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10 regole per sposarsi: un test da fare prima del matrimonio

Sposarsi è una scelta molto importante, che non andrebbe presa alla leggera. E' vero che oggi divorziare è diventato relativamente facile (ed infatti accade in quasi la metà dei matrimoni), ma non è mai una passeggiata, quindi sarebbe meglio evitare di arrivarci. Anche se oggi il matrimonio ha perso parte della sacralità di un tempo, secondo me andrebbe comunque visto come un impegno "per la vita": se ci si avvia al matrimonio avendo già dei dubbi, credo che sia meglio evitarlo (o quantomeno prendersi il tempo per chiarirsi le idee).

Per questo ho ritenuto utile compilare una lista di dieci domande da porsi prima di fare il "grande passo": ponderare queste domande può aiutare a capire se stiamo per fare la scelta giusta, ma anche ispirare riflessioni utili a migliorare la relazione (oppure a metterla in discussione se è il caso).
Queste domande sono valide per entrambi i generi, salvo dove diversamente indicato con [F]. Tenete anche presente che in caso di separazione o divorzio, con le leggi attuali spesso l'uomo si ritrova in condizione di svantaggio.

Inoltre, le domande sul partner andrebbero rivolte anche a se stessi (per esempio "Sei capace di ammettere i tuoi errori?"). Ritrovarsi con un coniuge "sbagliato" è sicuramente drammatico, ma anche se siamo noi stessi quelli "sbagliati" la relazione sarà altrettanto problematica.

Il matrimonio aumenta i problemi, non li risolve

Infine, non cadete nell'illusione di credere che "Il matrimonio sistemerà tutto" (o l'equivalente "I figli aggiusteranno tutto"). La convivenza continua esaspera i problemi e i disaccordi, ed aggiunge impegni e stress. Quindi le incompatibilità e i conflitti che già da prima esistono non spariranno, anzi tenderanno a crescere. Potremmo dire che il matrimonio amplifica sia gli aspetti positivi della relazione che quelli negativi: è quindi bene soppesare in anticipo sia gli uni che gli altri.


Dieci domande da farsi prima del matrimonio

Questo genere di test può suonare poco romantico... ma pensate a quanto sarebbe romantico litigare la maggior parte del tempo, convivere con un coniuge che vi detesta, o ritrovarsi buttati fuori di casa (tutti rischi reali in un matrimonio mal riuscito). Come si suol dire, "Prevenire è meglio che curare".

  1. Conosci davvero il tuo partner?
  2. Il partner ha dimostrato di amarti in concreto?
  3. Il partner ti esprime apprezzamento e gratitudine? O vieni dato per scontato?
  4. Il partner è capace di ammettere gli errori e mettersi in discussione?
  5. Il partner è disponibile ai compromessi?
  6. Come va il sesso?
  7. Avete valori, interessi ed obiettivi in comune?
  8. C'è qualche pressione, ultimatum o fretta riguardo il matrimonio?
  9. La partner sembra più interessata alla cerimonia, o all'essere sposata, che alla vita insieme? [F]
  10. Avete aspettative troppo elevate, idealistiche o irreali?

1. Conosci davvero il tuo partner?

Parrebbe ovvio che prima di sposare qualcuno dovremmo conoscerlo bene (questo include anche in ambito sessuale, vedi domanda 6). Ma frequentarsi da tempo può non bastare; anche se abbiamo passato insieme molti weekend o le vacanze, non è detto che conosciamo l'altro a fondo, con tutti i suoi difetti, i limiti ed i "lati oscuri" (che tutti hanno):
  • Tutti tendiamo a mostrare il nostro lato migliore, specialmente agli inizi, ed a nascondere gli aspetti "scomodi" di sé.
  • A volte le persone recitano una parte per farsi benvolere, o perché temono che altrimenti non verrebbero amate.
  • Certi aspetti della personalità possono rimanere nascosti (inconsci) anche alla persona stessa.
  • Nella fase iniziale dell'innamoramento tendiamo a idealizzare il partner e vederlo migliore di come sia. E' solo in seguito che vediamo l'altro com'è realmente.

Solo nella convivenza quotidiana prolungata le persone si rivelano pienamente. Provate a convivere almeno per sei mesi prima del matrimonio: solo così verranno a galla le piccole manie, le fissazioni, le esigenze, quello che ci irrita, ed i "fantasmi" che normalmente teniamo nascosti. Saltare questa specie di "prova generale" rischia di farci ritrovare sposati con qualcuno che si rivela diverso da come credevamo, o con cui non siamo davvero compatibili.

Obiezioni e resistenze

Naturalmente il "test" della convivenza potrebbe spaventare qualcuno; specialmente se è insicuro (teme di non superarlo), oppure se è particolarmente attaccato all'idea del matrimonio (un partner che vuole sposarsi a tutti i costi, vedi domanda 9; una famiglia che fa pressioni, vedi domanda 8). Fate attenzione alle resistenze verso un test di questo tipo: a parte quelle ovvie di tipo religioso o tradizionalista, potrebbero indicare campanelli d'allarme o secondi fini.

2. Il partner ha dimostrato di amarti in concreto?

L'amore autentico è volere il bene e la felicità dell'amato, quindi non si limita a provare un sentimento ma lo trasforma in azione: ovvero compie azioni concrete che soddisfano i bisogni del partner, e lo fanno sentire appagato e felice.
Non tutti però hanno questa capacità. Dire a qualcuno che lo amiamo o che teniamo a lui non costa nulla, ma è più difficile dimostrarlo in pratica: perché richiede impegno, fatica ed a volte anche sacrificio. Nonché la capacità di "riconoscere" l'altro come individuo (invece alcuni sono fermi a uno stadio "infantile" di maturazione, per cui sanno solo vedere se stessi ed i propri bisogni).

Se siamo in una coppia dove uno dei due parla molto di amore, ma raramente lo mette in pratica, potremmo avvertire un senso di malessere o mancanza che non sappiamo spiegarci. Il partner dice di amarci e noi ci crediamo ma, al tempo stesso, magari:
  • I nostri bisogni vengono trascurati o svalutati.
  • Le nostre richieste vengono ignorate o respinte.
  • Non ci sentiamo ascoltati o considerati.
  • Oppure veniamo spesso sminuiti o criticati.
Se questo accade con una certa frequenza, è ovvio che non siamo realmente amati da quella persona (oppure lo siamo in modo incompleto o immaturo), a dispetto di quanti "Ti amo" riceviamo. Esempi tipici sono:
  • (uomo) La sessualità viene trascurata, gli approcci di lui respinti, il bisogno di contatto fisico negato.
  • (donna) Lui non la ascolta, non è interessato ad attività insieme, è emotivamente freddo o distante.
  • (tutti) Quello che facciamo non viene apprezzato, non riceviamo complimenti, i bisogni del partner vengono abitualmente anteposti ai nostri, il partner usa due pesi e due misure (quello che lo riguarda è importante, quello che riguarda noi viene messo in secondo piano o ignorato), i nostri hobby vengono svalutati od ostacolati, veniamo isolati dagli amici o dalla famiglia.

Come detto, l'amore autentico si trasforma in azione; altrimenti non è amore ma forse semplice infatuazione, oppure attaccamento o dipendenza (che sono cose diverse dall'amore). Se il partner ci dice "Ti amo tanto, sposiamoci!" ma noi non proviamo lo stesso entusiasmo perché avvertiamo un senso di vuoto o insoddisfazione, magari il motivo è che non ci sentiamo amati veramente.
Se riconosciamo alcuni dei segnali indicati sopra, pensiamoci bene prima di fare una scelta definitiva. Potremmo parlarne col partner per vedere se riconosce i suoi limiti e si impegna a superarli (vedi domanda 4 e 5). Un certo egoismo è naturale ed umano, ma una tendenza a mettersi sempre al primo posto e trascurare il partner diverrà sempre più marcata col tempo.

3. Il partner ti esprime apprezzamento e gratitudine? O vieni dato per scontato?

Tutti abbiamo bisogno di sentirci apprezzati. Se quello che siamo e che diamo nel rapporto non viene apprezzato, non possiamo sentirci amati; questo col tempo creerà amarezza e risentimento.
Un buon partner non solo apprezza quello che riceve da noi, ma ce lo fa sapere: mostrando gratitudine in modi espliciti, nutre il nostro bisogno di apprezzamento. Inoltre questo ci motiva ad impegnarci nella relazione - e Dio solo sa quanto impegno ci vuole per far funzionare un matrimonio.

Al contrario, senza adeguato apprezzamento col tempo perderemo la motivazione ad occuparci del partner e della relazione (a che scopo, se tanto sembra non contare?). Diventeremo più freddi e scostanti. Potrebbe venirci la voglia di cercare altrove qualcuno che ci apprezza e che ci fa sentire importanti.
Se quello che facciamo viene dato per scontato, ci sentiremo usati. Col tempo ci sembrerà che al partner non importi nulla di noi, che siamo solo un "oggetto" a disposizione, come un elettrodomestico o un armadio. Ci chiederemo "Cosa ci faccio qui?".

4. Il partner è capace di ammettere gli errori e mettersi in discussione?

Tutti facciamo errori; è umano e inevitabile. Per questo è fondamentale ammetterlo quando ci capita: sia per mostrare al partner che abbiamo l'onestà di riconoscerlo, sia per impegnarci a non farlo nuovamente.
Chi invece non sa ammettere di essere in errore (cosa che sembra specialmente comune fra le donne), ha bisogno di avere sempre ragione e non è capace di scusarsi, facilmente sarà un coniuge tirannico ("Ho ragione io e tu torto, quindi si fa come dico io") o vittimistico ("Povera me, non sono io che ho sbagliato, sei tu che sei un prepotente e non mi dai mai ragione").

Alla capacità di ammettere i propri errori è collegata quella di mettersi in discussione, ovvero saper riconoscere i proprio limiti o difetti, ed impegnarsi per superarli o quantomeno limitarli.
Con un partner che non si mette in discussione non si potranno risolvere i problemi nella relazione (perché non si schioda dalle sue posizioni), e tutte le colpe ricadranno sull'altro. Inoltre sarà impossibile crescere insieme, sia come persone che come coppia (che invece è uno dei doni più preziosi di una relazione profonda).

Chi ammette quando sbaglia e sa mettersi in discussione, è un coniuge con cui si può collaborare, cercare soluzioni insieme, trovare compromessi (vedi prossima domanda), e con cui è molto più facile andare d'accordo.
Un partner a cui invece mancano queste capacità rende ogni piccolo disaccordo un dramma, fa passare la voglia di parlarci (tanto è come parlare al muro), e tenderà a farci oscillare tra la nostalgia di essere single e la voglia di strozzarlo.

5. Il partner è disponibile ai compromessi?

"Compromesso" è un termine che molti disprezzano, magari per una visione eccessivamente romantica: credono che quando ci si ama, o con la "persona giusta", si possa andare sempre d'accordo ed essere felici insieme senza contrasti.
Naturalmente questa è un'utopia: poiché siamo tutti diversi e vogliamo cose diverse, anche quando ci amiamo ci saranno spesso desideri e bisogni contrapposti, ritmi differenti, opinioni discordi. Senza contare le numerose diversità tra uomini e donne.

Tutte le coppie hanno conflitti e discutono su argomenti quali i soldi e le spese, il sesso, l'educazione dei figli, le faccende di casa, l'arredamento, il tempo libero, gli amici del partner, la comunicazione (o la sua assenza), come ci si tratta reciprocamente, ecc. Ognuno vorrebbe fare a modo suo, ed ognuno è convinto di avere ragione.
Tutto questa discordia può apparire preoccupante, ed in effetti è una delle cause principali di molte separazioni. Qual è la soluzione? La capacità di fare compromessi: ovvero di venirsi incontro e trovare soluzioni intermedie che siano "abbastanza buone" per entrambi (oltre naturalmente ad una comunicazione efficace).
  • Se un partner vorrebbe fare sesso tutti i giorni e l'altro una volta al mese, magari si può concordare di farlo una volta a settimana (dire "Lo faccio solo quando ne ho voglia" è come dire "I miei bisogni sono importanti ma i tuoi NO").
  • Magari se lei diventa meno critica, lui è più disponibile a parlare di quello che sente.
  • Se lei ha bisogno di sentirsi ascoltata, ma lui lo trova stancante alla lunga, possono accordarsi su dei "momenti di ascolto" che possano funzionare per entrambi.

Obiezioni e resistenze

Questo punto potrebbe irritare chi ha un'aspettativa (vedi domanda 10) del tipo "Se mi ami dovresti farmi sempre contento/a". Forse sono persone che credono all'amore incondizionato, o ad un ideale romantico di unione perfetta. Naturalmente siete liberi di cercarlo, ma secondo me non esiste.

6. Come va il sesso?

La maggior parte dei terapeuti di coppia conferma che l'intesa sessuale è uno dei principali indici di salute della coppia. Una sessualità appagante, insieme all'amore, è uno dei leganti più forti che tiene insieme i partner, a dispetto delle difficoltà. Al contrario, i problemi legati al sesso sono tra i principali motivi (insieme ai soldi e ai figli) di conflitti e separazioni nel matrimonio.

D'altronde quasi tutte le coppie nascono dall'attrazione fisica, e ben pochi accetterebbero di iniziare una relazione sentimentale dove il sesso fosse assente. Ahimé, questo è però il destino di molti matrimoni: una relazione stabile tende a spegnere la passione, e nella maggior parte dei matrimoni uno dei partner perde il desiderio sessuale verso il coniuge (solitamente è la donna).
Questo sembra impossibile alle coppie innamorate, che sono travolte dalla passione reciproca. Ma quando l'innamoramento si spegne (e succede a tutti dopo 6-18 mesi) le cose cambiano. Anche per questo suggerisco di considerare il matrimonio solo dopo un adeguato periodo di conoscenza: all'inizio tutto sembra rose e fiori, ma solo quando l'estasi iniziale è passata si può realmente conoscere il partner e scoprire quanto si è compatibili.

Già dall'inizio possono emergere segnali che indicano la probabilità che l'interesse sessuale del partner andrà calando o sparirà del tutto:
  • Calo del desiderio sessuale già nei primi mesi
  • Problemi o resistenze a parlare di sessualità
  • Svalutare, deridere o disprezzare il sesso
  • Il partner ha un rapporto negativo col proprio corpo, o non si è mai masturbato
  • La donna non ha mai un orgasmo
  • Assenza di preferenze o fantasie erotiche
  • Schizzinosità o igienismo in ambito sessuale
Se notiamo segnali del genere, spesso li ignoriamo nella speranza che i problemi spariranno da soli - ma questo non accade quasi mai. Se stiamo considerando il matrimonio, quest'area è una delle più importanti nella felicità di coppia: se il coniuge ti respinge fisicamente in modo abituale, questo risulterà devastante per il tuo benessere, l'autostima ed il sentirti (non) amato.

7. Avete valori, interessi ed obiettivi in comune?

Durante l'innamoramento o nelle fasi iniziali della relazione, di solito siamo guidati dalla passione e non facciamo molto caso alle reciproche diversità. Oppure se emerge una discordia, siamo lieti di andare incontro al partner.
Sul lungo periodo, però, le diversità eccessive finiscono per logorare le persone o creare conflitti nella coppia. E' quindi importante avere chiare, prima del matrimonio, le posizioni sulla relazione e nella visione del mondo di ciascuno:
  • Romantico e sensibile o pragmatico e materialista?
  • Progressista di sinistra o conservatore di destra?
  • Serate nei locali alla moda o accoccolati sul divano?
  • Sabati al centro commerciale o una passeggiata nella natura?
  • Il partner vuole dei figli o no? E quanti?
  • In caso di figli, la moglie rimane a casa ad occuparsene o torna al lavoro?
  • Vengono prima la carriera e lo stipendio, oppure la famiglia ed il tempo speso insieme?

E' comune credere che il partner la veda come noi, o dare per scontati certi obiettivi. Ma ciò è alquanto rischioso: non pochi si sono ritrovati a scontrarsi perché uno voleva figli e l'altro no, sulla suddivisione dei ruoli in famiglia, o sulla gestione del denaro - e tutto questo non era stato discusso prima.

8. C'è qualche pressione, ultimatum o fretta riguardo il matrimonio?

A volte un partner sente l'esigenza di sposarsi ma l'altro no. Questo è normale, ma è ovviamente un bel dilemma senza facili soluzioni:
  • Da una parte se il mio sogno è il matrimonio, ho tutti i diritti di perseguirlo.
  • Dall'altra, se invece non voglio sposarmi (perché non mi sento pronto, respingo l'istituzione, non mi sento di impegnarmi "per tutta la vita", come uomo temo di esserne svantaggiato, oppure ho delle perplessità sul partner), ho tutto il diritto a vederla così.

La cosa migliore sarebbe parlarne con calma, ed esaminare le resistenze del partner "contro"; magari sono irrazionali o superabili. Se però non si trova un punto d'incontro, magari neanche dopo anni di fidanzamento, allora forse è il caso di riconoscere la differenza di obiettivi e valutare se è meglio prendere strade diverse.
A volte viene posto un ultimatum del tipo "Sposami oppure ti lascio", o "Hai tempo X mesi per decidere, altrimenti è finita". Questa è una specie di ricatto: se da una parte è un bisogno comprensibile, dall'altra indica una forma di egoismo sospetto (chi pone questo ultimatum sta dicendo "Metto le mie esigenze sopra le tue, e la mia felicità prima della tua"). E' possibile che, una volta sposati, questo partner continui a mettere i suoi bisogni avanti a tutto.

La pressione a sposarsi può essere comprensibile in certi casi, ma non è una buona base da cui partire:
  • Se un partner vuole assolutamente sposarsi e l'altro no, questo può indicare una incompatibilità di obiettivi o di valori (vedi domanda 7).
  • L'insistenza sullo sposarsi potrebbe indicare che quella persona è più interessata al matrimonio che alla relazione col partner (vedi domanda 9).
  • Se un partner si sente obbligato a sposarsi, quindi lo fa non convinto o controvoglia, in seguito è probabile che sviluppi pentimenti o risentimento.
  • Se uno o entrambi i partner hanno fretta di sposarsi, questo potrebbe nascondere insicurezze o dubbi a riguardo ("Se ci penso su, o lascio che lei/lui ci pensi su, potremmo cambiare idea"). Oppure può essere visto - magari inconsapevolmente - come la "soluzione" ad un rapporto che sta andando in crisi.
  • A volte la pressione viene dall'esterno (per esempio dai genitori): la coppia che subisce questi influssi dovrebbe ricordare che il matrimonio riguarda solo loro due, e respingere ogni condizionamento esterno.

9. La partner sembra più interessata alla cerimonia, o all'essere sposata, che alla vita insieme? [F]

(Questa domanda riguarda principalmente le donne: sono loro, in genere, ad avere la "fissa del matrimonio")

Sia per ragioni innate che culturali, per un gran numero di donne il matrimonio rappresenta l'evento più importante della vita, al punto da fantasticarci sopra a lungo. Non poche si fanno prendere da una specie di frenesia riguardo la cerimonia nuziale, fissandosi su innumerevoli dettagli o pretendendo di imbastire qualcosa di spettacolare (anche quando le risorse disponibili non lo consentano).
Da una parte questo entusiasmo è comprensibile: di solito ci si sposa una sola volta nella vita, e per la sposa è un modo di sentirsi la "regina della festa". Se però il desiderio di un "matrimonio perfetto" diventa un bisogno ossessivo, al punto da trattare aspramente il futuro marito o relegarlo ad un ruolo puramente passivo in cui deve solo assecondare ogni capriccio della sposa, questo fa sorgere sospetti sulla futura relazione:
  • Forse la sposa sta mostrando il suo vero carattere?
  • Magari si aspetta che lui sarà sempre obbediente e remissivo come gli viene richiesto ora?
  • E' possibile che lei sia così concentrata sulla cerimonia per coprire il fatto che la successiva vita insieme non la attrae particolarmente?
  • Potrebbe essere che la sua voglia di sposarsi è per non sentirsi inadeguata, o perché le sue amiche ci sono già arrivate, o perché "Ormai per me è tardi"... e non per una reale voglia di condividere la sua vita col partner?

In fondo, il matrimonio è un punto di partenza, non di arrivo: è l'inizio di un lungo viaggio insieme, che non si sa dove porterà, ma in cui certamente entrambi affronteranno innumerevoli sfide ed esperienze. La cerimonia ha la sua importanza simbolica, ma quello che conta è il percorso insieme che attende gli sposi. Se questo appare secondario rispetto alla cerimonia, se il fatto di vivere insieme sembra trascurato o non è al centro dei pensieri di entrambi, forse qualcosa non quadra.

Un problema simile può essere presente quando la futura sposa (ma anche lo sposo) sembra più interessata allo status di essere sposata, oppure al corollario: la casa, l'arredamento, o gli eventuali figli. Quando, rispetto ad essi, la vita insieme al partner appare come un "aspetto secondario". Se questo è l'atteggiamento prima del matrimonio... quanto diventerà "secondario" - se non irrilevante - il coniuge negli anni?
E qui ritorna centrale la prima domanda: conosci davvero il tuo partner? Potrebbe essere che nasconda qualche aspetto di sé? E' il caso di fare attenzione ad ogni "segnale d'allarme" che si manifesta:
  • Certe persone si fissano sull'idea di sposarsi, non sulla relazione in sé; e il partner diventa un "mezzo" per arrivare a quello scopo.
  • Per alcuni il desiderio di avere dei figli supera molto quello verso il partner. Una volta realizzato il loro bisogno, spesso diventano indifferenti o distanti verso il coniuge - ormai diventato "superfluo".
  • Alcuni hanno delle insicurezze profonde, per cui ricercano la stabilità o un "nido sicuro" - poco importa con chi.

10. Avete aspettative troppo elevate, idealistiche o irreali?

La felicità e l'appagamento che proviamo dipende più dalle nostre aspettative che dagli eventi in sé. Esempio banale: ricevo un aumento di stipendio di 100 euro. Se me lo aspettavo da 50, sarò molto contento; se me lo aspettavo da 200, sarò deluso e arrabbiato. Eppure l'aumento è sempre quello!
Lo stesso vale nelle aspettative sulle relazioni:
E' quindi importante fare un esame delle proprie aspettative prima del matrimonio, e verificare che siano realistiche e non esagerate: Insomma, se "crediamo alle favole" poi la realtà non potrà che risultare deludente - e il divorzio in agguato.

Altri fattori da considerare

Non vorrei esagerare e scoraggiare i lettori, ma mi sembra opportuno citare altri elementi che possono influenzare la riuscita di un matrimonio.

Età e consapevolezza di sé

La maturità non dipende dall'età, ma di solito a vent'anni le persone non sanno ancora bene chi sono e cosa vogliono. Per questo sposarsi a quell'età è rischioso: è facile che entro pochi anni si cambi e si scopra come i due partner non siano più compatibili.
Secondo me sarebbe bene pensare al matrimonio non prima dei 25-30 anni, o quantomeno dopo aver vissuto abbastanza esperienze (anche relazionali e sessuali) sufficienti ad essere consapevoli della propria identità, dei gusti e bisogni, dei propri limiti e qualità. Prima d'allora sarebbe meglio evitare scelte definitive.

Non basarsi solo sull'attrazione

L'attrazione è alla base di quasi tutte le coppie, ed è certamente un elemento che lega i partner, ma è tutt'altro che sufficiente. Se siete accecati dall'attrazione potreste trascurare fattori essenziali come il carattere del partner (domanda 1), i valori e obiettivi comuni (domanda 7), od ignorare i campanelli d'allarme.
Molte coppie, dopo che l'attrazione si è attenuata, scoprono che il partner è una specie di "estraneo" o sono infastiditi dalla sua presenza.

Parlate la stessa lingua?

Secondo la teoria dei "Cinque linguaggi dell'amore", esistono cinque modalità principali attraverso cui ci sentiamo amati: parole affettuose, tempo di qualità, atti di servizio, contatto fisico, regali.
Due partner con modalità d'amore diverse faticheranno a capirsi e a soddisfarsi reciprocamente, specialmente se non sono consapevoli di queste differenze (se il partner ci ama ma lo esprime usando un linguaggio che non fa per noi, non ci sentiremo amati). E' quindi importante confrontare i rispettivi linguaggi e vedere se coincidono.

Ambiente familiare del partner

Tutti assorbiamo dai genitori molti aspetti del nostro carattere, così come dai comportamenti a cui abbiamo assistito nell'infanzia. Questo può includere paure, nevrosi ed atteggiamenti distruttivi, che pure ci paiono normali se sono quelli a cui siamo stati abituati.
E' quindi importante osservare la famiglia d'origine del partner, ed il modo in cui i suoi genitori si trattano a vicenda, per capire se ci sono elementi problematici che potrebbero emergere in seguito nel partner stesso (ma che ora magari rimangono nascosti). Genitori anaffettivi, severi, iper-critici, ansiosi e iper-protettivi, infelici o depressi, uno che sottomette l'altro... sono tutti indizi di tratti che potrebbero appartenere anche al partner.

Invecchiare col partner?

Per finire, magari nel momento stiamo bene col partner e ci sentiamo felici. Ma poiché il matrimonio è un viaggio verso il futuro, proviamo a immaginare decenni passati insieme, e se ci vediamo ad invecchiare insieme a quella persona.

Altri post sul matrimonio

Termino elencando altri post in cui parlo di come far funzionare un matrimonio, o dei fattori che contribuiscono a farlo fallire.

"Il matrimonio deve continuamente combattere contro un mostro che tutto divora: l'abitudine."
(Honorè De Balzac)

"Un buon matrimonio, ammesso che ve ne siano, si pone come obiettivo l'amicizia."
(Michel De Montaigne)

"Ci sono buoni matrimoni, ma non ce ne sono di deliziosi."
(Francois de La Rochefoucauld)


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Verrai voluto e amato per quello che puoi offrire

Tutti vorrebbero sentirsi amati, apprezzati, ammirati e benvoluti. Siamo una specie sociale: quello che pensano gli altri di noi, e come ci trattano, sono fattori che toccano chiunque profondamente. Non è una debolezza, come alcuni pensano: è semplicemente la natura umana.
Per questo molti si interrogano su come piacere, come essere desiderati, come farsi amare. In fondo, gran parte di quello che facciamo e spendiamo (pensiamo ad abbigliamento ed accessori, cosmetici, automobili, gioielli, diete, palestre, case e arredamento, ecc.) è destinata a quello scopo - che ne siamo consapevoli o meno. Persino buona parte dei post sui social media serve a quello: si vuole essere notati, apprezzati, ricevere Like o condivisioni, o magari suscitare l'interesse di potenziali partner.

Le bugie che ci raccontano

Quando i nostri tentativi di ricevere apprezzamento o interesse non producono i risultati desiderati, specialmente in campo sentimentale, dubitiamo di noi stessi: "Ho qualcosa che non va? Sono brutto/a? Non sono abbastanza? Cosa mi manca? Cos'ho di sbagliato? Forse dovrei essere più come l'attore X / la modella Y...". Ci scoraggiamo e cerchiamo di capire cosa può renderci più piacevoli o amabili.
Purtroppo le risposte che riceviamo a questo proposito sono spesso confuse, fuorvianti o del tutto false. Ci sentiamo dire cose come:
  1. "Basta che sei te stesso"
  2. "Prima o poi troverai qualcuno"
  3. "L'amore arriva quando smetti di cercarlo"
  4. "Esiste la persona giusta per te, basta che la trovi"
  5. "Tu meriti di essere amato"...

Queste sono per lo più bugie consolatorie ma ingannevoli. Sono favole che ci raccontiamo, o a cui vogliamo credere per non disperare. Ma in realtà:
  1. Se hai una personalità disastrata e la mostri essendo te stesso, gli altri si allontanano.
  2. Se non hai qualità attrattive, nessuno ti vorrà - non è questione di tempo.
  3. Se piaci poco o hai scarse qualità attrattive, rimanere fermo senza prendere iniziativa non ti renderà più interessante (anzi, avrai ancora meno chance).
  4. La "persona giusta" è un mito romantico. Se non hai qualità che piacciono, nessuno ti vedrà come un "partner giusto".
  5. Questo è un bell'ideale, ed in un mondo perfetto sarebbe così. Ma nel mondo reale vieni amato solo se possiedi attributi adeguati (chi mai vorrebbe un partner senza qualità?).

La dura verità

Chi racconta queste "favole" lo fa con buone intenzioni (e spesso ci crede), ma questo non aiuta le persone respinte, ignorate o abbandonate; le inganna soltanto, o le illude che le cose potrebbero risolversi da sole. A queste persone non viene detta la verità: per ignoranza (molti non capiscono come funzionano davvero le relazioni), o perché appare troppo crudele o spietata (quindi cerchiamo di ignorarla).
Lo scopo di questo post è raccontare la "dura verità" alle persone poco amate e/o desiderate: dir loro perché gli accade ciò, e di cosa avrebbero bisogno per cambiare la loro situazione.

Naturalmente la questione è complessa (come sempre quando parliamo di esseri umani), quindi ciò che scrivo non pretende di spiegare al 100% ciò su cui si fondano le relazioni. Ritengo però che le basi principali siano queste, incluse alcune rivelazioni che raramente ci vengono dette.

“Se non hai qualità attrattive,
nessuno ti vorrà”

La verità su chi piace e chi no

La verità è che per piacere (sia su un piano di amicizia che sessuale che sentimentale) bisogna avere certe qualità: chi possiede quelle qualità riceverà apprezzamento e interesse, altrimenti no. E' semplice: piacerai agli altri in base a quello che puoi offrire loro, che sia di loro interesse. Non semplicemente perché esisti, perché "te lo meriti" (e chi lo decide?), o perché sei una brava persona. Senza adeguate qualità verrai ignorato, respinto, o al meglio trattato con cortese indifferenza.
  • In particolare, quasi sempre le relazioni sentimentali partono dall'attrazione. Per cui se hai molte qualità attrattive avrai molti possibili partner (o potrai scegliere tra i migliori pretendenti), se ne hai poche dovrai darti molto da fare per trovare un partner disponibile (e probabilmente accontentarti), e se ne sei privo nessuno vorrà stare in coppia con te.
  • Ma anche a livello di amicizia, verrai considerato come amico se possiedi certe qualità che gli altri trovano interessanti. Vogliamo essere amici di persone che ci piacciono, che ci fanno sentire bene o ci arricchiscono la vita - non di chiunque.

In pratica, in ambito relazionale (e specialmente nelle relazioni uomo/donna) ognuno ha un certo "valore" in base alle qualità attrattive che offre, e le altre persone reagiranno a questo suo valore con più o meno interesse e desiderio (io lo definisco "valore di mercato relazionale").
In particolare le donne tendono all'ipergamia (cioè ambiscono a partner migliori di loro stesse) e sono alquanto selettive, per cui si interessano ad un uomo solo se questi presenta qualità adeguate (un "uomo qualunque" viene in genere ignorato).

Le qualità attrattive

Ma quali sono le qualità di cui parlo? Dipende da cosa cerchi (amicizia? sesso? amore?...), e dalla persona che hai di fronte. Non pensare che siamo tutti uguali, o che cerchiamo le stesse cose: in realtà siamo tutti diversi, e ci piacciono cose diverse. Ecco perché i consigli "Alle donne piace X" o "Gli uomini vogliono Y" servono a poco: non considerano le differenze tra individui.
E' vero che alcune qualità sono apprezzate da tutti o quasi. Per esempio tutti sono affascinati dalla bellezza, ma oltre alla bellezza contano altre qualità. Inoltre esistono tanti tipi di bellezza, per cui nessuno può piacere a tutti. Certe caratteristiche sono apprezzate dalla maggioranza, ma i gusti personali contano tantissimo.

Siamo mossi dai nostri bisogni

In pratica, ognuno ha i suoi bisogni, e proverà interesse per chi può nutrire quei bisogni (*).
  • Alcuni di quei bisogni saranno comuni a tante persone (i più diffusi sono: bellezza; curve sinuose e sex appeal nelle donne; potere, status e ricchezza negli uomini).
  • Altri bisogni saranno più specifici per ciascun individuo (per cui qualcosa che attrae me potrà risultare indifferente o addirittura sgradevole per altri).
Più io possiedo qualità che corrispondono ai bisogni di Anna, e più Anna si sentirà attratta da me, proverà desiderio e sentimenti nei miei confronti. Se io possiedo tutte le qualità che corrispondono ai suoi bisogni, Anna mi vedrà come unico, indispensabile e irresistibile: perché rappresento la chiave per la sua felicità (i bisogni soddisfatti ci fanno sentire felici; quelli insoddisfatti provocano frustrazione e sofferenza).

(*) Bisogni inconsci e nascosti

Va sottolineato che spesso le persone non sono consapevoli dei propri bisogni, ma questi li influenzano ugualmente. Questo vale specialmente per i bisogni inconsci e profondi, magari legati a ferite emotive del passato: queste possono indurre a ricercare esperienze negative (se ho una "ferita del tradimento" sarò attratto da persone che tradiscono).

L'amore è una conseguenza

Molti credono che il desiderio verso una persona sia mosso dall'amore ("Lo voglio perché lo amo"), ma in generale l'amore è l'effetto, non la causa. Quando qualcuno nutre i nostri bisogni (o crediamo che possa farlo), sviluppiamo coinvolgimento per quella persona: la felicità che sentiamo (o che speriamo ci venga data), ci apre il cuore e ispira l'amore che ci pervade.
L'amore non è quindi una causa di attrazione, ma la conseguenza dei bisogni soddisfatti; un misto di attaccamento, felicità e gratitudine. Spesso crediamo che sia l'amore a motivarci, quando non abbiamo idea dei bisogni che ci muovono.

“Ognuno ha i suoi bisogni,
e prova interesse per chi
può nutrire quei bisogni”

Elenco qualità attrattive

Alcune di queste valgono per tutti, altre solo verso le femmine [F].
  • Bellezza, al primo posto (ma ne esistono di tanti tipi diversi, non c'è un modello ideale che attragga chiunque)
  • [F] Sicurezza di sé, forza di carattere, personalità Alfa
  • [F] Essere un leader, una guida, qualcuno che gli altri seguono
  • [F] Ricchezza, potere, status sociale
  • [soprattutto F] Carisma
  • Intelligenza
  • Entusiasmo, intensità, avere grande energia
  • Gioia di vivere, positività
  • [F] Avere passione per qualcosa, vivere con passione
  • [soprattutto F] Avere talenti particolari (di tipo emotivo, non tecnico: arte, musica, danza...)
  • Affettuosità, calore umano, capacità di amare (*)
  • Bontà d'animo, grande cuore
  • Maturità, profondità, saggezza
  • Umorismo, allegria
  • Empatia

(*) Amare è diverso da attaccamento o dipendenza: alcuni dicono "Voglio solo amare", ma in realtà hanno personalità deboli e dipendenti, e di solito nascondono un disperato bisogno di venire amati. Questo bisogno e disperazione risultano repellenti per il sesso opposto.

Qualità primarie e secondarie

Da notare che, a parte la bellezza (che ha valore universale per ragioni evoluzionistiche), la maggioranza delle altre qualità sono "secondarie", ovvero vengono apprezzate in genere ma risultano attrattive (cioè generano desiderio sessuale o di coppia) solo per alcuni, o solo se presenti in quantità.
Queste qualità "secondarie" si sommano, cioè averne una sola porta a pochi risultati, mentre averne molte offre più chance. Ecco perché un uomo che sia molto intelligente ma non abbia altre qualità attrattive avrà scarso successo con le donne, mentre uno intelligente, spiritoso, affettuoso ed empatico otterrà migliori risultati.
Inoltre, avere tratti negativi controbilancia le qualità secondarie (ma spesso non la bellezza):
  • Per cui qualcuno ricco di qualità secondarie, ma anche insicuro, fragile, scontroso e suscettibile, perderà gran parte del suo "fascino potenziale".
  • Mentre qualcuno dotato di un fisico avvenente, anche se afflitto da tante pecche caratteriali, risulterà comunque desiderato da molti.

Dalla teoria alla pratica

Anche quando qualcuno dice di ricercare certe qualità, non sempre poi le apprezza in pratica:
  • Le donne che dicono "Cerco un uomo intelligente" o "Voglio essere amata", il più delle volte intendono "Voglio un uomo attraente / sexy, che mi susciti forti emozioni, ed anche intelligente / che mi ami". Se un uomo intelligente non le suscita attrazione o non la emoziona, la sua intelligenza non basterà di certo.
  • Ma anche molti uomini che dicono "Vorrei una ragazza che mi amasse" o "Mi piace la donna dolce e sensibile", quando incontrano una donna di quel tipo ma da cui non sono attratti fisicamente, non risultano interessati.

“Se un uomo intelligente
non suscita attrazione,
la sua intelligenza non basterà”

Non c'è giustizia o equità in amore

Un'altra verità è che non ci sono giustizia o equità in amore: i migliori possono avere tutto (o quasi), mentre i più scarsi non ottengono nemmeno le briciole (quelli "mediani" si arrabattano e si sforzano per rimediare qualcosa). Se manchi delle necessarie qualità attrattive, ed in particolare quelle che valgono per la persona che ti interessa, non avrai nessuna chance. Non importa se sei un genio, gentile, saggio o divertente: senza le qualità che quella persona desidera, resterai per lei invisibile o irrilevante.
Al più, se è una persona buona e generosa, ti tratterà con gentilezza e considerazione (ma per via della sua bontà d'animo, non per interesse verso di te). Molte persone con "basso valore di mercato" scambiano quella gentilezza per interesse (magari perché la ricevono di rado), ma è un'illusione pericolosa: quella persona è gentile con tutti, perché è nella sua natura, non scambiarlo per interesse (che ha ben altra intensità).

E nemmeno nella vita

Quindi, come detto, riceverai interesse (e amore) per quanto puoi offrire, non per chi sei. Questo è certamente ingiusto, ma lo è anche la vita stessa: alcuni nascono in famiglie ricche ed altri nella povertà, certi hanno in dono un corpo sano ed altri malforme, alcuni nascono dotati ed altri no. Se osserviamo l'esistenza vediamo che spesso il buono non viene premiato né il cattivo punito.
La vita non è giusta né morale (morale e giustizia sono invenzioni umane, necessarie per il vivere civile, ma non esistono in natura); e questo vale anche in amore. Se lo riconosciamo, eviteremo di avere aspettative illusorie e le delusioni conseguenti.

Leggi di natura

E' probabile che leggendo questo post molti avranno una reazione incredula, offesa, o persino indignata: "Non tutti sono superficiali od opportunisti, tutti possono essere amati, l'amore è un mistero, ecc.". Lo capisco, e mi piacerebbe che fosse così. Ma in 40 anni di osservazione della natura umana, ed ascoltando le storie di centinaia di persone, queste "leggi di natura" risultano chiare e inevitabili. Vediamo qualche esempio:
  • Una persona di aspetto sgraziato o ripugnante non potrà attrarre un individuo sensibile alla bellezza (che sono la stragrande maggioranza).
  • Se a qualcuno piace un certo tipo di fisico, e solo quello, non proverà attrazione per un tipo di fisico all'opposto.
  • Per la maggioranza delle donne un "uomo qualunque", senza alcuna qualità o talento particolare, risulterà praticamente invisibile - anche in assenza di gravi difetti.
  • Nessuna persona di 20-30 anni sarà interessata ad un partner di 60-70 anni (tranne anomalie rarissime, e magari dovute comunque a particolari qualità - tipo uomo ricchissimo, donna celebre).
Se anche accadono eccezioni a queste "regole", sono comunque troppo rare da fare testo, e per lo più dovute a certi bisogni soddisfatti.

Senza attrazione non c'è storia

In generale, se non risulti attraente per una persona non avrai alcuna chance sentimentale con lei, per quanto tu possa impegnarti; anzi, se insisti probabilmente le darai pure fastidio. Infatti quasi tutte le coppie partono dall'attrazione; questa è un'altra "dura verità" che di rado viene ammessa.
Quando veniamo respinti da qualcuno spesso speriamo di poter recuperare corteggiando quella persona, oppure pensiamo "Se mi conoscesse meglio potrei piacerle". Il più delle volte, però, questo non produce risultati, proprio perché se non c'è attrazione da subito, difficilmente avverrà in seguito (*).

(*) E' vero che, a volte, un corteggiamento può conquistare qualcuno; o che la conoscenza approfondita possa coinvolgere. Ma succede raramente, e mi sembra ancor più difficile che accada in un'epoca di contatti fuggevoli e "liquidi" come quella odierna.

Finire nella "friend-zone"

Quando vieni respinto e ti dicono "Per me sei solo un amico" o "Non vorrei rovinare la nostra amicizia", solitamente quelle parole non riguardano realmente l'amicizia ma significano "Non sento alcuna attrazione per te" (ma non vogliono dirlo apertamente, o a volte non se ne rendono conto). Questo tipo di affermazioni è tipicamente femminile (gli uomini provano attrazione più facilmente).

“'Per me sei solo un amico'
significa
'Non sento alcuna attrazione per te'”

Differenze tra uomini e donne in amore

E' anche importante notare le differenze tra uomini e donne nell'ambito della seduzione e dei sentimenti. Molti non le conoscono e si aspettano che il sesso opposto si comporterà come loro stessi: grave errore!
  • In primis, il desiderio tra uomini e donne non è paritario: gli uomini desiderano le donne molto più di quanto le donne desiderino gli uomini. Infatti quasi sempre sono gli uomini che corrono dietro alle donne e le corteggiano, e non viceversa.
  • Una "donna media" riceve molto più interesse di un "uomo medio" (questo è evidente sui siti di dating). E' chiaro che la donna ha un maggior "valore di mercato" dell'uomo, il che conferisce alle donne un grande potere di attrazione (che la maggioranza degli uomini non ha).
  • Le donne sono assai più selettive mentre gli uomini sono meno esigenti e più "accomodanti" (mediamente).
  • Chi viene "scartato" come partner (cioè considerato non abbastanza attraente o senza sufficienti qualità per creare una coppia), riceve un trattamento diverso in base al genere:
    • Se è uomo viene scartato e basta, ignorato o respinto, di solito senza appello.
    • Se è donna può venire comunque considerata come partner sessuale (la cosiddetta "trombamica"), o come "partner di scorta" in attesa di meglio; ed a volte questo tipo di relazioni si trasformano in una vera coppia.
      Queste possibilità possono apparire scadenti, ma va notato come comunque offrano alla donna una serie di opportunità relazionali; mentre per l'uomo scartato c'è il vuoto assoluto.
  • Questo divario spiega un'altra diversità: quando un uomo viene scartato per certe sue mancanze (insicurezza, timidezza, fragilità, scarso status o ricchezza), spesso si ritrova a dire "Ma io una donna con queste caratteristiche la vorrei lo stesso!". Questo perché, come visto nei punti sopra, l'uomo è mediamente meno esigente, e se una donna è abbastanza graziosa sorvola su altre mancanze. Non così la donna, che spesso ha una lunga lista di requisiti.

In altre parole, in amore non solo non c'è giustizia o equità, ma nemmeno parità. Uomini e donne cercano spesso cose diverse, ed hanno differente "valore": diversamente da quanto sostiene il femminismo, in ambito relazionale sono le donne ad avere grande potere ed una posizione di vantaggio.

Se ti mancano qualità

E se ti mancano qualità attrattive, cosa puoi fare? Ricorda che è sempre possibile migliorare se stessi ed imparare quello che ora non sai. Non si smette mai di cambiare, e si può evolvere lungo tutta la vita: pensa a tutto quello che hai imparato da quando sei nato. Pensare "Io sono fatto così e non posso farci nulla" è un'illusione ed un alibi.
Ogni risultato importante richiede sforzo ed impegno. Restare in forma, prendere una laurea, padroneggiare una professione, saper suonare uno strumento musicale... non è mai gratis, non è mai facile o immediato. Però se ci tieni ne vale la pena. Anche nelle relazioni, se desideri migliorare i tuoi risultati puoi "investire su te stesso" e dedicarti a sviluppare le tue qualità attrattive, aumentando così il tuo "valore di mercato".
Non è molto diverso dal farlo in ambito lavorativo, con l'obiettivo di una carriera più appagante. Alcuni credono che dovrebbero essere amati solo perché esistono, o che l'amore dovrebbe essere facile; ma non è così che funziona la vita. Come nel lavoro, anche in amore il successo e la soddisfazione arrivano a chi è più dotato oppure a chi si è più impegnato per diventare una persona notevole.

La scelta è tra non fare nulla e restare nella mediocrità, oppure impegnarsi verso obiettivi più elevati.
E se non sai come migliorare o risolvere problemi che ti frenano, oppure ti sembra di essere privo di qualità attrattive, può essere utile rivolgerti ad un esperto - terapeuta o counselor - che ti aiuti a diventare la persona che vorresti essere.

Essere amati o essere usati

Infine, rispondo ad una possibile obiezione: "Non mi interessa essere voluta solo per ciò che posso dare, per poi essere usata e scaricata". Certo, ma non è ciò che sto dicendo. Chi ci cerca perché nutriamo i suoi bisogni può anche sinceramente affezionarsi ed attaccarsi a noi; anzi è quello che spesso accade.
Il problema non è ricercare la soddisfazione dei propri bisogni (che tutti abbiamo), bensì il modo in cui li perseguiamo:
  • Una persona (abbastanza) "sana" ricerca la soddisfazione dei suoi bisogni, e si può affezionare o legare a chi li soddisfa (per esempio si innamora).
  • Una persona "malsana" ricerca la soddisfazione dei suoi bisogni, ma si limita ad "usare" gli altri a quello scopo, perché incapace di formare relazioni positive.

In altre parole, tutti cerchiamo negli altri la soddisfazione dei nostri bisogni (anche quando non lo sappiamo). Ma quello che succede dopo - affetto, amore, legame, oppure manipolazione ed utilizzo incurante - dipende dalla persona e dalla sua maturità psicologica, emotiva e relazionale. Per quello è importante non fermarsi all'attrazione istintiva (che rischia di indurci a scegliere partner affascinanti ma non compatibili con noi).

"Ognuno insegue il suo piacere."
(Virgilio)

"Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione."
(Algernon Charles Swinburne)

"Ogni umana attività è indotta dal desiderio."
(Bertrand Russell)


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