Tra le domande più frequenti nella mente degli uomini ci sono:
"Che cosa attrae le donne? Che cosa piace loro? Che tipo di uomo vogliono le donne?". Purtroppo non sempre queste domande trovano risposte chiare, ed anzi spesso le donne stesse danno indicazioni confuse o persino fuorvianti. Magari perché anche loro faticano a capire cosa vogliono (dando per scontato che queste risposte possono essere soltanto generiche, poi ogni individuo è fatto a modo suo ed ha gusti personali).
A volte queste risposte sono errate perché si esita a dire una verità scomoda, o imbarazzante, o politicamente scorretta; questo è uno dei motivi per cui le donne dicono di apprezzare
gli uomini gentili, dolci e disponibili, ma raramente confessano di essere attratte eroticamente
dai maschi forti e dominanti (una contraddizione che confonde moltissimi uomini). In questo post spiego la differenza tra i due tipi di uomini, e perché i secondi suscitano molta più attrazione nel sesso opposto.
Perché alle donne piacciono i "cattivi ragazzi"
Come ho spiegato ampiamente nel post
"Maschi attraenti e non: Alfa, Beta e bravi ragazzi", le donne sono istintivamente attratte dai cosiddetti "maschi Alfa":
sicuri di sé, dominanti, aggressivi e mascolini. Questo perché,
per milioni di anni, le femmine dei mammiferi sociali (inclusi i progenitori dell’essere umano) hanno teso a preferire il maschio dominante, il capobranco, perché offriva le migliori possibilità in termini di
motivazioni evoluzionistiche.
Questo preferenza istintiva è ancora presente nelle femmine umane.
“Le donne sono istintivamente
attratte dai cosiddetti 'maschi Alfa':
sicuri di sé, dominanti, aggressivi e mascolini”
Le regole della civiltà
Nel frattempo, però, abbiamo sviluppato la civiltà, e con essa tutta una serie di regole e codici di comportamento. Queste regole tendono a reprimere la nostra natura istintiva:
- Ci dicono che non dobbiamo: insultare, aggredire, rubare, invadere, sopraffare, alzare la voce, disturbare, fare sesso quando ci va, ecc.
- Ci dicono che dobbiamo: essere buoni, gentili, disponibili, pazienti, rispettosi, generosi, riservati, educati, quieti, stare fermi, obbedire, contenere i nostri desideri ed istinti, ecc.
L'educazione ci condiziona
Inoltre, fin dalla nascita veniamo
educati ad essere in un certo modo, che spesso è lontano dalla nostra vera natura. Anche se i genitori hanno le migliori intenzioni, spesso ci trasmettono che non va bene come siamo, o che dovremmo essere diversi. Questo tende a spezzare la connessione con il nostro Sé più autentico, la parte spontanea, istintiva e selvaggia (che percepiamo come sbagliata, perché ai genitori risulta spesso scomoda).
Non c'è da stupirsi, poi, che la maggior parte delle persone abbia serie difficoltà ad
accettare se stessi o ad esprimersi liberamente.
Più civiltà = più nevrosi e meno eros
Ovviamente le regole e l'educazione servono al buon funzionamento della società, e tutti ne beneficiamo. Il guaio è che
la repressione indotta dalla società ci rende nevrotici (tesi sostenuta, tra gli altri, da
Sigmund Freud e Wilhelm Reich).
Inoltre, limitando fortemente la nostra parte animale ed erotica, questa repressione ci rende più poveri e deboli sessualmente. Quindi, un uomo "troppo civilizzato" risulta fortemente ristretto nel suo potenziale erotico, e questo lo rende anche meno attraente: la sua parte animale è stata "addomesticata", e in quanto tale non ha più quella forza e potenza che eccita le femmine (questo è uno dei motivi per lo scarso successo sentimentale dei cosiddetti
"maschi Beta" e dei
"bravi ragazzi").
Il dilemma tra maschio selvaggio e uomo civilizzato
In sintesi, l'uomo moderno si trova a dover scegliere tra rimanere "maschio selvaggio" (o animalesco, o selvatico) oppure diventare "uomo civilizzato", e nella maggior parte dei casi sceglie la seconda strada (ovviamente questa è una semplificazione). Alcuni tendono invece a conservare il lato "selvaggio", autonomo e ribelle, e per questo a volte colpiscono l'immaginario e diventano (o ispirano) figure iconiche (come ad esempio Marlon Brando nel film
"Il selvaggio",
James Dean, Tyler Durden nel film
"Fight Club",
Wolverine nella serie X-Men, ecc.).
Questa scelta è difficile e dilaniante, perché restare "selvaggi" comporta spesso essere criticati o respinti dalla società, ma sottomettersi alla civiltà risulta in una lotta contro la propria natura ed anche contro la propria autenticità; col rischio di diventare smarriti e alienati (come il personaggio di Edward Norton in "Fight Club", e molte persone che si trascinano in una vita senza senso e senza identità).
Chi è il maschio selvaggio
Quando parlo di
"maschio selvaggio", intendo un uomo che è ben connesso alla sua parte animalesca, alle sue pulsioni (per esempio erotiche o aggressive), ai suoi istinti ed emozioni -
e non se ne vergogna. Sa lasciarsi andare ai suoi impulsi: è capace di mangiare, danzare, difendersi e fare sesso come farebbe un animale (mentre la maggior parte di noi si vergogna di questi impulsi, li trattiene o li nasconde).
E' un
homo sapiens, ma al tempo stesso
la sua parte animale è viva e presente; non è detto che essa venga agita (non è fuori controllo), ma non è nemmeno repressa (egli decide di volta in volta quale parte di sé esprimere, seguendo il suo sentire e non le regole altrui). Grazie a questa connessione con la propria parte animale risulta virile, mascolino, ma in modo naturale; senza gli eccessi tipici del "macho" (che è una caricatura esagerata della mascolinità per impressionare gli altri, che spesso nasconde insicurezza).
Il "maschio selvaggio" ha dei tratti in comune con il
"maschio Alfa" (impulsività, indipendenza, sessualità intensa), ma non sono la stessa cosa.
“Il 'maschio selvaggio' è un uomo ben connesso
alla sua parte animalesca, alle sue pulsioni,
ai suoi istinti ed emozioni - e non se ne vergogna”
Selvaggio non vuol dire psicopatico
Sia chiaro che, quando parlo di "maschio selvaggio", non intendo un uomo che sia maleducato, egocentrico e prepotente, che si fa solo gli affari suoi ed usa la partner senza curarsene: costui non è selvaggio, è una brutta persona.
"Selvaggio" non equivale a "pericoloso": per esempio un animale selvatico, se non provocato, raramente vi attaccherà. Ma, proprio come un animale, il maschio selvaggio è in grado di reagire e difendersi efficacemente se provocato (mentre l'uomo "troppo civilizzato", avendo represso la sua parte istintiva e aggressiva, tende a subire passivamente).
L'effetto sulle donne
Tornando alla domanda iniziale, ecco come questi due modi di essere influiscono generalmente sulle donne:
- l'uomo civilizzato viene apprezzato come persona (stimato, brava persona, buon amico, ecc.), ma suscita poca attrazione istintiva;
- il maschio selvaggio può essere criticato o malvisto (perché a volte meno rispettoso delle regole civili, o meno raffinato), però suscita attrazione in buona parte delle donne.
- La mente razionale (che si è sviluppata in tempi relativamente recenti) apprezza l'uomo civilizzato;
- ma l'istinto (che è molto più antico, ed è radicato nella nostra parte animale) non sa che farsene della civiltà; viceversa è stimolato da una forte parte selvaggia ed animalesca (con cui è in sintonia).
Poiché l'attrazione nasce principalmente dall'istinto (sono l'istinto e l'inconscio che
ci spingono a innamorarci), ecco spiegato perché un "maschio selvaggio" tende a suscitare molta più attrazione di un "uomo civilizzato" (specialmente se "troppo civilizzato", ovvero sottomesso e addomesticato).
Alle donne piacciono entrambi
Va detto che l'essere civilizzati non è negativo, anzi: le donne in genere apprezzano l'essere educato, gentile e raffinato in un uomo. Però lo apprezzano come "aggiunte" al lato selvaggio, una sorta di "completamento".
Si può dire che le donne tendono a volere
un uomo che abbia tutte le qualità, ed in questo ambito molte sognano un uomo che sappia essere sia molto selvaggio che altamente civilizzato (e magari che il primo lato emerga in camera da letto, ed il secondo in società). Purtroppo è abbastanza utopico: non a caso sono stati creati diversi personaggi che uniscono un comportamento da animale predatore a modi da gentiluomo (
James Bond,
Jason Bourne, il vampiro Edward della serie
Twilight... e buona parte dei protagonisti di certa letteratura rosa); peccato che siano tutti immaginari, appunto.
Essere civilizzato ha quindi effetti positivi sulle donne, ma solo se:
- Non lo si è eccessivamente: nel senso di troppo sottomesso alle regole e alla volontà altrui (nel post parlo infatti di essere "troppo civilizzato").
- Si mantenga viva e vitale la propria parte selvaggia ed animale, invece di reprimerla ed annullarla.
L'essere civilizzato, da solo, suscita stima ma poca attrazione.
Se questo discorso appare contraddittorio è anche perché le donne, a livello evoluzionistico,
sono mosse da più motivazioni, a volte contrastanti.
Essere dominanti e selvaggi nel sesso
Nella mia esperienza, e in quella di molte donne che ho conosciuto,
un uomo dominante, selvaggio e animalesco a letto è estremamente
sexy ed eccitante. Certe donne sono interessate al sesso solo con uomini di questo tipo; un rapporto sessuale soltanto dolce e gentile è per loro insulso (ovviamente questo vale per alcune donne, non per tutte).
Attenzione però: "dominante" o "selvaggio" non vuol dire stronzo, maniaco o stupratore. Vuol dire un uomo che sa esprimere una sessualità poderosa e travolgente, che prende la sua partner con forza e vigore animale, che la possiede con tutta la sua energia e che in quel momento è completamente immerso nell'atto (proprio come fa un animale dominante nell'accoppiamento) -
ma che ha comunque considerazione per la donna, e sa occuparsi del piacere di lei. Un uomo di questo tipo rispetta la sua partner, e la "domina" col consenso di lei - non contro la sua volontà.
“Un uomo dominante,
selvaggio e animalesco a letto
è estremamente sexy ed eccitante”
Se vi interessa uno stile dominante in ambito sessuale (od anche relazionale), ci sono molte risorse in Rete e libri che ne trattano (ma la loro qualità è variegata). Uno dei testi i più noti sull'argomento (in inglese) è
"The loving dominant" di John Warren.
Il femminismo ha addomesticato gli uomini
Uno dei motivi principali per cui gli uomini moderni tendono a diventare "troppo civilizzati" e perdere la propria parte selvaggia, è l'influsso del femminismo. Per decenni esso (o una sua parte) ha continuato a criticare e colpevolizzare certi aspetti tipici della mascolinità:
- Assertività (perché le donne potrebbero sentirsi oppresse o messe da parte)
- Aggressività (potrebbero sentirsi minacciate)
- Autonomia (gli uomini potrebbero sottrarsi alla loro influenza o lasciarle)
- Impulsività (rende gli uomini meno controllabili e più pericolosi)
- Esuberanza sessuale (porta gli uomini ad essere più promiscui, meno fedeli, sentimentalmente più instabili)
Al punto che, per sentirsi amati ed amabili, un gran numero di uomini hanno inconsapevolmente rinunciato a quegli aspetti di sé. Col risultato paradossale, però, di venire da una parte lodati per essere diventati "uomini civilizzati" (in questo caso "de-mascolinizzati"), e dall'altra di perdere la stima delle partner e la capacità di attrarre.
Perché, per quanto quegli aspetti maschili possano essere scomodi o inquietanti, per le donne risultano essenziali per stimare e desiderare un uomo. Viceversa un uomo che ha perso (o represso) quegli aspetti, e cioè un uomo più vicino alla mentalità delle donne (quindi "femminilizzato"), suscita poca stima e desiderio. Perché siamo tutti intrigati dagli opposti, dalla polarità maschile-femminile; quindi una donna ha bisogno di sentire la mascolinità in un uomo per trovarlo attraente. La "crisi del maschio moderno", così spesso citata dai media, è in parte un risultato di questi influssi femministi.
I "bravi ragazzi" si sottomettono
Per quanto riguarda i
"maschi Beta" e i
"bravi ragazzi", anch'essi spesso cascano in questa trappola. Seguono le direttive femminili (esplicite o sottintese, a partire da quelle materne), reprimendo parti di sé, e per questo risultano più deboli, più dipendenti e meno interessanti.
Il "bravo ragazzo" farebbe di tutto per far contente le donne ma, facendo questo, si sottomette e diventa "poco maschile", quindi non più maschio desiderabile. Da notare che gli aspetti citati nella lista sopra sono tutti parte della
personalità "Alfa", quella che tende ad attrarre le donne.
Se necessario, ribellatevi
Se ricevete messaggi negativi sui vostri aspetti mascolini, non subiteli passivamente (magari per ricevere approvazione o nella speranza di sentirvi accolti), ma chiedetevi se siete d'accordo o meno (alcune critiche potrebbero essere sensate o costruttive). Se li trovate sminuenti o distruttivi, rifiutateli a viso aperto. Ricordatevi che non siete qui per fare contenti gli altri (anche perché
nessuno può piacere a tutti), e che in quanto adulti nessuno ha il diritto di dirvi come dovreste essere o vivere (ovviamente questo non vale nel caso vi comportiate in modi oggettivamente errati o dannosi per gli altri).
Ricordiamoci che per un secolo le donne hanno - giustamente - lottato perché non fossero gli uomini a decidere cosa vuol dire
essere donna. Egualmente, ora tocca a noi maschi affermare che non sta alle donne decidere cosa significa
essere uomo.
“Tocca a noi maschi affermare
che non sta alle donne decidere
cosa significa essere uomo”
Essere selvaggio ed anche civilizzato?
Idealmente un uomo dovrebbe sviluppare appieno entrambe le parti; ma questo è poco realistico, perché sono concetti almeno in parte opposti. Nella migliore delle ipotesi è possibile far coesistere i due aspetti: mantenendo viva la propria parte selvaggia ed anche sviluppando un senso funzionale dell'essere civile, ma senza che nessuno dei due aspetti prevalga sull'altro. Con una sufficiente intelligenza, maturità e consapevolezza, questa persona saprà dare spazio a ciascuna delle parti, a seconda del contesto e delle varie esigenze. Ma questo livello di sviluppo non è facile, e non mi sembra molto comune.
Come non essere più un maschio addomesticato?
Certe volte è utile o necessario comportarsi in modo civilizzato, seguire le regole ed adattarsi; sia per delle ragioni morali che pratiche. Altre volte, però, siamo liberi di scegliere se dare più spazio alla nostra parte selvaggia od a quella civilizzata: se scegliamo la seconda, chiediamoci se stiamo operando una
libera scelta, oppure se stiamo
assecondando le pressioni (evidenti o magari sottili) di altri, della società, delle amicizie, della partner. Non c'è nulla di male a
scegliere di comportarsi in modo civile, ma è triste se lo facciamo solo perché
sottomessi, timorosi, codardi o per elemosinare un briciolo di approvazione.
Per ritrovare e amplificare la nostra parte selvaggia, abituiamoci a:
- Ascoltare le nostre emozioni (anche quelle scomode)
- Dare importanza limitata alle opinioni altrui (che non vuol dire ignorarle, bensì non farsene condizionare)
- Coltivare ed assaporare i piaceri sensuali (anche in cose ordinarie, come il gustare i cibi, il contatto fisico, l'immersione nella natura)
- Sperimentare forme di espressione corporea e sensoriale (come danza, canto, percussioni, sport)
- Leggere fonti che parlano del "maschio selvaggio" (vedi il paragrafo sulla esplorazione)
Esistono anche le donne selvagge
In questo post ho parlato esclusivamente dei "maschi selvaggi", ma
la lotta tra parte selvaggia e civilizzata esiste anche per le donne (però include archetipi diversi e comporta condizionamenti differenti, per questo non ne ho parlato qui); una lotta altrettanto difficile e dolorosa. Per chi sia interessato ad esplorare il lato selvaggio al femminile, consiglio l'acclamato libro
"Donne che corrono coi lupi" di Clarissa Pinkola Estés (info nella
Bibliografia).
Esplorare il nostro lato selvaggio
Coltivare il proprio lato selvaggio e la propria mascolinità autentica, oltre a poter migliorare la propria vita sentimentale e sessuale, può portare ad un maggior equilibrio psicologico ed emotivo: integrare le parti represse di sé è sempre benefico e ci porta a diventare
persone migliori.
Alcuni autori interessanti su questo argomento sono:
"Tutte le cose buone sono selvagge e libere."
(Henry David Thoreau)
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