L'ambizione ci ha resi la specie dominante ma crea molti dei nostri problemi
Avendo studiato il comportamento umano per tutta la vita, ho sviluppato una serie di spiegazioni per i nostri comportamenti irrazionali o insensati.
Quella di cui voglio parlare oggi è la tendenza, tipicamente umana, di volere sempre di più e non essere mai del tutto contenti. Il che ci ha resi la specie dominante, ma genera anche buona parte dei problemi che affliggono l'umanità. Però di solito non siamo consapevoli di questa ambizione, proprio perché questa tendenza è talmente radicata in noi da risultarci "invisibile"; per noi è semplicemente la norma, come respirare.
Noi e gli animali
Invece questa tendenza diventa peculiare se osserviamo il comportamento degli altri animali (*). Certo anche fra gli animali esiste una certa "ambizione", ma quando i loro desideri elementari vengono soddisfatti sono contenti, e non cercano oltre:- Un cane che abbia il suo pasto quotidiano lo mangia sempre di gusto; non pretende varietà, ed una volta sazio non va a cercare altro cibo.
- Un leone che ha il suo branco di femmine non va in giro a cercarne sempre di nuove.
- Un predatore che ha il suo territorio non cerca di espandere continuamente il suo "impero" (purché vi trovi cibo a sufficienza).
- Anche i primati, nostri simili, magari si ingegnano inventando nuovi metodi per trovare cibo; ma una volta che i loro bisogni alimentari, sessuali e di sicurezza sono soddisfatti, non cercano altro.
(*) Rammento che gli umani sono animali, per la precisione primati; e con gli animali abbiamo molto in comune.
E gli umani invece?
Unica nel regno animale, la nostra specie ha sempre cercato di più:- Non ci è bastato il riparo naturale di una caverna: abbiamo costruito capanne di paglia, case di legno, e poi di pietra, e poi di cemento armato.
- Non ci è bastato il cibo che trovavamo attorno a noi: abbiamo cercato cibi nuovi e particolari, sapori esotici e spezie, e finanche creato nuove specie tramite incroci.
- Non ci è bastato il nostro territorio: abbiamo sempre cercato di espandere i nostri confini, con guerre ed invasioni, sottomettendo o sterminando animali ed altri umani, fino a creare imperi che coprivano interi continenti.
- Non ci è bastato camminare: abbiamo addomesticato cavalli, e poi inventato biciclette, macchine a vapore, automobili, aerei e razzi spaziali.
- La nostra ambizione non si è limitata alla materia: abbiamo voluto espandere i confini della nostra conoscenza, sviluppando matematica, fisica, filosofia, psicologia e astronomia.
- E l'ambizione non ha avuto solo motivazioni egoistiche: abbiamo anche costantemente migliorato la società e le sue regole, sviluppando l'etica, diminuendo la povertà, estendendo i diritti, diminuendo le disparità.
Non è mai abbastanza
Ma qualunque siano le nostre conquiste, risultati ed invenzioni, non ci fermiamo mai e non ci accontentiamo mai. Non solo siamo sempre protesi verso nuovi traguardi, personali o collettivi... spesso non sembriamo capaci di godere di ciò che già abbiamo. I più si affannano verso il futuro e trascurano il presente.Si potrebbe pensare che l'ambizione di cui parlo non è così dannosa. Ma secondo me molti dei "vizi" che condanniamo sono collegati ad essa. Per esempio l'egoismo nasce spesso dal volere di più, anche a discapito degli altri; oppure l'avidità non è che l'impulso ad accumulare sempre di più (l'avido non è mai sazio).
Con questo non voglio demonizzare l'ambizione, ma solo evidenziare la sua pervasività, i suoi "lati oscuri" e le conseguenze che produce.
In alto come in basso
Quando si considera questa ambizione di solito si pensa ad esempi "in alto" (politici, industriali, dittatori; in passato re e conquistatori), perché sono più vistosi. Ma in realtà è onnipresente, solo che ciascuno la applica a seconda delle sue possibilità:- Un re vuole espandere il suo regno; un faraone vuole la piramide più grande; un partito vuole più voti e più potere; un dirigente vuole che la sua azienda conquisti altri mercati.
- Ma in modo simile, seppure su scala più ridotta, anche la persona comune persegue una casa più grande o quella per le vacanze, l'auto più prestigiosa, l'accessorio firmato, la posizione direttiva, o un partner più avvenente e sexy.
“Qualunque siano le nostre conquiste,
non ci fermiamo mai
e non ci accontentiamo mai”
L'ambizione che caratterizza gli umani
In pratica, è proprio questa ambizione insaziabile quella che più ci distingue dagli altri animali. Non l'uso di attrezzi (anche i primati li usano), non l'intelligenza (diverse specie manifestano una sorprendente intelligenza), non la razionalità (siamo spesso più dominati da istinti ed emozioni di quanto ci piaccia ammettere), non il linguaggio: molte specie condividono con noi queste capacità, anche se in forma meno sviluppata.Invece il tratto che solo gli umani hanno - e nessun altro animale - è proprio questa illimitata ambizione, ovvero il volere sempre di più.
L'espressione di questa ambizione varia tra le varie culture: alcune la esaltano (tipico esempio gli USA), altre la moderano (il cattolicesimo, gli Amish). Ma è comunque onnipresente; per esempio nel nostro sud Italia è importante fare sempre bella figura davanti a parenti e concittadini, oppure in certi luoghi i matrimoni devono essere all'insegna dello sfarzo (come in India), che ce lo si possa permettere o meno.
Verso l'infinito e oltre
Pensiamo al mondo com'era un milione di anni fa: gli uomini vivevano in condizioni simili agli altri animali (a parte l'utilizzo di attrezzi rudimentali).Oggi gli animali ancora presenti sono simili, e vivono in modo molto simile, a come facevano un milione di anni fa; con eventuali piccole differenze.
Invece noi umani siamo a malapena riconoscibili:
- Non più ricoperti di peli, ma vestiti in modi sofisticati.
- Non comunichiamo più gesticolando e con suoni gutturali: abbiamo una serie di linguaggi articolati, comunichiamo a distanza, abbiamo giornali e riviste, televisione, Internet e smartphone.
- Siamo passati dalle caverne ai grattacieli.
- Siamo passati dal cercare ogni giorno cibo (senza mai la certezza di trovarne) a supermercati, centri commerciali e consegne a domicilio.
- Siamo passati dallo sciamano ai neurochirurghi, alle terapie geniche, ad una aspettativa di vita sempre più estesa.
- Siamo passati dal terrore primordiale verso una natura incomprensibile, all'esplorazione di altri corpi celesti.
- Siamo passati dagli scontri con bastoni e pietre, alla diplomazia internazionale, ai trattati di pace e commerciali, alle iniziative per lo sviluppo globale - se non sempre, in buona parte dei casi.
E nonostante questo vertiginoso sviluppo ed innumerevoli progressi, ancora non ci fermiamo. Anzi, ogni giorno lottiamo per guadagnare di più, avere più diritti, creare nuove tecnologie, diminuire ingiustizie e sofferenze.
Il lato oscuro dell'ambizione
Penso che siamo più o meno tutti d'accordo che queste trasformazioni abbiano nel complesso migliorato la nostra esistenza (fatto salvo alcuni inevitabili effetti collaterali, come l'inquinamento).Ma questa ambizione, pur con tutti i vantaggi che ha prodotto, presenta anche una serie di aspetti inquietanti:
- Ogni volta che un'altra specie, od una situazione naturale, ha ostacolato il nostro sviluppo, non abbiamo avuto remore a sterminarla o livellare l'ostacolo. Siamo diventati la specie dominante del pianeta non solo per le nostre abilità, ma anche per la nostra assenza di scrupoli.
- Ovviamente questa attitudine non si rivolge solo verso la natura, ma anche verso gli altri esseri umani. Nel corso della storia, abbiamo sistematicamente sfruttato, schiavizzato ed ucciso altri popoli se ciò serviva a raggiungere i nostri obiettivi.
- Siamo l'unica specie che fa guerre in modo sistematico (anche se non siamo gli unici animali che muovono guerre). E la guerra è sempre mossa dall'ambizione: la ricerca di più territori, più ricchezze, più risorse, più potere, più controllo; anche le guerre di religione sono un modo di espandere il proprio controllo ed influenza.
Chi oggi si scandalizza di certo "imperialismo", sembra dimenticare che gli imperi esistono da migliaia di anni, ed hanno iniziato a "passare di moda" solo 70 anni fa; e probabilmente anche la propria nazione ha attraversato quella fase. - Su scala nazionale o globale, questa ambizione ci spinge a consumare sempre più risorse, più energia e più territorio; ad aumentare la deforestazione; e la popolazione continua a crescere (nonostante il calo della natalità, si prevede che raggiunga i 10 miliardi), incrementando questi consumi.
- A livello individuale, fenomeni come furti e rapine, corruzione, evasione fiscale, stupri, omicidi, delinquenza organizzata, ecc. sono in buona parte riconducibili alla stessa ambizione: se ognuno vuole di più e non può ottenerlo, o non facilmente, ci sarà una tendenza ad arrivarci con metodi manipolativi, illegali o criminali.
Per tutti i fenomeni sopra elencati possiamo trovare varie spiegazioni di tipo emozionale, culturale o sociale. Ma ciò che accomuna tutti è la tendenza - tipicamente umana - al "Voglio di più" e "Non è mai abbastanza".
Anche per questo è miope, ed ipocrita, vedere certi comportamenti come "anormali"; essi sono piuttosto espressioni - a volte estreme - di un'attitudine che ci appartiene come specie.
“Questa ambizione
ci spinge a consumare
sempre più risorse, più energia e più territorio”
Effetti del volere sempre di più, nel quotidiano
Fin'ora ho esaminato più che altro gli effetti dell'ambizione insaziabile su vasta scala: guerre, invasioni, imperialismo, ecc. Problemi che attribuiamo a chi sta "in alto". Ma se guardiamo bene, vediamo che l'ambizione brucia dentro tutti quanti, seppure in varia misura, anche a livelli più ordinari e quotidiani.- Un effetto frequente è la tendenza a prevaricare gli altri, in modi sottili o gravosi: scavalcare un collega per la promozione, magari barando ("Voglio quel posto!"); saltare le code ("Ho fretta!"); minacciare qualcuno ("Dammi X, altrimenti..."); passare col rosso o superare i limiti di velocità ("Non ho tempo!"); fare il bullo od umiliare gli altri, per sentirsi superiore; ecc.
- Mentire o truffare per ottenere qualcosa manipolando l'altro.
- Evasione fiscale: "Voglio tenermi tutti i soldi che ho guadagnato, anche a svantaggio della comunità", "Non voglio fare rinunce per il bene altrui" (l'evasione danneggia l'intera nazione).
- Corruzione per ottenere denaro, vantaggi od opportunità.
- Rubare, che significa impossessarsi di qualcosa violando i diritti altrui. Dal furto di oggetti d'ufficio fino al crimine organizzato.
- Disuguaglianze: volere ed ottenere più degli altri, invece di condividere (vedi più avanti).
- Atteggiamenti "NIMBY", cioè "Voglio un vantaggio ma lo svantaggio deve subirlo qualcun altro" (es. volere la raccolta rifiuti ma respingere la costruzione di un inceneritore vicino), oppure "Io ho X, però mi oppongo al tuo avere X perché andrebbe a mio svantaggio" (es. costruzione case davanti alla propria).
Anche le brave persone lo fanno
Quelli elencati sopra sono comportamenti antisociali, quando non illegali, ma che comunque associamo a "brutte persone". Però anche le brave persone sono mosse da una continua ambizione - pur se di solito in modi più accettabili - e spesso ne patiscono le conseguenze.- La ricerca di uno stipendio più elevato.
- Il desiderio di fare carriera.
- L'acquisto di una casa più grande o elegante, od in una posizione migliore; e poi una per le vacanze, ed una come investimento...
- La tendenza verso automobili sempre più potenti, ingombranti (es. SUV), accessoriate e lussuose.
- L'acquisto di smartphone di alta gamma, con funzioni sempre più sofisticate.
- Viaggiare più spesso possibile, o le vacanze in posti sempre più lontani ed esotici (rammento che viaggiare è sempre stata un'attività da ricchi; questo è cambiato solo da pochi decenni).
- La ricerca di esperienze gastronomiche eccitanti o insolite, fino ad arrivare alle manie da "foodie".
- L'acquisizione di "beni Veblen", il cui scopo primario non è il godimento del bene in sé, ma il dimostrare la propria superiorità sugli altri (status symbol).
- "Keeping up with the Joneses", cioè il bisogno di restare al passo col livello sociale ed economico dei nostri vicini o conoscenti.
- Per non parlare di quanti "competono" sui social media per fare più bella figura rispetto agli altri (spesso fingendo una felicità o un benessere che non possiedono realmente).
- Conflitti: quando una parte vuole più X e l'altra più Y, poiché le risorse sono sempre limitate e non si può fare contenti tutti, e nessuno vuole rinunciare, avremo conflitti a livello interpersonale, di coppia, familiare, sociali, politici, internazionali.
- Nel corteggiamento e relazioni, la tendenza ad avere standard elevati (es. il "Principe Azzurro", l'ipergamia), od interrompere una conoscenza alla prima delusione, oppure nel dating online la tendenza a scartare persone nella speranza che "il prossimo" sarà migliore ("Posso trovare di meglio").
Col risultato che sempre più persone si ritrovano sole (una "epidemia di solitudine"), oppure rompono una relazione o matrimonio, perché convinti di "meritare di meglio". Non a caso, il numero di divorzi è cresciuto notevolmente negli ultimi decenni. - E l'ambizione non è solo materiale: un autore vuole scrivere un best-seller, un cantante scalare le classifiche, un atleta salire sul podio, uno scienziato inventare X prima degli altri (non solo per motivi pecuniari).
Questa continua corsa verso nuovi traguardi può apparire innocua, ma tende a produrre stati d'animo corrosivi come ansia, stress, senso di inadeguatezza e fallimento, competizione, invidia, insoddisfazione costante, se non addirittura disperazione o depressione. Non è solo il fatto che vogliamo sempre di più (con la pressione associata); è che non arrivarci, o vedere altri che ci riescono mentre noi no, può avvelenarci l'esistenza.
Inseguire un bersaglio mobile
Alcuni potrebbero protestare "Ma è giusto che voglio X. Me lo sono guadagnato!"; e non avrei nulla da obiettare. Però non è questione di giusto o sbagliato; non sto facendo un discorso morale. Noto solo che i nostri desideri non si fermano mai. Un impiegato di oggi gode di maggior comfort di un re medioevale; ma comunque è raramente soddisfatto. Quello che voglio sottolineare è proprio che non c'è mai un punto di arrivo: questa ambizione è un "bersaglio mobile" che sfugge sempre in avanti.Problemi che ci creiamo da soli
Esaminando i vari effetti di questa ambizione insaziabile, si potrebbe dire che buona parte dei problemi che affliggono gli esseri umani, provengono dagli esseri umani stessi (e non da cause esterne), proprio perché vogliono sempre di più. Come cantava Luciano Ligabue nel 2003 "Tutti vogliono viaggiare in prima. Tutti con il posto finestrino". E nel tempo l'asticella si alza sempre."Le cose che una generazione considera un lusso, la generazione successiva le considera necessità."
(Anthony Crosland)
“Un impiegato di oggi
gode di maggior comfort
di un re medioevale;
ma non è comunque soddisfatto”
Ambizione e disuguaglianza
Tra i vari effetti di questa ambizione, c'è quello della disuguaglianza - che non potrà mai essere del tutto eliminata (al massimo moderata). Proprio perché ciascuno desidera di più per se stesso, l'impulso primario negli esseri umani è l'accrescimento personale, non l'equa redistribuzione delle risorse.Anche coloro che protestano ed invocano eguaglianza, di solito lo fanno a proprio vantaggio (chi spera di guadagnare da una redistribuzione), e/o non intendono raggiungerla a proprie spese (chi invoca una redistribuzione a spese altrui). Praticamente nessuno - tranne San Francesco e pochi altri - decide di rinunciare a quello che ha per donarlo a chi sta peggio. Quindi la maggioranza di quelli che sostengono pubblicamente l'eguaglianza, è in realtà ipocrita; altrimenti rinuncerebbero al superfluo per sé, per trasformarlo in assistenza ai più bisognosi. Ma quanti ne avete visti fare così?
Naturalmente anche questo ha le sue eccezioni: molte persone sono generose, e non pochi donano in beneficenza. Ma comunque in misura limitata.
Gerarchia, non eguaglianza
La dimostrazione che l'eguaglianza è per molti versi "innaturale", ovvero va contro i nostri istinti profondi, è la "gerarchia di disponibilità" che guida i comportamenti di tutti. Ovvero, siamo generosi e disponibili a condividere i frutti della nostra ambizione con chi sta in alto nella gerarchia, e sempre meno scendendo:- Al primo posto mettiamo i figli - e per alcuni il coniuge - che vengono prima di tutti e per cui daremmo tutto, persino la nostra vita.
- Dopo vengono i parenti stretti, come genitori, fratelli e sorelle.
- Poi la parentela più allargata per alcuni, oppure gli amici speciali per altri.
- Poi amici comuni, colleghi, compagni di attività o interessi.
- Poi i nostri concittadini, o coloro che fanno parte della nostra cerchia.
- Poi i nostri connazionali, o quelli che sentiamo simili a noi.
- Dopo di che arrivano tutti gli altri - a cui solitamente dedichiamo ben poco tempo, attenzione o risorse.
Se quanto elencato è profondamente radicato in noi, come potrebbe realizzarsi una totale eguaglianza? Anche quelli che a parole la sostengono, anteporrebbero i figli a tutti gli altri, o un familiare a degli sconosciuti. Infatti esistono leggi contro il nepotismo proprio perché è un istinto universale (altrimenti a che scopo averle?).
L'eguaglianza forzata non funziona mai
Un'altra dimostrazione di quanto l'eguaglianza ci risulti "innaturale", sono le società dove è stata imposta dall'alto (tipicamente Paesi comunisti come Russia, Cina e Cuba). Tutti questi casi sono stati fallimentari, portando povertà diffusa (*), governi totalitari e forti disuguaglianze (oltre a milioni di morti per repressioni o carestie): il popolo è rimasto povero (nonché oppresso), mentre pochi "compagni" in alto hanno accentrato potere e ricchezze.Paradossalmente, un sistema basato sull'idea di eguaglianza ha prodotto una disuguaglianza ben peggiore del sistema che voleva sostituire, cioè il capitalismo (nel quale la disuguaglianza è più distribuita).
(*) La crescita economica della Cina è avvenuta solo con le riforme promosse da Deng Xiaoping negli anni '80, che hanno permesso lo sviluppo di un'economia privata sostanzialmente capitalista.
Sulle conseguenze di un sistema politico basato sull'eguaglianza, si veda il celebre romanzo "La fattoria degli animali" di George Orwell. Sugli effetti nefasti di un'eguaglianza forzata, si veda l'efficace racconto breve "Harrison Bergeron" di Kurt Vonnegut.
Equità fino a un certo punto
Naturalmente una certa equità è importante per una specie sociale come la nostra. Per questo cercheremo sempre di perseguirla. Ma per le ragioni che ho illustrato, una totale eguaglianza resterà un'utopia. Non per colpa di "cattivoni" o "poteri forti" - come molti amano credere - ma perché tutti vogliamo avere sempre di più per noi stessi, o per chi ci sta vicino.Perché questa ambizione è così parte di noi
Se questa ambizione presenta aspetti negativi così evidenti, ci si potrebbe chiedere, come mai è rimasta così presente in noi? Credo che la spiegazione sia semplicemente perché fornisce un vantaggio evolutivo: le creature più ambiziose tendono a prevalere sulle altre, ad ottenere di più, a vincere i conflitti ed eliminare gli ostacoli... quindi sono quelle che maggiormente sopravvivono e si riproducono. Per cui questo tratto si è mantenuto ed è cresciuto nei millenni, in quanto "vincente".Lo stesso vale per l'aggressività: nonostante i suoi lati negativi, le creature (o le specie) aggressive hanno prevalso su quelle più pacifiche. Per cui le prime hanno prosperato, mentre le seconde si sono assoggettate o estinte. E' il darwinismo in azione.
Limitare l'ambizione?
Date le conseguenze, qualcuno potrebbe auspicare che la società limiti questa ambizione. Ma essendo un impulso naturale e innato, questo controllo verrebbe vissuto come una pesante limitazione della libertà personale. In effetti assomiglierebbe ad un "incubo socialista" (come menzionato prima) che finisce con lo schiacciare gli individui.Ambiziosi, ma non troppo
Con tutto questo, non intendo dire che l'ambizione umana sia l'unica causa dei nostri problemi; il male e la sofferenza hanno spiegazioni molteplici. Però credo di aver dimostrato che buona parte dei nostri problemi vi sono collegati.Trovo quindi auspicabile diventare consapevoli di questo impulso, e magari imparare ad arginarlo. Non solo per evitare di danneggiare gli altri, ma prima di tutto perché l'ambizione illimitata ci impedisce di godere di quello che abbiamo:
- Se ho già un tesoro ma non me lo godo, è come se non l'avessi; è come se fossi povero.
- Se non so assaporare il presente e inseguo sempre un futuro migliore, non proverò mai soddisfazione; correrò la corsa del topo.
La felicità esiste solo assaporando il momento presente, nel qui-ed-ora. Finché mi affanno ad inseguirla, resterà fuori dalla mia portata.
L'ambizione dovrebbe essere al nostro servizio; evitiamo di diventare suoi schiavi.
"L'ambizione, tra tutti i vizi umani, è quella che assomiglia maggiormente a una virtù."
(Sallustio)
"Senza ambizione non si inizia nulla. Senza impegno non si finisce nulla. Il premio non ti verrà regalato. Devi conquistarlo."
(Ralph Waldo Emerson)
"Niente risveglia l'ambizione quanto lo squillo di tromba della fama altrui."
(Baltasar Graciàn)
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