Il problema è che anche io lo sono, quindi non riesco a dirgli quello che provo".
Quante volte ho udito o letto questo tipo di dichiarazione. Quante persone mi hanno confidato questa difficoltà, questa resistenza ad esprimere i propri sentimenti.
In fondo, è una paura che proviamo tutti, nessuno escluso: uomini e donne, giovani e no, timidi e spavaldi. Ma è anche uno dei maggiori limiti a vivere (ed amare) pienamente.
Oggi voglio riportare qui una risposta che ho scritto tempo fa ad un'amica...
Cara Valeria, non so bene cosa dirti.
O meglio, avrei un sacco di cose da dire, ma quel che dirò serve solo fino ad un certo punto. Perché è facile dare consigli, ma poi sei solo tu che puoi decidere ed agire.
Pensa che proprio stasera ho "dichiarato" ad una ragazza che mi incanta quello che provo per lei...
Ed è stato molto bello. Perché l'ho fatto "gratis", ovvero senza aver bisogno che mi ricambiasse.
L'ho fatto perché volevo esprimere i miei sentimenti, e perché non volevo perdere la possibilità che nascesse qualcosa.
Però so che non è facile arrivare a questa capacità di esprimere senza riserve. Io ci sono arrivato dopo i 30 anni, ed è stata una grande liberazione.
Da allora, la paura del "No" non mi ha più fermato. Ho preso ancora parecchie "porte in faccia", ma sempre meglio di consumarsi nel dubbio o tormentarsi per il timore del rifiuto.
Tu parli di timidezza. Ma la timidezza è la paura del giudizio (negativo) altrui, e tutti più o meno ce l'abbiamo (anche gli spavaldi).
Quindi la timidezza è un po' un alibi.
Tutti abbiamo paura: o la affrontiamo, e viviamo, o lasciamo che vinca lei, e non viviamo più.
Prova a chiederti cosa ti blocca.
Dai un nome a questa paura, dagli un volto. Immaginati la situazione, e ascolta cosa senti, cosa ti angoscia, cosa ti paralizza...
Certo, hai paura del "No", ma cosa ti succederebbe in quel caso? Come ti sentiresti? Quale sarebbe l'effetto, le conseguenze?
Spesso, quando identifichiamo le nostre paure, queste si indeboliscono.
Abbiamo tutti paura del rifiuto; eppure, quando accade, poi lo superiamo.
Sopravviviamo. Andiamo avanti. Spesso ci ritroviamo più forti.
Io ho ricevuto centinaia di "No", ma anche decine di "Sì".
Per me, ne valeva la pena. Anche se mi va bene una volta su dieci, ne vale la pena.
Perché se evitassi i "No" per non soffrire, perderei anche la felicità che creo quando incontro qualcuno che mi vuole.
La vita è rischio, incertezza, opportunità. Non si può vivere senza rischiare.
La scelta è tra decidere di evitare il dolore, e non vivere, oppure affrontare il rischio, e vivere.
Ed è una scelta che puoi fare solo tu.
Un'ultima cosa.
Ora sei giovane, e paura e dolore ti spaventano, ti bloccano facilmente. Ma ti rammento che, quando arriverai vicino alla fine dei tuoi giorni, il ricordo del dolore sarà sbiadito e lontano, ma il ricordo degli amori vissuti sarà la cosa più preziosa che avrai. :-)
A questa risposta voglio aggiungere tre elementi importanti, che mi aiutano molto quando voglio esprimere i miei sentimenti, e che potrebbero aiutare anche voi.
Mi concentro su quello che provo io, non sulla reazione altrui
Di solito ci preoccupiamo di quello che dirà o farà l'altra persona, come reagirà, se verremo ricambiati o respinti. Ci viene naturale, ma farlo ci rende ansiosi e indebolisce quello che sentiamo (più siamo concentrati sull'altro, più siamo lontani dal nostro sentire).E' importante che l'altra persona senta la forza dei nostri sentimenti (se li esprimiamo tiepidamente, l'altro resterà indifferente), la loro profondità e intensità, e che li esprimiamo con autenticità e chiarezza. Focalizzarmi su quello che sento ("stare nel mio centro", per usare un linguaggio "new age"), aiuta a farlo con efficacia.
Ricordo che i miei sentimenti hanno valore
Siamo abituati a pensare che i nostri sentimenti hanno valore solo se vengono apprezzati o ricambiati. Invece, è importante credere che il mio sentimento ha valore a prescindere dalla reazione altrui: se amo quella persona, se la sua felicità mi sta a cuore, se lei scatena in me una serie di emozioni meravigliose, tutto ciò ha valore, che lei lo apprezzi o no.“Il mio sentimento ha valore
a prescindere dalla reazione altrui”
Se credo che il mio amore vale poco o niente, è ovvio che esiterò ad offrirlo all'altro (che interesse potrei suscitare con qualcosa di nessun valore?), o che sarò poco coinvolgente. Se credo questo, è necessario "lavorare" sulla fiducia in se stessi e/o sul proprio valore (prendendone coscienza o aumentandolo crescendo come persona).
Qualunque cosa succeda, io sopravviverò
Di fronte alla persona che ci piace, spesso abbiamo una reazione di panico, e ci chiudiamo (o fuggiamo) come se corressimo un pericolo mortale. E' vero che una reazione negativa, di rifiuto o disprezzo, può essere assai dolorosa; ma è anche vero che una brutta figura non ha mai ucciso nessuno. Comunque vada, sopravvivremo e andremo avanti. Potremmo anche trarne qualche utile insegnamento, che ci aiuterà a fare meglio la volta successiva.Voler fuggire il dolore è naturale, ma continuando a fuggire rimaniamo immaturi e deboli: affrontare le sofferenze è indispensabile per crescere come persone (e quindi anche come partner).
“Una reazione negativa può essere assai dolorosa
ma una brutta figura non ha mai ucciso nessuno”
"E' preferibile l'aver amato e aver perso l'amore, al non aver amato affatto."
(Alfred Tennyson)
Articoli correlati
Altri post con argomenti collegati (descrizione: fermate il puntatore sul link)- In amore vince chi fugge: sarà vero?
- Per conquistare qualcuno, prova ad essere autentico
- Il prezzo della felicità è agire
- Come capire se piaci a qualcuno
- Aspettative errate sulle relazioni (che ci rovinano la vita)
Nessun commento:
Posta un commento
Domande, osservazioni e commenti sono benvenuti! Se hai suggerimenti o informazioni da aggiungere, scrivi pure. Cerco di rispondere a tutti.
(se hai dubbi su cosa scrivere o come, vedi le linee guida per i commenti)