Insomma, persone infelici (specialmente nella relazioni) e convinte che la colpa stia sempre "fuori" da loro, negli altri, nel mondo. Persone che non sanno (o non vogliono) riconoscere la propria responsabilità nell'aver creato le situazioni in cui si trovano.
Le cinque ragioni per cui il problema sei tu
Per costoro ho una brutta notizia: nella grande maggioranza dei casi, se non incontri la persona che vorresti il problema sei tu, non sono gli altri. Direi che ci sono cinque ragioni principali per cui non abbiamo ancora incontrato il partner che vorremmo:- Questa persona non esiste
- Questa persona esiste, ma non l'hai trovata
- Hai trovato questa persona, ma non ti vuole
(o non vuole darti quello che tu vorresti) - Hai incontrato questa persona, ma non l'hai riconosciuta
- Hai incontrato questa persona, ma l'hai fatta allontanare
1. Questa persona non esiste
Ovviamente il problema è tuo, che cerchi qualcosa che non c'è; credi ancora alle favole (il principe azzurro, la donna perfetta), invece di confrontarti con il mondo reale.Se ti sei fissato/a nel volere un tipo di relazione elevata e ideale, magica e sempre felice; e scarti ogni partner che comporti qualche limite o compromesso... il problema non è nel mondo ma nella tua ricerca di perfezione e nel rifiutare la realtà.
Hai bisogno di renderti conto che la perfezione non esiste (specialmente negli esseri umani) e che in amore non si può avere tutto. Le relazioni che funzionano sono quelle in cui si apprezza il parter per come è, invece di pretendere che non ci deluda mai.
2. Questa persona esiste, ma non l'hai trovata
Di nuovo, il problema è tuo: finché non inventano "Partner-a-domicilio.com", sta a noi trovare la persona che vogliamo. Se non lo facciamo perché:- evitiamo di impegnarci o sforzarci
- non vogliamo cambiare abitudini
- non vogliamo spostarci in luoghi più favorevoli
- evitiamo ogni rischio per paura di soffrire o fallire...
E se abbiamo cercato questa persona da una vita, provando in tutti i modi, ma ancora non l'abbiamo trovata... forse vale il punto 1).
Oppure non abbiamo davvero dato il nostro meglio, o non sappiamo riconoscere dei limiti personali o dell'ambiente in cui viviamo.
3. Hai trovato questa persona, ma non ti vuole
(o non vuole darti quello che tu vorresti)
A parte che, se non ti vuole, allora non è la persona giusta per te; anche questa volta il problema è tuo. Perché nessuno è obbligato ad amarci o ricambiare il nostro interesse: l'errore non è in colui che ci rifiuta (avrà pure i suoi motivi...), ma in noi che ci ostiniamo a volerlo. Se qualcuno non ci vuole:- E' probabile che non siamo in grado di dargli quello che desidera.
- Magari, anche se siamo fortemente attratti, non siamo compatibili.
- Forse l'altro ha un "valore relazionale" ben superiore al nostro (quindi è al di fuori della nostra portata).
- Magari rifiutiamo di migliorare i nostri difetti.
- Oppure non sappiamo approcciare nel modo adatto.
A volte, la causa del problema è nascosta nelle profondità del nostro inconscio. Se abbiamo subìto un trauma emotivo (persino se non lo ricordiamo), potremmo tendere a ricrearlo inconsciamente, scegliendo sempre un tipo di partner che ci ripresenta quel trauma (per esempio che ci inganna, ci tradisce o ci abbandona). In genere, se ci troviamo ripetutamente nello stesso tipo di problema o situazione dolorosa, è probabile che sia dovuto a qualche ferita inconscia irrisolta.
Di nuovo, in questi casi non è il mondo il problema, ma qualcosa in noi che sfugge al nostro controllo.
4. Hai incontrato questa persona, ma non l'hai riconosciuta
Può anche essere che hai incontrato una persona adatta a te, ma non hai saputo riconoscere il suo valore, la vostra compatibilità o il potenziale di relazione; è chiaro che è un problema tuo, e non dell'altra persona (che magari sarebbe anche disponibile). Ci possono essere svariati motivi per cui non riconosciamo un potenziale partner:- Siamo troppo presi dai nostri problemi emotivi (scarsa autostima, paura del giudizio altrui, preoccupazioni ossessive sui propri limiti...), al punto da non vedere realmente quello che ci accade intorno - e non vedere certe persone per quello che potrebbero darci.
- Non abbiamo chiaro cosa vogliamo o cosa ci rende felici: una donna potrebbe sentirsi attratta solo da "maschi alfa", molto virili e sicuri di sé, ma che evitano relazioni impegnative; e magari ignora uomini più profondi e sensibili, da cui invece si sentirebbe amata.
- Siamo fuorviati da condizionamenti sociali o modelli relazionali che non sono davvero nostri: magari crediamo che il partner "giusto" debba avere un certo aspetto, status o caratteristiche (magra, ricco, seria...), perché ci hanno sempre detto che così dev'essere, ma forse questo non corrisponde alla nostra personale "ricetta della felicità".
- Vediamo quella persona "solo" come un amico/a, e siamo convinti che amicizia e amore siano due stati opposti (mentre invece l'amicizia è una componente essenziale di una relazione sana).
5. Hai incontrato questa persona, ma l'hai fatta allontanare
A volte non troviamo la persona giusta, o un partner di valore, perché siamo noi stessi ad allontanare le persone di qualità. Ci ritroviamo così a dire cose tipo "Non ci sono più uomini X", o "Dove sono finite le donne Y"...Ma questi tipo di persone esiste; però magari le facciamo fuggire con atteggiamenti tipo:
- Pretenzioso. Chi vuole tutto, o vuole essere amato/a esattamente com'è senza andare incontro all'altro. Chi è rigido, esigente, non disponibile a compromessi. Il "principino", la "principessa sul pisello".
- Entitlement (sentirsi in diritto). Chi ha la convinzione di meritare qualcosa solo perché esiste, senza doverselo meritare e senza dare nulla in cambio.
- Farsi desiderare. Chi fa la difficile, la "preziosa", che tiene gli altri a distanza o in sospeso. Chi dice "No" anche quando l'altro gli interessa, aspettandosi che lui insista più e più volte.
Questi atteggiamenti fanno scappare le persone di qualità, perché costoro
non perdono tempo con chi non le apprezza, non accettano mancanza di rispetto, prese in giro o giochi di potere. Poiché si stimano, sanno di valere, e hanno altre alternative a disposizione, le persone di valore non restano dove non sono apprezzate e trattate bene.
Quelli che stanno a questi giochi, che sopportano simili atteggiamenti, sono persone di basso valore (come i "maschi Beta"), che non si stimano e quindi accettano comportamenti poco rispettosi.
Chi adotta questi atteggiamenti e poi si lamenta di incontrare solo persone di "bassa qualità", deve rendersi conto che sono le uniche che tollerano il suo comportamento scorretto.
Io contro il mondo: chi sbaglia?
Se ritengo che il mondo sia sbagliato, o che gli altri esseri umani non vadano bene come sono, occorre ricordare che io sono 1 e gli altri sono più di 7.600.000.000: è molto più probabile che sia io quello in errore, piuttosto che gli altri sette miliardi di esseri umani.Naturalmente questo vale anche verso l'altro sesso: il rapporto in questo caso è di 1 a circa 3.800.000.000, e di nuovo vale quanto sopra. Invece di dannarsi perché "l'altra metà del cielo" non corrisponde ai nostri desideri, è bene riconoscere che uomini e donne sono diversi (uno dei principali motivi per cui spesso litighiamo), quindi bisogna accettarsi e venirsi incontro, invece di lamentarsi e pretendere.
“Io sono uno
e gli altri sono
più di sette miliardi”
Il problema delle aspettative
Nonostante le "favole" che ci raccontano film e canzoni, la storia d'amore perfetta non esiste. Così come non esiste l'uomo ideale o la donna su misura. Cercare la perfezione equivale a non trovarla mai, e questo non è certo colpa del mondo (che non è fatto per renderci felici), ma di aspettative troppo elevate.Si potrebbe dire che esistono due tipi di persone che non trovano mai quello che cercano:
- Quelli che hanno aspettative troppo alte (in assoluto, o rispetto a quello che offrono)
- Quelli che non sanno di averle
I secondi sono messi anche peggio, perché non si rendono conto di creare loro stessi il problema. Se per esempio ho aspettative estetiche eccessive, ma non ne sono consapevole, finirò col dire che "In giro ci sono solo persone brutte"; penserò che è il mondo ad essere sbagliato, perché non vedo che in realtà sono le mie aspettative ad essere esagerate.
Desideri nascosti e idee confuse
Molti non sanno bene quello che vogliono, ma questo non impedisce loro di volerlo (un impulso mi condiziona anche se non so di averlo). Alcuni dicono "Vorrei solo una brava ragazza" o "Cerco solo qualcuno che mi ami", e non si accorgono di volere in realtà molto di più: la loro mente inconscia è piena di esigenze e parametri che, se non soddisfatti, portano a scartare possibili partner.Costoro hanno bisogno di riconoscere quello che vanno cercando (con un approfondito esame di coscienza, confrontandosi con amici, o ricorrendo ad un terapeuta), e di chiedersi se sia realistico e alla loro portata.
La felicità non è un diritto
Il mondo non ci deve nulla: aspettarsi che debba soddisfarci, darci quello di cui abbiamo bisogno, o amarci senza che facciamo qualcosa per meritarlo, è un'aspettativa infantile (solo l'amore dei genitori per i figli è "gratuito" - almeno in teoria); un'aspettativa destinata a infrangersi presto contro la realtà.Anche se può suonare inquietante, essere amati non è un diritto: bisogna in qualche modo "esserne all'altezza", guadagnarselo - se siamo degli adulti. Veniamo voluti e amati dall'altro quando gli diamo quello di cui ha bisogno.
Lo stesso vale per la felicità: persino nella Costituzione degli Stati Uniti, viene garantito il diritto "alla ricerca della felicità", non certo ad ottenerla.
“Essere amati
non è un diritto”
Voler essere sempre innamorati
Un caso particolare di aspettativa irreale è quella di voler restare sempre nello stato di innamoramento. Questo stato non dura mai a lungo, ma chi è dipendente da esso tende a cercare nuovi partner per ritrovare l'eccitazione e l'entusiasmo della Energia delle Nuove Relazioni (in inglese "New Relationship Energy").Perché diamo la colpa all'esterno
Perché è così difficile ammettere che il problema è nostro? Per una serie di motivi, il primo dei quali è che sentirsi responsabili della propria felicità fa paura:- Riconoscere che siamo gli unici responsabili della nostra felicità è un carico gravoso: temiamo di non esserne all'altezza, di non meritarla, di fallire e non raggiungerla mai. Per questo la tentazione di scaricare questa responsabilità all'esterno è così seducente.
- Senso di inadeguatezza ("Non ne sono capace"), scarsa autostima ("Non credo di poter meritare quel che voglio").
- Resistenza al cambiamento: cambiare è faticoso, incerto e spaventa; di solito cambiamo solo quando vi siamo costretti.
- Vittimismo: tendenza a vedersi come una vittima impotente delle circostanze, per cui non abbiamo potere di realizzare ciò che vogliamo; quindi quel potere - e la corrispondente responsabilità - stanno sempre all'esterno.
- Aspettativa di "essere salvati": posizione passiva, in cui non ci prendiamo cura dei nostri bisogni, ma invece attendiamo che altri lo facciano.
- Convinzione di meritare qualcosa come proprio diritto (in inglese "entitlement"); a volte viene trasmesso dai genitori, che trattano i figli come se tutto fosse loro dovuto (un esempio è nel film "Il papà di Giovanna"; recensioni).
- Illusioni o ignoranza: crediamo a ideali romantici irreali oppure abbiamo convinzioni ingannevoli sull'amore.
- Potrebbe anche essere che il problema è in noi ma ci è "invisibile", perché sepolto nell'inconscio oppure va oltre la nostra comprensione.
Attenzione a quello in cui credi
Molte persone sono cariche di disprezzo e risentimento verso il genere opposto ("Gli uomini sono tutti...", "Le donne sono sempre..."), e non si rendono conto che questi pregiudizi spesso diventano una sorta di "profezia" che tende a realizzarsi. Se hai una pessima opinione su una categoria di persone, tenderai a confermare il tuo pregiudizio - e quindi, paradossalmente, proprio a incontrare quello che temi.Uomini e donne non sono stronzi, ma vogliono cose diverse
Gli altri (e specialmente il sesso opposto) spesso ci sembrano "stronzi" perché vogliono cose diverse da quelle che vogliamo noi (per esempio, la Natura ha dato ad uomini e donne strategie diverse nelle relazioni). Ma il più delle volte non è per cattiveria: più semplicemente, ognuno fa quello che secondo lui è giusto, o che lo rende felice; il problema è che quanto è giusto o benefico per uno, spesso non lo è per l'altro.Quando qualcuno non fa quello che noi vogliamo, o che a noi sembra la "cosa giusta", giudicarlo o pretendere che si adegui alle nostre esigenze non serve a nulla; evidentemente ha le sue ragioni (anche se noi non le comprendiamo, o sono opposte alle nostre). Ricordiamoci che le lamentele non portano a nulla, e nemmeno fare pressione perché l'altro cambi.
L'unica cosa che serve davvero è capire la diversità dell'altro (nel caso di uomini e donne, è utile una lettura come "Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere" di John Gray); quindi parlarne esplicitamente, venirsi incontro e trovare compromessi costruttivi (anche perché la "coppia perfetta" è un'utopia).
“Ognuno fa
quello che per lui è giusto,
o che lo rende felice”
I partner "giusti" esistono - anche se tu non li trovi
La lamentela per cui certi tipi di persone (uomini e donne sinceri, fedeli, amorevoli, che vogliono impegnarsi, ecc.) "non esistono", è ridicola: queste persone ci sono eccome. Basta guardarsi intorno, e si trovano esempi di coppie felici, che funzionano, positive. Quindi, se non riusciamo a trovare un certo tipo di persone, non è perché non esista: ma è a causa nostra, per una delle ragioni esposte sopra.Vale anche per le amicizie
Quando non riusciamo a trovare amici con cui stare bene, che tengano a noi, ecc. non è perché "l'amicizia non esiste più" (come alcuni si giustificano), ma per una delle ragioni esposte all'inizio. In generale, esse valgono sia per le relazioni sentimentali che quelle amicali.A volte il problema non sei tu
Naturalmente ci sono delle eccezioni alla regola, per cui a volte il problema non è nostro, ma è realmente all'esterno di noi. Questo vale specialmente nei casi in cui la nostra libertà individuale è seriamente limitata (ambiente repressivo, famiglia oppressiva, grave mancanza di risorse...), per cui diventa difficile agire per migliorare la propria situazione.Infine, voglio sottolineare che quando affermo "il problema sei tu", non parlo di colpa, ma di responsabilità. La colpa esiste quando agiamo intenzionalmente in modo errato, mentre non c'è colpa se non ce ne rendiamo conto o siamo costretti. Ma qualunque cosa facciamo, siamo comunque responsabili delle conseguenze delle nostre azioni (come nel caso in cui feriamo qualcuno senza intenzione: non c'è colpa, ma siamo comunque responsabili d'aver provocato un danno).
Per questo sostengo che, qualsiasi sia il mio problema, prendermene cura è una mia personale responsabilità. In fondo, si tratta della mia vita. :-)
"Ognuno prende i limiti del suo campo visivo per i confini del mondo."
(Arthur Schopenhauer)
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