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Il dolore dei maschi rifiutati

Oggi una riflessione particolare, per dare voce a un dolore "silenzioso" del mondo maschile: il dolore di desiderare fisicamente qualcuno che ti ignora o ti rifiuta. Di quel dolore che ti "accartoccia" le viscere, che in più ti tieni dentro, e vai avanti facendo l'indifferente, e fuori nessuno si accorge... però ti sembra un po' di morire.
Credo che questo dolore particolare dei maschi sia abbastanza ignoto alle donne (che, al limite, ne conoscono solo l'aspetto più estremo, volgare e sguaiato). Noi uomini il più delle volte lo nascondiamo: un po' per l'educazione a non esternare le emozioni, un po' per la cultura del "maschio forte", un po' per l'imbarazzo di ammettere una sconfitta, e un po' per pudore...
Non so nemmeno quanto le donne possano immaginarlo.

Per tutta la vita

E' un dolore che attraversa tutta la vita maschile o quasi, dall'adolescenza all'età avanzata; esclusi i periodi in cui siamo innamorati e ricambiati (per molti, ahimè, pochi e brevi rispetto al resto).
In questo lungo arco di esistenza, noi uomini siamo "condannati" dalla Natura (che determina le leggi dell'attrazione fra uomini e donne per i suoi scopi, finalizzati alla conservazione della specie e non alla felicità dell'individuo) a desiderare moltissime donne (in varia misura, da un'emozione passeggera allo struggimento a un'amore disperato)... e ad essere rifiutati o ignorati dalla stragrande maggioranza di esse (parlo per me e per molti che ho conosciuto; non posso dire per tutti, ma lo sospetto).
E' la Natura che rende il desiderio maschile così frequente e poderoso, così come è sempre la Natura che rende il desiderio femminile più contenuto, selettivo e prudente (in altro post spiego le differenze tra desiderio maschile e femminile).

E siccome "è Natura", c'è poco da fare. Certo si può "investire" su se stessi, incrementare le proprie qualità ed aumentare le proprie chances; e così la situazione migliora...
ma quel divario tra desideri e rifiuti resterà quasi sempre molto ampio.

Scarsità e abbondanza

Non è per lamentarmi che scrivo questo, comunque, ma proprio per dare testimonianza di questo dolore frequente quanto silenzioso (per i più). E, forse, qualche lettrice potrà scoprire qualcosa sugli uomini che non le era evidente (data la diversa natura dei due generi).
Alcune donne penseranno che il desiderio maschile sia a loro ben noto, e magari anche reso fin troppo appariscente da quelli che ci provano con insistenza. Ma attenzione: come un singolo gesto criminale fa dimenticare la folla degli onesti, così gli ottusi maschi che sbandierano quel desiderio senza ritegno fanno dimenticare la maggioranza degli uomini, che desiderano spesso in silenzio o con discrezione, e che in silenzio incassano i rifiuti o l'indifferenza.

Voi donne ribatterete che anche voi conoscete bene il dolore del rifiuto: e certamente le pene d'amore non hanno cittadinanza esclusiva. Ma voi - la maggior parte di voi - vive in una condizione opposta alla nostra, voi vivete "circondate" dal desiderio maschile. Per molte di voi, il problema è - semmai - di sovrabbondanza e selezione fra qualcosa che vi preme tanto da infastidirvi spesso; per noi uomini - al contrario - il problema è di scarsità e assenza, e il desiderare (invano) sarà quasi sempre evento assai più frequente dell'essere desiderati.

"Esistere" vs "Fare"

Anticipo una facile obiezione: "Ma non tutte le donne sono così desiderate".
Naturalmente, ma se escludiamo le pochissime prive di alcuna grazia o attrattiva, tutte le altre - per quanto banali o comuni - incontreranno comunque numerosi uomini che le vorranno.
A una donna basta "esistere" per essere desiderata, mentre un uomo deve "fare", deve "offrire un valore" perché gli accada.

"L'uomo vale per quel che fa, la donna per quel che è."
(José Ortega y Gasset)

Gli uomini sono incantati dalla bellezza (anche nelle sue forme più modeste) e dalle grazie femminili. La Natura vi ha dato questo potere, ed esso è eternamente vostro. Non a caso, si sa che l'uomo pensa di "conquistare", ma è sempre la donna a scegliere.

Desiderio e amore

Ovviamente, quando si parla di sentimenti profondi, dell'essere amati, si va su un altro piano, con altre "regole". Ma qui sto parlando principalmente di desiderio.

Inoltre, potremmo tracciare un parallelo tra il desiderio degli uomini e il bisogno di sentirsi amate delle donne; e almeno per certi versi, sono speculari l'uno all'altro, entrambi mai del tutto appagati, o solo nei periodi più fortunati.
Ma il vantaggio che avete voi donne, in questo senso, è che parlate del vostro dolore, lo comunicate e lo condividete; e questo sicuramente vi aiuta e vi conforta. Noi uomini - scioccamente - non ci concediamo questa consolazione: tendiamo a "fare i duri", a tenerci tutto dentro.
Voi vi sentite anche autorizzate a scaricarlo su di noi, a colpevolizzarci per l'amore che non vi diamo (a volte con ragione, altre volte esagerando le pretese). Spesso noi ci limitiamo alle battute astiose o amare, ma non riconosciamo al nostro dolore piena dignità.

La radice della sopraffazione?

Per finire, mi chiedo se possa essere questa la ragione (o almeno un fattore) della millenaria sopraffazione degli uomini sulle donne. Se dietro a questo atteggiamento deprecabile, non vi sia il dolore per tutti i rifiuti che, dalla notte dei tempi, abbiamo silenziosamente subito...


"L'amore è il desiderio irresistibile di essere irresistibilmente desiderati."
(Mark Twain)


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    21 commenti:

    1. Sopraffazione degli uomini sulle donne... mmm...
      Per millenni, gli uomini a caccia a rischiare la vita per procacciarsi il cibo, poi in guerra a scannarsi e le donne a casa ad accudire i figli.
      Secondo me più che altro uomini e donne hanno sempre avuto ruoli diversi ed è giusto che sia così... uomini e donne non sono assolutamente uguali.

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      1. E' vero che gli uomini sono sempre stati considerati "sacrificabili" (vedi lavori pericolosi o guerre), e lo sono tutt'oggi.
        Ma questo non nega che, durante la Storia dell'umanità, le società patriarcali (e la conseguente oppressione delle donne) siano state la regola. In realtà, il patriarcato opprime sia uomini che donne - ma queste ultime hanno quasi sempre pagato un "prezzo" più alto.

        Quanto ai ruoli, non sono per nulla d'accordo: i ruoli sono "gabbie" che imprigionano e mortificano gli individui. Non per nulla hanno sempre meno spazio nelle società moderne. I ruoli vanno bene per bambini o "pecore", che non sanno decidere da sè, e preferiscono farsi guidare.
        Uomini e donne sono simili e diversi... ma ogni individuo deve poter scegliere un modo di vivere adatto a lui o lei, e non definito da regole o tradizioni. Altrimenti siamo tutti burattini tirati da fili altrui.

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    2. Anche io sono sempre stato dell'idea e della convinzione che le donne avessero una sorte di "potere naturale" indotto dalla loro natura, che poi potere non è, ma è solamente una "deficienza" maschile, una debolezza indotta da uno sfavorevole rapporto chimico e neurofisiologico.

      ma gli per quanta ignoranza albergasse nei cittadini di uan volta (anche se a me personalmente sembra che ci fossero più valori morali) non erano certo stupidi o sprovveduti, hanno identificato e rivelato un potenziale pericolo, quindi hanno provveduto a prendere le dovute precauzioni, mettendo le donne una o due spalle sotto il loro dominio.

      Facile permettersi il diniego o il rifiuto quando si ha la totale consapevolezza che una determinata cosa non verrà mai a mancare...

      Ora non so dire se tali atti fossero motivati o meno, però mi sembra che più andiamo avanti, più andiamo verso il progresso e troviamo sempre meno rettitudine troviamo, sani principi e valori morali, non so se ci sia un nesso o un fattore scatenante, ma pare sia cominciato proprio dall'uguaglianza di diritti dell'8 marzo

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      1. Quel "potere" delle donne esiste eccome, e nasce - fra l'altro - dalla disparità tra domanda e offerta (disparità che molte culture hanno accentuato).

        Quanto al mito che "un tempo c'erano più valori", basta studiarsi un minimo di storia per vedere che non regge: in passato cose come schiavitù, violenze, guerre, genocidi, oppressione di minoranze, disuguaglianze, erano la norma o maggiori che oggi.
        Sarebbe meglio informarsi sui fatti, piuttosto di cullarsi in nostalgie senza fondamento.

        > mettendo le donne una o due spalle sotto il loro dominio
        Ma questo ha accentuato il problema di cui parlo, diminuendo la disponibilità femminile e quindi esasperando la domanda maschile:
        - Nelle culture moraliste/sessuofobiche le donne sono meno disponibili, quindi gli uomini sono in competizione per l'accesso, o ricorrono a strategie disoneste per conquistarle.
        - Nelle culture poligamiche c'è più scarsità di donne che in Occidente: chi ha più soldi o status ha più donne a disposizione, lasciando gli altri nella scarsità.

        Le culture patriarcali che sottomettono le donne, paradossalmente creano problemi di scarsità e accesso alla maggioranza degli uomini, specialmente quelli con poco o nessun potere (non a caso lo stupro è più diffuso in quelle culture, piuttosto che dove la sessualità è libera).

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    3. Il diavolo fa le pentole, la donna i coperchi.

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    4. Questo articolo per me non è corretto; si generalizza troppo e si basa sull'esperienza personale dell'autore.
      L'unica cosa vera è che l'uomo deve fare la prima mossa nella maggior parte dei casi, poi per il resto le cose scritte valgono sia per le donne, che per gli uomini.

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      1. > si basa sull'esperienza personale dell'autore.
        E questo chi gliel'ha detto? :-)

        In realtà, anche se ovviamente c'è qualcosa di personale, queste riflessioni si basano sull'osservazione di migliaia di storie altrui (vedi p.es. un forum come Italian Seduction, dove centinaia di persone parlano quotidianamente di relazioni).

        Quanto alle generalizzazioni, sono inevitabili quando si parla di esperienze collettive.

        > per il resto le cose scritte valgono sia per le donne, che per gli uomini.
        Sicuramente falso per quanto riguarda il desiderio e la disponibilità sessuale.
        - Vedere p.es. questo video-esperimento scherzoso (ma indicativo) del 2013: "This is What Happens When a Man and a Woman Ask Strangers to Have Sex" ("Quello che succede quando un uomo e una donna chiedono di fare sesso con sconosciuti": la donna ha ottenuto il 50% di risposte positive, mentre l'uomo non ha ottenuto alcun "Sì" in 100 tentativi).
        - Con risultati simili ad un noto esperimento sociale del 1989: "What Type of Person Would Agree to Have Sex With a Stranger?" ("Quale tipo di persona farebbe sesso con uno sconosciuto?": 75% degli uomini erano disponibili a fare sesso con una sconosciuta, mentre nessuna donna lo è stata).

        Per molti aspetti, uomini e donne sono realmente diversi!

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    5. non ho letto tutto l'articolo, mi sono fermato alla parte in cui affermi che sarebbe la Natura (mi sfugge il motivo per cui usi il maiuscolo, ma lo riporto tale e quale) a determinare questa sofferenza maschile.
      Questa frase, dal significato oscuro, non ha alcun valore: gli essere umani vivono in società, non ad imitazione delle bestie.
      Quindi non è e non può essere la natura ha determinare la sofferenza degli essere umani nelle relazioni, ma le regole che si danno.
      In natura del resto, nel regno animale, non ci sono regole, non ci sono tribunali, non ci sono leggi: lì esistono solamente fatti, e tra questi fatti c'è il coito coercitivo, l'incesto, l'infanticidio, etc.
      Ubi societas, ubi ius.

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      1. Non ho letto tutto il commento, mi sono fermato alla.

        Se fosse vero, la mia risposta non avrebbe molto senso, non trovi? ;-)
        Se tu avessi letto tutto, forse avresti capito meglio quello di cui parlo.

        > la Natura (maiuscolo)
        La "natura" può essere anche solo un prato, un ragno o una nuvola.
        Uso "Natura" quando voglio intendere l'intero mondo naturale, con le sue leggi (che toccano anche noi, essendo almeno in parte animali).

        > Questa frase, dal significato oscuro, non ha alcun valore
        Il tuo errore sta nel dimenticare che noi umani siamo comunque animali, solo un po' più evoluti. Quindi le leggi naturali ci influenzano: infatti veniamo concepiti, viviamo condizionati dai nostri bisogni fisiologici, ci ammaliamo, e infine moriamo proprio come gli animali.
        Il dibattito tra natura e cultura ("nature vs nurture" in inglese) è antico, e l'unica posizione sensata è che siamo influenzati da entrambi.

        Gli istinti riproduttivi (diversi nei due sessi) sono innati e radicati nella parte animale del nostro cervello (rettiliana), quindi vengono dalla Natura (infatti funzionano similmente in tutto il regno animale). La cultura può influenzarli, ma non più di tanto.
        Sono questi istinti a determinare il potente desiderio maschile di accoppiarsi, come anche la ritrosia e la selettività femminile - quindi la disparità di desiderio e la sofferenza di cui parlo qui.

        > In natura del resto, nel regno animale, non ci sono regole
        Sembri poco informato: esiste un'intera scienza che studia il comportamento animale e le sue regole, l'etologia.

        > tra questi fatti c'è il coito coercitivo, l'incesto, l'infanticidio, etc.
        Sono fatti che accadono sia negli animali che tra gli umani: ulteriore conferma che non siamo poi così diversi :-)

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    6. Senza entrare troppo nel merito credo che l'onestà morale e la sincerità debba essere alla base di qualsiasi rapporto e anche l'elemento trainante. Se la menano... è solo un giochetto tipicamente femminile ma che difficilmente porta a qualcosa di concreto. Se c'è la convinzione che la persona che hai davanti ti interessa, raramente meni il can per l'aia! Oppure, a mio avviso, ci sono problemi della personalità o traumi precedenti che impediscono un rapporto trasparente.

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      1. > l'onestà morale e la sincerità debba essere alla base di qualsiasi rapporto
        In teoria sono d'accordo.
        In pratica è più complicato: tutti tendiamo all'opportunismo ed a perseguire il proprio beneficio, a volte anche a scapito altrui (spesso senza nemmeno rendercene conto).
        Quindi occorre fare i conti con l'opportunismo altrui (oltre che col proprio). Se attendiamo una persona moralmente ineccepibile, vogliamo qualcuno di sovrumano e idealizzato.

        > è solo un giochetto tipicamente femminile
        Vero, ma occorre comunque farci i conti (vedi sopra).
        Certo si possono scartare le persone più false e manipolative, ma... nessuno è perfetto ;-)
        Senza contare che molti uomini soffrono della "scarsità di opzioni" (hanno basso "valore di mercato"), per cui non si possono permettere di scartare più di tanto.

        > Se c'è la convinzione che la persona che hai davanti ti interessa, raramente meni il can per l'aia!
        Di nuovo, non è così semplice.
        Molte donne, per esempio, più sono interessate ad un uomo, e più gli pongono ostacoli e "test".

        > ci sono problemi della personalità o traumi precedenti
        Questo succede, e succede a molte persone.
        Ma, di nuovo, se cerchiamo la persona ideale e senza problemi, quando mai la troveremo...? :-)

        Noi umani siamo tutti imperfetti e fallibili.
        Questo fa sì che le relazioni sono sempre complcate, perché lo siamo noi in primis.

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    7. Ilretrogamer14 ottobre, 2020

      Grazie caro, complimenti per la tua cultura e per i tuoi articoli saggi e veritieri, esposti in modo corretto, chiaro e quasi sempre imparziale. Questo è uno dei tanti che ho apprezzato. Purtroppo siamo uomini etero e dobbiamo proseguire con le frustrazioni causateci dal genere femminile, forse anche per questo molti diventano gay, infatti in parte li invidio. Ciao a presto! ☺

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      1. Grazie per l'apprezzamento :-)

        Però nessuno "diventa gay" a causa delle donne, perché le preferenze sessuale sono innate e non si scelgono. Così come tu non hai scelto di essere etero!
        Semmai certi uomini diventano "incel" (involuntary celibate) o MGTOW (Men Going Their Own Way), cioè si sentono "tagliati fuori" dal mercato relazionale, oppure scelgono di uscirne perché ritengono non ne valga la pena.
        Sono però discorsi complessi che non si possono affrontare in poche righe.

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    8. Penso che sia vero: la rabbia dell'essere rifiutati puo' portare al senso di rivalsa. Ma se e' vero che il mercato degli incontri e' diventato globale, in termini di quantita' piu' incontri potenziali si traducono in piu' frequenti rifiuti anche per una donna. Se un uomo ne soffre, per una donna un rifiuto e'pura vergogna. Si puo' tradurre in apparente freddezza all'incontro successivo,figlia della paura.A volte basta un solo rifiuto cocente per condizionare molto a lungo. Ti ritrovi donna fatta e tuttavia respiri ancora a fondo per trovare il coraggio di chiamare chi ti piace (o desisti e non chiami tout court). Credo meriterebbe un'articolo a parte il senso di umiliazione di una donna rifiutata. Parlo di donne di valore e piacenti e che si sanno porre bene.Comunque e' un articolo molto ben fatto. Come quasi tutti un questo blog

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      1. Da una parte sono d'accordo con te: le donne sono abituate ad essere desiderate (mediamente), per cui l'essere rifiutate può essere inatteso e traumatico.

        D'altra parte, la sofferenza non è maschile o femminile: sentirsi rifiutati ferisce chiunque, perché ci fa sentire senza valore, ci sminuisce e ci invalida. Quindi è un dolore universale; semmai peggiore per coloro che hanno poca autostima (a prescindere dal genere).
        Il fatto che gli uomini siano più abituati ad essere respinti, non li rende immuni a tale dolore. Anzi, molti ne sono così schiacciati che, ad un certo punto, smettono proprio di provarci.

        > "respiri ancora a fondo per trovare il coraggio di chiamare chi ti piace"
        Questa è, appunto, un'esperienza universale: tutti temiamo il rifiuto, tutti esitiamo ad esporci e renderci vulnerabili.

        > "piu' incontri potenziali si traducono in piu' frequenti rifiuti anche per una donna"
        No, perché in ambito sentimentale non c'è parità. E' la donna che detiene il maggior potere: è lei che viene cercata e corteggiata, che riceve complimenti e attenzioni, che è più desiderata.
        Quindi ha lei il potere di scegliere, e seleziona severamente: solo pochi vengono ritenuti degni di interesse (magari riceve 100 messaggi e risponde a 5). Certo poi anche lei può venire rifiutata da chi le piace; ma la selezione iniziale è in mano alla donna, non all'uomo.

        > "Credo meriterebbe un'articolo a parte il senso di umiliazione di una donna rifiutata."
        Sarebbe sicuramente interessante ma, in quanto uomo, non conosco abbastanza quell'esperienza specifica per poterne parlare in modo adeguato.

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    9. Ho letto con attenzione anche il tuo articolo sulla eccessiva selettivita' delle donne che automaticamente espone i maschi a cocenti rifiuti. E hai ragione in pieno, ma vorrei far emergere un "nuovo" problema. La maggior liberta' e disponibilita' delle donne ha comunque ampliato la platea (gia' ampia) per i maschi piu' attraenti.Sto osservando una certa "pretenziosita'" e "capricciosita'" nella scelta da parte degli uomini piu'appetibili. Osservo comportamenti da "primadonna" che non osservavo 20 anni fa.Non so se c'e un maggior narcisismo, hai notato anche tu questo aspetto? Cosa ne pensi? E'solo la mia percezione? E'per questo che ti ho segnalato il problema del rifiuto al femminile...

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      1. Sollevi una questione interessante :-)

        Non so se la maggiore facilità di successo per i maschi più attraenti li abbia resi più "narcisi".
        Credo che le persone molto attraenti e desiderate, in qualsiasi epoca, hanno naturalmente una tendenza a fare la "diva": il loro ego è ovviamente sollecitato, ed è difficile non farsi prendere (lo stesso problema ce l'hanno tutte le persone di successo o famose; poche non si montano la testa).

        Io credo che da sempre gli uomini (e le donne) più attraenti ne abbiano approfittato e ci abbiano giocato sopra. E' nella natura umana. "I do, because I can".
        Forse oggi, grazie alla "platea virtuale" di social e media, certi comportamenti sono semplicemente più visibili.

        Potrebbe anche essere che invece, all'opposto, siano oggi le donne a pretendere un maschio "al top", senza accontentarsi, perché "l'abbondanza virtuale" fa loro credere che sia facile trovarlo? (salvo poi lamentarsi delle conseguenze: "Ho conquistato uno fighissimo, ma mi ha scaricata o tradita!").

        Direi che la maggioranza delle donne moderne vede "l'accontentarsi" come una bestemmia o un insulto (poi magari si ritrovano da sole col gatto... ;-).
        Forse quello che chiami "il problema del rifiuto al femminile" è anche amplificato da maggiori pretese e minore capacità di adattarsi: un tempo molte donne si facevano andare bene il "bravo ragazzo con reddito fisso", mentre oggi quei "bravi ragazzi" spesso vengono ignorati.
        Se queste donne puntassero non solo ai "maschi piu' attraenti" (parole tue), forse troverebbero più accoglienza e più amore? :-)

        Quello che vedo, in generale, è una diffusa tendenza ad un maggior individualismo ed egocentrismo. Un fenomeno che ha conseguenze non solo sociali e politiche, ma ovviamente anche nelle relazioni.
        E' quindi possibile che una parte significativa di uomini e donne siano oggi più pretenziosi e meno adattabili, il che li porta ad essere infelici (anche in amore). Ma, com'è naturale, ne danno la colpa al sesso opposto! ;-D

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    10. Intanto auguri di buon anno (speriamo). Concordo sul fatto che ci sia piu' individualismo ed egocentrismo. Ti diro' di piu', la societa' di oggi consente un maggior "mimetismo". E' saltato il controllo sociale. Tradotto: posso tirare un ceffone a una ragazza e non avro' fratelli e amici che, come 50 anni fa, verranno a farmela pagare. Viceversa: posso deridere e umiliare un ragazzo e nessuno mi additera'. Questo a mio avviso e'ancor piu' vero nelle grandi citta'. In rete, non ne parliamo. Ma poiche' questo post e' sul dolore maschile del rifiuto, vorrei sapere cosa ne pensi ora, in tempi di Covid. Dalla tua osservazione le donne sono ancor piu' frenate nel far conoscenza ora? E' una domanda strana lo so, ma i comportamenti in amore subiscono un impatto dalla pandemia? Grazie

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      1. Il "controllo sociale" esiste ed anzi si è rafforzato. Solo che si è spostato dai "micro-ambienti" (famiglia, amici) ai "macro-ambienti" dei media e dei social. Vedi il fenomeno del "politically correct", per cui non è più ritenuto accettabile dire e fare una serie di cose, per timore di offendere qualcuno.
        E' però vero che questo riguardo è maggiore verso certe categorie (donne, persone LGBT...), e minore verso altri. Riprendendo il tuo esempio: se un uomo tira un ceffone ad una donna (in pubblico), i presenti interverranno a difenderla; se è lei a menare lui, nessuno interverrà (dimostrato in esperimenti).

        Sui cambiamenti indotti dal Covid nelle dinamiche relazionali, non saprei; non sono aggiornato.

        Infine, vorrei far notare che lo spazio dei Commenti non è un social network in cui parlare di quello che ci passa per la testa. Per cui ti invito gentilmente a scrivere solo commenti inerenti al post.

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    11. Eh purtroppo il nostro dolore non sarà mai riconosciuto, per le donne è sempre tutto più facile, o almeno attengono quello che vogliono senza fare molto sforzo. Quindi per essere felici cosa dobbiamo fare?

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      1. Calma, non è che per l'altra metà del cielo sia tutto rose e fiori.
        Certo le donne sono più desiderate degli uomini, ma questo non garantisce loro il successo relazionale. Anzi, molte si ritrovano deluse oppure vengono usate.
        Come mi piace ricordare, la vita è dura per tutti.

        Non è nemmeno vero che nessuna donna riconosce il dolore di cui parlo in questo post. Alcune, per intelligenza, maturità o per aver provato un dolore simile, lo comprendono.
        Evitiamo di fare di tutt'erba un fascio.

        Quanto all'essere felici, non esistono soluzioni facili, ma ci sono dei passi che possono aiutare:
        - Possiamo chiarire cosa ci rende felici, e cosa è davvero importante per noi (spesso siamo confusi a riguardo, o seguiamo obiettivi dettati da altri).
        - Possiamo impegnarci a fondo per realizzare quei sogni (molti restano pigri e passivi a riguardo, sperando che le cose accadano da sole).
        - Possiamo imparare ad accontentarci, invece di perseguire risultati fuori dalla nostra portata.
        - E possiamo coltivare la gratitudine, ovvero la capacità di apprezzare le tante cose positive che già abbiamo.

        In fondo, se io ho tanto ma non lo so apprezzare... è come se non avessi nulla.

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