ma se è troppo diversa od opposta a noi, questo sarà fonte di continua frustrazione.

Infine, ricordiamo che la perfezione in amore non esiste: anche con il partner migliore ci sarà sempre qualche aspetto che non ci garba, o che ci manca. Ritengo che una compatibilità del 90% sia già una forma di "paradiso relazionale", che ben pochi nella vita riescono a realizzare.


3. Le motivazioni inconsce

La terza motivazione fondamentale ha a che fare con parti profonde e nascoste della nostra psiche: quando l'altra persona... Questo tipo di motivazione può essere molto potente, ed è spesso alla base di amori travolgenti oppure infelici e tormentati, che le altre persone trovano irrazionali e inspiegabili: per esempio quando qualcuno rimane legato ad un partner violento o che lo maltratta. Queste stesse persone non sanno spiegare la forza di questo legame, oppure ricadono in spiegazioni ingenue o semplicistiche: "Perché lo/la amo", "Non posso fare a meno di lui/lei", ecc. In realtà non lo sanno davvero (se non dopo un percorso di terapia).

Qui però scelgo di non approfondire questa motivazione poiché, essendo basata su fattori personali ed inconsci, non può essere generalizzata: ognuno ha la sua storia, e la maggioranza delle persone è completamente ignara di ciò che si nasconde nel profondo della propria psiche. Per chi sia interessato ad esplorare questo tema, suggerisco di considerare i libri proposti nella Bibliografia, specialmente nelle sezioni "Psicologia" e "Relazioni"; oppure di parlarne con un esperto che possa aiutare a fare luce nelle zone oscure del proprio Sé.

“L'inconscio è spesso alla base
di amori travolgenti
oppure infelici e tormentati”



Combinazione di motivazioni

Naturalmente in ogni situazione possiamo ritrovare una diversa combinazione delle tre motivazioni citate. Conoscere ciascuna di esse può aiutarci a capire meglio l'origine di ciò che proviamo, e cosa eventualmente ci manca. Per esempio due situazioni comuni sono le seguenti:
  1. Proviamo forti emozioni ed attaccamento verso l'altra persona... però ci troviamo spesso a scontrarci o litigare. ---> E' probabile che ci sia un'elevata attrazione ma una bassa intesa o compatibilità.
  2. Ci sentiamo bene con l'altra persona, siamo a nostro agio, la stimiamo e apprezziamo... però ci manca qualcosa di importante; ci troviamo a dire cose tipo "Non c'è quel quid", "Non è scattata la scintilla". ---> E' probabile che ci sia bassa attrazione ma elevata compatibilità.
Attenzione all'errore comune di credere che nel primo caso "Però ci amiamo" (confondendo la passione con l'amore), oppure nel secondo "Non è la persona giusta perché non ho perso la testa".

Molta attrazione, scarsa intesa

Come spiegato, l'attrazione - e la conseguente passione travolgente - ci possono regalare sensazione meravigliose, ma non sono garanzia di stare bene insieme, né di lunga durata. Molte relazioni di questo tipo naufragano tra litigi ed incomprensioni, oppure finiscono in tradimenti e scenate... perché fondamentalmente quelle due persone non riescono ad andare d'accordo. Rimangono come "estranei".
Nel periodo iniziale dell'innamoramento ci può sembrare che la nostra passione possa superare ogni ostacolo. Ma quando questo effetto termina, le incompatibilità diventano sempre più evidenti e noi diventiamo sempre meno capaci di sopportarle.
E' uno di quei casi in cui un partner può ritrovarsi a dire "Lo amo ma lo odio". Il che di solito significa "Provo una forte attrazione ma non sopporto il suo carattere / comportamento".

Bassa attrazione, grande intesa

Questo è un tipo di relazione che produce un grande senso di benessere emotivo e affettivo, ci ispira fiducia e apertura, ma non suscita emozioni travolgenti né le "farfalle nella pancia". Come già indicato, questo è di solito un rapporto in cui l'attrazione è bassa oppure in cui l'innamoramento non è avvenuto.
A dispetto delle belle sensazioni, col tempo ci chiediamo se "manchi qualcosa" o dubitiamo che "sia amore" (perché confondiamo l'innamoramento con l'amore). Di conseguenza tendiamo a sottovalutare questo tipo di relazione e accantonarlo, specialmente se crediamo nelle "favole romantiche", o se associamo il "perdere la testa" al "vero amore".

Certamente ognuno è libero di decidere della sua vita come vuole, incluso il rischio di farsi male inseguendo un amore idealizzato come rappresentato nelle commedie romantiche. Vorrei però dire che, specialmente sulla lunga distanza, le qualità di una relazione come questa possono rivelarsi più preziose, rare e profonde di una passione passeggera. Se in particolare in passato relazioni travolgenti ci hanno poi deluso, può valere la pena dare a questo tipo una chance in più.

Possibili rischi

Un rischio di una relazione di questo tipo è che l'attrazione e il desiderio calano nel tempo, per cui se sono bassi già all'inizio potrebbero spegnersi sul lungo termine (la perdita del desiderio nelle donne è molto frequente). Quindi i partner si ritrovano in una relazione tipo "fratello e sorella" (buon legame affettivo ma zero eros).
Un altro rischio è che uno dei due incontri qualcuno verso cui prova forte attrazione, e questa risulti irresistibile per chi ne patisca la mancanza; con una conseguente elevata possibilità di tradimento.

“Ognuno è libero di vivere la vita
come vuole, anche di farsi male
inseguendo un amore idealizzato”

Motivazioni secondarie

Oltre alle motivazioni fondamentali possiamo incontrare loro varianti, oppure motivazioni secondarie o accessorie. Varianti possibili sono per esempio:
  • A volte ci innamoriamo di chi nutre i nostri bisogni profondi, e così facendo ci rende felici o riempie un nostro "vuoto". Possiamo anche non essere consapevoli di quei bisogni ma, quando qualcuno li soddisfa, sollecita una reazione intensa dentro di noi. Questo riguarda la motivazione "2. Intesa / Affinità" (il mio bisogno incontra nell'altro una risposta) od anche la "3. Inconscio" (per esempio se mi manca una figura genitoriale e la rivedo nell'altro).
  • Siamo attratti da chi ha una qualità che vorremmo tanto avere, ma che non abbiamo sviluppato (la donna fragile attratta dall'uomo forte; l'uomo "duro" affascinato dalla donna affettuosa; la persona iper-razionale intrigata da quella creativa e fantasiosa: costoro cercano una loro "parte mancante" nell'altro). Questo impulso è un misto tra le motivazioni "2. Intesa / Affinità" (l'altro rispecchia un mio potenziale che vorrei sviluppare) e "3. Inconscio" (non sono consapevole di avere quel potenziale, quindi mi attacco a chi ce l'ha).
  • Se ho una pessima autostima, tenderò ad attaccarmi a persone di "bassa qualità" o che mi trattano male, perché nel mio profondo non credo di meritare di meglio.
  • Se ho una "ferita emotiva", per esempio del tradimento o dell'abbandono, tenderò a scegliere partner che mi tradiscono o abbandonano.
Le ultime due dinamiche ricadono nella motivazione "3. Inconscio" (non siamo consapevoli del reale motivo per cui facciamo certe scelte).

Motivazioni culturali

Un altro tipo di motivazione secondaria può essere quella dei condizionamenti culturali: ovvero i gusti ed i valori che la cultura in cui viviamo ci trasmette, e che noi "assorbiamo" senza renderci conto.
  • Per esempio prima degli anni '60 non esisteva la mania delle magrezza: la maggioranza degli uomini preferiva le donne "curvilinee". Da quando la magrezza è diventata di moda, molti la inseguono perché sono condizionati dai modelli trasmessi dai media.
  • Oppure la preferenza per la pelle abbronzata. Quando l'agricoltura era predominante, si trovava attraente una pelle pallida perché era indice di persona altolocata che non doveva lavorare nei campi. Oggi che viviamo al chiuso e siamo tutti pallidi, troviamo attraente l'abbronzatura perché indica persone benestanti che non stanno chiuse tutti i giorni in ufficio e fanno invece frequenti vacanze. In questo caso, ciò che prendiamo per "bellezza" è invece un segno di status.

Motivazioni opportunistiche

Queste motivazioni possono influenzare la scelta del partner, ed anche accendere le nostre emozioni; ma non sono collegate all'altra persona in sé, quanto a quello che possiamo ottenere da lei.
  • Una classica motivazione opportunistica è quella che riguarda Ricchezza / Potere / Status (attiva principalmente nel genere femminile). In questi casi ci si sente attratti da (o semplicemente interessati a) chi può offrirci uno stile di vita benestante, e/o occupa una posizione di potere, e/o possiede uno status elevato. Le donne sono specialmente sensibili a questa motivazione perché hanno una tendenza ipergamica (ricerca di un partner di livello superiore al proprio), per ragioni evoluzionistiche.
  • Un altro caso è quando scegliamo un partner soltanto come mezzo per ottenere una famiglia, e/o dei figli. Quando ciò accade il partner è solo uno "strumento" per arrivare ad un fine, ma non c'è un reale interesse per la persona: ottenuto il risultato, il partner viene facilmente ignorato o allontanato.
  • Similmente, a volte si crea un legame principalmente per sfuggire alla solitudine, o per poter fare sesso, o comunque allo scopo di appagare una propria necessità. L'altro viene scelto perché offre questa opportunità, non tanto per le sue qualità come persona.
In questi casi non si può in genere parlare di "amore", quanto di "utilizzo" dell'altro per soddisfare i propri bisogni (ciò può avvenire sia per scelta intenzionale che in modo inconsapevole). Da notare che ogni relazione prevede la soddisfazione dei bisogni (nessuno sta in coppia con qualcuno che non gli dà nulla). La differenza è che in una relazione equilibrata scegliamo il partner sia per quello che è, che per quello che ci offre; mentre in una opportunistica quello che ci offre è la motivazione primaria (od anche l'unica).

“In certi casi non si può
parlare di amore,
quanto di utilizzo dell'altro
per soddisfare i propri bisogni”

Uomini poco attraenti ed "eterni amici"

Vale la pena di notare che l'attrazione (o la sua mancanza) è uno dei motivi principali per cui molti uomini faticano a trovare una partner: infatti le donne trovano attraenti pochi uomini (circa il 20%), oltre ad essere assai più selettive; per cui i maschi meno dotati riscuotono scarso successo o si ritrovano "fuori mercato".
Lo stesso accade nel fenomeno della "friend zone": quando una donna dice "Ti vedo solo come amico", quasi sempre significa che lei non prova alcuna attrazione.

Sapere è potere

Nella mia adolescenza e gioventù ho vissuto le mie prime cotte, come tutti, senza capire cosa provavo o perché. Questo era un problema specialmente quando non venivo ricambiato o la relazione non funzionava, ed io mi ritrovavo "vittima" di forze che non comprendevo né controllavo. Poi col tempo e lo studio ho scoperto cosa c'era dietro.
Mi auguro che questi concetti possano aiutarvi a fare luce nella vostra vita sentimentale, e magari a trasformare in meglio le vostre relazioni.

"L'amore è un canovaccio fornito dalla natura, e ricamato dall'immaginazione."
(Voltaire)

"Dopo aver sviluppato una concezione dell'amore sufficientemente ideale, sufficientemente nobile e perfetta, siete fregati. Ormai niente vi potrà più bastare."
(Michel Houellebecq, "Rester vivant")

"L'amore più grande è quello nato dall'amicizia, e l'amicizia più grande è quella che si sviluppa dall'amore."
(Lou Von Salomé)


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Se gli argomenti di questo post ti toccano da vicino e vorresti discuterne, approfondire, o rivolgermi delle domande; oppure se senti il bisogno di parlare dei tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

Verrai voluto e amato per quello che puoi offrire

Tutti vorrebbero sentirsi amati, apprezzati, ammirati e benvoluti. Siamo una specie sociale: quello che pensano gli altri di noi, e come ci trattano, sono fattori che toccano chiunque profondamente. Non è una debolezza, come alcuni pensano: è semplicemente la natura umana.
Per questo molti si interrogano su come piacere, come essere desiderati, come farsi amare. In fondo, gran parte di quello che facciamo e spendiamo (pensiamo ad abbigliamento ed accessori, cosmetici, automobili, gioielli, diete, palestre, case e arredamento, ecc.) è destinata a quello scopo - che ne siamo consapevoli o meno. Persino buona parte dei post sui social media serve a quello: si vuole essere notati, apprezzati, ricevere Like o condivisioni, o magari suscitare l'interesse di potenziali partner.

Le bugie che ci raccontano

Quando i nostri tentativi di ricevere apprezzamento o interesse non producono i risultati desiderati, specialmente in campo sentimentale, dubitiamo di noi stessi: "Ho qualcosa che non va? Sono brutto/a? Non sono abbastanza? Cosa mi manca? Cos'ho di sbagliato? Forse dovrei essere più come l'attore X / la modella Y...". Ci scoraggiamo e cerchiamo di capire cosa può renderci più piacevoli o amabili.
Purtroppo le risposte che riceviamo a questo proposito sono spesso confuse, fuorvianti o del tutto false. Ci sentiamo dire cose come:
  1. "Basta che sei te stesso"
  2. "Prima o poi troverai qualcuno"
  3. "L'amore arriva quando smetti di cercarlo"
  4. "Esiste la persona giusta per te, basta che la trovi"
  5. "Tu meriti di essere amato"...

Queste sono per lo più bugie consolatorie ma ingannevoli. Sono favole che ci raccontiamo, o a cui vogliamo credere per non disperare. Ma in realtà:
  1. Se hai una personalità disastrata e la mostri essendo te stesso, gli altri si allontanano.
  2. Se non hai qualità attrattive, nessuno ti vorrà - non è questione di tempo.
  3. Se piaci poco o hai scarse qualità attrattive, rimanere fermo senza prendere iniziativa non ti renderà più interessante (anzi, avrai ancora meno chance).
  4. La "persona giusta" è un mito romantico. Se non hai qualità che piacciono, nessuno ti vedrà come un "partner giusto".
  5. Questo è un bell'ideale, ed in un mondo perfetto sarebbe così. Ma nel mondo reale vieni amato solo se possiedi attributi adeguati (chi mai vorrebbe un partner senza qualità?).

La dura verità

Chi racconta queste "favole" lo fa con buone intenzioni (e spesso ci crede), ma questo non aiuta le persone respinte, ignorate o abbandonate; le inganna soltanto, o le illude che le cose potrebbero risolversi da sole. A queste persone non viene detta la verità: per ignoranza (molti non capiscono come funzionano davvero le relazioni), o perché appare troppo crudele o spietata (quindi cerchiamo di ignorarla).
Lo scopo di questo post è raccontare la "dura verità" alle persone poco amate e/o desiderate: dir loro perché gli accade ciò, e di cosa avrebbero bisogno per cambiare la loro situazione.

Naturalmente la questione è complessa (come sempre quando parliamo di esseri umani), quindi ciò che scrivo non pretende di spiegare al 100% ciò su cui si fondano le relazioni. Ritengo però che le basi principali siano queste, incluse alcune rivelazioni che raramente ci vengono dette.

“Se non hai qualità attrattive,
nessuno ti vorrà”

La verità su chi piace e chi no

La verità è che per piacere (sia su un piano di amicizia che sessuale che sentimentale) bisogna avere certe qualità: chi possiede quelle qualità riceverà apprezzamento e interesse, altrimenti no. E' semplice: piacerai agli altri in base a quello che puoi offrire loro, che sia di loro interesse. Non semplicemente perché esisti, perché "te lo meriti" (e chi lo decide?), o perché sei una brava persona. Senza adeguate qualità verrai ignorato, respinto, o al meglio trattato con cortese indifferenza.
  • In particolare, quasi sempre le relazioni sentimentali partono dall'attrazione. Per cui se hai molte qualità attrattive avrai molti possibili partner (o potrai scegliere tra i migliori pretendenti), se ne hai poche dovrai darti molto da fare per trovare un partner disponibile (e probabilmente accontentarti), e se ne sei privo nessuno vorrà stare in coppia con te.
  • Ma anche a livello di amicizia, verrai considerato come amico se possiedi certe qualità che gli altri trovano interessanti. Vogliamo essere amici di persone che ci piacciono, che ci fanno sentire bene o ci arricchiscono la vita - non di chiunque.

In pratica, in ambito relazionale (e specialmente nelle relazioni uomo/donna) ognuno ha un certo "valore" in base alle qualità attrattive che offre, e le altre persone reagiranno a questo suo valore con più o meno interesse e desiderio (io lo definisco "valore di mercato relazionale").
In particolare le donne tendono all'ipergamia (cioè ambiscono a partner migliori di loro stesse) e sono alquanto selettive, per cui si interessano ad un uomo solo se questi presenta qualità adeguate (un "uomo qualunque" viene in genere ignorato).

Le qualità attrattive

Ma quali sono le qualità di cui parlo? Dipende da cosa cerchi (amicizia? sesso? amore?...), e dalla persona che hai di fronte. Non pensare che siamo tutti uguali, o che cerchiamo le stesse cose: in realtà siamo tutti diversi, e ci piacciono cose diverse. Ecco perché i consigli "Alle donne piace X" o "Gli uomini vogliono Y" servono a poco: non considerano le differenze tra individui.
E' vero che alcune qualità sono apprezzate da tutti o quasi. Per esempio tutti sono affascinati dalla bellezza, ma oltre alla bellezza contano altre qualità. Inoltre esistono tanti tipi di bellezza, per cui nessuno può piacere a tutti. Certe caratteristiche sono apprezzate dalla maggioranza, ma i gusti personali contano tantissimo.

Siamo mossi dai nostri bisogni

In pratica, ognuno ha i suoi bisogni, e proverà interesse per chi può nutrire quei bisogni (*).
  • Alcuni di quei bisogni saranno comuni a tante persone (i più diffusi sono: bellezza; curve sinuose e sex appeal nelle donne; potere, status e ricchezza negli uomini).
  • Altri bisogni saranno più specifici per ciascun individuo (per cui qualcosa che attrae me potrà risultare indifferente o addirittura sgradevole per altri).
Più io possiedo qualità che corrispondono ai bisogni di Anna, e più Anna si sentirà attratta da me, proverà desiderio e sentimenti nei miei confronti. Se io possiedo tutte le qualità che corrispondono ai suoi bisogni, Anna mi vedrà come unico, indispensabile e irresistibile: perché rappresento la chiave per la sua felicità (i bisogni soddisfatti ci fanno sentire felici; quelli insoddisfatti provocano frustrazione e sofferenza).

(*) Bisogni inconsci e nascosti

Va sottolineato che spesso le persone non sono consapevoli dei propri bisogni, ma questi li influenzano ugualmente. Questo vale specialmente per i bisogni inconsci e profondi, magari legati a ferite emotive del passato: queste possono indurre a ricercare esperienze negative (se ho una "ferita del tradimento" sarò attratto da persone che tradiscono).

L'amore è una conseguenza

Molti credono che il desiderio verso una persona sia mosso dall'amore ("Lo voglio perché lo amo"), ma in generale l'amore è l'effetto, non la causa. Quando qualcuno nutre i nostri bisogni (o crediamo che possa farlo), sviluppiamo coinvolgimento per quella persona: la felicità che sentiamo (o che speriamo ci venga data), ci apre il cuore e ispira l'amore che ci pervade.
L'amore non è quindi una causa di attrazione, ma la conseguenza dei bisogni soddisfatti; un misto di attaccamento, felicità e gratitudine. Spesso crediamo che sia l'amore a motivarci, quando non abbiamo idea dei bisogni che ci muovono.

“Ognuno ha i suoi bisogni,
e prova interesse per chi
può nutrire quei bisogni”

Elenco qualità attrattive

Alcune di queste valgono per tutti, altre solo verso le femmine [F].
  • Bellezza, al primo posto (ma ne esistono di tanti tipi diversi, non c'è un modello ideale che attragga chiunque)
  • [F] Sicurezza di sé, forza di carattere, personalità Alfa
  • [F] Essere un leader, una guida, qualcuno che gli altri seguono
  • [F] Ricchezza, potere, status sociale
  • [soprattutto F] Carisma
  • Intelligenza
  • Entusiasmo, intensità, avere grande energia
  • Gioia di vivere, positività
  • [F] Avere passione per qualcosa, vivere con passione
  • [soprattutto F] Avere talenti particolari (di tipo emotivo, non tecnico: arte, musica, danza...)
  • Affettuosità, calore umano, capacità di amare (*)
  • Bontà d'animo, grande cuore
  • Maturità, profondità, saggezza
  • Umorismo, allegria
  • Empatia

(*) Amare è diverso da attaccamento o dipendenza: alcuni dicono "Voglio solo amare", ma in realtà hanno personalità deboli e dipendenti, e di solito nascondono un disperato bisogno di venire amati. Questo bisogno e disperazione risultano repellenti per il sesso opposto.

Qualità primarie e secondarie

Da notare che, a parte la bellezza (che ha valore universale per ragioni evoluzionistiche), la maggioranza delle altre qualità sono "secondarie", ovvero vengono apprezzate in genere ma risultano attrattive (cioè generano desiderio sessuale o di coppia) solo per alcuni, o solo se presenti in quantità.
Queste qualità "secondarie" si sommano, cioè averne una sola porta a pochi risultati, mentre averne molte offre più chance. Ecco perché un uomo che sia molto intelligente ma non abbia altre qualità attrattive avrà scarso successo con le donne, mentre uno intelligente, spiritoso, affettuoso ed empatico otterrà migliori risultati.
Inoltre, avere tratti negativi controbilancia le qualità secondarie (ma spesso non la bellezza):
  • Per cui qualcuno ricco di qualità secondarie, ma anche insicuro, fragile, scontroso e suscettibile, perderà gran parte del suo "fascino potenziale".
  • Mentre qualcuno dotato di un fisico avvenente, anche se afflitto da tante pecche caratteriali, risulterà comunque desiderato da molti.

Dalla teoria alla pratica

Anche quando qualcuno dice di ricercare certe qualità, non sempre poi le apprezza in pratica:
  • Le donne che dicono "Cerco un uomo intelligente" o "Voglio essere amata", il più delle volte intendono "Voglio un uomo attraente / sexy, che mi susciti forti emozioni, ed anche intelligente / che mi ami". Se un uomo intelligente non le suscita attrazione o non la emoziona, la sua intelligenza non basterà di certo.
  • Ma anche molti uomini che dicono "Vorrei una ragazza che mi amasse" o "Mi piace la donna dolce e sensibile", quando incontrano una donna di quel tipo ma da cui non sono attratti fisicamente, non risultano interessati.

“Se un uomo intelligente
non suscita attrazione,
la sua intelligenza non basterà”

Non c'è giustizia o equità in amore

Un'altra verità è che non ci sono giustizia o equità in amore: i migliori possono avere tutto (o quasi), mentre i più scarsi non ottengono nemmeno le briciole (quelli "mediani" si arrabattano e si sforzano per rimediare qualcosa). Se manchi delle necessarie qualità attrattive, ed in particolare quelle che valgono per la persona che ti interessa, non avrai nessuna chance. Non importa se sei un genio, gentile, saggio o divertente: senza le qualità che quella persona desidera, resterai per lei invisibile o irrilevante.
Al più, se è una persona buona e generosa, ti tratterà con gentilezza e considerazione (ma per via della sua bontà d'animo, non per interesse verso di te). Molte persone con "basso valore di mercato" scambiano quella gentilezza per interesse (magari perché la ricevono di rado), ma è un'illusione pericolosa: quella persona è gentile con tutti, perché è nella sua natura, non scambiarlo per interesse (che ha ben altra intensità).

E nemmeno nella vita

Quindi, come detto, riceverai interesse (e amore) per quanto puoi offrire, non per chi sei. Questo è certamente ingiusto, ma lo è anche la vita stessa: alcuni nascono in famiglie ricche ed altri nella povertà, certi hanno in dono un corpo sano ed altri malforme, alcuni nascono dotati ed altri no. Se osserviamo l'esistenza vediamo che spesso il buono non viene premiato né il cattivo punito.
La vita non è giusta né morale (morale e giustizia sono invenzioni umane, necessarie per il vivere civile, ma non esistono in natura); e questo vale anche in amore. Se lo riconosciamo, eviteremo di avere aspettative illusorie e le delusioni conseguenti.

Leggi di natura

E' probabile che leggendo questo post molti avranno una reazione incredula, offesa, o persino indignata: "Non tutti sono superficiali od opportunisti, tutti possono essere amati, l'amore è un mistero, ecc.". Lo capisco, e mi piacerebbe che fosse così. Ma in 40 anni di osservazione della natura umana, ed ascoltando le storie di centinaia di persone, queste "leggi di natura" risultano chiare e inevitabili. Vediamo qualche esempio:
  • Una persona di aspetto sgraziato o ripugnante non potrà attrarre un individuo sensibile alla bellezza (che sono la stragrande maggioranza).
  • Se a qualcuno piace un certo tipo di fisico, e solo quello, non proverà attrazione per un tipo di fisico all'opposto.
  • Per la maggioranza delle donne un "uomo qualunque", senza alcuna qualità o talento particolare, risulterà praticamente invisibile - anche in assenza di gravi difetti.
  • Nessuna persona di 20-30 anni sarà interessata ad un partner di 60-70 anni (tranne anomalie rarissime, e magari dovute comunque a particolari qualità - tipo uomo ricchissimo, donna celebre).
Se anche accadono eccezioni a queste "regole", sono comunque troppo rare da fare testo, e per lo più dovute a certi bisogni soddisfatti.

Senza attrazione non c'è storia

In generale, se non risulti attraente per una persona non avrai alcuna chance sentimentale con lei, per quanto tu possa impegnarti; anzi, se insisti probabilmente le darai pure fastidio. Infatti quasi tutte le coppie partono dall'attrazione; questa è un'altra "dura verità" che di rado viene ammessa.
Quando veniamo respinti da qualcuno spesso speriamo di poter recuperare corteggiando quella persona, oppure pensiamo "Se mi conoscesse meglio potrei piacerle". Il più delle volte, però, questo non produce risultati, proprio perché se non c'è attrazione da subito, difficilmente avverrà in seguito (*).

(*) E' vero che, a volte, un corteggiamento può conquistare qualcuno; o che la conoscenza approfondita possa coinvolgere. Ma succede raramente, e mi sembra ancor più difficile che accada in un'epoca di contatti fuggevoli e "liquidi" come quella odierna.

Finire nella "friend-zone"

Quando vieni respinto e ti dicono "Per me sei solo un amico" o "Non vorrei rovinare la nostra amicizia", solitamente quelle parole non riguardano realmente l'amicizia ma significano "Non sento alcuna attrazione per te" (ma non vogliono dirlo apertamente, o a volte non se ne rendono conto). Questo tipo di affermazioni è tipicamente femminile (gli uomini provano attrazione più facilmente).

“'Per me sei solo un amico'
significa
'Non sento alcuna attrazione per te'”

Differenze tra uomini e donne in amore

E' anche importante notare le differenze tra uomini e donne nell'ambito della seduzione e dei sentimenti. Molti non le conoscono e si aspettano che il sesso opposto si comporterà come loro stessi: grave errore!
  • In primis, il desiderio tra uomini e donne non è paritario: gli uomini desiderano le donne molto più di quanto le donne desiderino gli uomini. Infatti quasi sempre sono gli uomini che corrono dietro alle donne e le corteggiano, e non viceversa.
  • Una "donna media" riceve molto più interesse di un "uomo medio" (questo è evidente sui siti di dating). E' chiaro che la donna ha un maggior "valore di mercato" dell'uomo, il che conferisce alle donne un grande potere di attrazione (che la maggioranza degli uomini non ha).
  • Le donne sono assai più selettive mentre gli uomini sono meno esigenti e più "accomodanti" (mediamente).
  • Chi viene "scartato" come partner (cioè considerato non abbastanza attraente o senza sufficienti qualità per creare una coppia), riceve un trattamento diverso in base al genere:
    • Se è uomo viene scartato e basta, ignorato o respinto, di solito senza appello.
    • Se è donna può venire comunque considerata come partner sessuale (la cosiddetta "trombamica"), o come "partner di scorta" in attesa di meglio; ed a volte questo tipo di relazioni si trasformano in una vera coppia.
      Queste possibilità possono apparire scadenti, ma va notato come comunque offrano alla donna una serie di opportunità relazionali; mentre per l'uomo scartato c'è il vuoto assoluto.
  • Questo divario spiega un'altra diversità: quando un uomo viene scartato per certe sue mancanze (insicurezza, timidezza, fragilità, scarso status o ricchezza), spesso si ritrova a dire "Ma io una donna con queste caratteristiche la vorrei lo stesso!". Questo perché, come visto nei punti sopra, l'uomo è mediamente meno esigente, e se una donna è abbastanza graziosa sorvola su altre mancanze. Non così la donna, che spesso ha una lunga lista di requisiti.

In altre parole, in amore non solo non c'è giustizia o equità, ma nemmeno parità. Uomini e donne cercano spesso cose diverse, ed hanno differente "valore": diversamente da quanto sostiene il femminismo, in ambito relazionale sono le donne ad avere grande potere ed una posizione di vantaggio.

Se ti mancano qualità

E se ti mancano qualità attrattive, cosa puoi fare? Ricorda che è sempre possibile migliorare se stessi ed imparare quello che ora non sai. Non si smette mai di cambiare, e si può evolvere lungo tutta la vita: pensa a tutto quello che hai imparato da quando sei nato. Pensare "Io sono fatto così e non posso farci nulla" è un'illusione ed un alibi.
Ogni risultato importante richiede sforzo ed impegno. Restare in forma, prendere una laurea, padroneggiare una professione, saper suonare uno strumento musicale... non è mai gratis, non è mai facile o immediato. Però se ci tieni ne vale la pena. Anche nelle relazioni, se desideri migliorare i tuoi risultati puoi "investire su te stesso" e dedicarti a sviluppare le tue qualità attrattive, aumentando così il tuo "valore di mercato".
Non è molto diverso dal farlo in ambito lavorativo, con l'obiettivo di una carriera più appagante. Alcuni credono che dovrebbero essere amati solo perché esistono, o che l'amore dovrebbe essere facile; ma non è così che funziona la vita. Come nel lavoro, anche in amore il successo e la soddisfazione arrivano a chi è più dotato oppure a chi si è più impegnato per diventare una persona notevole.

La scelta è tra non fare nulla e restare nella mediocrità, oppure impegnarsi verso obiettivi più elevati.
E se non sai come migliorare o risolvere problemi che ti frenano, oppure ti sembra di essere privo di qualità attrattive, può essere utile rivolgerti ad un esperto - terapeuta o counselor - che ti aiuti a diventare la persona che vorresti essere.

Essere amati o essere usati

Infine, rispondo ad una possibile obiezione: "Non mi interessa essere voluta solo per ciò che posso dare, per poi essere usata e scaricata". Certo, ma non è ciò che sto dicendo. Chi ci cerca perché nutriamo i suoi bisogni può anche sinceramente affezionarsi ed attaccarsi a noi; anzi è quello che spesso accade.
Il problema non è ricercare la soddisfazione dei propri bisogni (che tutti abbiamo), bensì il modo in cui li perseguiamo:
  • Una persona (abbastanza) "sana" ricerca la soddisfazione dei suoi bisogni, e si può affezionare o legare a chi li soddisfa (per esempio si innamora).
  • Una persona "malsana" ricerca la soddisfazione dei suoi bisogni, ma si limita ad "usare" gli altri a quello scopo, perché incapace di formare relazioni positive.

In altre parole, tutti cerchiamo negli altri la soddisfazione dei nostri bisogni (anche quando non lo sappiamo). Ma quello che succede dopo - affetto, amore, legame, oppure manipolazione ed utilizzo incurante - dipende dalla persona e dalla sua maturità psicologica, emotiva e relazionale. Per quello è importante non fermarsi all'attrazione istintiva (che rischia di indurci a scegliere partner affascinanti ma non compatibili con noi).

"Ognuno insegue il suo piacere."
(Virgilio)

"Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione."
(Algernon Charles Swinburne)

"Ogni umana attività è indotta dal desiderio."
(Bertrand Russell)


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Cosa vogliono davvero gli uomini dal matrimonio

Nonostante le migliaia di libri e articoli sull'argomento, uomini e donne faticano a capirsi ed a comprendere cosa vuole "l'altra metà del cielo". Si dice che i maschi siano più semplici (ed io credo sia vero), ma sono comunque esseri umani quindi creature complesse. Per aiutare le donne a scoprire cosa vogliono gli uomini nelle relazioni, ed in particolare in un matrimonio, qui elenco alcuni punti fondamentali.
Per le donne più curiose sulla mente maschile, suggerisco anche il post "15 cose che gli uomini non dicono".

In sintesi

Per chi ha fretta o non ama leggere, una sintesi estrema del post potrebbe essere: "Sii la ragazza con cui lui usciva prima del matrimonio". Se lui si è innamorato di te e ti ha sposata, vuol dire che gli piaceva davvero molto com'eri e come ti comportavi. Quindi più ti allontani da quello, più c'è il rischio che lui si ritrovi deluso o insoddisfatto.

Questo certamente non vuol dire che non ti è permesso cambiare. Ma se cambi talmente da diventare quasi un'altra persona, non sarai più quella che lui ha voluto sposare (questo vale per entrambi i sessi: se un partner prima era gentile, affettuoso e attento, e dopo diventa scortese, freddo e indifferente, chiunque si risentirebbe).
Inoltre, cambiamenti radicali di un partner fanno sospettare che la versione precedente al matrimonio fosse un "recita", una finzione per farsi sposare. Un caso classico è chi prima era un amante appassionato, ma dopo sposato perde ogni interesse verso il sesso: l'altro partner si sente chiaramente ingannato.


Cosa vogliono gli uomini dal matrimonio

Ciò che tuo marito cerca nel matrimonio segue il principio "Rimani com'eri prima di sposarti", ma ovviamente la questione è più complessa. C'è un detto che dice "Un uomo sposa una donna sperando che non cambi, e lei cambierà. Una donna sposa un uomo sperando che cambi, e lui non cambierà" - e sembra che descriva la maggioranza delle persone. In realtà tutti cambiamo in qualche modo, ma cambiamenti notevoli possono risultare deleteri per la relazione.

In generale, il 90% dei mariti ha bisogno di quattro cose dal matrimonio: sesso, una "cheerleader" (cioè approvazione e supporto emotivo), tolleranza verso i suoi hobby e passioni, ed un basso livello di criticismo. Quando stavate insieme agli inizi, molto probabilmente andavi alla grande in tutte queste categorie; ma dopo il matrimonio scommetto che il tuo livello a riguardo è andato calando.

  1. Il sesso è la parte più importante della relazione
  2. Sostegno e incoraggiamento
  3. Apprezzamento degli hobby
  4. Riduci al minimo critiche e lamentele

1. Il sesso è la parte più importante della relazione

Per quasi tutti gli uomini il sesso rappresenta il 51% della relazione (ovvero una "quota di maggioranza"). Tutto il resto (il 49%) potrebbe essere fantastico, ma se il tuo uomo non è soddisfatto della sua vita sessuale, non potrà sentirsi contento della relazione nel suo insieme. Questa è la variabile più importante dell'equazione, l'ingrediente primario per un maschio (leggendo questo magari molte donne alzeranno gli occhi al cielo, ma ricordate che uomini e donne sono diversi per natura; e pretendere che l'altro sia fatto a modo nostro creerà un divario tra i partner).

Quando uscivate insieme, immagino che coglievi ogni occasione per baciarlo o abbracciarlo, non eri mai troppo stanca per far l'amore, i piatti nel lavandino non ti impedivano di essere dell'umore adatto, ed il sesso orale - od altre sue passioni erotiche - accadevano con una certa frequenza. In altre parole, ti piaceva lui e ti piaceva farlo felice.
Invece dopo il matrimonio, la cosa più importante per lui sembra essere diventata un compito fastidioso per te (immagina se lui ti dicesse spesso che ascoltarti o parlarti gli pesa, che tenerti la mano gli dà fastidio, o che qualsiasi cosa tu indossi ti sta male: come ti sentiresti?). Questo tuo distanziarti dall'intimità fisica gli corrode l'autostima; senza fare sesso, non riesce a sentirsi amato.
A un certo punto il sesso orale o anale è diventato "disgustoso" o "degradante"... eppure non sembrava esserlo quando lui stava decidendo se sposarti. Se questa freddezza a letto continua, il porno diventa facilmente "l'altra donna": non dice mai di no, è disponibile a qualsiasi gioco, non emette giudizi, e l'uomo non deve pulire la cucina o fare lunghi massaggi alla schiena o parlare per ore pur di ottenere il suo interesse.

Non è una pretesa, è un bisogno

Questo punto potrebbe suonare come pretesa od obbligo, ma in realtà si tratta di un bisogno: ed i bisogni li abbiamo per natura, non decidiamo di averli.
Spesso il bisogno maschile di sesso viene svalutato dalle donne, che hanno priorità diverse e replicano "Il sesso non è così importante" (perché per loro è così, e non comprendono quel bisogno imperioso). La donna si lamenta "Se non ne ho voglia, perché dovrei farlo?", ed ha senso; ma non è così semplice.

Per capire meglio questo bisogno primario maschile, occorre confrontarlo col bisogno primario femminile, che è quello di attenzioni - non di sesso! (confrontare il bisogno sessuale maschile con quello femminile, come spesso si fa, è come paragonare le mele con le pere).
Quindi, cosa succede se l'uomo non ha voglia di ascoltare la partner, di parlare con lei, di accogliere le sue emozioni, di tenerla per mano, di abbracciarla, di fare cose insieme...? (che sono per molte donne il modo primario per sentirsi amate). E spesso l'uomo non ne ha davvero voglia (perché stanco, vorrebbe fare altro, o non è la sua modalità preferita; oppure perché, sentendosi trascurato sessualmente, ha scarsa motivazione per occuparsi dei bisogni di lei). Anche lui potrebbe dire "Se non ne ho voglia, perché dovrei farlo?".
Come si sentirebbe una donna che, ogni volta che desidera quel tipo di attenzioni, dovesse prima "supplicare" il partner, oppure dovesse "comprarle" compiendo prima qualche prestazione? (come spesso succede, e viene consigliato, agli uomini che desiderano fare l'amore con la partner). Lo troverebbe accettabile o dignitoso? Si sentirebbe amata?

Se consideriamo ugualmente entrambi i bisogni, diventa chiaro che la posizione "Dovresti fare solo ciò di cui ha voglia" non funziona in una coppia: se ciascuno segue solo i suoi impulsi e non si cura dei bisogni del partner, la relazione avrà vita breve. Dire al partner "I tuoi bisogni non sono importanti", è come dirgli "Tu non sei importante. La tua felicità non è importante. Il mio amore per te è una farsa." (quando ami davvero qualcuno, la sua felicità ti sta a cuore).

Naturalmente questo vale a prescindere dal genere: non è che i bisogni di un sesso siano legittimi e quelli dell'altro frivoli; ognuno ha i propri. Perché una relazione funzioni, i bisogni di ciascuno vanno soddisfatti. Certo non sempre se ne ha voglia, ma stare in coppia non è tutto rose e fiori. Se restiamo su posizioni egocentriche e trascuriamo abitualmente i bisogni del partner solo perché "Non mi va", forse non siamo pronti per una relazione.

2. Sostegno e incoraggiamento

Quando eravate fidanzati, probabilmente agivi come una "cheerleader" (*) per il tuo uomo: celebravi con lui i suoi successi, lo ammiravi per i suoi risultati. Gli dicevi quanto fosse in gamba, trovavi la sua capacità di suonare la chitarra un'indicazione di quanto fosse creativo e sensibile. Quando ha ottenuto un successo, che fosse sul lavoro, nello studio o nello sport, sei stata la prima che ha cercato per condividerlo e festeggiare insieme.
Fai ancora quelle cose? Pensi ancora che sia intelligente, creativo e brillante? Glielo hai dimostrato in qualche modo?

Gli uomini traggono il loro senso del valore in buona parte dai risultati concreti, dal sentirsi utili, produttivi, apprezzati, vincenti. Per lui i suoi risultati sono importanti quanto per te le tue emozioni. Il tuo uomo si rispecchia nel tuo sguardo:
  • Se tu lo vedi come il tuo "campione", quello che ammiri perché sai che affronta le sfide e sa risolvere ogni problema, e glielo mostri apertamente, lui si sentirà orgoglioso di sé e ti amerà di più per questo.
  • Se invece manchi di esprimergli stima e considerazione, dai per scontati i suoi risultati o sembri indifferente ad essi, lui si sentirà sminuito e la sua autostima ne risentirà. Questo lo porterà anche a "raffreddarsi" emotivamente.

(*) Le "cheerleader" (o "ragazze pompon") sono quelle che incoraggiano la propria squadra con balletti e canti in occasione di eventi sportivi.

3. Apprezzamento degli hobby

Riprendendo l'esempio della chitarra, il 99,99% degli uomini ha qualche specie di hobby, se non due o tre. Scommetto che quando uscivate insieme, lo ascoltavi per ore suonare o parlare della sua passione per la musica. Magari fantasticava di come, un giorno, avrebbe fatto parte di un gruppo o avrebbe partecipato ad un concerto.
Qualche anno fa io ed il mio migliore amico siamo andati a caccia la mattina presto... ma abbiamo fatto tardi perché la sua ragazza di allora (ora moglie) era convinta che essere perfettamente truccata fosse necessario anche in mezzo ai boschi. Ad ogni modo, stava facendo un grande sforzo per partecipare a qualcosa che era importante per lui; ma non credo che sia mai più tornata nel bosco con lui da quando ha indossato l'anello.

Gli uomini mostrano affetto e considerazione condividendo ciò che trovano più interessante o importante: il suono di quella chitarra od amplificatore, l'efficienza del nuovo processore nel computer, la resa acustica dell'impianto stereo o delle cuffie, i rapporti di trasmissione nelle biciclette, ecc. Quando tuo marito ti parla di queste cose, è il suo modo di legare con te, di condividere una parte del suo mondo che lo appassiona... come ti comportavi quando stavate uscendo insieme e lui faceva lo stesso?
Quando tu sei entusiasta per un nuovo abito, paio di scarpe o tagli di capelli, e ne parli con lui, vorresti che si mostrasse interessato e partecipe? Come ti senti, invece, se appare annoiato e insofferente?

Infine, tu potresti vedere i suoi hobby come una perdita di tempo, un vezzo infantile, o qualcosa che si frappone tra voi due. Magari per te sono solo quello, ma per lui sono importanti: fanno parte della sua identità, di quello che dà un senso al suo mondo.
Amare vuol dire anche accettare l'altro pure quando non è proprio come vorremmo. Se non riesci ad apprezzare i suoi hobby, quantomeno non esprimere disprezzo o irritazione in merito: se lo fai, lui lo vivrà come se tu avessi espresso lo stesso nei suoi riguardi. Considera i suoi hobby come uno spazio personale e necessario per il suo benessere.

4. Riduci al minimo critiche e lamentele

Per gli uomini, la critica è il cancro che avvelena la relazione. Osserva le reazioni degli altri uomini quando inizi a criticare tuo marito in pubblico, gli sguardi infastiditi o le espressioni di disagio. Per molte coppie, se l'uomo avesse ricevuto agli inizi la quantità di critiche che ha ricevuto dopo essersi sposato, non l'avrebbe mai scelta come moglie.
Mi chiedo se sia il femminismo ad aver reso accettabile questo tipo di critiche. Ma se anche lui le sopporta in silenzio, stai tranquilla che dentro ne risente e col tempo si chiuderà nei tuoi confronti. Nelle discussioni in Rete, le persone definiscono queste critiche "abuso emotivo" quando è l'uomo che le fa alla donna. Non credi che valga lo stesso a sessi invertiti?

Come vorresti che, un domani, la moglie di tuo figlio lo tratti? Come vorresti essere tratta tu, specialmente dalle persone che dicono di amarti? Ti andrebbe bene ricevere lo stesso tipo di critiche che rivolgi a tuo marito - o non lo troveresti accettabile? Ricorda che il modo in cui parli alla persona più importante della tua vita è una tua scelta.

Quindi, che spunti puoi trarre da questi argomenti? Tuo marito ti ha scelto per certi motivi; ci sono cose che sono cambiate decisamente da allora? Se un giorno ti ritrovassi di nuovo single, ti comporteresti con un nuovo fidanzato nello stesso modo in cui tratti ora tuo marito?

Amore e compromessi

Immagino che molte lettrici avranno da ridire su questa lista, e magari diranno che "Se lui mi ama, non dovrebbe pretendere questo o quell'altro". Ma allora, allo stesso modo si potrebbe dire "Se tu lo amassi, faresti volentieri quello che lo rende felice". Quindi è una questione di amore... oppure ogni persona vuole cose diverse, e quindi nelle coppie è necessario venirsi incontro?
Se ognuno resta sulle sue posizioni, convinto di avere ragione, nessun progresso sarà possibile ed i partner si allontaneranno un po' alla volta.

In particolare, come dice chiaramente il primo punto, il sesso è l'ingrediente fondamentale per la maggior parte degli uomini. Quando una moglie decide che "Il sesso non è poi così importante" (forse perché è diventato cosi per lei), sta implicitamente dicendo al marito "Tu ed i tuoi bisogni non siete più importanti per me". Un po' come un marito che dicesse alla moglie "Stare ad ascoltarti o tenerti per mano non è così importante".
Non è difficile immaginare cosa succederà in seguito...

Priorità diverse

Altri lettori potrebbero osservare che anche le donne vogliono quelle quattro cose. E' vero, ma in genere con diverse priorità:
  • Per la donna al primo posto c'è ricevere attenzioni, e quasi mai il sesso (che è importante, certo, ma meno di altre cose; e col tempo diventa sempre meno desiderato).
  • Anche la donna ha bisogno di ricevere sostegno e incoraggiamento, ma più su un livello personale e meno per risultati pratici. Per lei vale più il "Ti amo tanto" e meno il "Sei proprio in gamba".
  • Gli hobby sono meno fondamentali per le donne, e molte nemmeno ne coltivano: "fare shopping" o "guardare una serie TV" sono passatempi più che hobby. Raramente una donna prova una passione quasi maniacale per un hobby (cosa che nei maschi è più comune).
  • A nessuno piace essere criticato. Ma per le donne lamentarsi è anche un modo di comunicare e condividere (lo fanno tra amiche), mentre per gli uomini è un'esperienza inutile o stressante. All'uomo interessa risolvere i problemi, non parlarne a lungo.

Uomini diversi, bisogni diversi

Naturalmente siamo tutti differenti, quindi anche se questi punti tendono ad essere veri per quasi tutti gli uomini, poi ciascuno avrà altri bisogni e preferenze specifici. Per scoprire i desideri inespressi del tuo uomo potresti, come detto all'inizio, ripensare a com'eravate all'inizio della relazione, ed a cosa lo rendeva felice.

Oppure, più semplicemente, puoi chiederlo a lui! E' sorprendente quanto spesso i partner cerchino di indovinare cosa pensa o vuole l'altro, invece di chiederlo direttamente. Ma poiché uomini e donne sono diversi in tanti aspetti, è difficile capire cosa c'è nella mente dell'altro sesso. Mai dare le cose per scontate: se hai dei dubbi è molto meglio chiedere e chiarirli.
Inoltre, lui sarà probabilmente contento di sapere che ti interessi alla sua soddisfazione, e potrà dirti quali di questi punti condivide e quali non corrispondono al suo modo di essere (purché naturalmente lui si fidi di te; ricorda che "punire" la sincerità di qualcuno reagendo male, fa sì che quella persona smetta di fidarsi e aprirsi).

Il matrimonio è una partenza

Un problema comune è quando il matrimonio viene visto come "punto di arrivo", dopo di che ci si "siede" passivi e si dà la relazione - ed il coniuge - per scontati. In pratica si smette di alimentare la relazione, pensando che andrà avanti per inerzia; ma questo è "l'inizio della fine".
In realtà il matrimonio è una nuova "partenza", un viaggio a due che va reinventato ogni giorno. Per farlo prosperare servono una serie di qualità. Ogni relazione è come un fuoco che va alimentato in continuazione, altrimenti finirà per spegnersi.


(parte di questo post è liberamente adattata da "What men really want from marriage (Guest Post)", della dott.ssa Samantha Rodman Whiten.
Dalla stessa autrice e sullo stesso tema, segnalo anche "5 ways to make your husband happy" - "5 modi di fare felice tuo marito [a parte il sesso]")


"Un uomo ha bisogno di cinque cose fondamentali da sua moglie: appagamento sessuale, compagnia ricreativa, attrazione fisica, sostegno domestico e ammirazione."
(Neil Strauss)

"Il matrimonio deve continuamente combattere contro un mostro che tutto divora: l'abitudine."
(Honorè De Balzac)

"Gli uomini sposano le donne con la speranza che non cambino mai. Le donne sposano gli uomini con la speranza che cambino. Invariabilmente rimangono entrambi delusi."
(Mort Sahl)


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