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Perchè non riesco a smettere di pensare a lei/lui?

Perché continuo a sentirmi legata al mio ex?

Perchè continuo a sperare di poterla avere anche se è impossibile?


Quando restiamo legati all'ex partner

Quando una relazione sentimentale finisce, spesso ci sentiamo ancora visceralmente legati all'ex partner. Questo accade specialmente se siamo stati lasciati; ma non necessariamente: a volte siamo noi a lasciare - per conflitti, incomprensioni o perché non sopportavamo più l'altra persona - eppure continuiamo a sentire nostalgia e desiderio.

Quando restiamo legati a chi non ci ha mai voluti

Similmente, quando una persona ci piace ma non ci ha mai voluti (e magari ce l'ha anche detto chiaramente), razionalmente sappiamo bene di non avere speranze. Eppure possiamo continuare a sentici vincolati, a provare un desiderio struggente, e persino sentire la convinzione che quella è l'unica persona giusta per noi, l'unica che potrebbe renderci felici...

Tutto questo può apparire incomprensibile: se una relazione è finita, o se l'abbiamo chiusa, o se non c'è mai nemmeno stata, perché dovremmo sentire ancora un legame così forte?

I sentimenti non sono razionali - né ragionevoli

La spiegazione più semplice è che emozioni e sentimenti non obbediscono alla logica né alla ragione. Di base, i sentimenti amorosi nascono dagli istinti: l'attrazione, la passione, l'innamoramento, nascono dalla nostra parte istintiva - che sta all'opposto di quella razionale (anche a livello cerebrale: gli istinti hanno sede nel "cervello rettiliano" - la parte più antica - mentre la ragione opera nella corteccia cerebrale - la parte più recente).

E' lo stesso motivo per cui possiamo desiderare una persona anche se sappiamo che è negativa per noi, se ci ha maltrattati o delusi profondamente: la parte viscerale in noi segue le sue "regole", e ignora completamente la ragione. Come ha detto il filosofo Blaise Pascal:
"Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce."

Innamoramento e dipendenza

Questo tipo di forte attaccamento e dipendenza segue generalmente il meccanismo dell'innamoramento.
Quando ci innamoriamo, sperimentiamo sia una visione dell'altro idealizzata (in cui ci appare migliore di quello che è realmente), sia uno stato alterato di coscienza dovuto ad una serie di sostanze prodotte dal cervello (che si comporta come se fosse sotto l'effetto di droghe), come la dopamina (molecola del piacere) e l'ossitocina (che alimenta la dipendenza). Sono queste sostanze a produrre effetti come "le farfalle nello stomaco" e ad indurre lo stato di attaccamento.

Questi effetti possono continuare anche dopo la fine della relazione; oppure persistere verso la persona che non ci ha mai voluto, che vediamo in modo idealizzato e quindi come soluzione ideale ai nostri bisogni o alla nostra sofferenza.
In entrambi i casi, questo stato è simile a quello di una persona tossicodipendente: certi meccanismi fisiologici (scatenati in un caso dalle droghe, nell'altro dall'innamoramento) provocano le sensazioni di mancanza, bramosia, bisogno disperato, e profondo malessere se quel bisogno non viene soddisfatto (che sia la droga o l'amato). In pratica, ci sentiamo come se fossimo in "crisi di astinenza"!

Nostalgia della felicità perduta

Un altro elemento che può legarci fortemente a qualcuno, è la mancanza della felicità che abbiamo provato con quella persona. La nostra mente tende a "filtrare" i ricordi, e a volte si concentra solo su quelli piacevoli. Quindi anche se abbiamo vissuto esperienze negative o sgradevoli con quella persona (da cui la separazione), una parte di noi può attaccarsi alle esperienze felici e desiderarle disperatamente.

Soprattutto se nel momento presente ci sentiamo tristi, soli o "vuoti" (cosa del tutto normale dopo una separazione), la felicità passata può apparirci come un "paradiso perduto" per cui proviamo una struggente nostalgia (tanto da dimenticare tutti gli elementi negativi che hanno portato alla fine della relazione). Di nuovo, non aspettiamoci coerenza o logica dalla nostra parte emotiva.
Se siamo stati felici con una persona (magari anche solo per qualche ora o un giorno), possiamo provare un desiderio disperato di tornare a rivivere quella felicità. Specialmente quando nel presente ci sentiamo sperduti o infelici: è un meccanismo elementare che opera in noi, che tende ciecamente verso il piacere ed a fuggire dalla sofferenza.

Non sopportare la solitudine

A volte vogliamo stare con qualcuno non perché quella persona ci piaccia particolarmente, ma perché la solitudine ci pesa troppo. Questo può succedere sia dopo una separazione, sia quando stiamo male nella nostra vita e ci attacchiamo a qualcuno nella speranza che ci renda felici. L'altro viene visto come "meraviglioso" o "indispensabile" perché ci appare come la "soluzione" alla nostra insopportabile solitudine o senso di vuoto.
Se però la relazione con quella persona è finita, oppure non è mai iniziata, è probabile che questo desiderio sia illusorio:
  • Se stavamo male insieme all'ex partner, o se abbiamo deciso di lasciarlo, oppure ci ha lasciato lui, probabilmente c'erano dei problemi seri. Se la relazione ricominciasse, quei problemi ci sarebbero ancora.
  • Se stiamo male nella nostra vita, l'altro non può essere mai una soluzione. Anche se fossimo insieme, continueremmo a provare quel senso di vuoto e angoscia. L'amore non risolve tutto. Quando la nostra vita non ci piace, la soluzione va trovata cambiando come viviamo, non attaccandoci a qualcuno.

Scambiare il bisogno per amore

Possiamo credere che questa mancanza o struggimento sia segno d'amore; che vogliamo quella persona perché abbiamo capito di amarla disperatamente... ma il bisogno e la dipendenza non sono segni di amore. In queste situazioni non è veramente l'altro che ci manca, ma la felicità ed il nutrimento che abbiamo ricevuto in passato (o che speriamo di ricevere in futuro). L'altro è solo il "mezzo" per arrivare a quella felicità.
L'amore autentico si basa su sentimenti positivi. Quando siamo preda di sentimenti "negativi" (paura, mancanza, bisogno, disperazione, dipendenza...), difficilmente è amore quello che proviamo: è piuttosto la nostra umanissima debolezza, che vede nell'amore una possibilità di "salvezza".

Non è colpa tua

E' importante ricordare che tutto questo è completamente normale e umano. Attaccarsi a persone che non ci vogliono (o che non ci vogliono più) fa parte dell'incertezza della vita, e della fragilità dell'essere umani. Come spiegato, l'amore non segue la logica.
Quindi se ci capita non è colpa nostra, e non indica un nostro fallimento. Proprio come "errare è umano", ugualmente è umano provare sentimenti contrastanti verso la stessa persona, oppure amare senza essere ricambiati.
Il fatto che sia naturale non implica però che sia inevitabile: capire come funzionano questi meccanismi istintivi, diventarne consapevoli, può aiutarci ad esserne meno influenzati.

Come uscirne

Per uscire da questo stato bisogna accettare la perdita: riconoscere che la relazione è "morta" (o non è mai esistita, se non nella nostra immaginazione). Solo dopo aver accettato in modo definitivo questo "lutto" possiamo riprendere in mano la nostra vita.

Spesso però non vogliamo lasciare andare il passato. Ma restarci attaccati significa tenersi legata una palla al piede, una zavorra: la storia non c'è più, ma la nostalgia e il rimpianto ci impediscono di vivere realmente; viviamo di ricordi o fantasie, non nel mondo reale.
Certo non è facile. In un altro post parlo di cosa possiamo fare quando veniamo rifiutati o lasciati.

Unico ma sostituibile

Infine, quando siamo innamorati (e/o dipendenti) pensiamo che quella persona sia unica e insostituibile, per cui l'idea di non poterla avere (più) ci rende inconsolabili. Per fortuna non è così: tutti sono unici ma nessuno è insostituibile. Poiché in primis quello che ci lega a qualcuno sono i bisogni che l'altro soddisfa, quello che ci serve è trovare altri che soddisfino i nostri bisogni.
Al mondo ci sono numerosi possibili partner che potrebbero renderci felici, come ed anche più di quella persona. Però sarà difficile incontrarli finché rimaniamo incollati al passato. Il primo passo per liberarci, è ammettere che non è l'altro a tenerci legati: siamo noi stessi ad aggrapparci alle nostre catene.


"L'inizio dell’amore è spesso simultaneo. Non così la fine: da ciò nascono le tragedie."
(Alessandro Morandotti)

"Per un po' forse continuerò a urlare il tuo nome a me stesso, nel cuore. Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà."
(David Grosmann)

"Quello che mi manca di lui, sono io quando stavo con lui."
(Chiara Gamberale)


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21 commenti:

  1. Certe persone, anche se frequentate per poco tempo, danno veramente la sensazione di avere trasformato la tua esistenza squallida , piatta e grigia, in un mondo pieno di colori, gioia e calore. E quando ti lasciano ripiombi nella vita squallida e incolore di prima. Per questo fa cosi male, e per questo è così difficile dimenticare: ti hanno fatto toccare il cielo. Forse sarebbe stato meglio non conoscerle proprio, e restare all'oscuro di quell'Eden dal quale si viene sfrattati senza preavviso.

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    1. Certo, la sensazione di perdita devastante - in questi casi - è proprio quella che molti hanno definito come "paradiso perduto". E' difficile riprendersi dopo un simile evento.
      Al tempo stesso, però, mi sembra che questa perdita sia particolarmente grave quando la nostra esistenza - come tu scrivi - è "squallida, piatta e grigia". In questi casi l'altro diventa la fonte di tutta la nostra felicità, inducendo una completa dipendenza affettiva.

      Secondo me, la soluzione è riuscire a rendere la propria vita piacevole e significativa di per se stessa, anche in assenza di relazioni. In questo modo, un partner accresce la mia felicità, ma non ne è l'unica fonte; quindi ne dipendo meno, e se lo perdo la mia esistenza rimane comunque di valore.

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  2. mi chiamo Jessica ha 21 anni ha una relazione di due anni e sono felicissima però ultimamente con il mio ragazzo Ci sto litigando spesso e andiamo anche con le mani.quando mi sento triste e sola che lui non c'è oppure litighiamo la mia mente va Subito al mio ex perché? io non voglio assolutamente pensare al mio ex mi ha fatto soffrire tantissimo e non è stata tanto la nostra relazione non è durata tanto alla fine è durata solo un anno e mezzo si è stata la mia prima volta e tutto quanto ma con il mio attuale ragazzo è tutta un'altra cosa è amore vero e puro.invece il mio ex mi tradiva solamente come faccio a smettere di pensare al mio ex? Questa cosa non mi succede tanto di pensarci solo nei momenti un po' bui della mia vitaperò quando mi prende questa cosa mi prende tanta ansia e ho paura di fare qualcosa di sbagliato nei confronti del mio ragazzo vi prego aiutatemi

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    1. Ciao Jessica, a me sembra che i possibili motivi per cui la tua mente ritorna al tuo ex siano principalmente due:
      - Quando stiamo male (come succede col tuo ragazzo attuale), pensare ad un ricordo piacevole o ad una situazione lontana ci calma e ci fa sentire meglio. Magari ci sembra di preferire quel ricordo alla situazione attuale, ma in genere è solo un modo per sfuggire alla sofferenza del momento (tu stessa riconosci che non andava poi così bene con l'ex).
      - A volte il legame con certe persone rimane molto forte anche se non eravamo davvero compatibili, o abbiamo avuto forti conflitti. Magari perché l'attrazione era molto forte, oppure perché c'era una "chimica" molto potente. O perché certe nostre "ferite emotive" si incastravano con quelle dell'altro (tipico esempio sono i rapporti tra "vittima" e "carnefice").
      Insomma, a volte restiamo legati emotivamente a qualcuno anche se era una persona pessima per noi. Ingenuamente molti pensano che questo sia un "segno d'amore", invece si tratta - quasi sempre - di meccanismi istintivi o psicologici.

      Qualunque sia la ragione, stai tranquilla :-)
      E' del tutto normale pensare ad un ex, ed anche sentirsi ancora legati, a volte. Il passato non ci abbandona mai del tutto, ma non lasciare che inquini il presente. Lascia che sia solo un ricordo.

      Se il tuo ragazzo è intelligente e sicuro di sé, potresti anche parlargliene, assicurandogli che ami solo lui. Se però è insicuro o fragile, meglio che tieni questi pensieri per te.

      Piuttosto, se litigate spesso dovreste indagare inseme le ragioni di questi conflitti. Ricorda che i problemi non si risolvono da soli: è sempre necessario comunicare con chiarezza ed onestà, per capirsi e venirsi incontro. Dì al tuo ragazzo che tieni tanto a voi due, e vuoi fare di tutto per affrontare e risolvere i problemi che avete.
      Puoi usare il post che ho scritto sui motivi per cui uomini e donne litigano come spunto di indagine (potreste leggerlo insieme), oppure leggi il post sul perché uomini e donne non si capiscono (magari scopri qualcosa che succede anche a voi).

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  3. l ho conosciuto online un bel giorno mi scrisse ciao e mi mando una sua foto e scattato subito interesse da parte mia ma lasciai che le cose andassero perché mi conosco e sapevo che non ero abbastanza per uno come lui,mandai qualche mia foto a sua richiesta dicendo chiaramente che erano foto di qualche anno fa,lui rispose ma sei bellissima ,voleva vedermi su Skype e ho accettato la prima video duro 2minuti avevo pure la mascherina cosa che lo ha fatto divertire parecchio a suo dire,in seguito penso la sera dopo gli dissi vabbè puoi chiamarmi e non metto la mascherina,appena mi vede gli si illuminano gli occhi e continua a fissarmi per ore dicendo sei bellissima,la mia mente calcolo subito il come poteva finire sta cosa ,non sarebbe mai successo dal vivo sicuro e gli mi sono angosciata , lui e stato sincero dal inizio dicendo che non cerca relazioni stabili ma soltanto ocasionali ,ho capito che non era per me e cominciai a stare male perché lo volevo per sempre nella mia vita a tal punto che ero disposta a trasferirmi se fosse stato il caso ,lui e di Roma io Alessandria ,ogni giorno che parlavamo riempiva le mie giornate che di solito erano piene di me che parlavo con me,quindi ho pensato pure ai miei bisogni , infatuazione, realtà,ho separato mischiato diviso le cose ,lui mi ha sempre detto che per vedere se ci può essere qualcosa di più doveva vedrò dal vivo,io mi vedo brutta ciccia inadeguata e quindi ho pensato che mai in un milione di vite io potrei mai piacergli,e anche se fosse lui non si sarebbe potuto impegnare e io non avrei potuto lo lasciare che qualcuno di così sincero onesto simpatico allegro potesse avere parte di una persona così vuota e triste come me e che l avrei rovinato.

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  4. Salve sono Luca, 34 anni, da due anni va avanti una storia di amicizia e sesso con una collega. Entrambi avevamo una storia "ufficiale" ma entrambi ci siamo detti "unici" l'un l'altra, ci confidiamo TUTTO ma proprio TUTTO. Da un mese un altro collega si e' messo in mezzo e ha iniziato a messaggiarla a giornate... io ho visto una minaccia in questo corteggiamento, l'ho detto a lei, ma dice che e' solo conoscenza, neanche amicizia, e che il mio posto non lo prende nessuno. Nel mentre lei tronca la relazione ufficiale, e inizia a uscire come "amica" con quest'altro... il fatto e' che io onestamente provo dei sentimenti e dell'attaccamento per questa donna, ho provato ad allontanarmi, ma quando lo faccio corre a riprendermi... pero' i segnali sono ormai chiari che non siamo piu' unici... non vorrei, ma penso continuamente a lei, il pensiero che la nostra felicita' la possa trovare con quest altro sotto il mio naso, mi distrugge... voglio lasciarla andare. Ma sto facendo una fatica enorme

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    1. Queste storie rendono evidente quanto la monogamia non sia adatta a tante persone: hanno un/a partner, si trovano un amante, e poi magari ci hanno preso gusto e se ne trovano un altro... ;-)
      Non è un giudizio, sia chiaro: è una constatazione della natura umana promiscua. Una sola persona non ci basta (quasi) mai; semmai ce la facciamo bastare, a volte, a fatica.

      Tornando a te, Luca, mi fai venire in mente quel detto: "L'amore è eterno finche dura". Per un certo periodo l'altro è per noi unico e speciale... fino al giorno in cui non lo è più (lo stesso è probabilmente successo in precedenza con i partner "ufficiali"). Prima o poi tutti possiamo venire "sostituiti" da altri.

      Purtroppo non succede quasi mai nello stesso tempo per entrambi: quindi uno dei due perde interesse ma l'altro no, e quest'ultimo si ritrova - come te - messo in secondo piano o da parte.
      Quando succede in genere c'è poco da fare: ai sentimenti non si comanda, e indietro non si torna. Se però quando ti allontani lei ti viene a cercare, vuol dire che prova ancora interesse per te. Come dicevo all'inizio, magari lei vorrebbe "tenere il piede in tre scarpe": forse ognuno dei tre uomini le dà qualcosa di speciale, e lei non vorrebbe rinunciare a nessuno dei tre.

      Se questo per te è tollerabile, se lei è così preziosa da essere disposto a "condividerla" con altri, allora forse puoi mantenerla nella tua vita. Parlatene, e vedete se riuscite a trovare un compromesso accettabile ad entrambi.

      Spesso non possiamo avere tutto, ma possiamo avere "qualcosa".
      In quei casi, sta a noi scegliere se preferiamo avere (e goderci) quel "qualcosa", oppure preferiamo non avere nulla.
      Vedo che la situazione ti provoca molta sofferenza, ma stai attento a non farti dominare dal possesso e dalla gelosia. Un domani potresti ritrovarti col rimpianto di avere perso quello che potevi ancora vivere con lei, nella pretesa di averla tutta per te.

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  5. Salve dottore vorrei un consiglio per uscire da una storia di sesso che dura da circa tre snni

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    1. Grazie ma non sono dottore :-)

      Oltre a leggere questo post e quello sulle relazioni basate solo sul sesso, puoi provare ad esporre il tuo problema qui.
      Ma se è una questione complicata, oppure troppo personale, forse è meglio che mi scrivi in privato una mail all'indirizzo in alto a destra (valter.psicof@gmail.com).

      Elimina
  6. Dopo diversi anni di crisi con mio marito ho deciso di lasciarlo anche se..siamo ancora separati di fatto..io sto frequentando un uomo veramente eccezionale premuroso e presente con me, mi dimostra ogni giorno il suo interesse per me..entrambi veniamo da una situazione difficile ..anche lui separato..ci siamo conosciuti qualche anno fa e piaciuti sin da subito ma data la nostra situazione non abbiamo vissuto una relazione vera e propria..anche se eravamo consapevoli che i nostri rispettivi matrimoni erano in crisi eravamo dell idea che era giusto chiudere e farlo a prescindere..adesso che sono riuscita a prendermi la responsabilità di dire a mio marito che non aveva più senso stare insieme..dopo 6mesi sento ancora che ho molti condizionamenti dovrei andare avanti e chiedere la separazione..ma dall altra parte sento che ancora non vuole accettare la cosa..che vorrebbe tornare con me anche se ad oggi sa che c'è qualcun altro..pensa che io sto sbagliando e che lui non lo meritava..poiché secondo lui le sue mancanze erano di poco conto..secondo lui...tutto questo mi blocca non riesco a stare serena e lasciare andare il passato...a volte sento ancora la sua presenza..e vivo momenti di ansia ed ho bisogno di rassicurazioni..ovvero che io stia facendo la cosa giusta..

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    1. In ambito sentimentale, è difficile stabilire cosa sia la "cosa giusta".
      E' più facile definire una "cosa sbagliata" (violenza, abuso, manipolazione, inganno...), ma spesso quella "giusta" dipende dal punto di vista che adottiamo.

      Mi sembri alquanto confusa ed incerta.
      - Magari sei ancora affezionata a tuo marito (pur coi suoi difetti).
      - Forse ti senti legata al passato vissuto insieme, ai vostri ricordi.
      - Forse sei condizionata dai sensi di colpa tipo "Dovrei essere così", "Dovrei fare cosà", legati all'educazione e alla morale che ti dicono come comportarti.
      - Magari trovi qualcosa di valido in entrambi questi uomini; e quindi non vorresti dover rinunciare ad uno per scegliere l'altro.

      Sono tutte ragioni che hanno un loro senso. Però rischi di essere sballottata dall'una all'altra.
      Qualunque scelta tu faccia, probabilmente comporta una perdita che forse non vuoi accettare.

      Tieni presente che, almeno in teoria, potresti anche "non dover scegliere", ovvero continuare a frequentare entrambi gli uomini.
      Certo dovresti fare i conti con la morale, i costumi, e l'opinione (probabilmente contraria) di ciascuno dei due. Ma in teoria nessuno te lo vieta :-)
      Bada: non ti sto suggerendo di farlo, bensì semplicemente di immaginare l'ipotesi di poterti relazionare con più uomini (apertamente, senza ingannare nessuno). Vederla come possibilità teorica potrebbe aiutare a chiarirti cosa vuoi, ed a fare la tua scelta.

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  7. Ciao, sono una ragazza di 21 anni. La scorsa primavera ho conosciuto un ragazzo via social, ho iniziato a parlarci tutti i giorni, mi chiedeva spesso di uscire ma io rifiutavo sempre perché la relazione precedente mi ha lasciato dei traumi sulla fiducia, quindi pensavo che uscirci sarebbe stata una perdita di tempo. Alla fine, dato che a metà giugno persisteva il suo interesse decido di dargli una possibilità. Ci esco più volte durante la settimana, è piacevole stare con lui ma nulla di entusiasmante, inizialmente. Ci tiene così tanto da non voler più una semplice frequentazione, lui vuole stare insieme a me. Dopo pochi giorni dallo stare insieme dice di amarmi e quando arrivo ad affezionarmi molto, lui inizia a sparire, giustificandosi con "ho problemi, voglio stare per conto mio". Lo ascolto e lo comprendo, gli offro il mio aiuto qualora gli potesse essere utile ma niente. Continua a sparire, gli faccio notare che può avere i suoi spazi tranquillamente ma che ci rimango male se per giornate intere non si fa sentire, lui dice di capire ma continua a comportarsi così per un mese intero. Alla fine io mollo la presa, smetto di scrivergli tutti i giorni e di stargli dietro, quindi lui mi cerca per chiedermi di vederci e parlarne, ma i giorni seguenti sparisce sempre. Un giorno in cui aveva detto che ci saremmo dovuti vedere non si fa sentire nemmeno per dirmi che non sarebbe venuto a parlare. Esco con il mio migliore amico e metto una semplice foto di noi due sui social, dopo un minuto mi scrive accusandomi di tradimento, dicendomi che era questo il motivo per cui non si fidava. Mi dice che sono una bambina in costante ricerca di attenzioni e litighiamo pesantemente tramite messaggio (perché non ha mai voluto a parlarne di persona). Durante la litigata non faccio in tempo a leggere gli ultimi messaggi che invia perché li cancella e io non rispondo più, questa è stata l'ultima volta in cui ci siamo sentiti. è passato più di un mese ed io continuo a star male e pensarci, solitamente quando questo mi succedeva con altri ragazzi dopo qualche giorno smettevo di pensarci tanto fino a smettere definitivamente. Mentre per lui è un continuo pensarci, non so perché ma ho anche la convinzione che non sia finita del tutto, come se sentissi che da un secondo all'altro potrebbe squillarmi il telefono per un suo messaggio o un suo qualunque segnale di riavvicinamento. Non so se quello che sento è reale o è semplicemente frutto della mia mente che per alleviarsi si autoconvince di un suo potenziale ritorno.
    Vorrei tanto sapere cosa ne pensa lei, mi scuso se ho scritto troppo ma volevo raccontare bene i fatti cosicché potesse darmi un riscontro completo della situazione. Sto davvero male e vorrei capire come superarla e andare avanti lasciandomi tutti questi sentimenti negativi alle spalle.
    Grazie in anticipo se risponderà.

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    1. Premesso che ho sentito solo la "tua campana" (i fatti potrebbero essere diversi dalla tua percezione), da quel che dici vedo due possibilità:
      - Lui è un narcisista che conquista le sue "vittime", anche tramite "love bombing", poi gioca ad un tira-e-molla che serve solo a nutrire il suo ego.
      - Lui è una persona squilibrata che, magari anche in buona fede, non sa rapportarsi in modo sano, quindi oscilla tra attaccamento e distacco, freddezza e gelosia, affetto e minacce.

      Col primo non puoi "ritrovare l'amore" perché non c'è mai stato (il narcisista non è realmente capace di amare).
      Col secondo non puoi "salvarlo" perché è troppo malmesso, ed avrebbe bisogno di una terapia.

      Da come ti descrivi ossessionata e dipendente ipotizzo che lui sia un narcisista: sono molto bravi a crare dipendenza ed illusioni, e mi spiace dirti che la tua "convinzione" mi sembra infondata. E' come se ti avesse "ipnotizzata".

      Per superare questa situazione ti consiglio di leggere articoli sui narcisisti ed il "love bombing": sono dinamiche ben conosciute in cui tanti cascano. Renderti conto che sei stata manipolata può aiutarti a "spezzare l'incantesimo".

      E' anche possibile che tu, a prescindere da lui, abbia delle ferite sulla fiducia e/o sul sentirti degna d'amore (questo avrebbe aiutato uno come lui a far presa su di te). Se è così, è utile riconoscere questi tuoi "punti fragili" e prendertene cura. Più li conosci, meno gli altri potranno usarli contro di te.

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  8. Salve, parto dal 2016, avevo 21/22 anni, lui 25…
    In quell’anno vivevo sola, avevo i miei amici e il mio lavoro, una vita perfetta “indipendente” che però c’era qualcosa che mancava, ma che non davo peso…lui era del mio stesso paese, ( lo conoscevo di vista) ma mai conosciuti personalmente e mai scambiati un ciao, solo sguardi sfuggenti ma che non davo peso più di tanto anche perché era fidanzato…ricordo benissimo uno sguardo fulminante che parte da entrambi 😅 era inverno e c’era tantissima neve,lui stava su un quad con il casco e la visiera alzata ( per questo l’ho riconosciuto 😏) io ero imbacuccata per via del freddo e piena di buste della spesa 😅 sarà che per quello mi guardava… dopo qualche mese mi contatta ( la sua storia era finita ) ci frequentiamo per qualche mese, mi veniva a prendere da lavoro, passavamo ore in macchina a parlare e guardare le stelle, e si qualche bacio scappava anche 😏… ci stavo davvero bene, ma mi sentivo incompleta in quella “frequentazione”, cercavo qualcosa di più, ero arrivata al punto di dirgli quello che provavo e che volevo da lui, per un paio di volte ho cercato e lui me ne dava modo di parlargli, ma puntualmente ero come se bloccata, non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi dall’imbarazzo e magari avevo anche pura di un rifiuto, lui non diceva nulla… tant’è che sparisce, non rispondeva più ai messaggi alle chiamate…muto..ricordo che quando iniziai a realizzare il “lutto” rimasi una notte intera ad affogare le lacrime nel cuscino…con il passare del tempo la ferita si faceva sempre più piccola, non lo vedevo più in giro, non che se fosse andato ma che non ci volevo fare caso più io nel cercarlo tra la gente.. cerco di dimenticarlo fino a quando non conosco quella persona che mi regala attenzioni..
    Ora vivo a 12 km dal mio paese,sono 5 anni che convivo ho un bimbo di 2 anni,non ho più il mio lavoro ma sto bene…durante il periodo della gravidanza , un pomeriggio sento il cellulare squillare incessantemente, era lui.. ho avuto un colpo al cuore ma non sono riuscita a rispondergli… e da quel giorno che mi capita spesso di pensarlo, penso a quella chiamata a che cosa avrebbe potuto dirmi e perché dopo così tanto tempo si rifaceva vivo… lui ora ha una bambina di qualche mese, purtroppo lo so non Perché lo sento ma perché conosco la sua compagna…ad oggi non voglio nulla, io ho la mia famiglia e lui la sua e so che non succederà mai, ma nel profondo ci spero ad un “ciao come stai”
    Grazie in anticipo

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    1. Mi spiace per la tua esperienza.
      Ho il sospetto che lui abbia "giocato" coi tuoi sentimenti, perché da alcune cose che dici sembra un manipolatore. O, forse, semplicemente non siete riusciti a capirvi e conoscervi davvero.

      E forse è proprio perché la vostra storia è rimasta "incompiuta" che ha lasciato in te un certo rimpianto. Se tu l'avessi vissuta appieno, probabilmente avresti visto i suoi limiti ed i lati spiacevoli, ed ora non proveresti alcuna nostalgia per lui.
      Invece, tu non hai mai potuto conoscerlo veramente, per cui ora puoi immaginarlo al meglio e pensare che con lui saresti stata più felice (una parte di te sembra crederlo). Puoi ricamarci sopra con la fantasia.
      Ma è probabilmente un'illusione: se voi due foste stati davvero compatibili, le cose sarebbero andate diversamente.

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  9. Buongiorno. Ho un problema: da due anni é finita una relazione con una persona di cui ero, per la prima volta, immensamente innamorata. Io avevo 19 anni, lui 25. Decidemmo di andare a vivere insieme, e io subito lasciai l'università, presi un appartamento, feci due lavori. Nel giro di tre mesi inizio a rifilarmi scuse per non venire a vivere con me: magari non era pronto, ma avrei preferito saperlo prima. Naturalmente il rapporto è andato degenerando, perché io ero stanca di aspettare dopo aver fatto un passo tanto grande. Poi è scomparso, è andato con amici in un altra città per due settimane, senza rispondermi. Alla fine ho ceduto, non ce la facevo più, l'ho lasciato dopo tanti tira e molla. Premetto che non sono mai stata una persona semplice, anzi, ho un disturbo borderline che mi ha sempre causato problemi di impulsività: tanto che, a posteriori, mi è venuto il dubbio di come siano andate le cose, se è stata colpa mia, ma lo amavo, di questo sono sicura. Avrei fatto di tutto per lui. A posteriori una persona mi ha detto che ha avuto una frequentazione con un altra persona, proprio nel periodo in cui la nostra relazione era iniziata a degenerare. Meritavo di essere trattata così, dopo tutti i sacrifici e l'amore paziente? Probabilmente non eravamo compatibili, ma non riesco a smettere di pensarci. Ho avuto anche un'altra relazione, eppure non facevo che pensare a lui, tanto da lasciare il mio fidanzato. Non riesco più a studiare, a concentrarmi, ho il pensiero costante del "perché?", soprattutto dal momento che non ha mai voluto chiarire, nonostante le mie insistenze anche a relazione conclusa. Sono stanca, voglio andare oltre, non vorrei più nulla con lui, mi ha distrutto e annichilito, eppure il male che mi ha fatto mi consuma. Perché? Ho bisogno di una mano, voglio riavere la mia vita. Ho 20 anni e tanti progetti che spesso non riesco a portare a compimento per la paura di rivederlo o perché il tempo che dovrei dedicare ai miei progetti lo passo pensando a lui, con dolore e umiliazione. Sono davvero esaurita

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    1. Capisco il bisogno di trovare un "perché", ma in amore spesso non ci sono spiegazioni logiche. Tante volte le cose succedono e basta, e magari l'altro ci fa del male senza averne intenzione.
      Per esempio, succede che ci innamoriamo ma poi ci passa (magari è quello che è successo al tuo ex). Non è che lo facciamo apposta: non siamo noi a decidere cosa sentiamo.
      In questi casi non è colpa di nessuno: succede e basta.
      (certo, poi sarebbe corretto essere onesti e spiegare all'altro il nostro comportamento... ma il più delle volte non lo facciamo per codardia e vergogna)

      Allo stesso modo, ci possono capitare cose che non ci meritiamo affatto: perché in amore non c'è equità né giustizia. A volte diamo tutto al partner, ma costui magari si stufa, gli passa, scopre che non siamo compatibili, o trova qualcuno che gli piace di più - succede.
      Non è colpa nostra e non ce lo meritiamo... ma succede comunque.

      Forse alla tua giovane età credi ancora che l'amore vinca ogni cosa, o che superi tutti gli ostacoli: ma queste sono illusioni romantiche.
      In realtà le relazioni sono un ambito altamente irrazionale e scarsamente prevedibile, dove nulla è garantito - anche quando ci si vuole bene davvero.

      E allora come viverle?
      Secondo me è bene non cercare certezze, aspettarsi che l'altro possa deluderci (in fondo siamo solo umani), e non progettare troppo il futuro (cioè, va bene fare progetti, ma non pensare che tutto andrà proprio come vorremo).
      Avere sì "la testa fra le nuvole", ma anche "i piedi per terra". Sperare nel meglio, ma sapere che può succedere il peggio.

      Se invece ci aspettiamo di vivere la favola romantica, che andrà tutto bene e saremo amati per sempre... resteremo inevitabilmente delusi.

      Tornando al tuo caso specifico, non credo sia stata colpa tua. Sembra che hai dato il tuo 100%, ma a volte non basta. Come ad un contadino che cura con amore il suo campo... ma poi arriva un uragano e spazza via tutto. Shit happens.
      Sul fatto di non smettere di pensarci, è del tutto normale quando è il tuo primo grande amore. Ma vedrai che col tempo, piano piano, andrà meglio.

      E' anche probabile che il tuo stato psicologico fragile contribuisca a renderti difficile superare questa fase. L'istinto ci fa pensare che la soluzione sia amare un altro; ma in realtà, in questi casi quello di cui avresti bisogno sarebbe di volere più bene a te stessa.

      "Ti ho amato perché era più facile che amare me stessa."
      (Nayyirah Waheed)

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  10. Buongiorno, a me e' capitato di innamorarmi di un ragazzo conosciuto in una chat di gruppo su FB e poi frequentato per diversi mesi dal vivo come amici. Non Ho mai capito le sue reali intenzioni (se voleva una storia sería o solo una frequentazione ocasionale), perché delle volte era gentile e premuroso con me, a volte invece era freddo e distaccato e mi faceva sentiré poco desiderata. Un giorno mi stanco e lo cancelo dai social e lui mi ricontatta dopo due giorni, in modo molto gentile, dicendomi che aveva voglia di vedermi e mi invita a pranzo coi suoi amici/che ma io rifiutai l'invito. Da allora non lho piu sentito (e neanche io lho mai chiamato), pero mi capita di guardare il suo profilo Instagram che rende pubblico quando posta qualche foto con qualche ragazza per poi richiuderlo dopo qualche giorno...Insomma in sintesi mi sonó "attacata" a uno che non mi ha mai voluta e che ce mai stato niente, ma che non riesco a dimenticarlo, anche se mi impegno ad uscire e trovare nuove situazioni...Come posso Guatire e uscire da questa situazione?

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    1. Quando ci attacchiamo a qualcuno che non ci vuole, o che ci tratta male, possono esserci molte ragioni. Alcune le spiego in questo stesso post, altre le esamino in:
      - L'amore non ricambiato: amare chi non ti ama
      - Perché abbiamo bisogno degli altri, e come dipendere meno
      - Perché sei sfortunato in amore

      Uno dei motivi più comuni è quando l'amato ha molta più "qualità" o "valore" di noi (o almeno così ci sembra), e ne restiamo affascinati.
      E' normale essere attratti da persone "migliori" di noi (perché immaginiamo che meraviglia sarebbe avere vicino una persona così dotata), ma è altrettanto naturale che costoro ci considerino poco (perché anche loro desiderano di meglio).

      Un altro motivo frequente è quando abbiamo delle ferite emotive dall'infanzia, e l'altro in qualche modo vi corrisponde.
      Magari ci ricorda uno dei genitori, oppure ci tratta in un modo che ci è familiare (anche se sgradevole): per esempio se ho una "ferita del rifiuto", potrò essere attratto da persone scostanti o che mi tengono a distanza (cioè replico una dinamica che mi è familiare, pur se dolorosa).

      Per uscire da queste situazioni, è necessario capire perché ci accadono (specialmente se il problema si ripete più volte). Una volta compresa l'origine, è possibile affrontarla: cambiando le nostre aspettative, imparando a gestire le proprie debolezze, oppure prendendosi cura delle ferite emotive.
      Se vuoi esplorare questo argomento con me, puoi chiedermi un colloquio.

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  11. Salve, sto leggendo molto qui nel blog e trovo che la sua esperienza e schiettezza siano molto confortanti.
    Volevo chiederle un parere, preambolo: è finita da circa15 di giorni una relazione amorosa a cui tenevo tanto (stavamo insieme da poco più di 1 anno). Sono particolarmente provata,mi sento a pezzi (ho sbalzi di umore e attacchi di panico, non riesco ad andare a lavoro) anche perché -avendo bisogno di comprendere per accettarlo- non mi è stato possibile capire le vere ragioni pur avendole con coraggio e amore ricercate nella comunicazione con lui. Purtroppo lui mi è solo riuscito a dire che provava un grande amore per me (per di più 'aumentato/cresciuto' negli ultimi mesi) ma che non provava più una forte passione. Naturalmente ho letto il suo post sulla differenza tra amore e passione, ma anche altri attinenti come quello sulle quattro fasi delle relazioni e sul perché finisce un rapporto. Mi sono stati di aiuto,grazie.
    Da qualche giorno però ho un' angoscia in più, una amica in comune psicologa, ascoltando della nostra rottura mi ha detto che probabilmente lui è alessitimico, persona con difficoltà a riconoscere i propri e altrui sentimenti e quindi anche ad esprimere i suoi personali. Effettivamente è penoso aver constatato ancora una volta con quanta sofferenza cercava di dirmi della sua confusione rispetto a ciò che voleva. È molto doloroso stare in questa morsa di indefinizione anche perchè non capisco come e se dovrei agire. Forse quello che lo ha portato a rimettere in discussione il rapporto sono stati degli episodi di disfunzione erettile ( a cui non sembrava dar peso)....ora alla luce dell'ipotesi di alessitimia mi chiedo se lui non abbia scambiato questi episodi per la fine della passione e immaturamente per la fine della possibilità di amarci ( pare che con questo disturbo si tenda a interpretare come sentimenti le sensazioni fisiche dovute per altro)...se fosse così dovrei parlargli dell'alessitimia? Dovrei dirgli delle fasi che i rapporti possono percorrere?È plausibile che questi suoi messaggi paradossali amore/mancanza di passione siano dovuti alle sue difficoltà a riconoscere ed esprimere sentimenti? Gliene devo parlare?O farei solo la parte di chi tenta di aggrapparsi a spiegazioni per restare insieme? Mi sento tanto esaurita per i tentativi fatti già per avere qualche risposta da lui...ho paura di ritrovarmi ancora umiliata dalle sue risposte evasivo e confusivo ...non vorrei però perderlo...non vorrei però, allo stesso tempo,continuare a illudere me stessa e soffrire...ho fatto già molto per trovare quel che è vero sebbene con risultati deludenti...ce effettivamente qualcosa di sensato da provare ancora per via dell'alessitimia? Può davvero essere l'alessitimia una ragione per combattere ancora per non lasciare andare nello scarico della confusione l
    Il nostro bel legame?
    Grazie
    Elena

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    1. Rammento che i commenti non sono il luogo adatto per lunghi racconti personali (come indicato nella "Guida ai commenti").

      Detto ciò, la tua situazione è complessa e non ho elementi sufficienti per suggerirti cosa fare.
      Comprendo la tua confusione e sofferenza, ma ho l'impressione che ti attacchi alla speranza di ritrovare l'amore perduto. Se questo è il caso, e specialmente se in passato hai vissuto situazioni simili, è probabile che tu abbia qualche ferita emotiva che ti porta a ritrovarti in un certo tipo di situazione.
      Cerchi forse qualcuno "da salvare"? Oppure faresti di tutto per tenere legato a te un partner?
      In questi casi insistere non serve. Serve piuttosto indagare sui motivi per cui ci attacchiamo a certe situazioni.

      E' possibile che lui soffra di alessitimia ma, da sola, questa è improbabile che sia il motivo della fine del rapporto. Il calo della passione, la disfunzione erettile, sembrano sintomi che indicano altre problematiche non affrontate.
      Direi che puoi parlarne con lui. Ma eviterei di pensare che questo possa "magicamente" risolvere il distacco.

      Se vuoi parlare della tua situazione con me, capirla meglio e cercare soluzioni, puoi chiedermi un colloquio.

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