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Di fronte alla bellezza siamo come cani di Pavlov

Un riflesso condizionato

Noi reagiamo alla bellezza similmente ai cani nell'esperimento di Pavlov: apprezzare e perseguire la bellezza è una forma di "riflesso condizionato" (dalla nostra biologia e dall'evoluzione) che raramente mettiamo in discussione.
Il parallelo tra l'esperimento di Pavlov sui riflessi condizionati e l'effetto della bellezza è questo:
  • Nell'esperimento, i cani venivano condizionati a salivare quando suonava un campanello, associandolo al cibo. Ma questo accadeva poi anche in assenza di cibo.
  • Noi siamo istintivamente condizionati a reagire alla bellezza, associandola al piacere e alla felicità. Ma questo accade anche quando detta bellezza non porta piacere e addirittura produce infelicità (per esempio se continuo a perseguire una persona attraente che mi rifiuta).

Perdere la testa

Possiamo vedere qualcuno che ci affascina e "perdere la testa": questa persona può sembrarci il partner ideale, quello che abbiamo sempre cercato, il compagno per la vita, persino quello con cui avere dei figli... senza che sappiamo nulla di lui o lei! - solo per via del suo aspetto.
Per quanto ne sappiamo potrebbe essere Jack lo squartatore o una serial killer, eppure ne siamo incantati. Perdiamo letteralmente la ragione.

“Perdiamo la testa
senza sapere nulla
di lui o lei”

Un potere che non mettiamo in discussione

Molto spesso inseguiamo le donne o gli uomini più attraenti (anche se fuori dalla nostra portata), scartiamo le persone meno dotate esteticamente (anche quando ricche di altre qualità), e quasi mai mettiamo in discussione questo impulso.
Persino quando questa "dipendenza dalla bellezza" ci rende infelici, o peggiora la nostra vita relazionale, il più delle volte viene data per scontata - soprattutto in gioventù. Quante discussioni ho visto (specialmente fra uomini, ma non solo) che gravitano esclusivamente sui vari livelli di bellezza o su altri attributi estetici.

Non solo la bellezza ha su di noi un enorme potere, ma questo potere ha uno status quasi mitico, è una sorta di imperativo a cui quasi sempre ci inchiniamo.
Le rare persone che cercano di sfuggire al suo influsso (dando meno peso alla bellezza, o anteponendo altre qualità nella ricerca dei partner) appaiono come strane o anomale.
Mi chiedo quanto questo perseguire la bellezza sempre e comunque sia una "sudditanza biologica" (la Natura comanda e noi ubbidiamo passivamente), e quanto sia conformismo ("Se tutti fanno così, allora è la cosa giusta"). Quest'ultimo fattore è accentuato dal bombardamento mediatico che esalta l'aspetto, che così assume un'importanza ancora più assoluta.

“La bellezza ha su di noi
un potere enorme”

L'attrazione non è garanzia di felicità

Senza contare che l'attrazione non offre alcuna garanzia di compatibilità, intesa o felicità relazionale: possiamo essere molto attratti e trovare quella persona insopportabile. Quindi basare la relazione principalmente sull'attrazione (come accade in molte coppie e persino matrimoni), può portare ad emozioni intense sul breve periodo, ma è una base altamente fragile e inaffidabile nel tempo.

La bellezza ci porta a sottometterci

L'attaccamento alla bellezza del partner porta anche ad uno squilibrio di potere: ne diventiamo dipendenti, e tendiamo a sottometterci per non perderne l'approvazione ("Farò di tutto per averti - o non perderti").

Questo è un problema specialmente per i maschi, perché in genere mettersi in una posizione di sottomissione verso una donna diminuisce la stima e l'attrazione che lei prova per lui (in teoria è gratificata dalla sua devozione, ma in pratica lui perde di valore agli occhi di lei). Il tipico "Sei bellissima!" espresso con occhi adoranti ad una femmina attraente, provoca in lei una reazione di noia e disinteresse, perché lui è l'ennesimo che glielo dice.
Siamo attratti da persone che hanno un valore uguale o superiore al nostro, ma mostrarci sottomessi o dipendenti è un segnale di minor valore - quindi non attraente.

Superare gli istinti naturali

Secondo me, il fatto che il potere della bellezza sia naturale non significa che sia innocuo o che non vada messo in discussione. E' molto simile al potere delle cose dolci (zuccheri e carboidrati in generale): quando ne mangiamo il nostro cervello rilascia dopamina (molecola del piacere), e proviamo l'impulso di mangiarne ancora e ancora.
Non serve un nutrizionista per capire che imbottirsi di zuccheri (specialmente se raffinati) porta solo danni. Basta guardare l'epidemia di obesità, diabete e altre patologie legate ad un'alimentazione insana: certamente mangiare cibi sfiziosi ci viene istintivo e naturale, ma ci porta anche risultati che non vorremmo.

Allo stesso modo, se ci lasciamo condizionare passivamente dall'istinto verso la bellezza, ne diventiamo schiavi. E rischiamo di fare scelte relazionali che possono portarci un piacere momentaneo (se tutto va bene), ma sul lungo termine condurci a vite relazionali infelici o disfunzionali. Due esempi classici sono:
  • L'uomo che corre sempre dietro a donne tipo modelle, con grande dispendio di tempo e denaro, ma con scarsi risultati e nessun appagamento profondo.
  • La donna che si interessa solo ai maschi più seducenti e appariscenti, che sono tipicamente egocentrici e narcisisti, per cui si ritrova regolarmente tradita e trascurata.

“Il potere della bellezza
è simile
al potere delle cose dolci”

Andare oltre la propria natura

L'obiezione più ovvia è "Ma se qualcuno non mi piace esteticamente (o non mi attrae), non me lo posso far piacere. Va contro la mia natura". Certo, perché è un condizionamento innato, come dicevo all'inizio.
Però a volte può essere importante e necessario andare "contro natura". Per usare un'altra metafora alimentare, a me d'istinto non piaceva l'insalata. Ma sapendo che era saggio mangiarla, ho trovato un modo appetitoso di prepararla, ed ora la gradisco molto. Potrei dire che apprezzare l'insalata "non era nella mia natura"? Oppure che non sapevo apprezzarla, ed era un mio limite che ho superato?

Similmente, è naturale aver paura di volare: va decisamente contro la nostra natura di animali terrestri. Eppure riusciamo a ignorare quell'istinto. Idem per la paura del buio: crescendo impariamo a superarla.
Non sto dicendo che dobbiamo farlo, ma che possiamo farlo. La nostra personale natura non è incisa nella pietra: in realtà cambiamo continuamente. Solo che farlo in modo costruttivo richiede uno sforzo cosciente, per esempio:
  • Abituarsi ad apprezzare maggiormente le qualità meno appariscenti.
  • Ignorare (almeno momentaneamente) l'impulso che ci porta a scartare una persona per ragioni estetiche, e insistere nel conoscerla se ha altre qualità che apprezziamo.
L'alternativa è rimanere schiavi condizionati dagli istinti.

A volte l'essenziale è invisibile allo sguardo

Un esempio personale: anni fa conobbi una donna con cui c'era una forte intesa intellettuale. Esteticamente non ci piacevamo ma, siccome ci piaceva molto la mente e la personalità dell'altro, non ci siamo fatti frenare e abbiamo continuato a conoscerci. Quando siamo arrivati a fare sesso abbiamo scoperto che il contatto di pelle risultava delizioso, e i nostri corpi stavano benissimo insieme! Il risultato è stata la relazione più importante che avevamo mai vissuto, e il sesso migliore che avessimo mai sperimentato.
Anche altre volte, in cui l'aspetto di lei non corrispondeva ai miei canoni, si sono poi sviluppate relazioni intense sia a livello sentimentale che sessuale.

Come diceva il "Piccolo Principe" nel romanzo omonimo, "L'essenziale è invisibile all'occhio". Se ci facciamo limitare dall'aspetto visivo, potremmo perdere opportunità preziose. Certamente non sempre gli sviluppi sono positivi com'è accaduto a me, ma non farsi limitare dallo sguardo - paradossalmente - allarga i nostri orizzonti.

Anche la bellezza, ma non solo

Ovviamente non propongo di ignorare completamente la bellezza, quanto di considerarla come uno dei fattori di attrazione (non l'unico o il principale), e di diffidare del suo potere di farci sragionare: questo è uno di quei casi in cui le emozioni possono ingannarci e portarci fuori strada.


"La bellezza ci può trafiggere come un dolore."
(Thomas Mann)

"L'amore costruito sulla bellezza muore presto, come la bellezza."
(John Donne)

"E' straordinario che sia così perfetta l'illusione che la bellezza è bontà."
(Lev Tolstoj)


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