E poiché qui ci concentriamo sulla felicità, parlerò di due tecniche facili e non faticose, che possono aiutare nel dimagrire o non ingrassare. In effetti, più che tecniche si tratta di abitudini benefiche, di cui non tutti sono a conoscenza.
Dormire per dimagrire
Quanto un buon riposo sia importante, lo sappiamo tutti; ma non sempre lo mettiamo in atto. La privazione del sonno è addirittura una tecnica di tortura, che può portare a impazzire. In un mondo frenetico e con infiniti stimoli, è quindi necessario ricordarsi quanto un sonno ristoratore sia indispensabile al nostro benessere: un riposo inadeguato non solo ci lascia stanchi, ma ci mette anche di malumore.Quello che è meno noto, è quanto il sonno influisca anche sulla forma fisica. Anche nella calma del sonno, il corpo svolge numerose attività, inclusa una rigenerazione cellulare ed un riequilibrio ormonale (per non parlare del riequilibrio psico-emotivo che avviene durante i sogni). Un riposo insufficiente impedisce al corpo lo svolgimento adeguato delle sue funzioni, con le relative conseguenze:
- Aumenta il Cortisolo (l'ormone dello stress), e si incrementa l'appetito
- Diminuisce l'ormone della crescita, che contribuisce al consumo di grasso e alla produzione di muscoli
- Diminuisce la Leptina (ormone "spezza-fame") ed aumenta la Grelina (ormone dell'appetito)
- Il consumo dei carboidrati si squilibra, alterando il livello di glicemia
- Desideriamo mangiare di più, nella speranza di aumentare le nostre forze
- Aumentiamo il consumo di sostanze stimolanti, come caffè, alcol, fumo
- Siamo meno disponibili a fare movimento fisico, quindi sport ed altre attività che bruciano calorie
Uno studio su 68.000 donne ha dimostrato come dormire cinque ore, invece di sette, aumenta del 32% la possibilità di ingrassare.
Esiste anche una dieta apposita, la "Hibernation Diet" degli scozzesi McInnes, basata su alcuni piccoli accorgimenti ed esercizi, ma soprattutto su un sonno ottimale. Secondo i loro creatori, è possibile bruciare fino a un migliaio di calorie durante la notte.
Quanto mangiamo... o come?
Il cibo è, ovviamente, legato in modo diretto alla nostra forma fisica. Però a volte non è tanto questione di quantità, ma del modo con cui lo assumiamo. Uno studio sull'alimentazione ha dimostrato che mangiare velocemente non dà tempo sufficiente al meccanismo di sazietà, per cui si tende a mangiare più del necessario.E' necessario capire che il senso di fame o di sazietà, non arrivano direttamente dallo stomaco ma dal cervello, che viene stimolato da sostanze prodotte dallo stomaco stesso. E questo "dialogo" tra stomaco e cervello non è istantaneo, ma ha un suo tempo di funzionamento (circa 20 minuti). E' per questo che è possibile avere lo stomaco pieno e sentire ancora fame.
In pratica, quando lo stomaco si riempie vengono prodotte molecole che, arrivate al cervello, stimolano la sensazione di sazietà. Ma poiché questo meccanismo è lento, se mangiamo in fretta non gli diamo tempo sufficiente per entrare in azione; quindi, quando arriviamo ad avvertire il senso di sazietà, abbiamo già mangiato ben più del necessario.
E' perciò necessario mangiare con calma e masticare bene il cibo, in modo da favorire il meccanismo di sazietà (oltre che una migliore assimilazione di quanto ingerito).
Questo è valido per tutti, ma è specialmente importante per chi cerca di controllare il suo peso o vuole dimagrire.
Mangiare poco fa mangiare troppo
Come nota finale, aggiungo una mia personale osservazione: ho notato che, quando rimando a lungo un pasto, a dispetto dell'appetito crescente (per terminare qualcosa o per altri impegni), poi finisco col mangiare più del dovuto, abbuffandomi.Probabilmente anche qui c'entra il meccanismo di sazietà, in senso inverso: poiché il senso di fame è dovuto alla produzione di certi neurotrasmettitori, più rimando il pasto e più questi segnali chimici si accumulano. Per cui, anche dopo aver - finalmente - riempito lo stomaco, rimangono in circolo più a lungo del normale, e con loro la sensazione di avere fame. Quindi questo mi porta a mangiare più del necessario.
E' un fattore che va considerato da chi è a dieta e pensa che, saltando un pasto o mangiando più di rado, finirà col mangiare meno. E' invece probabile che "patire la fame" porti soltanto a mangiare di più o, comunque, in modo sregolato.
Bisogni del corpo, o dell'anima?
Queste informazioni ci ricordano che, per stare bene, tante volte non è necessario compiere grandi sforzi o sacrifici, ma solo fare scelte ragionevoli. Le esigenze basilari del nostro corpo sono semplici (riposo, molta acqua, il cibo necessario, movimento); ma non possiamo chiedergli quello che non può darci.Se mangiamo per riempire un vuoto esistenziale o una carenza affettiva, troveremo solo una temporanea consolazione, e nuoceremo al corpo. Se i nostri bisogni sono emotivi, è inutile scaricarli sul corpo: prendiamoci piuttosto cura della nostra anima.
"Il sonno è l'anello d'oro che unisce la salute al nostro corpo."
(Thomas Dekker)
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Post molto interessante (forse perchè è particolarmente vicino alla mia esperienza personale?!?!?!?). Penso che per mangiare bene (e quindi avere meno problemi di "peso") bisogna trovare il proprio equilibrio, che dipende solo ed esclusivamente da noi stessi (e non dalla persona amata). Lo sto ancora cercando...
RispondiEliminaCerto c'è un legame molto forte tra cibo e bisogni emotivi, tra cibo e amore; in fondo, l'amore è il primo nutrimento dell'anima.
EliminaOltre a trovare il proprio equillibrio, è importante fare chiarezza sui nostri reali bisogni, invece di confonderli. Auguri x la tua ricerca. :-)