- Introduzione
- Prima parte (Strumenti 1-5)
- Seconda parte (Strumenti 6-10)
- "12 convinzioni che ci rendono infelici, ma in cui molti credono"
(Strumento 3: data la sua importanza, gli ho dedicato questo post)
I pensieri che ci rendono infelici
Una delle cose più importanti che ho imparato sull'essere più felice è "Non credere a tutto quello che pensi". Sappiamo tutti che i sensi ci possono ingannare, le emozioni possono confonderci, e i nostri ormoni possono farci "sbandare". Ma i nostri pensieri sono sacri! Dobbiamo ascoltarli perché sono la parte razionale... giusto? Non necessariamente. I nostri pensieri sono plasmati dalle nostre opinioni sul mondo, e talvolta quelle opinioni sono errate.I nostri pensieri sono anche influenzati dai pensieri abituali del passato. I percorsi neurali nel cervello si rafforzano ogni volta che li usiamo, e quelli che non usiamo si indeboliscono: ogni volta che pensiamo a qualcosa, stiamo rinforzando quel percorso nel nostro cervello. Ciò significa che se passiamo molto tempo a pensare alle cose belle della vita, diventa sempre più facile farlo; allo stesso modo, se ci concentriamo sulle cose negative della tua vita, tenderemo sempre più a pensare ad esse.
Inoltre, l'interpretazione degli eventi può essere imprecisa. Ciò è particolarmente vero se pensiamo abitualmente che tutto è orribile. Se vi capita di pensare cose come "Non sarò mai più felice come quando...", mettete in discussione questi pensieri. Pensate in termini concreti: sei sicuro che non sarai mai più così felice? Come fai a saperlo? Eri davvero così felice quella volta?
Ogni volta che ti accorgi di essere giù di morale, esamina criticamente i tuoi pensieri. Chiediti: sto pensando qualcosa che influenza il mio umore? E' vero quello che penso? Ne sono proprio sicuro? Ci può essere un altro modo di guardare questa cosa che sia altrettanto vero, ma meno negativo?
I nostri pensieri hanno il potere di renderci infelici, e molto. In effetti ci sono almeno dodici idee comuni in cui molte persone credono, che le rendono infelici ma non sono affatto vere. E ricordiamoci che quando crediamo in qualcosa, questa tende a realizzarsi: quindi, meglio prestare attenzione a quello che ci gira per la testa.
12 idee che ti rendono infelice
- L'opinione degli altri è fondamentale, e se mi rifiutano significa che non valgo nulla
- Non devo mai sbagliare nelle cose importanti, o accadrà qualcosa di terribile
- Le persone e gli eventi dovrebbero essere conformi alla mia visione del mondo. In caso contrario, sono sbagliati o malvagi
- Se qualcosa va storto, è colpa di qualcuno. Meglio accertarmi che non sia mia
- Preoccuparsi di qualcosa produrrà risultati migliori che non preoccuparsi
- Ogni problema ha una soluzione perfetta. Solo questa soluzione va bene, e devo trovarla più rapidamente possibile
- E' più facile evitare situazioni difficili e responsabilità che affrontarle
- Se elimino la sofferenza, vivrò meglio e sarò felice
- Il mio passato determina la mia vita attuale e futura
- Le persone negative e gli eventi dolorosi non dovrebbero esistere, perciò devo arrabbiarmi con essi
- Per me è importante avere ragione, e gli altri devono riconoscerlo
("Preferisci avere ragione o essere felice?") - Credere alle illusioni romantiche
1. L'opinione degli altri è fondamentale, e se mi rifiutano significa che non valgo nulla
Ci sono numerosi esempi per cui questo è falso: quanti grandi artisti e scrittori non sono stati apprezzati o pubblicati se non dopo la loro morte? Tutto è relativo, anche le opinioni altrui, anche quelle di persone autorevoli o importanti per te. In fondo, tutti possono sbagliare. Chiediti se quella opinione può insegnarti qualcosa, e poi vai oltre.Ci sarà sempre qualcuno a cui piaci, ed altri a cui non piaci per niente. Vedi se puoi imparare qualcosa dalle persone a cui non piaci (per esempio, aspetti che puoi migliorare o difetti che magari non sai di avere), ma per il resto ignorali.
L'importante è che tu stia facendo quella che per te è la cosa giusta, o comunque del tuo meglio (finché non lo fai, non sarai mai felice); il resto conta poco.
2. Non devo mai sbagliare nelle cose importanti, o accadrà qualcosa di terribile
La paura del fallimento è un serio ostacolo al provare o fare qualsiasi cosa. Molti credono di dover essere perfetti, altrimenti nessuno li amerà e saranno dei falliti: ma questo è del tutto falso. Se hai questa convinzione, chiediti: i tuoi amici sono perfetti? Quando fanno un errore, li odi e li disprezzi? Ovviamente sarebbe assurdo: sono solo esseri umani, no? Tutti facciamo errori; tutti quanti, tu compreso. In realtà, niente viene scoperto o creato senza fare errori. Quante volte Edison ha fallito i suoi esperimenti sulla lampadina prima di arrivare a qualcosa che funzionava? (risposta: migliaia)Se eviti a tutti i costi fallimenti ed errori, ti costringi a una vita di passività, e questo è il più grande fallimento. Per imparare e crescere, devi fare pasticci. In effetti, a volte i "fallimenti" si rivelano un successo: per esempio, l'adesivo rimovibile che rende possibili i Post-It è derivato dal tentativo fallito di creare un adesivo permanente.
3. Le persone e gli eventi dovrebbero essere conformi alla mia visione del mondo. In caso contrario, sono sbagliati o malvagi
Tutti abbiamo opinioni su come il mondo dovrebbe funzionare. Ma il fatto è che non viviamo nel mondo del "dovrebbe", viviamo nel mondo che "è". Le persone guidano come pazzi o imbranati, lasciano il carrello della spesa in mezzo alla corsia, sporcano in giro, sbagliano le parole, fanno cose assurde... Magari potresti educarli, ma è alquanto improbabile che tu possa cambiarli. Puoi cambiare solo te stesso.Ogni volta che ti accorgi di dire "dovrebbe", facci caso. Stai sprecando tempo ed energia. Non importa quanto credi che le cose dovrebbero essere diverse, sono come sono, e arrabbiarsi in proposito non aiuterà nessuno. Invece, affronta la vita per come è.
4. Se qualcosa va storto, è colpa di qualcuno. Meglio accertarmi che non sia mia
Succedono cose spiacevoli continuamente, e trovare qualcuno da incolpare non risolve nulla. Anche se una persona è chiaramente responsabile della situazione, rimproverarla sarà raramente di alcuna utilità. Farlo può farti sentire meglio sul momento, ma sul lungo termine danneggia il rapporto (a nessuno piace sentirsi dalla parte del torto, o sentirsi dire "Te l'avevo detto"). Invece, concentrati sul cercare una soluzione al problema.5. Preoccuparsi di qualcosa produrrà risultati migliori che non preoccuparsi
Se osserviamo criticamente questa convinzione, ci appare del tutto ridicola: come può il solo fatto di preoccuparsi cambiare qualcosa? Però molti si comportano come se fosse vera. Se preoccuparsi porta ad agire per migliorare la situazione, agite pure, ma preoccuparsi in sé non risolve nulla. Eppure spesso ci sentiamo in colpa e manchevoli se non ci preoccupiamo abbastanza.L'autrice racconta questo suo esperimento: dopo essersi resa conto che si stava preoccupando per un sacco di cose, senza combinare nulla, ha provato a delegare questo "lavoro" di preoccuparsi ad un'assistente immaginaria. Ogni volta che l'autrice stava iniziando a preoccuparsi o a soffermarsi su qualcosa che la turbava, si ricordava che la sua "assistente" lo stava già facendo al posto suo, quindi lei poteva smettere. Alla fine della prova, si è resa conto che la sua mancanza di preoccupazione non aveva prodotto alcun risultato negativo, e lei si era sentita molto meglio. Col tempo, questo "spegnere" la preoccupazione è diventata un'abitudine, ed ora si preoccupa molto meno.
E' chiaro che occuparsi di un problema per risolverlo è utile e necessario, ma è cosa ben diversa dal semplice preoccuparsi: anzi, a volte usiamo il preoccuparci al posto dell'agire (il che porta solo a stress e nessun risultato).
6. Ogni problema ha una soluzione perfetta. Solo questa soluzione va bene, e devo trovarla più rapidamente possibile
Quasi tutti i problemi hanno molte soluzioni possibili. Se si è convinti che esiste solo una soluzione ideale, si può passare così tanto tempo a cercarla da non entrare mai in azione. Intanto, più passa il tempo e più ci innervosiamo perché il problema non è ancora risolto. E''molto più funzionale scegliere una soluzione abbastanza buona e metterla in pratica. Se poi scopriamo una soluzione migliore, possiamo valutare se adottarla (ma dovremo chiederci se passare a quest'ultima valga la pena).E' sicuramente opportuno fare una valutazione prima di agire, ma non così approfondita da non arrivare mai all'azione (questo blocco viene chiamato "paralisi da analisi", o "paralysis by analysis"). Una decisione presa è raramente un impegno permanente: se non funziona, potete cambiare idea in seguito. E' meglio scegliere una delle tante opzioni accettabili e metterla in pratica, piuttosto che rimanere bloccati nella ricerca della soluzione perfetta, o persino di quella migliore. Il più delle volte, la via più efficace è quella "abbastanza buona".
7. E' più facile evitare situazioni difficili e responsabilità che affrontarle
Questa idea è subdola perché, nel breve termine, evitare queste cose ci sembra la soluzione più facile. Ma col tempo, l'ansia associata a queste difficoltà cresce, e la tensione della dissociazione tra la realtà e le nostre azioni ci rende angosciati. Evitando queste situazioni, in pratica stiamo facendo finta che non esistano; ma questo non le fa certo sparire. Alla fine, la realtà vince sempre: i problemi si ripresentano (magari cresciuti), e veniamo richiamati alle nostre responsabilità. Se vogliamo essere felici, occorre stare alla larga dalla negazione, dalle auto-illusioni, dal fare finta, dallo scansare i problemi, o da qualsiasi cosa che provoca uno scollamento con la realtà.8. Se elimino la sofferenza, vivrò meglio e sarò felice
Ogni essere umano è guidato da due pulsioni principali:- La ricerca del piacere (o del benessere, o della felicità)
- L'evitamento della sofferenza (incluse le paure)
- Eliminare tutta la sofferenza è impossibile. Come ha detto il Buddha 2500 anni fa, "La vita è sofferenza" (non nel senso che lo è sempre, ma che essere vivi comporta necessariamente eventi che ci fanno soffrire).
- Le due pulsioni sono, in generale, mutualmente esclusive: più mi concentro sull'una, meno mi dedico all'altra. Quindi dedicarsi ad evitare la sofferenza non produce felicità, anzi la riduce.
- Più ci sforziamo di allontanare rischi e sofferenze, più diventiamo chiusi, rigidi e sulla difensiva; e quindi meno vivi, meno in grado di trovare o creare quello che ci rende felici.
Questa idea è particolarmente nociva nelle relazioni umane, nella forma "E' possibile proteggermi dalla sofferenza se evito di tenere a qualcuno o di coinvolgermi".
Tante persone cercano di proteggersi rimanendo distaccati. Respingiamo delle opportunità perché ci sembrano troppo belle per essere vere, e non vogliamo essere ingannati o che qualcuno si approfitti di noi. Non ci apriamo agli altri per paura di essere vulnerabili e venire feriti.
Racconta l'autrice: "In passato questa era una delle mie direttive principali, ed ero molto spaventata all'idea di fare il contrario: mostrarmi come sono veramente, difetti inclusi? Non piacerò a nessuno! Ero abituata a fare di tutto perché le persone vedessero di me solo la facciata perfetta che volevo mostrare... e poi mi arrabbiavo perché nessuno mi capiva. Se vi suona familiare, dopo aver provato entrambe le cose, il mio consiglio è: siate autentici".
Magari pensate che rimanendo distaccati vi state proteggendo, ma in realtà vivendo in quel modo soffrirete comunque, e vi impedirete di vivere appieno. Non possiamo fare nulla di significativo se non rischiamo mai di sbagliare o di lasciar veder agli altri che siamo imperfetti. Non puoi avere una relazione davvero profonda e intima se non lasci che l'altra persona veda il vero te, interamente, senza maschere o artifici. Rimanendo distaccato o inaccessibile, ti impedisci di vivere pienamente.
9. Il mio passato determina la mia vita attuale e futura
Niente affatto. Le nostre esperienze hanno contribuito a formarci, ma determinano la nostra vita solo se lasciamo che continuino a influenzarci:- Se in passato ho fatto certi errori, ma ora mi sono evoluto e non li faccio più, quegli errori non definiscono chi sono adesso.
- Se in passato mi sono accaduti eventi dolorosi o traumatici, non vuol dire che si ripeteranno ancora.
10. Le persone negative e gli eventi dolorosi non dovrebbero esistere, perciò devo arrabbiarmi con essi
Ecco di nuovo il "dovrebbe" (vedi il Punto 3). Gli eventi sgradevoli e le persone negative sono sempre esistiti, e sempre esisteranno: il mondo non è mai perfetto. Le persone si fanno male a vicenda, accadono disastri naturali e calamità, succedono cose deplorevoli. Ma non dobbiamo necessariamente farci turbare da questo. A volte è difficile, certo, ma arrabbiarsi non serve a nulla, e starci male nemmeno; quindi, perché rendersi infelici in proposito?Non è che prendercela e inveire aiuti qualcuno, o migliori il mondo - a meno che agiamo per sistemare la situazione, e questo è ammirabile; ma come osservato nel Punto 5, il solo preoccuparsi o star male per qualcosa non ha alcun valore. Non ci rende persone migliori, ma solo persone stressate e infelici.
Inoltre, quante volte è successo qualcosa che non era ciò che volevate, ma col tempo si è rivelato positivo o vantaggioso? Come si dice, non tutto il male viene per nuocere. Quando le cose sembrano andare male, meglio ricordarsi di questa possibilità, e tenere presente che il problema di oggi potrebbe rivelarsi un'opportunità o un dono domani.
11. Per me è importante avere ragione, e gli altri devono riconoscerlo
("Preferisci avere ragione o essere felice?")
Se vi chiedessi "Preferite avere ragione o essere felici?", probabilmente rispondereste "Entrambe!". La cattiva notizia è che spesso non è possibile: una posizione esclude l'altra. La buona notizia è che possiamo sempre scegliere quale delle due è più importante per noi. Molti non si rendono conto di questa contrapposizione, anzi credono che devono aver ragione (e dimostrarlo) per essere felici. Qualche esempio mostra come sia vero il contrario:- In una coppia che discute animatamente, se un partner tiene alla felicità della relazione più che all'aver ragione (e il motivo della discussione non è poi così importante), dire all'altro "Ok, sono d'accordo con te" o "Va bene, facciamo come dici tu" porta all'immediata fine del litigio; il partner "arrendevole" non perde nulla, e guadagna serenità e la soddisfazione di aver fatto contento l'altro.
Viceversa, ostinarsi nell'imporsi sull'altro logora la relazione e i sentimenti d'amore reciproci. - In una discussione fra amici o colleghi, insistere perché tutti concordino con la propria posizione crea disagio nel gruppo e ci fa vedere come arroganti e antipatici.
Viceversa, considerare le opinioni altrui e riconoscerne le qualità (anche quando non le condividiamo), produce armonia nel gruppo e apprezzamento per la nostra ampiezza di visione. - Se ci capita un incidente o un'avversità che non possiamo cambiare, fissarci sull'idea che "Non è giusto" o che "Non doveva andare così", non fa che alimentare la nostra sofferenza. Invece, accettare l'evento ci aiuta a superarlo e ritrovare serenità.
Magari abbiamo davvero ragione, ma se insistere su questo produce solo mal di stomaco, cosa ci guadagniamo?
NB: Sia chiaro che non sto suggerendo di "Farsi mettere i piedi in testa" o "Dire sempre sì". E' ovvio che ci sono motivi per cui è sensato non arrendersi, o situazioni che richiedono fermezza. Ma il più delle volte, ci impuntiamo su questioni minute o insignificanti per mero orgoglio o puntiglio, non per seri motivi. E' in questi ultimi casi che il volere aver ragione non vale quasi mai la pena.
12. Credere alle illusioni romantiche
Credere in qualcosa di falso è, come abbiamo visto, rischioso e fonte di infelicità. Eppure c'è un'area in cui moltissime persone credono a miti ed illusioni, ed è quella sentimentale. In un altro post elenco 13 bugie sull'amore in cui spesso crediamo, e che portano a frequenti conflitti, stress e fallimenti nelle relazioni.Credere a queste illusioni ci induce a rifiutare la realtà, per inseguire sogni che sono improbabili nel migliore dei casi, e spesso impossibili. Per esempio:
- Se credo sia possibile trovare un partner "perfetto", tenderò a criticare e scartare ogni persona reale (e quindi imperfetta).
- Se sono convinto che l'innamoramento debba durare per sempre, o che l'amore aggiusti tutto, avrò delle aspettative irreali che porteranno a inevitabili delusioni e litigi.
- Se credo che amare escluda il provare attrazione per altri (cosa che invece è naturale e può accadere a chiunque), sarò severo e intollerante al riguardo (aggredendo il partner anche per innocenti sguardi, e andando in crisi se capita a me).
Nelle mie ricerche per questo post, ho trovato una pagina che elenca 15 cose da "lasciar andare" per essere felice. E' ispirante, e un utile complemento al presente post.
Dieci strumenti per diventare più felici
>> Introduzione - Prima parte - Seconda parte - 12 convinzioni che ci rendono infelici
(liberamente adattato da "How to be Happy'", di Cara Stein [PDF gratuito]. Disponibile anche come libro cartaceo o eBook Kindle)
Per trovare pensieri interessanti sulla felicità, o fonti di ispirazione sull'argomento, potete leggere questa raccolta di citazioni su felicità e infelicità.
"Esiste una sola causa di infelicità: le convinzioni errate che hai nella tua testa, convinzioni così diffuse, così comuni, che non ti viene mai in mente di metterle in discussione."
(Anthony de Mello)
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