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La differenza tra amore romantico e amare

Per molti il concetto di amore equivale all'amore romantico, quello mostrato nei film sentimentali e nei romanzi rosa. Io invece distinguo tra "amare" in senso proprio, e "amore romantico".
Questa distinzione è importante, perché il concetto di amore romantico è una sorta di "minestrone emotivo" in cui coesistono stati disparati ed anche contraddittori: passione, desiderio, bisogno, affetto, eros, attaccamento, dipendenza, gelosia, possesso, ecc. Al punto che l'amore romantico contiene - e spesso giustifica - affermazioni contrapposte come "Ti amo ma ti odio", oppure "Ti amo e non posso lasciarti libero/a", o addirittura "L'ho ucciso/a perché l'amavo troppo" (!).

Secondo me, una cosa non può essere il suo contrario: quindi se dici che "Mi ami e mi odi" (che sono due sentimenti opposti), o hai le idee molto confuse, oppure quello di cui parli non è propriamente amore. Per questo ritengo necessaria la distinzione tra "amore romantico" (che può essere contraddittorio) e "amare" vero e proprio (che è coerente).

“Una cosa non può essere
il suo contrario”

Amare è volere il benessere dell'altro

Per come la vedo io, amare nel senso pieno della parola significa essenzialmente avere a cuore la felicità e il benessere dell'altro. Quando amiamo qualcuno, il suo ben-essere è per noi importante quanto il nostro - o anche di più.
E' il significato letterale del "voler bene": ovvero, desidero il tuo bene, qualunque esso sia, anche a discapito del mio. E' uno "stato di grazia" in cui il nostro naturale egoismo si acquieta e l'altro assume un posto centrale nei nostri pensieri. Quando accade, quello che era "Altro da Noi" non è più lontano ed estraneo, ma ci diventa prossimo, familiare, prezioso: ci sta a cuore, ci è caro, ce ne prendiamo cura. Anche quando la persona amata non ci ricambia, anche se non ne traiamo un vantaggio.

  • In altre parole, l'amore autentico è gratuito, disinteressato. E' una pulsione a dare.
  • Mentre l'amore romantico, in genere, è in buona parte volto al proprio tornaconto, ad ottenere qualcosa dall'altro ("Ti amo perché sei mio/mia, o perché tu lo diventi, o perché spero di essere ricambiato"). Molto difficilmente amiamo qualcuno che non può darci nulla. Nasce da una pulsione a prendere.
    Ed ecco perché, quando non ottiene quello che vuole, questo sentimento si trasforma facilmente da positivo in negativo.

La gelosia non è amare

Un esempio classico dei limiti dell'amore romantico è la gelosia. Se amare vuol dire volere il bene dell'altro, ecco che la gelosia va in direzione opposta: limita l'altro, ne esige il controllo e la sottomissione, fino ad arrivare a soffocarlo o a proibirgli quello che potrebbe renderlo felice - o a punirlo se osa perseguire i propri desideri. Il che mostra quanto la gelosia sia sempre e comunque un sentimento egoistico, volto al proprio interesse e mai a quello dell'altro.

Sia chiaro che non voglio demonizzare la gelosia: è un sentimento del tutto umano, ed anche le persone più evolute la provano. Tengo però a sottolineare quanto vada in direzione contraria all'amare vero e proprio. E quanto, quindi, sia falso dire "Sono geloso perché ti amo"; sarebbe molto più onesto ammettere che "Sono geloso perché..."
  • Ho paura (di perderti, di non essere all'altezza, che trovi qualcuno migliore di me)...
  • Sono insicuro (del mio valore, di meritarti)...
  • Ho bisogno di te per stare bene (al punto da mettere la mia felicità prima della tua).

In sintesi, l'idea popolare per cui "Amore vuol dir gelosia" ha senso solo se parliamo di amore romantico. Ma è invece in contrapposizione all'amare veramente: se ti amo in senso proprio, cercherò di arginare la mia gelosia (perché non limiti la tua felicità), invece di giustificarla e cercare di controllarti.

“La gelosia è sempre e comunque
un sentimento egoistico”

L'amore autentico agisce per il bene dell'altro

Un'altra caratteristica dell'amare autentico è la coerenza tra sentimento e azione: provo un sentimento amorevole verso l'altro, ed agisco per il suo benessere. L'amore reale si trasforma in azione (quando possibile), non si ferma alle parole. Se, invece, dico di amare qualcuno ma non agisco a suo beneficio, o mi limito a crogiolarmi nei miei sentimenti, o - peggio - agisco in modo da limitarlo o da renderlo infelice... allora è probabile che il mio sia solo amore romantico, o semplice infatuazione.
L'amore reale si può esprimere attraverso una serie di azioni positive, che diventano "doni" per la persona amata:
  • Ascolto (non solo silenzio ma attenzione focalizzata sull'altro; non solo ascoltare le parole, ma anche l'emozione sottostante; ascoltare col cuore)
  • Attenzione (concentrarci sull'altro; accantonare il nostro ego, mettere l'altro al centro)
  • Accoglienza (nel bene e nel male, nella gioia e nella tristezza, restare aperti all'altro)
  • Assenza di giudizio (giudicare separa, allontana e porta l'altro a chiudersi)
  • Accettazione (accettare l'altro per come è, senza critiche, senza volerlo cambiare)
  • Apprezzamento (notare e apprezzare tutte le sue qualità; celebrare la sua unicità)
  • Comprensione (cercare di capire l'altro, anche quando è diverso da noi, o vuole cose diverse da quelle che vogliamo noi)
  • Compassione (accogliere la sofferenza dell'altro; perdonare le sue mancanze)
  • Gentilezza (parlare ed agire con garbo, attenzione e delicatezza)
  • Rispetto (non aggredire, non pretendere, non ignorare, non dare per scontato)
  • Avere a cuore la felicità dell'amato
  • Prendersi cura (dei suoi bisogni, dei suoi problemi, della sua sofferenza)
  • Dare all'amato spazio per esprimersi liberamente

L'amore romantico spesso agisce per se stessi

Per contro, nell'amore romantico spesso:
  • L'attenzione è concentrata su di sé, sui propri bisogni.
  • Si giudicano i comportamenti del partner che ci turbano, o che non corrispondono a ciò che vogliamo.
  • Il partner viene confrontato con i nostri ideali romantici (al cui confronto risulterà sempre carente), invece di essere accettato per come è.
  • Quando il partner ci delude o ci ferisce (anche senza intenzione), in genere siamo tutt'altro che comprensivi o compassionevoli. Anzi, passiamo facilmente dall'amore (romantico) all'avversione, all'odio, al rancore.
  • Quando siamo preda dei bisogni, della passione, della dipendenza, facilmente possiamo mancare di rispetto all'altro, perché siamo tutti concentrati su noi stessi; in quei casi l'altro diventa "oggetto" d'amore, più che soggetto.
  • Di conseguenza, quando siamo presi da noi stessi siamo molto più concentrati sulla nostra felicità, in genere a discapito di quella dell'altro.
  • L'amato deve aderire ad un "copione" romantico, per cui fatica ad essere pienamente se stesso. Bastano un pensiero, una parola, un gesto "fuori posto" per scatenare gelosia, possesso e paure varie.

Non voglio dire che l'amore romantico ci trasformi in "brutte persone". Nell'amore romantico convivono tante emozioni variegate, e in esso ci può essere spazio per amare sinceramente e darsi pienamente. Però con le due liste soprastanti, ho voluto mostrare quanto i due stati d'animo possano andare in direzioni diverse.

“Nell'amore romantico convivono
tante emozioni variegate”

L'effetto della bellezza sull'amore

L'amore romantico è spesso collegato all'aspetto fisico. Quando incontriamo una persona di aspetto sgradevole, difficilmente ci viene un impulso verso l'amore romantico. L'innamoramento, l'infatuazione, la bramosia, il più delle volte vengono suscitati dalla bellezza dell'altro (almeno in parte). Se improvvisamente l'amato perdesse la sua bellezza (per malattia, o incidente), l'amore romantico che proviamo, se ispirato o alimentato da quella bellezza (come solitamente succede), ne risentirebbe - anche se magari esiteremmo ad ammetterlo.

Invece nell'amare vero e proprio l'aspetto dell'altro è pressoché irrilevante: amiamo l'altro perché è lui (o lei), e se il suo aspetto cambia possiamo persino non farci caso. L'amore autentico è rivolto alla persona in sé, non a qualche sua caratteristica specifica.
Quando siamo capaci di amare in questo senso, possiamo provare quel sentimento anche verso una persona di aspetto sgradevole: vediamo al di là dell'aspetto, sappiamo cogliere la sua bellezza interiore, e rimanerne incantati. Le persone che negano o ridicolizzano il concetto di "bellezza interiore", in genere sono persone capaci solo di amore romantico; per cui per loro esiste solo un amore passionale collegato alla bellezza - e non sanno immaginare che possa essere diversamente.

Sentimenti diversi

Riassumendo, amare qualcuno significa provare un sentimento sempre benevolo nei suoi confronti, in modo coerente (non oggi in un modo, e domani il contrario). Mentre l'amore romantico include tanti sentimenti diversi, anche opposti.
E' comune che questi due stati d'animo siano mescolati: per esempio accade nell'innamoramento, in cui solitamente siamo travolti dai sentimenti tipici dell'amore romantico, ma spesso proviamo anche un amore generoso ed incondizionato verso l'altro. Durante l'innamoramento, non di rado oscilliamo tra un "amore egoistico" (in cui vogliamo che l'altro sia tutto per noi) ed un "amore altruistico" (l'amare in senso proprio), in cui la felicità dell'altro è per noi primaria, a prescindere dal nostro interesse.

L'amore romantico e l'amare non sono quindi due stati mutualmente esclusivi, ma spesso si fondono. Rimangono però due sentimenti differenti, ed è bene ricordare questa differenza per evitare confusione nelle nostre relazioni. Se invece li confondiamo, potremmo ritrovarci a far soffrire qualcuno pensando di amarlo - e questo porterà probabilmente ad incomprensioni e conflitti.

"Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro."
(G.W. von Leibnitz)

"Col pretesto dell'amore, l'essere umano tenta a volte di controllare e dominare. Ovviamente questo non è amore, ma un sentimento più meschino, una scusa per mascherare le nostre debolezze e dipendenze emotive."
(Marc Alain)

"L'amore è questa cosa qui: azione. Tutti siamo capaci di dire che amiamo, di fare dichiarazioni, ma la differenza la fa chi è capace di agire, anche contro se stesso."
(Paul Haggis)


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Uomini e pornografia: risposte alle donne

Tempo fa ho pubblicato un post che ha suscitato molto interesse: "E' normale che un uomo guardi video porno?". Evidentemente è un argomento su cui molti hanno dei dubbi, perché di rado se ne parla apertamente - nonostante sia un comportamento così diffuso.
Oltre al numero di visite, ha ricevuto anche diversi commenti: in genere di donne in aperto conflitto con la pornografia, od anche desiderose di comprendere i loro compagni, ma comunque turbate. Poiché i commenti non sono il luogo adatto a lunghe spiegazioni, ho deciso di scrivere questo post per rispondere a dubbi, domande e critiche all'uso del porno (avevo creduto che il post dedicato fosse esauriente... ma a quanto pare non lo era abbastanza).

Scomodo ma sincero

Spesso dirò cose scomode, o ben diverse da quello che le donne vorrebbero sentirsi dire. Non è perché io sia avverso alle donne, ma perché voglio essere onesto e non raccontare favole. Concordo col Vangelo di Giovanni (8,32): "La verità vi renderà liberi". Invece le bugie possono essere consolatorie, ma sulla lunga distanza ti fregano.
Mi auguro che, se sei arrivata a leggere questa pagina, tu sia più interessata a capire gli uomini che a condannarli. Se cerchi solo qualcuno che ti dia ragione, e dica che lui è sbagliato e dovrebbe cambiare, non è questo il posto. Qui parlo di come sono realmente gli uomini, e di come sia difficoltoso - per entrambi - andare d'accordo in una coppia.

N.B.: Quando parlo genericamente di "partner" (senza specificare il genere), il discorso vale per entrambi i sessi. Per esempio quando parlo di "voler controllare o cambiare il partner", quello che dico è rivolto sia a uomini che donne.


Dubbi e domande sull'uso di pornografia


Giudicare peggiora la situazione

Prima di tutto, vorrei rammentare che "sparare" giudizi sui comportamenti che non ci piacciono - per quanto umano - non produce alcun risultato; anzi, peggiora solo la situazione. Più un uomo si sente giudicato e disprezzato per le sue esigenze sessuali, e più tenderà a chiudersi e/o a rifugiarsi nel porno. Per cui esprimere ostilità non fa che aumentare il problema.
Capisco che certi comportamenti possano turbare. Ma ogni reazione produce delle conseguenze, e non possiamo pretendere che non sia così. Se io reagisco a qualcosa giudicando, disprezzando o aggredendo la mia compagna, in effetti la sto allontanando da me. Posso avere le mie ragioni, ma non posso poi stupirmi se il nostro rapporto ne risente.

Se una donna desidera davvero migliorare questo aspetto della relazione, l'unica possibilità sta nel dialogo (calmo, non aggressivo), nella comprensione e nel venirsi incontro reciproco. Leggere questo post (o quello dedicato all'uso della pornografia), e parlarne insieme, può essere un punto di partenza.

Giudizi moralistici

  • "Il porno in una relazione è inaccettabile..."
  • "Può andare bene per i ragazzini o per chi è da solo..."
  • "E' una cosa da bertucce e babbuini, non da umani..."
In ogni relazione ci saranno cose che non ci piacciono, che non capiamo, o che possono ferirci. Perché l'altro è diverso da noi - e non può essere che così (a meno che cloniamo noi stessi). Non si può pretendere che il partner sia esattamente come lo vogliamo.

L'impulso erotico (di cui il porno è un'espressione) non è limitato alla gioventù, e non sempre può o deve essere soddisfatto in una relazione (a volte il partner non è disponibile, o capace, o adeguato alle nostre voglie). L'idea che la sessualità debba avvenire solo e soltanto dentro una coppia stabile è una delle tante illusioni romantiche.

Gli esseri umani sono dei primati, letteralmente - solo un po' più evoluti (ma neanche sempre). L'idea che noi siamo "tutta un'altra cosa dagli animali" è un'illusione senza fondamento. Infatti moltissimi comportamenti sono simili, inclusi l'accoppiamento, l'aggressività e molti rituali sociali.

In pratica, spesso la realtà non è come vorremmo che fosse. Pretendere che lo sia è infantile, accettare che non lo sarà mai è da adulti. Chi si ostina a voler cambiare il partner non lo ama realmente, e non avrà mai una relazione felice.

"Quando litighi con la realtà, perdi. Ma solo il 100% delle volte."
(Byron Katie)

Condannare le fantasie

  • "Si dice che non è tradimento ma lo è, perché guardando il porno viaggi con la testa e immagini pensando alle attrici..."
Più o meno tutti viaggiamo con la fantasia, anche senza porno:
  • Incrociando una vicina, una collega o una passante vestita sexy...
  • Guardando l'attore o il cantante fascinoso... Davanti al collega brillante, o all'atleta in forma...
Chi non si è mai fatto delle fantasie? Chi lo nega sta in genere mentendo (in primo luogo a se stesso). E' semplicemente umano.

Volere l'esclusività del corpo del partner è una cosa, ma volerne controllare pensieri e fantasie indica una personalità poco equilibrata e probabilmente insicura - oltre ad essere impossibile. Volere che il partner pensi soltanto a noi, e desideri soltanto noi, è umano ma irrealistico quanto voler trovare il partner perfetto.

Guardare porno è normale? E' una dipendenza?

  • "Ma guardare il porno è normale?"
  • "Non sarà che lui è dipendente?"
La pornografia è di uso comune (anche prima di Internet), e le immagini erotiche sono sempre esistite. Quindi l'uso è certamente "normale", quantomeno nel senso di diffuso ed abituale. Peraltro, il concetto di "normalità" è arbitrario: infatti ogni persona, società o epoca la definisce in modo diverso.

Il semplice utilizzo di pornografia non costituisce un segno di dipendenza. Il termine "dipendenza" indica una patologia seria, e non andrebbe usato alla leggera (magari per colpevolizzare qualcuno). Così come chi beve due bicchieri di vino al giorno non è alcolizzato, o chi fuma una spinello ogni tanto non è tossicodipendente, chi usa il porno in modo non ossessivo non ha una dipendenza.
Chi è realmente dipendente non può fare a meno dell'oggetto di dipendenza, lo utilizza in modo prolungato e ossessivo, non ha controllo su di sé e non riesce a smettere, solitamente al punto da avere serie conseguenze sulla sua salute ed a livello lavorativo. Chi ha una dipendenza non smetterebbe mai; chi usa il porno 15 minuti o un'ora al giorno, e poi si dedica serenamente ad altre cose, non è dipendente.

Quando invece un partner ha realmente una dipendenza (uso eccessivo e prolungato per ore, problemi di salute, inabilità a svolgere funzioni di vita quotidiana, fuga dalla realtà), allora è un problema serio che richiede l'aiuto di un professionista (psico-terapeuta, sessuologo). Persone in questo stato hanno perso il controllo di sé, quindi accuse o sensi di colpa non servono a nulla.

Porsi delle domande: perché mi fa stare male?

  • "Sto male all'idea che mio marito guardi i porno quando io non ci sono."
Di fronte ad un problema, porsi delle domande è molto più utile che lanciare accuse. Per esempio, se un comportamento altrui mi fa stare male, questo rivela qualcosa di me (se non c'entrasse nulla con me, difficilmente mi toccherebbe). Quindi posso chiedermi: "Cosa c'è sotto?".
Se la masturbazione o l'uso del porno da parte del partner ti fanno stare male, è probabile che provi una sorta di gelosia perché vedi quei comportamenti come se ti togliessero qualcosa. Parti dal fatto che la gelosia nasce dalla paura e dall'insicurezza: puoi chiederti su cosa sei insicura, e quali tue insicurezze vengono sollecitate dalle azioni del tuo compagno.

L'errore comune, con la gelosia, è di giustificarla e aspettarsi che sia il partner a reprimersi per non attivarla; ma così scarichiamo un nostro problema (la gelosia e l'insicurezza) sull'altro, invece di occuparcene. La scelta adulta, matura, è invece di ammettere la propria difficoltà, affrontarla, e magari chiedere il sostegno del partner.
Quindi, di cosa hai paura? Se hai una (o più) di queste insicurezze è necessario affrontarla, altrimenti sarai sempre soggetta a stare male (se non è il porno, sarà qualcos'altro che ti farà sentire minacciata). Quindi è utile riconoscerla e parlarne con il compagno: esprimerla aiuta a diminuire l'ansia, ed il partner può rassicurarti.

Meno bisogno, meno potere

Un'altra paura potrebbe essere quella di perdere il potere sul partner: L'uso della masturbazione o del porno è una forma di "autonomia"; può segnalare che si ha meno bisogno del partner per la propria soddisfazione, che quindi ha meno potere su di noi.

Per alcune persone questo è destabilizzante, perché hanno bisogno che il partner sia dipendente da loro (altro segno di insicurezza). Per quello si hanno certe reazioni viscerali o fortemente moralistiche. In realtà la morale non c'entra nulla: la reazione è dovuta alla paura della perdita (reale o immaginaria).
Viceversa, una persona sicura di sé, del proprio valore e della solidità della relazione, non sente il bisogno di controllare il partner, né si sente minacciata dal porno (che offre una soddisfazione ovviamente inferiore ad una relazione appagante).

Paura di essere sostituita, o di non essere unica

  • "Il fatto che lui guardi i porno mi fa temere che voglia un'altra, o che io non gli basto."
Da una parte è umano voler essere gli unici e i migliori per il nostro partner. Però non è realistico: ci sarà sempre qualcuna più bella, affascinante e attraente di noi (così come ci sarà sempre qualcuno più bello e sexy del tuo partner; ricorda che anche lui ha le sue insicurezze, proprio come tu hai le tue).
D'altro canto, il tuo compagno ti ha scelta. E probabilmente è contento di stare insieme a te, ti ama e condividete tante cose insieme. Quindi, anche se in teoria potrebbe volere un'altra, in pratica sceglie di stare con te, e di godere della vostra relazione, giusto?

Quindi il problema non sta nella vostra relazione (se è sana e appagante), o in quello che lui fa da solo, ma nelle tue paure.
Certo se tu ti paragoni ad altre donne, ne vedrai sempre di più belle o sexy di te. Vale per chiunque. Ma quella è la tua insicurezza in azione. La soluzione è di non fare paragoni inutili, ma di concentrarsi sulla qualità dentro la vostra relazione - invece di vedere pericoli immaginari al di fuori.

Se invece la relazione è infelice o traballante... il problema non è nel porno, ma nella relazione stessa. Semmai l'uso del porno è un sintomo, non la causa. In questi casi è necessario occuparsi delle cause profonde, non dei sintomi superficiali.

Distinguere fantasie e realtà

  • "Sto male al pensiero che, quando io non ci sono, lui si sta toccando guardando un'altra donna che fa sesso."
D'altronde, anche il tuo partner potrebbe turbarsi se ti vede osservare rapita un belloccio, oppure se sospiri davanti ad un attore fascinoso. Ma sarebbe un pericolo reale... oppure solo una sua insicurezza?
Siamo onesti: tutti possiamo avere delle fantasie. Ma non vuol dire che poi intendiamo trasformarle in realtà. Quante donne fantasticano su Brad Pitt, George Clooney o Ryan Gosling... ma poi sono contente insieme ai loro compagni?

L'uso del porno, per gli uomini, svolge una funzione simile alle fantasie romantiche delle donne: sono evasioni ed appagamenti virtuali, che però rimangono nell'immaginazione (a meno che la coppia sia realmente in crisi, ma allora è un altro discorso).

Se l'attrice porno apparisse, lui se la farebbe?

  • "Se la donna nel video si materializzasse lì accanto, l'uomo non se la sbatterebbe?"
Non si può dire a priori; dipende da molti fattori. Non necessariamente. Se George Clooney si materializzasse davanti ad una sua fan, lei gli salterebbe addosso? :-)
Dipende. Se fosse felice e appagata col suo uomo, ne dubito molto (e non cadiamo nello stereotipo "ma l'uomo è traditore": le donne tradiscono anche più degli uomini).

Ripeto, tutti abbiamo fantasie erotiche: ma non tutte queste fantasie vogliamo trasformarle in realtà. Chi guarda film bellici o di fantascienza, non è detto che voglia andare in guerra o nello spazio: però gli piace sognarlo.
Guardare porno non significa necessariamente "Ho voglia di fare sesso con altre persone"; bensì "Ho voglia di varietà, di stimoli, di fantasia e di eccitazione - anche solo a livello immaginario". Nella maggior parte dei casi, finito il video e dopo l'orgasmo, l'uomo ha appagato quella voglia e per lui la cosa finisce lì. Poi è ben felice di ritrovare la sua donna reale vicina, in carne ed ossa.

Il porno non è un concorrente

L'errore delle donne è di vedere il porno (e/o la masturbazione) come un concorrente alla relazione di coppia; quindi un "nemico". Mentre invece porno e masturbazione sono per noi uomini un complemento alla coppia: soddisfano bisogni differenti da quelli soddisfatti dalla partner. Sono per noi un'aggiunta ed un arricchimento, non un sostituto.

Quando invece l'uso di pornografia diventa un sostituto, ovvero l'uomo preferisce usare il porno che fare sesso con la compagna, è segno di qualche serio problema nella relazione. Però in questo casi il porno è un sintomo, non il vero problema: e combattere il sintomo senza affrontare il problema reale, ovviamente non porta a nulla.
Per esempio, a volte la non disponibilità sessuale è una reazione di chiusura o di risentimento da un partner che si è sentito ferito, maltrattato o trascurato. La cosa migliore da fare sarebbe parlarne in modo chiaro, calmo e onesto: come ci si sente, i motivi, e cosa si potrebbe fare. Purtroppo non molti ci riescono, o ne parlano in modo giudicante o aggressivo (il che induce l'altro a chiudersi).

Il porno è segno che non mi ama più?

  • "L'uso del porno significa che lui non mi ama più?"
No, di per sé l'uso del porno ha poco o nulla a che fare con l'amore. Per gli uomini il sesso è più scollegato dai sentimenti, di quanto avvenga per le donne. Quindi un uomo può benissimo amare pienamente la sua compagna, eppure essere attratto dagli stimoli della pornografia; le due cose non si escludono a vicenda.

Bisogno di varietà

Bisogna capire che gli esseri umani hanno bisogno di varietà, in tutti i sensi (è uno dei motivi per cui la monogamia ci sta stretta; vedi anche la parte sul calo del desiderio). Per una persona è impensabile passare tutta la vita mangiando una sola pietanza, ascoltando una sola canzone, vestendo lo stesso vestito.
Questo bisogno di varietà si applica anche alle relazioni ed al sesso: anche se amiamo il nostro partner, dopo qualche tempo sentiamo il desiderio di stimoli nuovi. Per i maschi il bisogno di varietà sessuale è molto forte (è un impulso evoluzionistico): è anche per quello che a volte gli uomini si rivolgono al porno, o trovano un'amante, o vanno con le prostitute - anche quando amano ancora la partner e sono felici con lei (se invece la relazione è in crisi, ovviamente questi comportamenti sono ancora più frequenti).

Alla luce di questo bisogno di varietà sessuale, si potrebbe considerare il porno come il "male minore": se il tuo partner soddisfa così il suo bisogno di varietà, credo sia preferibile all'avere un'amante o alla prostituzione. Certo tu preferiresti che non facesse nessuna di queste cose... ma nessuno è perfetto. Anche tu avrai certi aspetti che a lui non piacciono - com'è normale; per stare insieme è necessario accettare dei compromessi.

Se trovi tutto questo inaccettabile, e pensi che ci siano uomini che ne sono esenti, temo che non sia così (o se ci sono, non li troveresti appetibili). Vedi anche la parte su "Gli uomini sono tutti così?".

Ma a lui non importa di come mi sento?

  • "Perché a lui non importa se mi fa stare male?"
Di solito a lui importa, e gli dispiace se lei sta male. Però il bisogno è più forte. Per gli uomini il sesso è un bisogno primario, quasi come bere e mangiare. Anche quando va contro la sua volontà razionale.
Quindi non è un problema di indifferenza verso la compagna, ma di bisogni contrastanti: lei vorrebbe essere l'unico oggetto del desiderio di lui, lui ha bisogno anche di altro. Ovviamente ognuno spinge per soddisfare il proprio desiderio.

Un conflitto simile avviene quando lui ha voglia di fare sesso, ma lei no (oppure viceversa). In quei casi, solitamente, lei si sente in diritto di rifiutare qualcosa che non desidera. Non è perché non gli importa dell'altro, ma perché antepone il proprio benessere; questo è un diritto legittimo, anche se per questo il partner ci soffre.

Quello dei bisogni contrastanti è un problema in tutte le coppie: non possiamo volere sempre le stesse cose, e non possiamo fare contenti tutti. Quindi è normale che a volte vinca l'uno ed a volte l'altro.
L'essere in coppia non vuol dire che l'uno diventa proprietà dell'altro; si rimane individui, ognuno con la propria libertà. L'amore non giustifica il controllo; anzi, voler controllare l'altro è l'opposto dell'amore autentico.

Calo del desiderio nella coppia

  • "Come mai il mio compagno faceva sempre l'amore con me, ma ora appena può va a vedere i porno?"
  • "Lo facevamo tutti i giorni a qualsiasi ora, poi dopo due anni abbiamo calato."
  • "Ultimamente si fa quando lui ha voglia, mentre quando prendo io l'iniziativa lui ha sonno o è stanco."
  • "Se io sono disponibile e passionale, lui si ritrae. Ma se non ha voglia, perché allora guarda i porno?"
All'inizio in quasi tutte le coppie c'è una forte passione e desiderio reciproci (altrimenti, in genere, non si diventa nemmeno coppia...).
Purtroppo è normale che, col passare del tempo, nelle coppie stabili il desiderio declini. Succede praticamente a tutti (c'è persino una definizione: "matrimonio bianco"), specialmente dopo i primi due-tre anni, e di solito uno dei due perde il desiderio più rapidamente dell'altro (solitamente è la donna a perdere il desiderio per prima, ma può accadere anche all'uomo).
Oltre a questo naturale calo del desiderio, ci possono essere altri fattori che portano uno dei due a perdere interesse per il partner: conflitti, criticismo, incomprensione, sentirsi respinti o ignorati o trascurati, sesso noioso o limitato, ecc. Ogni coppia può avere sue ragione specifiche per queste difficoltà.

E' necessario capire che la monogamia non è adatta agli esseri umani. Quindi è normale che, dopo un certo tempo, subentrino noia e frustrazione, l'interesse verso il partner cali, si desiderino altre persone, ecc. E' questo il motivo primo per cui tradimenti e separazioni sono così comuni.
Ma quando ad uno dei due cala il desiderio verso il partner, non vuol dire che non abbia più desiderio sessuale. Però il desiderio si dirige altrove (e può essere verso il porno, o verso altre persone). In questi casi potremmo dire che quella persona ha ancora voglia, ma ha meno voglia verso la/il partner.

A volte non è colpa di nessuno dei due: è un calo semplicemente naturale (l'idea che amore e passione durino per sempre è uno dei tanti miti romantici). Altre volte, invece, sono dei comportamenti nella coppia che inducono, o facilitano, questo "raffreddamento".

La soluzione non è mai criticare o condannare (questo allontana il partner ancora di più), ma parlarne con calma e cercare insieme possibili soluzioni. Per esempio se il sesso era diventato monotono e noioso, cercare di ravvivarlo con giochi nuovi. Oppure esplorare le fantasie che si sono sempre tenute nascoste.
Ma se ci sono cause più profonde, novità e giochi non bastano: bisogna andare alla radice del problema.

Credevo che saremmo stati sempre felici insieme

  • "All'inizio credevo che saremmo stati sempre felici insieme. Cosa ci è successo?"
All'inizio di una coppia siamo innamorati - quindi sempre felici insieme. L'altro ci sembra perfetto e meraviglioso, e la vita insieme una favola; ma questa è una visione "alterata", come se fossimo drogati. Dopo un certo tempo l'innamoramento finisce, e vediamo le cose come stanno realmente: l'altro non è perfetto, ha mancanze e difetti (come tutti), e non sempre andiamo d'accordo.

Questa "caduta dal paradiso" non è un evento anomalo, e di solito non è colpa di nessuno dei due: è semplicemente naturale. Non siamo fatti per stare insieme a lungo (possiamo riuscirci, ma non è per nulla facile), ed uomini e donne sono così diversi che faticano ad andare d'accordo. Infatti solo una minoranza di coppie rimane felice sul lungo periodo.
Il problema è che ci viene detto il contrario: che l'amore può tutto e che con la "persona giusta" saremo sempre felici. Questo ci crea aspettative utopiche e ingannevoli. Non siamo preparati alla realtà.

Quello che vi è successo è quello che succede a tutte le coppie: l'estasi iniziale finisce e ci scontriamo con la realtà, con i limiti di entrambi. A volte questa realtà è comunque valida (e continuiamo ad amarci), a volte è pessima (e allora ci lasciamo), ed altre volte è una via di mezzo: il partner ha alcune qualità importanti, ma anche difetti e problemi che ci pesano. Siamo tutti umani, in fondo.

Il conflitto sulla pornografia è solo uno dei tanti contrasti e disarmonie che possono emergere in una coppia. A volte è solo un'evasione, altre volte è indizio di problemi sommersi. Chi si convince che "Se non fosse per il porno staremmo sempre bene insieme" si inganna; come tutte le cose che ci turbano emotivamente, il porno è un indicatore, una "cartina di tornasole" che rivela qualcos'altro:
  • Le insicurezze, la fragilità, la bassa autostima di lei.
  • Un modo di sottrarsi all'intimità per lui, o di nascondere aspetti del suo immaginario erotico.
  • Una tendenza al controllo ed al possesso dell'altro.
  • Una sessualità di coppia inibita, o monotona, o limitata.
  • Una mancanza di comunicazione, di intimità, di scoprirsi reciprocamente.
  • Una scarsa capacità di relazionarsi, di empatia, di accettare e comprendere l'altro - di uno o entrambi i partner.
  • Una idealizzazione romantica dell'amore, che genera aspettative poco realistiche e pretese rigide.
Queste sono difficoltà che moltissime coppie attraversano. Negarle, o dare tutta la colpa al porno, non aiuta nessuno. L'unica soluzione è essere onesti (con se stessi e con l'altro), venirsi incontro, e cercare dei compromessi che funzionino per entrambi.
Se uno dei due si impunta e pretende che sia l'altro a fare "tutto il lavoro" ("Lui deve smetterla col porno e basta"; "Lei deve lasciarmi tranquillo quando mi va"), senza cercare di andarsi incontro, il declino della coppia è inevitabile - ed il porno sarà solo un alibi con cui coprire ben altre difficoltà.

Gli uomini sono tutti così?

  • "Ma gli uomini sono tutti così?"
I maschi sono per loro natura estremamente interessati al sesso, in ogni sua forma. Per gli uomini è un bisogno primario; che permane dall'adolescenza fino all'età avanzata (a questo ci sono poche eccezioni - uomini asessuali, con bassa libido, molto sottomessi - da cui però le donne non sono quasi mai attratte).
Poi ognuno ha i suoi gusti e preferenze: alcuni sono più fedeli ed altri più promiscui, per alcuni "basta che respiri" ed altri sono più selettivi, per certi il porno è occasionale e per altri frequente... ma per tutti il sesso è un bisogno primario e pervasivo. Senza contare che gli umani non sono adatti alla monogamia, ed i maschi lo sono ancor meno. Volere un partner che non sia così, significa volere qualcuno che non sia un maschio.

Capisco che certi comportamenti possano ferire. Ma, al tempo stesso, se una donna vuole stare in relazione con un uomo, è necessario che accetti la sua natura maschile (e altrettanto dovrà fare lui verso di lei). Il problema di fondo è che un partner non sarà mai esattamente come lo vogliamo. Questo vale in particolare fra uomini e donne, così diversi in tanti aspetti - e proprio per questo faticano così tanto a stare insieme.

Finché non riusciamo ad accettare il sesso opposto, con la sua diversità, ci troveremo sempre in una di queste due situazioni:
  • Essere in guerra costante con l'altro sesso (e dentro la coppia).
  • Oppure restare da soli.

Conoscere quello di cui abbiamo paura

Infine, ricordo che abbiamo sempre più paura di quello che non conosciamo. Se invece familiarizzi col porno, e con i motivi per cui viene usato, è probabile che lo troverai meno minaccioso o inquietante.

Potresti provare a proporre al vostro uomo di vedere del porno insieme, dicendo che sei curiosa e vorresti conoscere meglio quel lato di lui. Mentre lo vedete, chiedigli cosa sente, cosa lo eccita, cosa lo appaga. Conoscere meglio il porno, così come le emozioni che prova il tuo uomo mentre lo utilizza, molto probabilmente allevierà l'ansia e le paure al riguardo (quantomeno se desideri capire il tuo partner, e non intendi soltanto giudicarlo).
E chissà, potrebbe anche diventare un ingrediente che ispira o arricchisce la vostra vita sessuale.

Maschilismo o accettazione dell'altro?

Alcuni commenti mi hanno accusato di "maschilismo" perché difendo gli uomini che guardano il porno. Ma in realtà la mia posizione non è basata sul genere: difenderei allo stesso modo una donna che guardi il porno (non sono poche), o che usi un vibratore per aumentare il suo piacere, o che ami sognare guardando film romantici (che possono essere considerati una specie di "porno al femminile").

Il concetto di base è che ciascuno ha le sue preferenze ed i suoi bisogni, che non sono mai sbagliati (inclusi quelli sessuali). Sbagliato è semmai imporli sugli altri, ma non se uno se li vive in privato. Quindi forzare l'altro perché si reprima per compiacerci è una forma di abuso.

Uomini e donne (e specialmente le donne) hanno subito la repressione della propria sessualità per millenni: questo ha prodotto solo nevrosi e infelicità, mai nulla di buono. Sarebbe decisamente ora di smetterla. In questi casi l'errore fatale è volere che l'altro sia come vogliamo noi, e pensare di poterlo forzare in tal senso: questo determina la morte definitiva della relazione (l'altro potrebbe restare fisicamente vicino, ma il suo cuore sarà ormai partito).
Perché nessuno ha voglia di stare con qualcuno che lo obbliga ad andare contro se stesso/a.


Queste opinioni sono condivise da molti sessuologi e terapeuti. Per esempio del dottor Marty Klein (terapeuta matrimoniale e sessuale da oltre 35 anni), ecco una serie di "Domande e risposte sul porno" ed un video sulle donne che chiedono al partner di smettere il porno, o la masturbazione (in inglese).

"Il sesso è una cosa seria che deve essere presa con leggerezza."
(Lorena Berdùn, sessuologa)

"Può essere più piacevole una sessualità solitaria nutrita da fantasmi creativi, che una sessualità concreta, ma piattamente banale e ripetitiva."
(Catherine Millet)

"La pornografia non avvelena la mente, al contrario mostra la più profonda verità riguardo la sessualità, spogliandola di ogni patina romantica."
(Camille Paglia)


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Se gli argomenti di questo post ti toccano da vicino e vorresti discuterne, approfondire, o rivolgermi delle domande; oppure se senti il bisogno di parlare dei tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

20 cose che avrei voluto sapere a 20 anni: relazioni

L'età e le esperienze ci insegnano e ci inducono a crescere - o almeno si spera. Quante volte, però, ci troviamo a scoprire qualcosa di importante, e rimpiangere di non averlo saputo prima? Quante scelte migliori da fare, quanti errori avremmo potuto evitare, se avessimo saputo certe cose da giovani!
In questo post ho raccolto 20 concetti importanti, che possono fare la differenza nella qualità della vita di ciascuno. Sia che li leggiate a 20, 30 o 40 anni, presumo ci sarà qualche punto che ancora non vi era noto o chiaro, e che magari potrà aiutarvi a fare scelte più proficue e trarre più soddisfazione dalla vostra vita.
Come si dice, "Sapere è potere". Mentre l'ignoranza ci porta facilmente a fare disastri. Quindi vi auguro più conoscenza, più potere e - di conseguenza - maggiore felicità.

I 20 concetti sono divisi in due post: il primo è di argomento generale (post precedente), mentre il secondo è dedicato a relazioni e sentimenti (questo post).

Cose che avrei voluto sapere sulla vita

  1. Amare e accettare se stessi è la cosa più importante
  2. Investi su te stesso
  3. Sei responsabile di (quasi) tutto quello che accade nella tua vita
  4. Non prendere decisioni importanti basandoti sulle emozioni
  5. Le persone ti giudicheranno qualunque cosa tu faccia
  6. Non puoi piacere a tutti
  7. Non puoi controllare gli altri
  8. Gli esseri umani sono seriamente limitati
  9. E' sempre un buon momento per investire
  10. La gratitudine è essenziale per essere felice
  11. Tutto nella vita è impermanente
  12. La vita non è equa

Cose che avrei voluto sapere su relazioni e sentimenti

  1. Falsità romantiche sulle relazioni
  2. Innamoramento e amore non sono la stessa cosa
  3. L'attrazione può ingannarci. Non c'è equità o giustizia in amore
  4. La scelta dei partner è basata su attrazione e bisogni
  5. Cosa cercano le donne in un partner
  6. Che tipo di uomo attrae le donne
  7. Alle donne il sesso piace, ma sono meno disponibili a farlo
  8. Vivere la sessualità in modo libero e positivo


Cose che avrei voluto sapere su relazioni e sentimenti

N.B.: Alcune delle cose che scrivo sulle relazioni possono apparire ciniche, oppure andare contro tutto quello che avete sentito finora. Io però non chiedo mai di credermi sulla parola: invece guardatevi intorno, osservate i fatti, e giudicate voi se quello che dico corrisponde alla realtà o meno.
Sono un po' come Galileo che dice "La Terra non è al centro dell'universo": anche se tutti dicono il contrario... magari invece è vero. Invece di seguire il gregge, badate ai fatti e pensate con la vostra testa.

13. Falsità romantiche sulle relazioni

Ci vengono raccontate un sacco di falsità sulle relazioni e sull'amore; per esempio che:
Queste bugie possono essere consolatorie, ma sono anche ingannevoli e fuorvianti. Chi le segue coltiva illusioni che poi vengono deluse, e non comprende il motivo dei suoi fallimenti. Anzi, continua a ripetere le stesse strategie errate.

---> Man mano che mi sono reso conto delle varie falsità sull'amore, ho smesso di attuare comportamenti disfunzionali ed ho imparato quello che realmente può favorire relazioni positive. Sognare è bello, ma ingannare se stessi porta a disastri; bisogna saper fare i conti con la realtà. Nei punti successivi espongo alcuni concetti base delle relazioni, di cui raramente si parla.

14. Innamoramento e amore non sono la stessa cosa

Il romanticismo nei media (film, canzoni, romanzi rosa...) equipara l'innamoramento all'amore, ma in realtà innamoramento e amore sono due cose diverse:
  • l'innamoramento è una fase iniziale estatica ma spesso illusoria;
  • mentre l'amore vero e proprio è un sentimento meno viscerale ma più profondo.
Inoltre l'innamoramento termina sempre, invece l'amore autentico può anche durare a lungo. L'amore vero e proprio è diverso dall'amore romantico che ci raccontano i media.

---> Se li confondiamo, rischiamo di impegnarci basandoci solo sull'innamoramento, salvo poi pentirci quando questo passa (pensiamo ad un matrimonio affrettato che si rivela infelice). Oppure di concludere che "l'amore è finito" quando l'innamoramento si sia spento, invece di vederlo come un cambiamento naturale.
Quando invece abbiamo chiara la differenza, possiamo goderci comunque l'entusiasmo dell'innamoramento, senza però farci troppo affidamento. Ed essere consapevoli che, una volta passato, dovremo verificare se alla base c'era un amore solido, oppure era solo un'infatuazione passeggera.
Inoltre non vedremo il naturale calo del desiderio reciproco come un segno che il partner "non mi ama più", ma come un cambiamento che non dipende dal grado di affezione. Saremo insomma più in grado di distinguere tra istinto e sentimento.

15. L'attrazione può ingannarci. Non c'è equità o giustizia in amore

Quando proviamo una forte attrazione per qualcuno, lo prendiamo come un segno: che quella persona è giusta per noi, che saremmo felici con lei, addirittura che sia destino stare insieme. Purtroppo invece l'attrazione non garantisce nulla: né che siamo compatibili, né il grado di intesa, né che il sesso sia appagante; e nemmeno di essere corrisposti. Per questo dico che può ingannarci: può farci credere cose che non esistono.
In questo è simile alla bellezza: anche la bellezza ci incanta e ci fa sognare, ci promette felicità, ma in realtà è una aspettativa illusoria. Avere vicino una persona bellissima che però ci maltratti, ci inganni o ci tradisca, può renderci la vita un inferno.

L'inaffidabilità dell'attrazione è uno dei motivi per cui è così comune amare senza essere ricambiati. In amore non esiste equità né giustizia: una persona può piacerci da impazzire, sembrare perfetta per noi, e possiamo anche amarla con tutto il cuore... ma questo non implica affatto che quella persona apprezzi o ci ricambi, né esclude che un giorno possa deluderci gravemente. Le emozioni ignorano la logica e la morale.
Inoltre, l'attrazione (e spesso anche i sentimenti) non seguono la morale: non vieni voluto perché sei una brava persona, ma solo se hai sufficienti qualità attrattive. Le relazioni si sviluppano in una sorta di "mercato relazionale", dove ciascuno ha più o meno successo in base a quello che può offrire.

---> Finché non ho compreso questa possibilità di essere accecato dall'attrazione che provavo, mi sono fatto spesso male correndo dietro a donne che non mi volevano; oppure sforzandomi di stare insieme a persone che mi attraevano ma con cui non ero compatibile a livello di personalità. Adesso apprezzo l'emozione dell'attrazione, ma non la seguo più ciecamente. E se una donna mi rifiuta, anche se mi piace molto, riconosco che è un segno che non siamo compatibili e vado oltre, senza più perdere tempo.

16. La scelta dei partner è basata su attrazione e bisogni

Scegliamo i partner principalmente in base all'attrazione fisica / erotica (una pulsione che ha una base evolutiva) e a quanto soddisfano i nostri bisogni, non per amore. L'amore semmai accade dopo, è una conseguenza a posteriori. Oppure chiamiamo "amore" le nostre varie emozioni (passione, bisogno, dipendenza...).

---> Averlo chiaro serve per non confondere le infatuazioni (frequenti specialmente in gioventù) con qualcosa di più profondo. E per non disperarsi dietro a persone che non sono poi così meravigliose o straordinarie (ma nelle emozioni del momento ci sembrano tali): passata la fase dell'innamoramento, spesso ci chiediamo cosa ci trovavamo di tanto speciale. Questo è particolarmente importante quando vogliamo qualcuno ma non siamo ricambiati.

17. Cosa cercano le donne in un partner

Capire cosa vogliono davvero le donne è difficile: un po' perché spesso non lo sanno nemmeno loro, un po' perché di rado lo dichiarano apertamente. Anzi, sovente dicono cose diverse da quelle che pensano, oppure danno consigli sentimentali slegati dalla realtà e controproducenti.
Cosa vogliono le donne da un uomo: in generale possiamo dire che per le donne l'aspetto è primario (similmente ai maschi), che sono molto più selettive degli uomini, e che vorrebbero un uomo con tutte le qualità e migliore di loro stesse (ipergamia).

18. Che tipo di uomo attrae le donne

Anche sapere cosa attrae ed eccita le donne non è facile, perché quasi mai te lo vengono a dire. Anzi a volte negano l'evidenza.
Generalmente le donne sono attratte dai "maschi Alfa" (forti, sicuri di sé, dominanti), mentre non provano attrazione verso i "bravi ragazzi" (sempre disponibili e accondiscendenti) o verso i "maschi Beta" (deboli, timorosi, sottomessi).
Questo contrasta con molto di quello che ci viene detto, specialmente che "più ami e più verrai amato": spesso, anzi, più si è devoti e amorevoli verso qualcuno, e meno quel qualcuno ci considera. Inoltre le donne sono meno interessate all'amore di quanto viene detto.

---> Questo punto - e il precedente - aiutano gli uomini ad avere una visione più pragmatica ed efficace nell'approcciarsi alle donne. Meno basate su favole romantiche idealizzate, e più sul comportamento reale femminile. Senza queste informazioni, molti uomini passano il periodo tra l'adolescenza e i 30 anni correndo dietro alle donne senza risultati, e senza capire dove sbaglino.

19. Alle donne il sesso piace, ma sono meno disponibili a farlo

Le donne godono della sessualità come gli uomini - ed anche di più (possono avere orgasmi multipli e di vario tipo). Però sono meno disponibili a fare sesso per una serie di motivi. Per cui a volte dicono "No" anche quando pensano "Forse", e dicono "Forse" quando intendono "Sì" (per esempio per paura di essere giudicate, o per "testare" le intenzioni dell'uomo).
Quindi non si può prendere alla lettera quello che una donna afferma, ma si devono cogliere i segnali e interpretarli. Le donne si aspettano che gli uomini capiscano le loro allusioni e i sottintesi, e che prendano l'iniziativa anche quando non è chiaro se lei è interessata. Se lui aspetta da lei un "Sì" chiaro e inequivocabile, rischia di aspettare tutta la vita.

N.B.: Questa realtà si scontra con il principio femminista per cui "No significa No". Certamente quando una donna esprime un rifiuto chiaro e netto, va rispettata. Il problema è quando, come accade di frequente, i "No" e i "Forse" sono strategie seduttive che non corrispondono alle vere intenzioni: lì ci vorrebbe la telepatia, e si rischia sempre di fraintendere.

20. Vivere la sessualità in modo libero e positivo

Si sente spesso dire che viviamo in tempi sessualmente liberi ma, in realtà, la sessualità è soggetta ad attacchi, moralismi e giudizi negativi. Pur essendo io cresciuto negli anni '70 (un'epoca definita di "liberazione sessuale"), ricordo bene che anche allora giudizi ed inibizioni erano comuni.
Purtroppo questi moralismi portano molte persone a giudicarsi, reprimersi e soffrire inutilmente. Tutt'oggi sono frequenti atteggiamenti negativi come:
---> Naturalmente ci possono essere comportamenti sessuali esagerati o poco sani (come per qualsiasi attività), ma la soluzione non sta certo nel moralismo o nella repressione. Piuttosto, la soluzione è in una educazione sessuale integrale che aiuti le persone a comprendere, accettare e godere del sesso in modo sereno e positivo.

"E' strano quante cose bisogna sapere, prima di sapere quanto poco si sa."
(Winston Churchill)

"La tragedia della vita è che diventiamo vecchi troppo presto e saggi troppo tardi."
(Benjamin Franklin)

"C'è un solo bene, il sapere, e un solo male, l'ignoranza."
(Socrate)


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20 cose che avrei voluto sapere a 20 anni: sulla vita

L'età e le esperienze ci insegnano e ci inducono a crescere - o almeno si spera. Quante volte, però, ci troviamo a scoprire qualcosa di importante, e rimpiangere di non averlo saputo prima? Quante scelte migliori da fare, quanti errori avremmo potuto evitare, se avessimo saputo certe cose da giovani!
In questo post ho raccolto 20 concetti importanti, che possono fare la differenza nella qualità della vita di ciascuno. Sia che li leggiate a 20, 30 o 40 anni, presumo ci sarà qualche punto che ancora non vi era noto o chiaro, e che magari potrà aiutarvi a fare scelte più proficue e trarre più soddisfazione dalla vostra vita.
Come si dice, "Sapere è potere". Mentre l'ignoranza ci porta facilmente a fare disastri. Quindi vi auguro più conoscenza, più potere e - di conseguenza - maggiore felicità.

I 20 concetti sono divisi in due post: il primo è di argomento generale (questo post), mentre il secondo è dedicato a relazioni e sentimenti (post successivo).

Cose che avrei voluto sapere sulla vita

  1. Amare e accettare se stessi è la cosa più importante
  2. Investi su te stesso
  3. Sei responsabile di (quasi) tutto quello che accade nella tua vita
  4. Non prendere decisioni importanti basandoti sulle emozioni
  5. Le persone ti giudicheranno qualunque cosa tu faccia
  6. Non puoi piacere a tutti
  7. Non puoi controllare gli altri
  8. Gli esseri umani sono seriamente limitati
  9. E' sempre un buon momento per investire
  10. La gratitudine è essenziale per essere felice
  11. Tutto nella vita è impermanente
  12. La vita non è equa

Cose che avrei voluto sapere su relazioni e sentimenti

  1. Falsità romantiche sulle relazioni
  2. Innamoramento e amore non sono la stessa cosa
  3. L'attrazione può ingannarci. Non c'è equità o giustizia in amore
  4. La scelta dei partner è basata su attrazione e bisogni
  5. Cosa cercano le donne in un partner
  6. Che tipo di uomo attrae le donne
  7. Alle donne il sesso piace, ma sono meno disponibili a farlo
  8. Vivere la sessualità in modo libero e positivo


Cose che avrei voluto sapere sulla vita

1. Amare e accettare se stessi è la cosa più importante

Tutti insistono sull'amare gli altri (ed esserne da loro amati), ma quasi mai si parla dell'amore per se stessi. Invece è quello più importante perché, senza l'amore di sé, quello degli altri non ci basta mai, e si vive con un continuo senso di vuoto, sofferenza e mancanza.
Spesso l'amore per se stessi viene confuso con l'egoismo, ma c'è una grande differenza tra egoismo (negativo e solitamente distruttivo) e amor proprio (positivo e costruttivo).

"Senza l'amore di se stessi la vita non è possibile, neppure la più lieve decisione, soltanto immobilità e disperazione."
(Hugo Von Hofmannsthal)

2. Investi su te stesso

La maggior parte delle persone non è soddisfatta della propria vita. I più danno la colpa all'esterno (alla sfortuna, al mondo, ai genitori, a Dio, al destino...), ma in realtà la loro vita è la conseguenza delle loro scelte (vedi punto successivo). Di solito, queste persone non hanno "investito" sulla propria vita, e di conseguenza hanno raccolto risultati scadenti.

Se vuoi una vita appagante, è indispensabile investire su te stesso. Questo vuol dire dedicare tempo, energie ed impegno verso:
  • Il tuo benessere fisico e la tua salute.
  • Il tuo benessere psicologico ed emotivo.
  • La tua crescita personale: migliorare te stesso, comprendere chi sei e cosa vuoi, diventare la persona che vorresti essere.
  • L'apprendimento continuo, lo sviluppo di nuove conoscenze e capacità, la coltivazione dei tuoi talenti.
  • La realizzazione dei tuoi progetti - sia di breve che di lungo termine.
Inoltre è necessario eliminare o limitare certi elementi:
  • Allontanarti per quanto possibile da fonti di stress continuo e negatività (lavori che detesti, persone tossiche, ambienti o situazioni che ti buttano giù).
  • Limitare il tempo dedicato ad attività di intrattenimento piacevoli, ma infruttuose (TV, social network, seguire sport, videogiochi, ecc.).

In pratica, significa "coltivare" te stesso come faresti con un campo da cui vuoi raccogliere dei frutti: non puoi trascurarlo e poi aspettarti un raccolto rigoglioso, giusto? Sai che devi arare la terra, seminare, fertilizzare, togliere gli infestanti, tenere sotto controllo i parassiti, ecc.
  • Le persone di successo investono su se stesse. Sono pervase dalla passione, dall'entusiasmo, o dall'ambizione verso qualcosa di grande, quindi vi si dedicano anima e corpo, senza farsi frenare dalle paure e dai rischi.
  • Per contro, le persone "mediocri" sono tiepide, timorose e passive, quindi vivono "al minimo" e le loro potenzialità rimangono inespresse. Più che vivere, sopravvivono trascinandosi.

"Il miglior investimento possibile è quello su se stessi."
(Warren Buffet)

3. Sei responsabile di (quasi) tutto quello che accade nella tua vita

Molti rifiutano di prendersi la responsabilità delle proprie azioni: preferiscono vedersi come vittime innocenti, e dare la colpa agli altri, al mondo o al destino per tutti gli eventi spiacevoli che gli accadono. Ma questo è un prendersi in giro.
In realtà, nella maggior parte dei casi siamo responsabili (almeno in parte) di tutto quello che capita nelle nostre vite, sia in positivo che in negativo. La vita che abbiamo è, in massima parte, il risultato delle scelte che abbiamo fatto: le relazioni, il lavoro, il denaro, la salute, l'appagamento o l'insoddisfazione, la felicità o la frustrazione nella nostra vita, sono la conseguenza delle nostre scelte. Si raccoglie quello che si è seminato.
Certo, a volte ci sono eventi su cui non abbiamo alcun controllo, oppure cose che non possiamo cambiare; ma ce ne sono altre che possiamo cambiare se ci impegniamo. Ed in ogni caso, rimane una nostra responsabilità affrontarli e fare qualcosa a riguardo - invece di subirli passivamente.
Quindi per ogni cosa a cui tengo, o che vorrei eliminare dalla mia vita, sta a me impegnarmi in prima persona perché ciò accada. Se non lo faccio, se mi limito a lamentarmi ed a scaricare la colpa sugli altri, mi metto in una condizione di "impotenza" (se mi dico che non ci posso fare nulla, sto negando il mio potere), e rimango in balia di forze esterne a me.

---> Quando riconosco di essere responsabile della mia vita, riconosco anche di avere potere (responsabilità e potere sono legati a doppio filo): il potere di fare le scelte utili al mio benessere. Posso quindi agire concretamente per costruire la vita che voglio, invece di piangermi addosso, attaccarmi a delle scuse, o credere di essere una vittima di circostanze avverse.

4. Non prendere decisioni importanti basandoti sulle emozioni

Le emozioni arricchiscono la nostra esistenza e ci fanno sentire vivi, ma spesso ci confondono le idee. Sono eccitanti, ma non affidabili. Per questo è bene prendere ogni decisione importante soppesando bene i pro e contro, con calma, e non solo perché le emozioni (positive o negative) ci spingono in quella direzione. Questo per due ragioni fondamentali:
  • Le emozioni possono ingannarci. Quasi tutti hanno provato ad infatuarsi di qualcuno e trovarlo meraviglioso, oppure a fare un acquisto d'impulso presi dall'entusiasmo... salvo poi ritrovarsi perplessi, delusi o di tutt'altra opinione qualche tempo dopo.
  • Le emozioni cambiano continuamente - sono come onde mai ferme. Quando proviamo qualcosa di intenso ci sembra che quella sensazione sia destinata a durare, ma non è così: tra un giorno, un mese o un anno, sicuramente ci sentiremo in modo diverso.

---> Certo a volte l'istinto di pancia è una buona guida - ma non sempre. Quindi va bene seguirlo su decisioni secondarie, ma non su quelle importanti. La scelta di quale laurea o carriera seguire, un acquisto impegnativo, il luogo dove vivere, od anche il matrimonio: se facciamo una scelta d'impulso o basata sulle emozioni del momento, abbiamo un forte rischio di ritrovarci insoddisfatti o pentiti in seguito (e, a quel punto, ormai sarà arduo o penalizzante tornare indietro).

5. Le persone ti giudicheranno qualunque cosa tu faccia

Troverai sempre qualcuno pronto a giudicarti, senza nemmeno conoscerti. Altre volte la gente non penserà a te, o non farà nemmeno caso a te. Quando vieni ignorato, non viverlo come una ferita del tuo ego: vedila come un'occasione di libertà. E quando ti senti giudicato, impara a non dare peso ai giudizi altrui. Se perdi troppo tempo a cercare la stima, il rispetto o l'approvazione degli altri, non avrai tempo di realizzare ciò che desideri.

Tutti hanno un'opinione, ma in realtà le opinioni degli altri su di te sono basate più sulle loro esperienze e percezioni che su quello che tu sei realmente. Tanti ti diranno "Credimi!" e "Dammi retta" (e di solito questi sono quelli meno affidabili); ma la verità è che, nella maggior parte dei casi, gli altri non ti capiranno, diranno di te cose false, ti proietteranno addosso le loro paure e i loro pregiudizi (inclusi, a volte, i tuoi genitori). Quindi l'opinione altrui conta ben poco, e non è da prendere come guida. Certo è il caso di considerarla (a volte potrebbero aver ragione), ma senza dargli mai troppo peso.
Alla fine, la tua vita è solo tua e sarai tu a dover convivere con le conseguenze delle tue azioni. Quindi cerca di comportarti in accordo con i tuoi valori, con quello che sei veramente, con quello che è il meglio per te. Poi lascia che gli altri dicano ciò che vogliono.

"Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei. Quindi vivi, e fai quel che il tuo cuore ti suggerisce".
(Charlie Chaplin)

6. Non puoi piacere a tutti

Non potrai mai piacere a chiunque, e non tutti potranno piacere a te. Certo, sarebbe stupendo amare tutti, e venire amati da ognuno: ma questo è impossibile, è una favola o una cosa da santi. In realtà a tante persone non piacerai, oppure gli risulterai indifferente. Ed, allo stesso modo, ci saranno persone che ti stanno antipatiche (magari senza motivo), ed altre che non noterai nemmeno. Ed è normale.
Inoltre, più ti sforzerai di piacere a qualcuno e di assecondarlo, più apparirai artificioso e sospetto, suscitando l'effetto opposto. E' uno dei motivi per cui "bravi ragazzi" e "zerbini" hanno così poco successo nelle relazioni.

Similmente, non potrai mai fare contenti tutti. Perché siamo tutti diversi, con gusti differenti e vogliamo cose diverse: quindi quando farai contento Tizio, ci sarà Caio che rimarrà deluso. E non aspettarti ragionevolezza o coerenza su questo: ognuno vorrebbe essere assecondato, e se la prende quando non accade.

Perciò smettila di preoccuparti così tanto di quello che la gente pensa di te, e smetti di cercare di piacere a tutti. Sii semplicemente te stesso. A quelli con cui sei in sintonia piacerai, ed a quelli che non sono sulla tua "lunghezza d'onda" non piacerai. Amen: così è la vita.
Ma se proprio vuoi un "trucco" per piacere di più agli altri, prova ad accettare e amare te stesso. Sovente gli altri ci "rispecchiano" l'opinione che abbiamo di noi stessi; per cui se mi critico e mi disprezzo, tenderò a ricevere disprezzo e critiche.

7. Non puoi controllare gli altri

Non è possibile controllare - o cambiare - gli altri; puoi solo controllare il tuo comportamento o reazione a ciò che gli altri fanno.
Passiamo un sacco di tempo a rimuginare su quello che qualcuno ha detto o fatto, pensando a come cambiare la situazione in meglio. Studiamo modi per fargli fare quello che vogliamo, a volte cercando di manipolarli. Ma la verità è che questo approccio non funziona quasi mai.
Ognuno ha il suo modo di pensare e di fare le cose. Se non ti piace quel modo, puoi cambiare il tuo atteggiamento nei suoi confronti, oppure puoi uscire da una situazione che non ti va bene. Credere di poter convincere l'altra persona ad essere più premurosa, più gentile, più affettuosa, o meno prepotente, il più delle volte è una perdita di tempo. Le persone non cambiano per farti un favore: quando cambiano, in genere è perché ne traggono un qualche vantaggio.

Quindi smetti di perdere tempo nel cercare di cambiare o controllare gli altri. Quello che puoi fare, invece, è imparare a:
  • Capire il punto di vista dell'altro, e considerare le sue ragioni. Spesso non c'è uno che ha ragione e l'altro torto, ma ci sono ragioni differenti. Vedere le ragioni dell'altro, oltre alle proprie, è necessario per andare d'accordo.
  • Comunicare chiaramente quello che vuoi, in modo da rendere più facile creare accordi di reciproca soddisfazione con gli altri (ma non sempre sarà possibile).
  • Gestire le tue reazioni in modo costruttivo, quando le cose non vanno come vuoi. Arrabbiarti, aggredire o mettere il muso non aiuta quasi mai.
  • Decidere quando è il caso di rimanere in una situazione (lavorativa, sentimentale, familiare, ecc.), e quando è invece è meglio uscirne.
  • Conoscere i tuoi limiti. A volte le cose vanno male per causa tua, perché non sei (ancora) in grado di affrontare la situazione in modo adeguato. Ammetterlo è molto più maturo - e costruttivo - che dare la colpa agli altri.
  • Ricordare che puoi solo cambiare te stesso - quando lo ritieni utile. Ma non potrai mai cambiare gli altri; quello è compito loro.

8. Gli esseri umani sono seriamente limitati

Quando osserviamo il comportamento delle altre persone, lo troviamo spesso scorretto, disfunzionale o addirittura privo di senso. Ma se siamo onesti, anche a noi stessi capita di fare scelte sbagliate, senza magari capirne il motivo.
Attribuire le cause a stupidità, egoismo o cattiveria è comprensibile, ma io ho elaborato una spiegazione più sistematica. Dopo averci riflettuto a lungo, sono giunto alla conclusione che tutti gli esseri umani possiedono tre caratteristiche fondamentali, che spiegano buona parte dei loro comportamenti insensati:
  1. Sono ignoranti (nel senso letterale di "non sapere")
  2. Sono irrazionali (non del tutto, ma in buona parte)
  3. Sono in negazione (denial in inglese) (nel senso di rifiutare i fatti o le verità scomode e/o dolorose).

Queste tre caratteristiche sono vere per ogni essere umano. Semmai variano nella loro gradazione: certe persone si impegnano per apprendere (ed diventare così meno ignoranti), certe cercano di sviluppare raziocinio ed obiettività, certe imparano ad accogliere la verità anche quando è scomoda.
Anche una persona che si impegni al massimo, però, non potrà mai eliminare del tutto questi aspetti:
  1. Quello che non sappiamo resterà sempre più grande di quello che sappiamo.
  2. Buona parte del comportamento resterà guidato dalla nostra parte istintiva, emotiva, animale (la neo-corteccia razionale viene spesso soverchiata da altre parti del cervello).
  3. L'essere umano tende istintivamente alla negazione, perché lo protegge dalla paura, dal dolore e dall'incertezza.

E' questa base innata (e in parte inevitabile) che ci rende tutti così limitati e, più spesso di quanto vorremmo, ci fa comportare in modi discutibili. Non è una "deviazione" anomala, è parte della normale natura umana. Non è dovuta a "perdita di valori" (come dicono quelli che rimpiangono un mondo ideale mai esistito). Persino le menti migliori vi sono soggette: già Aristotele osservava "Vedo la strada migliore e l'approvo; ma poi scelgo la peggiore".

---> Rendersi conto di quanto siamo tutti limitati può essere di grande aiuto per vivere meglio:
  • Ci permette di essere meno severi e più tolleranti verso i nostri stessi errori, le mancanze ed i fallimenti.
  • Ci rende più facile convivere con le azioni altrui, che altrimenti troveremmo malvagie, folli o incomprensibili.
Invece di odiare o disprezzare gli altri e noi stessi per la nostra fallibilità, possiamo ricordare le parole di Seneca: "Perdoniamo gli uomini: sono tutti pazzi".

9. E' sempre un buon momento per investire

Quando ero giovane non ho mai pensato ad investire. Vivevo nel momento, e spendevo tutto quello che guadagnavo. In seguito ho capito che sarebbe stata una buona idea mettere da parte dei soldi e farli fruttare, ma non sapevo da dove iniziare. Queste perplessità sono comuni: molti credono che bisogna avere un sacco di soldi per investire, oppure che bisogna essere molto esperti, o che devi seguire costantemente la Borsa... per cui non iniziano mai.

In realtà oggi esistono diverse possibilità per investire facilmente. E soprattutto, prima si inizia meglio è: grazie alla "magia" dell'interesse composto, prima mettiamo da parte dei soldi, e più questi cresceranno nel tempo. Per questo è (quasi)* sempre un buon momento per investire.
Investire non vuol dire solo accantonare un gruzzolo per un futuro progetto impegnativo, o per eventuali momenti difficili (anche se queste sono ottime ragioni). Vuole anche dire "far lavorare i soldi al posto nostro": se investo 100 euro al mese per 10 anni, con un rendimento netto del 5% annuo (non difficile da ottenere), alla fine avrò versato 12.000 euro, ma il mio investimento sarà arrivato a 15.500 euro: in pratica avrò guadagnato 3500 euro senza lavorare (a parte studiare l'investimento iniziale).

---> Qui non posso approfondire, ma suggerisco alcune basi elementari:
  • Non fidarti dei consigli della tua banca (quasi sempre rivolti al proprio interesse).
  • Attenzione ai consulenti finanziari che guadagnano sulle commissioni (anche loro potrebbero suggerire prodotti ad alte commissioni per proprio interesse, e non del cliente).
  • Può essere più valido affidarsi a gestori che si basano su ETF (fondi passivi a basso costo), come gli italiani Euclidea o Moneyfarm (che guadagnano la loro tariffa a prescindere dai prodotti che propongono, quindi non hanno conflitti di interesse).
  • I "portafogli pigri" (lazy portfolios) sono un metodo di investimento semplice ed efficace (il libro "Stay Lazy and get rich!", scritto da un italiano per il mercato europeo, è un'introduzione rapida e accessibile sia ai "pigri" che a basi di finanza utili a chiunque).

* Il "(quasi)" vuol dire che ci sono alcuni momenti in cui può essere sconsigliabile investire. Tipicamente quando si è nel pieno di una "bolla" che può scoppiare da un momento all'altro (la crisi delle "dot.com" alla fine degli anni '90 è un buon esempio); oppure, quando tutti sembrano buttarsi su un certo investimento, spesso è indice che il momento migliore è già passato.

10. La gratitudine è essenziale per essere felice

Tendiamo a credere che la felicità provenga da quello che abbiamo (sia beni materiali che immateriali), ma in realtà la felicità dipende prima di tutto dalla propria gratitudine, ovvero dalla capacità di apprezzare quello che abbiamo. Paradossalmente, una persona che ha "100" ma non lo apprezza, sarà meno felice di qualcuno che ha solo "10" ma lo apprezza: se non sai apprezzare quello che hai, o se lo dai per scontato, è quasi come se non lo avessi.

Se vi guardate intorno, noterete molte persone le cui vite sono ricche di elementi positivi, ma che invece di goderseli sono sempre scontente perché si concentrano su quello che non hanno.
Quindi un metodo facile per aumentare la propria felicità, è fare esattamente il contrario: focalizzarsi su ogni cosa positiva che arricchisce la propria vita (magari facendone una lista), e riconoscere che si è fortunati ad averle: dalla famiglia agli amici, dall'acqua potabile alla dispensa piena, dall'istruzione all'assistenza sanitaria, dai cinque sensi a tutti gli arti funzionanti.
Ricordandosi che nulla è scontato: in fondo tutto è impermanente, e quello che oggi c'è domani potremmo perderlo.

11. Tutto nella vita è impermanente

Non vivrai per sempre, i tuoi genitori non vivranno per sempre, non manterrai quel lavoro per sempre, non resterai arrabbiato per sempre, non ti sentirai il cuore spezzato per sempre... e qualsiasi elemento nella tua vita è destinato a cambiare, prima o poi.
Come ci ricorda anche il Buddismo, tutto è impermanente: tutto cambia, si trasforma e termina. E' uno dei motivi per cui è impossibile eliminare del tutto la sofferenza.

Anche se da un certo punto di vista questo è inquietante, da un altro è consolatorio: anche questo dolore passerà, la tristezza di oggi potrebbe dissolversi domani, un problema potrebbe sparire.
Inoltre può essere visto come stimolo a celebrare e apprezzare tutte le cose belle e preziose che sono nella nostra vita ora - invece di darle per scontate, ignorarle o persino lamentarsene (come i genitori che a volte ci infastidiscono, o un lavoro che ci pesa ma che ci mantiene). Invece di solito tendiamo a fare l'opposto: ci concentriamo su quello che ci manca, e non facciamo caso a quello che abbiamo (finché lo perdiamo). In questo modo viviamo come poveri anche se la nostra vita è ricca (se ho qualcosa ma non me la godo, è come se non l'avessi).

12. La vita non è equa

La vita non è equa né morale: a volte i buoni non vengono premiati, né i cattivi puniti. Piuttosto, l'esistenza funziona in modo "darwiniano": i più adatti prosperano, i meno adatti stentano o periscono - buoni o cattivi che siano.

Attenzione: questo non è un invito a comportarsi male, o a fare gli stronzi. La vita può non essere morale, ma la società tende ad esserlo, ed a punire chi vìola le regole. Inoltre si tende a raccogliere ciò che si ha seminato. Quindi la "regola d'oro" "tratta gli altri come tu vorresti essere trattato" rimane valida.
Quello che voglio dire è che aspettarsi una "giustizia divina", o che l'esistenza segua i principi morali umani, è ingenuo. Perciò fai quello che ritieni giusto perché ci credi e ti fa sentire bene, non per essere "premiato".


L'elenco delle "20 cose che avrei voluto sapere a 20 anni" continua nel post successivo, nella parte dedicata a relazioni e sentimenti.

"E' strano quante cose bisogna sapere, prima di sapere quanto poco si sa."
(Winston Churchill)

"La tragedia della vita è che diventiamo vecchi troppo presto e saggi troppo tardi."
(Benjamin Franklin)

"C'è un solo bene, il sapere, e un solo male, l'ignoranza."
(Socrate)


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