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La monogamia è passata di moda?

La coppia monogamica non esiste più?

La monogamia è diventata anacronistica?


In un certo senso è così... ma sarebbe più corretto dire che la monogamia non ha mai funzionato - però per un certo periodo abbiamo fatto finta che funzionasse.
In altre parole, non c'è mai stato un periodo in cui la monogamia (a lungo termine) abbia funzionato effettivamente (quantomeno non nel senso romantico e idealistico di amore eternamente stabile, felice e fedele). Semplicemente perché noi umani (come la stragrande maggioranza degli altri mammiferi) siamo creature promiscue: abbiamo bisogno di varietà (anche sessuale), patiamo la monotonia, e amiamo sperimentare.

Per questo la monogamia, nel corso dei secoli, è stata più che altro una "soluzione di comodo", un compromesso con utilità personale (sicurezza, rassicurazione sulla paternità) ed utilità sociale (stabilità, cura dei figli). Infatti ci si sposava quasi sempre per ragioni pratiche, economiche o politiche; non certo per amore. E non ci si aspettava che gli uomini (e a volte nemmeno le donne) fossero sessualmente fedeli: tutti sapevano che i mariti avrebbero avuto delle amanti, o sarebbero andati con prostitute. Era un fatto riconosciuto nelle varie società (meno ipocrite della nostra), bastava farlo con un po' di discrezione.

Il matrimonio era un contratto

Per buona parte della storia umana, il matrimonio è stato un contratto, non un'unione idilliaca di anime. Non ci si aspettava che i coniugi si amassero, né che fossero felici insieme. Questa è rimasta grossomodo la norma, quantomeno dal tempo dei Romani fino al 1700 circa.
E allora poi cosa è successo?
  • Nel XIX secolo c'è stato il Romanticismo, che ha idealizzato l'amore, le donne, e la coppia monogamica come unica modalità possibile o degna.
  • Negli anni '50, dopo i traumi della seconda guerra mondiale, c'è stato un periodo di valori tradizionali elevati a modello universale (incluso quello della famiglia nucleare - vedi le immagini del "sogno americano").
Questi due periodi hanno alimentato il sogno romantico della coppia monogamica sempre felice. Peccato che questo sia rimasto un sogno: le coppie hanno continuato ad avere conflitti e incomprensioni, le persone a tradire, i matrimoni a fallire, ecc. Proprio come è sempre successo. Solo che per qualche decennio abbiamo fatto finta che non fosse così.

Crediamo alle favole perché vogliamo crederci

In pratica, ci viene venduta una "favola romantica" (dai film, dalle canzoni, dalla pubblicità...) e ci crediamo perché è bello crederci. Quando poi ci scontriamo con la realtà (dopo qualche anno insieme ci ritroviamo insoddisfatti e frustrati, oppure veniamo traditi, o lasciati), siamo stupiti e smarriti: avevamo creduto alla favola, non eravamo preparati.
Quando vediamo che questi problemi di coppia sono frequenti, può venire da pensare che sia dovuto ad una perdita di valori, e che in passato andasse meglio; ma è un'illusione. Semmai i valori sono andati migliorando nel tempo (non c'è più la schiavitù, si fanno meno guerre, ci sono più diritti...).

Ma se è davvero così, se la monogamia non ha mai realmente funzionato, come mai tutti ci credono e tutti la sostengono? Semplicemente perché tendiamo a credere a quello che ci fa sentire meglio, che ci rassicura - anche se è falso. E' lo stesso motivo per cui nessuno vuole pensare alla propria morte, né si mette alla guida pensando che gli incidenti siano una delle cause maggiori di mortalità: ci piace credere che gli eventi negativi possono capitare agli altri, ma non a noi.
Così quando vediamo coppie che si odiano, tradimenti e separazioni, ci piace pensare che a noi non succederà: che siamo speciali, che "Per noi due sarà diverso". Ma la verità è che non siamo così speciali, e probabilmente avremo problemi similli a quelli degli altri.

Vivere il presente, invece di sognare la perfezione

Invece di inseguire una perfezione di coppia che non è mai esistita (e non sarebbe comunque umana), credo sia più saggio concentrarsi sul vivere il presente: l'amore che sentiamo ora, la persona che abbiamo davanti, la felicità che ci viene donata... e proprio perché sappiamo che non dureranno per sempre, saperli assaporare pienamente.

N.B.: A chi dubita di quanto ho scritto riguardo a com'era il matrimonio prima del Romanticismo, consiglio la lettura dell'ottimo "Storia del matrimonio" della professoressa e storica Stephanie Coontz. Scopriranno che il matrimonio che oggi definiamo "tradizionale", in realtà è un'invenzione piuttosto recente.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"Non è che sono contrario al matrimonio; però mi pare che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi."
(Massimo Troisi)

"La coppia stabile e monogama non è un dogma [...]. In molte relazioni il legame nasce per amore, ma poi è mantenuto in vita per bisogno o abitudine e, alla fine, perde intensità, senza che di fatto nessuno ne abbia colpa."
(Raffaele Morelli)

"La monogamia fra gli umani è un contratto sociale, non una realtà biologica. Possiamo essere monogami, ma i nostri corpi e le nostre menti non sono specificamente progettati per questo."
(Agustín Fuentes, "Race, Monogamy, and Other Lies They Told You")


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La differenza tra amore romantico e amare

Per molti il concetto di amore equivale all'amore romantico, quello mostrato nei film sentimentali e nei romanzi rosa. Io invece distinguo tra "amare" in senso proprio, e "amore romantico".
Questa distinzione è importante, perché il concetto di amore romantico è una sorta di "minestrone emotivo" in cui coesistono stati disparati ed anche contraddittori: passione, desiderio, bisogno, affetto, eros, attaccamento, dipendenza, gelosia, possesso, ecc. Al punto che l'amore romantico contiene - e spesso giustifica - affermazioni contrapposte come "Ti amo ma ti odio", oppure "Ti amo e non posso lasciarti libero/a", o addirittura "L'ho ucciso/a perché l'amavo troppo" (!).

Secondo me, una cosa non può essere il suo contrario: quindi se dici che "Mi ami e mi odi" (che sono due sentimenti opposti), o hai le idee molto confuse, oppure quello di cui parli non è propriamente amore. Per questo ritengo necessaria la distinzione tra "amore romantico" (che può essere contraddittorio) e "amare" vero e proprio (che è coerente).

“Una cosa non può essere
il suo contrario”

Amare è volere il benessere dell'altro

Per come la vedo io, amare nel senso pieno della parola significa essenzialmente avere a cuore la felicità e il benessere dell'altro. Quando amiamo qualcuno, il suo ben-essere è per noi importante quanto il nostro - o anche di più.
E' il significato letterale del "voler bene": ovvero, desidero il tuo bene, qualunque esso sia, anche a discapito del mio. E' uno "stato di grazia" in cui il nostro naturale egoismo si acquieta e l'altro assume un posto centrale nei nostri pensieri. Quando accade, quello che era "Altro da Noi" non è più lontano ed estraneo, ma ci diventa prossimo, familiare, prezioso: ci sta a cuore, ci è caro, ce ne prendiamo cura. Anche quando la persona amata non ci ricambia, anche se non ne traiamo un vantaggio.

  • In altre parole, l'amore autentico è gratuito, disinteressato. E' una pulsione a dare.
  • Mentre l'amore romantico, in genere, è in buona parte volto al proprio tornaconto, ad ottenere qualcosa dall'altro ("Ti amo perché sei mio/mia, o perché tu lo diventi, o perché spero di essere ricambiato"). Molto difficilmente amiamo qualcuno che non può darci nulla. Nasce da una pulsione a prendere.
    Ed ecco perché, quando non ottiene quello che vuole, questo sentimento si trasforma facilmente da positivo in negativo.

La gelosia non è amare

Un esempio classico dei limiti dell'amore romantico è la gelosia. Se amare vuol dire volere il bene dell'altro, ecco che la gelosia va in direzione opposta: limita l'altro, ne esige il controllo e la sottomissione, fino ad arrivare a soffocarlo o a proibirgli quello che potrebbe renderlo felice - o a punirlo se osa perseguire i propri desideri. Il che mostra quanto la gelosia sia sempre e comunque un sentimento egoistico, volto al proprio interesse e mai a quello dell'altro.

Sia chiaro che non voglio demonizzare la gelosia: è un sentimento del tutto umano, ed anche le persone più evolute la provano. Tengo però a sottolineare quanto vada in direzione contraria all'amare vero e proprio. E quanto, quindi, sia falso dire "Sono geloso perché ti amo"; sarebbe molto più onesto ammettere che "Sono geloso perché..."
  • Ho paura (di perderti, di non essere all'altezza, che trovi qualcuno migliore di me)...
  • Sono insicuro (del mio valore, di meritarti)...
  • Ho bisogno di te per stare bene (al punto da mettere la mia felicità prima della tua).

In sintesi, l'idea popolare per cui "Amore vuol dir gelosia" ha senso solo se parliamo di amore romantico. Ma è invece in contrapposizione all'amare veramente: se ti amo in senso proprio, cercherò di arginare la mia gelosia (perché non limiti la tua felicità), invece di giustificarla e cercare di controllarti.

“La gelosia è sempre e comunque
un sentimento egoistico”

L'amore autentico agisce per il bene dell'altro

Un'altra caratteristica dell'amare autentico è la coerenza tra sentimento e azione: provo un sentimento amorevole verso l'altro, ed agisco per il suo benessere. L'amore reale si trasforma in azione (quando possibile), non si ferma alle parole. Se, invece, dico di amare qualcuno ma non agisco a suo beneficio, o mi limito a crogiolarmi nei miei sentimenti, o - peggio - agisco in modo da limitarlo o da renderlo infelice... allora è probabile che il mio sia solo amore romantico, o semplice infatuazione.
L'amore reale si può esprimere attraverso una serie di azioni positive, che diventano "doni" per la persona amata:
  • Ascolto (non solo silenzio ma attenzione focalizzata sull'altro; non solo ascoltare le parole, ma anche l'emozione sottostante; ascoltare col cuore)
  • Attenzione (concentrarci sull'altro; accantonare il nostro ego, mettere l'altro al centro)
  • Accoglienza (nel bene e nel male, nella gioia e nella tristezza, restare aperti all'altro)
  • Assenza di giudizio (giudicare separa, allontana e porta l'altro a chiudersi)
  • Accettazione (accettare l'altro per come è, senza critiche, senza volerlo cambiare)
  • Apprezzamento (notare e apprezzare tutte le sue qualità; celebrare la sua unicità)
  • Comprensione (cercare di capire l'altro, anche quando è diverso da noi, o vuole cose diverse da quelle che vogliamo noi)
  • Compassione (accogliere la sofferenza dell'altro; perdonare le sue mancanze)
  • Gentilezza (parlare ed agire con garbo, attenzione e delicatezza)
  • Rispetto (non aggredire, non pretendere, non ignorare, non dare per scontato)
  • Avere a cuore la felicità dell'amato
  • Prendersi cura (dei suoi bisogni, dei suoi problemi, della sua sofferenza)
  • Dare all'amato spazio per esprimersi liberamente

L'amore romantico spesso agisce per se stessi

Per contro, nell'amore romantico spesso:
  • L'attenzione è concentrata su di sé, sui propri bisogni.
  • Si giudicano i comportamenti del partner che ci turbano, o che non corrispondono a ciò che vogliamo.
  • Il partner viene confrontato con i nostri ideali romantici (al cui confronto risulterà sempre carente), invece di essere accettato per come è.
  • Quando il partner ci delude o ci ferisce (anche senza intenzione), in genere siamo tutt'altro che comprensivi o compassionevoli. Anzi, passiamo facilmente dall'amore (romantico) all'avversione, all'odio, al rancore.
  • Quando siamo preda dei bisogni, della passione, della dipendenza, facilmente possiamo mancare di rispetto all'altro, perché siamo tutti concentrati su noi stessi; in quei casi l'altro diventa "oggetto" d'amore, più che soggetto.
  • Di conseguenza, quando siamo presi da noi stessi siamo molto più concentrati sulla nostra felicità, in genere a discapito di quella dell'altro.
  • L'amato deve aderire ad un "copione" romantico, per cui fatica ad essere pienamente se stesso. Bastano un pensiero, una parola, un gesto "fuori posto" per scatenare gelosia, possesso e paure varie.

Non voglio dire che l'amore romantico ci trasformi in "brutte persone". Nell'amore romantico convivono tante emozioni variegate, e in esso ci può essere spazio per amare sinceramente e darsi pienamente. Però con le due liste soprastanti, ho voluto mostrare quanto i due stati d'animo possano andare in direzioni diverse.

“Nell'amore romantico convivono
tante emozioni variegate”

L'effetto della bellezza sull'amore

L'amore romantico è spesso collegato all'aspetto fisico. Quando incontriamo una persona di aspetto sgradevole, difficilmente ci viene un impulso verso l'amore romantico. L'innamoramento, l'infatuazione, la bramosia, il più delle volte vengono suscitati dalla bellezza dell'altro (almeno in parte). Se improvvisamente l'amato perdesse la sua bellezza (per malattia, o incidente), l'amore romantico che proviamo, se ispirato o alimentato da quella bellezza (come solitamente succede), ne risentirebbe - anche se magari esiteremmo ad ammetterlo.

Invece nell'amare vero e proprio l'aspetto dell'altro è pressoché irrilevante: amiamo l'altro perché è lui (o lei), e se il suo aspetto cambia possiamo persino non farci caso. L'amore autentico è rivolto alla persona in sé, non a qualche sua caratteristica specifica.
Quando siamo capaci di amare in questo senso, possiamo provare quel sentimento anche verso una persona di aspetto sgradevole: vediamo al di là dell'aspetto, sappiamo cogliere la sua bellezza interiore, e rimanerne incantati. Le persone che negano o ridicolizzano il concetto di "bellezza interiore", in genere sono persone capaci solo di amore romantico; per cui per loro esiste solo un amore passionale collegato alla bellezza - e non sanno immaginare che possa essere diversamente.

Sentimenti diversi

Riassumendo, amare qualcuno significa provare un sentimento sempre benevolo nei suoi confronti, in modo coerente (non oggi in un modo, e domani il contrario). Mentre l'amore romantico include tanti sentimenti diversi, anche opposti.
E' comune che questi due stati d'animo siano mescolati: per esempio accade nell'innamoramento, in cui solitamente siamo travolti dai sentimenti tipici dell'amore romantico, ma spesso proviamo anche un amore generoso ed incondizionato verso l'altro. Durante l'innamoramento, non di rado oscilliamo tra un "amore egoistico" (in cui vogliamo che l'altro sia tutto per noi) ed un "amore altruistico" (l'amare in senso proprio), in cui la felicità dell'altro è per noi primaria, a prescindere dal nostro interesse.

L'amore romantico e l'amare non sono quindi due stati mutualmente esclusivi, ma spesso si fondono. Rimangono però due sentimenti differenti, ed è bene ricordare questa differenza per evitare confusione nelle nostre relazioni. Se invece li confondiamo, potremmo ritrovarci a far soffrire qualcuno pensando di amarlo - e questo porterà probabilmente ad incomprensioni e conflitti.

"Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro."
(G.W. von Leibnitz)

"Col pretesto dell'amore, l'essere umano tenta a volte di controllare e dominare. Ovviamente questo non è amore, ma un sentimento più meschino, una scusa per mascherare le nostre debolezze e dipendenze emotive."
(Marc Alain)

"L'amore è questa cosa qui: azione. Tutti siamo capaci di dire che amiamo, di fare dichiarazioni, ma la differenza la fa chi è capace di agire, anche contro se stesso."
(Paul Haggis)


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L'amore esiste davvero, ma non è mai perfetto

L'amore esiste davvero? Esiste l'amore eterno?

Di solito chi pone queste domande è stato deluso in amore, oppure riesce a combinare ben poco a livello relazionale. Quindi si chiede se tutto questo parlare di amore e sentimenti sia qualcosa di reale o immaginario.

Però forse queste persone non hanno ben chiaro di cosa parlano. Cosa intendono con "amore"? "Mi piaci", "Ti desidero", "Ti voglio", "Ho bisogno di te", "Non posso vivere senza di te", "Mi stai a cuore"...? Parlano di passione, bisogno, mancanza, dipendenza o cosa?
Tutte queste espressioni non indicano lo stesso sentimento: è importante saper distinguere, sapere cosa si cerca e cosa si offre. Certo molto spesso queste emozioni accadono insieme, ma c'è una grande differenza tra un sentimento egoistico ("Ti voglio") ed uno altruistico ("Ti voglio bene", ovvero desidero il tuo benessere).

Altre volte questa domanda viene da chi osserva persone che dicono di amare ma poi trattano male il partner, o lo tradiscono, o lo abbandonano senza spiegazioni. Il dubbio - legittimo - è che la parola "amore" venga usata in modo superficiale o menzognero.
Si ha paura che l'amore sia solo un concetto nobile con cui si gioca finché ci fa comodo, o che sia solo una promessa fatua che emerge nei momenti di trasporto, ma che viene presto dimenticata.

L'amore autentico esiste, ma è raro

La risposta onesta è che sì, l'amore autentico esiste, ma spesso viene chiamato "amore" qualcosa di diverso. Viviamo in una cultura romantica che esalta le emozioni, e che ci induce a chiamare "amore" tutte le emozioni piacevoli o intense che ci travolgono (che siano il desiderio appassionato, la bramosia erotica, la mancanza struggente, le cosiddette "farfalle nello stomaco" o l'affetto profondo).
Non è sempre stato così: nell'antica Grecia, per esempio, si distingueva tra diversi tipi di amore (Agape, Eros e Philia, ma non solo).

Secondo me, l'amore autentico è quando accettiamo e apprezziamo qualcuno per quello che è, e abbiamo a cuore il suo benessere, anche quando non ne traiamo alcun vantaggio (se amiamo solo a condizione di essere ricambiati, è più una forma di scambio che di amore gratuito). E' quello il sentimento che ci fa sentire amati in senso profondo: per quello che siamo, non per quello che diamo.

Differenza tra prendere e dare

Questo tipo di sentimento accade, ma non è comune - anche perché richiede una certa maturità e forza d'animo. Molto di quello che chiamiamo "amore" è in realtà un tentativo di prendere qualcosa dall'altro (piuttosto che dare), oppure di "usare" l'altro per i nostri scopi. Non nasce da un sentimento amorevole, ma da un nostro bisogno. Una persona immatura, ancora vicina ad uno stadio infantile, è molto più concentrato sul prendere e ha scarsa capacità di dare.
Quando vediamo esempi di "amore" immaturo, non è segno che l'amore non esiste; ma - piuttosto - che l'amore autentico è cosa rara, e diversa dalle dichiarazione romantiche e sdolcinate che spesso incontriamo. Piuttosto che lamentarci della sua rarità, potremmo chiederci se noi stessi per primi ne siamo capaci (se non sappiamo darlo, è anche ovvio che difficilmente potremo riceverlo).

Inoltre, l'amore autentico spesso si alterna a forme di sentimento più egoistiche. Quando ciò accade non vuol dire che non sia sincero, ma che è nella natura umana voler prendere oltre che dare. In fondo tutti ci relazioniamo anche perché abbiamo bisogno di ricevere nutrimento dagli altri.

Se si tradisce o si lascia, non era amore?

Molti pensano che, se qualcuno tradisce o abbandona il partner, significa che non l'ha mai amato davvero. Ma non è detto. Tutto cambia nel tempo, inclusi le persone e i sentimenti. Magari uno amava l'altro profondamente, ma poi sono successe una serie di cose che li hanno allontanati.
L'idea che il vero amore sia eterno è uno dei tanti miti romantici. L'eternità è cosa da dei e leggende, non per noi limitati esseri umani.

Esiste l'amore eterno?

Sì, può esistere, ma probabilmente non è l'amore a cui stai pensando. Le persone che cercano "L'amore eterno" di solito intendono "L'amore romantico", cioè "Essere innamorati per sempre": ma l'innamoramento non è mai eterno (mediamente, dura al massimo tra 12 e 18 mesi).
  1. L'amore romantico è l'idea di un partner perfetto, che ci ami senza se e senza ma, e che ci renda sempre felici.
  2. L'amore reale (quello che può durare a lungo) avviene fra due persone imperfette - come tutti - che si amano nonostante i limiti, le delusioni e i conflitti.
Tutti sono capaci di innamorarsi, ma pochi sono quelli capaci di amare realmente.

"L'amore non esiste!"

Il corollario di questi dubbi è un'affermazione categorica: "L'amore non esiste!", solitamente espressa da persone deluse o ferite in questo ambito, quasi sempre giovani o inesperte. Costoro credono che le proprie esperienze riflettano l'intera realtà. Non si rendono conto di stare parlando dei propri limiti, non di quelli del mondo:
  • Solo perché qualcuno ti ha tradita, non vuol dire che tutti lo facciano.
  • Anche se nessuno ti ha amato sinceramente (finora), non esclude che ad altri vada diversamente.
Insomma, quello che succede a te (o che vedi intorno a te) non descrive la realtà, che è sempre molto più vasta e molteplice di quanto possiamo vedere. Chi fa affermazioni categoriche sull'amore, in genere dell'amore sa poco o nulla: amare è un'esperienza troppo complessa e variegata, per essere ridotta a concetti elementari e in "bianco o nero".

Quando non troviamo l'amore che cerchiamo

Se ci troviamo ripetutamente in queste situazioni, non è perché il mondo sia cattivo o l'amore non esista. Il problema nasce quasi sempre da noi stessi:

L'amore esiste ma non è ideale

Riassumendo, l'amore esiste realmente ma spesso non è ideale, perfetto, costante ed incondizionato come vorremmo. "L'amore umano", reale, ha dei limiti: perché noi esseri umani siamo limitati.
Quando accettiamo "l'amore umano" con le sue limitazioni, riusciamo anche a vedere che magari è già intorno a noi, nei piccoli gesti, pensieri ed azioni delle persone che ci vogliono bene - a modo loro e come possono.


"I sentimenti devono essere sempre in libertà. Non si deve giudicare un amore futuro in base alla sofferenza passata."
(Paulo Coelho)

"L'amore non è fare cose straordinarie o eroiche, ma fare cose ordinarie con tenerezza."
(J. Vanier)

L'amore è il desiderio irresistibile di essere irresistibilmente desiderati."
(Mark Twain)


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Perché la monogamia non funziona - 2. Conseguenze, motivazioni, alternative



(questo post è anche disponibile come documento - in formato PDF, EPUB e MOBI - liberamente scaricabile nella pagina Download)

Poiché questo argomento è vasto e complesso, l'ho diviso in due parti:
1. Perché la monogamia non funziona - Ragioni e obiezioni 2. Perché la monogamia non funziona - Conseguenze, motivazioni, alternative (questo post)

Le conseguenze della monogamia

Le conseguenze per chi continua a crederci possono essere pesanti, sia per la persona che per la relazione. Quando si è convinti che la monogamia romantica debba funzionare sempre e comunque:
  • Ci si sente spinti a fare scelte contrarie al proprio sentire, alla propria verità interiore. Si fatica a vivere appieno il momento, ad apprezzare i partner per quel che sono. Per esempio:
    • se stiamo bene con qualcuno ma non c'è quella "perfezione romantica" in cui crediamo, pensiamo di doverlo lasciare - anche se lo amiamo - per cercare "quello giusto";
    • se abbiamo avuto molte relazioni (anche felici), ci sentiamo sbagliati o sfortunati per non aver ancora incontrato il "partner definitivo", e in ansia per trovarlo il prima possibile - invece di goderci quello che stiamo vivendo;
    • se ci piacciono due persone diverse, crediamo di doverne per forza scegliere una.
  • Si coltivano aspettative elevate e irreali verso il partner e la relazione - che verranno prima o poi deluse.
  • Si avanzano verso il partner pretese che l'altro non può o non si sente di soddisfare; e nessuno reagisce bene quando sente che si pretende da lui. Invece di riconoscere che si pretende troppo, si accusa il partner di non essere all'altezza dell'ideale romantico, che "Non ama abbastanza".
  • Si pone una responsabilità schiacciante sulle spalle del partner, che sente l'obbligo di rendere l'altro sempre felice e soddisfatto - anche quando non è in suo potere.
  • Viene alimentata una mentalità di possesso e controllo, che vede il partner come una proprietà da poter gestire e a cui poter dire cosa fare o non fare. La coppia monogama viene vissuta come una specie di "isola" separata dal mondo: l'altro non viene visto come un essere autonomo e indipendente, ma come una "estensione di sé" la cui libertà appare minacciosa e da scoraggiare.
    Questa mentalità può portare a violenza o persino omicidio del partner (quando questi manifesti interesse per altri, o la volontà di terminare la relazione). La celebrazione della fedeltà e l'esaltazione del "per sempre" possono giustificare, per una mente immatura, l'aggressione verso chi le infrange.
  • Il fatto che la coppia monogamica sia chiusa (non si può coltivare intimità con altri, tutta la felicità relazionale va trovata al suo interno) alimenta ansia, tensione e paure: "Se finisce perderò tutto", "Se l'altro non mi ama più sarò perduto", "Non posso sbagliare perché c'è troppo in gioco", ecc. Molti perdono le loro amicizie quando entrano in coppia (magari per la gelosia dell'altro); si sentono quindi isolati e dipendenti dal partner. Questo è un clima negativo e soffocante, non positivo e costruttivo.
  • Col tempo, aspettative e pretese deluse generano inevitabilmente frustrazione e risentimento: questi corrodono ulteriormente la relazione.
  • Si rischia di non apprezzare più il partner e quello che fa di positivo, concentrandosi invece sulle sue mancanze, sul suo venir meno all'ideale.
  • Ci si sente obbligati a restare insieme anche in caso di unione realmente infelice. Non si considera che uno stato continuo di stress e infelicità può contribuire allo sviluppo di malattie anche gravi: molte patologie sono probabilmente dovute a questi fattori (pensiamo a persone ancora giovani che hanno un infarto, o che sviluppano tumori; il trattenere rabbia e risentimento sembra connesso ad alcuni tipi di cancro).
Alla fine, le coppie che rimangono rigidamente ancorate all'ideale monogamo rischiano di cadere in un vortice di accuse reciproche, e di amarezza per le delusioni. Non sono capaci di perdonarsi per errori e limiti personali (del tutto umani), ma invece pretendono dall'altro un amore "eroico" da romanzo rosa.

“La monogamia alimenta
aspettative, pretese e controllo”

Monogamia come prigione

Uno dei problemi alla base della coppia chiusa, è che parte quando tutto va bene (ci si ama e ci si desidera reciprocamente), ma non considera che questa condizione ideale non dura. Uno dei suoi aspetti paradossali e distruttivi è che obbliga all'esclusività (sessuale e sentimentale) anche quando viene negato l'oggetto di esclusiva:
  • Se sei in coppia monogamica con me puoi fare sesso solo con me, e questo obbligo permane anche quando io non voglio fare sesso con te. Persino la masturbazione e l'uso della pornografia vengono visti come "tradimento". Il paradosso è che io posso negare il tuo bisogno, ed anche negare ogni soddisfazione alternativa.
  • Se sei in coppia con me puoi ricevere amore solo da me, anche quando io sono freddo, chiuso o non ti amo (più). Anche in questo caso, affezionarsi ad altre persone o innamorarsi di altri rimane proibito.
  • In alcuni casi il partner inibisce persino la comunicazione fuori dalla coppia ("Non parlare con altri uomini"; "Non stare a chiacchierare con le colleghe").

La coppia monogamica funziona finché i bisogni relazionali reciproci vengono soddisfatti, ma diventa una "prigione" quando i bisogni fondamentali vengono negati da uno dei partner, e pure la possibilità di soddisfarli altrove (come negli esempi citati sopra). Quando questo accade, la coppia chiusa diventa un luogo gelido, arido e opprimente, governato dall'egoismo e dalla gelosia: "Non ti dò quello che vuoi, e ti proibisco di cercarlo altrove. Non mi interessa che tu sia infelice, sei mio (mia) e devi obbedire".
Alcuni arrivano a ricattare il partner per mantenere questo controllo tirannico, minacciandolo se cerca soddisfazione altrove (usando come arma i figli, il sostegno economico, o la reputazione familiare e sociale).

In sintesi, la coppia chiusa ed esclusiva è una "gabbia dorata" finché il partner nutre i tuoi bisogni (in fondo è per quello che l'hai scelto); ma diventa una prigione soffocante quando il nutrimento viene negato pur mantenendo l'esclusività, senza permettere alternative.
Quando questo accade una soluzione apparentemente semplice sarebbe lasciarsi, ma non sempre è facile. Specialmente quando ci sono elementi che vincolano i partner - figli, proprietà, attività professionali, dipendenza economica, paura della solitudine... - e che, non di rado, vengono usati come ricatto per tenere il partner legato a sé, anche quando egli vorrebbe andarsene.

La monogamia non ha mai funzionato

Va anche detto che la monogamia (per come la intendiamo oggi) non ha mai funzionato realmente: fuori dai romanzi e dalle poesie, le coppie che si sono amate felicemente tutta la vita sono sempre state rare. Ci sono sempre stati amanti e tradimenti, infelicità familiare e separazioni. In generale, in passato le coppie duravano a lungo non per amore o perché fossero felici, ma per esigenze pratiche, di sopravvivenza (vedi per esempio il libro "Marriage, a History" - "Storia del matrimonio"; info nella Bibliografia).

Perché una volta i matrimoni duravano

In passato il matrimonio durava anche perché non ci si aspettava di trovarvi soddisfazione sessuale o emotiva: lui lavorava tutto il giorno, lei badava a casa e figli, e tutto sommato la vita era questa. Se lui non tornava a casa ubriaco e non la picchiava, se lei gli faceva trovare la casa in ordine e la cena sul tavolo, erano già contenti.
Inoltre, sopravvivere da soli era molto dura: per una donna era difficile o impossibile mantenersi; un uomo solo non era in grado di gestire lavoro, casa e figli. In pratica si era dipendenti l'uno dall'altra. Con l'epoca moderna tutto questo è cambiato:
  • Con il migliorare delle condizioni di vita, oggi un individuo può vivere da solo in modo egregio. Stare insieme a qualcuno è diventato una scelta, non più una necessità.
  • Con la parità ottenuta dal femminismo, una donna può mantenersi ed essere indipendente. Se il marito la opprime o la tradisce, ora può lasciarlo.

Una volta i matrimoni duravano non per maggiore virtù o morale, ma perché le condizioni di vita forzavano le persone a restare sposate, anche controvoglia. Oggi non siamo più forzati a restare insieme e siamo molto più liberi di scegliere, perciò quando una relazione o un matrimonio non sono più appaganti scegliamo di uscirne.
Al giorno d'oggi molti matrimoni (o coppie) si disfano semplicemente perché uno dei due si sente insoddisfatto o limitato: si aspettava di trovare nella relazione la completa felicità (magari di mantenere quella del periodo iniziale), e quando questo non accade decide di cercare quella felicità altrove. Le aspettative sono elevatissime e irreali.

“Ci sono sempre stati
amanti e tradimenti,
infelicità familiare e separazioni”

Chi fa funzionare la monogamia?

Ho detto che alcune persone riescono ad avere relazioni monogame felici: ma quante sono, e perché? E tu potresti essere fra costoro? Le probabilità sono basse, quantomeno sul lungo periodo.
Quante coppie a lungo termine sono felici? E' difficile dirlo perché si tratta di una misura soggettiva, ma osservando alcune ricerche ("More people are unhappy in their marriages", "How Many Married Couples Are Truly Happy?", "I think 17% of marriages are happy"** - non ho trovato studi in italiano) la percentuale di coppie monogame realmente appagate (non solo in apparenza) sembrerebbe tra il 10 e il 20%.

** Lo scrittore Dana Adam Shapiro, citato nel terzo link qui sopra (autore del libro "You can be right (or you can be married)"; recensioni in inglese), nota che metà dei matrimoni finisce; della metà che durano: un terzo è infelice, un terzo è abbastanza soddisfatto, e solo un terzo è felice (17% del totale).

Anche Brad Blanton, psicoterapeuta e terapeuta di coppia americano, nel suo libro "Radical Honesty" (2005, recensioni in inglese) al capitolo 8 osserva:
  • Oltre metà dei matrimoni in questo Paese finiscono in divorzio.
  • Almeno metà dei matrimoni che durano sono unioni rabbiose, co-dipendenti e defunte, basate su paura, letargia e vergogna.
  • Del 25% scarso rimanente, circa la metà mi sembrano famiglie disfunzionali (ma socialmente accettabili).
  • Forse il 12% delle coppie esistenti hanno relazioni vitali, intime, oneste e funzionali - ad essere generosi.

Felici insieme, ma non monogami

Naturalmente alcune di queste coppie felici non saranno realmente monogame, perché ci sarà un/a amante "dietro le quinte". Rammento che è del tutto possibile amare qualcuno ed essere felici insieme, e al contempo desiderare altre persone.
In effetti certe coppie funzionano bene proprio perché uno dei partner (o entrambi) ha una relazione extra-coniugale, che in qualche modo "completa" o compensa squilibri e mancanze nella coppia. Molti ammettono di essere diventati più dolci e attenti verso il compagno da quando hanno un'avventura. A volte il partner ne è persino al corrente e approva: per esempio una moglie con bassa libido, contenta di "delegare" le pressioni sessuali del marito ad un'altra.

Per certi versi, il problema sembra il voler unire felicità, monogamia e durata: due di questi possono coesistere, ma tutti e tre pare piuttosto arduo:
  • Felici e monogami a breve termine: probabile.
  • Felici e non-monogami a lungo termine: possibile.
  • Felici e monogami a lungo termine: improbabile.

Chi è adatto alla monogamia...

Secondo uno studio, la maggior parte delle persone capaci di far funzionare la monogamia ha caratteristiche simili:
  • Hanno una libido scarsa.
  • Sono persone "noiose", con personalità pacate e di poche pretese, a cui piace vivere una vita "noiosa" (tranquilla, stabile, abitudinaria).
  • Scelgono partner altrettanto "noiosi", senza grilli per la testa e con libido scarsa.
Tutto considerato, non c'è da stupirsi che siano proprio queste le persone che riescono a far funzionare la monogamia: non hanno problemi con la scarsità di sesso, la monotonia, l'abitudine e la mancanza di novità che mandano in crisi la maggior parte delle coppie.

Un'altra caratteristica di chi fa funzionare una relazione monogamica è la capacità di accontentarsi del partner e della relazione; cioè saper apprezzare e godere degli aspetti positivi, trascurando quelli negativi e le mancanze.

... e chi non lo è

Chi invece necessita di continua passione, innamoramento, eccitazione (le famose "farfalle nello pancia"), o possiede una libido elevata, alla lunga sarà frustrato e inappagato dalla monogamia. Peggio ancora se mal sopporta i conflitti, i compromessi e l'abitudine - praticamente inevitabili in ogni relazione prolungata.

Perché crediamo alla monogamia

Ma se tutti questi fatti ne smentiscono la validità, come mai così tanta gente crede nella monogamia? Le ragioni principali sono abbastanza semplici:
  • Crediamo in quello che ci piace e/o ci rassicura: il sogno, la favola, la promessa di un futuro lieto e stabile. La vita reale è incerta e complicata, e per contrasto andiamo alla ricerca di certezze.
  • E poiché preferiamo ciò che ci rassicura, cadiamo in un "bias di conferma": diamo risalto ai casi positivi (i nonni ancora insieme dopo tanti anni, la coppia famosa e felice) e ignoriamo quelli negativi, anche se assai più numerosi e tutto intorno a noi.
  • Quando tutti dicono una cosa, crediamo che quella cosa sia vera. Gli esseri umani sono soggetti all'effetto gregge, per cui tendono a seguire la massa anche quando l'evidenza suggerisce il contrario.
  • L'influsso dei media: articoli, libri, e specialmente canzoni e film, ci raccontano quanto l'amore sia meraviglioso e smuova le montagne. Abbondano le storie di coppie che "vivono per sempre felici e contente", in stile Disney (specialmente nei prodotti destinati al pubblico femminile).
    Questi messaggi alimentano una sorta di "ipnosi collettiva" in cui la monogamia viene elevata a mito, e difficilmente viene messa in discussione.
Quei film e canzoni, però, non parlano quasi mai di quello che succede in seguito; le commedie romantiche si fermano alla fase dell'idillio, allo "stato nascente" in cui la vita appare straordinaria e tutto sembra possibile. Ma è quando si vive insieme per un certo periodo che il partner smette di sembrare un principe o una fata, e invece scopriamo un essere umano con tutti i suoi limiti e difetti.

Perché teniamo alla monogamia

Ma se la monogamia non ci viene naturale, se è così limitante e frustrante - qualcuno dirà - come mai le persone ci tengono tanto? Anche qui la risposta è semplice: perché ci offre sicurezza. La vediamo come una "assicurazione" che impedisce (o quantomeno limita) la possibilità che il partner ci tradisca, ci sostituisca con qualcun altro o ci abbandoni.
Le ragioni alla base della monogamia sono la paura e il controllo. Infatti storicamente è stata istituita per limitare la libertà sessuale di donne e uomini: per assicurarsi che i figli fossero realmente del padre, e che il patrimonio familiare non venisse disperso. In pratica, la monogamia viene (implicitamente) vissuta come un contratto che dice "Non farò quello che vorrei, così anche tu non farai quello che vorresti - e che temo" (ovvero interessarsi ad altre persone, farci sesso, e magari preferirle a noi).

Due pesi e due misure

All'inizio della relazione, quando ci innamoriamo, la monogamia può essere un ideale sincero e sentito. Ma sul lungo periodo la maggior parte delle persone finisce col patire la monogamia, però la tollera per la sicurezza che offre. Infatti sono molte le persone (sia uomini che donne) che, in confidenza, ammettono di voler fare sesso fuori dalla relazione; ma che non concederebbero la stessa libertà al partner. Questo "doppio standard" conferma che usiamo la monogamia per controllare il partner, anche se non crediamo veramente in essa:
  • Infatti molti partner infedeli si infuriano quando scoprono di essere stati, a loro volta, traditi! Il loro comportamento dice "Tu mi devi essere fedele - anche se io non riesco ad esserlo". Dietro questi comportamenti non c'è un ideale romantico, ma un bisogno di controllo.
  • Lo stesso avviene quando un partner non vuole più fare sesso, ma proibisce comunque all'altro di poter fare sesso con altre persone. In questo caso non c'è nemmeno più la paura di perdere qualcosa di prezioso (la sessualità condivisa), ma permane comunque l'impulso di controllare l'altro e tenerlo per sé - come se fosse una proprietà.

Avviso ai maschi ottimisti

Se dopo aver letto tutto questo sei ancora convinto/a che il matrimonio faccia per te, e che comunque valga la pena di provarci, ti faccio i miei migliori auguri. :-)
Ma se sei un uomo, ti suggerisco anche di considerare questi fattori:
  • In caso di divorzio probabilmente pagherai alla tua ex-moglie gli alimenti, magari per il resto della tua vita - che tu te lo possa permettere o no.
  • Se ci sono dei figli, oltre a pagare il loro mantenimento (anche ben oltre la maggiore età) non è detto che tu riesca a vederli. I figli sono quasi sempre affidati alla madre, e se lei vuole può benissimo tagliarti fuori dalla loro vita (magari per vendetta) raccontando bugie al giudice.
  • Se avete acquistato casa insieme, o persino se è di tua proprietà, in presenza di figli perderai la casa (almeno fino alla loro maggior età e indipendenza). Ma anche in assenza di figli, potrebbe venire assegnata alla donna in quanto "parte debole".
  • La maggior parte dei divorzi è voluta dalla donna: anche se tu non vorrai mai separarti, è probabile che lei lo vorrà. La tua compagna potrebbe essere un'eccezione, ma le probabilità sono a tuo sfavore.
Insomma, una donna che si sposa non corre rischi se il matrimonio finisce male: la legge è praticamente sempre dalla sua parte. Per l'uomo invece i rischi sono elevati. Pensaci se lei insiste per farsi sposare: a lei conviene comunque, a te mica tanto.

“Il matrimonio
conviene alla donna,
all'uomo molto meno”

Le alternative alla monogamia romantica

Quindi, se la monogamia a vita assomiglia ad una utopia irrealistica, cosa possiamo fare? Le alternative possibili e realistiche sono due:
  1. Si sceglie uno stile di vita monogamo, consapevoli delle varie difficoltà che comporta; e si prevede uno spazio di tolleranza e perdono per i "cedimenti" del partner (mancanze e difetti, incertezze, desideri esterni alla coppia, sbandate, tradimenti) - invece di pretendere una perfezione sovrumana.
    Inoltre si riconosce che entrambii i partner non saranno mai perfetti e ideali, quindi si accetta di "accontentarsi" della relazione - con tutti i suoi pregi e difetti - invece di aspettarsi una soddisfazione totale.
  2. Oppure si riconosce che la monogamia potrebbe non fare per noi, che è troppo restrittiva e non adeguata alla nostra natura, e si decide di sperimentare qualche forma di non-monogamia (coppia aperta, poliamore, ecc.) per vedere se è adatta a noi.
La prima appare come la soluzione più praticabile per la maggioranza delle persone, specialmente quelle con mentalità tradizionale o più bisognose di sicurezze. La seconda è invece adatta a chi ha una mentalità più "avventurosa", curiosa e indipendente.

Al di là delle scelte relazionali, è consigliabile riconoscere che molto probabilmente la propria relazione sarà temporanea - come la vita stessa. Questa consapevolezza può aiutarci ad avere aspettative più realistiche, e ad apprezzare di più la relazione invece di darla per scontata: ci invita a concentrarci sulla sua qualità, piuttosto che sulla sua durata.


Bibliografia minima

Di seguito cito alcuni libri dedicati a monogamia e stili relazionali alternativi (o argomenti collegati), e da cui ho tratto idee e informazioni:
  • "Il mito della monogamia" (titolo originale "The Myth of Monogamy"; recensioni in inglese), di David P. Barash e Judith Eve Lipton.
    Gli autori smontano l'idea che la monogamia sia naturale, sulla base di numerose prove che provengono sia dalle scienze umane che da zoologia ed etologia.
  • "Marriage, a History" ("Storia del matrimonio"), di Stephanie Coontz (info nella Bibliografia).
    Una carrellata sul matrimonio nel corso del tempo e nelle varie culture. Il matrimonio come lo intendiamo oggi (basato sull'amore) è un'invenzione piuttosto recente: si è sviluppato a partire dalla fine del XVIII secolo, fino a diventare lo standard solo nella metà del XX secolo.
  • "In principio era il sesso" (titolo originale "Sex at Dawn"; recensioni in inglese), di Christopher Ryan e Cacilda Jethá.
    Ci è sempre stato detto che nella nostra specie la monogamia è un istinto naturale. Oggi questa argomentazione sta collassando. Sempre meno coppie si sposano, il tasso di divorzi cresce assieme ai tradimenti, il desiderio sessuale mina le basi dei matrimoni più solidi. Secondo gli autori, gli esseri umani si sono evoluti in gruppi che condividevano cibo, cura dei bambini e, spesso, partner sessuali.
  • "L'intelligenza erotica" (titolo originale "Mating in Captivity"; recensioni in inglese), di Esther Perel.
    La stabilità amorosa è la tomba del sesso: la sicurezza sentimentale si paga in svalutazione erotica. Per aprire la gabbia che ci costringe alla cattività sessuale, e trovare la strada per un erotismo domestico ma non addomesticato.
  • "La zoccola etica" (titolo originale "The Ethical Slut"), di Dossie Easton and Janet W. Hardy (info nella Bibliografia).
    Viene messo in discussione il mito tradizionale della monogamia come unico modo accettabile di amare. Non esiste un modo di relazionarsi giusto o sbagliato a priori, ma solo quello che è giusto per ciascuno. Nel libro si esplorano numerose possibilità di relazione, da quella asessuale alla monogamia, dalla coppia aperta al poliamore.

Altre informazioni e concetti sono stati presi dagli scritti del blogger Caleb Jones (conosciuto anche come BlackDragon). In particolare dal PDF "Why long term monogamy no longer works in the modern era" (non più disponibile online) e dal post "Why monogamy doesn’t work".

"Si dovrebbe essere sempre innamorati. Ecco perché non bisognerebbe mai sposarsi!"
(Oscar Wilde)


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Perché la monogamia non funziona - 1. Ragioni e obiezioni



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Poiché questo argomento è vasto e complesso, l'ho diviso in due parti:
1. Perché la monogamia non funziona - Ragioni e obiezioni (questo post) 2. Perché la monogamia non funziona - Conseguenze, motivazioni, alternative
Forse l'idea romantica più diffusa è quella della monogamia a vita*. Ovvero che sia del tutto naturale stare insieme allo stesso partner per sempre, trovare in lui (o lei) ogni cosa che cerchiamo, e non provare alcun interesse (specialmente sessuale) per altre persone. A questa idea sono legate convinzioni del tipo:
  • Un unico partner può soddisfare tutti i miei bisogni
  • Potrò essere felice con lui/lei fino alla fine dei miei giorni
  • Quando qualcuno mi ama non proverà interesse per nessun altro
In realtà le relazioni, anche quelle migliori, non funzionano così: non esistono partner perfetti né coppie ideali, sempre felici e appagate. La prova più evidente è la quantità di tradimenti (che accadono nella maggioranza delle coppie) e di divorzi (in Italia oltre la metà dei matrimoni finisce). Sono numeri troppo elevati per credere che i fallimenti siano dovuti solo a difetti individuali: è proprio la monogamia che non funziona come ci raccontano (né peraltro ha mai funzionato veramente: tradimenti e separazioni sono sempre esistiti).
La psicoterapeuta Maria Rita Parsi, dopo anni di esperienza e migliaia di storie ascoltate, conclude che "Ormai il matrimonio si basa sull’infedeltà".

* Definizione di monogamia

Quella di cui parlo è la forma più comune di "monogamia romantica" (ovvero quella contemporanea e più frequentemente ritratta nei media): un rapporto esclusivo (affettivamente e sessualmente) con la stessa persona per tutta la vita ("Finché morte non ci separi"), in cui entrambi i partner trovano pieno appagamento nell'altro ("E vissero per sempre felici e contenti").

"Monogamia" deriva dal greco mònos (unico), e gàmos (nozze). Quindi indica "unica unione", e non "unica moglie" (come molti credono).

Monogamia: pregi e difetti

Naturalmente la monogamia presenta anche numerosi vantaggi e aspetti positivi, che qui non esamino perché ben noti.
Non voglio nemmeno sostenere che la monogamia non funzioni mai, o che tutte le relazioni siano destinate a fallire. In realtà le relazioni monogame possono funzionare, ed è possibile amarsi a lungo e sinceramente: però questo accade di rado perché non è facile né scontato, e per realizzarlo sono necessarie numerose qualità ed impegno costante.
Lo scopo di questo post quindi non è distruggere la monogamia, bensì evidenziarne tutte le difficoltà e i limiti intrinseci (che solitamente vengono ignorati o negati), allo scopo di:
  • Aiutare chi la vive con difficoltà a capirne i motivi.
  • Per chi sta per compiere una scelta relazionale importante (come il matrimonio), a farlo con consapevolezza dei problemi a cui probabilmente andrà incontro.
  • Sfatare falsità e illusioni che portano spesso a vivere le relazioni in modo disfunzionale.

Il problema non è la monogamia in sé: se scelta liberamente e vissuta positivamente, va benissimo.
Il problema semmai è vedere (e imporre) la monogamia come unica e inevitabile forma di relazione sentimentale (posizione che in inglese viene chiamata "compulsory monogamy", cioè "monogamia obbligata"): la regola sociale per cui tutti - e specialmente le donne - devono essere in una relazione monogama per venire considerati adulti maturi e moralmente corretti.

Le ragioni per cui non funziona

Ma perché la monogamia romantica è un ideale che non può funzionare (tranne forse che in poche fortunate eccezioni)? Per una serie di ragioni:
  • Nessun partner può soddisfare completamente i bisogni dell'altro: ci sarà sempre qualche limite, qualche incomprensione, qualche differenza che separa. E viene naturale cercare altrove quello che ci manca.
  • Crediamo che lo stato felice e idilliaco dell'innamoramento (o l'estasi della "energia delle nuove relazioni") possa durare per sempre: ma ogni innamoramento è destinato a finire.
  • Lo psicologo Daniel Gilbert (autore di "Stumbling on happiness" - "Felici si diventa", info nella Bibliografia), ha osservato che prevediamo ciò che ci renderà felici in futuro basandoci su come ci sentiamo nel presente. Ecco perché una coppia felice progetta il suo futuro immaginando di provare gli stessi sentimenti a distanza di anni. Ma queste previsioni sono ingannevoli: quasi mai il futuro si sviluppa come lo immaginiamo. Quando diciamo "Ti amerò per sempre!" siamo sinceri, ma non sappiamo immaginare quanto i nostri sentimenti ed emozioni cambieranno nel tempo.
  • Le persone cambiano, inevitabilmente. E spesso due partner cambiano in modi differenti. La persona con cui all'inizio stavamo benissimo, tra alcuni anni potrebbe diventare qualcuno con cui non ci capiamo, che ha bisogni e progetti diversi dai nostri, con cui abbiamo sempre meno in comune.
  • Le aspettative romantiche sono troppo elevate e ideali: nessun partner o relazione reali potrà soddisfarle. Prima o poi ci si ritrova delusi, ma si continua a sperare che con altri andrà meglio (da cui tradimenti e separazioni).
  • Gli esseri umani hanno bisogno di varietà. Provate a pensare di passare tutta la vita mangiando sempre la stessa pietanza, vestiti sempre allo stesso modo, restando sempre nello stesso luogo: vi sentireste a vostro agio e appagati?
  • Non è nel nostro DNA: tra i mammiferi solo il 3% delle specie è monogama. Tra i primati sociali nessuna lo è; e i primati più simili a noi (scimpanzé e bonobo) sono promiscui.
  • In pratica, la fedeltà non è nella nostra natura:
  • Inoltre, col tempo la fedeltà diventa sempre più difficile. Non dipende dall'amare il partner o meno: anche se lo amiamo, dopo un certo periodo (di solito tre anni al massimo) la fedeltà sessuale ci starà stretta. L'uomo sentirà sempre più la voglia di fare sesso con altre donne; la donna si stancherà di fare sesso col proprio partner.
    Da notare che questo accade nella maggioranza delle coppie di lunga data - non illudetevi che "per voi sarà diverso".
Non voglio dire che una vita monogama sia impossibile, ma che non ci viene per nulla naturale*; e per riuscirci sono necessari grande impegno, capacità e maturità - nonché una buona dose di fortuna. Insomma, la monogamia a vita non è un istinto innato (come ci viene raccontato), ma una convenzione sociale. E' una bella favola romantica, che però raramente funziona in realtà.

* (Quello che ci viene naturale è il "legame di coppia" - in inglese "pair bonding" - che lega emotivamente i partner nel tempo, ma che non implica necessariamente la fedeltà sessuale.
Nel mondo animale numerose specie creano legami di coppia: molte solo per il ciclo riproduttivo, mentre poche sono monogame sul lungo periodo, e meno ancora sono sessualmente monogame).

“La monogamia è possibile,
ma non ci viene per nulla naturale”

Le aspettative romantiche

Uno dei motivi primari per cui la monogamia moderna fallisce così spesso, è proprio il suo essere basata su ideali romantici irreali.

Come osserva questo articolo, il Romanticismo ci porta ad aspettarci che il nostro partner (e specialmente il coniuge) sia il nostro amante appassionato e fedele, migliore amico, confidente, infermiere, terapeuta, autista, cuoco, consulente finanziario, accompagnatore sociale e compagno di viaggi, nonché generoso dispensatore d'amore - e tutto questo instancabilmente per anni e anni.
Se volessimo assumere un collaboratore, non penseremmo mai che una singola persona possa svolgere adeguatamente tutti quei ruoli; eppure ce lo aspettiamo da un partner. E quando costui viene meno in uno di questi compiti (come inevitabilmente accade), tendiamo a pensare che sia dovuto al suo essere la "persona sbagliata", o non alla nostra altezza - invece di riconoscere l'enormità delle nostre aspettative, e la perfezione sovrumana che pretendiamo dal partner.

L'ideale romantico scarta tutto quello che è solo "abbastanza buono" (che per molti versi è il massimo a cui una persona normale può arrivare): ci convince che possiamo trovare un amore straordinario anche se siamo persone ordinarie. E quando una relazione si rivela "ordinaria" (passata la fase dell'innamoramento), spesso cerchiamo qualcosa di meglio.

Le promesse vane

Il Romanticismo ci spinge anche a fare promesse vane, che non è in nostro potere mantenere, come "Ti amerò per tutta la vita" o "Vorrò sempre e solo te". Anche se nel momento ne siamo convinti, non possiamo sapere come ci sentiremo fra molti anni, né possiamo comandare i nostri sentimenti a piacere.
L'amore è fatto di sentimento e azione: possiamo sforzarci di fare la "cosa giusta", ma non possiamo forzarci a sentire quello che non ci viene spontaneo:
  • Quando un partner dice "Non ti amo più" lo viviamo come un affronto intenzionale ("Perché mi fai questo?"); ma il più delle volte l'altro non lo ha scelto, gli è accaduto. Sentimenti ed emozioni non sono scolpiti nella pietra.
  • Se proviamo attrazione e desiderio per altre persone, possiamo impegnarci per tenere a freno quei desideri; ma non possiamo cancellarli dalla mente. Non scegliamo per chi provare attrazione: parti inconsce di noi lo decidono al di fuori della nostra volontà.
Le promesse vane elevano le aspettative, e quando vengono infrante (anche senza intenzione) distruggono la fiducia e frantumano la relazione. Invece di riconoscere che erano le promesse a mancare di fondamento, vogliamo credere che sia colpa del partner.

I bisogni insoddisfatti

Il motivo primario per cui stiamo in una relazione è per soddisfare i nostri bisogni. Infatti siamo attratti dalle persone in grado di soddisfarli - o che noi crediamo possano farlo.
Quindi, quando i bisogni di ciascuno non vengono più soddisfatti a sufficienza (perché subentrano monotonia e abitudine, perché siamo cambiati, perché ci si dà per scontati, per egoismo...), si diventa inquieti e il legame si allenta: in alcuni casi si cerca altrove la soddisfazione che manca (tradimento), oppure si chiude definitivamente quando la relazione è diventata più un peso che una gioia (separazione).

Non è questione di amore: possiamo ancora amare il partner ma, se non nutre più i nostri bisogni, prima o poi sentiremo le necessità di andare verso qualcuno che può farlo. Quando amo qualcuno la sua felicità diventa importante per me, certo, ma i miei bisogni continuano ad esistere.

L'origine dei tradimenti

Siamo abituati a pensare che il tradimento sia dovuto all'arrivo di un "terzo incomodo", di una persona che spezza l'equilibrio della coppia. Ma il più delle volte quell'equilibrio si era alterato già da tempo, e il problema era sorto ben prima dell'incontro fatale.

L'ideale romantico ci dice che il partner giusto appagherà tutti i nostri bisogni; il mondo attuale ci dice che meritiamo di essere felici - ce lo dicono articoli, libri, pubblicità (da notare che queste sono idee moderne: sarebbero suonate assurde prima del Romanticismo).
Quando un partner delude queste aspettative ripetutamente (per suoi limiti o perché la vita è complicata e difficile per tutti), pian piano si apre una "crepa" nella relazione; che si allarga fino al punto in cui qualcosa dentro di noi scatta, e consideriamo di cercare fuori dalla coppia quella felicità e soddisfazione che riteniamo di meritare.
Spesso non ne siamo consapevoli, ma qualcosa in noi si è rotto e una porta si è aperta. A quel punto può bastare un momento di crisi, un'occasione stimolante o una persona affascinante a farci varcare la soglia. Il tradimento inizia in quel momento, ma ha le sue radici ben prima, in tutte le delusioni, le disattenzioni e le incomprensioni che hanno allargato la "crepa" tra i partner.

E' comodo e consolatorio pensare che la responsabilità di un tradimento sia totalmente del traditore. Ma una relazione si costruisce in due, e molto spesso entrambi i partner hanno contribuito - ognuno a suo modo - allo sfaldamento dell'unione che ha poi portato al tradimento: dare l'altro per scontato, farlo sentire incompreso, trascurato o ignorato, non comunicare quello che si sente, ecc.
Piuttosto che riversare tutte le colpe sul traditore (e ritenere il tradito una vittima innocente), sarebbe molto più utile e costruttivo vedere il tradimento come sintomo di un "malessere della coppia"; ed esaminare insieme cosa non ha funzionato, e come si potrebbe migliorare entrambi.

La monogamia funziona se...

E' facile pensare che la monogamia funzioni solo perché due restano insieme - ma non è così semplice. Per dire che funziona, dev'essere una scelta libera e positiva (non forzata o controvoglia). Vediamo alcuni aspetti importanti.

La monogamia implica la fedeltà

Quando parlo di monogamia, includo il concetto di fedeltà sessuale - senza eccezioni. Se un partner tradisce di nascosto, non è monogamo, è bugiardo. Dire di essere a favore della monogamia e poi tradire, è come dire di essere onesti e poi rubare.

La monogamia non è temporanea

In questo post parlo della monogamia a vita, o comunque sulla lunga distanza (decine di anni). Sul breve periodo è possibile vivere una monogamia felice, specialmente finché dura l'innamoramento (al massimo due-tre anni). E' nel periodo successivo che diventa difficile.
Chi resta monogamo finché tutto va bene, poi trova un altro partner e ricomincia da capo, e così via, è un "monogamo seriale" - che è una cosa diversa, e lontana dall'ideale del "partner per la vita".

La monogamia prevede la soddisfazione dei partner

Il concetto moderno (romantico) di monogamia include la soddisfazione e la felicità dei partner; nessuno oggi sta in coppia solo per ragioni pratiche (almeno in Occidente). Quindi, non si può dire che la monogamia (o un matrimonio) "funziona" se i partner sono prevalentemente infelici, frustrati, o si detestano.
Le coppie che vengono portate ad esempio di "monogamia che funziona", invece, sono spesso di questo tipo: non stanno insieme per amore o perché sono felici insieme, ma per una serie di altre ragioni: paura della solitudine, mentalità tradizionale, regole religiose, preoccupazione per la condanna sociale, problemi economici, bisogno di sicurezza, ecc. Dall'esterno questa infelicità potrebbe non essere visibile, ma se vi avvicinate abbastanza la noterete spesso, probabilmente in oltre la metà dei matrimoni di lunga data.

Chi comanda e chi obbedisce

Inoltre, un altro tipo di matrimonio "che dura" è quello in cui uno dei due comanda, e l'altro è sottomesso. Nella cultura tradizionale e patriarcale di solito era il marito a comandare, oggi spesso è invece la moglie - o comunque chi ha più potere (di attrazione o sessuale, di personalità, economico). Chiunque sia, in queste coppie c'è un partner che comanda e l'altro che obbedisce. Dubito che in molti accetterebbero a priori una condizione di sottomissione a vita.

“Molte coppie durano
ma sono comunque infelici”

Alcune obiezioni

Come per tutti gli argomenti "scomodi", anche questo solleva una serie di obiezioni e resistenze emotive (ma scollegate dai fatti). L'ultima cosa che le persone vogliono sentirsi dire è una verità inquietante. Esamino quindi alcune tra le obiezioni più comuni.

Il mito della "persona giusta"

Alcuni potrebbero ribattere che la monogamia viene naturale e facile, una volta che si sia trovata la "persona giusta". Purtroppo in realtà anche quello della "persona giusta" (la donna ideale, il principe azzurro) è un mito romantico.
Nessuna persona è mai su misura per noi, né corrisponde a tutti i nostri bisogni e particolarità (a meno che sia un nostro clone). Anche il partner migliore e più compatibile sarà comunque un individuo diverso da me, con le sue esigenze, mancanze e problematiche; anche lui sarà un essere umano imperfetto e fallibile, come tutti. Anche con lui, quindi, si applicheranno i limiti propri della monogamia (anche se magari in misura minore che con altri).

Credere alla "persona giusta" ci pone alla mercé del fato

Inoltre, questo mito ci espone ai capricci del fato: è un po' come credere che "Avrò risolto i miei problemi economici quando vincerò la lotteria". Come non abbiamo alcun controllo sulla lotteria, così non abbiamo il potere di incontrare questa fantomatica persona.
Non esiste un sistema concreto per trovare la "persona giusta". Quindi crederci mi rende impotente, perché l'esito non dipende da me, ma da un ipotetico incontro su cui non ho controllo. Certo posso cercare e andare e fare, ma senza alcuna garanzia di risultato: sono comunque nelle mani del caso.

La monogamia non funziona per gli uomini, ma nemmeno per le donne

Alcuni potrebbero pensare che, quantomeno per le donne, la monogamia funziona realmente: "E' vero, gli uomini hanno questo desiderio di fare sesso con donne diverse, ma le donne no - loro pensano - le donne sono per la fedeltà e la stabilità affettiva".
Beh, non proprio. Non sul lungo periodo, almeno. In teoria le femmine sembrano tendere meno alla promiscuità dei maschi, ma in pratica spesso accade il contrario (sia tra gli animali che tra gli umani). Quindi anche le donne hanno pulsioni promiscue, sentono il bisogno di varietà e tendono a sentirsi annoiate e frustrate sul lungo periodo; per esempio: Questo mostra come anche le donne, sulla distanza, trovano insoddisfacente una relazione monogamica: in teoria la vogliono, ma poi nei fatti scoprono che gli va stretta. Non bisogna fidarsi di quello che le donne dicono (a parlare siam tutti bravi), bisogna osservare i fatti.
Non a caso, prima del Romanticismo era normale per le mogli nobili avere a disposizione un "cicisbeo": ovvero un giovane uomo che "si preoccupa di assecondare i desideri della signora", mentre il marito "sicuramente ha qualcosa di meglio da fare".

* Perché le donne scelgono di separarsi

Si potrebbe pensare che questo sia causato dal comportamento dei mariti, ma le statistiche sui matrimoni omosessuali smentiscono questa ipotesi:
  • In Gran Bretagna, tra le coppie omosessuali che hanno divorziato, quasi i tre quarti erano composti da donne.
  • In Olanda, i matrimoni falliti fra donne lesbiche sono il doppio di quelli fra uomini gay (30% contro 15%).
Questo dimostra che la propensione delle donne a separarsi non dipende dagli uomini. Fra le cause sembrano esserci la tendenza femminile a sposarsi con una certa impulsività, ad idealizzare il matrimonio (con conseguenti delusioni), ed a tollerare meno l'infedeltà.

Crollo del desiderio femminile e monogamia

Come abbiamo visto, spesso nelle relazioni monogame stabili la donna ha un crollo del desiderio sessuale verso il partner: nel tempo questo cala drasticamente o sparisce del tutto. Un articolo del New York Times Magazine ha esaminato varie ricerche scientifiche sull'argomento, rilevando che è proprio la monogamia ad essere una della cause primarie:
  • Per molte donne, la causa del loro malessere sessuale sembra essere la monogamia stessa.
  • Donne e uomini in nuove relazioni riferiscono, in media, una voglia più o meno uguale l'una per l'altro. Ma per le donne che sono insieme ai loro partner da uno a quattro anni, inizia un declino - che continua, lasciando il desiderio maschile molto più alto.
  • Nel corso del tempo, le donne che non vivono insieme ai loro partner mantengono il loro desiderio molto più delle donne che [convivono].
  • "L'erotismo richiede distanza", scrive l'esperta di relazioni Esther Perel in "L'intelligenza erotica" (confermando il punto precedente).
  • Alle coppie lesbiche sembra non andar meglio, e forse peggio, nel mantenere l'ardore sessuale reciproco (indice che non è questione di maschi o femmine).
  • Alla base [dei loro problemi] sembrava esserci una causa comune: si erano tutte stancate del sesso con i loro partner di lunga durata.
  • Studi condotti di recente iniziano a suggerire che l'eros femminile non è minimamente programmato per la fedeltà.
Anche questa psico-terapeuta conferma che "il desiderio sessuale femminile [verso il partner] precipita nelle relazioni monogame. [...] E' del tutto normale e naturale che tua moglie NON voglia [più] fare sesso con te." (altri fattori possono ulteriormente diminuire il desiderio, l'arrivo di figli in primis).
Da notare che questo accade anche quando le donne amano il proprio compagno, ed egli non offre alcun motivo ragionevole per questo calo di desiderio. Il calo non è quindi originato da assenza d'amore o da carenze del partner (benché questi fattori possano ovviamente contribuire).

“Sulla distanza,
anche le donne sono frustrate
dalla monogamia”

Per me sarà diverso

Un aspetto curioso della psiche umana, è la tendenza a credere di essere unico e "speciale". In questo caso, di fronte ad una serie di prove e argomenti concreti sulla infondatezza della monogamia, molti potrebbero obiettare "Per me (noi) sarà diverso. Io la farò funzionare. Noi saremo sempre felici insieme".
Purtroppo nella maggior parte dei casi non va così: in realtà siamo tutti simili, e abbiamo problemi simili. Siamo molto più facilmente la regola, non l'eccezione. Credere diversamente, senza ragioni concrete, è una sorta di "pensiero magico".

Uno degli ostacoli è che la volontà o l'amore non bastano:
  • Puoi controllare te stesso, ma non il partner.
  • Puoi decidere le tue azioni, ma non le tue emozioni o i sentimenti (non hai deciso tu di innamorarti, e non sarai tu a decidere quando finirà).
  • Non puoi cambiare la tua biologia (o quella del partner), che non è programmata per la monogamia.
  • Inevitabilmente cambierai, in modi che non sempre puoi prevedere; anche il partner cambierà, in modi che non sempre ti piaceranno (e che non puoi decidere). Potreste ritrovarvi come due estranei, o due persone che si annoiano a morte, o che non si sopportano.
  • Poiché non puoi controllare il partner, né gli eventi esterni, anche se tu sei una di quelle persone per cui la monogamia funziona al 100% (esistono, benché rare), è sempre possibile che sia l'altro a stancarsi e tradire o andarsene. Nella maggior parte delle separazioni, la decisione è unilaterale; l'altro la subisce. Se sei un uomo, questo è ancora più probabile.
Quindi, anche nei rari casi in cui tu sia davvero "speciale", non c'è garanzia che lo sarà anche il tuo partner.

>> L'argomento continua nella seconda parte: Perché la monogamia non funziona - 2: Conseguenze, motivazioni, alternative.



"Si dovrebbe essere sempre innamorati. Ecco perché non bisognerebbe mai sposarsi!"
(Oscar Wilde)


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