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Bibliografia - Psicologia

Apro, con questo post, una breve serie in cui presento un elenco di libri che ho trovato utili, interessanti, o che comunque mi hanno donato qualcosa di prezioso; suddivisi in quattro categorie principali: Per ogni volume sono indicati titolo, autore ed editore, più un commento mio personale, o tratto da fonti esterne.

Siete invitati a presentare i libri che avete trovato validi per il vostro percorso, con un commento personale, che potranno essere inseriti in questi elenchi.

Come scegliere un libro?

Di fronte agli scaffali di una libreria (oppure a questi elenchi), è facile sentirsi dubbiosi e non sapere come scegliere...
Io uso due "tecniche" per aiutarmi:
  • L'intuizione: scorrendo uno scaffale (o un elenco), ascolto gli impulsi, le sensazioni, un "campanellino" che trilla di fronte a un certo titolo o copertina... mi lascio "guidare".
  • La scansione: quando prendo in mano un libro, lo scorro leggendo qua e là paragrafi, alla ricerca di una emozione. Se la lettura di tre o quattro punti diversi non mi ispira alcuna reazione, lo ripongo. Se, invece, mi sono sentito colpito, ispirato, eccitato o commosso, allora quel libro potrebbe avere un valore per me; questo può valere anche in caso di emozioni negative: quello che ci disturba o urta, spesso racconta qualcosa che ha a che fare col nostro Io profondo.


"La ferita dei non amati"

(Peter Schellenbaum - Red)

L'autore esplora la ferita fondamentale che tutti, in qualche misura, ci portiamo dentro: quella di non sentirci mai amati abbastanza, col vuoto e l'angoscia che la accompagnano.
Riconoscerla, accettarla, imparare a conviverci e, in qualche modo, guarirla per tornare ad abbracciare la vita.

"Running on Empty"

(Jonice Webb - Morgan James Publishing - Recensioni in inglese)

L'autrice (psicologa e blogger) ha notato nel suo lavoro di terapeuta l'esistenza di una problematica non identificata prima, che ha chiamato Childhood Emotional Neglect (negligenza emotiva durante l'infanzia). E' un problema sfuggente perché consiste nell'assenza di qualcosa (un'adeguata attenzione e nutrimento a livello emotivo verso il bambino) piuttosto della presenza di eventi negativi (un trauma o la violenza fisica sono cose concrete e identificabili).
A causa di ciò chi ne soffre non comprende l'origine delle sue difficoltà, magari ricorda un'infanzia serena o felice, ma si sente "sbagliato" e spesso si attribuisce la colpa della sua condizione. Queste persone sentono un profondo "vuoto" dentro di loro, anche quando la loro vita è invidiabile, e non trovano una causa evidente.

In seguito alla negligenza emotiva (spesso involontaria) dei loro genitori, queste persone non hanno imparato ad ascoltare le proprie emozioni, riconoscerle, accettarle, gestirle, ed esprimerle. Sono disconnessi dalla loro emotività: questa assenza si avverte come un "buco dentro" o una grave mancanza (le emozioni sono il carburante della vita), e provoca una serie di difficoltà nel relazionarsi con gli altri.
  • Costoro si sentono poco connessi al partner, non assaporano il piacere, faticano ad amare.
  • Quando provano emozioni forti sono in difficoltà o non le tollerano.
  • Alcuni si ritrovano a bere troppo, mangiare troppo, spendere troppo, o rischiare troppo, nel tentativo di sentire qualcosa di positivo.
  • Spesso temono che, se qualcuno li conoscesse veramente, non potrebbe che respingerli (quello che l'autrice definisce "The fatal flaw", "Il difetto fatale").

Dopo aver descritto la dinamica della negligenza emotiva e le sue conseguenze, il libro presenta 12 tipi di genitori e le modalità in cui la loro negligenza influenza i figli. Nella seconda parte offre una serie di suggerimenti e tecniche per rimediare al problema, nonché per aiutare i genitori a non trasferire sui propri figli la negligenza che hanno subito nella loro infanzia.
Ho trovato questo libro informativo e illuminante, sia a livello personale che come counselor. Adotta un linguaggio semplice e chiaro. Ne consiglio caldamente la lettura a chiunque si senta coinvolto dal tema, ed a chi abbia difficoltà con le emozioni, le relazioni umane, e l'amore in generale.

"Intelligenza emotiva"

(Daniel Goleman - Rizzoli)

Quandi si parla di "intelligenza", di solito si intende quella logico-matematica (misurata dai test di QI). Ma questo è riduttivo: in realtà esistono diversi tipi di intelligenza, che gestiscono diversi aspetti di se stessi e dell'esistenza. Questo spiega perché una persona molto intelligente a livello scientifico può però essere incapace a livello sociale, o chi ha grande capacità con le parole (intelligenza verbale) può risultare scarso in matematica, ecc.

Questo libro illustra il concetto di intelligenza emotiva, ovvero la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie e altrui. E' composta da cinque capacità essenziali: autoconsapevolezza emotiva, autocontrollo emotivo, automotivazione, empatia e abilità sociali. Chi ha sviluppato un buon grado di questa intelligenza è quindi consapevole dei propri stati d’animo nonché delle emozioni e dei sentimenti di chi lo circonda. Queste persone hanno una ricca vita emozionale e sono dotati di empatia, ma sono anche in grado di gestire le emozioni proprie ed altrui senza venirne sopraffatti.
Al contrario, chi ha un'intelligenza emotiva ridotta o bloccata:
  • non comprenderà le proprie emozioni, oppure ne verrà travolto senza saperle controllare;
  • non saprà capire lo stato d'animo di chi ha davanti, ed avrà scarso successo nelle relazioni interpersonali;
  • avrà difficoltà ad approcciare e interagire col sesso opposto, che facilmente gli apparirà "alieno";
  • in una relazione sentimentale, farà fatica ad esprimere i propri bisogni affettivi e sessuali, come pure a capire quelli del partner; pur desiderando amore e intimità, troverà arduo coltivarli.
Casi classici sono le persone di successo nel lavoro, ma con un matrimonio infelice. Oppure intellettualmente brillanti ma soli e senza amici. O, ancora, persone sensibili e creative ma afflitte da depressione o vuoto esistenziale. Il libro spiega "ciò che manca" a queste persone, come comprendere la dimensione emotiva e imparare a gestirla al meglio.

"Psicocibernetica"

(Maxwell Maltz - RP Publishing)

Ognuno crede di avere una visione realistica di se stesso, ma invece la nostra opinione si basa su una "immagine mentale interiore" che spesso non corrisponde alla realtà. Così può succedere che:
  • Una donna graziosa o un uomo gradevole si vedano brutti
  • Una persona senza particolari imperfezioni, si veda invece piena di difetti
  • Una donna anoressica (e magrissima) continui a vedersi grassa...
E così via. E' questa "immagine interiore" che determina come ci vediamo, ed anche se il nostro aspetto migliora, spesso continuiamo a vederci con i difetti che avevamo prima. Questo è stato studiato, tra gli altri, dal chirurgo estetico americano Maxwell Maltz, che ha osservato come persino dopo un intervento chirurgico le persone operate continuavano a vedersi come erano prima. Studiando questo fenomeno, giunse alla conclusione che è l'immagine interiore - e non la realtà - quella in cui ci rispecchiamo.
Il libro "Psicocibernetica" descrive il metodo da lui sviluppato per modificare la propria immagine interiore, e quindi sentirsi bene ed in armonia con se stessi (sia fisicamente che emotivamente). Da questi princìpi è stato sviluppato il sistema di crescita personale "Psicodinamica").

"Alla ricerca delle coccole perdute"

(Giulio Cesare Giacobbe - Ponte alle Grazie)

L'autore illustra diversi livelli di sviluppo della personalità (Bambino, Adulto, Genitore), e come le nostre relazioni risultino pesantemente influenzate dal livello che abbiamo raggiunto - o meno.
Parla di come molte persone, nonostante la maggiore età, rimangano psicologicamente "Bambini", e come questo influenzi pesantemente le loro relazioni. Spiega cosa vuol dire diventare davvero "Adulti", e come si possa arrivare allo stato di "Genitori", ovvero gli unici capaci di prendersi cura degli altri, condizione indispensabile per amare veramente.
Forse non è superfluo aggiungere che diventare "Genitore" (psicologicamente) non ha nulla a che fare con il mettere al mondo dei figli, e che in giro ci sono molte persone che fingono di essere "Genitori" e di saper amare, mentre in realtà sono ancora "Bambini" che cercano di essere amati, ma non sanno dare (e questo già spiega molti dei problemi di relazione che vediamo ovunque).

"Le vostre zone erronee"

(Wayne W. Dyer - Rizzoli)

Parlando di "crescita personale", questo è uno dei libri "classici" sull'argomento, tanto è vero che, a 30 anni dalla sua uscita, è tutt'ora valido. Se trovi che nella tua vita le cose non vanno come vorresti e hai voglia di cambiarle, questo è un buon libro da leggere questo libro, insieme ad altri dello stesso autore:

"Non siamo nati per soffrire"

(Raffaele Morelli - Mondadori)

Molto bello, e si muove diversamente rispetto ai "soliti" consigli su come sconfiggere il dolore, consigliando invece di accettarlo e ascoltarlo. Aldilà dei pensieri e della loro "falsa saggezza", incontro ai messaggi dell'anima e del corpo

[dalla copertina] «Il modo migliore di superare il dolore è provare a non mandarlo via.
Quando arriva il dolore non bisogna evitarlo nè combatterlo, ma cedergli, farsene sopraffare. Osservandolo senza volerlo spiegare, vivendolo senza volerlo scacciare, il disagio se ne andrà da solo, dopo averci portato il suo messaggio profondo per farci rinascere e ridare senso alla nostra vita».

• "Ciascuno è perfetto - L'arte di star bene con se stessi"

(Raffaele Morelli - Mondadori)

[dalla presentazione] «"Non c'è alcun fine, da perseguire, alcuna meta da raggiungere e non occorre fare alcuno sforzo per migliorarci. Soprattutto, non c'è niente di noi che non vada bene".
E' questa la premessa con cui il famoso psichiatra affronta i malesseri psicologici che oggi come non mai affliggono molti di noi. Alla radice del problema sta il fatto che spesso rincorriamo obiettivi a volte inutili o irraggiungibili, con il risultato di sentirci costantemente falliti o inadeguati.
Avvalendosi dei secolari insegnamenti delle filosofie orientali e della mistica ebraica, non meno che della propria esperienza diretta come psicoterapeuta, Morelli ci svela un modo nuovo di affrontare i nostri problemi. Aiutandoci a scoprire che il segreto del benessere non si trova lontano, ma è dentro di noi».

Per quanto assurda o provocatoria possa apparire l'affermazione di Morelli posta all'inizio, io credo contenga una profonda verità: che tutti nasciamo perfetti, e tali rimaniamo, nella nostra essenza. Inoltre, ciò che è "giusto" o "sbagliato" sono solo opinioni personali e soggettive, non direttive assolute.
Questo non vuol dire che non si possa migliorare od evolversi, ma che questo miglioramento dovrebbe partire non da un sentirsi "sbagliati", quanto dal desiderio di diventare esseri umani ancora migliori, o di essere più felici.
Nella mia osservazione delle persone, ho visto spesso come la ferita più grande, il dolore più intenso, sorgano proprio dal considerarsi sbagliati e non meritevoli. E questo conduce a una "guerra" con se stessi che, come tutte le guerre, porta solo sventura e sconfitte.
Entrare nell'ottica che, invece, ciascuno (a partire da noi stessi) è essenzialmente "ok" (termine forse più accettabile che "perfetto"), può permettere di abbandonare questo guerra ed abbracciare una pace più serena e feconda.

• "Lezioni di autostima - Come imparare a stare bene con se stessi e con gli altri"

(Raffaele Morelli - Mondadori)

Le persone che hanno problemi di autostima soffrono perché non riescono ad amarsi abbastanza, e di conseguenza a farsi amare. Il libro riassume il pensiero dell'autore, noto psicoterapeuta, sull'autostima e sulla via per conquistarla. E' diviso in sette lezioni, ognuna con un messaggio chiave su cui riflettere. Include anche dei brani di conversazione con i suoi pazienti e dagli incontri di gruppo: perché le domande, le obiezioni e i problemi esposti sono spesso comuni a molti, e probabilmente anche al lettore.
Per favorire il percorso verso l'autostima vengono anche proposti dieci "consigli di saggezza", tratti dalle parole di maestri antichi o contemporanei, su cui riflettere e da ripetere come mantra. Per concludere è inclusa una serie di piccoli esercizi. Per riconquistare, giorno dopo giorno, il piacere di stare bene con se stessi.

"Come rinforzare l'autostima"

(Alfredo De Marinis - Ananke)

Un libro di crescita personale che permette di comprendere in profondità i processi e le dinamiche che causano una bassa autostima. Il libro aiuta a capire ed accettare la propria storia e il proprio vissuto, evidenziando come le esperienze del passato possano creare condizionamenti che determinano blocchi, insicurezze ed un’immagine negativa di se stessi.
Nella seconda parte troviamo esercizi, strumenti e tecniche per diventare più sicuri e per rinforzare l’autostima; verrà insegnato un metodo per riconoscere il proprio valore e per volersi più bene.

"Il libro dell'Es"

(George Groddeck - Adelphi)

Questo è uno dei libri migliori che ho letto sull'inconscio: tanto profondo e rivelatore, quanto divertente e spiazzante. Lo stile di Groddeck è decisamente alternativo e provocatorio ma, allo stesso tempo, acuto nel saper cogliere le contraddizioni e le sottigliezze della parte più sconosciuta e più potente della nostra psiche.
Usando un linguaggio a volte "analogico" (non razionale ma emozionale o immaginifico), ricco di aneddoti illuminanti, l'autore ci porta in un "viaggio" di scoperta sorprendente, da cui usciamo inevitabilmente sconcertati: tutto quello che credevamo di sapere su di noi, risulterà invalidato o messo in dubbio. Sarà come varcare la soglia di un mondo nuovo, ignoto e sconfinato.

• "Il Critico Interiore - Mai più contro noi stessi!"

(Hal e Sidra Stone - Futura)

Il Critico è quella "voce" dentro di noi che ci fa sentire sbagliati, incapaci, indegni, falliti. Che arriva a condannarci per qualsiasi minimo errore, paralizza le nostre iniziative, azzittisce le nostre idee, ingigantisce le nostre paure e può farci cadere nella depressione.
Ci dice che non siamo mai abbastanza, a cominciare dal nostro aspetto fisico.
Inoltre, il Critico ci spinge a non ascoltare i nostri reali bisogni (e questo fa sì che non troviamo mai soddisfazione); e spesso questo ci porta ad essere molto critici o aggressivi verso tutto il mondo che ci circonda.
Insomma, buona parte del nostro malessere, ansie, blocchi e infelicità può provenire proprio dal Critico Interiore. Questa voce è spesso così abituale, da non riconoscerla nemmeno, e addirittura finiamo col credere che noi siamo quello che ci dice.
Questo libro invece insegna a riconoscerla come una parte di noi (mossa dal desiderio di proteggerci, ma che può finire col distruggerci), a distaccarcene per evitare le sue influenze negative, fino a collaborare con lei per trasformare le sue indicazioni in un sostegno positivo.
Un libro prezioso per imparare ad essere noi a dirigere la nostra vita, invece del nostro Critico incontentabile.

"Messaggio per un'Aquila che si crede un Pollo"

(Anthony De Mello - Piemme)

Ormai un classico della crescita personale, nonché del vivere la spiritualità nel quotidiano e della pace interiore. De Mello è una persona deliziosa che scrive con humour, semplicità e calore umano. Parla degli ostacoli che tutti incontriamo nel vivere le nostre vite, che ci portano a vivere razzolando come "polli", invece di spiegare le nostre ali e librarci in alto.

Meritevoli di attenzione anche altri libri dello stesso autore.

• "Il codice dell'anima - Carattere, vocazione, destino"

(James Hillman - Adelphi)

Se hai voglia di esplorare il territorio "magico" della ricerca della propria vocazione.
Il famoso psicanalista, usando gli esempi di personaggi famosi, ci conduce in un viaggio tra psicologia, filosofia e misticismo, alla ricerca del "daimon", la forza interiore che normalmente chiamiamo "vocazione" o "chiamata". Una forza che parla il "codice dell'anima", ovvero quello del nostro destino.

• "Le bugie con cui viviamo - L'arte di autoingannarsi"

(Eduardo Giannetti - Newton & Compton)

Il rapporto più intimo e al tempo stesso più sleale che abbiamo nella nostra vita è sicuramente quello con noi stessi. Una parte della nostra mente riesce astutamente e paradossalmente a ingannarne un'altra.
L'autore analizza da un punto di vista etico le implicazioni e le conseguenze di questa ipocrisia interiore, sia sul singolo che sulla collettività. Egli smaschera la nostra tendenza a riconoscere prontamente nelle intenzioni altrui l'interesse personale e la parzialità che invece nascondiamo abilmente a noi stessi.
Il tema del libro è fondamentale per comprendere quanto siamo tutti inclini a ingannarci, i motivi per cui lo facciamo, le conseguenze anche drammatiche, e la possibilità di raggiungere una maggior onestà con se stessi.

"Stumbling on happiness" ("Felici si diventa")

(Daniel Gilbert - Rizzoli - Recensioni in inglese)

L'autore, professore di psicologia ad Harvard, esplora il tema della felicità e di come gli esseri umani la cercano, la vivono e la perdono. Le sue conclusioni sono spesso sorprendenti e sfidano il comune buon senso. Per esempio, siamo scarsamente capaci di prevedere cosa ci renderà felici in futuro:
  • Immaginiamo il domani basandoci sulle emozioni di oggi, quindi tendiamo a credere che in futuro ci sentiremo come ci sentiamo al momento (ma in realtà tutto cambia continuamente, in primis i nostri stati d'animo).
  • Le nostre emozioni spesso ci ingannano: ci fanno credere cose improbabili o non vere, ci portano a fare scelte sbagliate, e/o rafforzano i nostri pregiudizi e convinzioni. Diciamo "Me lo sento!" come se fosse una prova concreta, invece di una pura sensazione.
Infatti quando siamo innamorati tendiamo a credere che continueremo a provare gli stessi sentimenti anche a distanza di anni. Ma poiché le situazioni - e le persone - cambiano nel tempo, questa previsione si rivela quasi sempre errata.
Inoltre, le persone non seguono le indicazioni fornite dalle ricerche su come essere più felici. Questo perché pensano di non rientrare nel campione, di essere "diverse". Eppure, osserva Gilbert, le varie persone non sono quasi mai eccezionali; per quanto riguarda ciò che ci rende felici, gli umani si assomigliano molto.
Insomma, conclude l'autore, è bene fidarci poco del nostro istinto per quanto riguarda quello che di rende felici: spesso ci porta fuori strada. Bisogna invece imparare a riconoscere i nostri pregiudizi, a ponderare l'influsso delle emozioni, e ad osservare quello che rende realmente felici (o meno) le altre persone, chiedendoci se può valere anche per noi.

• "Le carezze come nutrimento - I gesti e le parole che ci fanno stare bene"

(Giacomo Magrograssi - Baldini Castoldi Dalai)

E' carezza tutto quello che, riconoscendo l'esistenza di un altro essere umano, comporta uno scambio affettivo, anche se minimo. Basta ascoltare con attenzione, annuire sorridendo, sfiorare una spalla, fare un complimento gradito, per "accarezzare" il nostro interlocutore.
Le carezze sono importanti in tutte le fasi della nostra vita: sono un vero e proprio nutrimento che, se ci viene dato con abbondanza, ci permette - in età adulta - di essere soddisfatti e provare piacere, di recepire le carezze che ci danno gli altri e di essere in grado di darne.

"La tua mente può cambiare"

(Sharon Begley - Rizzoli)

«Fino a che punto il nostro cervello può cambiare?
Per trovare una risposta esauriente, alcuni dei massimi scienziati e monaci buddisti si confrontano e scambiano punti di vista nella residenza del Dalai Lama. Due approcci diversi ma che, in realtà, e come scoprirete nel libro, hanno molto in comune».

Moltissime persone sono convinte di non poter cambiare, e specificamente che è impossibile cambiare il proprio carattere, mentalità, modo di essere.
Il che - a volte - può anche essere un alibi per non provarci nemmeno... ;-)
Ma anche la scienza, per lungo tempo, è stata convinta che il cervello (e le sue capacità) non cambiasse. Si pensava che i neuroni rimanessero gli stessi dalla nascita alla morte (a differenza delle altre cellule, che si rinnovano costantemente).
Negli ultimi anni la visione scientifica è cambiata; è stato sviluppato il concetto di "neuroplasticità", per cui il cervello cambia in seguito agli stimoli, e può persino compensare i danni subiti in una certa area, attivandone altre alternative.
Insomma, come tutto nell'Universo, anche il nostro cervello (e quindi noi) è in continua trasformazione; sta a noi usare questo possibilità al meglio.

"Sette mosse per liberarsi dall'ansia"

(Robert L. Leahy - Raffaello Cortina)

«In Europa, il 16% della popolazione soffre di ansia e addirittura il 38% si dichiara quotidianamente alle prese con qualche tipo di assillo.
Partendo da tre principi ampiamente dimostrati dalle ricerche scientifiche (le persone provano meno ansia quando non rimuginano; l'inquietudine nasce dall'incapacità di sopportare l'incertezza; gli inquieti temono le emozioni), l'autore propone nel suo saggio una serie di strategie e di esempi pratici per ritrovare la serenità perduta. Seguendo le sue indicazioni, imparerete cosa fare e cosa evitare verificando di persona i risultati ottenuti.»

Le 7 mosse vincenti
  1. Stabilite quando serve agitarsi davvero
  2. Accettate la realtà e poi provate a cambiarla
  3. Mettete in discussione il vostro modo di pensare
  4. Recuperate la fiducia in voi stessi
  5. Trasformate il fallimento in opportunità
  6. Usate meglio le vostre emozioni
  7. Assumete il controllo del vostro tempo

"Come crescere un bambino ottimista"

(Martin E.P. Seligman - Sperling & Kupfer)

«La sfida per imparare a "pensare positivo" si gioca sin dai primi anni di vita. Ne è convinto l'autore di questo stimolante saggio, celebre psicologo e ideatore del Penn Prevention Project, un programma per rafforzare l'autostima.
L'ottimismo, dice, non è semplicemente un dono di natura, ma si può apprendere e affinare attraverso precise strategie. Riusciremo così a infondere nei nostri bambini una maggiore fiducia in se stessi, svelando loro il segreto per accogliere il futuro con entusiasmo».

Ho pensato di segnalare questo libro perché spesso ho notato che i genitori, nell'intento di proteggere ed educare i figli ad affrontare la vita, trasmettono loro le proprie paure.
Come sa chiunque conosca un po' di psicologia o affini, questo strategia non funziona. Vivere basandosi sulle paure porta essenzialmente a chiudersi, difendersi e bloccarsi, perdendo così le capacità di godere la vita e cogliere le occasioni.
Ecco perché credo che l'assunto di questo libro sia molto utile, per quelli che desiderano realmente la felicità per i figli. Una felicità che non può mai giungere seguendo la paura, ma vivendo con entusiasmo, fiducia e forza interiore.

"Chi ha spostato il mio formaggio?"

(Spencer Johnson - Sperling & Kupfer - Titolo originale: "Who moved my cheese?" - Recensioni in inglese)

Questo libro contiene una breve storiella che rivela una profonda verità sul cambiamento. Quattro personaggi, due topi e due piccoli umani, vivono in un "Labirinto" e sono alla costante ricerca di "Formaggio" che soddisfi i loro bisogni e li renda felici. Quando il formaggio duramente conquistato sparisce, topi e umani reagiranno in modi assai diversi a questo sconcertante cambiamento.
Il "Formaggio" è la metafora di quello che vorremmo ottenere dalla vita: un buon lavoro, un rapporto d'amore, soldi, salute, successo. Il "Labirinto" è il luogo in cui cerchiamo quello che desideriamo: l'azienda, la famiglia, la comunità. Nella storia i personaggi si trovano a fronteggiare dei cambiamenti inattesi. Alla fine uno di loro affronta il mutamento con successo e scrive sui muri del Labirinto cosa ha imparato dalla sua esperienza.
La storia può apparire banale o infantile, ma ben rappresenta le difficoltà che proviamo nel confrontarci col cambiamento: lo ignoriamo, lo neghiamo, lo detestiamo, ci lamentiamo, ci indignamo, ma solo raramente sappiamo accettarlo o coglierne gli aspetti positivi. La morale è che i cambiamenti avvengono sempre, inevitabilmente, quindi è necessario saperli accogliere e gestire.

Per tutti quelli che hanno difficoltà nell'affrontare i cambiamenti, e specialmente coloro che sperano in "soluzioni magiche" o semplici che li porteranno verso l'agognato "formaggio".


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"Tutti i libri del mondo non ti danno la felicità, però in segreto ti rinviano a te stesso."
(Hermann Hesse)


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