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Perché gli uomini fanno più fatica a trovare partner?

Perché per l'uomo è più difficile trovare partner che per la donna?

Perché pochi uomini sono ritenuti decisamente attraenti, mentre la maggior parte delle donne lo sono?

Perché certi tratti rendono l'uomo meno attraente, ma questo non vale per la donna?

Perché un uomo timido o riservato non è considerato attraente, mentre per una donna non importa?


Essenzialmente perché, a livello evolutivo, maschi e femmine hanno strategie riproduttive diverse, quindi scelgono i potenziali partner seguendo criteri differenti:
  • Maschi: fai sesso sempre e comunque, specialmente con femmine giovani e attraenti. Quindi i maschi sono poco selettivi: se una femmina è appena gradevole, è sufficiente per accoppiarsi.
  • Femmine: fai sesso solo con maschi di alta qualità, e/o che ti aiutino a crescere i piccoli. Quindi le femmine sono molto selettive: solo se un maschio ha una serie di qualità adeguate, la femmina lo ritiene attraente.
(queste strategie istintive sono presenti in tutto il mondo animale, ma sono attive anche negli esseri umani - poi ovviamente per noi l'attrazione include anche altri fattori...)

Il potere sessuale della donna

Inoltre ogni donna dispone di un "potere sessuale" naturale:
  • Gli uomini desiderano il sesso a prescindere, anche con donne verso cui provano poco interesse.
  • Ma per le donne funziona diversamente: anche se una donna ha voglia di sesso, risulta disponibile solo verso pochi uomini (che abbiano qualità adeguate).
In altre parole: avere una vagina dona automaticamente potere; avere un pene non comporta nessun potere, di per sé. Questo potere sessuale femminile è una delle ragioni principali per cui, a livello relazionale, la donna "vale" più dell'uomo (quindi è per lei più facile trovare partner interessati).

Questo potere femminile è dimostrato da una ricerca sui comportamenti sessuali (condotta su 26.000 persone in 26 nazioni): in quasi tutti i paesi considerati le donne hanno avuto più partner sessuali degli uomini (mediamente il doppio, ma anche il triplo ed oltre - vedi Tabella 8). In Italia risulta una media di 7 partner per l'uomo e 19 per la donna.

L'uomo deve fare, alla donna basta essere

Ne consegue che l'uomo per attrarre deve "fare" (dimostrare concretamente il suo valore), mentre alla donna basta "essere" (bella o sexy o quantomeno graziosa). Per esempio:
  • Un uomo timido, pauroso o povero dimostra poca qualità o valore: l'essere timido o pauroso è indice di debolezza, incertezza o inibizione, caratteristiche che in genere ostacolano il successo. Raramente questo tipo di uomo è un "vincente", che è invece il tipo di uomo che le donne istintivamente cercano (infatti in genere alle donne piace l'uomo sicuro di sé, audace e dominante).
    ---> Un uomo di questo genere ha quindi basso "valore di mercato", e non risulta molto desiderato (a meno che abbia altre qualità di spicco).
  • Al contrario, in una donna l'essere timida, paurosa o povera non cambia il suo "valore riproduttivo" (basato sull'essere giovane e/o avvenente), quindi non influenza la sua attrattività.
    ---> Una donna di questo tipo non ha particolari problemi ad essere desiderata (purché il suo aspetto sia sufficientemente gradevole).
"L'uomo vale per quel che fa, la donna per quel che è."
(José Ortega y Gasset, filosofo)

I maschi performano, le femmine selezionano

Infatti, in natura come tra gli umani, i maschi si sforzano di mostrare qualità per conquistare le femmine (danze di seduzione, rituali di accoppiamento; esibizione di ricchezza o status negli umani). Queste ultime invece restano - in genere - passive ad osservare e selezionare (ovviamente questa passività è più comune nelle società tradizionali, e meno in quelle moderne ed emancipate).
Gli uomini devono "performare" per risultare apprezzabili; un uomo senza qualità attrattive risulta "invisibile" alle donne (da notare che, in genere, le qualità morali non risultano attraenti). E' uno dei motivi per cui certi uomini non vengono mai voluti (situazione che di recente ha raggiunto numeri rilevanti; vedi i fenomeni sociali degli "incel" e, per certi versi, degli hikikomori).

Inoltre, le donne sono più selettive e puntano ad uomini con valore maggiore del proprio ("ipergamia"). Per cui i maschi con valore scarso non vengono nemmeno considerati, e quelli con valore medio vengono ignorati dalle femmine con valore equivalente.

“I maschi si sforzano
di mostrare qualità
per conquistare le femmine”

Gli uomini si lamentano per la quantità, le donne della qualità

Questo fa sì che per i maschi sia - mediamente - più difficile trovare una partner: infatti il lamento più comune tra gli uomini è "Non riesco a trovare una donna", mentre tra le donne è "Non riesco a trovare un uomo di qualità" (la donna media ha diversi uomini interessati a lei, ma pochi superano la sua selezione; infatti le donne trovano attraenti solo una minoranza di uomini).

I maschi hanno più carte da giocare, le femmine una sola

Se gli uomini sono svantaggiati in questo senso, hanno però molteplici possibilità per attrarre una partner - mentre le donne ne hanno solo una:
  • Un uomo può attrarre le donne per via della sua bellezza o prestanza fisica, ma anche tramite le sue risorse (ricchezza, potere, status) o l'avere talenti fuori dal comune (l'artista, l'attore, il personaggio carismatico). Apparire "speciali", invece che "uno qualunque", suscita interesse nelle donne.
  • Per le donne invece l'attrattiva si concentra quasi esclusivamente sulla bellezza fisica (è il motivo per cui generalmente le donne sono così ossessionate dal proprio aspetto). Questo non vuol dire che gli uomini non apprezzino anche altre qualità, ma a livello istintivo sono la bellezza e la gioventù a stimolare maggiormente il desiderio maschile.
(ovviamente quelle che descrivo sono tendenze comuni e generalizzazioni, poi nella realtà possono sempre esserci eccezioni e casi particolari).

Ideali e realtà

Queste dinamiche risultano difficilmente comprensibili a chi è stato influenzato dal femminismo o da un certo pensiero "politicamente corretto", i quali sostengono che uomini e donne siano uguali e desiderino le stesse cose (o quando ciò non accade, danno la colpa ad influssi culturali; invece di riconoscere che la maggioranza delle nostre scelte relazionali sono dominate da una nostra parte innata, animale ed istintiva).
Però chiunque abbia osservato persone reali relazionarsi, ha potuto invece constatare quanto uomini e donne siano diversi e cerchino cose diverse. Un esempio banale è il sesso occasionale, apprezzato dalla maggioranza degli uomini ma di cui la maggioranza delle donne diffida.

Quando riconosciamo le differenze di genere innate, ed accettiamo che le scelte sentimentali sono mosse prima di tutto dagli istinti (inconsci e mossi da motivazioni evoluzionistiche), ecco che dubbi come questi trovano più facilmente risposta.

"Essere bella è abbastanza. Se una donna sa far bene questo, chi le domanderà di più?"
(William M. Thackeray)

"Un uomo che vuole sedurre una donna deve attraversare le montagne.
Una donna che vuole sedurre un uomo non ha che un muro di carta da attraversare."

(Proverbio cinese)

"Per le donne la bellezza è quello che per gli uomini è il denaro: potere."
(Dorothy May)


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Perché l'amore finisce?

Perché due persone smettono di amarsi?

Cosa fa spegnere l'amore tra due persone?

Cosa fa finire una relazione?


Per capire il motivo per cui l'amore tra due persone declina e sparisce, bisogna comprendere che l'amore è spesso una conseguenza, più che una causa.
Di base, non stiamo insieme a qualcuno perché lo amiamo: invece stiamo insieme a qualcuno perché nutre i nostri bisogni (come ragione principale), quindi ci fa stare bene e ci rende felici; e questo in genere ci porta ad amarlo. In altre parole, una relazione è basata sul soddisfacimento dei bisogni reciproci.

Dimostrazione:
  • Non proviamo un desiderio di coppia verso i nostri genitori, i figli, i parenti, i migliori amici... anche quando proviamo amore - o qualcosa di simile - verso di loro (non è quindi l'amore che muove quel desiderio).
  • Vorremmo stare insieme a qualcuno che non nutre alcun nostro bisogno? Ovviamente no; non ne avremmo motivo.

Siamo guidati dai bisogni, anche se invisibili

Quando ci sentiamo attratti da qualcuno, è perché costui ci appare in grado di nutrire dei nostri bisogni profondi: se ci immaginiamo insieme a lui/lei, proviamo un senso di felicità e soddisfazione (corrispondente ai bisogni appagati).
Quei bisogni a volte sono inconsci, nascosti nei meandri della nostra psiche. Non sappiamo nemmeno di averli, eppure ci attraggono verso la persona che può soddisfarli, e ci legano alla persona che li appaga.

A volte ci leghiamo a persone senza capirne il motivo, anche se ci ignorano o ci trattano male. Anche in queste situazioni apparentemente senza senso, alla radice ci sono dei bisogni inconsci; per esempio:
  • Una persona che ha avuto dei traumi infantili potrebbe aver bisogno di sentirsi maltrattata o respinta, e si legherà a qualcuno che lo fa, anche se ci sta male.
  • Se siamo molto legati alla figura di un genitore, tenderemo a volere vicino un partner che ce lo ricordi (anche se costui era freddo o ipercritico). Ricerchiamo schemi relazionali a noi familiari, anche se negativi.
  • Oppure chi ha una "ferita da tradimento" si lega a chi poi lo tradisce, ed anche questo nutre un bisogno - per quanto inconsapevole - di rivivere la propria ferita.
In altre parole, i bisogni possono essere nascosti o contraddittori o persino auto-lesionistici... ma muovono comunque le nostre scelte sentimentali.

“I bisogni muovono
le nostre scelte sentimentali”

Come nasce l'amore

Quando l'altro nutre i nostri bisogni, proviamo felicità e appagamento, magari ad un livello che non avevamo mai sperimentato prima. Questo ci riempie il cuore e ci inonda di benessere, ed è questo "traboccare" di emozioni positive che induce in noi sentimenti d'amore, di devozione e di attaccamento (ovviamente sto semplificando un fenomeno più complesso).
Se quella persona invece non soddisfa i nostri bisogni, potremmo provare stima, considerazione ed anche affetto, ma non molto di più.

L'amore sbiadisce e termina quando...

Chiarito questo, la risposta alla domanda diventa (relativamente) semplice:
  • L'amore che proviamo tende a sbiadire quando i nostri bisogni non vengono più soddisfatti, o se accade meno che in passato. Per esempio se ho bisogno di dialogo, di apprezzamento, di affetto, di sesso... ed il partner me ne dà sempre di meno.
  • Oppure quando le nostre aspettative (che sono legate ai bisogni) vengono deluse. Per esempio se mi aspetto fedeltà, o sicurezza, o supporto (magari perché mi erano stati promessi), ed il partner mi delude in quel senso.

Questi non sono gli unici motivi possibili per cui l'amore tra due persone diminuisce (fino a perdersi): per esempio può accadere anche in caso di gravi inganni (che sono comunque una forma di delusione), o di maltrattamento (che è una negazione del bisogno di essere amato e rispettato), ecc.
Sono però i motivi più comuni:
  1. Prima amiamo l'altro perché ci nutre, ci appaga e ci rende felici.
  2. Poi l'altro smette di nutrirci, siamo sempre meno soddisfatti, ci sentiamo infelici, e quindi anche l'amore - col tempo - si attenua.
  3. Oppure siamo relativamente soddisfatti (o insoddisfatti), ed incontriamo qualcuno che nutre i nostri bisogni maggiormente (quindi ci rende più felici): in questi casi tendiamo ad innamorarci della nuova persona (quindi "trasferiamo" l'amore dal vecchio partner al nuovo), in accordo all'appagamento che proviamo.

L'amore esiste - ma i bisogni vengono prima

Con questo non voglio dire che l'amore non esista, o che non conti, oppure che sia sempre proporzionale a quanto riceviamo. Ma che quando parliamo di amore, spesso in realtà ci sono sotto dei bisogni (anche se non ce ne rendiamo conto).

Vedi per esempio le donne: parlano moltissimo di amore, ma spesso le loro scelte relazionali sono influenzate da altri fattori (anche se raramente lo ammettono): per esempio l'aspetto fisico, oppure il livello economico dell'uomo (quindi dalla soddisfazione di certi bisogni).

La gelosia nasce dai nostri bisogni

Inoltre, quando siamo in coppia in genere siamo guidati da un senso di gelosia e possesso; vogliamo che il partner sia nostro e tutto per noi, a disposizione dei nostri bisogni. Se desidera un'altra persona, se vorrebbe stare con altri, lo ostacoliamo - anche se questo lo renderebbe felice (quindi anteponiamo la nostra felicità e benessere ai suoi).
Se la nostra motivazione fosse l'amore autentico, la sua felicità sarebbe prioritaria; invece, di solito mettiamo al primo posto le nostre necessità, ciò che fa stare bene noi - e usiamo "l'amore" come alibi ("Non posso lasciarti libero perché ti amo", ecc.).

A volte l'amore permane comunque

Naturalmente questa è una regola di base: poi non sempre va esattamente in quel modo.
  • Quando l'amore si è sviluppato, a volte basta anche poco perché si mantenga; a volte ci basta che i nostri bisogni vengano nutriti almeno in parte, per continuare ad amare l'altro anche per anni. Ma non ricevere nulla o quasi per lungo tempo, inevitabilmente inaridisce i sentimenti e spegne l'amore che un tempo brillava.
  • Quando una relazione ha avuto un lungo tempo per consolidarsi, tipo dopo 10 o 20 anni di vita felice insieme, allora - a volte - l'amore permane anche quando i bisogni vengono trascurati. Per esempio quando un coniuge si ammala gravemente, e l'altro rimane fedele al suo fianco pur ricevendo poco o nulla in cambio.

“Quando parliamo di amore,
spesso ci sono sotto dei bisogni”

Finisce l'amore... o la passione?

Molti confondono la passione con l'amore. Ma si tratta di due cose ben diverse: la passione si basa sul desiderio erotico, mentre l'amore è avere a cuore il bene dell'altro. Sono talmente diverse che è possibile provare passione senza amore (la classica "botta e via"), così come amore senza passione (come succede a certe coppie di lunga data, ma comunque unite).

Col tempo, è naturale che la passione tenda a spegnersi (succede quasi sempre nelle coppie stabili), mentre l'amore può continuare ed anche crescere. Se però si confondono le due cose, possono accadere situazioni del genere:
  • Nelle coppie basate principalmente sull'attrazione, quando questa decade (insieme alla passione), essendoci poco altro a legare i partner, la coppia tende a sciogliersi.
  • Ma anche nelle coppie con basi solide, quando la passione cala si può credere che stia finendo l'amore. Per cui molti dubitano dei loro sentimenti, o tendono a cercare con altre persone la passione perduta.

Quando si parla di "fine dell'amore", quindi, sarebbe il caso di chiedersi se si stia davvero parlando del sentimento affettivo, oppure del desiderio erotico o delle emozioni travolgenti dell'innamoramento (anch'esso destinato a finire col tempo).

Il motore che muove le relazioni

L'errore che normalmente si fa, è credere che il "motore" della relazione sia l'amore. Ma in realtà il "motore" della coppia sono i bisogni:
  • Sono i bisogni a determinare la formazione della coppia, ed anche - il più delle volte - il suo declino e scioglimento quando essi vengano ignorati a lungo.
  • Sono i bisogni (soddisfatti) che alimentano i sentimenti, e sono i bisogni inappagati che li spengono.

Tutto cambia - incluso l'amore

Quando parliamo con le persone che hanno lasciato il partner (o che l'hanno tradito), il più delle volte queste raccontano di essersi sentite date per scontate, trascurate, messe da parte, non ascoltate, trattate con indifferenza o freddamente o in modo sbrigativo. Per quanto l'amore possa essere stato forte e sincero un tempo, nessuno che venga trattato in quel modo a lungo può mantenere lo stesso sentimento.

L'idea per cui "Il vero amore dura per sempre" è un'illusione romantica, e ci porta a dare l'altro per scontato (chi lo crede, si aspetta che l'altro lo amerà comunque a prescindere). Nella realtà l'amore è come un fuoco: perché resti vivo ed ardente, va alimentato in continuazione. In caso contrario, non c'è da stupirsi se col tempo si affievolisca fino a spegnersi.

La fine di un amore non significa che l'amore non esista (come alcuni credono), o che l'altro non ci abbia mai amati: significa che l'amore reale non è mai perfetto, eterno o immutabile (come invece accade nelle favole). Gli esseri umani sono imperfetti, ed amano in modo imperfetto.

“L'amore umano
non è mai perfetto,
eterno o immutabile”

Come alimentare l'amore

Quindi, come fare per mantenere accesi i sentimenti e vivo l'amore? Non ci sono certezze o garanzie, ma è possibile alimentare il legame di coppia con certi comportamenti: In una relazione, l'errore più grande è dare il partner per scontato, come fosse un "oggetto di nostra proprietà", che una volta acquisito rimane nostro per sempre. Dovremmo invece vedere un partner amorevole come un tesoro prezioso di cui prenderci cura, e che è sempre possibile perdere.

Non usare gli altri

Attenzione: quanto ho scritto non giustifica trattare gli altri come "oggetti" che servono solo a soddisfare i propri bisogni (questo è ciò che le persone egocentriche, manipolatorie e narcisiste fanno abitualmente, cioè "usano" gli altri). I bisogni vanno considerati, ma dovremmo essere noi a gestire loro, e non viceversa.

Semmai vorrei che ti rendessi conto di come i tuoi bisogni influenzano le tue scelte sentimentali, ed i bisogni altrui la loro reazione a te.

"L'amore è eterno finché dura."
(Henry De Regnier)

"L'inizio dell'amore è spesso simultaneo. Non così la fine: da ciò nascono le tragedie."
(Alessandro Morandotti)

"Amici lo sapete, niente vive per sempre: solo le rocce e le montagne."
(canto Cheyenne)


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Qual è la persona più importante della tua vita?

Esiste una persona più importante di tutti?


La persona più importante della tua vita sei tu :-)
  • Tutti gli altri possono andare e venire. Ma tu sei stato, sei ora, e sarai sempre, insieme a te stesso.
  • Gli altri possono fare e dire cose preziose, ma alla fine solo tu sai cos'è giusto per te.
  • L'amore che viene dagli altri ti nutre, ti dà gioia e ti migliora la vita... ma puoi vivere anche senza. Invece senza l'amore per te stesso esiste solo vuoto e disperazione.

Con questo non voglio inneggiare ad un egocentrismo sterile e chiuso: siamo creature sociali e le relazioni sono l'esperienza più preziosa della vita. Senza relazioni significative la propria esistenza rischia di rimanere povera e grigia.
Però la relazione più significativa rimane quella con se stessi:
  • Quando qualcuno accetta e ama se stesso tutto diventa possibile: può fiorire, svilupparsi ed evolversi. E' anche più capace di amare e donarsi agli altri (perché vive uno stato di pace e benessere interiore).
  • Mentre chi nega se stesso e disprezza ciò che è, chi si condanna ed è nemico di se stesso, vive costantemente nel suo inferno interiore (da cui ben poco amore può scaturire verso gli altri).

Anche la famosa esortazione evangelica "Ama il prossimo tuo come te stesso" (Matteo 22,39), necessita dell'amore di se stessi per funzionare. Se non amo me stesso, infatti, non amerò gli altri nella stessa misura. Come potrei dare agli altri qualcosa che non ho dentro di me?

Prenditi cura del tuo giardino

In pratica, tu sei il centro del tuo mondo (il che è diverso dal sentirsi il centro del mondo in senso ampio, e pretendere che gli altri ti trattino come tale; o ritenersi al di sopra degli altri - che sono tendenze egocentriche e distruttive).
  • Quando ti prendi cura del tuo mondo interno, ti tratti bene e lo coltivi facendolo diventare come un bel giardino fiorito, allora tutti quelli che vi transitano si troveranno bene - e tu per primo. Le altre persone staranno bene in tua compagnia e ti apprezzeranno, perché come siamo dentro viene percepito all'esterno. Quindi se ho coltivato amore e benessere dentro di me, gli altri ne saranno istintivamente attratti.
  • Invece trascurare se stessi, criticarsi e punirsi, servirà solo a rendere il tuo mondo interno un deserto inospitale, disagevole e ostile, in cui nessuno vorrà rimanere - e da cui tu stesso vorrai fuggire (come fanno, per esempio, le persone che fuggono da stesse e cercano sollievo nelle dipendenze - di qualsiasi tipo).

Perciò, se vuoi cambiare la tua vita in meglio, comincia dal prenderti cura di te stesso. Trattati come farebbe il tuo migliore amico, come se tu fossi la persona più importante del mondo - perché nel tuo mondo, lo sei. :-)


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"Senza l'amore di se stessi la vita non è possibile, neppure la più lieve decisione, soltanto immobilità e disperazione."
(Hugo Von Hofmannsthal)

"Non c'è amore sufficientemente capace di colmare il vuoto di una persona che non ama se stessa."
(Irene Orce)

"La persona che non è in pace con se stessa, sarà in guerra con il mondo intero."
(Mohandas K. Gandhi)


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Come non restare bloccati dall'ansia?

Come faccio ad agire nonostante la paura?

Non riesco a fare X, come supero ansia e nervosismo?


Molte persone si ritrovano frenate o bloccate da paure, ansia e nervosismo; il che impedisce loro di fare quello che vorrebbero (per esempio dichiarare quello che sentono per una certa persona), oppure li porta a gestire certe situazioni in modo poco efficace (un esame, un colloquio di lavoro, l'approccio verso qualcuno attraente...).
E' un problema che abbiamo tutti, è parte della natura umana e della vita stessa: la vita è difficile, incerta e rischiosa - e vale per chiunque. Per cui non esistono soluzioni facili. Se aspetti di essere sicuro prima di agire, aspetterai tutta la vita!

Accettare ed agire

Quindi, il primo consiglio per affrontare l'ansia e i fallimenti è... accettare l'ansia e i fallimenti! Dalli per scontati, accetta che ci saranno e (per ora) non puoi evitarli, e procedi ugualmente.
Sembra paradossale, ma pensaci: se un problema non puoi superarlo (al momento), che ti preoccupi a fare? Tanto preoccuparsi non ti aiuterà.
Come dice un detto: "Il coraggio non è non avere paura, ma andare avanti nonostante la paura".

Il secondo passo è quindi decidere cosa vorresti fare, cosa ti importa, quello a cui tieni... e poi agire per ottenerlo - o quantomeno andarci incontro.
La chiave è entrare in azione, non curandosi di come andrà a finire. I vincenti sono quelli che ci provano, che non si fanno scoraggiare, e prova e riprova alla fine qualcosa ottengono - mentre i perdenti restano paralizzati dalla paura, e quindi non combinano nulla.

Piano di azione

Per esempio:
  1. Mi piace una ragazza, voglio conoscerla, vorrei uscirci. Bene, l'obiettivo è chiaro!
  2. Mi chiedo: come potrei arrivare al mio obiettivo? Le vado incontro e attacco bottone, le scrivo, metto in mezzi amici comuni, ecc. Elaboro strategie possibili.
  3. Riconosco le mie paure, le ansie, le difficoltà, il timore del fallimento... e decido di agire lo stesso!
  4. Rammento a me stesso che preferisco vivere provando e fallendo, che vegetare immobile per paura.
Decido che per me è più importante provare a vivere come vorrei, delle conseguenze. Dando un peso secondario alle conseguenze, queste mi condizionano meno: "Non importa come va, per me è importante vivere come una tigre, buttandomi nella mischia!".

Diventare più forte attraverso le esperienze

Il vantaggio di provare e buttarsi è che, così facendo, non solo ho maggiori probabilità di combinare qualcosa... ma vivendo le esperienze divento anche più forte e più sicuro, quindi diminuisco l'ansia. E' attraverso il vivere esperienze che ci "forgiamo", rafforzando quindi la nostra personalità e l'autostima.

Un problema delle persone ansiose ed insicure è che evitano le esperienze per paura di fallire e soffrire ma, così facendo, rimangono "ferme al palo", sempre con gli stessi problemi; non riescono a crescere né evolvere. Accettando ansia e paure, invece, imparo pian piano a superarle: non cerco di evitarle o eliminarle (cosa impossibile), ma decido che non me ne faccio limitare, e in questo modo vado oltre ad esse. Se ho paura ma agisco comunque, la paura perde il suo potere su di me (non mi blocca più).

Superare sofferenza e giudizi

Certo per vivere così bisogna fare due cose:
L'alternativa è sopravvivere condizionato dalle paure, restando in un angolo tremante, frustrato e invidioso. Direi che non è proprio un bel modo di vivere...


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"L'ansia non ci sottrae al dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi."
(Leo Buscaglia)

"Il coraggio non è assenza di paura, ma piuttosto la considerazione che ci sia qualcos'altro di più importante della paura."
(Ambrose Redmoon)

"Chi è attivo non piangerà quasi mai sulla propria sorte. Con l'azione scacciamo la noia e i demoni della solitudine. Agendo ci si ritaglia un posto tra i vivi."
(Marc Alain)


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La timidezza è un carattere o un difetto?

Essere timidi è un problema psicologico o una caratteristica della persona?

La timidezza è naturale o indice di disturbi?


La timidezza NON è un tipo di personalità. Questo dev'essere chiaro subito, perché molte persone credono che lo sia, e questo non le aiuta: se ritengo che la timidezza sia il mio carattere, penserò di non poter cambiare, oppure la userò come alibi.
Nessuno nasce timido: semmai si può avere natura riservata, o introversa, che sono cose assai diverse dalla timidezza.

La timidezza è una difesa

Fondamentalmente, possiamo dire che la timidezza è una forma di difesa, e nasce quindi da qualche paura profonda od esperienza negativa. La timidezza è uno "scudo" che dovrebbe proteggerci dai "pericoli sociali", come giudizi negativi, critiche, rifiuto, esclusione dai gruppi.
In pratica, il timido nasconde se stesso, o si mostra diversamente da come è, nella speranza di venire meglio accettato e apprezzato. Ha paura di essere "sbagliato", o che le persone lo giudichino negativamente, o che lo rifiutino. Alla base della timidezza c'è quindi la paura di non andare bene, o di non essere abbastanza valido.

Diversi livelli di timidezza

Sia chiaro che una moderata timidezza è comune e piuttosto umana, perché è normale avere un'autostima non solidissima, o non essere pienamente sicuri di sé, o temere di non piacere agli altri. Sono ben poche le persone che non hanno nessuna di queste difficoltà.

Se però siamo così timidi da:
  • Ritrovarci spesso ammutoliti, anche se avremmo cose da dire.
  • Sentirci seriamente limitati nella nostra vita sociale.
  • Provare frequente angoscia in mezzo agli altri.
  • Non riuscire mai ad essere noi stessi.
  • Ritrovarci paralizzati o bloccati ed incapaci di agire...
Allora non siamo soltanto un po' insicuri (come sono quasi tutti), ma probabilmente abbiamo un reale problema psicologico e sarebbe utile fare qualcosa per superare la nostra timidezza. Potremmo esplorare l'argomento, magari tramite libri o corsi, per capire meglio l'origine delle nostre difficoltà, e sperimentare dei metodi per superarle. Oppure chiedere l'aiuto di un bravo terapeuta o counselor.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"La timidezza è composta dal desiderio di piacere e dalla paura di non riuscirci."
(Edme-Pierre Chauvot de Beauchene)

"Se dovessi ipotizzare quale sia la preoccupazione più endemica e più diffusa tra gli esseri umani, direi che niente è più comune della paura dei propri simili."
(R.D. Laing)

"La timidezza è un meccanismo di difesa contro il pericolo di venir respinti nell’incontro, di venir svalutati dal rifiuto."
(Francesco Alberoni)


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Come imparare ad accettarsi?

Come posso accettare me stesso?

Come posso imparare ad accettare i miei difetti?


Accettare se stessi non è facile, perché in genere l'ambiente in cui viviamo ci spinge in direzione opposta:
  • Ci viene detto come dobbiamo essere e comportarci.
  • Veniamo criticati se non corrispondiamo alle aspettative altrui (a partire dai nostri genitori).
  • Spesso veniamo manipolati dalle altre persone, che ci fanno sentire sbagliati per ottenere qualcosa da noi (inclusi i partner).
  • A questo aggiungiamo che in Italia - con una cultura cattolica ancora diffusa - viene incoraggiato lo spirito di sacrificio, e il prendersi cura di se stessi viene visto con sospetto.
Raramente riceviamo messaggi che ci incoraggiano a rispettare noi stessi, ad accettarci, ad amarci per quello che siamo.

Puoi esserti amico

Forse il primo passo per andare in quella direzione, è vedere me stesso come il mio migliore amico; e trattare me stesso come tale. In ogni situazione, specialmente difficile o di sofferenza, posso chiedermi:
  • Cosa mi direbbe il mio migliore amico?
  • Come mi tratterebbe?
  • Cosa farebbe per me?
Usando questo modello dell'amico come "bussola", ecco che diventa più facile imparare a:
  • trattarsi con gentilezza e pazienza;
  • essere meno esigente o critico;
  • perdonare i propri errori;
  • accettarsi con le proprie mancanze e imperfezioni (che tanto hanno tutti, in quanto umani).
Un buon amico non pretende che siamo perfetti o che non sbagliamo mai, e non si aspetta da noi una continua "performance" ai massimi livelli. Conosce i nostri difetti, ma ci vuole bene comunque. Se un amico ci tratta bene, ci accetta e ci apprezza, perché mai non possiamo farlo anche noi?

La relazione più importante

E' anche importante rendersi conto che la persona più importante della mia vita sono io. Io sono l'unico che mi sarà sempre vicino, che si prenderà cura dei miei bisogni, quello che meglio mi conosce e mi capisce. Altre persone possono essere preziose, certo, ma gli altri vanno e vengono: solo io sarò sempre con me ogni giorno della mia esistenza.
E' per questo che la relazione più importante è quella con se stessi:
  • Se sto male con me stesso, starò sempre male (mica posso sfuggirmi!).
  • Ma se sto bene con me stesso, gli altri problemi saranno secondari.
Infatti chi cerca ossessivamente l'amore dagli altri, spesso è una persona che si detesta; non sapendo dare amore a se stesso, ha disperatamente bisogno che qualcuno lo faccia al posto suo.

Non accettarsi è un inferno

Chi non si accetta vive in uno "stato di guerra" continuo con se stesso - che può anche durare tutta la vita. E' una buona definizione di "inferno in Terra".
Inoltre, chi è in guerra con se stesso si troverà spesso in conflitto con gli altri; il conflitto interiore genera altri conflitti. In effetti è molto probabile che le persone irose, sempre arrabbiate con tutti, siano in realtà soprattutto arrabbiate con se stesse.

"La persona che non è in pace con se stessa, sarà in guerra con il mondo intero."
(Mohandas K. Gandhi)

Per esplorare meglio l'argomento dell'accettazione, ho scritto un post in cui lo spiego da vari aspetti: "Accetta quello che sei, ama te stesso".


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"Essere belli significa essere se stessi. Non hai bisogno di essere accettato dagli altri. Hai bisogno di accettare te stesso."
(Thich Nhat Hanh)

"Senza l'amore di se stessi la vita non è possibile, neppure la più lieve decisione, soltanto immobilità e disperazione."
(Hugo Von Hofmannsthal)

"Abbi cura del tuo amico come di te stesso. "
(Levitico)


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Cosa non dicono le donne?

Cos'è che le donne non ammettono?

Cosa le donne pensano ma non dicono?


Le donne spesso evitano di dire certe cose che pensano (ma non tutte e non sempre). Per esempio, una donna raramente ammette che...
 

Cerca l'uomo perfetto

Vorrebbe un partner con tutte le qualità (bello, alto, intelligente, colto, elegante, possibilmente benestante), e che sia pure migliore di lei stessa.
Per questo molte donne rimangono da sole, perché sono esigenti e selettive - ma spesso lo giustificano dicendo cose tipo "Non ci sono più uomini veri" o "Quelli validi se li sono già presi tutti".

Ama il sesso

Fare sesso le piace molto (d'altronde ha validi motivi per non dirlo apertamente).

E' attratta dai maschi Alfa

E' attratta dagli uomini forti, decisi, dominanti (i cosiddetti "maschi Alfa") - anche se sono egocentrici o la trattano male, oppure la cercano solo per fare sesso.
Dice invece che vuole un uomo dolce e gentile... ma di solito poi non li trova attraenti (è il motivo per cui molti credono che "alle donne piacciono gli stronzi").

L'amore è un optional

L'amore è meno importante di quanto sostiene, visto che in genere preferisce un uomo attraente o che le suscita forti emozioni - che però non la ama - ad un uomo poco attraente o poco emozionante - anche se la ama. Insomma, nelle scelte sentimentali di molte, l'amore appare come un "optional".

I soldi contano

Non ha nessuna intenzione di stare insieme ad un uomo povero. Anche se dice che l'amore è tutto quello che conta, in realtà dà parecchia importanza al successo economico dell'uomo (non vale per tutte, ma per molte che non lo ammettono).

L'amore è un alibi

A volte sta insieme al suo partner non per amore, ma per altri motivi: per la soddisfazione dei suoi bisogni, per interesse, per abitudine, per paura di stare sola, per evitare il giudizio sociale o dei parenti...
Ovviamente a dire che sta insieme a lui per amore si fa una figura migliore :-)

Non è così fedele

Ha voglia di fare sesso con persone diverse dal partner. D'altronde la voglia di tradire succede praticamente a tutti, specialmente nelle relazioni di lungo corso - ma le donne la ammettono meno.

Non rinuncia ai privilegi

Anche se dice di essere per la parità dei sessi, spesso non rinuncia a una serie di privilegi femminili: si aspetta che sia l'uomo a prendere l'iniziativa, a pagare per entrambi, a rischiare per difenderla, ad andare a morire in caso di guerra... Insomma, vuole la parità solo quando le fa comodo.
Ed anche se non lo dice apertamente, un uomo che non asseconda queste aspettative con lei perde molti punti.

Teme la concorrenza

Prova antipatia verso, o detesta, tutte le donne più belle di lei (o più snelle, più giovani, più alte, con più seno, ecc.). Poiché per le donne la bellezza è la principale fonte di potere, vedono istintivamente ogni donna più attraente come una temibile "concorrente".

Preferisce bugie rassicuranti

Vuole essere rassicurata, non la verità. Quando chiede un parere su di lei, anche se invita ad essere sinceri, in genere cerca una risposta positiva e lusinghiera, che la faccia sentire bene.

Pensieri e parole

Ma, soprattutto, spesso le donne dicono una cosa mentre ne pensano un'altra. Se vuoi sapere cosa pensa davvero una donna, non ascoltare ciò che dice, ma osserva come agisce.

Capita anche agli uomini

Per correttezza, è giusto precisare che anche gli uomini non sempre dicono quel che pensano, oppure non rivelano certi loro pensieri - principalmente quando verrebbero severamente giudicati se lo facessero (per esempio l'utilizzo di pornografia, o il desiderio di fare sesso con tutte le donne attraenti che incontrano).


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"E' una delle grandi difficoltà della vita indovinare ciò che una donna vuole."
(Italo Svevo)

"Le donne sono così bugiarde che non si può neppure credere al contrario di quello che dicono."
(Georges Courteline)

"Una donna sincera è quella che non dice bugie inutili."
(Anatole France)


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Perché sempre più uomini hanno paura di sposarsi?

Perché molti uomini sono contrari al matrimonio?


Uomini e donne vogliono cose diverse

Prima di tutto, è utile ricordare che uomini e donne sono diversi: quindi hanno spesso desideri, obiettivi e priorità differenti. Per esempio, le strategie di accoppiamento nei due sessi sono opposte:
  • Maschi: fai sesso sempre e comunque, specialmente con femmine attraenti.
  • Femmine: crea una relazione stabile con un maschio di alta qualità, e/o che ti aiuti a crescere i piccoli.
E' evidente che, a livello istintivo, i maschi non siano molto interessati ad un matrimonio, mentre per le femmine è più una necessità (poi ovviamente noi esseri umani siamo più complicati di così, ma la motivazione istintiva è comunque forte). Questo è sempre stato vero (è un fattore innato, non culturale), infatti nei secoli si è sempre ironizzato sulla donna che cerca di "accalappiare" l'uomo mentre lui tende a sfuggire.

"Tutte le donne dovrebbero sposarsi, e nessun uomo dovrebbe farlo."
(Benjamin Disraeli)

La Legge è dalla parte della donna

In aggiunta a questa tendenza, negli ultimi decenni (grazie alle pressioni femministe) le leggi sono diventate radicalmente a favore della donna (e dei figli), e solitamente sfavorevoli verso l'uomo. Quindi in caso di separazione, l'uomo se la passa parecchio male:
  • Dopo la separazione probabilmente lui pagherà alla ex-moglie gli alimenti, magari per il resto della vita - che se lo possa permettere o no.
  • Se ci sono dei figli, oltre a pagare il loro mantenimento (anche ben oltre la maggiore età) non è detto che lui riesca a vederli. I figli sono quasi sempre affidati alla madre, e se lei vuole può benissimo tagliarlo fuori dalla loro vita (magari per vendetta) raccontando bugie al giudice.
  • Se hanno acquistato casa insieme, o persino se è una proprietà dell'uomo precedente al matrimonio, in presenza di figli lui perderà la casa (almeno fino alla loro maggior età e indipendenza). Ma anche in assenza di figli, potrebbe venire assegnata alla donna in quanto "parte debole".
  • La maggior parte dei divorzi è voluta dalla donna: anche se lui non vuole separarsi, è probabile che lei lo vorrà.

Anche quando lei mente

Se poi la donna è particolarmente maligna (o semplicemente opportunista, o vendicativa), può tranquillamente inventarsi delle cattiverie su di lui (che era violento, che picchiava i figli...), e il giudice sarà ancora più severo nei confronti di lui - anche in assenza di prove (tanto si sa, le donne non mentono mai...). Questo anche grazie alla propaganda femminista, per cui le donne sono sempre dipinte come "vittime innocenti" e gli uomini sono sempre i colpevoli.
A volte queste strategie vengono suggerite dallo stesso avvocato (avvocatessa?) divorzista.

La Legge non è uguale per tutti

Insomma, se il matrimonio finisce male una donna non corre rischi a livello legale: anzi può guadagnarci, tanto la legge è praticamente sempre dalla sua parte. Per l'uomo invece i rischi sono elevati. Siccome gli uomini se ne stanno rendendo conto, la loro esitazione verso il matrimonio sta diventando autentica paura - e con molte valide ragioni.

Cambiamenti sociali

Di fronte a queste spiegazioni, qualcuno può pensare che "Non ci sono più gli uomini di una volta". Ma non sono tanto le persone ad essere cambiate, quanto le condizioni sociali.
  • Fino a qualche decennio fa gli uomini si sposavano anche perché il matrimonio offriva loro una serie di vantaggi: tua moglie si sarebbe presa cura di te, sarebbe stata disponibile sessualmente, difficilmente ti avrebbe tradito, ti sarebbe rimasta vicino, non ti avrebbe piantato per un altro. Con il cambiamento nelle regole sociali e il dissolvimento dei ruoli tradizionali, questi vantaggi sono assenti o aleatori.
  • Inoltre il matrimonio garantiva sicurezza e stabilità, mentre oggi sono più i matrimoni che falliscono (anche in breve tempo) di quelli che funzionano.
Quindi perché un uomo dovrebbe investire (emotivamente e finanziariamente) in qualcosa che non gli offre garanzie e può dissolversi in qualsiasi momento, anche contro la sua volontà, con in più la legge a suo sfavore? Ha più senso convivere e vedere come vanno le cose - come in effetti molti fanno.

Un cambiamento simile accade nel corteggiamento: oggi gli uomini corteggiano molto meno perché corteggiare una donna è diventato un "investimento" con minime probabilità di successo. Per cui, un po' come nel matrimonio, sono più i rischi che le opportunità.

Verità scomode e false accuse

Quando si parla di questi argomenti, spesso si levano accuse di attacco verso le donne o di misoginia: questo è falso e tendenzioso. Se io fossi misogino, direi che tutte le donne si comportano in un certo modo - ma così non è. So bene che ci sono tanti matrimoni che funzionano, con mogli amorevoli ed integre.
Dire che alcune donne sono opportuniste o manipolatrici, è come dire che alcuni uomini sono bugiardi o traditori: è un fatto della vita. Dire che alcune donne mentono o si comportano in modo scorretto, non vuol dire accusare tutte le donne; è semplicemente puntare l'attenzione su un problema reale (documentato nelle varie fonti citate), che coinvolge una certa parte della popolazione.
Se il problema esiste (ed i dati confermano che esiste), parlarne è semplicemente fare informazione (purché i dati citati siano corretti). Se qualcuno si oppone, ha probabilmente la "coda di paglia": poiché trova questa informazione scomoda per la sua ideologia od i suoi interessi, vorrebbe nasconderla o zittirla. Ed ecco che le accuse di misoginia vengono usate proprio a questo scopo: per zittire le voci scomode - anche se veritiere.
La verità e l'onestà non hanno bisogno di zittire nessuno; anzi, incoraggiano la divulgazione ed il confronto.


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"Nel matrimonio le donne trovano il porto, gli uomini il mal di mare."
(Alexandre Dumas figlio)

"L'uomo sposato porta sulle spalle tutto il peso della vita, quello non sposato solo la metà."
(Arthur Schopenhauer)

"Ah, sì, il divorzio, dalla parola latina che significa strappare i genitali di un uomo attraverso il suo portafogli."
(Robin Williams)


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Perché gli uomini si girano a guardare le donne?

Perché gli uomini accoppiati guardano le altre donne?


Tutti siamo affascinati dalla bellezza. Gli uomini come le donne.
I maschi, in particolare, ne sono soggetti a tal punto da essere poco selettivi ed emozionarsi per ogni minimo tratto attraente (invece le donne sono più esigenti e selettive, quindi vengono colpite solo dagli uomini più dotati). Perciò è del tutto naturale che osservino le donne intorno a loro, oppure si girino spontaneamente a guardarle.
E' un meccanismo istintivo, simile a quando un buon profumino di cibo ci stimola l'appetito, o la visione di un piatto invitante ci fa partire la salivazione. In effetti, spesso reagiamo alla bellezza con un riflesso di tipo pavloviano: la notiamo ed immediatamente i nostri istinti si risvegliano.

Differenze tra uomini e donne

Di nuovo, questa fascinazione verso la bellezza accade ad uomini e donne. C'è però una grande differenza:
  • agli uomini capita verso ogni donna anche minimamente graziosa;
  • mentre alle donne solo per maschi particolarmente attraenti.
Questa differenza è dovuta a strategie di accoppiamento diverse per uomini e donne, per ragioni evolutive:
  • I maschi sono "programmati" per desiderare qualsiasi femmina attraente. Sono quindi più disponibili e accomodanti.
  • Le femmine tendono a desiderare solo i maschi "migliori", ovvero quelli più dotati a livello di geni e/o di risorse. Sono quindi molto più selettive ed esigenti.

Questa differenza spiega anche il diverso atteggiamento verso la sessualità: gli uomini sono quasi sempre interessati, mentre le donne sono meno disponibili a fare sesso (ci sono numerosi motivi per cui una donna può rinunciarvi anche quando lo desidera).

Gli uomini si fanno notare

Va pure ricordato che le donne tendono ad essere più discrete: anche quando guardano uomini attraenti, si fanno notare meno (e lo ammettono più di rado) - mentre gli uomini lo fanno in modo vistoso. Questo è probabilmente dovuto a secoli di condizionamenti sociali (in generale la promiscuità maschile è stata accettata, mentre quella femminile condannata e punita).

Ogni genere segue il proprio interesse

Infine, se è raro che le donne guardino con particolare attenzione gli uomini (tranne quelli bellissimi), è anche vero che non di rado provano interesse per uomini già occupati. In altre parole, non è che un genere sia più "morale" dell'altro, bensì ciascun genere segue delle "strategie evolutive" - guidate dagli istinti - che vanno a proprio beneficio.


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"Per le donne la bellezza è quello che per gli uomini è il denaro: potere."
(Dorothy May)

"Essere bella è abbastanza. Se una donna sa far bene questo, chi le domanderà di più?"
(William M. Thackeray)

"La bellezza ci può trafiggere come un dolore."
(Thomas Mann)


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Le emozioni dell'innamoramento durano per sempre?

Dopo quanto tempo passano 'batticuore' e 'farfalle nello stomaco'?

Quanto durano le 'farfalle nella pancia' durante una relazione?


Come per tutte le esperienze umane, dipende da tanti fattori.
Per rispondere meglio, è importante capire che le "farfalle nello stomaco" sono generate da reazioni bio-chimiche tipiche dell'innamoramento; oppure da una particolare "chimica di pelle" che abbiamo con l'altra persona. Solitamente associamo queste sensazioni ad amore e sentimenti, ma nascono principalmente da neurotrasmettitori ed ormoni:
  • Feniletilamina
  • Dopamina
  • Testosterone
  • Noradrenalina
Quest'ultima, in particolare, è il principale responsabile di reazioni fisiologiche come "batticuore" e "farfalle nella pancia". Certo, magari proviamo realmente un grande amore per quella persona: però quello che perturba il nostro corpo sono prima di tutto scariche di quelle sostanze, che alterano il funzionamento del cervello in modo simile alle droghe.

L'intensità emotiva cala nel tempo

Chiarito questo, è stato dimostrato da varie ricerche che l'innamoramento dura al massimo da 12 a 18 mesi. Quindi anche quelle reazioni così intense e travolgenti, sono destinate ad attenuarsi e finire entro alcuni mesi.
In altre parole, le sensazioni estatiche e l'intensità emotiva tipiche dell'inizio di una relazione, sono limitate all'inizio della relazione stessa: l'emozione intensa diminuisce quando la relazione si stabilizza e continua nel tempo (questo spiega perché certi innamoramenti non corrisposti, o amori mai vissuti, possano continuare a lungo: non essendo passati alla fase concreta del viverli nella realtà, rimangono vividi nell'immaginazione).

L'amore può durare a lungo, l'innamoramento no

In sintesi, l'amore può durare per molto tempo, ma l'innamoramento è sempre "a breve termine" (ed è importante capire che innamoramento e amore non sono la stessa cosa).
Questo accade perché l'innamoramento è un "meccanismo biologico" che la Natura usa per spingerci ad accoppiarci e riprodurci: ci incanta e "stordisce" abbastanza a lungo da tuffarci nelle braccia dell'altro e fare progetti insieme, convinti che quello che sentiamo durerà per sempre. Invece emozioni e sentimenti sono per loro natura in continuo movimento.

Cosa succede dopo l'innamoramento?

Questo non vuol sempre dire - come pensano alcuni - che quando la passione diminuisce sia anche finito l'amore. Cosa succede alle relazioni quando finisce l'innamoramento?
  • Quelle poco valide, illusorie o basate solo sull'attrazione iniziale, finiscono oppure si trascinano stancamente.
  • In quelle valide (soprattutto quando continuative e stabili), le emozioni che sentiamo tendono a diventare più calme e tranquille. E' un tipo di amore diverso, meno "adolescenziale" e più "adulto". Meno farfalle e batticuore, più comprensione e intimità.


Questo post fa parte di una serie di risposte brevi a domande frequenti sull'amore, le relazioni e la vita (clicca sul link per leggere l'elenco di tutte le domande e risposte).

"Quando si è innamorati, si comincia sempre a ingannare se stessi e si finisce sempre con l'ingannare gli altri."
(Oscar Wilde)

"L'amore è ciò che resta quando l'innamoramento si è bruciato."
(Louis De Bernieres)

"Si dovrebbe essere sempre innamorati. Ecco perché non bisognerebbe mai sposarsi!"
(Oscar Wilde)


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Perché scelgo il partner sbagliato?

Perché trovo sempre uomini che mi tradiscono?

Perché scelgo sempre la donna sbagliata?

Perché vengo sempre rifiutato o abbandonato?

Perché un figlio non amato, poi da grande sceglie i partner sbagliati?


Scegliamo partner sbagliati quando abbiamo ferite emotive

Scegliere un partner "sbagliato" può capitare a chiunque, perché siamo creature fallibili e le relazioni non sono una scienza esatta. Ma quelli che tendono sempre a scegliere partner sbagliati, o sempre di un certo tipo, sono spesso persone con "ferite emotive" che condizionano le loro scelte sentimentali.
Perché accade questo? Le ragioni possono essere molteplici, ne spiego due tra le più importanti:
  1. Le "ferite emotive" importanti che subiamo nell'infanzia (essere amati poco o male, essere rifiutati, non sentirsi accettati, sentirsi traditi, venire giudicati pesantemente, venire repressi, non sentirsi mai all'altezza, ecc.) si incidono profondamente nel nostro inconscio.
    Una volta diventati adulti, l'inconscio tende a ricreare nuovamente situazioni simili (quindi anche scegliendo partner di un certo tipo), come se volesse "ricreare lo scenario"; forse con la speranza che stavolta le cose andranno bene ed usciremo dal vecchio schema doloroso. Ma invece il più delle volte lo schema si ripete uguale.
  2. I genitori rappresentano per i figli la prima esperienza di amore. Questa esperienza ci plasma; i genitori diventano dei modelli che tendiamo a seguire. E' quindi naturale che, una volta adulti, tenderemo a scegliere persone simili al genitore di sesso opposto (con cui per primi abbiamo vissuto un sentimento amoroso), seguendo un modello che ci è familiare.
    Se il modello genitoriale è stato "sano", sceglieremo dei partner sani con cui potremo essere felici; se invece abbiamo avuto un modello genitoriale "insano" (freddo, duro, respingente, critico, arido, indifferente...), saremo facilmente attratti da persone di quel tipo, in quanto replicano un modello a noi familiare.

Relazioni disfunzionali che noi stessi scegliamo

Alcuni esempi molto comuni di relazioni disfunzionali:
  • Una persona che si è sentita tradita (o ingannata) dai genitori, sceglierà partner che la tradiscono - e facilmente trarrà la conclusione che "Tutti gli uomini (o le donne) ti tradiscono!", invece di riconoscere che è proprio lei a sceglierli di quel tipo.
  • Una persona che non si è sentita amata, tenderà ad attaccarsi a persone che non ricambiano il suo amore - e non sarà attratta da persone che si interessano a lei.
  • Una persona che è stata maltrattata potrebbe attaccarsi a partner che la maltrattano, perché è il modello relazionale che le è familiare, e quindi lei lo trova "romantico" o crede che l'amore funzioni in quel modo.
  • Una donna che sia stata molto criticata o svalutata, o che abbia una bassa autostima, potrebbe attaccarsi ad uomini che la vogliono solo per fare sesso, perché fatica a credere di meritare l'amore.
  • Similmente, un uomo trattato male nell'infanzia, e che quindi ha sviluppato scarsa autostima e/o un'identità fragile, potrebbe non trovare mai una donna che lo desideri, perché è convinto di non valere abbastanza.
Se tendiamo a ricadere spesso in uno di questi schemi, è importante riconoscere che siamo noi stessi a creare il problema tramite le nostre scelte inconsapevoli; invece di pensare (come si fa di solito) che ci capita perché siamo "sfortunati in amore" o perché le persone del sesso opposto sono tutte di quel tipo.

Siamo condizionati dall'inconscio

Va sottolineato che questi comportamenti sono guidati da pulsioni inconsce, non da decisioni consapevoli. Razionalmente queste persone possono essere convinte di voler essere amate, o di volere un partner buono e affettuoso; ma solitamente è l'inconscio che vince e le spinge verso certi individui.
Uscire da questi schemi non è quindi una questione di volontà razionale, ma di meccanismi inconsci che vanno portati alla luce e "neutralizzati" (in genere con l'aiuto di persone competenti o di un bravo terapeuta). Un libro che spiega bene questo genere di problematiche è "Donne che amano troppo" di Robin Norwood (adatto anche agli uomini; info nella Bibliografia).


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"Ti ho amato perché era più facile che amare me stessa."
(Nayyirah Waheed)

"L'inferno nelle relazioni deriva dal cercare di cambiare il comportamento di qualcun altro anziché il nostro."
(Buddismo)

"Siamo irresistibilmente attratti da chi ci creerà i problemi che ci servono per la nostra evoluzione personale."
(Alejandro Jodorowsky)


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Ho XX anni e non ho mai avuto un partner. Ormai è tardi?

Ho XX anni e non ho mai trovato un ragazzo / una ragazza. Non ho più speranze?


Non è mai troppo tardi.
Finché sei vivo/a, hai delle possibilità. Sta a te giocartele!

Non abbiamo data di scadenza

Non c'è un tempo limite, una "data di scadenza", passata la quale siamo fuori dai giochi e senza più speranze.
Certo, mediamente è più difficile trovare un partner a 40 anni che a 20; ma, d'altra parte, a 30 o 40 anni possiamo sviluppare qualità che a 20 anni non avevamo (più saggezza, più conoscenza del mondo, più comprensione delle persone, più risorse economiche...). Quindi a volte l'età più avanzata può offrire dei vantaggi, se mettiamo a frutto il nostro tempo.

Riconoscere le proprie difficoltà

Naturalmente, se finora non hai combinato nulla, probabilmente hai delle problematiche caratteriali e/o psicologiche, da superare: ostacoli tipo bassa autostima, insicurezza, scarsa socialità, identità debole, personalità poco sviluppata, paure e blocchi vari, ecc.
Sono tutte difficoltà che è possibile migliorare con un lavoro di esplorazione e consapevolezza - magari aiutato da un terapeuta o counselor. Ma anche leggendo libri o articoli su quegli argomenti.

Perché ricorda: le cose non accadono per caso. Se vuoi risultati diversi, sta a te diventare diverso da come sei stato finora (nel senso di migliorare come persona e come capacità).
Se invece non cambi, è molto probabile che otterrai sempre gli stessi risultati.

A caccia del problema

Il primo passo potrebbe essere individuare uno dei problemi che ti influenzano:
  • Una paura che ti frena (per esempio "Ho il terrore di essere respinto quindi non oso fare approcci").
  • Una convinzione che ti ostacola ("Non sono abbastanza capace, quindi è inutile che ci provo").
  • Oppure una idea disfunzionale che ti impedisce di realizzare i tuoi desideri ("Bisogna agire in modo perfetto, quindi aspetto di essere completamente preparato" - il che ovviamente non accade mai).

Molte persone hanno in testa una serie di idee o convinzioni distruttive, di cui non si rendono conto perché le hanno assorbite da piccoli (dai genitori, dagli insegnanti o dalla società) e quindi le danno per scontate. Ma queste idee li influenzano e possono rovinare loro la vita.
  • Per esempio molti sono convinti che "L'opinione degli altri è fondamentale, e se mi rifiutano significa che non valgo nulla". Se credi in questo, sarai sempre condizionato dai giudizi altrui.
  • Oppure, c'è chi crede che il passato continuerà a ripetersi: quindi se hanno fallito in qualcosa in passato, credono che continueranno a fallire (perciò non ci provano nemmeno).

L'importante è iniziare

Di seguito elenco alcune tematiche (con relativi link per approfondire), che potrebbero riguardare tue problematiche od offrire spunti per aumentare le tue possibilità relazionali. Puoi usare queste letture come punto di partenza per iniziare un percorso di evoluzione; come uno che va in palestra per sviluppare la sua muscolatura e sentirsi più in forma.


Se leggi quanto ho riportato sopra, sono certo che inizierai a capire qualcuno dei motivi per cui finora non hai ottenuto quello che volevi. E una volta che capisci dov'è un problema, diventa possibile risolverlo. L'importante è vederlo, decidere di affrontarlo, ed iniziare a lavorarci su. :-)


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"Certo che sono single per scelta. Di un altro, però."
(Silvia Ziche)

"La più terribile povertà è la solitudine e la sensazione di non essere amati."
(Madre Teresa)

"Non appena starete bene con voi stessi anche gli altri staranno bene con voi."
(Valerio Albisetti)


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Ci sono persone destinate a restare sole?

Esistono persone destinate a non essere mai amate?

Ci sono persone che non possono mai avere un partner?


No. Il destino è qualcosa di stabilito a priori, e deciso da forze esterne a noi ("Sono destinato a..."). Personalmente non credo che esista un destino prefissato; credo invece che una parte della vita di ciascuno sia stabilita dal caso (quello che ci succede), ed il resto sia determinato dalle proprie scelte (quello che facciamo succedere).

Se siamo sempre da soli (o senza partner), non è perché qualcuno l'ha deciso per noi; non è perché siamo nati "sfortunati" (anche se alcuni sono più svantaggiati di altri). Piuttosto, è probabile che ci sia qualche motivo - in noi o nel nostro ambiente - che ci porta a quella situazione: una volta identificato l'ostacolo, possiamo fare qualcosa per superarlo e risolvere il problema.
Il primo passo è necessariamente capire da dove nasce il problema...

Quando il problema sei tu

Forse sei poco interessante come potenziale partner, troppo privo di qualità attrattive, oppure troppo problematico quindi gli altri si tengo alla larga. Forse hai difetti o mancanze che agli altri risultano sgradevoli; oppure sei troppo chiuso e scostante, quindi nessuno vede il tuo valore.

  • Se nessuno ti vuole, hai bisogno di capire cosa in te ha bisogno di essere migliorato, o corretto, o risolto.
  • Essere amati non è un diritto: sta a noi diventare persone amabili e desiderabili, per suscitare negli altri i sentimenti che vogliamo ricevere.
  • Nessuno ha il dovere di amarci: se vogliamo vicino una persona che ci ama, è necessario avere le qualità che ispirano tali sentimenti in lei o lui. Bisogna seminare per poi poter raccogliere.

Quando il problema è nella tua ricerca

A volte cerchiamo qualcosa che non esiste, o siamo troppo pretenziosi, oppure lo cerchiamo nel post sbagliato. O, ancora, corriamo dietro a persone che non vanno bene per noi.


Quando il problema è nel tuo ambiente

A volte viviamo in un ambiente che ci limita, ci offre poche possibilità o addirittura ci soffoca; per esempio:
  • Una famiglia opprimente o "tossica". Magari rigidamente tradizionalista o religiosa, oppure molto severa od esigente. O, ancora, che ti condiziona o ti fa sentire a disagio per come sei.
  • Una piccola cittadina dove tutti si conoscono, povera di stimoli ed opportunità, legata ai suoi riti e abitudini. Dove magari si tende a sopravvivere e conformarsi, piuttosto di evolvere ed inseguire i propri sogni.
  • Un ambiente sociale repressivo, legato alla "normalità" e sospettoso di ogni diversità e innovazione, in cui ti senti in trappola...
Se vivi in una situazione del genere, magari il problema è quello. Se ci sei abituato, se hai conosciuto solo quello, magari non te ne accorgi nemmeno: pensi che il mondo sia tutto così... eppure sai che altrove le persone riescono a vivere vite ben diverse.

In questi casi l'unica soluzione è andarsene. L'ambiente intorno a te non cambierà, quindi sta a te cambiare, se ci tieni. Se hai intorno persone che: allontanati da loro il prima possibile. Persone così sono possono rovinarti la vita. Nessuno merita di essere trattato in quel modo: allontanati e vai verso persone che ti apprezzano, o che almeno ti incoraggiano e sostengono nei tuoi tentativi di vivere meglio.
Anche allontanarsi dalla famiglia può essere necessario, a volte, per riuscire a vivere come vorresti. Non vuol dire necessariamente tagliare i contatti, ma forse anche solo uscire di casa, o prendere una certa distanza, può servire per sfuggire a certi influssi negativi.


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"La più terribile povertà è la solitudine e la sensazione di non essere amati."
(Madre Teresa)

"Non c'è amore sufficientemente capace di colmare il vuoto di una persona che non ama se stessa."
(Irene Orce)

"Esiste un legame profondo tra solitudine e autostima. Più alta è la seconda meno forte è la prima."
(Valerio Albisetti)


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