In questa serie di tre post, cercherò di spiegare alcuni dei motivi principali di queste incomprensioni. Conoscendoli, possiamo "leggere" meglio le altre persone, e comprendere le ragioni dei loro comportamenti.
- Nel primo post, parlo di quanto gli altri possano essere diversi da me.
- In questo, spiego l'importanza delle sfumature (invece del vedere ogni cosa come bianca o nera).
- Nel terzo post, osservo quanto le persone possano essere contraddittorie (e quanto sia parte dell'essere umano).
Una realtà a colori, non in bianco/nero
La realtà - e le persone - non sono mai "bianche" oppure "nere", ma sempre in qualche sfumatura di "colore". In altre parole, non esiste nulla (e nessuno) che corrisponda semplicemente ad un estremo (per esempio solo "buono" o "cattivo", "intelligente" o "stupido"...), ma ogni cosa/evento/persona si trova in qualche punto di un continuum, di un arco di possibilità tra due estremi.Ad esempio, è poco efficace descrivere una persona solo come "razionale" oppure "emotiva"... perché nessuno è totalmente l'uno o l'altro. Piuttosto, ognuno ha in sé una parte razionale ed una emotiva; spesso una delle due parti è dominante, ma questo non esclude l'altra, né la possibilità che - in certi casi - le parti si invertano (per esempio, il tipo "razionale" che perde le staffe e dà i numeri).
L'etichetta è un preconcetto
La tendenza a vedere persone ed eventi in "bianco/nero", ci porta a considerare o giudicare basandoci su "etichette" riduttive: Bruno è "cattivo", Antonia è "una brava ragazza"... ma questi sono preconcetti limitati, che ci impediscono di cogliere la complessità, le possibilità, le contraddizioni.E, nel momento in cui gli altri "fuoriescono" dall'etichetta che gli abbiamo assegnato, non riusciamo più a capirli: pensiamo che siano loro ad essere "strani", "illogici" o "sbagliati"; mentre - invece - sono semplicemente "usciti" dal nostro schema riduttivo.
Quando qualcuno ci appare incomprensibile o privo di senso, il più delle volte è semplicemente perché fuoriesce dai nostri schemi di giudizio (l'errore è quindi nel nostro metro limitato). Oppure, come ho scritto nel primo post della serie, è perché ci aspettiamo che sia come noi (e, ovviamente, non lo sarà).
Particolarmente quando abbiamo a che fare con persone "lontane" dal nostro modo di essere (sia per età, cultura, etnia, religione, o sesso), è importante ricordare come i nostri schemi di giudizio non si adattino a loro (o solo parzialmente). Per capirli, dobbiamo quindi "dimenticare" temporaneamente la nostra personale visione della realtà, e cercare di comprendere la loro.
Quando metto da parte quello che è importante, o vero, o "giusto" per me, e mi accorgo che le cose importanti, vere o giuste per l'altro possono essere diverse dalle mie, ecco che mi apro alla diversità dell'altro e posso iniziare a comprenderlo davvero.
Diverse modalità di azione
Inoltre, non esistono solo le "sfumature" di colore. Ci sono numerose modalità di comportamento, e ciascuna si estende su un continuum tra due opposti. Per esempio, si può tendere più all'analisi oppure alla sintesi; cercare il cambiamento oppure la stabilità; essere più riflessivi oppure più impulsivi.Per ciascuna di queste modalità, ognuno si posiziona in un certo punto del continuum (la "sfumatura" tra gli estremi); un'altra persona che si posizioni in un punto distante, agirà in modo diverso, e i due faticheranno a capirsi. Se Marco è piuttosto riflessivo e Anna tendenzialmente impulsiva, la loro diversità tenderà a creare conflitti; a meno che entrambi riconoscano questa diversità, e accettino che l'altro ha un "ritmo" differente.
Ricordiamoci che - spesso - gli opposti si attraggono (magari perché si completano reciprocamente): ma se poi non si accoglie la "alterità" del partner, si finisce col combatterlo per renderlo - ironicamente - più simile a noi.
Infine, tutte queste "sfumature" si combinano in modi complessi. Spesso caratteristiche opposte convivono nelle stessa persona, esprimendosi in contraddizioni che - da fuori - possono sembrare incomprensibili; di questa natura contraddittoria dell'essere umano parlo nel terzo post di questa serie.
"La diversità di ognuno di noi non è un'arma per discriminare, etichettare, ma una ricchezza."
(Pier Paolo Pasolini)
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