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Perché un matrimonio finisce

Chiarire i motivi del matrimonio

Per capire le varie ragioni per cui un matrimonio può finire, bisogna prima di tutto avere chiari i motivi per cui ci si sposa. Sono questi, infatti, che il più delle volte determinano la riuscita o il fallimento del matrimonio stesso. Ignorare questi motivi o darli per scontati, equivale a partire per un viaggio senza avere chiara la destinazione: magari sarà un'esperienza piacevole, oppure disastrosa, ma comunque ci muoveremo a caso e in balia degli eventi.
Anche la constatazione superficiale per cui "Un tempo i matrimoni duravano!", trascura di chiedersi il motivo. Non è (come pensano in molti) perché in passato c'erano maggiori valori o le persone erano più sagge o meno egoiste, ma principalmente perché i motivi del matrimonio erano ben diversi da oggi.

Sposarsi per amore è un'idea recente

Al giorno d'oggi diamo per scontata l'idea romantica per cui il matrimonio sia basato sull'amore, ma pochi sanno che questo concetto è relativamente nuovo: si è infatti diffuso nel XIX secolo, durante il periodo del Romanticismo.
Prima di questa fase il matrimonio era nella maggior parte dei casi combinato e basato su ragioni pratiche, funzionali; l'amore fra i coniugi era considerato accessorio, e spesso persino controproducente. Ci si sposava prima di tutto per sopravvivere (la vita era dura ed era improbabile cavarsela da soli), perché conveniva alla famiglia o alla società, per interessi economici, per vantaggi politici (fra i nobili), ecc.

Appare ovvio che, quando il matrimonio serve a sopravvivere, difficilmente verrà meno: è un motivazione che permane nel tempo. Se invece - come accade oggi - il matrimonio è basato sull'amore, sulle emozioni e sulla felicità personale, questi motivi sono mutevoli, e quando cambiano o vengono meno, anche le basi del matrimonio stesso si incrinano.

“Nella maggior parte dei casi
il matrimonio era combinato
e basato su ragioni pratiche”


Differenze tra matrimoni del passato e quelli odierni


Il matrimonio era basato su ragioni pratiche, oggi su ragioni emotive

Per millenni (con buona probabilità a partire dalla diffusione dell'agricoltura), il matrimonio è stato quasi sempre deciso dal gruppo (tribù, clan, famiglia, casato), per ragioni pratiche o di convenienza, e non dalle coppia stessa. Questi matrimoni basati su ragioni concrete, e rafforzati dalla pressione del gruppo, erano ovviamente più stabili e duraturi.

A partire dal Romanticismo in poi (circa dalla metà del XIX secolo), ci si è sposati sempre più per ragioni emotive invece che funzionali: amore, passione, intimità, colpo di fulmine, attrazione sessuale, ecc. Da una parte questo ha reso la vita da sposati più vivace ed eccitante che in passato (almeno nel primo periodo), ma ha introdotto anche l'instabilità e la mutevolezza tipiche delle emozioni.

La durata media della vita si è estesa

Quando si viveva fino a 40-50 anni (e senza stato sociale né pensioni), l'impegno per il lavoro, l'allevamento dei figli e la sopravvivenza restavano prioritari fino alla fine.

Nella nostra epoca moderna viviamo fino a 80-90 anni, la ricerca della soddisfazione personale è più forte, e la sopravvivenza non è (nella maggior parte dei casi) un problema. Quindi oggi si sta insieme principalmente per scelta, non per necessità. E quando si può scegliere si tende anche a cambiare idea, specialmente nel lungo periodo. La persona che a 20 o 30 anni trovavamo splendida, a 40 o 50 anni può risultarci indifferente o insopportabile.

Le aspettative sul matrimonio sono molto più elevate

Nei secoli passati, sul matrimonio si avevano poche aspettative e ben definite; semplificando:
  • L'uomo doveva portare a casa di che vivere.
    Se il marito non spendeva i soldi nel bere, non la picchiava e non la tradiva troppo spesso (in passato era considerato tollerabile), la moglie si considerava fortunata.
  • La donna doveva badare alla casa e ai figli.
    Se la moglie lavorava sodo, era fedele e non si lamentava troppo, il marito era contento.

Oggi invece film, canzoni e romanzi rosa ci fanno credere che il partner "giusto" ci darà tutto quello di cui abbiamo bisogno: ci aspettiamo che il coniuge ci renda felici, che ci riempia la vita, che ci completi, che sia sempre fedele e innamorato, che ci ascolti e ci comprenda, che ci appaghi sessualmente, che rimanga in forma, attraente e desiderabile. Ma questa è una utopia romantica, che non considera quanto ogni essere umano sia limitato, complesso, fallibile e mutevole (e dimentica come l'innamoramento sia destinato a finire).
Dove le aspettative sentimentali sono troppo elevate, è inevitabile che il partner finisca col deluderle. Quando ciò accade, pochi realizzano che erano le aspettative ad essere irreali, e tendono piuttosto a vedere il partner come manchevole; il che induce a lasciarlo per cercare "di meglio".

Individualismo e soddisfazione personale hanno più rilevanza

Nei secoli scorsi, sia per ragioni culturali che pratiche, la vita era organizzata intorno al senso del dovere, al bene della società e al sacrificio personale. L'individualità e la felicità personale erano visti con sospetto, se non apertamente condannati.

Oggi vogliamo essere felici, vogliamo realizzare i nostri sogni, non ci accontentiamo, non rinunciamo, ci opponiamo ai compromessi e all'adattamento. Ci sembra che sia possibile avere tutto, inclusi l'uomo perfetto o la donna ideale.
Ovviamente questo ci induce molto più facilmente a rompere un matrimonio deludente o che non ci dà la felicità attesa. Crediamo di poter avere di più, ed anche di averne diritto.

Cambiamo più velocemente

Con l'evoluzione della società, i cambiamenti (personali e sociali) sono diventati sempre più rapidi. Nel Medioevo una persona poteva passare tutta la vita senza incontrare cambiamenti di rilievo: il luogo di vita, il lavoro e il reddito, la struttura sociale, la religione, le conoscenze scientifiche, la famiglia e gli amici, sarebbero restati i medesimi dalla gioventù alla morte.

Oggi invece tutto cambia, e cambia sempre più rapidamente: cambiamo lavoro, amici, casa, città. Incontriamo ogni giorno nuove idee, libri, film e scoperte. Le nostre conoscenze vengono continuamente aggiornate e ribaltate. Non c'è da stupirsi se anche le relazioni e i sentimenti tendono a mutare più velocemente che in passato.
Se è sempre stato vero che "tutto scorre" ("panta rei"), oggi tutto scorre a velocità sempre maggiore, tanto che spesso veniamo lasciati indietro - a volte anche dal coniuge.

La sessualità ha molta più importanza

In passato la sessualità nel matrimonio era considerata un fattore secondario se non assente (in diverse culture del passato il piacere veniva ricercato con cortigiane o cicisbei, o figure similari, non con la moglie o il marito), e veniva vista principalmente in funzione procreativa. Il desiderio femminile era ritenuto minore o persino inesistente (il mito della femmina "casta e pura" è un altro prodotto della cultura Romantica). Se il sesso nel matrimonio non funzionava (come era nella maggior parte dei casi, anche per via dell'ignoranza in merito), le donne imparavano a farne a meno, e gli uomini ricorrevano alla prostituzione (che anche per queste ragioni era tollerata).

Oggi invece una sessualità appagante viene considerata - giustamente - importante per il benessere psicofisico dell'individuo, e le donne hanno scoperto che la loro sessualità è intensa e possente anche più di quella maschile. Ne consegue che non ci accontentiamo di una vita sessuale tiepida o mediocre, cerchiamo la passione, l'appagamento e persino l'estasi erotica (per certi versi anche influenzati dalla diffusione della pornografia e delle illusioni che produce).
Se in passato l'insoddisfazione sessuale nel matrimonio era praticamente scontata, oggi risulta difficilmente tollerata. In molti casi conduce al tradimento, in altri a risentimento e conflitti che minano l'intesa: entrambe le situazioni portano spesso alla dissoluzione del matrimonio.

L'inevitabile calo della passione

A questo riguardo, va aggiunta l'aspettativa comune che la passione si manterrà viva e vitale (ben pochi si sposerebbero con la prospettiva di un matrimonio privo di sesso). Purtroppo, nelle coppie che convivono è pressoché inevitabile un calo del desiderio sessuale (specialmente quello della donna).
Quando questo accade, la delusione di ritrovarsi vicino un coniuge indifferente, freddo, respingente o anche solo disinteressato all'unione fisica, è per molti una sofferenza che alla lunga risulta insopportabile.


Date queste condizioni molto diverse che in passato, non c'è da stupirsi che il matrimonio oggi sia una istituzione differente, e molto più fragile. Due persone che si sposano oggi sono molto più libere - ma la libertà si accompagna all'instabilità. Credere di poter avere stabilità e libertà insieme è illusorio, esse sono - per molti versi - opposte: un treno è vincolato nel suo percorso ma raramente deraglia, mentre un aereo è libero di andare dove vuole ma può facilmente precipitare.

“Credere di poter avere
stabilità e libertà insieme
è illusorio”



E se sposarsi non fosse più "per sempre"?

Se oggi la ragione primaria del matrimonio è l'amore e la felicità dei coniugi, allora appare sensato che, se l'amore sparisce o i coniugi diventano infelici, quel matrimonio potrebbe non avere più ragion d'essere. Il matrimonio del passato era considerato "per sempre" per una serie di ragioni (in primis l'interesse della società, e i principi religiosi) che oggi non sono più validi per gran parte delle persone.
Restare ancorati all'idea del "per sempre" ad ogni costo, sembra più basato su una tradizione e sulla paura del futuro (la paura di restare soli, di essere traditi o abbandonati), che a ragioni sensate. Perché condannarsi a restare in un matrimonio infelice o distruttivo, magari per decenni? Vogliamo veramente farci male a tal punto?

E per quale ragione, poi?
  • Perché l'ha detto qualcuno in un libro scritto 3.000 anni fa?
    (sulla scarsa affidabilità dei testi sacri è stato scritto in abbondanza: vedi p.es. Albanesi.it, Vita oltre la vita.it, Jacopo Fo, Wikipedia)
  • Per non scontentare mamma e papà?
    (vostra madre e vostro padre hanno fatto le loro scelte; le vostre riguardano voi e voi soltanto)
  • Perché altrimenti la gente penserà male?
    (solo le persone squilibrate vogliono decidere come dovrebbero vivere gli altri)
  • Per i figli?
    (è dimostrato che i figli di coppie infelici stanno peggio dei figli di genitori separati e sereni)
  • Per non sentirsi "falliti"?
    (ma chi decide cosa è successo e cosa fallimento? Davvero il successo di una relazione si misura con la durata? O non piuttosto con la sua qualità? Restare insieme nella disperazione mi sembra un fallimento peggiore di una separazione)
Più consideriamo seriamente questi motivi per "stare insieme a tutti i costi", più credo che li vedremo sgretolarsi davanti ai nostri occhi. La vita è troppo preziosa - e breve - per sprecarla restando infelici accanto a qualcuno (e rendendolo magari infelice a nostra volta).

L'illusione della monogamia

Nella nostra cultura ci viene detto che la monogamia (restare insieme alla stessa persona ed esserle fedele per sempre) è la modalità naturale di stare in coppia, e l'unica valida. Ma questo è decisamente falso, in quanto la monogamia:
  • non ci viene affatto naturale (prova ne sono tutti i conflitti, tradimenti e separazioni);
  • non ha mai funzionato davvero (non nel senso romantico che gli attribuiamo oggi);
  • non è l'unico modo possibile (ci sono culture che adottano altre modalità, e molte coppie che vivono in relazioni non-monogamiche).

Non sto dicendo che la monogamia sia sbagliata in sé (se ci stai bene, va benissimo), ma che è un ideale utopico e ingannevole, che in generale non funziona. Contribuisce all'infelicità di molte persone, che si sentono sbagliate perché non riescono a farla funzionare, invece di riconoscere che semplicemente non fa per loro.

Scegliere per la morte, o per la vita

Se consideriamo i motivi attuali che portano due persone a sposarsi, invece di restare ancorati al concetto tradizionale di "Finché morte non ci separi", sembra più efficace - nonché realistica - una visione del tipo "Finché vita non ci separi": cioè restiamo insieme finché io e te siamo capaci di rendere migliore la vita l'uno dell'altra, o finché la vita non ci porterà in direzioni talmente diverse che lo stare insieme non abbia più senso.
Con questo non intendo sminuire l'impegno del matrimonio (secondo me non ci si dovrebbe sposare alla leggera), ma sottolineare come il matrimonio dovrebbe essere basato sulla gioia e l'amore reciproci, e non visto come un dovere gravoso e a prescindere.

“Restiamo insieme finché io e te
siamo capaci di rendere migliore
la vita l'uno dell'altra”

Le promesse non mantenute

Una delle ferite più profonde che la fine di un matrimonio provoca, è quella delle promesse infrante: "Ti amerò per sempre", "Nella buona e nella cattiva sorte", "Finché morte non ci separi"... La persona che ci ha creduto, e che ora vede tutti quei sogni andare in pezzi, può giustamente sentirsi ingannata e tradita. Facile, a quel punto, prendersela con chi desidera la separazione e accusarlo ferocemente.
Ma se ci pensiamo un attimo, l'errore è in chi ha fatto quelle promesse e - anni dopo - non è più in grado di mantenerle... Oppure l'errore è nelle promesse stesse, se risultano utopiche, irrealistiche, non più corrispondenti a come funzionano oggi le relazioni?
A me sembra che, in nome di un ideale romantico tanto seducente quanto favolistico, le persone continuino a farsi "promesse impossibili", ovvero su cui non hanno controllo. Come faccio a sapere se ti amerò ancora fra decenni? Come posso sapere se, dopo che saremo cambiati profondamente, starò ancora bene con te? Posso sperarlo, posso impegnarmi, ma non posso prevedere il futuro! (nè posso decidere quello che sento).

Fare questo tipo di promesse suona simile al bambino che, a sei anni, afferma con entusiasmo "Da grande farò l'astronauta!". Certo può crederci e volerlo con tutto se stesso; ma la sua vita potrà poi svolgersi in mille modi diversi, e imprevedibili, portandolo magari lontanissimo dal suo sogno. Oppure forse ci arriverà (anche se pochi ci riescono, proprio come pochi matrimoni durano felici tutta la vita), ma a priori nessuno può dirlo con certezza.
Sembra che le persone continuino a farsi quelle promesse, e a basare i loro matrimoni su di esse, perché seguono il mito romantico, e perché vogliono tanto crederci - ignorando i fatti che le smentiscono. Probabilmente quelle persone hanno troppa paura di essere realistiche: mentono (inconsapevolmente) perché ammettere l'incertezza del loro futuro (oggi siamo insieme, domani chissà) li spaventerebbe troppo.

Ma il problema di quelle promesse utopiche è che vengono credute, e quando vengono infrante (anche se il coniuge ha fatto del suo meglio) chi ci ha creduto sente crollare la terra sotto i piedi: il più delle volte non se l'aspettava, non riesce a farsene una ragione, ne viene completamente travolto. E allora verrebbe da dire che forse non dovremmo fare promesse che non siamo certi di poter mantenere.

Indagare le ragioni della fine

Fin qui ho spiegato i motivi generali per cui i matrimoni sono oggi più fragili e instabili di un tempo. Per capire perché un certo matrimonio finisce, però, è necessario scoprire i motivi specifici che hanno disgregato quell'unione, e quelli possono essere diversi per ciascuno: come ha detto Tolstoj, "Tutte le famiglie felici sono simili tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo".
Qui posso solo indicare alcuni percorsi da esplorare per indagare le proprie ragioni specifiche, quelle che hanno portato due persone che una volta si amavano verso la separazione. E le ragioni ci sono sempre, spesso condivise fra i coniugi: raramente c'è un unico "colpevole" dietro la rottura (anche quando crederlo ci dà grande sollievo):

“A volte non c'è nulla da fare:
certe coppie
non sono destinate a durare”

Pensare al matrimonio in termini nuovi

Invece di lamentarci per l'instabilità sentimentale odierna (che, come esposto, nasce da numerose ragioni), o accusare gli individui di non volersi impegnare, sarebbe più utile riconoscere che oggi il matrimonio poggia su delle basi ben diverse che in passato, e i coniugi hanno ben altre aspettative. Potremmo dire, in parole semplici, che il matrimonio non è più quello di una volta (e per molti versi è un bene, tutto considerato).
Una volta riconosciuto questo con onestà, possiamo lasciar andare le tradizioni e le aspettative obsolete. Ed abbracciare una visione del matrimonio orientata alla felicità e alla realizzazione personale, in cui il successo dell'unione si misura in termini qualitativi - di benessere, di intimità, di felicità condivisa, di crescita insieme - e non in termini quantitativi di durata.

Perché, a mio parere, cinque anni di gioia e soddisfazione condivisi, valgono molto più di cinquant'anni di routine, noia e malsopportazione reciproci.


"Se temete la solitudine non sposatevi."
(Anton Cechov)

"Il matrimonio deve combattere un mostro che divora tutto: l'abitudine."
(Honoré de Balzac)

"Si dovrebbe essere sempre innamorati.
Ecco perché non bisognerebbe mai sposarsi!"

(Oscar Wilde)


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Ravvivare la sessualità: 11 idee per vincere la monotonia a letto

Anche se all'inizio vivere il sesso è un'esperienza straordinaria (almeno quando è fatto bene), col tempo può diventare qualcosa di ripetitivo, monotono e noioso. Questo accade specialmente nelle coppie stabili e di lunga data: per quanto possano esserci amore e devozione, la familiarità e la mancanza di novità tendono ad affievolire l'eccitazione e il piacere (è uno dei limiti intrinseci alla monogamia).
Un calo simile accade solitamente anche al desiderio reciproco. In certi casi è possibile capire in anticipo se la voglia di fare sesso svanirà (per uno o entrambi i partner).

Questo calo però non è inevitabile: la sessualità è un campo così variegato e sconfinato che, se esplorato ed approfondito con curiosità ed entusiasmo, può fornire brividi ed estasi anche alle coppie più collaudate! Certo occorre evitare di sprofondare nella pigrizia e nell'abitudine.
In questo post esamino una serie di idee e approcci che possono risvegliare il desiderio, l'eccitazione e il piacere.

  1. Sesso: sempre uguale, sempre diverso
  2. Trovare nuove idee
  3. Provare posizioni e situazioni diverse
  4. L'importanza del tatto
  5. Non solo baci - L'uso della bocca
  6. La strada meno percorsa - Sesso anale
  7. Esplorare e condividere le fantasie erotiche
  8. Dedicarsi al piacere del partner
  9. Dedicare al sesso tempo, impegno, cura
  10. Lasciarsi andare - Blocchi e moralismi
  11. L'importanza di comunicare


1. Sesso: sempre uguale, sempre diverso

In effetti il sesso sembra, in generale, un atto ripetitivo. In fondo gli organi coinvolti sono sempre quelli, e così per le zone erogene. Ma così come le note musicali sono solo sette, eppure possono essere combinate in modi pressoché infiniti, così anche la sessualità può essere declinata in modi sempre diversi.
Per capire come migliorare la propria vita sessuale, è utile considerare due aspetti diversi:
  • quello che facciamo (le azioni);
  • e il come lo facciamo (la qualità con cui le compiamo).
Di solito tendiamo a concentrarci sulle azioni: su nuove posizioni, nuovi gesti, nuove situazioni (o nuovi partner). Più di rado pensiamo invece a cambiare la qualità con cui viviamo la sessualità. Per certi versi, quello che più rende la sessualità appagante non è tanto nelle nostre azioni, ma nella emozione e intensità con cui le viviamo.
Per esempio, non si può infilare il pene in 100 modi diversi, ma si può penetrare una donna con energia - ed emozioni - molto differenti: dolce, selvaggia, lenta, amorevole, brutale, sfuggente, profonda, intermittente, mistica, struggente... Per aumentare il nostro panorama erotico, consideriamo non solo nuove tecniche, ma anche di ampliare il nostro orizzonte emotivo. In fondo uno dei modi più scadenti di fare sesso è proprio farlo in modo meccanico, senza reale partecipazione, senza metterci l'anima.

2. Trovare nuove idee

Anche se, come detto, la sessualità può apparire ripetitiva, c'è sempre la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo e stimolante. Di seguito alcune aree da esplorare per trovare stimoli inaspettati e modalità sorprendenti.

Farsi ispirare dalla pornografia

Anche se è svalutata da molti, credo che nella pornografia si possano trovare numerosi spunti interessanti. L'importante è adattarli a se stessi e alle proprie possibilità (certe azioni sono simulate o fuori dalla portata delle persone comuni), e non farsi prendere dall'emulazione: lo scopo resta comunque quello di divertirsi e stare bene, non di fare una performance.
Potete usare un filmato porno (che interessi entrambi) per "stuzzicarvi" l'appetito, per scoprire nuove possibilità, o per esplorare fantasie nascoste e desideri inconfessati. Vivetelo come una "avventura" da condividere, un viaggio verso orizzonti da scoprire insieme.

Ricordatevi inoltre che la perfezione fisica di certi attori/attrici è inarrivabile ai più: non ha senso fare paragoni con i porno attori (né per se stessi né verso il partner), così come non ha senso paragonarsi ai divi di Hollywood.

La pornografia è maschile

Poiché la pornografia è, in larga parte, una rappresentazione delle fantasie erotiche maschili, è normale che certe scene porno non siano gradite alle donne, o solo ad alcune. Non prendetevela, è normale avere gusti differenti. Piuttosto, cercate qualche genere di pornografia (ne esiste una grande varietà) che possa interessare entrambi. Di seguito alcuni link a siti che presentano una grande numero di categorie (in inglese): Galore, You, Lobster, For Her (quest'ultimo è più orientato verso i gusti femminili).

Inoltre, parlate insieme di ogni scena che colpisca l'uno o l'altra, per capire:
  • Cosa vi piacerebbe fare
  • Cosa potrebbe forse piacervi (magari variando la scena)
  • E cosa proprio non va, all'uno o all'altra.
Va da sé che insistere per forzare l'altro a fare quello che non ha nessuna voglia di fare, oltre ad essere irrispettoso, è un buon modo di peggiorare la relazione - invece di migliorarla.

Romanzi erotici

Leggere romanzi erotici può fornire qualche idea interessante. Di solito gli autori creano scenari e situazioni più raffinati e complessi di quelli della pornografia. Molti romanzi sono indirizzati anche verso l'immaginario erotico femminile, non solo maschile.

Un'idea potrebbe essere dedicare un mese (o una settimana) ad un romanzo erotico o alla pornografia, alternati. In questo modo potreste trovare stimoli per entrambi i partner, e venirvi incontro se uno dei due media interesse poco l'altro.

Esplorare il mondo kinky

"Kinky" in inglese indica tutte le pratiche sessuali insolite (quelle ordinarie vengono definite "vanilla" o "vaniglia"). In questo ambito troviamo attività più "forti" quali il sadomasochismo e la dominazione/sottomissione, ma anche cose più accessibili come:
  • i giocattoli erotici (sex toys): vibratori, manette, anelli da pene, ecc.
  • i giochi di ruolo (role play): in cui si interpretano dei personaggi, come il maestro e l'allieva, o l'infermiera e il paziente
  • l'uso di "parolacce" (dirty talking)
  • la legatura del corpo (bondage) per scopi estetici o sensuali
  • l'uso di abbigliamento in pelle (leather)
  • il feticismo (adorazione di una parte del corpo o di un oggetto).
Anche se certe pratiche sono troppo estreme per noi, possiamo però trarne idee e spunti per attività stuzzicanti e più accessibili ai nostri gusti.

Non fornisco qui link specifici, ma cercando in Rete termini come "sesso kinky", "sessualità alternative" o - per i più audaci - "BDSM", troverete molti punti di partenza.
Usate queste ricerche per scoprire cosa potrebbe piacervi e stimolarvi, parti della vostra sessualità che non avete magari ancora scoperto, o nuovi percorsi da esplorare. Fare queste ricerche insieme al partner vi darà argomenti di discussione, confronto, scoperta e nuove curiosità prima impensate.

3. Provare posizioni e situazioni diverse

Assumere posizioni diverse durante l'atto, non solo rompe la monotonia e fornisce una più varia stimolazione visiva, ma può generare sensazioni corporee differenti. Inoltre permette movimenti particolari: per esempio, la donna a cavalcioni dell'uomo permette a lei di controllare angolo e profondità della penetrazione, e consente all'uomo di giocare coi suoi seni.
In particolare, variare l'angolo della penetrazione può può portare risultati diversi: certi angoli possono risultare più o meno piacevoli, o addirittura irritanti.

Cambiare ambiente

La monotonia può nascere anche dal vivere sempre le stesse situazioni o ambienti. A volte anche solo farlo in un luogo diverso può suscitare un brivido inatteso. Potreste provare a...
  • Fare sesso in stanze della casa diverse dalla camera da letto. Magari stando all'impiedi invece che sdraiati, oppure su una sedia (robusta), o sul divano.
  • Farlo in auto (se non lo fate in quel modo da anni).
  • Farlo in un camerino di negozio, nei servizi di un ristorante, nella toilette di un treno o aereo, in un confessionale.
  • Farlo quando vi viene la voglia, senza preavviso, e senza preoccuparvi troppo di dove vi trovate (concordate prima col partner la sua disponibilità a questi eventi).
  • Farlo all'aperto (in un luogo nascosto o non troppo esposto), in un bosco, su un sentiero di montagna, dietro un negozio o un monumento...
Il concetto chiave è che la ripetizione e la prevedibilità uccidono l'eccitazione. Invece trovarsi in una situazione insolita, in un ambiente nuovo, con un lieve rischio di essere sorpresi, stimolano la mente perché la deviano dai soliti binari.

In queste situazioni non è indispensabile avere un rapporto completo: anche solo baciarsi appassionatamente, toccarsi o spogliarsi parzialmente porta una ventata d'eccitazione - che poi vi seguirà quando, a casa, potrete concludere con tutta calma.

4. L'importanza del tatto

Un errore che fanno molti è quello di concentrarsi esclusivamente sui genitali (o sulle zone erogene primarie), quando invece l'intero corpo del partner è un "giardino di delizie" in cui perdersi. :-)
  • Il petto e il sedere non sono solo parti piacevoli da guardare, ma anche deliziose da accarezzare (sia per chi lo fa, che per chi lo riceve).
  • Molti trovano eccitanti dei baci intensi o dei leggeri morsi sul collo.
  • Accarezzare in modo lieve la schiena, oppure massaggiarla, o ancora graffiarla leggermente, può portare sensazioni inaspettate.
  • L'interno delle cosce è una zona piuttosto sensibile.
  • Passare una mano fra i capelli, o magari afferrarli e tirarli giocosamente, piace a parecchi.
Il principio guida dovrebbe essere quello di assaporare e godere dell'intero corpo, delle varie sensazioni che può offrire, in un crescendo di sensazioni e sensualità, piuttosto di "abbuffarsi" soltanto con le solite zone (cosa che inevitabilmente porta alla monotonia).

Imparare a toccare l'altro

Ricordate che, anche dopo anni insieme, l'altro rimane per molti versi uno sconosciuto. Non date per scontato di sapere esattamente cosa gli piace, cosa lo stimola e cosa lo infastidisce. Chiedetegli invece cosa desidera e cosa preferisce, come gli piace essere toccato (sia sulla pelle in generale, che sulle zone erogene); e verificate che gradisca come lo fate (ovviamente non in modo ossessivo).

Non cadete nell'errore di credere che un "vero uomo" (o "vera donna") dovrebbe già sapere istintivamente come farlo, o che l'amore dovrebbe essere fonte sufficiente d'ispirazione. In realtà il corpo dell'altro è un mistero. Sia perché siamo tutti diversi, sia perché il corpo dell'altro sesso può essere molto differente dal proprio: quel che piace a noi può dare fastidio all'altro, e viceversa. Quindi, l'unico modo sicuro di sapere cosa piace all'altro è di chiederglielo.
Però è anche importante saper percepire come l'altro reagisce alle nostre carezze: non tocchiamo in modo distratto o meccanico, ma ascoltiamo il corpo e i suoi segnali (voce, respiro, movimenti, tensione muscolare), provando a fluire con l'altro, come se danzassimo insieme.

Il seno questo sconosciuto

Un accenno in particolare al seno femminile: molte donne si lamentano di come venga trascurato dal partner, oppure di come viene manipolato. I seni sono per la maggior parte delle donne una grande fonte di piacere (la loro stimolazione può per esempio facilitare l'orgasmo in donne che faticano a raggiungerlo), ma solo se trattati nel modo adatto. Anche qui non c'è un modo "giusto" valido per tutte: bisogna chiedere e sperimentare.
Alcune indicazioni generali possono essere:
  • Manipolate l'intero seno e non solo i capezzoli
  • Stimolando i capezzoli non usate gesti ripetitivi: alternate movimenti, pressione e intensità diversi
  • Cercate la giusta forza da esercitare con mani o bocca: non tanto da far male, ma nemmeno troppo lieve
A questo riguardo il porno non aiuta: nella maggior parte dei video i seni vengono ignorati, oppure toccati in modo meccanico.

5. Non solo baci

Spesso usiamo la bocca nel sesso principalmente per baciare, ma possiamo farci molto di più.

Sesso orale

Partiamo dal sesso orale: la maggior parte delle persone ama riceverlo, ma non tutti amano praticarlo, o ne sono all'altezza. Una quantità considerevole di uomini e donne si lamentano delle capacità dei partner a riguardo (perché lo fanno in modo doloroso, o fastidioso, o inefficace): accertatevi di non essere fra questi.
Anche qui la comunicazione è fondamentale: se siamo eterosessuali non sapremo mai cosa vuol dire avere i genitali del partner, quindi è essenziale che ci venga spiegato come stimolarli. In questa più che in altre capacità "Nessuno nasce imparato".

Ti mangerei tutto

Al di là dei genitali, possiamo usare la bocca su tutto il corpo del partner: sfioramenti, baci, leccate, morsi, sono giochi sensuali che stimolano e creano una connessione sensoriale. Provate a chiudere gli occhi ed usare solo la bocca per "navigare" il corpo dell'altro, senza una meta prefissata, lasciandovi guidare dalle sensazioni.

Le labbra sono una delle zone più innervate di tutto il corpo umano, ed una fra le più sensibili. Possiamo usarle in alternativa alle mani, per toccare, scoprire, assaporare, stuzzicare. Non fermiamoci ai sensi "tradizionali" della vista e del tatto.

6. La strada meno percorsa

Il sesso anale è stato a lungo un tabù, e per molti ancora lo è. Oltre ad essere associato ad immoralità e sporcizia, molti ne temono l'aspetto doloroso. In realtà può essere fonte di un inaspettato ed intenso piacere (esiste anche una forma di orgasmo anale), ma per arrivarci richiede pazienza, disponibilità e molta fiducia fra i partner - oltre ad abbondante lubrificazione.
Se avete perplessità a riguardo potete esplorare la possibilità giocando solo con le dita (con unghie corte e sempre molta lubrificazione, la saliva spesso non basta). Se avete avuto brutte esperienze in precedenza, non escludetelo definitivamente: ma assicuratevi che il partner attuale vi offra tutta la sua pazienza ed attenzione.

Poiché sull'argomento esiste una gran quantità di risorse in Rete, non sto a dilungarmi in tecniche e consigli: cercate "guida al sesso anale" e cominciate a sperimentare.
Aggiungo solo che il piacere anale non è riservato a donne ed omosessuali: anche i maschi etero possono trovarlo piacevole. Non fatevi limitare dai pregiudizi, e apritevi a nuove possibilità. ;-)

Doppi sensi

In aggiunta alla penetrazione anale in sé, la disponibilità del "secondo canale" apre nuove opportunità, specialmente quella della doppia penetrazione: ovvero l'essere penetrata in entrambi gli accessi simultaneamente. Molte donne che l'hanno provata riferiscono che la sensazione di essere così "riempita" è qualcosa di speciale.
Può essere realizzata ricevendo da una parte il pene del partner, e dall'altra usando una mano (o quante dita riescono ad entrare), un fallo artificiale o vibratore, od altro oggetto di forma adeguata. Per quelle più spregiudicate, si può fare anche con due partner in contemporanea.

7. Esplorare e condividere le fantasie erotiche

Quasi tutti hanno delle fantasie erotiche nascoste, che non confessano al partner e magari nemmeno a se stessi. Purtroppo così facendo limitano la loro sessualità e il godimento che ne traggono: l'organo sessuale più importante è il cervello, quindi se limitiamo pensieri e fantasie il cervello rimane poco attivo e stimolato. La sola fisicità può bastare quando si è giovanissimi o all'inizio di un rapporto, ma in seguito bisogna coinvolgere anche la mente.
E' uno dei motivi per cui molte coppie perdono il desiderio: non si rivelano pienamente all'altro, non esplorano i propri desideri profondi, non condividono il loro eros più selvaggio e animale. E il sesso che agli inizi bastava, col tempo diventa ripetitivo e insufficiente.

Se nascondete le vostre fantasie perché temete che siano "anormali", state certi che anche altre migliaia - se non milioni - di persone hanno fantasie simili alle vostre (vedi per esempio li libro "Il mio giardino segreto" di Nancy Friday sulle fantasie erotiche femminili; info nella Bibliografia). Dietro l'apparenza di persone normali e moderate, quasi tutti hanno pensieri e desideri "insoliti": nella sessualità, ancor più che in altri aree, non esiste realmente la "normalità".

Quindi, è utile indagare le proprie fantasie e scovare quei desideri che magari fatichiamo a riconoscere, e poi condividerli con il partner. Superato l'imbarazzo iniziale, queste "confessioni" diventeranno fonte sia di eccitazione che di complicità.

Non tutte le fantasie diventano realtà

Va detto che non tutte le fantasie possono essere messe in atto: sia perché il partner può non gradirle, sia perché certe fantasie possono piacere solo a livello di immaginazione, ma non in pratica (un esempio è la fantasia di stupro che molte donne hanno, ma che certo non vogliono che accada veramente). Queste fantasie possono comunque contribuire all'eccitazione, immaginandole nella propria mente o parlandone col partner, anche durante l'atto: "Mi piacerebbe farti questo... Vorrei che tu facessi quello..." (a volte immaginare qualcosa può essere eccitante quasi quanto farlo).

8. Dedicarsi al piacere del partner

Per varie ragioni, il piacere della donna (e il suo orgasmo) sono meno facili e scontati di quelli maschili. L'errore di molti uomini è di arrendersi a questa difficoltà, e di trascurare il piacere della partner. Un grave errore: non solo perché, col tempo, la compagna potrebbe decidere di cercare qualcuno che invece se ne prende cura ;-) ma perché il piacere del partner arricchisce anche il nostro.
Non solo per la soddisfazione di sentirsi amanti più abili e generosi, ma per via di un meccanismo neurologico (che coinvolge i "neuroni specchio") per cui il godimento del partner attiva anche il proprio: sentire il partner raggiungere un orgasmo travolgente stimola in profondità il nostro eros. Al contrario, sentire che l'altro si dedica esclusivamente al proprio piacere, porta inevitabilmente a chiudersi ed allontanarsi.

Per entrambi, quindi, è importante dedicarsi attivamente al dare piacere all'altro, nei modi che lui o lei preferisce (mai darli per scontati, vedi paragrafo sulla comunicazione).
Nel caso del piacere femminile, ricordarsi che la penetrazione non è quasi mai sufficiente. Non solo le donne, in generale, amano sentirsi accarezzate e stimolate in vari punti del corpo; ma per la maggior parte delle donne un'adeguata stimolazione della clitoride è indispensabile per arrivare all'orgasmo (questa stimolazione può venire dall'uomo, dalla donna stessa, da vibratori o giocattoli - o da una combinazione di tutto questo).

Negare che il sesso sia importante

Un altro modo in cui si trascura il partner è quando nella coppia cala il desiderio e, invece di riconoscere il problema (e considerare quanto il sesso sia necessario al partner), ci si convince che "Il sesso non è importante", negando il problema invece di affrontarlo.
Quando il partner solleva la questione o esprime il proprio desiderio, viene respinto con scuse vaghe e menzognere ("Sono stanca..." oppure il classico "Ho mal di testa"), oppure viene accusato di essere lui ad avere un problema ("Sei dipendente dal sesso!", o "Sei una ninfomane!").

Ovvio che questo atteggiamento corrode rapidamente il desiderio e l'intesa sessuale rimasti, oltre a minare la relazione alla base. Ricordiamo che la sessualità è una delle colonne portanti di una relazione sentimentale: non solo è uno dei motivi per cui la relazione inizia, ma è anche uno degli elementi principali che ci legano all'altro. La maggior parte delle relazioni non sopravvive all'assenza di sesso, o ad una sessualità deludente.

Questo conflitto può accadere anche agli inizi di una relazione, se uno dei partner ha difficoltà con la propria sessualità: invece di ammetterlo e cercare insieme una soluzione, può negare il problema o scaricarlo sul partner, colpevolizzando il suo naturale desiderio.

9. Dedicare al sesso tempo, impegno, cura

L'errore di molte coppie (specialmente quelle con figli) è di lasciarsi dominare dagli impegni, di relegare i momenti erotici nei pochi angoli liberi, a sera tardi (quando sono entrambi esausti) o in un breve momento frettoloso: in questi casi un calo della soddisfazione sessuale è praticamente inevitabile.

La sessualità non è solo piacevole: aumenta il benessere fisico, rinforza il sistema immunitario, stimola il buonumore; e approfondisce il legame e l'intimità tra i partner. Quindi trascurarla è deleterio per la coppia stessa. Vale invece la pena dedicargli tempo e attenzione, metterla in cima alle priorità, e vederla come una necessità importante sia per gli individui che per la relazione. Se trascurata, si rischia prima o poi di ritrovarsi più distanti, freddi, chiusi o persino ostili.

10. Lasciarsi andare

Se trovi il sesso monotono o poco stimolante, potrebbe essere che tu sia "frenato" da qualche limite psicologico (tuo e/o del partner), che porta a tensione, disagio, incapacità di lasciarsi andare e godersi l'esperienza. Alcuni esempi di blocchi piuttosto comuni sono:
  • Non sei connesso al tuo corpo e alle sue sensazioni.
  • Non ti lasci andare, non segui i tuoi impulsi o istinti, hai bisogno di mantenere il controllo.
  • Hai paura dell'intimità, di scoprirti, di rivelare le tue emozioni profonde.
  • Temi che se ti abbandoni all'altro, potrebbe ferirti o avere potere su di te.
  • Hai paura che i tuoi desideri e fantasie siano sbagliati o anormali.
    Per i maschi in particolare: credi che nel sesso dovresti essere sempre dolce e amorevole, ma invece hai un impulso sessuale animalesco e selvaggio che reprimi (e che in realtà piace a moltissime donne).
  • Hai dei blocchi "morali" (culturali o religiosi) che inibiscono la sessualità (idee che dicono "Il sesso è sporco", "Certe cose non si fanno", "Non dovresti...", ecc.).

Moralismi e sessuofobia

Riguardo gli ultimi due punti della lista qui sopra, molti sono stati cresciuti con una educazione moralistica e sessuofobica (specialmente in zone a forte influsso cattolico). Questo li porta a condannare la propria e altrui sessualità, e impedisce loro di goderne serenamente. Ci sono molte persone preda di una forte contraddizione interna, per cui da una parte desiderano fortemente il sesso, e dall'altra lo giudicano negativamente:
  • uomini ossessionati dalla voglia di fare sesso, ma che poi disprezzano le donne che si concedono loro;
  • donne con intensi appetiti che però condannano, per cui rifiutano i maschi che le desiderano e cercano uomini con bassa libido, che loro considerano più "virtuosi" (ma con cui poi avranno relazioni conflittuali).
Inutile dire che queste contraddizioni, se non risolte ma invece riversate nella relazione, porteranno a interminabili scontri e frustrazioni.

Per chi ancora lotta con i propri desideri, dico solo questo: non c'è nulla di sbagliato nel sesso, nulla di sporco, è la cosa più naturale del mondo. Se siete al mondo, è perché i vostri genitori hanno fatto sesso. Il sesso è vita :-)
Allo stesso modo non ci sono desideri, voglie o fantasie "sbagliate": ogni attività è lecita, purché accada fra adulti consenzienti. La sessualità umana è talmente variegata che l'idea di "anormalità" è semplicemente obsoleta.

11. L'importanza di comunicare

Una delle ragioni per cui il sesso diventa noioso, è perché i partner non comunicano abbastanza o sinceramente. Molte persone vivono ignare dei reali desideri sessuali del partner, delle sue fantasie o di quello che gli manca (altri lo sanno e se ne fregano, ma per queste coppie c'è poca speranza).
Non potete pensare di vivere una sessualità felice se vi nascondete. La sessualità è un incontro dell'anima, oltre che dei corpi, e se non mostrate la vostra "anima", il vostro "mondo interiore" (desideri, emozioni, pensieri, voglie e struggimenti) resterete degli estranei per l'altro. Per cui, se davvero volete migliorare la vostra vita sessuale, impegnatevi a comunicare meglio e con sincerità chi siete, cosa sentite e cosa volete (che poi è uno degli ingredienti principali anche per una relazione sana e felice).

E se avete troppa paura che l'altro non potrebbe mai accettare la vostra natura più profonda, beh, allora chiedetevi cosa ci fate con una persona così distante e incompatibile con voi. Oppure, magari vi giudicate troppo severamente e non riuscite ad accettare voi stessi.

Risolvere i conflitti

Infine, uno dei motivi per cui l'intesa sessuale decade, o uno dei partner diventa meno disponibile, può essere un conflitto irrisolto:
  • se non ci sentiamo capiti o apprezzati
  • se siamo frustrati dal partner per qualche motivo
  • se proviamo rabbia o risentimento
e invece di esprimere il nostro disagio ci teniamo tutto dentro, è facile che finiamo col chiuderci emotivamente. E alla chiusura emotiva seguirà quella affettiva ed erotica. Magari diciamo che va tutto bene, magari alle domande del partner rispondiamo "Non ho niente!", ma sotto la cenere cova un vulcano di emozioni.
In questi casi, l'unica soluzione è parlare apertamente, ammettere quello che ci fa stare male, e cercare insieme una soluzione. Tenendo anche conto che uomini e donne comunicano in modi diversi, quindi è necessario che entrambi si impegnino a venirsi incontro e capire il punto di vista dell'altro.


Se ti serve aiuto

Se attraversate un calo nel desiderio, se la sessualità di coppia non va come desideri, se vorresti proporre nuovi idee o giochi ma non sai come fare, oppure se avete provato i suggerimenti di questo post ma incontrate delle difficoltà, forse posso aiutarvi attraverso dei colloqui. Utilizzo metodi di counseling e coaching per facilitare le persone - e le coppie - ad evolvere e risolvere i loro problemi. Se vuoi saperne di più, visita la pagina "Parla con me".

"Il sesso non riguarda tanto quello che fanno i corpi, quanto quello che le persone sentono."
(Dott. Marty Klein, sessuologo)

"Il segreto per rimanere giovani sta nell'avere una sregolata passione per il piacere."
(Oscar Wilde)

"L'amore non è la condizione necessaria, né sufficiente per fare buon sesso."
(Lorena Berdùn, sessuologa)


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Ricetta per un matrimonio (o una relazione) felice

La ricetta per un matrimonio felice... non esiste. Ovviamente: poiché ognuno è diverso dagli altri, non esistono ricette universali che valgano per tutti. Questo è il motivo per cui le ricette generiche per la felicità, raramente funzionano.
Se queste ricette servono a poco, è però vero che in molte situazioni si possono identificare alcuni "ingredienti necessari" per ottenere buoni risultati. Nel caso del matrimonio (o di relazione importante), in questo post espongo alcuni elementi che sicuramente contribuiscono ad un rapporto a lungo termine funzionale e costruttivo, e la cui mancanza può facilmente portare a problemi seri nella relazione.

Gli ideali romantici e la realtà

Nella nostra cultura, pervasa di ideali romantici, si pensa solitamente che:
La realtà però funziona spesso in modo ben diverso; e gli ideali romantici conducono sovente alle separazioni e ai matrimoni falliti che vediamo intorno a noi. Quando basiamo le nostre azioni su idee illusorie, otteniamo risultati ben diversi dalle nostre aspettative; ecco perché è importante avere chiaro quello che davvero serve a far funzionare una relazione impegnativa.

In altre parole, possiamo considerare i seguenti elementi come una lista che può rivelarci se siamo pronti per il matrimonio (o comunque una relazione impegnativa e a lungo termine).
La riflessione su questi "ingredienti" può quindi servire in tre situazioni:
  • Alla persona che intende sposarsi (o impegnarsi in una relazione), per chiedersi se è pronta.
  • A chi sta vivendo una relazione in crisi, per identificare possibili mancanze o cause di problemi.
  • Dopo il fallimento di un matrimonio, per capire alcune delle ragioni per cui è finito.

Ingredienti per un matrimonio felice



1) Comunicare con chiarezza e onestà

Nelle relazioni, niente è più importante di una buona comunicazione; la comunicazione è la "linfa vitale" che tiene una relazione in vita. Se due partner non comunicano (o comunicano male), resteranno estranei e incompresi, e nemmeno tutto l'amore del mondo basterà. Tenete presente che uomini e donne spesso usano "linguaggi" diversi, e per questo faticano a capirsi.
"Comunicare bene" significa:
  • Esprimere chiaramente quello che sentiamo e pensiamo: senza sottintesi, reticenze, mezze verità. Senza dare per scontato che l'altro ci capisca, e senza pretendere che ci legga nel pensiero: quando diciamo che "Gliel'ho fatto capire", nel 99% dei casi l'altro non ci ha capiti affatto.
  • Esprimere onestamente le nostre posizioni: senza nascondere parti di noi, senza mostrarci diversi da quel che siamo. Rivelando i nostri bisogni, le nostre fragilità e ferite, e tutte quelle cose che tenderemmo a nascondere.
    N.B.: questo non significa dire sempre tutto quel che ci passa per la testa; a volte è più saggio usare omissioni o "bugie bianche" per non ferire inutilmente l'altro.

Intimità e vulnerabilità

L'intimità in una relazione significa avere una connessione profonda con l'altro, ben oltre la semplice conoscenza o contatto superficiale. Potremmo dire che l'intimità implica che la mia "anima" (quello che sono nel senso più pieno e profondo) incontra la tua.
Raramente sperimentiamo intimità con qualcuno, perché di solito nascondiamo parte di noi e ci riveliamo solo a un livello epidermico; la nostra anima rimane invisibile. Questo è uno dei motivi per cui molti si sentono soli, anche in mezzo alla gente: non sono realmente connessi con gli altri a un livello significativo.

La maggior parte delle persone brama un certo livello d'intimità, e molti si lamentano che nelle loro relazioni è assente. Quello di cui però pochi si rendono conto, è che per creare intimità è necessario essere vulnerabili. La vulnerabilità è un livello più radicale dell'onestà elencata sopra: significa mostrarsi completamente all'altro, anche - e specialmente - negli aspetti più fragili e di cui ci vergogniamo. Implica affrontare la paura del giudizio e di venire feriti, e rivelarsi comunque senza più maschere, finzioni o sotterfugi.

2) Apprezzamento, gratitudine, riconoscimento

Tutti abbiamo bisogno di sentirci apprezzati, e che il nostro contributo venga riconosciuto. Se non apprezziamo quello che l'altro ci dà, pian piano gli passerà la voglia di darcelo (a che scopo, se sembra non servire a nulla?). Se diamo l'altro per scontato, gli sembrerà di non avere valore, e perderà la motivazione a dare (e a stare con noi).
Queste due capacità:
  • apprezzare tutti gli aspetti positivi del partner (e dare poco peso a quelli negativi);
  • esprimere gratitudine per tutto quello che riceviamo (incluse le piccole cose quotidiane);
sono fra i più potenti fattori che alimentano l'amore in una relazione (nonché l'autostima del partner).

3) Assumersi le proprie responsabilità

Quando sbagliamo o qualcosa non funziona, istintivamente tendiamo a scaricare la colpa su qualcun altro, anche se non c'entra. Ma questo inquina le relazioni e, alla lunga, distrugge la fiducia.
E' indispensabile riconoscere i propri errori, limiti e mancanze. Essere capaci di dire "Ho sbagliato... Mi dispiace... Scusami...", è un atto d'amore - oltre che un segno di maturità. Vuol dire che mettiamo il benessere dell'altra persona, e il rispetto che abbiamo per lei, al di sopra del nostro orgoglio. Se invece accusiamo il partner ingiustamente, e lo usiamo come capro espiatorio, questo scaverà una voragine sempre più ampia fra noi.

4) Rinunciare alla perfezione

Sarebbe saggio ammettere che il nostro partner è ben lontano dall'essere perfetto. Ma è anche bene riconoscere le sue imperfezioni specifiche: che a volte sarà irritante, polemico, irrazionale, e persino incapace di comprenderci o stare dalla nostra parte.
Ma questi difetti non indicano che quel partner sia sbagliato: in effetti, qualsiasi altro partner avrebbe comunque dei difetti. Proprio come li abbiamo noi stessi, e l'intera umanità. Chiunque possa essere al nostro fianco, sarà imperfetto per tutta una serie di ragioni. Alla fine è necessario rinunciare all'idea che ci sia, da qualche parte, una persona con cui la relazione sarebbe perfetta (altrimenti saremo sempre scontenti del partner che abbiamo, e cercheremo in eterno quella perfezione inesistente).

Per arrivare a questa consapevolezza, è utile avere avuto un certo numero di rapporti prima di sposarsi. Non tanto per trovare la "persona giusta", ma per poter sperimentare direttamente il fatto che chiunque - per quanto ci possa apparire straordinario all'inizio - rivelerà col tempo di avere qualcosa di "storto".

5) Riconoscere che non siamo del tutto "normali"

A quasi nessuno piace sentirsi "strano" o anomalo. Ci piace vedere noi stessi come persone normali, equilibrate, buone e sane. Semmai sono gli altri, che ci appaiono come irragionevoli e sbagliati...
Ma essere una persona matura richiede la consapevolezza del proprio essere "anormale" (quantomeno a volte): ci capita di perdere il controllo, non riusciamo a lasciare andare il passato, facciamo promesse che non manteniamo, proiettiamo le nostre paure, siamo preda dell'ansia... in altre parole, più spesso di quanto vogliamo ammettere, ci comportiamo in modo stupido o irrazionale.
Se non riconosciamo questa nostra inclinazione all'irrazionalità, è perché tendiamo a dimenticare tutte le volte in cui ci accade. Ma se non la riconosciamo in noi, tenderemo ad attribuire sempre ad altri gli errori e le mancanze (vedi il paragrafo sulla responsabilità).

6) Accettare che non saremo capiti (a volte)

Spesso l'amore inzia con l'esperienza di essere compresi in modo profondo e insolito. L'altro capisce i nostri lati più nascosti; non c'è bisogno di spiegare quello che troviamo divertente; odiamo le stesso tipo di persone; anche l'altro è interessato ad un certo tipo di esperienza sessuale.
Ma questo non sarà sempre vero. Una promessa matrimoniale matura dovrebbe includere: "Per quanto l'altro sembra capirmi, ci saranno sempre aree della mia psiche che rimarranno incomprensibile a lui, e persino a me stesso." Non dobbiamo, quindi, incolpare i nostri partner quando non sono in grado di cogliere e interpretare quel che si muove dentro di noi. Non è che sono incapaci: è che a volte è del tutto normale non capire chi siamo e quello di cui abbiamo bisogno. Nessuno sa comprendere appieno le altre persone.

7) Essere pronti ad amare piuttosto che essere amati

Spesso parliamo dell'amore come se ci fosse un solo modo di viverlo, invece di distinguerne le due modalità fondamentali: essere amati ed amare. Dovremmo sposarci quando siamo pronti ad amare, e siamo consapevoli della nostra tendenza "immatura" ad aspettarci di essere amati.

Modalità infantile e genitoriale

Quando nasciamo, siamo capaci solo di ricevere amore. Questa diventa - erroneamente - la modalità abituale. Al bambino sembra che i genitori siano spontaneamente a disposizione per confortare, nutrire e prendersi cura. I genitori non svelano quanto spesso si sono sforzati, hanno trattenuto le lacrime, e si sono ritrovati esausti alla fine della giornata. La relazione non è quasi per nulla reciproca. Il genitore ama; ma non si aspetta che questo amore venga ricambiato in alcun modo significativo. Il genitore non si arrabbia quando il bambino non nota il nuovo taglio di capelli, non chiede come sia andata la giornata al lavoro, non suggerisce che l'altro si riposi.
Genitore e figlio possono entrambi provare "amore", ma si trovano ai due estremi opposti dello scambio: il genitore dà, il figlio riceve - e il bambino non ha idea di questo.

Questo è il motivo per cui, in età adulta, quando diciamo che cerchiamo l'amore, quel che intendiamo prima di tutto è che vogliamo essere amati come siamo stati (o avremmo voluto essere) amati dai genitori. Desideriamo ritrovare la sensazione di essere accuditi e assecondati. In una parte nascosta della nostra mente, immaginiamo qualcuno che capisca le nostre esigenze, ci porti quello che vogliamo, sia infinitamente paziente e disponibile, agisca altruisticamente e faccia andare tutto per il meglio.
Questo porta - ovviamente - alla rovina: una relazione tra adulti funziona solo se entrambi danno e ricevono in misura simile. Perché una relazione (e ancor più un matrimonio) funzioni, dobbiamo uscire dallo stato infantile, ed entrare nella modalità genitoriale. Occorre diventare una persona disposta a subordinare le proprie esigenze e preoccupazioni alle esigenze dell'altro.

Capire invece di reagire

C'è un altra lezione da imparare. Quando un bambino dice al genitore "Ti odio", il genitore non va in shock o minaccia di andarsene di casa per sempre, perché sa che il bambino sta parlando sull'onda di emozioni momentanee. La causa di queste parole potrebbe essere la fame, il fatto che non gli è stato permesso di giocare al computer, o che ha mal di pancia...
I genitori diventano capaci di ignorare le parole esplicite e ascoltare invece ciò che il bambino intende, ma non sa come dire: "Mi sento solo, sto male, ho paura". E' estremamente difficile fare lo stesso con i nostri partner: capire quello che vogliono veramente dire, piuttosto che reagire rabbiosamente a quello che stanno dicendo.

8) Essere disponibili alle incombenze quotidiane

Le persone romantiche considerano il matrimonio in termini di sentimenti. Ma ciò che una coppia affronta durante tutta una vita assomiglia molto di più al funzionamento di un'azienda. I partner devono decidere chi farà cosa, pulire, cucinare, sistemare, riparare, gestire i figli e le finanze.
Queste attività godono di ben poco riconoscimento nella nostra società. Chi si sente obbligato ad occuparsene sarà quindi incline a risentirsi, e pensare che c'è qualcosa di sbagliato nella sua vita se gli toccano tutte quelle incombenze. Eppure queste attività sono indispensabili alla vita quotidiana e al mantenimento di un'atmosfera amorevole nella coppia. Esse vanno viste come il fondamento di un matrimonio armonioso, e va loro riconosciuto il pieno valore e l'importanza del contributo che apportano.

9) Comprendere che l'amore e il sesso sono entità distinte

La visione romantica si aspetta che il sesso viaggi di pari passo all'amore. Ma in realtà spesso non accade, e quando accade dura solo per alcuni mesi o un paio d'anni al massimo. Non è colpa di nessuno: sentimenti e sessualità coinvolgono aree diverse del corpo e del cervello. E quando nella relazione altre esigenze pretendono attenzione (lavoro, faccende domestiche, figli, stanchezza, problemi economici...), il sesso ne soffrirà.
Siamo pronti a sposarci quando accettiamo un certo livello di frustrazione sessuale e la necessità di sublimare le nostre esigenze. Bisogna quindi evitare che il matrimonio sia basato principalmente sulla passione erotica.

Prepararsi ai tradimenti

Entrambi i partner devono anche essere preparati, fin dall'inizio, al problema più impegnativo che, con tutta probabilità, prima o poi incontreranno: che uno o l'altro avrà un'avventura fuori dalla relazione. Si è pronti per il matrimonio quando si è in grado di comportarsi con maturità nel caso si tradisca o si venga traditi. Aggrapparsi al concetto di monogamia non serve: la monogamia è una convenzione sociale (non naturale) che non ha mai realmente garantito la fedeltà.

Il punto di vista immaturo e inesperto sul tradimento lo vede in questo modo: "Il sesso non deve necessariamente essere parte dell'amore; può essere puro piacere senza significato, come giocare a tennis; due persone non dovrebbero cercare di possedere il corpo dell'altro; è solo del sano divertimento. Quindi il partner non dovrebbe farne un dramma".
Ma questa visione ignora volutamente aspetti inevitabili della natura umana. Nessuno può essere vittima di adulterio e non sentirsi fondamentalmente manchevole e ferito nell'animo; difficilmente riuscirà a passarci sopra. Ciò non è razionale, naturalmente, ma questo non è il punto. Molte parti di noi sono irrazionali - ma devono essere rispettate comunque.
L'adultero deve essere pronto a onorare e perdonare la tendenza del partner alla gelosia ossessiva. Dovrebbe anche, per quanto gli sia possibile, resistere alla tentazione di fare sesso con altre persone; se accade, deve prendere ogni precauzione per evitare che si venga a sapere; e deve rispondere con straordinaria gentilezza e pazienza se la verità dovesse emergere. Soprattutto, non deve mai cercare di convincere il partner che non ha diritto di essere geloso, o farlo sentire sbagliato per ciò che prova.
D'altro canto, si dovrebbe essere preparati al tradimento. Cioè, si dovrebbe cercare di capire quello che potrebbe passare per la mente del partner quando fa sesso con altri. Si tende a pensare che l'unica spiegazione sia che il traditore voglia intenzionalmente ferire e umiliare, e che tutto l'amore sia svanito. La verità più probabile, che il partner vuole semplicemente fare più sesso, o in modo diverso, è difficile da digerire.

Si è pronti a sposarsi quando abbiamo in noi due abilità insolite: si è in grado di accettare la capacità del partner di separare l'amore e il sesso (nel caso ci tradisca). E allo stesso tempo, si è capaci di accettare che il partner potrebbe non riuscire mai a separare sesso e amore (nel caso venga tradito).
Le due persone devono essere in grado di padroneggiare entrambe queste abilità, perché potrebbero - nel corso della vita - doverle mettere entrambe in pratica. E' questo il test che dovrebbe essere necessario per sposarsi, piuttosto che la promessa (teorica e idealistica) di non avere mai più rapporti sessuali con altre persone.

Rinnovare la sessualità

I motivi di un tradimento possono essere svariati:
  • rapporti assenti o infrequenti;
  • scarsa soddisfazione;
  • monotonia a letto;
  • sentirsi poco desiderati dal partner, o dati per scontati;
  • desiderio di novità...
Putroppo è naturale che, col tempo, la sessualità nella coppia tenda a diminuire (sia come frequenza che come appagamento). Mantenere elevata la qualità e la soddisfazione sessuale è quindi importante per rafforzare l'intesa di coppia, e diminuire il rischio di tradimenti. Per questo è utile imparare a rinnovare e ravvivare il sesso nella relazione.

Non solo monogamia

Questo paragrafo adotta una tradizionale visione monogamica, ma questa non è l'unica possibile: esistono anche le varie possibilità offerte dalle "non-monogamie etiche" (come coppia aperta e poliamore), che considerano legami romantici senza esclusività sessuale.

10) Essere lieti di imparare e pazienti nell'insegnare

Siamo pronti per il matrimonio quando accettiamo che, in alcuni aree significative, il nostro partner sarà più saggio, più ragionevole e più maturo di noi. In questi casi, dovremmo cercare di imparare da lui o lei; dovremmo vederlo come un insegnante e noi stessi come allievi.
In altri momenti, dovremmo essere pronti ad assumere il compito di insegnare loro quel che sappiamo; e farlo da buoni insegnanti, senza spazientirci, senza gridare, e senza aspettarci che il partner sappia quel che per noi è ovvio. Il matrimonio dovrebbe essere riconosciuto come un processo di educazione reciproca.

11) Accettare di non essere del tutto compatibili

La visione romantica del matrimonio immagina una persona "giusta" che condivide i nostri gusti, interessi e attitudini verso la vita. Questo potrebbe accadere all'inizio. Ma sul lungo periodo questa compatibilità potrà diminuire ed emergeranno differenze, perché nel tempo le persone cambiano - e spesso l'uno cambia in modo diverso dall'altro. Poiché il cambiamento è inevitabile, la persona più adatta a noi non è quella che condivide tutti i nostri gusti, ma quella che sa adattarsi alle differenze con apertura e saggezza.

Accettare la trasformazione

In particolare, molti si attaccano alla felicità iniziale della coppia, e si aspettano (o pretendono) che quella felicità rimanga inalterata per sempre. Ma nulla rimane sempre uguale, e le relazioni sono in continua trasformazione: come ogni organismo vivente, sono entità dinamiche e mutano in continuazione.
Siamo pronti per il matrimonio quando accettiamo che il partner domani potrà essere diverso da com'è oggi, e sceglieremo comunque di fare il possibile per andargli incontro. In altre parole, il matrimonio non è un punto d'arrivo, ma la partenza di un viaggio insieme che non sappiamo dove ci porterà.


Imparare a relazionarci

La maggior parte delle coppie entra in una relazione (o un matrimonio) sull'onda delle emozioni - senza porsi molte domande o riflettere sulle proprie capacità. Si pensa che l'amore o un progetto di vita in comune siano basi sufficienti. Purtroppo i fatti dimostrano che spesso non è così.

Forse sarebbe ora di considerare gli ideali romantici con un certo scetticismo, e dedicarsi ad imparare le basi delle relazioni e del matrimonio. Proprio come ci si dedica ad imparare una lingua o una professione - attività certo non più complesse e non più meritevoli di dedizione. Riconoscere, insomma, la necessità pressante di una "educazione sentimentale".
Mentre questa idea prende lentamente piede, riconosciamo con pazienza i nostri limiti e la nostra ignoranza in materia: stiamo cercando di fare qualcosa di realmente difficile con ben pochi strumenti a disposizione. Non c'è da stupirsi se - molto spesso - incontriamo dei problemi.

Altre letture

Per aiutarvi a ponderare se siete pronti e adatti per il grande passo, questo articolo propone una serie di criteri e domande con cui confrontarsi, nonché alcune considerazioni non ortodosse sul matrimonio.
Questo altro articolo (in inglese) raccoglie le esperienze e i consigli di persone sposate felicemente da oltre dieci anni. Nonostante l'elevato numero di risposte (quasi 1500), i suggerimenti sono quasi sempre gli stessi, che l'autore riassume in 13 principi.

Conclusioni

Naturalmente non dobbiamo pretendere da noi stessi di avere tutte le capacità elencate. Come scritto anche sopra, tutti noi siamo in qualche modo imperfetti e carenti. Possiamo creare relazioni felici anche con le nostre mancanze... ma è bene avere presenti queste mancanze, per migliorarle o compensarle in qualche modo.
Questo elenco non va quindi preso come un "decalogo" obbligatorio, ma piuttosto come un riferimento per valutare la propria capacità relazionale, per riconoscere i propri punti di forza e debolezza.

Poiché andare d'accordo con le altre persone non è mai facile, e specialmente tra uomini e donne questo appare un'impresa, ho scritto un articolo in cui espongo i principali motivi per cui uomini e donne tendono a litigare.

Se, nonostante tutte queste informazioni e suggerimenti vi siete ritrovati in un matrimonio infelice, potreste trovare utile leggere questo articolo "On Marrying the Wrong Person" ("Sposare la persona sbagliata"). Magari non troverete la soluzione del vostro cruccio, ma forse vi consolerà scoprire che questo evento accade con sorprendente facilità. Inoltre capire quali sono i motivi più comuni per cui scegliamo il partner sbagliato, potrebbe aiutarvi ad evitare di ripetere gli stessi errori.


(parte di questo post è liberamente adattata da "When is one ready to get married?", The School of Life)


"Il matrimonio è una scienza."
(Honoré de Balzac)

"Non è la mancanza di amore, ma la mancanza di amicizia che rende i matrimoni infelici."
(Friedrich Nietzsche)


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Come trovare il partner ideale

Tutti vorremo trovare la relazione perfetta, il partner ideale, quella persona speciale che completa la nostra vita e ci rende felici. Però non sappiamo come arrivare a realizzare questo desiderio. Qui propongo un sistema che secondo me può dare ottimi risultati: la lista delle qualità.

Ecco come procedere:
  • Prendi un foglio, un quaderno o un block-notes
  • Prendi una penna o una matita
  • Scrivi sul foglio i numeri da 1 a 10
  • Per ogni numero, scrivi una qualità che vorresti nel tuo partner ideale
Per scrivere questa lista, concentrati: immagina il partner perfetto per te, la persona dei tuoi sogni; quella dotata di ogni qualità che ti emoziona, ti nutre, ti entusiasma e ti appaga. Identifica le qualità per te più importanti, e scrivile.
Se vuoi aggiungere dettagli, va benissimo. Se ti vengono in mente più di dieci qualità importanti per te, sentiti libero di aggiungerne altre all'elenco. Non trattenerti, non vergognarti, non limitarti: è la tua lista, scrivici tutto quello che ti piacerebbe.

Esempio di una lista

Ecco una lista di qualità come esempio:
  1. Intelligente, brillante, curiosa
  2. Si occupa della sua crescita personale
  3. Amorevole, compassionevole, dolce
  4. Spontanea, sincera, autentica
  5. Alta e prosperosa
  6. Ha senso dell'umorismo, e sa ridere di sé
  7. Carattere forte e indipendente
  8. Sessualità vivace e avventurosa
  9. Ama gli animali
  10. Vegetariana

Sviluppa quelle qualità

Una volta completata la tua lista, appendila in qualche punto dove tu possa vederla ogni giorno (magari fanne anche più copie in giro per la casa), e dedica i tuoi prossimi anni a diventare la persona con quelle qualità.
(ok, immagino che non ti aspettassi quest'ultimo punto :-)

Perché farlo? Perché...
  • Il simile attira il simile (legge di affinità)
  • Per avere qualcosa, bisogna esserne all'altezza
  • Le persone sane sono attratte da altre persone sane

Non si ama per caso

Spesso crediamo che l'amore avvenga senza ragione, o come per magia; speriamo quindi di incontrare qualcuno che ci ami a prescindere da come siamo. Ma non funziona così: le persone amano (e stanno bene insieme a) chi corrisponde alla loro personalità e ai loro bisogni - altrimenti non funziona, o finisce presto. Qualche esempio:
  • Se sei problematico, pessimista o tendi a fare la vittima, non interesserai a una persona solare e positiva.
  • Se sei fragile e insicura, difficilmente piacerai a qualcuno forte e sicuro di sé (oppure si stancherà presto).
  • Se sei chiuso e asociale, una persona estroversa e socievole non si troverà bene con te...

Il simile attira il simile

A meno che tu diventi una persona simile a quella che desideri, difficilmente la troverai; oppure la troverai ma ne sarai respinto. Pensaci: una persona con le qualità della tua lista vorrebbe stare con una persona con qualità opposte, o con molte meno qualità? Improbabile. E se anche fosse, le differenze porterebbero in breve alla fine della relazione.
Il problema di molte persone che non trovano il partner che vorrebbero, è che si concentrano su quello che vogliono loro ma non su quello che offrono. Ma se ci pensiamo, diventa ovvio che non si può avere tutto quando si offre poco o nulla. L'altro ha bisogni e preferenze, proprio come noi; se non corrispondiamo ai suoi bisogni e preferenze, ovviamente non sarà interessato a noi.

“Non si può avere tutto
quando si offre poco o nulla”

In conclusione: se vuoi un partner fantastico, è necessario essere una persona fantastica.


Consigli per migliorare la tua lista

Se scrivi poche qualità

Se nello scrivere la tua lista ti vengono in mente poche qualità, oppure solo qualità comuni e banali ("bella, intelligente, simpatica"... sono cose che dicono tutti), forse non sai ancora bene cosa vuoi, o non ci hai mai pensato davvero. Forse ti conosci ancora poco. Forse segui il "pensiero comune", e credi di volere quello che gli altri ritengono importante.
Ma se non sai quello che vuoi, di cui hai veramente bisogno, è difficile trovarlo. Compilare questa lista può essere un modo per esplorare i tuoi bisogni autentici, per capire meglio chi sei e cosa vuoi.

Qualità equivalenti

Per le qualità specifiche di un genere, o che non hanno corrispondenza diretta tra i due sessi, si può trovare una qualità equivalente per il proprio sesso. Per esempio: "Curve prosperose (in una donna)" può equivalere a "Muscoli o pene abbondante (in un uomo)".

Aggiornare la lista

Se in futuro ti viene da aggiungere voci, o da correggerne altre, va benissimo. Man mano che chiarisci cosa vuoi e cosa è per te importante, è naturale che ti venga da modificare e affinare la tua lista.

Delegare le qualità

A volte vogliamo un partner che abbia le qualità che sentiamo mancare fortemente in noi; esempi classici sono:
  • La donna insicura che cerca un uomo forte
  • L'uomo freddo o che non sa esprimere le sue emozioni, che cerca una donna affettuosa ed espansiva
  • La persona chiusa e introversa, attratta dalle persone aperte e socievoli
Questo porta a formare coppie che io definisco "complementari", in cui ciascuno compensa alcune mancanze dell'altro. Può sembrare una soluzione più facile e rapida che sviluppare quelle qualità in noi stessi, però ha dei seri limiti:
  • Per quanto mi piaccia e mi faccia comodo che il partner abbia quella qualità, a me continuerà a mancare dentro. Se fatico a camminare perché mi fa male una gamba, certo è utile avere al fianco qualcuno che mi sorregge: ma in fondo quello che voglio davvero è avere la mia gamba sana.
  • Prima o poi, il partner potrebbe stancarsi di dover svolgere quel ruolo per entrambi.
Benché non ci sia nulla di male nel volere un partner che ci "completi" (in fondo nessuno può essere o saper fare tutto), se una qualità è per noi davvero importante la via migliore resta quella di svilupparla (se ci attrae, è perché potenzialmente è già dentro di noi). In questo modo ci sentiremo persone più solide e realizzate, e non andremo in giro ad "elemosinare" quello che ci manca.

Usa bene il tuo tempo

Se ti sembra che occorra troppo tempo per sviluppare le qualità che desideri, considera che non troverai comunque quel tipo di persona finché non avrai qualità simili da offrire. Ricorda che il tempo passerà comunque, sia che non fai nulla, sia che ti impegni nel migliorare. Per cui, non è più saggio impiegare quel tempo per avvicinarti al tuo obiettivo?

Se dieci qualità sono troppe per te

Se questa approccio di sviluppare dieci qualità in te stesso ti appare troppo impegnativo, ti propongo un'alternativa:
  1. Compila la lista delle dieci qualità per te importanti
  2. Esaminala e scegli le tre per te più fondamentali
  3. Dedicati a sviluppare quelle, e accetta la possibilità di rinunciare alle altre
Poiché non esiste l'uomo perfetto o la donna ideale, con tutte le qualità che vorremmo (e se anche esistesse, per meritarlo dovremmo essere pure noi perfetti), è importante chiarire le nostre priorità: quali caratteristiche sono per noi indispensabili, e quali invece sono opzionali - per quanto gradite.
Peraltro, se scegli di accontentarti nel tuo sviluppo personale, mi sembra sensato anche accontentarsi nelle tue aspettative verso il partner.

Se invece vuoi tutto

Se invece senti che non vuoi rinunciare a nessuna delle dieci, che per te sono tutte importanti, allora renditi conto che, per essere all'altezza di tanta qualità, dovrai per forza investire su te stesso e sviluppare in te qualità equivalenti. Altrimenti, se anche incontrassi qualcuno con tutte le qualità che desideri, se non avrai altrettanta qualità da offrire in cambio, con tutta probabilità il tuo interesse non verrà ricambiato.
In poche parole, se tu vuoi ottenere quello che desideri, anche l'altro ha il medesimo diritto di cercare la sua soddisfazione. E' qualcosa che funziona in modo bilaterale, non vale solo per uno dei due.


"Non aspettare che la persona giusta entri nella tua vita. Cerca di essere la persona giusta che entra nella vita di qualcuno."
(Antonia Gravina)

"La persona giusta è soltanto quella che combacia con le tue energie interiori."
(Massimo Gramellini)

"É inutile cercare chi ti completi, nessuno completa nessuno, devi essere completo da solo per poter esser felice."
(Erich Fromm)


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Qualunque cosa ti accada, non sei l'unico a cui succede

Un aspetto curioso degli esseri umani, è che quando ci accade qualcosa - e specialmente se negativo - spesso pensiamo di essere gli unici a cui capita. Questa convinzione può diventare particolarmente angosciante se soffri di problematiche sociali e di personalità:
  • Se sei timido e non riesci a parlare o a partecipare a situazioni sociali
  • Se sei preda di forti paure, ansie e frustrazioni
  • Se, ad una certa età, ancora non sei riuscito ad avere una relazione sentimentale e/o sessuale
  • Se ti senti impotente e incapace di arrivare ad un certo obiettivo (lavorativo, affettivo, personale, ecc.)
  • Se ti sorgono pensieri o desideri inquietanti
  • Se il tuo corpo non funziona come dovrebbe, o come vorresti, o presenta strani disturbi inspiegabili
  • Se ti capita un evento doloroso, distruttivo o tragico, oppure semplicemente frustrante...
In questi casi è facile pensare "Sono l'unico a cui succede...!" (specialmente se sei giovane o con poche esperienze). Può sembrare che tutti siano migliori di te, che tutti siano più sereni e felici, che tutti siano più risolti e maturi, o più fortunati... mentre tu sei l'unica persona debole, fragile e fallimentare. Ti vedi come "il vaso di coccio tra i vasi di ferro".

Ma in realtà non è mai così: qualunque cosa ti succeda, qualunque tipo di evento o problema, capita anche a tante altre persone. Spesso a milioni di altre persone.
Realizzare questo può aiutare a sentirti meno "sbagliato" o incapace, a riconoscere che sei più "normale" di quanto pensi, ad avere più fiducia nel futuro (se il problema è comune ed altri l'hanno superato, potresti farcela anche tu).

Invece, credere di essere l'unico a vivere una certa situazione negativa ti porta a convincerti di essere peggio di tutti gli altri, a perdere fiducia nelle tue capacità, e ti scoraggia dal tentare. E' quindi una convinzione pericolosa - oltre che irreale.

“Qualunque cosa ti succeda,
capita anche a tante altre persone”

Perché gli altri ci sembrano migliori di noi

Ma perché ci sembra che gli altri siano più capaci e felici di noi? La spiegazione più semplice è che le persone portano delle "maschere", e mostrano al mondo la versione migliore di sé. E' molto difficile che qualcuno venga a confessarti di essere depresso, di odiare se stesso, di sentirsi bloccato in un matrimonio infelice, o che di notte si sveglia in preda al panico.
Tutti abbiamo bisogno dell'approvazione altrui, e per questo cerchiamo di apparire forti, fiduciosi e di successo; e al tempo stesso, nascondiamo quelle parti di noi - e della nostra vita - che più riteniamo scadenti, disprezzabili o imbarazzanti.

Puoi stare certo che, dovunque andrai, intorno a te ci saranno persone problematiche, ansiose, infelici, sofferenti o disperate. Però tu non lo sai, e per questo puoi pensare di essere l'unico ad avere quelle difficoltà. Solo se saprai leggere negli sguardi di quelle persone, al di là delle maschere, vedrai in quegli occhi paura, dolore, confusione e incertezza - simili ai tuoi.

Se stai vivendo questo, sei normale

Di seguito riporto qualche esempio di pensieri o stati d'animo piuttosto diffusi, ma che le persone spesso vivono come un loro problema fuori dal comune.
Se...
  • Ti senti spesso solo
  • Pensi che nessuno ti capisca
  • Non ti piace come sei (fisicamente e/o caratterialmente)
  • Pensi di non essere "abbastanza qualcosa" (bello, bravo, intelligente, forte, attraente, ecc.)
  • Credi di essere un fallito
  • Non ti vuoi bene
  • Temi di non essere normale
  • Sei bloccato da qualche paura
  • Hai pensieri o comportamenti ossessivi
  • Fai sempre gli stessi errori, ti sembra di non imparare
  • Ti sorgono desideri oscuri, voglie inconfessabili, impulsi scandalosi
  • Ti innamori sempre della persona sbagliata
  • Ti sembra che la tua vita non abbia scopo
Se ti ritrovi in questa lista, stai tranquillo: non sei il solo a cui capita. Anzi, sei in buona compagnia! :-)
Tutti questi pensieri o situazioni capitano a moltissime persone; alcuni a quasi tutti noi. E' semplicemente umano.

Riconoscere che tutti abbiamo paura, tutti soffriamo, e tutti "zoppichiamo" nella vita (quantomeno a volte), ci aiuta a sentirci simili agli altri, e quindi più vicini e meno isolati. Non sei un'isola in mezzo all'oceano, ma un albero immerso nella foresta.

“Tutti abbiamo paura, tutti soffriamo,
e tutti 'zoppichiamo' nella vita”



"Le uniche persone normali sono quelle che non conosci molto bene."
(Alfred Adler)


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