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L'ansia è parte della nostra vita

L'ansia tocca quasi tutti, in varia misura. E quasi tutti cerchiamo di eliminarla dalle nostre vite. Ci genera disagio e sofferenza, ad alcuni inquina l'esistenza. Ci sembra un'anomalia, qualcosa di ingiusto e sbagliato, un errore che si può - e si deve - correggere.
Il nostro desiderio istintivo, e le promesse della società, ci dicono che potremmo eliminarla del tutto, se solo avessimo abbastanza - abbastanza soldi, sicurezza, amore, successo, fortuna... Ma è davvero possibile liberarsene? Oppure è un'utopia, e inseguirla ci genera ulteriore ansia? In ultima analisi, l'ansia è un'intrusa nella nostra vita, o è parte stessa dell'esistenza?

L'origine dell'ansia

L'ansia sembra spesso riguardare qualcosa di specifico:
  • L'incontro con qualcuno che ci piace
  • La festa in cui non si conosce nessuno
  • La direzione della propria carriera
  • Il viaggio in un luogo sconosciuto
  • Una telefonata impegnativa
  • Un problema di salute...
Ma considerato da una prospettiva più ampia, il problema è più vasto, più radicale e molto più fondamentale. Al di là di qualsiasi problema specifico che ci desta preoccupazione, se guardiamo il quadro d'insieme una conclusione è inevitabile: noi esseri umani siamo intrinsecamente ansiosi, è nella natura stessa del nostro essere. Anche se in ogni dato momento possiamo concentrarci su questa o quella preoccupazione particolare, ciò che ci affligge realmente è l'ansia come caratteristica permanente della vita, qualcosa di inevitabile, esistenziale, ostinato - e che affligge una parte significativa del nostro breve tempo sulla Terra.

Fuga dall'ansia

Tormentati dall'ansia, naturalmente tendiamo ad evadere facendo fantasie su quello che potrebbe - finalmente - portarci serenità. In alcuni momenti, soprattutto in Occidente, le fantasie si rivolgono ai viaggi...
  • Qui, finalmente, troveremo pace: sotto il cielo azzurro, sull'isola all'altro capo del mondo, col sole caldo e l'acqua tiepida, in una villa confortevole e circondati dalla bellezza. Si tratta solo di resistere per qualche altro mese - e di tirare fuori una somma consistente.
  • O forse saremmo sereni se la nostra casa potesse essere proprio come vogliamo: con ogni cosa al suo posto, senza più disordine, una cabina armadio, pavimenti in quercia, il caminetto, e una serie di apparecchi elettronici all'avanguardia.
  • O, ancora, forse ci sentiremo a posto quando avremo raggiunto il posto giusto in azienda, o avremo venduto il nostro romanzo, o il nostro capitale avrà superato quella certa somma - allora dovunque andremo la gente ci ammirerà e ci sentiremo a nostro agio.
  • Oppure potremo sentirci felici quando avremo il partner giusto nella nostra vita, qualcuno che possa davvero capirci, una persona con cui relazionarci fosse facile; gentile e comprensiva, con uno sguardo dolce e compassionevole, tra le cui braccia potremmo sentirci in pace, appagati.

Viaggi, bellezza, status e amore: i quattro grandi ideali contemporanei attorno a cui girano le nostre fantasie di soddisfazione, e che nel loro insieme sono responsabili per una gran parte delle attività frenetiche dell'economia moderna. Gli aeroporti, gli aerei di linea e gli alberghi di lusso; i mercati immobiliari sempre in movimento, mobilifici ed imprese edili; riunioni e carriere, i mass-media coi loro personaggi famosi, la competizione commerciale; gli attori affascinanti, le canzoni d'amore seducenti, gli avvocati divorzisti.

Non è possibile fuggire

Eppure, nonostante le promesse e l'impegno speso nel perseguimento di questi obiettivi, niente di tutto ciò funzionerà veramente. L'ansia sarà ancora presente sulla spiaggia, nella casa confortevole, dopo la promozione, e tra le braccia di chiunque avremo conquistato, nonostante tutto il nostro impegno.
L'ansia è il nostro stato fondamentale per una serie di valide ragioni:
  • Perché siamo esseri fisici profondamente vulnerabili, una complessa rete di organi fragili con una "data di scadenza", che prima o poi smetteranno di funzionare quando meno ce lo aspettiamo, e noi potremo farci poco o nulla.
  • Perché non abbiamo mai abbastanza informazioni a proposito delle decisioni più importanti della nostra vita: spesso ci muoviamo alla cieca.
  • Perché siamo capaci di desiderare molto più di quanto realmente abbiamo, e viviamo in una società mediatica che ci trasmette continui stimoli ad avere di più, dove l'invidia e l'irrequietezza sono costanti.
  • Perché siamo i discendenti dei nostri antenati più inclini alla preoccupazione, e quindi più attenti alla sopravvivenza: gli altri sono stati travolti e divorati dagli animali selvaggi. E perché portiamo ancora con noi - anche nella calma del quartiere residenziale - il terrore tipico della giungla.
  • Poiché gli oggetti e i luoghi, gli arredi raffinati e le spiagge tropicali, possono solo rappresentare la calma ai nostri occhi, ma non immetterla nella nostra mente.
  • Perché le nostre conquiste lavorative ed economiche avvengono all'interno dei meccanismi casuali, spietati, competitivi e distruttivi di un motore capitalista irrefrenabile.
  • Perché la nostra autostima e il senso di sicurezza si basano sull'amore di persone che non possiamo controllare, e le cui esigenze e speranze non saranno mai del tutto in linea con la nostre.

Affrontare l'inevitabile

Tutto questo non esclude che ci siano modi migliori o peggiori per affrontare la nostra condizione.

L'attitudine più importante è l'accettazione. Non è il caso - in aggiunta a tutto il resto - di essere in ansia perché siamo ansiosi. Quello stato d'animo non indica che la nostra vita non funziona, ma solo che siamo vivi. Dobbiamo stare attenti quando inseguiamo cose che speriamo ci salvino dall'ansia: cerchiamo pure di acquisirle, ma non illudiamoci che ci porteranno la pace - e accostiamoci ad esse con meno ingordigia e un po' più di scetticismo.

Dovremmo evitare la tentazione della solitudine e dell'isolamento: non siamo certo gli unici con questo problema. Tutti sono più ansiosi di quanto vogliano ammettere; anche il miliardario e la coppia innamorata ne soffrono. Viviamo in una bugia collettiva, in cui ci rifiutiamo di ammettere come stiamo veramente, e cerchiamo di mostrarci sempre sorridenti e risolti.

Dovremmo abbracciarci l'un l'altro; non con l'intimità forzata o la rigidità impacciata comuni negli abbracci moderni, ma nel modo in cui molti artisti hanno rappresentato l'abbraccio tra uomini e angeli, scesi a terra per offrire conforto agli esseri umani per la sofferenza dell'esistenza terrena.
A ognuno tocca risolvere le proprie sofferenze. Ma possiamo almeno tendere le braccia verso i nostri vicini, tormentati, confusi ed ansiosi in modo simile al nostro, come a dire, con gentile dolcezza: "So come ti senti...".

Pro e contro, rimedi e guarigione

Come credo appaia chiaro da quanto scritto sopra, provare ansia è del tutto normale, è parte dell'esperienza umana. Per cui non sentitevi inferiori, sbagliati o malati se soffrite di questo problema (questo non farebbe che aumentare la vostra ansia), e ricordatevi che siete "in buona compagnia".

Ricordate anche che l'ansia nasce con una funzione utile: è un meccanismo di sopravvivenza, che ci porta a notare eventuali pericoli e ci prepara ad affrontarli. Inoltre ci ispira ad evitare comportamenti rischiosi, ispirandoci un disagio che ci tenga lontani dalle tentazioni. Il problema nasce quando temiamo pericoli che in realtà non esistono, o il livello di disagio è tale da bloccare la nostra espressione.

Passato e futuro

L'ansia si concentra quasi sempre sul passato o sul futuro. Per questo, essere consapevoli nel momento presente (e goderne), porre la propria attenzione sul "qui e ora", è un buon modo di evitare l'ansia.

Inoltre, è utile rendersi conto della futilità di angosciarsi per il passato o il presente:
  • Nessuno può cambiare il passato. Quindi, a che scopo preoccuparsi di quel che è già accaduto? E' importante concentrarsi su quello che possiamo cambiare, e non su quello che è fuori dal nostro controllo.
  • Per quanto riguarda il futuro, quello di cui ci preoccupiamo nella maggior parte dei casi non accadrà. Se pensate alle vostre esperienze, vi renderete conto di quanto questo sia vero: di rado quello che ci angoscia poi avviene davvero.

Andare alla radice dell'ansia

Da evitare anche, per quanto possibile, l'uso di farmaci ansiolitici (o tranquillanti), che non curano mai l'ansia, ma ne attuano soltanto i sintomi per breve tempo (oltre a provocare dipendenza sul lungo periodo).
Piuttosto, è utile esplorare le proprie emozioni, andare alla radice della nostra ansia:
  • Per stabilire se le nostre paure sono reali o immaginarie
  • Per capire se la nostra reazione è adeguata o esagerata
  • Per individuare eventuali convinzioni inconsce che ci rendono insicuri e timorosi
  • Per attivare le risorse interiori che ci possono rendere più forti, resistenti e coraggiosi...
Sicuramente per fare questo può essere utile il supporto di un terapeuta (psicologo, counselor...), ma anche leggere fonti che ci aiutino a fare chiarezza dentro di noi (per esempio, sul sito di Riza Psicosomatica si trovano numerosi articoli sull'ansia). Conoscere e "fare amicizia" con questa emozione (invece di fuggirla o negarla), può aiutarci a trasformarla in un alleato.


(liberamente adattato da "On Anxiety", The School of Life)

"L'ansia non ci sottrae al dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi."
(Leo Buscaglia)

"Fai l'opposto di ciò che la tua ansia ti dice di fare. Se l'ansia ti dice che sei in pericolo, ricorda a te stesso che non lo sei. Se l'ansia ti dice di non passare del tempo con i tuoi amici, passa del tempo con i tuoi amici. Se l'ansia ti dice che non puoi cambiare abitudini obsolete, sappi che puoi farlo."
(Dr. Jonice Webb)


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