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Quanto vali come partner?
Il tuo 'valore di mercato' nelle relazioni

In questo post esploro un concetto trascurato dai più, ma che ha un influsso fondamentale nel campo delle relazioni sentimentali (e non solo): e cioè che ognuno ha un diverso valore agli occhi degli altri. Questo "valore" influenza grandemente il successo che abbiamo nelle relazioni, e specialmente nel riuscire a conquistare (o meno) le persone che desideriamo. Più in generale, il nostro "valore relazionale" influenza ogni genere di interazione (anche sociale o lavorativa), ma qui mi concentrerò sull'ambito sentimentale.
Definisco questo parametro "Valore di Mercato Relazionale", d'ora in poi abbreviato in VMR (uso il termine "Mercato" perché le relazioni funzionano, per certi versi, in modo simile ai mercati economici: vedi in fondo "Mercati e relazioni").

Cosa definisce il nostro valore relazionale

Le reazioni che riceviamo dalle altre persone, e la qualità delle nostre relazioni, sono collegati alla nostra qualità come individui (a partire dalla capacità di creare e coltivare relazioni positive). Come un qualsiasi oggetto ha un valore di mercato (a seconda delle sue caratteristiche e dell’interesse di eventuali compratori), che determina quanto sarà richiesto e le reazioni degli acquirenti, così anche ogni persona ha un "valore" per le altre persone, in base a quello che può offrire.
Questo concetto incontra solitamente molta resistenza: sia perché è un argomento quasi sempre ignorato e quindi sconosciuto ai più, sia perché sentirsi misurati e valutati genera fastidio (specialmente alle persone che hanno poca stima di sé). Però appare ovvio che, ai nostri occhi, ogni persona ha un valore diverso; e così è per noi stessi agli occhi altrui. Voglio però precisare che con "valore" non intendo qui il valore come persona, bensì quello "di mercato", cioè il livello di interesse o disinteresse altrui verso di noi.

Di solito, le persone credono che i risultati ottenuti sul piano relazionale dipendano solo da fattori semplici (bellezza, denaro, sex appeal), oppure che siano casuali, che dipendano dalla fortuna o da fattori imponderabili. Molti amano credere che "tutti abbiamo lo stesso valore", il che è ovviamente rassicurante; ma basta ipotizzare che uomini come George Clooney o Brad Pitt abbiano lo stesso "valore relazionale" (cioè piacciano o attraggano) quanto Woody Allen o Danny De Vito, per vedere come questa ipotesi sia tanto idealistica quanto infondata.

La somma delle nostre qualità

In realtà, il nostro VMR è formato da tutto quello che possiamo offrire agli altri (e che gli altri apprezzano). In teoria potremmo ipotizzare una persona che non ha nulla da offrire (avrebbe VMR = zero), ed una che ha tutte le qualità possibili (VMR = 100). In pratica questi estremi sono improbabili, e la maggior parte delle persone tenderà ad avere un VMR mediano (intorno al 50), con i più dotati che superano un valore di 90.
In parte il VMR è relativo, non assoluto, nel senso che dipende anche dai gusti delle persone che abbiamo di fronte (non tutte le qualità sono apprezzate allo stesso modo da tutti). Ma è relativo fino a un certo punto, perché certe qualità (come l'essere in salute o la fiducia in se stessi) tendono ad avere un valore universale.

Il VMR risponde ai bisogni

In pratica, il VMR è composto dalle nostre qualità:
  • Qualità più o meno "universali" come bellezza, gioventù, forza, intelligenza, cultura, humour, saggezza, beni materiali, ecc.
    Queste qualità sono - in genere - apprezzate da chiunque. Di solito corrispondono ai fattori che suscitano attrazione per ragioni evoluzionistiche.
  • Ed altre qualità più "particolari" (di valore per alcuni ma non per altri), quali certe abilità (p.es. saper cucinare o suonare), gusti e inclinazioni (un certo tipo di sessualità, attenzioni materne), interessi specifici (per i viaggi o il rock), certi caratteri fisici (lentiggini, villosità).
    Queste qualità rispondono alle preferenze e ai bisogni specifici dei vari individui. Ciò implica che il VMR da solo non determina tutto: una persona può avere un VMR pari o superiore al mio, ma avere comunque delle incompatibilità che me la rendono inaccettabile. E' un'indicazione valida in generale, ma non in ogni caso.
L'interesse che noi suscitiamo in qualcuno, equivale ai suoi bisogni che siamo in grado di soddisfare (anche solo potenzialmente, o che egli immagina noi potremmo).

Come funziona il VMR

Il VMR in una relazione tende ad essere bilanciato: perché quelli con VMR inferiore non ci interessano, e quelli con VMR superiore non sono interessati a noi.
Questo non vuol dire che due persone debbano per forza avere le stesse qualità per essere compatibili: diverse qualità nei due individui possono compensarsi (esempi tipici sono: uno più avvenente, l'altro più ricco; uno più colto, l'altro più amorevole; uno più giovane, l'altro più saggio). L'importante è che le qualità dell'uno bilancino quelle dell'altro, quindi il VMR di entrambi tenda ad essere simile. Se invece il VMR nella coppia è sbilanciato, questo porterà nel tempo a insoddisfazione, conflitti e probabile rottura.

Percezione del proprio VMR

Tendiamo a percepire intuitivamente il nostro VMR: trascuriamo le persone con VMR inferiore al nostro; ci sentiamo in soggezione di fronte a persone con VMR superiore. Ma può capitare di sopravvalutarci, e di aspirare a persone che sono fuori dalla nostra portata - vanamente. Perché il VMR risponde alla "legge della domanda e dell'offerta": più si è richiesti o apprezzati, più si può pretendere. Ecco perché qualcuno che ha VMR = 50, non ha chance con un VMR = 90: quest'ultimo sa che può avere molto di più che un 50 (ovvero un partner con molte più qualità), quindi perché dovrebbe accontentarsi?

Tutti desideriamo il meglio, ma solo pochi se lo possono "permettere". Chi ignora questi concetti manca di una auto-valutazione realistica, e tende a puntare troppo in alto, a volere tutto (specialmente le donne, o gli uomini più immaturi), senza mai ottenerlo. Due esempi classici di inconsapevolezza del proprio VMR:
  • L'uomo comune che corteggia la modella, o la più bella donna della compagnia.
  • La donna comune che spera di conquistare il dirigente di successo dove lavora (stile Bridget Jones), o l'affascinante istruttore della palestra, ambìto da tutte.
Voler conquistare persone ben al di sopra del proprio VMR è fallimentare; rare volte si può avere un colpo di fortuna, ma anche quando accade il risultato non è positivo (vedi più avanti). Più facilmente, se costoro sembrano ricambiarci, è perché sono interessati ad ottenere qualcosa da noi, a "usarci" temporaneamente.

Il vantaggio di avere chiaro il proprio VMR, è che conosciamo i nostri punti forti e deboli; perciò possiamo migliorare quello che offriamo (coltivando le qualità, limando i difetti), e quindi aumentare il nostro VMR.

Aumentare il proprio valore relazionale

Poiché il VMR è formato dalle qualità, se vogliamo aumentarlo dobbiamo migliorare le nostre qualità: diventare una persona migliore, più dotata, più interessante, più capace. Questo comporta, ovviamente, un investimento significativo di tempo e sforzo; ma non dimentichiamo che i risultati ci porteranno maggiori soddisfazioni non solo a livello sentimentale, ma anche nelle relazioni in generale e sul piano lavorativo: una persona migliore suscita reazioni migliori, ovunque.
Qualcuno potrebbe lamentarsi che questo non è giusto, e che ognuno dovrebbe essere apprezzato per come è. Certo sarebbe bello, ma qui sto parlando di come funziona la realtà, non di come dovrebbe essere. La realtà è competitiva e meritocratica, in senso darwiniano: o accettiamo le sfide, o restiamo indietro.

Per capire cosa suscita attrazione, e quindi quali fattori lavorare, è utile leggere il post sulle regole dell'attrazione. Per gli uomini, può essere utile anche quelli sui maschi attraenti (e non) e sul mostrare "valore elevato" (diverso dal VMR).
  • L'aspetto fisico ha grande importanza, e su quello non possiamo fare miracoli. Ma prendersi cura della propria forma e della propria salute, oltre ad aumentare il nostro VMR, è anche un investimento in qualità della vita, quindi sempre consigliabile.
  • Le facoltà intellettive contano non poco: a chi piacciono gli stupidi o gli ignoranti? Leggere libri, frequentare corsi (o tornare a scuola), coltivare degli hobby, allargare i propri interessi, sono tutti "investimenti" validi.
  • La propria personalità: avere più fiducia in se stessi, diventare più cordiali, meno timidi, esprimere più apertamente le proprie idee ed emozioni, essere più gentili, saper ascoltare, non farsi dominare dalle emozioni negative (rabbia, aggressività, intolleranza), sono elementi che influiscono positivamente sulle persone che abbiamo intorno.
  • Può essere utile fare un lavoro mirato, decidere quale tipo di persone ci interessano, e lavorare sulle qualità che esse maggiormente apprezzano.

Il VMR come "bussola" delle relazioni

Il concetto di VMR può aiutare a comprendere meglio l'andamento della propria vita relazionale. Per esempio, riconoscere di avere un VMR basso (poche qualità da offrire) può aiutare a capire il motivo se veniamo spesso rifiutati. Oppure se tendiamo a ritrovarci in relazioni deludenti o fallimentari: quasi mai è dovuto alla malasorte o solo ai difetti altrui ma, piuttosto, al fatto che tendiamo a ritrovarci con persone che hanno un VMR simile al nostro (bilanciamento).
Quindi se ho scarse capacità relazionali, non sarò in grado di creare una relazione ottimale; ed anche i miei partner avranno limiti simili. Riconoscerlo può essere duro da digerire; ma non farlo, ci impedisce di vedere i propri limiti, che quindi diventano impossibili da superare (non possiamo risolvere un problema che non vediamo - o che non vogliamo vedere).

Perché non abbiamo successo con gli altri

Naturalmente, gli insuccessi relazionali possono dipendere anche da molti altri fattori. Per esempio:
  • Frequentare un ambiente non in sintonia con noi.
    Se le persone che abbiamo intorno sono molto diverse da noi, con altri gusti, valori e obiettivi, sarà difficile incontrare persone che apprezzano le nostre qualità.
  • Interessarsi a persone che non apprezzano il nostro VMR.
    Anche se abbiamo un VMR alto, non possiamo piacere a tutti. Se puntiamo a qualcuno a cui non interessa ciò che abbiamo da offrire (per esempio un intellettuale che insegue una modella), ci sarà una discordanza tra domanda e offerta.
Gli insuccessi non sono solo una questione di VMR alto o basso, ma anche di orientarsi verso chi può apprezzare il nostro personale VMR (che, ricordiamo, non ha valore assoluto). Specialmente se ci lasciamo guidare solo dall'attrazione (che può facilmente essere fuorviante), o se seguiamo modelli imposti dalla società, invece di scoprire cosa ci piace veramente, rischiamo di inseguire persone a noi "aliene".

Conquistare qualcuno con VMR più alto

Molti sognano di conquistare un partner molto più dotato di se stessi (ovvero con VMR superiore al proprio): la donna bellissima, l'uomo affascinante e di gran successo. Si immagina che questo partner straordinario ci renderà felici, ci farà sentire speciali; un po' come vincere alla lotteria.
Ovviamente, per le ragioni finora esposte, questo accade di rado. Ma anche quando accade, di solito il risultato è tutt'altro che positivo. Proprio perché il VMR tende a bilanciarsi, queste coppie non trovano un'armonia:
  • Il partner con VMR inferiore si sentirà sempre insicuro, timoroso di perdere l'altro (di cui sa di non essere all'altezza), in dovere di fare continui sforzi per tenerlo vicino a sé.
  • Il partner con VMR superiore, col tempo, svilupperà insoddisfazione, sentirà di poter avere di meglio (e tenderà a cercarlo), e scaricherà questa frustrazione sull'altro, sminuendolo o criticandolo (poiché lo percepisce inferiore a sé).
Quindi, per chi persegue una stabilità di coppia e una felicità duratura, e non solo una gratificazione momentanea, risulta importante essere realisti e non puntare a persone "fuori dalla propria portata" (VMR molto più alto del nostro). A dispetto di quanto ci suggeriscono le commedie romantiche, volere un partner "perfetto" (il "principe azzurro" o la "principessa dorata") porta non solo a frustrazioni continue (quasi mai veniamo ricambiati), ma anche a relazioni squilibrate (nel caso ci riuscissimo).

Anzi, se si desidera un partner fedele, devoto, adorante, può essere consigliabile sceglierne uno "inferiore" a noi. Costui, sentendo di avere vicino qualcuno superiore a sé, sarà grato e gratificato, difficilmente cercherà altrove, ed è improbabile che finisca per dare il partner per scontato (come invece spesso succede), perché avrà sempre la sensazione di poterlo perdere.

Col tempo perdiamo di valore: meglio non aspettare

Chi aspetta il "grande amore" o la "persona giusta", senza far nulla, perde progressivamente di VMR (proprio come un capitale non utilizzato). Anche se il mito romantico dice il contrario (in particolare alle donne): che più aspetti, più appari "preziosa". In realtà il tempo passa, insieme alla gioventù, e col tempo subentrano amarezza e frustrazione (che non risultano per nulla seducenti).
Proprio come un capitale va investito o messo a frutto (altrimenti si svaluta), anche il nostro VMR si incrementa se:
  • Investiamo sulla nostra crescita personale (anche se siamo single).
  • Mettiamo "a frutto" il nostro "capitale umano" in una relazione, anche se non ideale (ma comunque positiva), perché relazionarci può renderci persone migliori, più ricche e profonde, più desiderabili.
Quindi, nelle relazioni come in materia economica, in generale è meglio mettersi in gioco che restare in attesa passiva.

Mercati e relazioni

Nel concetto di VMR uso il termine "Mercato" perché le relazioni umane presentano numerose dinamiche simili a quelle che governano i mercati, cioè gli scambi economici. Questo potrebbe apparire insensato, se non consideriamo che i mercati sono comunque creati da esseri umani, che fanno delle scelte guidate dai loro bisogni, impulsi ed emozioni - similmente a ciò che accade nelle relazioni (in questo senso, branche recenti dell'economia, quali la finanza comportamentale - behavioral economics - spiegano le nostre scelte meglio dell'economia classica; vedi p.es. i lavori di Dan Ariely).

Quest'idea può sembrare assurda a quelli convinti che l'amore accada "magicamente", o che l'attrazione fra due persone sia un fenomeno misterioso (ma che invece si può spiegare).
In realtà, le relazioni non accadono per caso o per ragioni imperscrutabili, ma sono basate sui bisogni di ciascuno: siamo attratti da chi può soddisfare i nostri bisogni, o che noi pensiamo potrebbe farlo. Ovviamente a nessuno piace l'idea di essere una "merce", e certamente non intendo dire che consideriamo gli altri alla stregua di oggetti. Ma ci relazioniamo comunque guidati dai nostri desideri e bisogni, e reagiamo alle persone che abbiamo davanti anche in base a quello che possono offrirci. In altre parole, se una persona può darci molto (cioè può soddisfare gran parte dei nostri bisogni), essa avrà per noi grande importanza; viceversa, verso una persona che non può darci nulla proveremo scarso interesse.

Essere amati per ciò che siamo, o per quello che diamo

Con questo non voglio dire che siano solo i bisogni ad ispirare o creare le relazioni; ma che i nostri bisogni fanno sempre parte di esse - poiché nessuno è privo di bisogni.

Questa visione "funzionale" delle relazioni (vederle fondate sui bisogni, e quindi sul dare e avere), contrasta con l'esigenza - che tutti sentiamo - di essere amati per quello che siamo, non per quello che diamo; e quindi di essere insostituibili per l'altro: "Ti amo perché tu sei tu". In realtà, come ho spiegato in questo post, in generale le relazioni contengono sia una parte "funzionale" (dare e avere), sia una parte basata sull'unicità dell'altro.

La resistenza a "vendersi"

Restando in tema di mercati, osservo che molte persone hanno una forte resistenza a vedere le relazioni come un "mercato", dove proporsi e "vendersi" (per esempio sui siti di dating online come Meetic o Tinder). Ma in realtà funziona proprio così: anche le relazioni sono basate su scambi, sul dare e avere. Non basta esistere, bisogna saper mostrare agli altri le proprie qualità, in modo che loro le riconoscano e ne siano interessati (altrimenti rimaniamo "invisibili" e ignorati).
E' necessario sapersi proporre in modo positivo e valorizzarsi, esporre le proprie caratteristiche, toccare i bisogni altrui... per attrarre l'attenzione delle persone compatibili con noi. Queste dinamiche sono sempre presenti, sia nelle relazioni che negli ambiti lavorativi: è sempre un incontro tra domanda e offerta.
E questa "attitudine a vendersi" vale sia nella vita reale che su Internet: in fondo, quando ci prepariamo prima di uscire, ci laviamo, vestiamo e profumiamo... non stiamo operando una specie di "strategia di marketing" per presentarci al meglio e piacere? Lo stesso atteggiamento rimane valido anche in altri ambiti.

Valore di Mercato Relazionale, e Sessuale

Ho derivato l'idea del VMR dal concetto di "Sexual Market Value" o SMV ("Valore di Mercato Sessuale"). L'SMV indica il "valore sessuale" (l'attrattività) di ogni uomo o donna per il sesso opposto. Per quanto dibattuto e variamente interpretato, l'SMV è utile per capire come il nostro "valore di mercato" varia in basi a diversi fattori, età inclusa, nonché segua regole diverse per maschi e femmine.


Poiché però le relazioni sentimentali non si basano solo sull'attrazione sessuale, ho ritenuto utile espandere il concetto, includendo ogni qualità apprezzabile dagli altri.


"Nessuno è così povero da non avere nulla da dare agli altri, e nessuno è così ricco da non aver bisogno degli altri."
(Proverbio)


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21 commenti:

  1. La causa dell'infelicita' risiede nella falsa convinzione che dipenda dalla nostra dipendenza emotiva dagli altri. In realta' e' vero il contrario.

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    1. Il tuo commento suona interessante, ma fatico a capire cosa intendi. Magari se vuoi spiegarlo meglio... :-)

      E comunque, felicità e infelicità hanno - in genere - sempre molte cause.

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  2. si è scritto "L'aspetto fisico ha grande importanza, e su quello non possiamo fare miracoli". Ho visto persone bruttine riuscire ad essere se stesse, creando una ottima espressione di se stesso su come muoversi/vestirsi ecc... rendendosi così veramente affascinanti.

    Altro punto si è scritto che una personta dotata di un vmr maggiore tende a lasciare un compagno con vmr minore. Io ho visto anche vmr minori che faticavano a relazionarsi con vmr maggiori (dato ad esempio il loro livello culturale superiore) e quindi interrompere il rapporto. La persona con vmr maggiore solo successivamente capirà che per assurdo era stata lasciata per la sua superiorità.

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    1. > "Ho visto persone bruttine riuscire ad essere se stesse..."
      Sicuramente si può valorizzarsi e migliorarsi, rendendosi così più attraenti anche se non siamo bellissimi.
      Rimane però il fatto che è difficile (o molto impegnativo) cambiare il proprio aspetto fisico in modo sostanziale.

      > "ho visto anche vmr minori che faticavano a relazionarsi con vmr maggiori..."
      Certamente chi sa di avere un VMR minore si sente inferiore e fa fatica a relazionarsi con qualcuno superiore a lui: sente sempre la paura di fallire o di perdere l'altro. Come nel caso da te citato, può lasciare per primo, per evitare di essere lasciato.

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    2. "Altro punto si è scritto che una personta dotata di un vmr maggiore tende a lasciare un compagno con vmr minore. Io ho visto anche vmr minori che faticavano a relazionarsi con vmr maggiori (dato ad esempio il loro livello culturale superiore) e quindi interrompere il rapporto. La persona con vmr maggiore solo successivamente capirà che per assurdo era stata lasciata per la sua superiorità"

      Secondo me hai fatto un pò di confusione nella rappresentazione. In quanto il VMR minore (nel esempio l'intellettuale) non lascia il VMR maggiore (nel esempio l'avvenente) perchè il VMR minore non accetta le qualtià superiori del compagno; bensì ritengo si tratti di due VMR di valore alto (cultura vs bellezza) ma incompatibili
      tra loro (come era stato spiegato anche nel post).

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  3. Allora è come ho sempre pensato.
    Se le relazioni essenzialmente non sono altro che "mercato", la cosa più pratica è andare a puttane.
    :D

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  4. In linea di massima condivido pienamente l'idea di fondo dell'articolo. L'unica cosa su cui dissento è il fatto che intelligenza e cultura siano qualità apprezzate da chiunque, così come un certo tipo di humour

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    1. In generale l'intelligenza è apprezzata dai più (in quanto utile a livello evolutivo), ma non da tutti allo stesso modo. Però nessuno è attratto dalla stupidità (si può essere attratti da uno stupido nonostante la sua stupidità, ma non a causa di quella).

      Cultura e humour sono più influenzate da fattori soggettivi: a tutti piace qualcuno che ci fa ridere... ma non se il suo umorismo ci disturba. Quindi: humour in generale = OK, humour particolare = dipende.

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    2. Una persona stupida non può essere inconsciamente attratta dalla stupidità in quanto percepisce un'altra persona stupida come simile a sè?
      Se poi il divario intellettivo è abnorme, a non essere interessata molto probabilmente non sarà solo la persona più intelligente, ma anche quella meno intelligente, che a sua volta molto probabilmente la percepirà come "estranea" e sarà difficile instaurare una comunicazione reciproca. Non so se mi spiego, credo non sarebbe questione di volerla ma non potersela permettere, semplicemente vi sarebbe disinteresse bilaterale a mio avviso. Infatti mi sembra che solitamente le persone molto intelligenti a causa di ciò attraggano (e siano attratte da) soprattutto le (poche) persone simili a loro, di norma non mi sembra ci sia una schiera di persone molto intelligenti smaniosa di averle, a meno che non posseggano particolari qualità che sono più fruibili da tutti come aspetto fisico e non solo, ma anche in quel caso non attrarrebbero in massa in quanto assai intelligenti, semmai attrarrebbero in massa per altro con l'elevata intelligenza come aroma supplementare.

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    3. Credo che ci sia un errore di base nella tua analisi: pensare che le scelte relazionali siano razionali e logiche, quando invece il più delle volte sono istintive ed emotive. Per questo accadono cose (apparentemente) senza senso in questo ambito; come le donne che si attaccano a delinquenti, o uomini che si perdono dietro donne che li usano senza riguardo.

      Non viviamo l'attrazione in modo logico, ma in base ai "vantaggi" (soprattutto evolutivi) che ci porta:
      - La stupidità non porta nessun vantaggio, quindi non ha valore attrattivo.
      - L'intelligenza risulta attraente non tanto di per sé, ma in quanto potenziale indice di successo (sociale ed economico) - specialmente per le donne (nessuna donna desidera un uomo stupido, perché è più probabile che egli sarà un fallito; semmai tollera un uomo stupido, se è portatore di altri vantaggi).

      Una donna stupida può volere un partner intelligente perché le fa fare bella figura con gli altri, per "luce riflessa". Così come un uomo desidera una partner bellissima (anche se stupida) non solo per il proprio piacere, ma per farsi bello in società.
      Scegliamo i partner non solo per il nostro personale appagamento, ma anche per gli altri vantaggi che ci portano.
      E i vantaggi sono diversi nei due sessi, per questo le priorità nell'attrazione variano tra uomini e donne.

      Non c'è equità in amore: siamo attratti da persone migliori di noi, non uguali a noi. Semmai poi ci accontentiamo di persone al nostro livello, quando ci rendiamo conto che i migliori sono fuori dalla nostra portata.
      Le persone più evolute e dotate vogliono partner affini a loro; ma quelle meno dotate (che sono la maggioranza) "guardano in alto", sognano partner straordinari (come accde nei miti romantici, vedi Cenerentola):
      - La sguattera non vuole uno sguattero, sogna il principe.
      - Lo sfigato bruttino non vuole una rospa, sogna la bellona.
      (poi magari si accontentano, certo, ma per forza maggiore)

      N.B.: queste sono generalizzazioni, che valgono nella maggior parte dei casi, ma a cui possono sempre esserci eccezioni.
      Per esempio una persona insicura può scegliere un partner poco dotato, per sentirsi meno inadeguata, o più rassicurata (minor rischio di venire traditi o lasciati). Ma questo non vale in generale.

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    4. In particolare sul QI che, per quanto riduttiva e parziale, è la misura di intelligenza più oggettiva e meno imperfetta che abbiamo si è visto che di norma il simile sceglie il simile,nella fattispecie i partners tendono a stare entro 10 punti l'uno dall'altro. In uno studio sulla Sapiosessualita' si è poi visto che in generale l'attravita' aumenta fino a un QI di 120 (1 persone su 10). QI ancora superiori, come 135 (1/100) sono percepiti come attraenti e verosimilmente un QI di 160,170 o 180 attrarrà ancora meno la persona media. Proprio perché fino a un certo livello 120-130 è il QI predittivo di maggior successo nella vita, dopo queste correlazioni non valgono più, anzi, l'enorme differenza di funzionamento rispetto alle altre persone può rendere difficile trovare un terreno comune e la comunicazione può risultare difficoltosa. Quindi direi che per la persona media un QI medio-alto o alto (120-130) può essere facilmente attraente,un QI altissimo difficilmente risulta un sogno proibito per una persona con QI nella media (150+), perlopiù non si calcolano reciprocamente . Un po'come un uomo di un metro e 90 attrae più di uno di due metri e 10, non so se mi spiego

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    5. Il problema di questi studi è che il QI è solo uno dei fattori; bisognerebbe indagare anche la correlazione con altri.
      QI superiori a 140 sono spesso associati a personalità difficili o problematiche (molti geni sono stati persone bizzarre o insopportabili, come Newton). Quindi la loro minore attrattiva può essere legata a questo aspetto, non al QI in sé.

      Invece una delle menti più brillanti nella fisica del XX secolo è stato Richard Feynman, che aveva sviluppato una personalità socievole ed espansiva, ed ha avuto un notevole successo con le donne. In quel caso il suo QI non è stato affatto d'intralcio, anzi.
      Caso simile per Einstein - genio per antonomasia - che ha avuto due mogli e numerose amanti (anche più d'una contemporaneamente).
      Quindi non è l'estrema intelligenza a rendere meno attrattivi ma, semmai, un insieme di fattori.

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    6. Personalità difficile e problematiche secondo me è relativo. Quando unə ha un funzionamento mentale che differisce così radicalmente dalla norma è normale che sia difficile e problematico sia per ləi interagire con le altre persone ,sia per le altre persone interagire con ləi. Ma ancora una volta nessuno è colpevole e non è per forza la persona ad alto QI ad essere difficile e problematico. È difficile e problematico trovare un punto comunicativo tra funzionamenti così distanti, solo che la singola persona ad alto QI si trova in sparuta minoranza, senza godere di una posizione strategica sulla gaussiana ,di cui d'altronde godono le persone tipiche. Tra l'altro non mi pare che il QI di Feynman fosse "altissimo" ,(sul Gold range di 125 mi pare).Di persone con QI molto alti ne conosco abbastanza visto che frequento certi ambienti,sebbene per la strada siano rari. Qualcunə di loro è vero, fa come l'Einstein che citi, moltə altrə hanno patito a lungo particolari declinazioni delle difficoltà dell'essere esigua minoranza in confronto al grosso della popolazione e/o risultano attraenti anche per la loro intelligenza, tuttavia perlopiù per persone simili a loro. In sunto, la maggioranza delle persone ad altissimo QI non mi sembra abbia che risulti così attraente per i più. Poco male direi io, il problema è che trovarsi fra simili non è proprio uno scherzetto vista una loro non esattamente copiosa abbondanza.

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  5. Vale anche per le amicizie?

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    1. E' una bella domanda :-)
      Io direi sì e no.

      Da una parte è vero che non siamo amici con chiunque, quindi anche nell'amicizia c'è una selezione qualitativa. Vogliamo come amici persone che apprezziamo, in sintonia con noi, capaci di farci stare bene. Perciò anche nell'amicizia è necessario che l'altro abbia un certo "valore".
      D'altra parte, i criteri dell'amicizia sono meno stringenti e selettivi di quelli sentimentali. Possiamo restare amici anche di persone che ci hanno deluso o che stimiamo relativamente, o che sono lontane dai nostri bisogni - cosa che più difficilmente accade con un partner. Per stare in coppia con qualcuno vogliamo che abbia una serie di qualità, mentre per essergli amico può bastarne una.

      In sintesi, anche nell'amicizia abbiamo bisogno che ci siano certe qualità e valori; ma siamo più tolleranti e meno esigenti che in amore.

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  6. Caro Valter il tuo impegno è encomiabile e mi sembra che sei abbastanza seguito , ma il valore relazionale di cui parli è una stupidaggine. Nn penso che ci sia una sola persona che ha avuto riscontri nella società umana che ti sappia minimamente spiegare perché abbia avuto successo.Ne perché poi svanisca.Ci sono persone seguite perché giocano al pc o un bimbo che scarta regali con qualche miliardino di contatti , o magari una tipa perché fa shopping.Bellezza,intelligenza...e simili?Beh alcuni dei nostri politici ha qualche milioncino di followers mentre Tesla , che era un genio nn come le patacche accademiche , mori solo e in bolletta. Hai ragione sul fatto che spesso usiamo il metro altrui per giudicarci..specie quando ci vogliamo far male.Perchè quello che ci rende infelici nn sono gli altri che in quanto altri ben poco possono ma noi stessi.Nn sono gli altri che ci dicono che nn valiamo nulla ma sempre noi stessi.Questo perché purtroppo in questo schifosissimo sistema totalitario ci impregnano con le cazzate dei modelli , della classificazione , del comportamentismo e puttanate simili che mai si riscontrano in natura per indurre un comportamento che è quello imposto dagli standard.E questo fin da piccoli.Devi fare così,è importante questo...e tutte ste stracazzate che nn ti servono a nulla.Questo è il problema.Nn valete niente? E invece chi sarebbe che vale? Quello che credono nei numeri che volano in cielo essendo trascendenti manco uno si trovasse in chiesa? Oppure quello che pensa la massa...quella stessa massa che stava li a bocca aperta ad ascoltare il dittatore di turno per poi voltare le spalle una volta caduto? Gli unici giudici e gli unici che possono stabilire cosa sia importante per noi e quanto valiamo siamo noi stessi.Se uno cerca il proprio valore nella società allora nn può che star male perché prima o poi il successo se ne va che sia con una persona con mille o altro.Se invece lo cerca fuori allora...andate a vedere come un signore di nome pietro nonostante sia stato abbandonato da tutti per la sua scelta nn standard di vita sia felice e magari il punto di vista cambia. Credimi Valter tutto quello che racconta la scienza ufficiale sono cazzate...ma proprio cazzate alla grande.E se nn la pensi come loro ti trattano tipo pazzo indipendentemente al fatto che tu faccia parte o meno del mondo accademico.E la stessa medesima cosa accade nella società..se nn vai alla moda , se nn hai l'iphone se te ne freghi nn sei in trend e nn piaci.E chi se frega se si sta diffondendo un fenomeno degli hikikomori che preferiscono tapparsi in casa rifiutando sto schifo: se nn sei standard anche se crepi nn frega a nessuno. Basta nn rispondere al telefono , basta unirsi allo standard della massa e chi è fuori automaticamente nn esiste.E nn c'entra niente il tuo valore etc etc che sono tutte valutazioni pseudoformalistiche. Volete avere successo? Allora cominciate ad essere standard...cominciate a seguire le mode , a pensarla pro forma , ad avere il top del top del trend attuale e vedrete che poi la tipa di turno vi guarderà.Vai tranquillo che se tuo sei un cesso di persona ma hai un ferrari rimedi alla grandissima e scommetto che nessuno ti da addosso. Certo nn sei quello che sei ma hai successo. Auguri per il tuo impegno e per la tua battaglia , ma penso proprio che sprechi tempo.Saluti

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    1. > Nn penso che ci sia una sola persona [...] che ti sappia minimamente spiegare perché abbia avuto successo.
      La maggior parte delle persone non sa spiegare come funzioni un motore, l'elettricità o una reazione chimica; ma la spiegazione c'è.
      Non confondere l'ignoranza con il mistero.

      > gli unici che possono stabilire cosa sia importante per noi e quanto valiamo siamo noi stessi.
      Sono del tutto d'accordo.
      Ma al tempo stesso, siamo anche soggetti al giudizio altrui nella misura in cui desideriamo o abbiamo bisogno degli altri. Poiché nessuno è un'isola.

      > tutto quello che racconta la scienza ufficiale sono cazzate
      Eppure sono certo che usi le tecnologie prodotte dalla scienza molte volte al giorno - incluso per scrivere il tuo commento :-)

      > se tu sei un cesso di persona ma hai un ferrari rimedi alla grandissima
      Probabile.
      Ma vale anche al contrario: se non hai una lira ma sei una persona splendida, trovi certamente qualcuno che ti apprezza.

      Mi sembra che l'amarezza che provi verso la vita ti porti a vedere soltanto un lato della medaglia.

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  7. Esco da una relazione durata 4 anni di tira e molla con una persona che ho sempre percepito con un vmr superiore (molto bella questa persona, io normale e con soldi.) Gli ultimi tempi sono stati devastanti per me, mi sentivo <come scaricare addosso la sua consapevolezza di superiorità. Tanto che una volta quando dissi che avevo una terza persona che mi corteggiava la risposta che mi fu data è stata: ti corteggia solo per i soldi che hai. Purtroppo l' epilogo è stato tragico. E rimasta incinta e ha deciso di abortire. ma almeno ci ho messo una pietra sopra.

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    1. La tua sembrava la classica situazione dove la donna "offre" la sua bellezza in cambio di abbondanza economica. Purtroppo questo tipo di relazioni sono quasi sempre instabili, perché sono "transazionali", ovvero basate principalmente su uno "scambio di prestazioni" piuttosto che sulle qualità interiori dei partner.
      E nelle relazioni transazionali, prima o poi uno dei due si stanca dello scambio, oppure trova scambi più vantaggiosi altrove. Inoltre, chi dei due ha più potere (VMR più elevato) tende ad usarlo contro l'altro (si dice che "il potere corrompe").

      Mi spiace per la tua esperienza dolorosa, ma direi che era prevedibile. Succede quasi sempre nelle relazioni transazionali, o in quelle dove il VMR è sbilanciato.

      Al tuo posto, mi chiederei se uso i soldi per darmi valore, perché sotto sotto sento di non valere abbastanza come persona. Se è così, avresti bisogno di aumentare la tua autostima (magari migliorando le tue qualità personali), altrimenti rischi di ricadere in relazioni dove il tuo denaro conta più di te.

      Oppure potresti riflettere sulle conseguenze dell'inseguire la bellezza esteriore: quando gli diamo troppa importanza, spesso ci ritroviamo in situazioni infelici.

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    2. interessante risposta. Il punto è: lei non lo ha mai ammesso, era tornata questa estate dopo due anni promettendo di essersi decisa, lei era in psicoterapia da tempo ma non so se questo c entra. Diceva che aveva paura dell amore ecc, non so se erano menzogne o cosa....Ho sofferto come un cane ma piano piano ne esco anche perche è dura

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    3. > lei non lo ha mai ammesso.
      Ma certo. Ovvio. Quasi mai le persone rivelano i propri "lati oscuri" o intenti manipolatori. A volte non lo ammettono nemmeno a se stessi.

      > lei era in psicoterapia da tempo
      E' possibile che lei avesse dei problemi che riversava nella relazione, e/o su di te. Succede spesso.
      Peraltro, chi non ne ha? Spesso ci si sceglie per "affinità": io ho le mie insicurezze, lei ha le sue, e queste si incastrano - almeno all'inizio.
      Poi le rogne emergono e la relazione va in crisi, ma raramente riconosciamo l'origine profonda dei problemi; più spesso diamo la colpa all'altro, o ci ripariamo dietro spiegazioni banali ("E' finito l'amore", "Non era la persona giusta", "Sono sfortunato in amore"...)

      > Diceva che aveva paura dell amore ecc
      Questo è un tipico alibi: non è l'amore che ci spaventa, è la sofferenza.
      E' però possibile che lei fosse in buona fede. Come detto, spesso mentiamo a noi stessi per primi; ci vergogniamo di quello che siamo.

      Certo uscirne è dura, perché di solito vogliamo crederci a tutti i costi. E poi riconoscere l'amara realtà è difficile.
      Però restare attaccati al passato è distruttivo. Bisogna guardare avanti :-)

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