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Cosa fare quando veniamo rifiutati o lasciati

Essere rifiutati da chi desideriamo, o venire lasciati dalla persona a cui siamo legati, sono tra le esperienze più emotivamente devastanti. A causa di ciò, quello che si può dire in proposito è poca cosa rispetto all'enormità della sofferenza.
Al tempo stesso, però, affrontare il dolore con una certa lucidità è parte dell'arte di vivere. Così come può essere utile leggere verità che da soli non vogliamo riconoscere. Scrivo quindi alcune riflessioni e suggerimenti, nella speranza che possano essere in qualche modo di aiuto...

Accogli il tuo dolore

In primo luogo, non cercare di minimizzare quanto è successo. Accetta e onora la tua sofferenza; respingerla non farà altro che aumentarla. Non c'è motivo di fare "l'eroe": concedi alla tua tristezza molto spazio, molto tempo, molti pianti, molte canzoni malinconiche, fino a quando la sensazione di "lutto" (*) si attenuerà, e ritroverai interesse per la vita.
Questo è specialmente vero per i maschi, a cui spesso viene insegnato a reprimere le proprie emozioni, stringere i denti e ignorare il dolore.

(*) "Lutto" è inteso non solo in senso letterale, di decesso, ma in psicologia è usato anche per indicare la grave esperienza emotiva di perdita, quando veniamo separati da una persona per noi importante.

Non coltivare illusioni

Credi a quello che l'altra persona ti ha detto, quando ti ha respinto o lasciato. Non pensare che la dolcezza e le parole gentili del passato fossero una promessa implicita di impegno futuro. Soffoca ogni speranza residua, se non l'ha già fatto l'altra persona; coltivare speranze illusorie è un modo crudele di continuare a farti inutilmente del male.
(ovviamente, abbandona le speranze solo dopo che tutto è stato detto e chiarito, ed esserti accertato che non c'è più nulla da fare)

L'amore non si comanda

Non credere che si possa amare a comando. L'impulso dell'attrazione rimane al di fuori del nostro controllo. Non è questione di impegno o di volerlo abbastanza: se non sentiamo amore, attrazione o interesse per qualcuno, c'è ben poco da fare.
Riconosci che ci sono situazioni che non si possono cambiare.

Non è questione di buoni o cattivi

Non cercare un significato "morale" in quello che ti è accaduto: chi ti ha rifiutato non è "cattivo" per il fatto di non volerti o amarti, così come il desiderare o amare qualcuno non ti rende per questo "buono". Ognuno cerca il piacere, la soddisfazione e la felicità; ognuno persegue i propri interessi. Ma spesso gli interessi di due persone divergono, oppure coincidono solo per un tratto di strada. A volte ciò che rende felice te non rende felice l'altro - che quindi cercherà altrove.
La nostra mente cosciente è come una barchetta sballottata dai cavalloni oceanici degli impulsi biologici e delle vastità inconsce. Non pensare che questi fenomeni naturali e spesso impenetrabili abbiano a che fare con la morale.

E' difficile per entrambi

Se l'altra persona si è comportata in modo sgarbato o impacciato, non è perché sia cattiva, né in dubbio su cosa vuole. Semplicemente si sentiva terribilmente in colpa e a disagio, perché - molto probabilmente - è una persona gentile e non vorrebbe ferire gli altri. Il che però non vuol dire affatto che ti vuole.

Amare chi non ti vuole non è amore

Molti sono affascinati o attratti dalle persone che non li vogliono. E' un comportamento che ha le sue radici nel disprezzo di sé: non è romantico, è patologico. Continuiamo a desiderare chi non ci vuole quando abbiamo scarsa autostima e siamo privi di amore per noi stessi.
La vera conquista è smettere di correre dietro a chi non ti vuole, ed iniziare ad apprezzare chi si interessa a te.

Non vederci quello che non c'era

A volte qualcuno ti piace così tanto, che trascuri di notare come l'interesse non sia reciproco. Capita che uno dei due provi una forte attrazione, passione, coinvolgimento, persino amore... ma l'altro provi molto meno, oppure persino nulla. Purtroppo è normale: provare un sentimento forte non garantisce che verrai ricambiato.
Se ti è accaduto questo, è meglio allontanarti con dignità, piuttosto di implorare l'altro o volerlo a tutti i costi convincere a provare qualcosa che non ha mai sentito.

Non credere che l'altro sia perfetto

Quando siamo innamorati di qualcuno, tendiamo a vederlo "giusto" per noi, perfetto e magnifico, la fonte di ogni felicità. Ma questa è un'illusione, perché in realtà ognuno ha limiti, difetti, mancanze e aspetti sgradevoli. La nostra illusione dura semplicemente perché non conosciamo davvero quella persona; siamo abbagliati da alcune doti affascinanti, e non vediamo tutto il resto. Finché ci rimane ignota, possiamo coltivarne un'immagine idealizzata e meravigliosa.

Se riuscissimo a conoscere veramente quella persona, arriveremmo a capire come sia in fondo simile a tante altre. Non a caso, la quotidianità e la convivenza finiscono irrimediabilmente con lo spegnere le passioni. Per attenuare la sofferenza di un amore non ricambiato, quindi, sarebbe utile conoscere il più possibile la persona che non ci vuole: più ci sarà nota, più ci renderemo conto che non è la soluzione a tutti i nostri problemi.
E se non ci è possibile conoscerla, possiamo appoggiarci alla consapevolezza che quella persona - in quanto essere umano - avrà i difetti e i lati oscuri che tutti quanti, chi più chi meno, possediamo.

Tutto scorre, tutto cambia

Non aggrapparti al passato, con la speranza - o la pretesa - che rimanga com'era. Tutte le cose vive cambiano: anche la relazione più felice, anche l'amore più appassionato, può mutare, attenuarsi, spesso anche appassire. Il passato non è mai garanzia del futuro. Non usare la gioia passata come argomento per convincere qualcuno a restare: per l'altro evidentemente ora non è più così.

Piuttosto, puoi considerare quello che hai vissuto con l'altra persona come un dono - finché è durato; se riconosci che nulla dura per sempre, potresti persino provare gratitudine. Puoi anche cullarti nei bei ricordi per consolarti, se questo ti fa bene: ma non se i ricordi alimentano una speranza vana.

Quando sei tu a farlo

Ripensa a quando sei stato tu a rifiutare o lasciare qualcuno: nella maggior parte dei casi, non provavi per loro odio o rimpianti. Le emozioni che provavi erano, probabilmente, soprattutto di imbarazzo e compassione.

Il rifiuto o l'abbandono non definiscono il tuo valore

Non collegare il rifiuto o l'abbandono con quello che temi o detesti di te stesso: potrebbe non c'entrare nulla. Quando qualcuno non ti vuole ci possono essere molte ragioni, e le ragioni dell'altro probabilmente sono diverse dalle tue.
Non trasformare questa esperienza in una prova che sei una persona brutta, senza valore o indegna d'amore. Il fatto che non ti hanno voluto dice molto dell'altra persona e delle sue esigenze, ma ben poco di te (una persona può essere adorata da alcuni e disprezzata da altri: perciò questo non parla del suo valore, ma dei diversi gusti che hanno le diverse persone).

Niente accuse, né manipolazione

Non accusare l'altro di essere un vigliacco: le scelte relazionali sono una questione di gusti, compatibilità ed esigenze personali, non di coraggio o "paura dell'intimità".
Evita di esaltare le sue qualità, insistere sulla sua unicità, offrire regali o sesso, nella speranza di fargli cambiare idea. Non pensare che qualcuno possa innamorarsi nuovamente se mosso da sentimenti di pietà o sensi di colpa.

Le cinque fasi del lutto

Specialmente dopo la fine di una relazione importante, può capitare di vivere una profonda esperienza di "lutto" (inteso come grave perdita), spesso caratterizzata da diversi tipi di reazione emotiva.
La psichiatra Elisabeth Kübler-Ross ha sviluppato un modello di questa esperienza, suddiviso in cinque fasi di elaborazione del lutto. Conoscere queste fasi può aiutarti a capire quello che stai passando, e può aiutare le persone vicine a te a supportarti nel modo migliore.

Se scopri i tuoi bisogni, l'altro diventa sostituibile

Quando siamo innamorati di qualcuno, quella persona ci appare unica e insostituibile. Anche se è vero che ognuno è unico, questo atteggiamento non ci aiuta, perché incoraggia la nostra fissazione e alimenta la disperazione per non poter avere ciò che desideriamo.
Per questo è utile ricordarci che, fondamentalmente, quello che cerchiamo negli altri è la soddisfazione dei nostri bisogni (infatti tendiamo ad amare chi nutre quei bisogni, o chi ci rende felice). Perciò, se anche quella persona non ci vuole (più), potremmo sempre trovarne un'altra che ci soddisfi e ci renda felici. I miti romantici ci ingannano, convincendoci che esiste un'unica persona "giusta" per noi, e che solo lei potrà renderci felici; ma questo è smentito dal fatto che i più si innamorano ripetutamente, e amano diverse persone nella loro vita.
Quindi puoi chiederti "Cosa mi piace tanto di quella persona? Cosa la rende così speciale per me?" (ci sono sempre dei motivi, anche quando non li vediamo). Quando identifichi le qualità e i doni che in quella persona ti conquistano, realizzi che puoi trovare qualità simili anche in altri - e perciò, che potresti anche desiderare e amare qualcun altro. Certo questo non basta a superare la sofferenza e l'abbandono, ma ti aiuta a vedere il futuro con maggiore fiducia e speranza.

Col tempo andrà meglio

Se puoi, cerca di riderci sopra. Prova a passare dal vederla come una tragedia che capita solo a te, a un evento imbarazzante che è capitato a tutti.
Vedrai, tra molti anni sorriderai di certe esperienze, e capirai che le persone che non ti hanno voluto, non erano effettivamente adatte a te. Di alcune, ti ritroverai persino a chiederti cosa diavolo ci avevi trovato di così speciale...

E se la cosa può aiutarti a star meglio, concediti anche qualche incontro di sesso senza impegno. Stare fra le braccia di qualcuno, anche per poche ore, può essere di conforto.

Non era la relazione che credevi

Ma soprattutto, non continuare a vedere il rifiuto o l'abbandono come una terribile perdita: l'unica relazione davvero valida, è quella che entrambe le persone vogliono intensamente. Evidentemente, a dispetto dei segnali positivi e delle speranze, questa relazione non era affatto di quel genere.


(liberamente adattato da "How to get over a rejection", The School of Life)

"E' stato meglio lasciarsi, che non esserci mai incontrati."
(Fabrizio DeAndrè)


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4 commenti:

  1. Già. Il problema è quando lui confessa di non riuscire a innamorarsi di nessuna. Lì scatta il primo campanello d'allarme però lo ami così tanto e la passione è così forte che pensi di fargli cambiare idea. Poi ci sono periodi di silenzio e ritorni e ti chiedi se è davvero un narci o semplicemente uno stronzo. Non che la cosa cambi molto. Grazie.

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    1. Quando qualcuno dice che non si innamora mai, può essere che sia vero (nel qual caso ha probabilmente qualche problema emotivo), oppure lo usa come scusa perché non è abbastanza interessato a te. In entrambi i casi, non è un buon segno.

      Quanto all'affermazione che "lo ami così tanto", io chiamerei quella "passione", "infatuazione" o "attaccamento", piuttosto. L'amore vero e proprio è una cosa diversa dalla passione (è utile tenerlo a mente, per non giustificare nostre scelte dannose).

      Sul fargli cambiare idea, mettiti il cuore in pace: non è mai possibile cambiare gli altri! :-)
      Anche se spesso le donne hanno l'illusione di cambiare il partner.

      > ti chiedi se è davvero un narci o semplicemente uno stronzo
      E se invece fosse, semplicemente, che lui cerca di ottenere quello che gli interessa?
      Proprio come, probabilmente, cerchi di fare anche tu (in fondo l'idea di cambiarlo è un impulso volto a fare contenta te).

      Siamo tutti egoisti (almeno in parte), e tutti cerchiamo di nutrire i nostri bisogni (dire che lo facciamo "per amore" è spesso un alibi). Quando qualcuno mette i suoi bisogni prima dei nostri, allora magari lo chiamiamo "stronzo/a"; ma magari noi stiamo facendo la stessa cosa...

      Questa è la spiegazione più semplice, e quella più comune: siamo entrambi egoisti (agiamo per il nostro tornaconto), ma notiamo solo l'egoismo dell'altro :-)

      Questo vale specialmente quando continuiamo ad attaccarci alle persone "sbagliate" per noi: quelle emotivamente chiuse, indisponibili, che mentono, che ci maltrattano, che non ci vogliono. Ce la prendiamo con loro... ma siamo noi ad averle scelte.
      Dire che lo facciamo "per amore" è solo una scusa che ci raccontiamo.

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  2. Salve, sto divorando i sui scritti. Mi chiedevo come superare il momento che sto vivendo al meglio. Mi ha lasciato come un fulmine a ciel sereno, due settimane fa - quattro mesi di intense emozioni per entrambi da prima relazione (nonostante io avessi avuto gli stessi suoi dubbi ma all'inizio e li avevo accantonati illudendomi che potevo tralasciarli e amare senza pretese) e mi chiede ora di rimanere amici per non perdere l'ottimo rapporto di comunicazione che abbiamo. In effetti credo potremmo essere davvero ottimi amici, ma l'emozione è piu' forte quando ci vediamo e mi manca. Il tempo aiuta, lo so, mi prendo del tempo per me e riprendere gli spazi che prima usavamo assieme, ma quando è che sapro' con certezza che sono pronto? Sono sicuro che sia onesto nel chiedere di rimanere in contatto, e ho accettato che sia finita. É possibile che rimarro' in questo impasse e non mi riapriro' ad altri se continiamo a sentirci o é davvero una questione di tempo?

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    1. La tua situazione non è una di quelle che possono essere vissute bene, o "al meglio": come ogni perdita importante, attraversiamo la nostra personale tragedia e ne usciamo piano piano, arrancando, un pezzettino alla volta.
      Bisogna darsi tempo, avere pazienza, trattarsi con gentilezza.

      Rimanere amici con un ex non sempre è possibile, oppure forse possiamo farlo più avanti, ma non subito.
      Nel momento potremmo essere troppo coinvolti, o dipendenti, o fragili. In queste situazioni la volontà può fare ben poco: siamo dominati dalle emozioni, dall'attaccamento e dai bisogni negati; nonché - spesso - da vecchie ferite emotive che vengono ravvivate.

      > quando è che sapro' con certezza che sono pronto?
      Quando ritroverai la serenità :-)
      Ma è possibile che una parte di te coltivi sempre una nostalgia, un rimpianto per un "paradiso perduto".

      Il tempo può aiutare ed è necessario (non si supera un "lutto" in qualche giorno).
      Ma da solo può non bastare: è necessario anche rassegnarsi, accettare la perdita, sfogare il dolore e la rabbia. A volte è necessario anche staccarsi dalla persona che ci ha respinto: devi capire tu cosa funziona meglio per te.

      Prova a cercare in Rete articoli sulle "fasi del lutto in amore" (modello elaborato dalla psichiatra Elizabeth Kubler Ross): potrebbe aiutarti a capire meglio cosa stai vivendo, e cosa ti può aiutare.

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