Visto che ci sarà sempre qualcuno che ci suggerisce di cambiare, è il caso di capire la reale motivazione che ci sta dietro.
State in guardia
Quando qualcuno ci invita al cambiamento, è bene rizzare le orecchie: perché ci sono essenzialmente due motivi per cui ci viene detto, e la differenza è notevole:- Quella persona ha a cuore il nostro benessere, e/o è preoccupata per noi
- Quella persona vuole qualcosa da noi; vuole manipolarci (cioè ottenere qualcosa da noi con l'inganno, o nostro malgrado)
Possiamo dire che la prima motivazione è più altruistica (interesse per l'altro), mentre la seconda è più egoistica (interesse per sé).
Naturalmente, tutti dichiarano come motivazione la prima, anche quando in realtà li muove la seconda; e molti sono anche in buona fede (venditori esclusi). Ci viene sempre detto che "è per il tuo bene"... anzi, in genere, più qualcuno insiste che "è per il tuo bene", e più ricade nel secondo caso.
Motivazione 1: "Cambia per te stesso"
Nella prima motivazione, la persona che ci consiglia ha realmente a cuore il nostro benessere o felicità. E' convinto che, seguendo il suo consiglio, otterremo dei vantaggi. Naturalmente potrebbe sbagliarsi, però è quantomeno sincero.Quando il consiglio è di questo tipo, è bene considerarlo: potrebbe essere un suggerimento utile, un parere istruttivo, contenere una verità su noi stessi che non sappiamo vedere.
Ma, alla fine, ricordiamo sempre di decidere con la nostra testa; per quanto possa essere amorevole un suggerimento, è difficile che l'altro sappia veramente cosa sia meglio per noi. Ed anche quando lo sa, è più prezioso sbagliare di nostra iniziativa, e imparare, che seguire le direttive altrui senza imparare nulla.
(cerchiamo però di non sbagliare per ostinata presunzione, o di non reinventare inutilmente l'acqua calda... insomma, buon senso ;-).
Motivazione 2: "Cambia perché serve a me"
Nella seconda motivazione, la persona che ci consiglia si dichiara interessata al nostro bene, ma nasconde un suo interesse personale. Può essere in mala fede (mente sapendo di mentire), oppure in buona fede, quando l'intento egoistico è inconscio (caso assai frequente nelle relazioni affettive).- I genitori sono il primo grande esempio di questa manipolazione: per i loro timori, insicurezze e aspirazioni, tendono a fare pressioni sui figli perché si adattino alle loro aspettative. A volte non hanno idea di quale sia realmente il bene per i figli, ma applicano meccanicamente codici di comportamento acquisiti dal passato. Non vanno colpevolizzati per questo (l'intenzione è quasi sempre positiva), ma è bene prendere le loro indicazioni con spirito critico.
- Altro settore in cui i consigli manipolativi sono frequenti, sono le relazioni sentimentali. Per quanto il partner possa amarci, se non è equilibrato e in pace con se stesso, tenderà a scaricarci addosso suoi bisogni e timori in modo "trasversale", travestendoli da consigli.
Questa motivazione andrebbe respinta con calma fermezza: "Capisco le tue intenzioni e ti ringrazio, ma so che questo non è bene per me". Se qualcuno vuole manipolarci per suoi interessi, non è mai sano assecondarli (a meno che noi vogliamo manipolarli a nostra volta... ma questo diventa troppo complicato per i miei gusti).
Anche se sono persone molto vicine a noi (genitori, familiari, coniugi...), la manipolazione non porta mai bene. Se ci adattiamo alle loro pressioni controvoglia, finiremo con l'accumulare rancore e ostilità.
Se fatichiamo a respingere le manipolazioni per paura di perdere l'approvazione o per dipendenza, ricordiamoci che non possiamo accontentare tutti.
Distinguere le motivazioni
Può non essere facile, perché entrambi i due atteggiamenti hanno a cuore il risultato; anche nel primo caso, chi ci consiglia spera di essere assecondato.- Ma chi parla nel nostro interesse rispettandoci come individuo accetterà le nostre decisioni (anche quando non le condivide), non sarà particolarmente pressante (in fondo, non ha un interesse diretto);
- mentre chi nutre un velato e personale interesse, si mostrerà contrariato se non lo assecondate: sarà insistente, farà pressioni, manifesterà disagio e angoscia di fronte alla nostra perplessità o rifiuto (perché ha molto a cuore il proprio interesse nascosto).
Nel consiglio manipolatorio, vengono spesso usati i sensi di colpa (cosa c'è di più manipolativo? Le madri sono specialiste a riguardo); come pure minacce implicite: "Se non fai come dico io, te ne pentirai".
Un altro indizio ci viene dato dall'equilibrio psichico/emozionale del "consigliere": meno una persona è equilibrata, più è sofferente e infelice, e più tenderà a manipolare gli altri. Perciò è più affidabile il consiglio di una persona serena, calma e tranquilla, mentre dovremmo diffidare delle persone infelici, negative o aggressive che ci consigliano sulla nostra felicità...
Infine, non bisogna dimenticare che spesso le due motivazioni viaggiano insieme: ad esempio, il nostro partner vorrebbe sinceramente che fossimo felici... ma a volte vorrebbe che lo fossimo solo alle sue condizioni (e questa è manipolazione, non amore).
L'amore lascia liberi
Una possibile obiezione a questa distinzione è la seguente: "Una persona che ci ama, è per forza preoccupata e pressante; ed anzi, la preoccupazione di farci cambiare è segno di quanto tiene a noi".Non sono d'accordo: parlando di rapporti fra adulti, un segno di maturità è il rispetto dell'individualità dell'altro; anche quando non ci piace, anche quando non siamo d'accordo. Se non rispettiamo la sua individualità, il suo diritto a sbagliare, a crescere anche attraverso la sofferenza, a fare scelte che non condividiamo, lo trattiamo come un bambino, incapace di occuparsi di sé e che va guidato. Questo è un errore (per quanto bene intenzionato) che compiono molti genitori, che non si rassegnano al fatto che il figlio cresca e vada per la sua strada; sono casi in cui l'amore diventa "soffocante" e impedisce la maturazione.
Inoltre, anche in questi casi c'è comunque una componente egoistica: chi ci ama non vuole che noi soffriamo perché egli soffre con noi (a causa del legame che ci unisce); ed è la sua sofferenza che vuole evitare in primo luogo (senza riconoscerlo).
"Tutti pensano a cambiare l'umanità, ma nessuno pensa a cambiare sé stesso."
(Lev Tolstoj)
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